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Le Indicazioni nazionali suggeriscono obiettivi di grammatica esplicita e riflessione sugli usi della lingua. Limitarsi a insegnare a classificare ed
etichettare le parole dunque svolgere un compito a met, privando gli alunni, specie se stranieri, di un importante vettore di apprendimento
linguistico.
Grammatica in classe
Purtroppo nellinsistere su un insegnamento della grammatica di tipo passivo, basato sullenunciazione di regole astratte, lattribuzione di etichette formali e
laddestramento meccanico a operare riconoscimenti e fare classificazioni, c tutto il peso di una tradizione formalistica, unita alla metodologia usata da sempre per
linsegnamento delle prestigiose lingue classiche. E tutto ci continua a sostenere una fede acritica nel valore delle competenze grammaticali come basi imprescindibili
per lo sviluppo di qualunque aspetto della competenza linguistica. La conseguenza il lento e difficoltoso ingresso di pratiche scolastiche di vera riflessione sugli usi
della lingua (cos come previsto anche dalle Indicazioni nazionali) che significa riportare alla luce la competenza inconscia posseduta dagli alunni dandone loro
consapevolezza, insegnare ad osservare le produzioni linguistiche proprie ed altrui e a comprenderne le valenze duso.
Le attivit di riflessione linguistica (o metalinguistica) non hanno lo scopo di presentare agli apprendenti di L2 le regole di funzionamento delle lingua di arrivo, ma quello
di fargliele scoprire e di farli riflettere per condurli gradualmente a una presa di coscienza effettiva di come si fabbrica una frase in italiano. Lobiettivo di tali attivit
rilevante anche perch largamente cognitivo, oltre che linguistico, tanto che si potrebbe dire che esse mirano ad insegnare una lingua, ma, al tempo stesso, ad
insegnare come si impara una lingua.
Per saperne di pi
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