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Universit degli Studi del Sannio

Corso di Elettrotecnica

Appunti

Autore:
Luca Pace

21 maggio 2011
   

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Prefazione
Il presente documento stato scritto con lo scopo di aiutare lo studente che deve
arontare l'esame di Elettrotecnica a ripetere gli argomenti trattati durante il
corso, riassumendo i concetti fondamentali del programma. Tale documento
NON deve assolutamente essere usato in sostituzione dei libri di testo.

1
Indice

1 I Modelli Circuitali 4
1.1 Potenza ed Energia Elettrica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4

2 Regime Sinusoidale 6
2.1 Metodo Simbolico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
2.1.1 Propriet di Unicit . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
2.1.2 Propriet di Linearit . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
2.1.3 Propriet di Derivazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
2.2 Potenza ed Energia in Regime Sinusoidale . . . . . . . . . . . . . 7
2.2.1 Potenza Media . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
2.2.2 Potenza Complessa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
2.2.3 Energia in Regime Sinusoidale . . . . . . . . . . . . . . . 9

3 Propriet dei Circuiti 10


3.1 Grafo di un Circuito e sue Propriet . . . . . . . . . . . . . . . . 10
3.1.1 Grafo, Grafo Orientato, Sottografo . . . . . . . . . . . . . 10
3.1.2 Grafo Connesso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11
3.1.3 Maglia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11
3.1.4 Albero, coalbero . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11
3.1.5 Grafo Planare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12
3.1.6 Anello . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12
3.1.7 Insieme di Taglio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12
3.2 Equazioni di Kirchho Indipendenti . . . . . . . . . . . . . . . . 13
3.2.1 Indipendenza delle Equazioni di Kirchho per le Correnti 13
3.2.2 Indipendenza delle Equazioni di Kirchho per le Tensioni 14
3.3 Conservazione delle Potenze Elettriche e Teorema di Tellegen . . 15
3.3.1 Teorema di Tellegen . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16
3.4 Propriet Di Non Amplicazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17
3.4.1 Non Amplicazione delle Tensioni . . . . . . . . . . . . . 17
3.4.2 Non Amplicazione Delle Correnti . . . . . . . . . . . . . 18
3.5 Potenziali di Nodo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19
3.6 Correnti di Maglia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22

4 Doppi Bipoli 24
4.1 Generatori Controllati Lineari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24
4.1.1 Generatore di Tensione Controllato in Tensione . . . . . . 24
4.1.2 Generatore di Tensione Controllato in Corrente . . . . . . 25
4.1.3 Generatore di Corrente Controllato in Tensione . . . . . . 26

2
4.1.4 Generatore di Corrente Controllato in Corrente . . . . . . 27
4.2 Trasformatore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27
4.2.1 Mutuo Accoppiamento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28
4.2.2 Trasformatore Reale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30
4.3 Doppi Bipoli di Resistori Lineari . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30
4.3.1 Rappresentazione dei Doppi Bipoli . . . . . . . . . . . . . 30
4.3.2 Propriet di Reciprocit . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31
4.4 Matrici delle Conduttanze e delle Resistenze . . . . . . . . . . . . 33
4.4.1 Matrici delle Conduttanze . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33
4.4.2 Matrici delle Resistenze . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35
4.5 Matrici Ibride e di Trasmissione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36
4.5.1 Matrici Ibride . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36
4.5.2 Matrici di Trasmissione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38
4.6 Sintesi di un Bipolo Resistivo Lineare . . . . . . . . . . . . . . . 40
4.6.1 Congurazione a  T  . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40
4.6.2 Congurazione a . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 41

5 Circuiti a-Dinamici Lineari 43


5.1 Generatore Equivalente di Thvenin-Norton . . . . . . . . . . . . 43
5.1.1 Generatore Equivalente di Thvenin . . . . . . . . . . . . 43

3
Capitolo 1

I Modelli Circuitali

1.1 Potenza ed Energia Elettrica


L'energia(assorbita o erogata), cos come il lavoro, associata a un intervallo di
tempo. Indichiamo con W (a) l'energia assorbita dal bipolo nell'intervallo di
tempo (t, t + t) e con W (e) quella erogata (W (e) = W (a) ). Possiamo
allora denire a valor medio (nell'intervallo (t, t + t)) della potenza elettrica
assorbita come:

W (a)
< p(a) >= (1.1)
t
Sotto condizioni non aatto restrittive < p(a) > tende, per t 0 ad un
valore nito che dipende solo dall'istante t considerato:

W (a)
p(a) (t) = lim
t0 t
Questa , per denizione, la potenza elettrica istantanea assorbita dal bipo-
lo. Essa si misura in watt (W ) nel Sistema Internazionale; immediatamente si
ottiene1W = J/s
(a)
L'energia W assorbita nell'intervallo (t, t + t) pu essere considerata
come dierenza tra tutta l'energia assorbita W (a) (t + t) nell'intervallo (t0 , t +
t) dove t0 un'istante di tempo assegnato, meno quella gi assorbita sino
all'istante t, W (a) (t). Allora la 1.1 pu essere riscritta:

W (a) (t + t) W (a) (t)


< p(a) >=
t
Applicando il processo al limite per t 0, si ha:

d W (a)
p(a) (t) = (1.2)
dt
La potenza istantanea uguale alla derivata prima dell'energia elettrica as-
sorbita dallo stesso nel generico intervallo (t0 , t). Dalla 1.2 segue che l'energia
d W (a) assorbita dal bipolo nell'intervallo elementare (t, t + dt) data da
dW (a) = p(a) (t). La relazione 1.2 pu essere riformulata in forma integrale
come:

4
Z t
(a) (a)
W (t) = W (t0 ) + p(a) (t)dt
t0

La potenza elettrica assorbita da un componente con due terminali con


buona approssimazione data da:

p(a) (t) = v(t)i(t) (1.3)

dove v ed i sono la tensione e l'intensit di corrente del componente con


versi di riferimento scelti concordamente con la convenzione dell'utilizzatore. Se
invece venisse adottata la convenzione del generatore l'espressione della potenza
assorbita sarebbe:

p(a) = v 0 i
La relazione 1.3 vale esattamente soltanto in condizioni stazionarie. In
condizioni lentamente variabili vale con buona approssimazione.

5
Capitolo 2

Regime Sinusoidale

2.1 Metodo Simbolico


Per ssata pulsazione ad ogni funzione sinusoidale possibile associare un
numero complesso A secondo la regola

a(t) = Am cos(t + ) A = Am ej

Essa produce una corrispondenza biunivoca tra l'insieme delle funzioni sinu-
soidali di pulsazione assegnata , {a(t) = Am cos(t + )} e l'insieme dei fasori
{A = Am ej }. Utilizzando le formule di Eulero possiamo riscrivere

A = Am cos() + Am jsin()

Considerazioni:

= 0; = 2 = ej = 1

= = ej = 1

= = ej = j
2
2
= = ej = j
3
Per gli altri valori di , sia la parte reale che la parte immaginara di ej , sono
diverse da 0. Quindi la funzione sinusoidale a(t) pu essere espressa in termini
di fasore rappresentativo

a(t) = <e{Aejt }
La corrispondenza biunivoca gode delle seguenti propriet

Unicit
Linearit
Derivazione

6
2.1.1 Propriet di Unicit
Consideriamo le funzioni sinusoidali a(t) = Am cos(t + ) e b(t) = Bm cos(t +
), esse sono uguali se e solo se sono uguali i corrispondenti fasori rappresentativi
A = Am ej e B = Bm ej quindi

a(t) = b(t) A = B
Ci una diretta conseguenza del fatto che

c(t) = <e{Cejt } t C = 0

2.1.2 Propriet di Linearit


Prendiamo in esame la funzione sinusoidale

c(t) = k1 a(t) + k2 b(t)


Combinazione lineare delle funzioni sinusoidali a(t) = Am cos(t + ) e
b(t) = Bm cos(t+) dove k1 e k2 sono costanti reali. Il fasore C rappresentativo
della funzione sinusoidale c(t) uguale alla stessa combinazione lineare dei fasori
A = Am ej e B = Bm ej rappresentazioni delle funzioni sinusoidali a(t) e b(t).

C = k1 A + k2 B = c(t) = k1 a(t) + k2 b(t) C = k1 A + k2 B

<e{(k1 A + k2 B)ejt } = k1 <e{Aejt } + k2 <e{Bejt }

2.1.3 Propriet di Derivazione


La derivata prima della funzione sinusoidale

a(t) = Am cos(t + )
con pulsazione

d a(t) d  
= [Am cos(t + )] = Am cos t + +
dt dt 2
Sia A = Am ej il fasore rappresentativo della funzione sinusoidale a(t),
allora il fasore rappresentativo della derivata prima di a(t), che indicheremo con
Da = Am ej (+ 2 ) = j A,

Da , dato da quindi

d a(t) d
= [Am cos(t + )] Da = j A
dt dt

2.2 Potenza ed Energia in Regime Sinusoidale


Siano

v(t) = Vm cos(t + )

i(t) = Im cos(t + )

7
Tenendo presente le due relazioni sopra citate, la potenza elettrica istantanea
assorbita da un generico bipolo del circuito

p(t) = v(t)i(t) = Vm Im cos(t + )cos(t + )


Applichiamo l'identit trigonometrica, che aerma

2 cosxcosy = cos(x + y) + cos(x y)


Abbiamo che

1
p(t) = Vm Im [cos( ) + cos( |{z}
2 t + + )]
2
pulsazione

2.2.1 Potenza Media


denita a valor medio sul periodo T della potenza istantanea assorbita

Z T
P = p( )d( )
0
Sostituendo

Vm Im
P = cos( )
2
La potenza quindi non dipende solo dalle ampiezze massime della tensione e
dell'intensit di corrente, ma anche dalla dierenza delle loro fasi [cos( )] .

2.2.2 Potenza Complessa


La potenza media pu essere espressa direttamente in termini dei fasori della
tensione V = Vm ej e dell'intesit di corrente I = Im ej , infatti:

 
1
P = <e V I
2
1
Pb = V I potenza complessa assorbita
2
Poniamo

Q = Im{Pb} = Pb = P + jQ
Abbiamo

1
Q= Vm Im sin( )
2

8
2.2.3 Energia in Regime Sinusoidale
L'energia assorbita dal bipolo in regime sinusoidale nell'intevallo [0, b
t] data da

Z t
b Z nT +t
(0, b
t) = p( )d( ) = (nT )P + pt( )d( )
0 nT

n un numero intero tale che t = nT + t con t < T . n il numero


b
di periodi T contenuti nell'intervallo [0, b t]. Se n >> 1 il contributo dovuto
all'energia assorbita nell'intervallo di tempo (nT, nt+t) trascurabile rispetto
a (nT )P , quindi

t)
(0, b = (nT )P
=btP

9
Capitolo 3

Propriet dei Circuiti

3.1 Grafo di un Circuito e sue Propriet


Un generico circuito pu essere rappresentato tramite il metodo dei gra, ossia
uno schema geometrico del circuito in cui sono presenti solo i nodi e i colle-
gamenti tra essi (sono assenti i bipoli che lo caratterizzano). Prendiamo ad
esempio il circuito in Figura 2.1 costituito da 4 nodi e 5 lati. Per convenzione
lo indicheremo con G.

1j 4 4j
s s

5
1 3

s s
2j 2 3j

Figura 2.1 Grafo G

Di seguito sono enunciate le propriet annesse alla teoria dei gra.

3.1.1 Grafo, Grafo Orientato, Sottografo


Prendiamo in considerazione il grafo in Figura 2.1.
Un grafo G(N, L) costituito dall'insieme di n nodi, che indicheremo con
N = {1, 2, ..., l}, dall'insieme di lati l lati, che indicheremo con

10
L = {1, 2, ..., l}, e dalla relazione di incidenza che ogni lato (bipolo) fa
corrispondere la coppia di nodi nei quali quel lato incide.

Se ogni lato (bipolo) del grafo orientato, il grafo allora si dice orientato.
Per ciascun lato del grafo di un circuito orientato con la fraccia che
indica il verso di riferimento dell'intensit della corrente del corrispondente
bipolo.

Si consideri un grafo G(N, L). Il grafo G1 (N, L) si dice sottografo di


G(N, L), se N1 un sottoinsieme di N , L1 un sottoinsieme di L e la
relazione di incidenza tra i nodi di N1 ed i lati di L1 la stessa relazione
che si ha nel grafo G(N, L)

3.1.2 Grafo Connesso


Un grafo si dice connesso se ogni nodo collegato ad un qualsiasi altro nodo at-
traverso uno o pi lati. Un grafo connesso contiene sottogra connessi. Circuiti
di interesse con gra non connessi sono io circuiti che contengono elementi con
pi di due terminali, come, ad esempio, i doppi bipoli.

3.1.3 Maglia
Sia un dato grafo connesso G. Una maglia di G un sottografo connesso
in un ciascun nodo incidano due e solo due lati.

Se alla maglia viene associato un verso di percorrenza essa detta orien-


tata.
Ogni maglia forma un percorso chiuso, perch essa deve costituire un sotto-
grafo connesso in cui in ogni nodo coincidono due e due soli lati: percorrendo
interamente la maglia ciascun lato e ciascun nodo vengono incontrati una ed
una sola volta.

3.1.4 Albero, coalbero


Sia dato un grafo connesso G. Un albero A di G un suo sottografo
connesso che comprende tutti i nodi e non contiene alcuna maglia.

Il coalbero C di G, corrisponde all'albero A, l'insieme dei dati comple-


mentare a quelli dell'albero: l'unione dei lati dell'albero e del coalbero
coincide con l'insieme di tutti i lati di G.

Per l'albero di un qualsiasi grafo connesso vale la seguente propriet

Propriet 1. Si consideri un grafo connesso G con n nodi ed l lati. Ciascun


albero del grafo G costituito da (n 1) lati (indipendentemente dal numero
dei lati del grafo e della realzione di incidenza).
Una diretta conseguenza della Propriet 1 relativa al coalbero. Difatti,
essendo sempre (n 1) il numero di lati dell'albero, e del fatto che il coalbero
il componente all'albero, si ha:

11
Propriet 2. Si consideri un grafo connesso G con n nodi ed l lati. Ciascun
coalbero del grafo costituito da [l (n 1)] lati (indipendentemente dalla
relazione di incidenza del grafo).
Una maglia fondamentale descritta dalla seguente relazione:
Propriet 3. Si consideri un sottografo che si ottiene aggiungendo all'albero A
un solo lato di coalbero C : esso contiene una e una sola maglia, che si ottiene
eliminando tutti quei lati che non appartengono al percorso chiuso. Una maglia
ottenuta in questo modo prende il nome di maglia fondamentale del coalbero
C.
evidente, allora, che aggiungendo un lato di coalbero per volta possibile
costruire [l (n 1)] maglie fondamentali distinte. Questo insieme di maglie
prende il nome di insieme di maglie fondamentali del coalbero C del grafo G.

3.1.5 Grafo Planare


Un grafo si dice planare se pu essere tracciato su un piano senza che nessuna
coppia di lati si intersechi in un punto che non sia un nodo. Ogni grafo planare
gode della seguente propriet:

Propriet 4. Ogni maglia partiziona il piano in due regioni, quella interna


al cammino chiuso e quella esterna. Tra tutte le possibili maglie di un grafo
planare, rivestono particolare interesse quelle che non contengono nessun lato
al loro interno.

3.1.6 Anello
Un anello una maglia di un grafo planare che non contiene lati al suo interno.

Propriet 5. Si consideri un grafo planare connesso G con n nodi e l lati. Il


grafo G ha [l (n 1)] anelli.

3.1.7 Insieme di Taglio


Si consideri un grafo connesso G(N, L). Un sottoinsieme T dei lati L del grafo,
si dice insieme di taglio se, contemporaneamente:

la rimozione del grafo di tutti i lati dell'insieme di taglio conduce a due


sottogra non connessi;

il ripristino si uno qualsiasi dei lati dell'insieme di taglio connette nuova-


mente i due sottogra.

Se il grafo orientato, l'insieme di taglio si dice orientato.

Legge di Kirchho per gli Insiemi di Taglio


La somma algebrica delle intensit di corrente dei bipoli che formano un qualsiasi
insieme di taglio uguale a zero istante per istante.

12
3.2 Equazioni di Kirchho Indipendenti
Le equazioni circuitali sono costituite dalle equazioni di Kirchho e dalle equa-
zioni caratteristiche degli elementi circuitali. Le equazioni di Kirchho sono
algebriche lineari ed omogenee. Invece le equazioni di caratteristiche posso-
no essere, in generale, algebriche o dierenziali, lineari o non lineari, tempo-
invarianti o tempo-varianti, omogenee o non omogenee, a seconda della natura
degli elementi circuitali.

3.2.1 Indipendenza delle Equazioni di Kirchho per le


Correnti
Prendiamo in esame le equazioni di Kirchho per le correnti analizzando un
circuito avente un grafo come di seguito.

1j 2 4j
s s

5
1 3

s s
2j 4 3j

Figura 2.2 Grafo

Applichiamo le LKC ai nodi e abbiamo:

nodo 1. i1 + i2 i5 = 0

nodo 2. i2 + i4 = 0

nodo 3. i3 i4 + i5 = 0

nodo 4. i2 + i3 = 0

Esse sono linearmente dipendenti. Infatti sommando membro a membro le 4


equazioni del sistema si ottiene l'identit 0 = 0. Per tanto la 4a combinazione
lineare delle altre 3. Dunque tutte le informazioni contenute nella 4a equazione
del sistema sono gi presenti nlle altre 3 e, quindi essa ridondante. Questo
risultato del tutto generale. Le n equazioni di Kirchho per le correnti (n il
numero i nodi):

13
Aa i = 0
di un circuito sono linearmenti dipendenti, qualunque sia il grafo del circui-
to. Questo una diretta conseguenza del il fatto che la somma di tutte le righe
della matrice di incidenza la riga identicamente nulla. Questo in accordo con
il fatto che il rango della matrice di incidenza Aa minore di n. Quindi, a con-
clusione delle nostre tesi, qualsiasi equazione del sistema pu essere eliminata,
senza che l'informazione contenuta nel sistema ne risenta in alcun modo.

Propriet 6. Per un circuito con grafo connesso con n nodi, n 1 equazioni


di Kirchho per le correnti, scelte in maniera arbitraria tra le possibili n, sono
linearmente indipendenti.

Equazioni Indipendenti per gli Insiemi di Taglio


Fissato un albero, un insieme di taglio fondamentale contiene un unico lato del-
l'albero assieme ad alcuni lati di coalbero. Scrivendo le equazioni di Kirchho
per gli insiemi di taglio fondamentali associati ad un qualisiasi albero si per-
viene ad un insieme di equazioni che sono coerentemente indipendenti fra loro
inquanto ciascuna contiene (in esclusiva) l'intensi corrente relativa ad un lato
dell'albero. Essendo proprio n 1 il numero dei lati dell'albero, abbiamo cos
costruito un insieme di n 1 equazioni per gli insieme di taglio indipendenti.
Siccome gli altri insiemi di taglio possono essere sempre espressi come un'oppor-
tuna unione di insiemi di taglio fondamentali, le corrisponenti equazioni sono
esprimibili come combinazione lineare di quelle corrispondenti ad insieme di ta-
glio fondamentali. In conclusione, le equazioni indipendenti per gli insiemi di
taglio sono n 1. Da questo risultato segue che imporre n1 equazioni indi-
pendenti agli insiemi di taglio equivale ad imporre le equazioni di Kirchho per
i nodi

3.2.2 Indipendenza delle Equazioni di Kirchho per le


Tensioni
Ora consideriamo le leggi di Kirchho per le tensioni. Analizziamo quindi le
equazioni ottenute applicando la legge di Kirchho per le tensioni al circuito in
Figura 2.2:

M1 v1 + v2 + v3 v4 = 0

M2 v3 + v5 = 0

M3 v1 + v5 v4 = 0

Queste equazioni non sono tra loro linearmente indipendenti. Ad esempio la


terza equazione combinazione lineare delle restanti due equazioni. Infatti pu
essere ottenuta sottraendo membro a membro le prime due. Ora consideriamo
un generico circuito e sia m il numero di maglie. Le m maglie equazioni di
Kirchho per le tensioni corrispondenti

Ba v = 0

14
non sono linearmente indipendenti. Quindi per stabilire quante sono le equa-
zioni linearmente indipendenti ricorriamo alla seguente propriet che esprime
indipendenza delle equazioni di Kirchho per le tensioni :
l'

Propriet 7. Per un circuito con grafo connesso con n nodi e l lati, le l(n1)
equazioni di Kirchho per le tensioni relative ad un insieme di maglie fonda-
mentali sono linearmente indipendenti. Le equazioni di Kirchho per le maglie
del circuito possono essere espresse come combinazioni lineari delle equazioni
delle maglie fondamentali.
La propriet di indipendenza pu essere dimostrata semplicemente, anche nel
caso generale, ricordando che ogni maglia di un insieme di maglie fondamentali
ha almeno un lato in esclusiva. Di conseguenza, ogni equazione dell'insieme
delle equazioni di Kirchho per un insieme di maglie fondamentali ha almeno
una tensione incognita in esclusiva, e quindi le l (n 1) equazioni per le maglie
fondamentali sono linearmente indipendenti.

3.3 Conservazione delle Potenze Elettriche e Teo-


rema di Tellegen
L'espressione della potenza elettrica assorbita dal kesimo bipolo k = (1, 2, ..., l)
del circuito data da

pk (t) = ik (t)vk (t)


Propriet 1. La somma delle potenze elettriche assorbite da tutti i bipoli di un
circuito , istante per istante, uguale a 0.

l
X l
X
pk (t) = ik (t)vk (t) = 0
k=1 k=1

A questo punto introduciamo il vettore i = (i1 , i2 , ..., il )T delle correnti, il


vettore v = (v1 , v2 , ..., vl )T
delle tensioni ed il vettore u = (u1 , u2 , ..., ul )
T
dei
potenziali di nodo del circuito. Quindi:

l
X
vk ik = v1 i1 + v2 i2 + ... + vl il = vT i
k=1

Le tensioni del circuito possono essere scritte come

v = AT
au Aa = matrice d0 incidenza
Quindi sostituendo

vT i = (AT
a u)i

Per la propriet di identit possiamo scrivere

(AT T T
a u) = u Aa

Quindi

15
l
X
vk ik = (uT Aa i) = uT (Aa i)
k=1

Dalle leggi di Kirchho sappiamo che Aa i = 0 quindi possiamo scrivere


l
X
vk ik = 0
k=1

3.3.1 Teorema di Tellegen


La sommatoria delle potenze virtuali assorbite da ciascun lato del grafo uguale
a 0.
l l
!
X X
i0k vk00 =0o i00k vk0 =0
k=1 k=1

Consideriamo due bipoli come in gura

s+
i00k

vk00
s+
i0k

s
vk0
s

Figura 2.3 Due bipoli generici

Abbiamo che pb = i0k vk00


(e)
pbk = b
pk

16
3.4 Propriet Di Non Amplicazione
3.4.1 Non Amplicazione delle Tensioni

1j
+ s

va s s

s
nj

Figura 2.4 Circuito generico

Si consideri un circuito costituito da resistori strettamente passivi (i resistori


possono essere anche non lineari) e un solo bipolo attivo.

Teorema 1. La tensione del genrico bipolo strettamente passivo non pu supe-


rare, in valore assoluto, quella dell'unico bipolo attivo.
Per dimostrare il teorema prendiamo in considerazione 4 bipoli collegati al
nodo o, come in gura.
q
s

iq
ip ir
p s s sr
o
is

s
s

Figura 2.5 Bipoli casuali estratti dal generico circuito in Figura 2.4

17
Applichiamo la LKC al nodo o

ip + iq + ir + is = 0

Data questa relazione possiamo avere due possibili alternative.

Le correnti sono tutte nulle

Abbiamo delle correnti nulle, altre negative altre positive.

Prendiamo in esame la seconda possibilit. Quindi

iq > 0 ir < 0

pq = vq iq > 0 pr = vr ir > 0
Applichiamo il metodo dei potenziali nodali

vq = uq uo > 0 vr = ur uo < 0
Ne consegue la seguente relazione vericando il Teorema 1
ur < uo < uq

3.4.2 Non Amplicazione Delle Correnti


Si consideri un circuito costituito da resistori strettamente passivi e da un solo
bipolo attivo.

Teorema 2. L'intensit di corrente del generico bipolo strettamente passivo


non pu superare, in valore assoluto, quella dell'unico bipolo attivo.

s }

i2 i3
i1
Insiemi di Taglio
s 9

ia i5 i6

i4 s


i7 i8

Figura 2.6 Grafo ordinato per potenziali di nodi decrescenti

18
Prendendo in considerazione gli insiemi di taglio sui tre nodi e applicando la
LKC abbiamo






i1 + i2 + i3 = ia


i4 + i5 + i6 = ia




i4 + i7 + i8 = ia

|ia | 0 ik 0 k = 1, 2, ..., 8
Ne consegue che
ia ik

3.5 Potenziali di Nodo


Il metodo dei potenziali di nodo consiste nell'esprimere le tensioni di ciascun
lato attraverso delle opportune grandezze ausiliari, in maniera tale da imporre
che la legge di Kirchho per le tensioni sia vericata automaticamente per ogni
maglia del circuito.
Consideriamo ancora una volta un generico circuito, con n nodi e l bipoli,
assegnamo i versi di riferimento per le intensit di corrente e ssiamo una volta
per tutte le convenzioni dell'utilizzatore per tutti i bipoli.
Il metodo dei potenziali di nodo consiste nell'associare, a ciascun nodo, una
variabile aleatoria, detta potenziale di nodo : al generico nodo i (i = 1, 2, ..., n)
associamo dunque il potenziale di nodo ui .
Facendo riferimento alla seguente gura.

1hsu1 2 u2 s 2h

1 6 5 3

u4
s s s
5hu5 7 4h 4 u3 3h

Figura 2.7 Potenziali di nodo

Assumiamo che sia possibile esprimere la tensione di ciascun bipolo del cir-
cuito in funzione dei potenziali dei due nodi nei quali il lato incide secondo la

19
seguente regola: la tensione vs del generico bipolo s (s = 1, 2, ..., l) espres-
00 00
sa come dierenza tra il potenziale del nodo contrassegnato con il + ed il
00
potenziale del nodo contrassegnato con il 00 :

vs = up uq per s = 1, 2, ..., l (3.1)

Le tensioni espresse da questa relazione vericano automaticamente la LKT


qualunque siano i valori dei potenziali di nodo u1 , u2 , ..., un . Prendendo sempre
in considerazione la Figura 2.7 e la maglia costituita dai lati 1, 2, 3, 4, 7, la
LKT :

v1 + v2 v3 v4 v7 = 0
Esprimendola attraverso i potenziali di nodo abbiamo:

v1 = u5 u1

v2 = u1 u2

v3 = u3 u2 (3.2)

v4 = u4 u3

v7 = u5 u4

Sostituendo nella LKT abbiamo:

(u5 u1 ) + (u1 u2 ) + (u3 u2 ) + (u4 u3 ) + (u5 u4 ) = 0


Questa equazione sempre vericata, indipendentemente da valori dei po-
tenziali di nodo u1 , u2 , ..., u5 , dunque un'identit. Quindi la 3.2 vericano la
LKT .
Quindi possiamo aermare che

Teorema 3. Se le tensioni di un circuito sono sempre espresse attraverso i


potenziali di nodo secondo la 3.1, allora esse vericano automaticamente la legge
di Kirchho per le tensioni per qualsiasi maglia del circuito.

Applicazione del Metodo dei Potenziali di Nodo


Consideriamo il circuito in Figura 2.8.

20
 J2


u1 R2 u2 R4 u3
s s s
 
R1 6 J1 R3 R5
 ? J3


u4 = 0

Figura 2.8 Esempio di circuito di soli resistori e generatori di corrente.

Esso consta di 4 nodi e 8 lati. Abbiamo scelto di considerare il nodo 0


come riferimento dei potenziali (u0 = 0). In riferimento ai versi adottati per le
intensit di corrente dei resistori, le LKC ai nodi 1, 2, 3 sono





i1 + i2 = J1 + J2


i2 i3 + i4 = J2




i4 + i5 = J3

Ogni intesit di corrente incognita del precedente sistema pu essere espres-


sa in funzione delle tensione (e quindi in funzione dei potenziali di nodo) me-
diante le equazioni caratteristiche dei resistori. Se adottiamo, ad esempio, la
convenzione dell'utilizzatore abbiamo per le tensioni:





v1 = u1







vj1 = u1







v2 = u1 u2





vj2 = u1 + u2




v3 = u3







v4 = u2 u3







vj3 = u3





v5 = u3

21
Utilizzando ora le equazioni caratteristiche dei singoli bipoli si ottengono le
relazioni che esprimono le intensit di corrente in termini di potenziali di nodo:

u1 u1 u2 u2 u2 u3 u3
i1 = , i2 = , i3 = , i4 = , i5 =
R1 R2 R3 R4 R5
Sostiutendo queste realzioni nelle LKC si ottengono le equazioni per i po-
tenziali di nodo:

u1 u2 u1 u2 u1 u2 u2 u3 u2 u3 u3
+ = J1 +J2 , + = J2 , + = J3
R1 R2 R2 R3 R4 R4 R5
Questo un sistema di tre equazioni in tre incognite (u1 , u2 , u3 ). Una volta
determinati i valori dei potenziali dei nodi, le tensioni sui diversi bipoli possono
essere espresse attraverso le relazioni con questi ultimi.

3.6 Correnti di Maglia


Secondo il seguente grafo, avendo preso come versi di riferimento + per le corren-
ti di maglia con versi di riferimento concordi con quello dell'intensit di corrente
di lato e con tutte le correnti di maglia che hanno versi di riferimento discordi:
X
im = ()kh
h

1hsu1 2 u2 s 2h

k2 /
1 6 5 3
k1 / w k3
u4
s s s
5hu5 7 4h 4 u3 3h

Figura 2.9 Un grafo, un albero (tr. continuo) e correnti di maglia.

Consideriamo il grafo orientato come in Figura 2.9. stato scelto un albero


e sono indicate le correnti di maglia k1 , k2 e k3 associate a maglie fondamentali

22
corrispondenti all'albero scelto. Le intensit di corrente di lato sono espresse
tramite le correnti di maglia nel seguente modo:





i1 = k1







i2 = k2







i3 = k3


i4 = k3 (3.3)








i5 = k2 k3







i6 = k1 + k2





i7 = k1

immediato vericare che le intensit delle correnti espresse attraverso la


3.3 vericano la LKC , indipendentemente dai valori delle correnti di maglia.
Consideriamo tutte le maglie fondamentali a cui un dato nodo appartiene. Per
ciascuna di esse ci sono due e due soli lati che coincidono nel nodo in esame.
Di conseguenza la corrente di maglia di ciascuna di queste maglie fondamentali
compare due sole volte nell'equazione di Kirchho per le correnti applicata al
nodo in esame, una volta con il segno positivo ed una volta con il segno negativo.
Ad esempio, consideriamo l'equazione di Kirchho al nodo 1. Ad esso sono
collegati i lati 1, 2, 6. La corrente di maglia k1 entrante nel nodo quando
contribuisce all'intensit di corrente i1 del lato 1, mentre uscente quando
contribuisce ad i6 ; la corrente di maglia k2 entrante quando contribuisce ad
i6 ed uscente quando contribuisce ad i2 . Quindi l'equazione di Kirchho per
il nodo 1:

i1 + i2 i6 = 0
diventa l'identit

k1 + k2 (k1 + k2 ) = 0

23
Capitolo 4

Doppi Bipoli

4.1 Generatori Controllati Lineari


I generatori controllati lineari sono dei particolari tipi di doppi-bipoli a-dinamici
lineari: una delle due grandezze - tensione o intensit di corrente - ad una
delle due porte direttamente proporzionale al una delle due grandezze al-
l'altra porta. Esistono diversi tipi, qui di seguito sono descritti 4 possibili
congurazioni.

4.1.1 Generatore di Tensione Controllato in Tensione

i1 = 0 i2
+ s s+

+
v1 v2
v1

s s

Figura 3.1 Rappresentazione di un Generatore di Tensione Controllato in Tensione

Le realzioni caratteristiche sono

24
i1 = 0

v2 = v1

Le relazioni caratteristiche possono essere epresse anche sotto forma di no-


tazione vettoriale. In questo caso abbiamo una notazione su base ibrida.


i1 0 0 v1
=

v2 0 i2

4.1.2 Generatore di Tensione Controllato in Corrente

i1 i2
+ s s+

+
v1 = 0 v2
ri1

s s

Figura 3.2 Rappresentazione di un Generatore di Tensione Controllato in Corrente

Le realzioni caratteristiche sono

v1 = 0

v2 = ri1

Le relazioni caratteristiche possono essere epresse anche sotto forma di no-


tazione vettoriale. In questo caso abbiamo una notazione su base tensione.


v1 0 0 i1
=

v2 r 0 i2

25
4.1.3 Generatore di Corrente Controllato in Tensione

i1 = 0 i2
+ s s+

v1 ? v2
gv1

s s

Figura 3.3 Rappresentazione di un Generatore di Corrente Controllato in Tensione

Le relazioni caratteristiche sono

i1 = 0

i2 = gv1

Le relazioni caratteristiche possono essere epresse anche sotto forma di no-


tazione vettoriale. In questo caso abbiamo una notazione su base corrente.


i1 0 0 v1
=

i2 g 0 v2

26
4.1.4 Generatore di Corrente Controllato in Corrente

i1 i2
+ s s+

v1 = 0 ? v2
i1

s s

Figura 3.4 Rappresentazione di un Generatore di Corrente Controllato in Corrente

Le realzioni caratteristiche sono

v1 = 0

i2 = i1

Le relazioni caratteristiche possono essere epresse anche sotto forma di no-


tazione vettoriale. In questo caso abbiamo una notazione su base ibrida.


v1 0 0 i1
=

i2 0 v2

4.2 Trasformatore
Il trasformatore pu essere realizzato con due circuiti mutuamente accoppiati.
I due circuiti, primario e secondario, sono realizzati avvolgendo del lo condut-
tore, smaltato con della vernice isolante,su un supporto di materiale, fatto di
ferrite o lamine sottili di acciaio speciale.

27
L1 L2 M
s s

s s

Figura 3.5 Rappresentazione simbolica di un trasformatore

4.2.1 Mutuo Accoppiamento


Le equazioni caratteristiche del mutuo accoppiamento sono

v1 = L1 d i1 + M d i2


dt dt
v2 = L2 d i2 + M d i1


dt dt

In caso di mutuo accoppiamento perfetto abbiamo


M
k= =1
N.B. L1 L2
M L2
M 2 = L1 L2 = =
L1 M

 
d i1 M d i2
v1 = L 1 +


dt L1 dt
 
v2 = M d i1 + L2 d i2


dt M dt

Facendo il rapporto membro a membro abbiamo

v1 L1
= = n n: Rapporto di Trasformazione
v2 M
Simbolicamente il trasformatore ideale si pu rappresentare in questo modo

28
i1 n:1 i2
+ s s+

v1 v2

s s

Figura 3.6 Rappresentazione simbolica di trasformatore ideale con rapporto di accoppiamento

Continuando ad agire con delle semplici manipolazioni algebriche abbiamo


le seguenti relazioni.

d i
   
d i1 M d i2 d 1
v1 = L1 + = L1 i1 + i2 = L1
dt L1 dt dt n dt
| {z }
i

Aggiungiamo al circuito un bipolo generico

i1 0 i2
s i
n:1
+ s s+
i

v1 v2

s s s

Figura 3.7 Trasformatore ideale con doppio bipolo generico sul primario

1
i0 = i2 in quanto i1 = i + i0
n
1
i = i1 i0 = i1 + i2
n

29
4.2.2 Trasformatore Reale

L
n:1
+ s s s+

M2
v1 L2 v2

s s s

Figura 3.8 Schema simbolico di trasformatore reale

Per un trasformatore reale abbiamo che il coeciente di mutua induzione


M risulta essere molto minore del prodotto L1 L2

M 2 << L1 L2

Prendendo in esame L1 abbiamo

M2
L1 = L0 + L = L = L1
L2

L1 = L01 L2 = M 2

v1 = L01 d i1 + M d i2 + L d i1


dt dt dt

v2 = L2 d i2 d i1
+M
dt dt

4.3 Doppi Bipoli di Resistori Lineari


4.3.1 Rappresentazione dei Doppi Bipoli
Un doppio bipolo a-dinamico in generale descritto da due realzioni algebriche
che legano l'intensit di corrente e le tensioni alle due porte. Quando le relazioni
sono esplicite danno origine a diverse rappresentazioni:

Rappresentazione su Base Corrente: le intensit di corrente i1 e i2 sono


le variabili indipendenti e le tensioni v1 e v2 sono le variabili dipendenti

30
Rappresentazione su Base Tensione: le tensioni v1 e v2 sono le variabili
indipendenti e le correnti i1 e i2 sono le variabili dipendenti.
Rappresentazione su Base Ibrida: la tensione v1 e v2 sono le variabi-
li indipendenti e la corrente i1 e v1 sono le variabili dipendenti (o
viceversa).

Rappresentazione diTrasmissione: la tensione v1 e la corrente i1 sono


indipendenti e la tensione v2 e la corrente i2 sono le variabili
le variabili
dipendenti (o viceversa)

4.3.2 Propriet di Reciprocit


Vi sono tre forme per la propriet di reciprocit e sono le seguenti.

Prima Forma
Consinderiamo i circuiti come in Figura 3.9.

C0 C 00

i01 i02 i001 i002


s s
R R
 
v1 + s s s s + v
v20 =0 v100 =0
2
 

s s

Figura 3.9 Prima forma di Reciprocit


Per il teorema di Tellegen possiamo scrivere che:
NR
X
v1 i001 + v20 i002 + vk0 i00k = 0 (4.1)
k=1
NR
X
v100 i01 + v2 i02 + vk00 i0k = 0 (4.2)
k=1

Dove NR il numero di resisori presenti all'interno del doppio bipolo.


immediato vericare che i termini v20 i002 e v100 i01 sono nulli.
Considerando che nella relazione caratteristica del k esimo resistore si ha
che:

vk0 i00k = Rk i0k i00k = Rk i00k i0k = vk00 i0k

31
Sottraendo membro a membro le due equazioni 4.1 e 4.2 restano i termini:

v1 i001 v2 i02 = 0 = v1 i001 = v2 i02


Da cui ne consegue che

i001 i0
= 2
v2 v1

Seconda Forma
Consideriamo, per la seconda forma della reciprocit, il circuito che segue.

C0 C 00

i01 i02 = 0 i001 = 0


s s+ + s s
+ R R +
 
6 v10 s s s s
i1 v20 v100 v200 6 i2
 
s s s
s

Figura 3.10 Seconda forma di Reciprocit

Come per la prima, la seconda forma della reciprocit denita come:

v20 v 00
= 1
i1 i2

Terza Forma
Prendiamo in considerazione il seguente circuito.

32
C0 C 00

i01 i02 i001 = 0 i002


s + s
+ R R
 
6 v10 s s s s + v
i1 v20 =0 v100 2


s
s

Figura 3.11 Terza forma di Reciprocit

La terza forma della reciprocit detta anche antireciprocit a causa del


segno.

i02 v 00
i1 v100 i02 v2 = 0 = i02 v2 = i1 v100 = = 1
i1 v2

Questi tre risultati continuano a valere quando nel doppio


N.B. bipolo ci sono anche trasformatori ideali, ma non valgono
quando ci sono anche generatori controllati e giratori.

I doppi bipoli costituiti da resistori lineari e generatori indipendenti godono


della propriet di non amplicazione delle correnti (3.4.2).

4.4 Matrici delle Conduttanze e delle Resistenze


4.4.1 Matrici delle Conduttanze
Consideriamo il circuito in Figura 3.12 su base tensione e applicando la
sovrapposizione degli eetti si ha:

33
i1 i2

R
 s s 
v1 + + v2



Figura 3.12 Circuito su base tensione

Le equazioni caratteristiche sono



i1 = i01 + i002

i2 = i02 + i001

Possiamo riscrivere


i1 = G11 v1 + G12 v2

= i = Gv

i2 = G21 v1 + G22 v2

La seguente matrice detta delle conduttanze (la conduttanza si misura


in siemens ).


G G12
11
G =

G G22
21

i01 i001

i1 i1
G11 = = G12 = =
v1 v2 =0 v1 v2 v1 =0 v2

i0 i00

i2 i2
G21 = = 2 G22 = = 2
v1 v2 =0
v1 v2 v1 =0
v2

G11 e G22 sono dette conduttanze proprie.


G12 e G21 sono dette conduttanze mutue.
La potenza assorbita dal doppio bipolo p = v T i = v T Gv .

34
Propriet
G12 = G21 : dalla prima forma della propriet di reciprocit (4.3.2)
i001 i00
sappiamo che = 2 e data la denizione di conduttanza mutua si ha
v2 v1
G12 = G21
G11 0 e G22 0 (se i resistori sono passivi): considerando la con-
1
venzione dell'utilizzatore se R > 0 anche > 0 quindi G11 0 e
R
G22 0
G11 |G21 | e G22 |G12 | : con la sovrapposione degli eetti ho sempre
un solo bipolo attivo quindi per la propriet di non amplicazione
delle correnti (3.4.2) segue che quando v2 = 0
|i01 | |i02 |

i01 i02
ed essendo G11 = e G21 = segue che
v1 v1
0 0
i1
i2

v1 v1
quindi |G11 | |G21 | . Stesse considerazioni per v1 quindi |G22 | |G21 |

4.4.2 Matrici delle Resistenze


Consideriamo un circuito rappresentato su base corrente come in Figura 3.13

s s
+ +
R
 s s 
i1 6 v1 v2 6 i2
 
s s

Figura 3.13 Circuito su base corrente

applicando la sovrapposizione degli eetti si ha:


v10 v100

z }| { z }| {
v1 = R11 i1 + R12 i2

v2 = R12 i1 + R22 i2





| {z } | {z }
v20 v200

35
Abbiamo che


R R12
11
R =

R R22
21

prende il nome di matrice delle resistenze [G1 ] e si misurano in ohm.


Esplicitando le realzioni abbiamo:

v10 v100

v1 v1
R11 = = R12 = =
i1 i2 =0 i1 i2 i1 =0 i2

v0 v 00

v2 v2
R21 = = 2 R22 = = 2
i1 i2 =0
i1 i2 i1 =0
i2

R11 e R22 sono dette resistenze proprie.


R12 e R21 sono dette resistenze mutue.

La potenza assorbita dal doppio bipolo p = iT Ri.

Propriet
R12 = R21 : dalla seconda forma di reciprocit (4.3.2) sappiamo che
v200 v 00
= 1
i1 i2
e data la denizione di resistenze mutue si ha che R12 = R21
R11 0 R22 0: se tutti i resistori sono passivi si avr che R11 0 e
R22 0.
R11 |R21 | R22 |R12 |: questo una conseguenza della legge di non
amplicazione delle tensioni (3.4.1).

4.5 Matrici Ibride e di Trasmissione


4.5.1 Matrici Ibride
Consideriamo il circuito come in Figura 3.14 rappresentato su base ibrida

36
i2
s
+
R
 
i1 6 v1 + v2
 

Figura 3.14 Circuito su base ibrida

Applicando la sovrapposizione degli eetti si ha:




v1 = H11 i1 + H12 v2

v1 i1
y=


x=




i2 = H21 i1 + H22 v2
i2 v2

La seguente matrice prende il nome di matrice ibrida




H H12
11
H =

H h22
21
Espicitando i termini si ha:

v0 v 00

v1 v1
H11 = = 1 H12 = = 1
i1 v2 =0
i1 v2 i1 =0
v2

i0 i002

i2 i2
H21 = = 2 H22 = =
i1 v2 =0 i1 v2 i1 =0 v2

Ora possiamo classicare ogni termine come segue

H11 : la resistenza equivalente vista alla porta 1 con v2 spento. Si misura


in ohm ed chiamata resistenza propria.
H22 : la conduttanza equivalente alla porta 2 con i1 spento. Si misura
in siemens ed chiamata conduttanza propria.
H12 : il guadagno in tensione quando i1 spento. adimensionale.

H21 : il guadagno in corrente quando v2 spento. adimensionale.

La potenza assorbita pari a p = xT Hx

37
Propriet
H11 > 0 H22 > 0: sono, rispettivamente, una resistenza propria e una
conduttanza propria perci H11 > 0 H22 > 0.
|H21 | 1 |H12 | 1: per le propriet di non applicazione delle
correnti (3.4.2) e delle tensioni (3.4.1) abbiamo che |i1 | i02 e
|v2 | |v100 | quindi:

|i02 | |v100 |
1 e 1
|i1 | |v2 |
i02 v 00
per la terza forma della reciprocit (4.3.2) sappiamo che = 1
i1 v2
ne deriva quindi che H21 = H12
Non necessaria la passivit di tutti gli elementi per far valere questa
propriet.

4.5.2 Matrici di Trasmissione


Consideriamo il circuito in Figura 3.15 in cui v1 e i1 son espresse in funzione
di v2 e i2 .

i1 i2
+ s s+
R
v1 s s v2

s s

Figura 3.15 Circuito con v1 e i1 in funzione di v2 e i2

Applicando la sovrapposizione degli eetti si ha:



v1 = T11 v2 + T12 (i2 )

v1 v2
y=


x=


y = Tx

i1 = T21 v2 + T22 (i2 )
i1 i2

La seguente matrice prende il nome di matrice di trasmissione.




T T12
11


T T22
21

38
Esplicitando i termini abbiamo:

v10 v100

v1 v1
T11 = = T12 = =
v2 i2 =0 v2 i2 v2 =0 i2

i0 i00

i1 i1
T21 = = 2 T22 = = 1
v2 i2 =0
v2 i2 v2 =0
i2
T11 e T22 sono adimensionali.
T12 mogenea ad una resistenza e T21 ad una conduttanza. Questa detta
anche rappresentazione ABCD, utile nell'analisi di doppi bipoli in cascata.

Propriet
|T11 | 1 |T22 | 1: per la propriet di non amplicazione delle
tensioni (3.4.1) e delle correnti (3.4.2) abbiamo che

|v2 | |v10 | e |i2 | |i001 |


quindi

0 00
v1 i1
1 e
i2 1

v2

det(T ) = 1: si pu vericare questa propriet esprimendo gli elementi


della matrice di trasmissione in funzione degli elementi della matrice delle
resistenze ed imponendo la condizione R12 = R21

39
4.6 Sintesi di un Bipolo Resistivo Lineare
4.6.1 Congurazione a  T 
Data una matrice delle resistenze, la congurazione pi semplice di doppio bipolo
a-dinamico Lineare avente tale matrice la congurazione a  T . Dato il circuito
in Figura 3.16

i1 Ra Rb i2
+ s s+

v1 Rc v2

s s

Figura 3.16 Congurazione a  T 

L'analisi del circuito avviene su base corrente. Quindi gli elementi della
matrice delle resistenze del doppio bipolo sono:

v1
R11 = = Ra + Rc
i1 i2 =0

v2
R22 = = Rb + Rc
i2 i1 =0

v1 v2
R21 = R12 = = = Rc
i2 i1 =0 i1 i2 =0
Quindi ne deriva che

Ra = R11 R12 , Rb = R22 R12 , Rc = R12

Ra e Rb hanno sempre segno positivo per la propriet della matrice delle


resistenze. Ossia:

R11 0; R22 0

|R12 | R11 ; |R21 | R22

R12 = R21

40
Rc pu avere qualsiasi segno. Se negativo, basta invertire la coppia di
terminali di una delle due porte per renderlo positivo.

Se la resistenza data non gode di almeno una delle propriet della matrice
delle resistenze non possibile eettuaere la sintetizzazione a doppio bipolo
a-dinamico lineare, sar necessario utilizzare dei generatori controllati.
Anche data una matrice ibrida possibile avere una congurazione a  T .
Il legame tra i parametri ibridi ed i resistori della congurazione a  T  sono:


i1 v2 Ra Rc
H11 = = (Ra + Rc )1 H22 = = Rb +
v1 i2 =0 i2 i1 =0
Ra + Rc


v2 v1 Rc
H12 = H21 = = =
v1 i2 =0 v2 i1 =0 Ra + Rc

4.6.2 Congurazione a
Data una matrice delle conduttanze, la congurazione pi semplice di doppio
bipolo a-dinamico lineare avente tale matrice la congurazione a  

i1 Gy i2
+ s s+

v1 Gx Gz v2

s s

Figura 3.17 Congurazione a  

L'analisi del circuito avviene su base tensione. Quindi gli elementi della
matrice delle resistenze del doppio bipolo sono:

i1
G11 = = Gx + Gy
v1 v2 =0

i2
G22 = = Gy + Gz
v2 v1 =0

i1 i2
G21 = G12 = = = Gy
v2 v1 =0 v1 v2 =0

41
Quindi ne deriva che:

Gx = G11 + G12 , Gz = G22 + G12 , Gy = G12

Gx e Gz hanno sempre segno positivo per le propriet delle conduttanze.


Ossia:

G11 0; G22 0

|G12 | G11 ; |G21 | G22

G12 = G21

G12 pu avere qualsiasi segno. Se negativo basta invertire la coppia di


terminali di una delle due porte per ottenere Gy positivo.

Se la conduttanza data non gode di almeno una delle propriet della matrice
delle conduttanze non possibile la sintetizzazione a   ma sar necessario
utilizzare dei generatori controllati.
Se la matrice data non simmetrica si pu scomporla per rendere almeno
una parte simmetrica.
Si sintetizza la parte simmetrica e l'altra la si pu sintetizzare mettendo
un generatore controllato di tensione (o corrente) controllato in corrente (in
tensione) in serie (in parallelo) alla parte dove abbiamo scomposto.

42
Capitolo 5

Circuiti a-Dinamici Lineari

5.1 Generatore Equivalente di Thvenin-Norton


Consideriamo un generico circuito costituito da resistori lineari e generatori reali
come in gura.

i 
+ s s s
+


v s - s

s s s

Figura 4.1 Circuito generico costutito da resistori e generatori lineari

Dobbiamo determinare la relazione caratteristica tra l'intensit di corrente i


e la tensione v per tutti i volori ammessi. Pu essere eettuato su base tensione
Norton ) o su base corrente (Thvenin ).
(
Prendiamo in esame la caratterizzazione base corrente.

5.1.1 Generatore Equivalente di Thvenin


Se prensiamo in esame la caratterizzazione base corrente applichiamo al circuito
generico un generatore di corrente.

43

+ s s s
+
 v 

i 6 s - s
 
s s s

Figura 4.2 Circuito generico con generatore di corrente

Ora possiamo spegnere, all'interno del bipolo generico, i generatori indi-


pendenti come in Figura 4.3. Poi spegnamo il generatore di corrente per la
caratterizzazione come in Figura 4.4.

i00 = 0 
+ s s s + s s s
+
 v0 

i 6 s s s s v 00 s - s
 
s s s s s s

Figura 4.3 Figura 4.4

Il circuito in Figura 4.3 costituito da soli resistori lineari, circuiti aper-


ti e corto-circuiti. Quindi pu essere rappresentato tramite un resistore di
equivalente RT H . Quindi

v 0 = RT h i
Nel circuito in Figura 4.4, invece, le sorgenti sono quelle dei bipoli interne al
bipolo in questione. Indichiamo con E0 = v 00 la tensione a vuoto. Applichiamo
la sovrapposizione degli eetti e abbiamo

v = v 0 + v 00

44
Sostituendo abbiamo

v = RT h i + E0

Teorema 4. Il comportamento ai terminali di un qualsiasi bipolo costituito da


resistori lineari e generatori ideali descrivibile attraverso un generatore reale
di tensione con valori della resistenza equivalente e tensione a vuoto opportuni.

RT h
s+


+
E0 v



Figura 4.5 Circuito equivalente di Thvenin

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