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A Maria Non treccia d’oro, non d’occhi vaghezza, non costume real, non leggiadria, ‘non giovanetta eta, non melodia, non angelico aspetto né bellezza madre di grazia e specchio d’allegrezza: ma V'umilta twa, la qual fu tanta, che poté romper ogni antico sdegno tra Dio e noi, ¢ fare il cielo aprire. Quella ne presta dunque, Madre santa, sicehé possiamo al tuo beato regno, seguendo Lei devoti, ancor salire. Giovanni Boccaccio Rake Esoterismo moderno MassiNo SCALIGERO Liopera e il pensiero di Réné Guénon Prendere contatto con l'opera di Réné Guénon & come entrare in tun mondo di ordine, di chiarezza, talora di trasparenza: nell indagine verso lo spirituale vi wun metodo che ricorda quello mate- i s0 dei pit seri ricercatori, venen- ambienti della « pura cultura » il 7 s0 oltre ill mondo delle megan fisico, parole, verso quell/Universale, verso quel meta- grado: allorché si realizza, si ha una condizione iniziale per l’identifica- zione con I’ Assoluto: esperienza che esige ben altri sviluppi in linea eso- le, sotto forma oe terica (mentre pud darsi una identita, per cost dire pa di intellettualita posseduta come pura « funzione ») In tale direzione, leggendo la sua o iderazic . bs: la sua opera Considerazioni sulla via ini- +iatica (recentemente edita in Italia a cura dei frat iano, grazie all ottima traduzione di Corrado Rocco, troduzione) troviamo questa sites nud . : fangoeuna conosco bie ol ato estesione; pasar d a ritrovare Ia scaturigine prima. acl cla drecamentinse se, & pase propa dal! "ee Utile @ la lettura di due opere del Guénon, Les états multiples de nwt porn eee unt vita in cup pacar étre © Les principes du calcul infinitésimal, per conoscerne la mirabi Questo passaggio implica la rinunzia al mental sottilita di pensiero, ma anche il limite. II contenuto essenziale Ora, se l'immagine della irrealta dell oo za tiflessa ri ee aerget ea nero a la za riflessa rispetto alla realth della conoscenza diretta & effettivamente giusta, non ® tetta via possibile dedurre da essa quella del passaggio d: ione vi tuale alla iniziazione effettiva: questo passaggio da simile & semplicemente comrinciato, non realizzato; né veramente {Finanza al mentale, bensi di un possesso immediato, of fers che esprime nel mentale ¢ che l'womo profane e ella fase ultima del suo processo, allorché si pud dire « Chi sinunzia al mentale, si svincola da une here ehe ea insi- to come ogni ulteriorita della serie indefinita non 2 altro che il movi- ‘mento concettuale del nostro pensiero applicato alla rappresentazione di essa, Solo il nostro normale pensiero, infatti, pud concepire una uni- alto numero raggiunto, ed esso solo giunge a un limite sato e che supera soltanto dialetticamente, os- incantato, con quela che prelude, neomdiiond a con P’Asvoluto: vi & dal p ritorne » qualcosa come una di essi & possibile proprio per i Ora sembra che non diversamente il G. giunga all'idea dell’Infini- to, il quale, cos mentalmente raggiunto, rimane sempre un’astrazione: Ja logica acuta dell’ Autore al massimo giunge alla trasparente purezza di una simile astrazione, rimanendo nella sfera delle concezioni mentali ¢ trasferendo I'Infinito a una trascendenza pensata non diversamente da come ha pensato il finito: simultaneamente — per un incompleto pos sesso della genesi metaisica del pensare chiamato in causa — egli mo- stra la irrilevanza della originaria appartenenza di questo pensare alla 19 18 sparente astrazio- ite della propria conoscenza, se non si mostra di intendere che l'atto conoscitivo, ossia !a percezione sovrasensibile dell’oggctto, si compie non certo meliante lun « pensato » (che @ la « conoscenza per riflesso » di Guénon) ma me. diante Vessenza e il moto medesimo del pensare che, posseduto nella fase pre-dialettica, reca in s¢ Ia stessa intima vita delPoggetto e, a pre. scindere da questo, rivela la sua immediata conformita all Universale ¢ all Infinito da cui trae direttamente la sua legge (cui Puomo normale in. consapevolmente contravviene di continuo prevaricando con la sua mitata egoiti). Il Guénon — alla luce seendente accessibile per una via che elimina il pensare, per il fatto che ‘Non ne sa rimuovere i limi zione egli la opera Proprio mediante un tale pensare, lelle due opere citate & evidente che egli concepisce la moltey il movimento, come qualcosa a sé stante, in sé circo Periore? La questione in effetto sembra impostata non da un esot. ista, ‘ma dan filosofo della dialettica esotetista, ossia come se la t za e la realta cosidetta esteriore Paltra e 'uomo fosse un ferzo termi © di denegazione, Comme fail Guénon a dare direzioni circa Vortodossa iniziatica, quan- clo non sirende conto del senso ultimo che ha Pagnosticismo dell'como moderno ¢ quando pone la questione della trascendenza con un modo dlipensare che si dice esorerico ma che parte da una basilatita incoscien. temente tessuta di tale agnosticismo? Perché la questione de! denza »® posta solo dall'uomo che non ha pid conoscenzas la E tale solo per I'uomo, la separazione & un fatto che riguarda solo fl per. cepirec il pensare dell uomo; per cui la risoluzione di ogni dualit& pos. sibile soltanto per chi tale dualita sperimenta e unicamente nella cece in atteggiamento di acquiescenza 20 in cui la sperimenta, Tale dualith non pott’ mai essere risota longo la one di una dialettica filosofica 0 esoterica che la ritenga vera al difuoti dell'uomo, né per la via interposta di un altro elemento dualiz- zatore, o scienza tradizionale, 0 rito, 0 yoga, 0 magia. E-una via troppo facile questo esoterismo che non fa un passo oltre illimite teologico-mistico, mentre pretende superarlo con una conosce: che da un lato allude discorsivamente a un: (eilG. za, ossia il non aver afferrato veramente la intellettualied pura, col mandare a una « organizzazione tradizionale » a una « tradizione » ad una nuova esteriore autorita. Come si vede, ca iacchieroni dello spiri- cui funzione & far ritardare se stessi e gli altti, mediante la indefinita delle parole— comprendere co: me il processo mentale che lo ha condotto alla chiara ideazione dell In- finito, distolto dal suo oggetto, considerato in sé, percepito in sé, sia Ja « direzione » stessa verso lInfinito, (E questa ® una chiave molto zara, che pure si pud porgere senza atteggiarsi a maestr). Ma allorché eali, non rendendosi conto di questa possibile direzione, per lascare la serie delle parole e passare all’azione, si rivolge « una nuova mediazio- ne, del tutto esterna all’ideare puro messo in atto, in sostanza eg con- traddice le migliori aequisizioni del suo processo pensante, chiedendo 2.4 una cosa tra le cose », a una esteriorita, cid che avrebbe dovuto chie- jino in fondo a tale pensare creativo, ae Nilla sua receote opera critica Masher e volo dello Spirtualismo contemporaneo (editore Laterza, Evola attrbuisce al Guénon Idea di una « tr: ione primordiale metafisica, di carattere ‘non umano, i elementi possono trovarsiattraverso tutto cid che negli insegnamen- i simboli, nei riti, nei dogmi o miti delle tradizioni storiche parti- a1 ibile di essere elevato ad un significato di ogg ». Ma anche riconoscendo la positivita di ques J. Evola come a R. Guénon deve essere ricordato che nella cos intetiore dell’uomo moderno & presente I Ja Tradizione come un esteriore corpus ‘una corrente di vita superumana nella quale gli sia dato immergersi re-vivere: nell'uomo moderno vive l'etrore che separa il trascendeve dal mondo dei sensi, cosi che egli percepisca questo come privo di Divi. ngiunzione, la reintegrazione, i iniziazione che preced to un fatto compiuto. Ogni tipo tradizionale che non siano assunte per me ato, contenendo in sé le radiei misticismo senziente, di ogni ascetismo senza liberta pragmatismo magico, potenziano questo indi fe il suo autonomo conoscitore, ossia il « redentore che per ora ha vita solo nel Ipnotizzare gli uor nizzazione « ortod. il pr « ombre » dei pensier col miraggio della tradizione e della orge- trasmettere iniziazione, significa paralizzare iberazione © anche di conquista della liberta che insita proprio nell'essere gli giunto all’ultimo gra- sere egli =nuto cosciente appunto la dove iiziatiche, non agiscono pid. Br ae dlalote rerperat dialetticamente, ¢ senza dubbio nella forma pit « or- Liopera di Julius Evola e 'Antroposofia di Rudolf Steiner Nella concezione di J. Evola, & tilevabile, sia pure i ‘lla concezi 1 in altraf a dualita metafisica che si nota nel sistema PEAR allorche eal, 22 dopo aver mirabilmente costruito la teoria dell’« individuo assoluto » esigenza della liberta metafisica, evoca, non col recare a fon- iniziale (quello che gli permette di costruire dialet- do il moto interiore is vera relazione con quel moto iniziale, anzi ne & in un certo senso una « negazione ». Profonde sono le divergenze tra i due maggiori rappresentanti Pesoterismo contemporaneo, Evola e Guénon. Dal nostro punto sta, tuttavia, pur riconoscendo in Guénon il grande ordinatore dottrinario della Tradizione, troviamo che, riguardo al senso della greve atmosfera tellurica in cui 2 calato P'uome moderno, il messaggio di Evola ha un significato di estremo coraggio e di decisione, recando la possibilita di un respiro pid vasto e pitt puro: la sua rivolta, pur essendo conforme in partenza alla predilezione delle forme antiche dello spirituale, pre- ta quella intensita ¢ quellesclusivismo che soli possono valere per Tuomo veramente moderno, privo ormai di « provvidenze », di appog- gi, di consolazioni trascendenti, portato percid ad appoggiarsi unicamente in se stesso € in se stesso a ritrovare il principio divino. ‘V’ peraltro tra Evola e Guénon qualche identit& di posizione che ud giovare a meglio comprendere il senso della dualita cui si é accenna- to: per esempio, Ia eritica giustamente rivolta da essi, rispettivamente dal punto di vista della loro dottrina, contro aberranti forme dello spiri- tualismo contemporaneo, coinvolge anche |’ Antroposofia di Rudolf Stei- ner mediante argomentazioni che, per chi tale scienza spirituale ha veramente inteso conoscere, non possono ritenersi decisive. L’Antro- posofia infatti si presenta, a chi abbia termini precisi di paragone su tale piano, come una via di interiore esperienza che conduce alla libert senza salti in trascendenze pensate o in atti magici esterni al pri cosciente, ignorando percid quella contraddizione ed es tesi di polo interiore e di polo esteriore della vita si dell'vomo, per sua intensiva volonta e sua graduale dedizione, senza me- diazioni estranee e riconfermanti la dualita pitt o meno consapevole. Sembra che né ad Evola né a Guénon sia stato possibile considera- re in se stessa opera di Rudolf Steiner: vi hanno proiettato il senso da essi connesso a una terminologia effettivamente svisata dalla Teoso- 23 fia moderna e che lo Steiner ri 1¢ lo Steiner riuscl a rettif esse: non hanno avo difficolt ad accom She arole venisse meno alla ortodossia trafiione. re della tradizione, rinunciando cost parole, per cosi dire, inaspettate, non Non &qucrs i see edatta pore __Noné questa la sede adatta per dare di cid una dimostraz siamo soltano rlevare che ia nessuna delle opere dei due auser a ‘ione dei sensi che & fon- rn 1 it — ae ore oo chiarisce anche il senso di tale funzione c i€ sia dato, a chi vuole, per sua indagine dirett in sé 1omo ne fa un uso « sensuale »: = oom pane St a oe nella sua ms ne: i] modello esteriore ha una itamente la finita di esso ¢ I'uomo suo metodo unicamente in vista di uno te centrale dalla neces , Cos) che tale pri 10 nelle condizioni in contenuto stesso di 7 ione in forma rifles- ‘operare su tali condizioni, sulla con cid essa Ia via dell’ uomo sé tutte le esperienze, tutte le del «iho del tempo » lagia opera invece mediante un’imma; i be esr secondo una conoscenza che nll aft per serge sclom ordinars, eta con Paso di contr-immasinprodotc da quello festa modo atta di concepire edi pensar lei quae csi vane, del pasate mic ls sera decor ne chee alla regal» la sentire, il magista la chiede alla vo. 24 onta, allo stato in cui &, e pud, tuttavia, in simile direzione operare con tun certo vigore e con risultati tangibili. Ma quale che sia il non si consegue al centro quello che essenzialmente import zione interiore. Un titanismo in tal senso & del quale si dovrebbero cogliere le r il fatto che salta a pie’ pati la percezione essenziale, Ia sostanza presente dell essere umano, ossia Ia conoscenza di sé, siallontana sempre pit dal- la possibilici di giungere a quelle radici. ‘La magia non & pili Magia, lo yoga non & pit: Yoga — a meno di non riconnettersi con Pinsegnamento di uno Shri Aurobindo o di un Ramana Maharshi, 0 compiere una conversione di tipo « antroposofi- co » — Ia tradizione non é pitt Tradizione. Proprio per essere nella Tra- dizione, occorrerebbe essere liberi dalla tentazione che essa rappresenta come attitudine a guardarla solo nella dimensione del tempo, ¢ in quan- sttico-rituale, o come suggestione relativa all’ acquisizio- ‘ezza che ormai, dopo questa ult si 8 attuata come po ‘mmanenza assoluta, di spirituale solitudine, di essenziale 4 e, per usare un termine evoliano, di « individualita assoluta ». Si pud far rivivere la ‘Tradizione se si & capaci di contenerla come valore, di non dogmatizzarla, di non volgersi indietro per vederla, di non farsi « medusare » da essa. Ma la realta & che Evola e Guénon han- tno avuto lo specifico compito di presentare all'uomo moderno il volto della sua caduta, ¢riguardo a simile impegno non esistono altri pensato- rinel mondo attuale capaci di raggiungere una eguale potenza plastica di rappresentazione ¢ di evidenza — ricordiamo la magistrali opere Le Za Quantité cli REné Guénon e Rivolta contro il mondo moderno ia — ma sembra che né Puno né I’altro siano riusciti a presenti- il mi jucsto volto, la sua cosmica significazione, il senso impenetrabile della sua finale volonta, Nel suo {I Mistero del Graal, Evola, compiendo una mirabile evocazione di sim- boli e di miti intorno all’enigma della pietra sacra, non giunse ad essa, i lontano dall’Agartha, pur compiendo 25 i Fuori della via che elude il pensare dell'uomo come fun ione della gob nat non pid posseduta rflessamente, ma in se stessa, a conoscen umobilit’ tra- magico sono ugnare un troncone, nella funzione semplicemente uénon é Maya. La posi: Je condizioni dels a zato in due, sia che flessione idealistica, pensata. La frattura profonda la lancia spezzata, lascian Pipa ee eee oe e inconosciuta; er non Poter giungere a una effetiva ceslbzsestanie Sh vada adie elt pare» mancant dels dimensioned iter = a « regolarit ini SEU aq ae ae una aaa Tap ee es. ossia di qualco- ello senza il quale nell’esperienza terrestre il Tnteeh faane senza vita, quallo che el non he ale polo iteiore stesso ri- ‘aspetto di Maya, quantitativo, finito, come Ral Yan can, mondo moderno, + come peso del Kali-Yuga ¢ del Ma ogni con dalla volonta di ri Guénon, che sente di non con la su 26 La concezione religiosa medievale nel Poema dantesco RUDOLF STEINER Riteniamo doveroso presentare al pubblico italiano questa conferenca sinora inedita di Rudolf Steiner, dedicata a Dante ¢ alla sua concecione del mondo. numerose conference che Rudolf Steiner tenne nei primi ten "interno della Societa Teosofica e che fu trascritta, come spesso avveniva allora, solamente in forma di appunti, non nell nterezza del suo dettato. ‘Nella scarna semplicitadellesposizione il lettare potrd ravvisare Vintento di ricondurre lo squardo a quella sfera donde poté scaturire U'spirazione del poema dantesco, affinché nella lberta dell ndagine interiore se ne possa ripercorrere la ge- jvendone il processo nelVattualizzarte i contenut. “interesse per la figura e l'opera di Dante rappresenta una sorta di termonne- tro della vita spirituale italiane. Ai momenti di maggior consapevolezza di sé corr- sponde sempre un accresciuto interesse ed un pitt fervido sentimento nei riguardi dei tesori d'anima e di sapienza riposti nella creatione dantesca. Questo perché la coscienza italiana riconosce in Dante, con una certa ovvieta, i! momento originario del suo autonomo affermarsi, come spiito di liberta, di fronte all'univeralita an- ‘cora indistinta propria del mondo latino medievale. Giovanni Gentile ci descrve in tratti marcati ¢ con vibrante sentire questo ‘caratiere peculiare del genio dantesco: ‘Tutta Ia poesia, tutta Vattvita fantastica di Dante pud dirsi pretta- ‘mente italiana. Come la lingua acquista in lui una potenza espressiva prima iguota, tuti i luoghi e le memorie, Ia storia e le aspirazioni, ¢ le tadizioni e le speranze e i dolori d'Ttalia s'adunano nella luce della poesia dantesca a formare Vimmagine del bel paese, che parlerd poi sempre alle aninte dele future generazioni, del git tio ont diserto, e a rinverdire il quale Dante indirizza pit! propria- ‘mente la sua poesia, ciot la sua filosofia, Nel suo pens it diventa italianta, e conscia del suo assoluto valores cae si afferma di contro alla Chiesa, che allora e poi sempre per secoli avrebbe avversato tra noi, piantata nel cuore stesso d'Italia, opi rego- lare sviluppo delle nostra costituzione politica, ogni neturale expan- sione della nostra liberia interiore!. 1G. Gentile, Storia della filosofie italiana fino a Lorenzo Vaila, cap. 1V. 27

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