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Apocrifi
Apocrifi
Indice
1 Definizione di "apocrifi"
2 Organizzazione degli apocrifi
2.1 Gli apocrifi di origine giudeo-cristiana
2.2 Gli apocrifi gnostici
2.3 Gli apocrifi di origine ecclesiastica
3 L'opposizione dei Padri della Chiesa
3.1 Esclusione e tentativi di riabilitazione
4 Datazione e storicit
5 Uso
6 Canonicit
7 Vangeli dell'infanzia
8 Vangeli giudeo-cristiani
9 Vangeli gnostici
10 Vangeli della passione
11 Altri vangeli apocrifi
12 Frammenti di vangeli apocrifi
13 Vangeli apocrifi perduti o omonimi
14 Note
15 Bibliografia
16 Voci correlate
17 Altri progetti
Definizione di "apocrifi"
Il Codex apocryphus Novi Testamenti di J.-C. Thilo (Cfr. vol. I, Leipzig 1832)
riorganizza la materia nell'ambito dei generi letterari del Nuovo Testamento:
vangeli, atti, lettere e apocalissi. La rigorosa delimitazione alla struttura del
Nuovo Testamento e l'individuazione di una forma testuale ben definita per ciascuna
opera, si precis nelle due prime edizioni della raccolta Neutestamentliche
Apokryphen diretta da E. Hennecke (1904 e 1924) e nella terza pubblicata a cura di
Wilhelm Schneemelcher[4]. Quest'ultimo definiva gli apocrifi come "scritti non
accolti nel canone, ma che, mediante il titolo o altri enunciati, avanzano la
pretesa di possedere un valore equivalente agli scritti dei canone, e che dal punto
di vista della storia delle forme prolungano e sviluppano i generi creati e accolti
nel Nuovo Testamento, non senza peraltro la penetrazione anche di elementi
estranei". Questa definizione - ripresa nelle raccolte italiane di Luigi Moraldi e
Mario Erbetta - stata criticata da Eric Junod[5] per lo stretto legame da essa
istituito tra apocrifi e canone, che limita tra l'altro eccessivamente l'arco
cronologico di produzione degli apocrifi (secc. I-III); Junod propone anche di
sostituire alla designazione "apocrifi del Nuovo Testamento" quella di "apocrifi
cristiani antichi". Nella quinta edizione della raccolta Wilhelm Schneemelcher [6]
recepisce solo in parte le istanze di Junod, e difende la designazione "apocrifi
del Nuovo Testamento", proponendo una definizione pi flessibile e pi ampia,
nuovamente criticata da Junod nel 1992[4].