RIVISTE & RIVISTE
Persona atellana
Non conoscevamo sinora, ahinoi,
l’augusto professor Giuseppe Li-
mone. Ora lo apprezziamo nella
sua qualità di direttore di una
neonata rivista, Persona. Nel cui
primo numero la quasi totalità
degli articoli verte solo ed esclu-
sivamente sulla sua illustre per-
sona. Forse è proprio questa sem-
plice, quasi banale costatazione –
un truismo, lo si potrebbe chia-
mare – a spiegare l’originale tito-
lo della testata. È come se uno
dei lettori titolasse un libro o ar-
ticolo da lui scritto col proprio
nome di battesimo. Ci vuole una
buona dose di coraggio (o di in-
coscienza) per assumere la dire-
zione di una neonata rivista fa-
cendone fin dal primo numero,
come un sapido e istruttivo
schiaffo in faccia al lettore, una
personale cassa di risonanza. Ra-
ra avis, in un Paese nel quale la
modestia, l’integrità personale,
l’umiltà, lo spirito di sacrificio
vanno a braccetto col mondo del-
la politica e dell’informazione. Il
grande filosofo e poeta Giuseppe
Limone proviene da un delizioso
paesello della Basilicata, Atella.
Patria dell’atellana, antica farsa
di origine osca, caratterizzata da
maschere fisse dallo spirito sala-
ce e grossolano (Buccus, Dos-
sennus, Maccus, Pappus). Alle
quali se ne potrebbe aggiungere
qualcun’altra, più attuale. Ma pa-
tria anche dell’ennesima comme-
dia all’italiana, la parentopoli di
chi, pur non contando nulla, arri-
va a contare grazie al cugino di
secondo grado della portinaia del
padrone di casa. Un magistrato,
proprio riguardo al ridente pae-
sello lucano, ha parlato di una
«funzione pubblica piegata a una
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finalità clientelare strettamente
personalistica di tornaconto elet-
torale». Il quadro dei reati varia-
mente ascritti ai suoi amministra-
tori è solo una delle numerose
piaghe che affliggono la politica
provinciale di questo Sud, da
sempre arretrato e ben descritto
da Carlo Levi nel suo capolavo-
ro. Quantunque talora la cultura
si identifichi persino, a quelle la-
titudini bassine, con la mozzarel-
la di bufala campana, siamo por-
tati a credere che anche il profes-
sor Giuseppe Limone e il suo nu-
trito seguito di collaboratori pos-
sa aspirare a esprimere al suo
meglio l’alta cultura di Atella e
del suo circondario.
Torniamo alla nostra bella rivista,
che noi supponiamo del tutto
estranea a vizi di forma di chiara
impronta delittuosa (eppure, sia-
mo inguaribilmente persuasi del
fatto che la cultura sia essa stessa
un delitto, e precisamente nel-
l’accezione dell’etimo linquĕre,
«tralasciare»). La nuova serie di
questo Periodico di studi e dibat-
tito si apre con la pubblicazione
degli Atti del Convegno svoltosi
il 24 e 25 novembre 2012 sul te-
ma Filosofia e poesia come pas-
sioni dell’anima civile. Omaggio
della Comunità Atellana in onore
del Prof. Giuseppe Limone. Non
avevamo mai, prima d’ora, vissu-
to l’emozione di trovarci a tu per
tu con un «omaggio in onore di».
Perché o si tributa un omaggio a
un tale persona, o si raccolgono
dei saggi in onore di quella per-
sona. Entrambe le cose insieme
stridono come farebbe il miele
versato su una tortina di burro di
arachidi e affogato nella panna
montata. Ma tutto di questa rivi-
sta stride come i tre ingredienti
elencati. Tutto è honey, tutto è
peanut butter, tutto è whipped
cream. Eppure, se questa rivista è
bellissima, golosa e piaciona co-
me un folletto delle fiabe, di che
cosa parla, questa grande bellez-
za? Lo spiega Andrea Milano,
classe 1938, nell’editoriale (che,
noblesse oblige, non si poteva la-
sciare a Giuseppe Limone, il qua-
le lo avrebbe, non ne dubitiamo
affatto, firmato più che volentie-
ri). Confessa Milano che l’ambi-
zione che ha animato i rifondato-
ri di Persona «non è stata mode-
sta e potrebbe anche dirsi audace,
se non temeraria» (A. Milano,
Persona, 1, 2016, p. IX). Parole
sante, che di più sante non si sa-
rebbero potute trovare. Immode-
stia, audacia, temerità. E però gli
scopi di questa rivista imperdibi-
le vengono elencati subito ap-
presso, laddove si trovasse qual-
cuno desideroso di conoscerli e
di apprezzarli. Nella «congiuntu-
ra storica nuova» in cui ci trovia-
mo, spiega Milano, giustamente
sottacendo il fatto che tutte le
congiunture sono nuove rispetto
a quelle precedenti, occorreva
«ripensare» la rivista «nella sua
complessità». Occorreva, prose-
gue imperterrito il nobile prefato-
re, «riesplorarla anche per la sua
valenza oltremodo ampia, per
non dire inesauribile, nonché ar-
ticolarla, e facendo questo allo
scopo di promuoverla come leva
per una rivoluzione prima di tutto
nel modo di pensare e, quindi,
nel modo di strutturare la convi-
venza tra gli umani e degli umani
col “mondo” ambiente, ecosiste-
ma, natura animale, vegetale e
con l’intero cosmo» (A. Milano,
editoriale cit., ibid.). Fa capolino
in questo auspicio – non solo ita-
liano, non solo planetario ma ad-
dirittura cosmico: forse Milano
intendeva dire comico – tutto il
sapere di Platone, di Montes-
quieu, di Linneo (per l’allusione
agli animali e vegetali, anche se
qui il panegirico verte su un solo
e unico agrume) messi insieme.
Un coacervo esplosivo, di fronte
al quale noi tremiamo come inva-
sati dal nume ignoto. Forse per
questo, per via di questa accecan-
te illuminazione che ci fulmina
sull’erta via di Damasco, di essa
non abbiamo afferrato una sola
parola.
Tutto da leggere, ovviamente, il
saggio dello stesso Milano, Sulla
persona. Encomio ragionato per
Giuseppe Limone (ivi, pp. 1-48)
con cui esordisce la rivista. L’en-
comio – che pare un necrologio –
occupa un decimo circa della ri-
vista (che conta 452 pagine). Se-
gue un saggio dedicato alla Poe-
sia di Giuseppe Limone a firma
Gilberto Calindri (figlio del cele-
bre attore, che però incensava i
carciofi). E via seguitando, sulla
falsariga medesima. Si sottraggo-
no alla magnificazione del Limo-
ne solo pochi studi, come quello
di Francesco Paolo Casavola,
presidente emerito della Corte
Costituzionale (Prima di tutti i
secoli. Nell’ora della morte, pp.
107-112), un saggio davvero pre-
gevole, una riflessione metastori-
ca sul tempo la cui importanza
appare essere in proporzione di-
retta alla sua brevità. Anche i
contributi di Virgilio Melchiorre
(pp. 435-440) e di Aldo Masullo
(pp. 441-444) risentono purtrop-
po dell’impostazione sobriamen-
te eulogica, occasionale, discre-
tamente agiografica e self-refe-
rential, di questa rivista. Confe-
zionata su misura di uno solo, co-
me lo è il prezioso manufatto di
un sarto al servizio del tiranno.
Fatta ad personam in tutte le pos-
sibili accezioni del termine.
Fatima,
cent’anni fa
Non ci congederemo dal nostro
paziente lettore prima di aver fat-
to ammenda di un’omessa segna-
lazione. Nel maggio di quest’an-
no era uscito un numero speciale
del settimanale Oggi, un numero
«da collezione», com’è indicato
in copertina, di 124 pagine, ricca-
mente illustrato e con numerosi
ed eccellenti servizi dedicati alle
apparizioni mariane. Soprattutto
a quella di Fatima, di cui que-
st’anno ricorre il centenario e che
ha l’onore della copertina, «un
mistero che appassiona da cen-
t’anni». Vi si parla della spiega-
zione fornita da papa Benedetto
XVI ai tre celebri segreti, ai quali
se ne aggiungerebbe, afferma
qualcuno, un quarto (dal conte-
nuto ancora più incerto e apoca-
littico del terzo). Del legame di
papa Giovanni Paolo II con il
culto della Madonna di Fatima,
legame «rinsaldato dalla pal-
lottola di Agca». Deside-
riamo segnalare, del pa-
linsesto, l’articolo firmato
da Vincenzo Sansonetti («È
venuta per noi» Oggi, nu-
mero speciale, maggio 2017,
pp. 6-11), l’intervista dello
stesso autore con Vittorio
Messori (pp. 12-15), il reso-
conto in ordine cronologico
delle apparizioni, a firma di
Andrea Ballone («Per sei volte
immersi nel mistero», pp. 34-
41). Sottile e sempre vicino al
punto di fusione è il ghiaccio dot-
trinale sul quale si muove, perfet-
tamente a proprio agio, Riccardo
Caniato («Apparizioni: domande
e risposte», pp. 82-87). Il teologo
cattolico si chiede perché mai la
Madonna si mostri, quale sia la
differenza tra le varie manifesta-
zioni, se i cattolici siano o meno
obbligati a credere alle apparizio-
ni approvate dalla Chiesa, se il
sensus fidei autorizzi o meno a ri-
tenerle reali. Si tratta di un con-
tributo molto importante e ben
congegnato, nel quale sono sinte-
tizzati tutti i principali quesiti
(«scottanti», li definisce Caniato)
legati alle apparizioni mariane.
Conclude questo numero specia-
le di Oggi uno splendido reporta-
ge dal Portogallo, ricco di foto-
grafie, firmato dalla sempre bra-
va travel & lifestyle journalist
Silvia Ugolotti («Itinerari porto-
ghesi», pp. 116-121). Volendo
approfondire l’argomento, im-
prescindibile sarà l’acquisto del
recentissimo saggio di Vincenzo
Sansonetti intitolato Inchiesta su
Fatima (Mondadori, Milano
2017, pp. 196, € 19,50).
Carlo Alessandro Landini
Per ricevere il primo numero della rivista
Persona (2016), si prega di contattare di-
rettamente l’editore: info@artetetra.it.
Per ricevere il numero speciale che il set-
timanale Oggi (maggio 2017) dedica a
Fatima e alle apparizioni mariane, è pos-
sibile richiederlo al proprio edicolante
oppure a Corena s.r.l. scrivendo all’indi-
rizzo info@servizi360.it.
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