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a.a. 2002/03
Studente
Castelluccio Nicola
Indice
1 - Introduzione
2 - Normativa
3 - Richiami sulla radiazione luminosa
4 - Grandezze fotometriche
4.1 Flusso Luminoso
4.2 Illuminamento
4.3 Intensit luminosa
4.4 Luminanza
4.5 Misurazioni
5 - Fattori influenti sul benessere visivo
6 - Caratteristiche generali delle lampade
7 - Principali tipi di lampade
7.1 Lampade a incandescenza
7.2 Lampade a scarica nei gas
7.2.1 Lampade fluorescenti tubolari
7.2.2 Lampade a vapori di mercurio ad alta pressione
7.2.3 Lampade a vapori di sodio
7.2.4 Lampade a vapori di alogenuri (ioduri metallici)
8 - Apparecchi di illuminazione
9 - Manutenzione degli impianti di illuminazione
10 - Scelta dellimpianto di illuminazione
11 - Metodi di calcolo dellilluminamento
11.1 Metodo punto per punto
11.2 Metodo del flusso totale
12 - Installazione degli apparecchi di illuminazione
12.1 Installazione a livello copertura o a filo catena
12.2 Installazioni ribassate
13 - Illuminazione di sicurezza
14 - Appendice A: Estratto norma Uni 10380-94/A1
15 Appendice B: Esempi di calcolo
15.1 Dimensionamento di un impianto per illuminazione di interni
15.2 Dimensionamento di un impianto di illuminazione stradale
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1 - Introduzione
2 - Normativa
1
Art. 33, c.8, n.1: (omissis) In ogni caso, tutti i predetti locali e luoghi di lavoro devono essere dotati di dispositivi
che consentono unilluminazione artificiale adeguata per salvaguardare la sicurezza, la salute e il benessere dei
lavoratori.
Art 33, c.8, n.3: I luoghi di lavoro nei quali i lavoratori sono particolarmente esposti a rischi in caso di guasto
dellilluminazione artificiale, devono disporre di unilluminazione di sicurezza di sufficiente intensit.
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Anche gli impianti di illuminazione devono essere progettati, realizzati e mantenuti in conformit a regola darte. E
sufficiente ma non necessario che gli impianti stessi rispettino le norme tecniche CEI ed UNI.
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Questa norma, oltre ai livelli di illuminamento, raccomanda anche le tonalit di colore, la resa cromatica delle sorgenti
luminose e la limitazione dellabbagliamento.
3
3 - Richiami sulla radiazione luminosa
Figura 1
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4 - Grandezze fotometriche
Fl=rl Pl
essendo Pl la potenza emessa tramite radiazione di lunghezza donda l.
Fl detto flusso luminoso, relativo alla lunghezza donda l.
Estendendo il discorso a tutte le radiazioni nel visibile e sommando, ho che la
potenza recepita dallocchio non coincide con quella radiante emessa. Ottengo il
flusso luminoso totale F emesso dalla sorgente sommando in modo continuo i flussi
luminosi relativi facendo variare l da 380 a 780 nm. Da ci discende subito che una
lampada monocromatica di luce tendente al giallo-verde emette un flusso luminoso
sicuramente maggiore rispetto ad unaltra che emette su uno spettro pi largo di
lunghezze donda, a parit di potenza, a causa della minore visibilit relativa degli
altri colori.
Il flusso luminoso quindi una potenza ed andrebbe misurato in Watt, ma
nellilluminotecnica si preferito misurarlo in lumen (lm).
Nell SI, un lumen corrisponde alla quantit di luce prodotta nellunit di tempo dalla
radiazione a l=555 nm, avente potenza P = 1/680 W. Equivalentemente, un lumen pu
essere definito come il flusso luminoso emesso nellangolo solido di 1 steradiante
(sr) da una sorgente puntiforme, isotropa, avente intensit luminosa di 1 candela. Una
sorgente con intensit di 1 cd emette in ogni direzione 4p lm.
4.2 - Illuminamento
Data una superficie di area S investita perpendicolarmente da un flusso F si definisce
illuminamento il rapporto E=F/S, e rappresenta il flusso luminoso per unit di
superficie illuminata. Si misura in lux (lx), unit SI derivata in quanto data da lm/m2.
La norma UNI 10380-94 raccomanda i valori dell illuminamento per interno (tab. A)
e per esterno (tab. B). Ai fini della progettazione, lilluminamento iniziale (di
progetto) si ottiene moltiplicando quello medio per un fattore di deprezzamento (in
genere preso pari a 1,25), per tenere conto dellinvecchiamento e dellinsudiciamento
dei materiali. Questo il reciproco del fattore di manutenzione, di cui si dir dopo.
Data una superficie illuminata si possono definire diversi valori di illuminamento:
EM illuminamento medio
Emin illuminamento minimo : illuminamento nel punto meno illuminato
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Emax illuminamento massimo : illuminamento nel punto pi illuminato
F = I W = I A / r2 , essendo E = F/A E = I / r2 ,
Figura 2
4.4 - Luminanza
Data una sorgente di intensit I (in una certa direzione), sia S larea della superficie
della sorgente stessa perpendicolare alla direzione considerata.
E detto luminanza (o brillanza, misurata in nit) il rapporto L = I / S , espresso quindi
in cd/m2.
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Anche per superfici non splendenti di luce propria bens riflessa definibile la
luminanza, questa volta definita come il rapporto tra la intensit luminosa riflessa in
una certa direzione e larea della superficie riflettente perpendicolare alla direzione
considerata.
Nel caso in cui la normale alla superficie formi un angolo b 0 con la direzione di
emissione, si deve considerare come superficie la S = S cos b.
4.5 - Misurazioni
Lilluminamento pu essere misurato mediante un luxmetro con cellula fotoelettrica
adattata, tramite appositi filtri, alla curva di sensibilit dellocchio umano.
Anche il rilievo delle luminanze si fa con apparecchi portatili detti luminanzometri,
per ben pi costosi e il cui uso richiede una certa esperienza.
Per contro, ai fini del rilievo delle caratteristiche di illuminazione che interessano il
comfort visivo con il luminanzometro si ottengono dati molto pi significativi
rispetto a quelli ottenibili con un semplice luxmetro.
La misura dellintensit luminosa e del flusso luminoso richiede attrezzature
abbastanza complesse, in genere a disposizione solo di laboratori specializzati; qui si
possono rilevare anche altri dati, alcuni dei quali molto utili ai fini della progettazione
dellimpianto di illuminazione prima e della manutenzione dello stesso poi:
rendimenti, temperature interne, tenuta agli agenti atmosferici per gli apparecchi di
illuminazione; durata, spettro di emissione e temperature per le lampade.
8
sole: 1,6 109 cd/m2
Tabella C
Rapporto luminanze tra: A B C
Compito visivo e sfondo pi scuro adiacente 3:1 3:1 5:1
Compito visivo e compito pi chiaro adiacente 1:3 1:3 1:5
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Compito visivo e sfondo pi scuro lontano 10:1 20:1 -
Compito visivo e sfondo pi chiaro lontano 1:10 1:20 -
Fra apparecchi di illumin. o finestre e superfici adiacenti 20:1 - -
A= Aree dofficina con controllo della riflessione delle superfici, per condizioni visive ottime
B= Aree dofficina con controllo della riflessione solo nelle zone di lavoro
C= Aree interne ed esterne qualsiasi
Esistono diversi tipi di lampade, differenti tra loro oltre che nella forma anche nel
principio di funzionamento. Di tutte si possono elencare alcune caratteristiche
comuni, dati di targa della lampada, quindi rilevabili dal catalogo del costruttore.
hl = F / P
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temperatura del colore: da 3000 a 6500 K, a seconda della polvere fluorescente
usata;
flusso luminoso: compreso fra i 1000 ed i 6000 lm;
IRC: varia da 55 a 95 a seconda dei tipi;
Nel calcolo della potenza attiva assorbita va computata anche quella assorbita dal
reattore in quanto non una induttanza pura.
I pregi sono: buona efficienza, si possono ottenere luci con ottima resa dei colori,
lunga vita, costo contenuto, luminanza modesta (fra i 3000 ed i 13000 cd/m 2), tempo
di accensione molto breve.
Gli inconvenienti invece sono: necessit di un alimentatore e in genere anche di uno
starter, potenza limitata (quindi c bisogno di molti apparecchi per conseguire forti
livelli di illuminazione). In tab. E sono elencati alcuni dati tecnici relativi a queste
lampade utili in fase di progetto.
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- uffici e locali in cui richiesta lesatta percezione dei colori;
Vapori di Hg ad a. p. - officine con altezza di installazione sopra i 7 m;
- strade e recinzioni;
Vapori di Na ad a. p. - officine con altezza di installazione sopra i 9-10 m;
- piazzali e strade con forte traffico;
Vapori di alogenuri - officine con altezza di inst. Sopra i 9-10 m in cui richiesta una
buona resa cromatica (off. aeronautiche).
La sostituzione delle lampade pu essere fatta secondo uno dei tre criteri seguenti:
1) cambio delle lampade man mano che si guastano;
2) cambio delle lampade a piccoli gruppi, quando un certo numero delle stesse
risulti guastato;
Questi due criteri sono validi per impianti con poche lampade, mentre in tutti gli
altri casi costoso e di eccessivo disturbo alle lavorazioni.
3) cambio totale delle lampade quando si raggiunto il 70-80% della vita
probabile oppure quando il flusso luminoso si ridotto all80-90% circa di
quello iniziale. Questo sistema lunico in realt valido per installazioni
industriali.
La frequenza della pulizia dei corpi illuminanti e delle pareti dipende dalle
lavorazioni e dal tipo di fabbricato. In locali con aria condizionata normale un
intervallo di 1-2 anni; in una fonderia si possono avere pulizie anche mensili. Quando
si usa il sistema del cambio totale si fa coincidere la pulizia dei riflettori con un
cambio lampade (o viceversa). Spesso si installano passerelle fisse a lato delle
lampade utilizzate per la manutenzione, usate anche per altri servizi manutentivi.
In definitiva, affinch sia garantito per tutta la durata del periodo manutentivo
lilluminamento richiesto in un ambiente, si deve considerare in fase progettuale un
livello di illuminamento pi elevato: questo si fa dividendo lilluminamento medio
previsto per un fattore di manutenzione che tiene conto di tutte le considerazioni fatte
fino a qui: per progettazioni di ambienti interni con luce artificiale, in genere si
assume un fattore di manutenzione di 0,8.
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10 - Scelta dellimpianto di illuminazione
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Per progettare un impianto di illuminazione necessario prima di tutto definire
lilluminamento sul piano di lavoro (o sul piano di calpestio).
I metodi di calcolo pi usati sono:
1) metodo punto per punto;
2) metodo del flusso totale;
La scelta di una procedura o dellaltra dipende prima di tutto dai dati che si hanno a
disposizione, dal numero e dalla posizione delle sorgenti luminose, dalla presenza di
superfici riflettenti. In genere il metodo punto per punto usato per lilluminazione
esterna, quello del flusso totale invece per lilluminazione di ambienti chiusi. Il
metodo 1) pu essere convenientemente usato anche per ambienti interni
implementandolo su calcolatore tramite un qualsiasi linguaggio di programmazione.
Figura 4
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Come visto precedentemente, lilluminamento prodotto da una sorgente puntiforme
su una superficie varia con il quadrato della distanza fra sorgente e superficie e sul
piano perpendicolare al raggio vale
En = I / r2 (per b = 0, r n)
Se la superficie illuminata orizzontale, la componente incidente normalmente
risulta:
Eo = I cos b / r2 = I cos3 b / h2
Se ci sono pi sorgenti luminose che illuminano lo stesso punto bisogna sovrapporre
gli effetti e quindi calcolare separatamente i singoli contributi e poi sommarli per
ottenere lilluminamento reale. Il valore di Eo ottenuto va poi diviso per il fattore di
manutenzione previsto in base al ciclo di manutenzione prescelto.
Nella pratica il calcolo facilitato dallutilizzo delle curve polari di emissione degli
apparecchi e tabelle predisposte in funzione del rapporto d/h, se non risultano gi
disponibili le curve isolux per un flusso di 1000 lm e h = 1m. Da non tralasciare
naturalmente i programmi scritti dalle case costruttrici di apparecchi che tracciano
automaticamente le curve isolux e consigliano la scelta ottimale dellapparecchio.
Figura 5
11.2 - Metodo del flusso totale
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Serve a determinare in prima approssimazione il numero delle lampade necessario ed
il flusso emesso da ognuna, cosicch possibile poi risalire alla potenza elettrica
necessaria per limpianto di illuminazione. In base poi alla forma in pianta del locale
si dovranno poi disporre queste lampade per ottenere un illuminamento il pi
uniforme possibile. Questo metodo tiene conto di diversi fattori (dimensioni del
locale, caratteristiche dellapparecchio, colore delle pareti, del soffitto e del
pavimento) e si basa sulluso di numerosi coefficienti da scegliere opportunamente
per ottenere risultati soddisfacenti. I risultati devono poi essere corretti con il fattore
di manutenzione. Siano:
A: area della superficie da illuminare (area del locale)
E: illuminamento che si vuole ottenere sulla superficie ( quello indicato dalle norme
in base allattivit e al tipo di ambiente)
Fl: flusso nominale emesso dalla singola lampada (da catalogo del costruttore)
Km: fattore di manutenzione ( <1)
Ku: coefficiente di utilizzazione ( <1)
Fu = A E .
Fe = N FlKm
Per tenere conto del fatto che solo parte del flusso emesso dalle lampade ricadr sulla
superficie da illuminare si definisce il coefficiente di utilizzazione come frazione del
flusso emesso che arriva sul piano da illuminare:
Ku = Fu / Fe
Uguagliando le due espressioni di Fu ed esplicitando Fe, si arriva a determinare il
minimo numero di lampade (da riportare allintero immediatamente maggiore) che
mediamente garantisce lilluminamento E:
N = A E / (KmKuFl)
avendo gi deciso a priori il tipo di lampada da installare (cio noto Fl) e noti Km e
Ku, su cui si torner subito dopo.
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Scelta dei coefficienti Ku e Km
Il coefficiente di manutenzione non una grandezza caratteristica delle lampade ma
piuttosto dellambiente in cui queste sono allocate, in quanto tiene conto
essenzialmente dei depositi di polveri, smog, ecc. che si formano sulla lampada stessa
e che nel tempo ne riducono lemissione. Dipende fortemente, come accennato, dal
ciclo di manutenzione scelto; indicativamente si possono prendere i seguenti valori:
Km = 0,8 1 : locali puliti e manutenzione ogni 3 6 mesi;
Km = 0,6 0,8 : locali sporchi e manutenzione ogni 9 15 mesi;
Km = 0,4 0,6: locali molto sporchi e manutenzione ogni 15 21 mesi.
Un valore comunemente adottato 0,8.
Per la determinazione del fattore di utilizzazione si devono tener presenti:
fattore di riflessione del soffitto, pari alla percentuale di flusso luminoso
riflesso dal soffitto, che convenzionalmente pari a:
- 0,7 per tonalit molto chiare (bianco crema);
- 0,5 per tonalit chiare (avorio e colori pastello);
- 0,3 per tonalit scure.
fattore di riflessione delle pareti, definito allo stesso modo e per
convenzione:
- 0,5 per pareti chiare;
- 0,3 per pareti a tonalit media;
- 0,1 per pareti scure.
fattore di riflessione del pavimento (o del piano da illuminare), posto uguale
a 0,3 e 0,1 rispettivamente per tonalit chiare e scure.
dimensioni del locale e altezza di installazione degli apparecchi
illuminanti: si definisce un coefficiente, detto indice del locale K, che
considera la struttura del locale:
K = a b /(h (a+b))
dove :
a: larghezza del locale;
b: lunghezza del locale;
h: altezza di installazione delle sorgenti luminose rispetto al piano di lavoro
Calcolato lindice del locale si entra nella tabella dei K u scegliendo opportunamente i
fattori di riflessione di soffitto e pareti.
Si rileva infine che i coefficienti di utilizzazione sono crescenti con lampiezza del
locale e decrescenti con laltezza di installazione degli apparecchi.
In tab. G sono riportati i Ku per un apparecchio bilampada con armatura prismatica, in
funzione dei vari coefficienti di riflessione.
In fig. 6 invece sono riportati curve fotometriche, rendimenti, K u per altri tipi di
lampade (riflettori), frequentemente adottate nelle industrie.
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Tabella G: Fattori di utilizzazione per lampada fluorescente, bilampada, con diffusore
prismatico
______soffitto 70%_ _________soffitto 50%______soffitto 30%_
pareti pareti pareti
K 50% 30% 10% 50% 30% 10% 30% 10%
0,500,70 0,30 0,26 0,23 0,30 0,26 0,23 0,29 0,23
0,700.90 0,38 0,33 0,30 0,38 0,33 0,30 0,37 0,30
0,901,10 0,42 0,38 0,35 0,43 0,38 0,35 0,41 0,35
1,101,40 0,48 0,43 0,40 0,47 0,43 0,40 0,46 0,40
1,401,75 0,51 0,47 0,44 0,51 0,47 0,43 0,49 0,43
1,752,25 0,55 0,52 0,49 0,55 0,51 0,48 0,52 0,48
2,252,75 0,58 0,55 0,52 0,58 0,55 0,51 0,55 0,52
2,753,50 0,60 0,57 0,55 0,59 0,57 0,54 0,57 0,54
3,504,50 0,63 0,60 0,58 0,62 0,59 0,56 0,59 0,57
5,006,00 0,64 0,62 0,60 0,63 0,61 0,58 0,60 0,59
Si assume convenzionalmente pari a 0,2 il fattore di riflessione del piano utile.
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Figura 6: Curve fotometriche, rendimenti, coefficienti di utilizzazione e interdistanze massime per
alcuni tipi di apparecchi e lampade usate negli ambienti industriali. I valori del coefficiente di
utilizzazione u si riferiscono ad edifici in condizioni medie di pulizia, con coefficienti di riflessione:
del soffitto 50%, pareti 50%, pavimento 10%.
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12 - Installazione degli apparecchi di illuminazione
Dopo aver fatto i dimensionamenti e scelti gli apparecchi bisogna assicurare: una
razionale e regolare installazione delle lampade; la facilit di accesso per la
manutenzione; la non interferenza con altri servomezzi e strutture; eventuale
potenziamento (o riduzione) in futuro del livello di illuminazione, in conseguenza di
nuove destinazioni o lavorazioni.
Gli apparecchi illuminanti possono essere installati a soffitto(o a filo catena) oppure
sotto questo livello. Linstallazione a soffitto si preferisce nei capannoni bassi a tetto
piano, nei capannoni alti con qualsiasi tipo di copertura ed in quelli serviti da
carriponte; linstallazione a filo catena si fa in officine con altezze sotto catena di 6
8 m, con reti di tubazioni aeree, convogliatori sopraelevati e soppalchi.
Figura 7
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13 - Illuminazione di sicurezza
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14 - Appendice A
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Lavoraz. e manifattura legno Processi automatici 50
Lucidatura, verniciatura 500
Controllo qualit 1000
Lavoraz. e manifattura tessile Aree di lavoro e lavaggio 200
Cucitura, maglieria fine 750
Stampaggio automatico 500
Ispezioni colori e controllo di fabbricazione 1000
Siano:
A il punto diametralmente opposto alla sorgente luminosa;
a1, a2 e b gli angoli rappresentati in figura B1. Si utilizzer il metodo punto per
punto.
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Si assume i = 24 m e si procede verificando lilluminamento ad un altezza di un
metro sul piano stradale, come richiesto dalle normative.
Da fig. B1 si vedono i risultati di seguito ottenuti. I calcoli sono riferiti ad una
distanza h della sorgente dal piano di riferimento per i calcoli situato ad 1 m dal piano
stradale: h = hs 1 m = 11 m.
Figura B1
Figura B2
Punto A
Lampada 1: a1 = 90 ; r1 = L ; R1 = (h2 + L2) = 15,56 m ; b1=arctg (L/h) = 45
Lampada 2: a2 = arctg (L / i) = 24,62 ; r2 = (i2 + L2) = 26,4 m;
R2 = (h2 + r22) = 28,23 m ; b2 = arctg (r2 / h) = 67,4
30
I1 = 150 x (15000 / 1000) = 2250 cd ; I2 = 225 x (15000 / 1000) = 3375 cd
Punto C
aC = 0 ; rC = i / 2 = 12 m ; RC = (rC2 + h2) = 16,28 m ;
bC = arctg (rC / h) = 47,48 ; IC = 250 x (15000 / 1000) = 3750 cd ;
EC = 2 x (IC / RC ) cos bC = 19,125 lx > Em
2
Punto D
Lampada 1: aD1 = 0 ; rD1 = 0 m; RD1 = h ; bD1 = 0
I1 = 170 x ( 15000 / 1000 ) = 2550 cd
Lampada 2: aD2 = 0 ; rD2 = i ; RD2 = 26,4 m ; bD2 = arctg (rD2 / h) = 65,37
I2 = 165 x (15000 / 1000 ) = 2475 cd
ED= (I1 / R12) cos b1 + (2 x I2 / R22 ) cos b2 = 24,03 lx < EM
Figura B3: curve fotometriche riferite a 1000 lm per lampada da 150 W ad alta
pressione fluorescente
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