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A C C I A I O I N O S S I D A B I L E

Memorie
Le cause di rottura dei giunti saldati
A. Marelli

Il seguente articolo descrive alcuni casi di failure analysis (che potrebbe essere tradotto come
determinazione delle cause di cedimento/rottura) relativi a componenti saldati in materiale
inossidabile, scelti tra i pi significativi tra i numerosi affrontati dai tecnici del laboratorio OMECO in
venti anni di attivit. In particolare sono stati scelti quei casi di failure analysis per i quali stato
possibile effettuare un approfondito numero di esami, stato possibile aver una sufficiente quantit di
informazioni da parte dei clienti, si sono ottenute evidenze significative in grado di individuare
univocamente il meccanismo causa della rottura. I casi sono stati scelti anche per illustrare come i
meccanismi che possono determinare il cedimento o la rottura di una saldatura siano molteplici.
Parole chiave: acciaio inossidabile, saldatura, metallografia

CASO N1: ROTTURA PER INFRAGILIMENTO DA IDROGENO


DI TUBETTI IN INCOLOY 800

Campioni
N2 spezzoni di resistenze elettriche realizzate saldando
longitudinalmente mediante TIG delle strisce in INCOLOY
800 di spessore 0,5 mm.
Al termine della saldatura, effettuata con una miscela di Ar-
gon e Idrogeno al 14 %, il tubetto ottenuto ha un diametro
esterno di 7,5 mm.
Viene eseguito un controllo con Eddy Current.
Seguono le operazioni di riempimento del tubetto con del-
lossido di magnesio e la successiva operazione di lamina-
zione in 12 passaggi con allungamento del 13% per portare
il diametro esterno a 6,5 mm. Fig.1 Particolare di un difetto rilevato sulla superficie esterna
Viene poi effettuato un trattamento termico a 1050C con del tubo in prossimit della saldatura longitudinale.
raffreddamento in aria. (ingrandimento 16X).
E durante il collaudo della resistenza finita, effettuato sotto- Fig.1 A defect detected on the external surface of the tube close
ponendola ad uno shock termico passando da 100C in ac- to the longitudinal weld (16 magnification).
qua fredda , che la ditta che si occupa di realizzare le resi-
stenze per la Richiedente, si accorge della presenza di difetti
superficiali trasversali. La Fig. 1 documenta uno di tali di-
fetti.
Scopo degli esami determinare la natura dei difetti

Esame al microscopio elettronico a scansione


La Fig.2 mostra la superficie di uno dei campioni: ben visi-
bili sono i due difetti trasversali la cui larghezza piuttosto
notevole visto lingrandimento della foto. Sempre in Fig.2
sono presenti delle eterogeneit strutturali allineate e orien-
tate longitudinalmente su cui ci siamo riservati di investiga-
re con un altro tipo di esame, anche se ad un primo esame
sembrano corrispondere alla saldatura (Fig. 3).

Esame micrografico (UNI 3137/65 E UNI 6327/68)


e microanalisi qualitativa EDS
La Fig.4 mostra la morfologia del difetto documentato in
Fig.1 (sezione trasversale del difetto): esso corrisponde ad
uno strappo meccanico in quanto le sue due superfici sem-
Fig. 2 Dettaglio di altri due difetti rappresentativi.
brano combaciare perfettamente.
E stata prelevata una sezione trasversale del tubo in corri- Fig. 2 Detail of other defects.
spondenza di uno dei difetti di Fig.2: emerso che il difetto
in realt una cricca con morfologia prevalentemente inter- riteniamo che la cricca che si trova in corrispondenza del
granulare e probabilmente molto ramificata (Fig. 5). Infatti cordone di saldatura sia una diramazione della cricca di
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maggiori dimensioni presente in corrispondenza del metallo


Alessandra Marelli base (Fig.6).
OMECO s.r.l. La Fig.7 evidenzia la presenza di inclusioni di nitruro di tita-
Memoria presentata in occasione della giornata di studio della AIM nio di grosse dimensioni sulla superficie interna di tale difet-
La saldatura degli inossidabili. Aspetti specifici e approfondimenti to (appaiono di colore rosa/arancio).
tenutasi il 26 febbraio 2004.
Un esame pi accurato ha rilevato la presenza di vere e pro-

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Fig. 3 Indicazioni superficiali sul cordone di saldatura.


Dettaglio del riquadro verde in Fig. 2.
Fig. 3 Superficial defects of the weld zone. Detail of the yellow Fig. 6 Dettaglio del difetto di Fig. 5 x200.
square in Fig. 2.
Fig. 6 Detail of defect documented in Fig. 5.
Attacco/etching: HCL +HNO3.

Fig. 4 Sezione longitudinale del difetto indicato in Fig. 1 x100.


Fig. 4 Longitudinal section of the defect documented in Fig. 1
Attacco/etching: HCL +HNO3.
Fig. 7 Particolare della zona indicata in Fig. 6. Senza attacco
x500.
Fig. 7 Detail of the zone indicated in Fig. 6.

Fig. 5 Sezione trasversale di un altro difetto x50.


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Fig. 5 Cross section of another superficial defect.


Attacco/etching: HCL +HNO3.

prie catene di nitruri orientate nel senso di lavorazione del Fig. 8 Inclusioni orientate nel senso di laminazione x500.
materiale, di dimensioni molto grandi (Fig.8), non normali Fig. 8 Inclusions oriented in stretching direction.
per il tipo di materiale. Attacco/etching: HCL +HNO3.

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CASO 2: CORROSIONE DI UN TUBO IN ACCIAIO INOSSIDABILE
IN AISI 304L ELETTROUNITO

Campione
N1 tubo diametro 70 mm e spessore 2 mm dichiarato in ac-
ciaio inossidabile AISI 304L, interessato da perdite. Il tubo
fa parte di un impianto che stato sottoposto alla sola prova
idraulica con acqua di rete.
Scopo degli esami stabilire le cause delle perdite.

Esame visivo
Sulla superficie esterna del tubo presente un difetto di for-
ma tondeggiante; intorno ad esso la superficie del tubo si
presenta integra, non cromaticamente alterata e priva di de-
positi ( Fig.1). Dal momento che lunico difetto individua-
to sulla superficie esterna del campione, verr esaminato pi
approfonditamente allo scopo di verificare se ad esso si deve
la perdita del tubo.
Fig. 9 Microanalisi qualitativa EDS rappresentativa della Sezionato longitudinalmente, stato possibile esaminare an-
composizione delle inclusioni. che la superficie interna del tubo: si rileva la presenza di de-
Fig. 9 Qualitative microanalysis EDS of the inclusions. positi di colore rossastro particolarmente concentrati in
prossimit della zona elettrounita (Fig.2).In corrispondenza
E nitruri di titanio sono anche le eterogeneit individuate del riquadro blu si nota una zona circolare in cui il deposito
sulla superficie del campione in Fig.2. non presente. Esso corrisponde al difetto individuato sulla
Lo spettro EDS (Fig.9) stato fatto allinterno dei difetti in- superficie esterna.
dividuati, e mostra, oltre ai picchi del metallo base, picchi Ad un attento esame, la zona elettrounita si presenta irrego-
importanti di Azoto e Titanio. lare (Fig.3): la giunzione dovrebbe essere continua.

Conclusione
I difetti presenti sulla superficie dei campioni esaminati so-
no lamplificazione per strappo meccanico di difetti gi esi-
stenti prima delloperazione di laminazione.
In corrispondenza della zona fusa sono stati individuati pa-
recchi difetti di piccolissime dimensioni, riconducibili a no-
stro avviso allevacuazione di inclusioni di gas intrappolate
nel metallo fuso durante la saldatura. Lindagine stata co-
munque approfondita sui difetti principali, pi grossi.
A giudicare dalla morfologia e dallestensione di uno dei di-
fetti esaminati (Fig.6), possiamo ritenere che possano essere
legati alla miscela di gas contenente idrogeno, in quanto solo
tale elemento in grado di generare cricche intergranulari.
Lidrogeno un elemento molto piccolo, in grado di diffon-
dere in qualsiasi metallo e quindi possibile che le cricche
si estendano anche in corrispondenza del metallo base; a ta-
le fenomeno associata una sensibile riduzione della dutti-
lit del metallo. Fig. 1 Dettaglio di un difetto affiorante sulla superficie esterna
Le leghe di nichel, in quanto strutture cubiche a facce cen- del tubo.
trate, hanno una bassa suscettibilit allinfragilimento da Fig. 1 Detail of the defect present on the external surface of the
idrogeno rispetto ai metalli con struttura cubica a corpo cen- piece of pipe.
trato: ci induce a pensare che le condizioni presenti durante
la saldatura siano inadeguate, in particolare potrebbe essere
eccessivo il quantitativo di idrogeno nella miscela utilizzata.
Certamente, comunque, la presenza di eterogeneit come le
inclusioni piuttosto numerose e di dimensioni importanti di
nitruro di titanio ha contribuito a rendere il fenomeno ancora
pi critico: sono molto dure tendono ad ostacolare la
deformazione del metallo e probabilmente contribuiscono
alla diffusione dellidrogeno.
Questo giustifica il fatto di aver trovato sui lembi delle cric-
che e dei difetti quantit importanti di tali inclusioni.
Il fatto che il controllo con Eddy Current non abbia rilevato
difetti di questo tipo, pu essere spiegato con il fatto che ge-
neralmente lidrogeno atomico diffuso allinterno della
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struttura reticolare del metallo genera discontinuit di di-


mensioni molto piccole.
Con il tempo, e quindi dopo il processo di saldatura e solidi-
ficazione del cordone, lidrogeno da atomico pu diventare Fig. 2 Dettaglio del tubo di Fig. 1 dopo sezionamento
longitudinale.
molecolare generando delle spaccature simili a quelle docu-
mentate in Fig.6. Fig. 2 Detail of Fig. 1 after longitudinal cutting.

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Fig. 3 Dettaglio dello condizioni della saldatura per Fig. 5 Dettaglio di un tratto della zona elettrounita.
elettrounione.
Fig. 5 Detail of the weld.
Fig. 3 Detail of the electrical weld of the pipe.

Fig. 4 Esame al microscopio elettronico a scansione. Fig. 6 Esame microscopico. Attacco: Elettrolitico in Acido
Particolare della zona evidenziata dal riquadro blu di Fig. 2. Ossalico 10%. Sezione trasversale della perdita di Fig. 4 x 25
Immagine processata con elettroni BSD.
Fig. 6 Etching : electrolitic in oxalic acid 10%. Cross section of
Fig. 4 Detail of the area indicated by the blue square in Fig.2 the leakage of Fig.4.
(QBSD image).

Esame al microscopio elettronico a scansione giustificata la perdita del tubo. Entrambi i difetti interessano
e microanalisi qualitativa EDS la zona fusa (elettrounione).
La zona evidenziata dal riquadro blu in Fig.2 stata esami- Comunque, la corrosione iniziata sulla superficie interna
nata ad un maggiore ingrandimento: la zona non interessata del tubo, probabilmente in corrispondenza delle irregolarit
da depositi presenta un foro in corrispondenza delle elettro- individuate in corrispondenza della elettrounione.
giunzione. Le zone scure, invece, corrispondono al deposito, Le Figg.811 documentano che lelettrounione non stata
la cui composizione stata rilevata con la microanalisi eseguita in modo corretto in quanto in entrambe le sezioni
(Fig.12): ossido/idrossido di ferro, che conferisce la tipica esaminate si notano difetti come mancanze di fusione (
colorazione rosso-bruna della ruggine, carbonati, cloruri e Fig.8) e mancanze di penetrazione (Fig.10) dai quali si sono
composti dello zolfo tipici di condense acquose. In partico- innescate anche delle cricche trasgranulari. In corrisponden-
lare la presenza del picco di cloro rileva la presenza di cloru- za di tali punti si possono verificare ristagni aumentando
ri che sono in grado di favorire un fenomeno di corrosione laggressivit dei cloruri.
localizzata. La Fig.5 mostra un tratto della zona elettrounita La microstruttura del metallo costituita da grani regolari di
che presenta delle irregolarit. austenite; lassenza di carburi e fasi precipitate indicano che
il trattamento termico di solubilizzazione stato eseguito
Esame micrografico (UNI 3137/65) correttamente.
La Fig.6 mostra il difetto di Fig.4 sulla sezione trasversale:
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ad esso corrisponde sulla superficie interna del tubo un pit di ANALISI CHIMICA P.M.I.
corrosione di dimensioni piuttosto rilevanti in quanto inte- Cr% Ni% Mo%
ressanti quasi lintero spessore del tubo. Sulla superficie
esterna si nota la morfologia del punto documentato in 16,80 11,30 2,10
Fig.1. Ragionevolmente i due difetti sono comunicanti su un
piano diverso da quello documentato: in tale modo viene Gli elementi indicati risultano conformi allacciaio dichiarato.

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Fig. 7 Dettaglio del bordo della perdita di Fig. 6 x 200. Fig. 9 Dettaglio della zona evidenziata dal riquadro di Fig. 8
x 100.
Fig. 7 Detail of the internal surface of the leakage of Fig. 6.
Fig. 9 Detail of the area delimited by the yellow sqaure in Fig. 8.

Fig. 8 Sezione traversale 1 di Fig. 5 x 25. Fig. 10 Sezione traversale 2 di Fig. 5 x 25.
Fig. 8 Cross section 1 indicated in Fig. 5. Fig. 10 Cross section 2 indicated in Fig. 5.

Conclusioni tato dellaccumulo di soluzione acquosa residua dopo svuo-


Il tubo in esame interessato da un fenomeno di corrosione tamento dei tubi al termine della prova idraulica.
localizzata (pitting) passante lo spessore del tubo in corri- La presenza di elementi di natura ionica nella soluzione esa-
spondenza della saldatura (per elettrounione). minata quali Calcio, Magnesio e Sodio nonch di compo-
La zona di elettrounione presenta numerose irregolarit ma- nenti caratteristici di sedimenti come Alluminio e Silicio se-
croscopiche come risulta evidente in Fig. 3. Queste irregola- gnalano in modo evidente limpiego di acque non trattate
rit interessano la saldatura lungo tutta la sua lunghezza, e (ossia non demineralizzate come prescritto, ad esempio, dal-
anche dove i lembi del tubo risultano saldati, in realt sono le specifiche ASME) nel corso della prova di tenuta idrosta-
stati evidenziati difetti come mancanze di penetrazione e di tica.
fusione (Fig.8 e 10). In generale, la giunzione senza mate- La presenza di difetti di saldatura e, plausibilmente, la non
riale dapporto presenta una resistenza alla corrosione in- completa efficacia del sistema di drenaggio del manufatto in
trinsecamente inferiore a quella del materiale base, a diffe- esame hanno pertanto favorito laccumulo di soluzione ac-
renza di quanto accade per le saldature con materiale dap- quosa con caratteristiche aggressive specie in corrisponden-
porto dove, per ovviare alle pi limitate caratteristiche strut- za delle saldature e degli interstizi del sistema.
turali della zona fusa si ricorre allutilizzo di metalli di ap- Le caratteristiche dellacqua utilizzata sono difficilmente
porto maggiormente legati del materiale allo scopo di evita- esperibili a posteriori ma risulta altres evidente come la loro
re fenomeni di segregazione. (Sia detto per inciso che questa stagnazione allinterno dei tubi e delle apparecchiature in
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prassi, ormai abbondantemente diffusa, pu determinare in esame possa determinare linsorgenza delle condizioni po-
alcuni casi linsorgenza di problemi corrosionistici nella zo- tenzialmente pi gravose per linsorgenza di corrosione lo-
na termicamente alterata che viene ad essere meno nobile calizzata.
sia del materiale base che della zona fusa). In particolare la presenza di ossigeno e, conseguentemente,
Il fenomeno di corrosione diffuso che ha, in talune aree, de- di superficie metallica passivata accompagnata da aree con
terminato la completa foratura del tubo da ritenersi il risul- sacche di soluzione aggressiva, determina condizioni di

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Fig. 11 Dettaglio della zona evidenziata dal riquadro di Fig. 10 Fig. 12 Microanalisi EDS effettuata in corrispondenza del
x 100. deposito di Fig. 5.
Fig. 11 Detail of the area delimited by the green sqaure in Fig. Fig. 12 EDS microanalysis, performed in correspondence of the
10. deposit of Fig. 5.

areazione differenziale e attacco delle aree ricoperte da solu- denzia lo sviluppo di prodotti di corrosione pronti a sfida-
zione (si noti per inciso come un processo del tutto analogo re i capisaldi delle leggi di gravit (cosa pressoch inos-
si applichi a maggior ragione nelle aree interessate dalla for- servata per i comuni fenomeni di pitting e crevice corro-
mazione di interstizi). sion)
Gli elementi aggressivi presenti nella soluzione acquosa uti-
lizzata per la prova idrostatica sono, in linea ipotetica ricon- B) Corrosione influenzata dalla presenza di batteri (MIC
ducibili a due: Microbiologically Influenced Corrosion)
1. Presenza di significativi tenori di cloruri, accompagnata
verosimilmente da una certa acidit. Pro
2. Presenza di contaminazione batterica, accompagnata da Le immagini fotografiche relative allesame sul campo ef-
un tenore, anche relativamente limitato, di cloruri. fettuate dalla Richiedente (specie quelle relative al serba-
In entrambi i casi da ritenersi evidente la presenza di ossi- toio di stoccaggio della soluzione acquosa impiegata) la-
geno, infatti i prodotti di corrosione, che si evidenziato sciano pochi dubbi. Il fenomeno evidenziato in corrispon-
contengano significativi tenori di cloro e ferro, presentano la denza delle saldature un caso da manuale di MIC attri-
colorazione caratteristica del ferricloruro (sali di ferro III as- buibile prevalentemente a batteri ferro-manganese ossi-
sai ossidanti e caratteristici prodotti di ambienti ossidanti). danti (prevalentemente aerobi) quali ad esempio la gallio-
A favore delle due ipotesi si possono elencare alcuni aspetti nella o slime-formers.
distinti: Attacco assolutamente preferenziale della zona fusa con
andamento cavernizzante (sovente il foro di ingresso rico-
A) corrosione interstiziale e/o per stagnazione di soluzione perto da una pustola assai ridotto rispetto allampia ca-
acquosa aggressiva in presenza di ossigeno intrappolato vit immediatamente sottostante)
nei tubi. Aspetto caratteristico con cerchi concentrici e striature dei
prodotti di corrosione il cui avanzamento non segue che
Pro marginalmente le limitanti leggi di gravit
Presenza di aree catodiche estese in corrispondenza di Compatibili con la presenza di cloro (ossiai cloruri), sali
aree anodiche (dove ha luogo la dissoluzione del metallo) alcalini e depositi silicei o silicoalluminati.
di dimensioni ridotte In grado di determinare le condizioni sufficientemente os-
Identificazione della presenza di cloro nellesame EDS, sidanti richieste per la formazione di ferri-manganase clo-
essendo i cloruri lelemento principale in grado di deter- ruri e conseguente del potenziale critico di pitting.
minare questo tipo di fenomeno corrosivo. Questi composti, qualora presenti, agiscono sinergicamente
Inoltre si segnala come la temperatura critica di crevice con fenomeni di ristagno e formazione di superficie interes-
(corrosione interstiziale) sia in genere almeno 10C inferio- sate da fenomeni di areazione differenziale.
re a quella di pitting. Un eventuale ambiente caldo (35-
45C) favorirebbe linstaurarsi delle condizioni richieste per Contra
linnesco del fenomeno. Non si osserva significativa presenza di fosforo quasi
sempre associato a questo tipo di depositi organici.
Contra Esistono oggettive difficolt di una sua certa attribuzione
Presenza di aloni concentrici intorno al pit in quanto, oltre al fatto che lesame sarebbe da effettuarsi
Localizzazione del fenomeno in corrispondenza delle sal- sui componenti biologici, il picco del manganese caratteri-
dature stico risulta sovrapposto al picco secondario del cromo e
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Richiesta di unacqua aggressiva per lattacco di un mate- quello del ferro pressoch indiscernibile da quello carat-
riale di discreta resistenza al pitting quale lAISI 316 (nel- teristico del materiale base; anolagalmente si pu dire per
le comuni acque di pozzo composti fortemente ossidanti o il picco dello zolfo.
pH significativamente acidi e soluzioni saline o salmastre Si segnala inoltre che i due meccanismi (con una condizione
sono generalmente rari) necessaria per la presenza del secondo) hanno a nostro avvi-
Esame visivo fotografico fornito dalla richiedente che evi- so agito simultaneamente.

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Lanalisi delle acque impiegate risulta il mezzo pi sicuro ed

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economico per discriminare tra le due cause di corrosione
proposte.
Per quanto concerne gli interventi da effettuare per evitare il
ripetersi del fenomeno si possono suggerire in ordine di
priorit i seguenti:
1. Selezione di acque di qualit adeguata per le prove idro-
statiche
2. Completo drenaggio al termine della prova
3. Riduzione del tempo morto tra la prova idrostatica e la
messa in servizio
4. Miglioramento della qualit delle saldature elettro unite.
Non si ritiene in questa fase utile procedere allup-grade dei
materiali impiegati inevitabilmente accompagnato da un ag-
gravio di costi ingiustificato, in quanto il fenomeno corrosi-
vo da attribuirsi a condizioni anomale non corrispondenti a
quelle di esercizio. Fig. 1 Esame visivo. Particolare del camp.B. Innesco della
cricca.
Fig. 1 Detail of the failure of the samples.
CASO 3 : ROTTURA PER FATICA DI SALDATURA
TRA FLANGIA E TUBO IN AISI 316Ti

Campioni
N2 campioni costituiti da un tubo saldato circonferenzial-
mente con metodologia TIG ad una flangia; sia il tubo che la
flangia sono realizzati in acciaio inossidabile austenitico AI-
SI 316 Ti.
Allinterno del tubo alloggiata una termocoppia che serve
per misurare la temperatura di un flusso.
I due campioni sono stati installati contemporaneamente;
uno si completamente rotto in corrispondenza della linea
di fusione della saldatura dalla parte del tubo ( Fig.3), laltro
mostra una cricca interessante circa met della superficie
esterna del tubo, sempre in corrispondenza della linea di fu-
sione (Fig.2 cricca evidenziata tramite liquidi penetranti).
Scopo degli esami determinare la causa della rottura.

Esame frattografico
La superficie di frattura del campione identificato A ( quello Fig. 2 Particolare del camp. A . Superficie della frattura lato
flangia.
completamente rotto) si presenta ortogonale allasse longi-
tudinale del tubo e priva di deformazioni macroscopiche Fig. 2 Detail of the failure of the samples.
(Fig.2).
In corrispondenza della superficie esterna del tubo sono pre-
senti numerosi gradini che si sviluppano radialmente verso
linterno, corrispondenti a pi inneschi.
La Fig.3 documenta alcuni di questi inneschi.
La superficie di frattura presenta la morfologia tipica di un
meccanismo di frattura per fatica, con andamento transgra-
nulare e con le tipiche linee di spiaggia ( Fig.4). Le frecce
indicano la direzione di avanzamento delle cricche: corri-
sponde a quella ipotizzata dallesame visivo, dalla superficie
esterna verso quella interna del tubo

Esame metallografico (UNI 3138/84 UNI 3137/65)


e prove di durezza (UNI EN 1321/97)
E stata prelevata una sezione longitudinale del campione B
in corrispondenza della cricca: la Fig.5 documenta come es-
sa interessi lintero spessore del tubo e si inneschi a partire
dalla linea di fusione. La Fig.6, che documenta la stessa se-
zione ad un maggiore ingrandimento, mette in evidenza la
Fig. 3 Esame frattografico al microscopio elettronico a
cricca in tutta la sua interezza; la sua morfologia lineare e scansione S.E.M. Superficie esterna. Particolare di alcuni
transgranulare, riconducibile ad un meccanismo di rottura inneschi della rottura del campione A.
per fatica.
La Fig.7 mostra linnesco della cricca, che interessa parte Fig. 3 Detail of some initiations points of the fracutre of sample A.
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della zona fusa; la cricca avanza poi nella zona termicamen-


te alterata, caratterizzata da una microstruttura a grano di di- mento dovuto alla lavorazione meccanica ( laminazione). La
mensioni maggiori rispetto a quelle del metallo base del tu- Fig.8, rappresentativa della zona termicamente alterata del
bo. Tale alterazione attribuibile allapporto di calore du- tubo su una sezione non comprendente la cricca, ne mette in
rante il processo di saldatura, che ha comportato anche una evidenza la differenza microstrutturale con la microstruttura
distensione della microstruttura tale da annullarne lincrudi- del tubo.

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Fig. 4 Particolare evidenziato in Fig. 3. E evidente il tipico Fig. 7 Innesco della cricca di Fig. 6 x100.
avanzamento della fatica. Attacco: HCL+HNO3.
Fig. 4 Detail of the square in Fig. 3. Typical morphology of a
Fig. 7 Initiation of the crack of Fig. 6.
fatigue phenomenon.

Fig. 5 Esame macroscopico. Attacco: HCL+HNO3. Sezione Fig. 8 Zona termicamente alterata lato tubo x100. Attacco:
trasversale della saldatura in una zona criccata. Campione HCL+HNO3.
identificato B.
Fig. 8 Heat affected zone tube side.
Fig. 5 Cross section of the weld in correspondence of the crack
(pointed by the arrow) of sample B.
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Fig. 6 Esame microscopico. Sezione del tratto di saldatura Fig. 9 Andamento della cricca nella zona termicamente alterata
criccata del campione identificato B x25. Attacco: HCL+HNO3. lato tubo x500.
Fig. 6 Cross section of the weld in correspondence of the crack Fig. 9 Detail of the crack in the haet affected zone tube side.
of sample B.

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Fig. 10 Materiale base tubo x500. Attacco: HCL+HNO3. Fig. 11 Materiale base della flangia x500. Attacco:
HCL+HNO3.
Fig. 10 Parent metal of the tube.
Fig. 11 Parent metal of the flange

La Fig.9 mostra un tratto della cricca che si sviluppa allin-


terno della zona termicamente alterata, dove i grani sono
equiassici e privi di incrudimento, a differenza della micro-
struttura del tubo, con grani pi piccoli, orientati nella dire-
zione di laminazione e fortemente incruditi ( Fig.10); i valo-
ri di durezza ottenuti nelle due zone rappresentano il diver-
so grado di incrudimento.
Il metallo base della flangia costituito da grani molto pi
grossi (confronto diretto con Fig.10), equiassici e distesi
(Fig.11); non presente una zona termicamente alterata vera
propria (Fig.12), sia perch non c diversit nella micro-
struttura, sia per i valori di durezza , simili a quelli del me-
tallo base.

Conclusione
Sulla base degli esami effettuati si ritiene che il cedimento
dei due campioni sia avvenuto per un meccanismo di fatica,
dove le sollecitazioni alternate in gioco, di bassa entit ma
con frequenza piuttosto elevata (giudicabile dalla distanza
tra le linee di spiaggia) sono riconducibili con molta proba- Fig. 12 Zona termicamente alterata lato flangia x100. Attacco:
bilit alla presenza di vibrazioni. La rottura si probabil- HCL+HNO3.
mente innescata su un fronte di 180, per poi propagarsi fino
Fig. 12 Heat affected zone flange side.
ad interessare lintera sezione resistente.

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Il fatto che la rottura dei campioni si sia verificata piuttosto A nostro avviso, comunque, la rottura stata promossa prin-
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velocemente, induce comunque a pensare che non sia stata cipalmente dalla diversit microstrutturale tra il tubo e la zo-
promossa solo dalla presenza di tale tipo di sollecitazioni. na termicamente alterata: lapporto di calore durante la sal-
Non sono state rilevate discontinuit geometriche a cui attri- datura, e probabilmente un raffreddamento piuttosto lento,
buire linnesco della rottura; la zona a disegno pi critica hanno provocato un ingrossamento del grano austenitico e
dovrebbe essere quella corrispondente al cambiamento di una distensione tale da ridurre i valori di durezza da 310 HV
sezione tra il cordone e il tubo, ma si visto che la rottura in a 142HV per unarea piuttosto estesa a partire dalla linea di
realt parte dalla zona fusa, anche se molto vicino alla zona fusione. E ragionevole pensare che la cricca si sia innescata
termicamente alterata. Il fatto per che lesame frattografico proprio in tale zona.
abbia rilevato numerosi inneschi in corrispondenza della su- Il livello di incrudimento del tubo, comunque, da ritenersi
perficie esterna del tubo, dai quali, successivamente, la cric- piuttosto alto e attribuibile a rapporti di riduzione troppo
ca di fatica si propagata fino a interessare lintero spessore elevati.
del tubo pu far pensare che la geometria del cordone possa La microstruttura della flangia, invece, non presenza altera-
aver contribuito alla rottura. zione in corrispondenza della linea di fusione.

A B S T R A C T

FAILURE ANALYSIS OF STAINLESS STEELS mechanical stretch of tiny solidification defects present
AND NICKEL ALLOYS WELDS before the stretching phase in correspondence of the weld
zone.
Keywords: The biggest defects, anyway, correspond to intergranular
stainless steel, welding, metallography cracks ; they were generated by hydrogen absorbed during
the welding process.
The following article describes some failures of stainless Hydrogen is a very small element, which may diffuse very
weld components; they were chosen among the several fai- easily at the grainboundaries of the microstructure of the
lure analysis performed by OMECO Laboratories in twenty metals, generating intergranular cracks and embrittling it.
years of experience. It is possible the intergranular cracks propagate in the base
metal, too.
1- FAILURE FOR HYDROGEN EMBRITTLEMENT Nickel alloys, since fcc structures, are resistance to hydro-
OF WELDED TUBES DECLARED AS INCOLOY 800 gen embrittlement. For this reason it is probably the welding
(ELECTRICAL RESISTANCE) conditions were improper; in particular the content of hy-
Strip of 0,5 mm of thickness are longitudinally welded (TIG , drogen in the gas shielded mixture is too high.
inert gas shielded (mixture of argon and hydrogen 14%)) to Anyway, the presence of several nitrides in the microstructu-
obtain tubes of 7,5 mm of diameter. Eddy current control is re contributed to the defects, because they are very hard and
performed. The tubes are filled with magnesium oxide. obstruct the deformation of the metal during the stretching
Then the welded tubes are stretched in 12 steps to obtain phase (on the edges of the crack nitrides were detected).
elongation of 13% and a diameter of 6,5 mm. The Eddy current control didnt detected these defects be-
A heat treatment at 1050C and air-cooled is performed. cause they were not present yet. The cracks occurred when
During the final test of the electrical resistance, circumfe- the absorbed hydrogen elements had the time to become mo-
2/2005

rential defects are detected (Fig.1). lecules.


Visual examinations at high magnification with the electron
scanning microscope and metallographic examination on 2- CORROSION OF A AISI 304L STAINLESS STEEL
sections of the tubes in correspondence of the defects were ELECTRICALLY SEAM WELDED PIPE
performed (Fig.18); the obtained evidences pointed out A leaking pipe (diameter 70 mm and thickness 2 mm), de-
that some of the detected defects are the amplification for clared as stainless steel AISI 304L, taken from a plant, that

24 la metallurgia italiana
A C C I A I O I N O S S I D A B I L E

was hydraulic tested with well water, but didnt work, yet. the morphologies typical of MIC (Microbiologically Influen-

Memorie
On the external surface of the tube there is a circle defect; ced Corrosion).
the surface close to it is clean and without deposits (Fig.1).
The internal surface of the pipe presents , after longitudinal 3 FATIGUE FAILURE OF THE WELD BETWEEN
cutting, red-brown deposits lined in correspondence of the A TUBE AND A FLANGE DECLARED AS AISI 316Ti
electrical weld (Fig.2). The indication of Fig.2 corresponds to N2 samples made of tubes circumferentailly welded with a
the defect detected on the external surface: it is the leakage. flange (TIG); both the tube and the flange are declared as
On the base of the performed examinations (evidences in stainless steel AISI 316 Ti.
Fig.412), the leakage corresponds to a localized corrosion These samples are used to fix a thermocouple that has to
phenomenon in correspondence of the weld. measure the temperature of a gas flow.
The electrical weld has several macroscopic discontinuities The samples were set up at the same time. The sample iden-
(Fig.3) on the whole length of the sample and, even where tified A is completely failed in correspondence of the fusion
the edges seams welded, defects as lack of fusion or lack of line of the tube (Fig.3); the sample B has a circumferential
penetration were detected by the metallographic examina- crack extended about 180 in correspondence of the fusion
tions (Fig.810). line of the tube (Fig.2).
The presence of irregularities in correspondence of the weld On the base of the performed examinations, the failure of
and probably an uncompleted drainage of the plant after the the samples occurred for a fatigue mechanism, promoted by
hydraulic test promoted the drift of aggressive elements. high frequency-low amplitude cyclical stress, reasonably si-
The EDS microanalysis detected the typical elements of wa- milar to vibrations. The failure initiated on a 180 extended
ter condense (as Carbonates and silicates), when the stan- line, and propagated through the resistant section.
dard specification usually suggest to use demineralized wa- The failure occurred quite fast (as reported by Customer):
ter for this kind of test. we have to think that were been something else contributed
In particular, the presence of oxygen suggests the presence to the phenomenon.
of passive metallic surfaces close to areas with aggressive There were not stress concentration: in correspondence of
substances, generates differential aeration conditions and the fusion line of the weld on the tube side there are not di-
corrosion attack (crevice corrosion). scontinuities or geometrical irregularities..
And usually the welds without filler metal are less corrosion But the fractographic examinations pointed out several ini-
resistant than the parent metal; thats way the corrosion ad- tiation points on the fracture surface, so the shape of the
vanced in the weld zone. weld may contributed to the failure, even if, anyway, the
We may consider the corrosion was promoted by the presen- crack started from the weld zone.
ce of chlorides and bacterium, combined with the presence But we think the higher contribute to the failure was given
of oxygen. by the coarser microstructure of the tube in the heat affected
We collected all the PRO and all the CONTRA of this theory. zone characterized by lower hardness values (142 HV ver-
One of the PRO is the superficial condition of the surfaces sus 310 HV of the parent metal of the tube). And usually, low
of the other components of the plant , that present areas with hardness values correspond to lower fatigue limit.

2/2005

la metallurgia italiana 25
A C C I A I O I N O S S I D A B I L E

Memorie
Saldatura e trattamento termico laser
di acciai inossidabili bifasici
E. Capello, M. Castelnuovo, B. Previtali, M. Vedani

Nonostante la loro continua diffusione, la saldatura laser degli acciai inossidabili bifasici rimane un
processo molto critico, a causa del decadimento delle propriet meccaniche e di resistenza alla
corrosione che si verifica nel giunto. Presentiamo qui un procedimento innovativo di trattamento laser
localizzato in grado di ripristinare le propriet meccaniche e la resistenza alla corrosione del giunto
inossidabile bifasico saldato laser del tipo SAF 2205.
Parole chiave: acciai inossidabili austenitici, trattamenti termici, modellazione

INTRODUZIONE del bagno di fusione ricchi in azoto per promuovere la for-


mazione della fase austenitica [1-4].
Gli acciai inossidabili bifasici hanno trovato unampia diffu- Un secondo aspetto di notevole importanza per la metallur-
sione negli ultimi anni grazie alle loro ottime caratteristiche gia dei inossidabili bifasici riguarda la precipitazione di fasi
meccaniche e alla loro buona resistenza alla corrosione uni- intermetalliche. Evitare la formazione di queste fasi nel zona
tamente al loro basso costo. La combinazione tra buona resi- fusa e nella zona termicamente alterata diventa particolar-
stenza meccanica e alla corrosione in un campo di tempera- mente difficoltoso con laumentare del contenuto di elemen-
ture compreso fra -50C e +250C una importante pro- ti in lega e pu diventare un problema non banale da risolve-
priet che li rende particolarmente apprezzati per limpiego re nel caso in cui si saldino acciai inossidabili superduplex.
in applicazioni chimiche e petrolchimiche. In questi e in Per considerazioni di carattere termodinamico e pratico
molti altri campi di applicazione, gli acciai inossidabili bifa- comunemente accettato che una grande variet di queste fasi
sici sono oggigiorno i pi importanti competitori degli ac- intermetalliche possano essere prodotte dal processo di sal-
ciai inossidabili austenitici. datura in un campo di temperature compreso tra 400C e
I moderni acciai inossidabili bifasici sono inoltre facilmente 1200C. La precipitazione di tali fasi pu essere la conse-
saldabili per mezzo delle comuni tecniche per fusione, an- guenza di condizioni di saldatura improprie come eccessivi
che se a causa della necessit di garantire una struttura cor- surriscaldamenti, insufficienti velocit di raffreddamento e
rettamente bilanciata e della loro complessa metallurgia tal- abbondanti post-riscaldi durante saldature a pi passate. Le
volta il processo di saldatura risulta leggermente pi sofisti- pi importanti fasi secondarie che si possono formare duran-
cato rispetto agli acciai inossidabili austenitici. te la permanenza dellacciaio a temperature superiori a
Per garantire la miglior combinazione fra resistenza mecca- 500C sono le fasi , , i nitruri di cromo e laustenite se-
nica e resistenza alla corrosione, comunemente accettato condaria [2,5-13]. In aggiunta, in un intervallo di temperatu-
che il rapporto tra la ferrite e laustenite deve essere il pi ra centrato attorno ai 475C si ha la decomposizione spino-
possibile prossimo a valore di 1:1. Questo corretto bilancia- dale della ferrite primaria in ferrite causante fenomeni di
mento tra le due fasi generalmente ottenuto mediante un fragilit nel cordone [14-17]. In letteratura stato dimostra-
attento dosaggio degli elementi in lega ed unappropriata to che per acciai inossidabili superduplex [1,5,6], il tempo
scelta del trattamento termico di tempra di soluzione. Tutta- necessario alla formazione di fasi indesiderate ad alta tem-
via, nel caso in cui si voglia saldare laser acciai inossidabili peratura e confrontabile con quello imposto dalle comuni
bifasici, alcuni degli aspetti positivi evidenziati in preceden- tecnologie di saldatura. Quindi, man mano che il tenore de-
za vengono a mancare perch il basso apporto termico tipico gli elementi in lega viene aumentato risulta sempre pi diffi-
di questo processo (al quale sono associati cicli termici cile ottimizzare i cicli termici al fine di produrre saldature di
estremamente rapidi) non permette alla ferrite primaria di qualit. Per contro, nei tradizionali acciai duplex (SAF
trasformarsi in austenite durante il raffreddamento in fase 2205) la maggior stabilit microstrutturale ed un accurato
solida. controllo dei cicli termici o della composizione chimica del-
Infatti, gli acciai inossidabili bifasici generalmente solidifi- leventuale filo dapporto, possono efficacemente prevenire
cano con una struttura completamente ferritica e laustenite la precipitazione di fasi secondarie indesiderate.
nuclea allo stato solido a bordo del grano ferritico durante il Malgrado la notevole quantit di conoscenza presente in let-
raffreddamento. La quantit di austenite presente sar quindi teratura sui processi di saldatura degli acciai inossidabili,
funzione delle condizioni di raffreddamento del giunto ed in sono disponibili informazioni limitate riguardo ai processi
particolare tanto maggiore la velocit di raffreddamento, di saldature ad alta densit di energia su acciai inossidabili
tanto minore la quantit di austenite risultante nel giunto bifasici. Seppur con gli inconvenienti gi discussi, gli acciai
solidificato. inossidabili bifasici sono agevolmente saldabili per mezzo
Per bilanciare il dannoso effetto dei rapidi cicli termici pro- della tecnologia laser che per contro offre caratteristiche
dotti dalla saldatura laser si possono utilizzare fili dapporto uniche come la possibilit di effettuare con la stessa sorgen-
ricchi di elementi austenitizzanti come pure gas di copertura te un trattamento termico post-saldatura per il recupero del
corretto bilanciamento tra le fasi, variato a seguito della sal-
2/2005

datura. Numerosi lavori hanno gi dimostrato la possibilit


di utilizzo di sorgenti laser per il trattamento termico degli
Edoardo Capello, Moreno Castelnuovo, Barbara Previtali, Maurizio Vedani acciai inossidabili. In questa memoria in particolare, si in-
Dipartimento di Meccanica, Politecnico di Milano tende presentare un recente lavoro condotto sulla saldatura e
il successivo trattamento termico laser di acciai inossidabili
bifasici.

la metallurgia italiana 9
A C C I A I O I N O S S I D A B I L E

Fig. 1 Micrografia di un
Memorie

cordone saldato laser in


acciaio SAF 2205.

Fig. 1 Micrography of a
laser welded bead in SAF
2205.

LE PROBLEMATICHE DELLA SALDATURA LASER ciclo termico di riscaldamento e raffreddamento opportuna-


DI ACCIAI INOSSIDABILI BIFASICI mente calibrato [26]. Il risultato consiste nella trasformazio-
ne allo stato solido di parte della ferrite presente nel cordone
Come noto, esistono innumerevoli vantaggi che rendono in austenite, trasformazione che nella condizione migliore
la saldatura laser di forte attrattiva per il mondo industriale: pu raggiungere la distribuzione originale 50%-50.
densit di energia elevata, focalizzazione su aree di dimen- Nel presente lavoro si riporta lo studio del trattamento ter-
sioni ridotte, facile trasportabilit del fascio, velocit e pro- mico laser a pieno spessore di un lamierino di 2.11 mm in
duttivit elevate. acciaio inossidabile SAF2205 (UNS S32205) preventiva-
Tuttavia, nel caso in cui si vogliano saldare gli acciai inossi- mente saldato mediante laser. La scelta del materiale rica-
dabili bifasici alcuni degli aspetti positivi evidenziati in pre- duta sul SAF2205 perch uno degli acciai inossidabili bi-
cedenza vengono a mancare a causa del ciclo termico di sal- fasici commercialmente pi diffuso ed utilizzato.
datura indotto.
Come risultato, la struttura che si ottiene a temperatura am-
biente in un cordone laser fortemente sbilanciata a favore IL TRATTAMENTO TERMICO LASER POST-SALDATURA
della ferrite, che mediamente attorno al 70-80 %. Inoltre
anche la zona termicamente alterata (ZTA), sebbene non ab- Il trattamento termico laser post-saldatura una tecnica che
bia raggiunto la fusione, risulta danneggiata dai cicli molto vorrebbe ricreare localmente un ciclo termico molto simile a
rapidi di raffreddamento presentando nuovamente uno sbi- quello del trattamento termico di solubilizzazione in forno,
lanciamento delle fasi a favore della ferrite. In Fig.1 si os- ovvero (Fig.2):
serva la tipica microstruttura di un acciaio duplex saldato la- portare il cordone di saldatura ormai solidificato alla tem-
ser, in cui possibile riconoscere allinterno del cordone di peratura di trattamento termico (indicativamente superio-
saldatura strutture quasi completamente ferritiche. re a 1050C per gli acciai inossidabili bifasici) ma evitan-
done la fusione superficiale;
mantenere il cordone in temperatura per un tempo suffi-
ACCORGIMENTI NELLA SALDATURA LASER cientemente lungo tale da garantire la trasformazione par-
DI ACCIAI INOSSIDABILI BIFASICI ziale della ferrite in austenite;
garantire un rapido raffreddamento ad opera del metallo li-
Per evitare lo sbilanciamento delle fasi nel cordone saldato, mitrofo alla parte interessata dal passaggio del fascio laser.
vengono oggi utilizzati diversi accorgimenti, in funzione sia Grazie infatti al ridotto apporto termico del fascio laser e
della destinazione del manufatto saldato, che delle sue di- allelevata capacit termica del materiale circostante la zo-
mensioni, nonch delle specifiche funzionali. na di saldatura, solitamente i cicli di raffreddamento sono
Tra le strategie comunemente adottate si ricordano: utilizzo sufficientemente rapidi da evitare la formazioni di fasi in-
di gas di assistenza ad alto potere austenitizzante, tipica- termetalliche indesiderate (quali la famigerata fase ).
mente azoto; saldatura con filo dapporto, ricco di elementi Per effettuare il ciclo termico descritto in Fig.2, occorre di-
austenitizzanti come fili in nichel; preriscaldo dei lembi, per sporre di una sorgente laser idonea. In particolare, rispetto al
rendere pi blandi i cicli di riscaldamento e raffreddamento;
trattamento termico di solubilizzazione in forno statico o in
linea.
Tutti gli accorgimenti elencati presentano, se confrontati
lun laltro, vantaggi e svantaggi reciproci. Lutilizzo di gas
di copertura austenetizzante si mostra poco efficace perch
la solubilit dellazoto limitata ai primi strati del cordone
saldato. Il filo dapporto comporta una diminuzione della
velocit di saldatura e realizza cordoni di dimensioni mag-
giori rispetto alla soluzione senza filo. Il trattamento in for-
no costringe a trattare lintero componente e non solo la par-
te interessata dalla saldatura. Inoltre il trattamento in forno
aggiunge al ciclo di produzione una fase in pi, con il di-
spendio di tempi e costi conseguenti.
2/2005

Recentemente si va affermando un nuovo processo di tratta-


mento del cordone duplex saldato laser, che sfrutta le pro-
priet del fascio laser stesso. Si tratta di un trattamento ter-
mico laser post-saldatura, da eseguirsi localmente sulla su-
Fig. 2 Ciclo termico di solubilizzazione.
perficie del cordone saldato. Lo stesso fascio laser impiega-
to in saldatura scorre sulla superficie saldata, che subisce un Fig. 2 Thermal solubilisation treatment.

10 la metallurgia italiana
A C C I A I O I N O S S I D A B I L E

Fig. 3 Specchio Fig. 5

Memorie
integratore. Condizioni di
trattamento.
Fig. 3 Integration
mirror. Fig. 5 Heat
treatment
condition.

fascio laser di saldatura, solitamente costituito da un fascio done duplex consiste nellindividuare la finestra tecnologica
gaussiano, occorre che lenergia del fascio sia uniformemen- (in termini di P e v) allinterno della quale tutti i punti inte-
te distribuita allinterno dello spot di trattamento che deve ressati dal trattamento subiscono il ciclo termico di Fig.2.
avere dimensioni opportune. Per questa ragione, nel caso di Pi correttamente, occorre che tutti i punti interessati dal
sorgenti laser CO2 di potenza, si utilizzano dispositivi proget- trattamento (ovvero il cordone e la zona termicamente alte-
tati ad hoc, quali specchi integratori. Questi dispositivi sono rata), subiscano un ciclo di riscaldamento e di raffreddamen-
in grado di riprodurre sulla superficie del pezzo, a partire da to tale per cui (Fig.5):
un fascio circolare gaussiano, una distribuzione di potenza la temperatura massima raggiunta T si mantenga superiore
uniforme e rettangolare. In Fig.3 si mostra lo specchio inte- a una temperatura critica di trasformazione T ed infe-
gratore utilizzato nella sperimentazione, che consente di otte- riore alla temperatura di fusione TF;
nere spot rettangolari di dimensioni 8x16 mm. il tempo di permanenza sopra tale temperatura sia superio-
Come illustrato in Fig.4 il trattamento laser consiste nel far re a un tempo critico di trasformazione. Come indicatore
scorrere sulla superficie superiore del pezzo il fascio laser del tempo di permanenza, coerentemente con quanto soli-
lungo la mezzeria del cordone di saldatura. Contemporanea- tamente si usa per il trattamento in forno degli acciai du-
mente la zona di trattamento viene protetta da un flusso di plex, si assume il tempo t800-500, inteso come il tempo im-
azoto, che ha sia propriet di copertura che austenitizzanti. piegato dal punto per raffreddare dalla temperatura di
Sperimentalmente, si osservato che riprodurre il ciclo di 800C a 500C. Pertanto perch si abbia la trasformazione
Fig.2 in un cordone di saldatura ad opera di un fascio laser parziale della fase in occorre che t800-500 sia superiore
opportunamente integrato unoperazione molto critica. In- a un certo valore critico di trasformazione t.
fatti i cicli termici che si ottengono irradiando il materiale ri- Quindi per progettare un trattamento laser di riconversione
mangono, anche in fase di trattamento, piuttosto rapidi e di della fase ferritica in austenitica in un cordone laser, occorre
difficile previsione e controllo. Una cattiva progettazione determinare in funzione del materiale da trattare i due valori
del trattamento laser si risolve in cordoni di saldatura che o critici minimi T e t e selezionare opportunamente i
non sono stati trattati (o sono stati trattati solo parzialmente parametri di processo potenza P e velocit v affinch tutti i
lungo lo spessore) oppure in cordoni rifusi, con conseguente punti interessati dal trattamento superino la T minima e
riformazione di strutture ferritiche nella parte rifusa. durante il raffreddamento attraversino le temperature di 800
Se si considera fissa la dimensione dello spot di trattamento, e 500C con t800-500 pi lunghi di t.
perch dipendente dallo specchio integratore, i parametri di Entrambi gli obiettivi richiedono la conoscenza del campo
processo che influenzano la riuscita di un trattamento laser termico nel pezzo durante il trattamento e il legame tra la
sono la potenza del fascio P e la velocit di avanzamento del temperatura e i parametri di processo P e v. Pertanto utile
fascio v. Pertanto progettare un trattamento laser di un cor- far ricorso alla modellazione del campo termico nel pezzo
Fig. 4
Schematizzazione
del processo
di trattamento termico
laser.

Fig. 4 Scheme of the


laser heat treatment
process.
2/2005

la metallurgia italiana 11
A C C I A I O I N O S S I D A B I L E

Fig. 6 Determinazione per


Memorie

confronto di T.

Fig. 6 Determination
of T.

trattato laser, che consente di determinare la temperatura e il T e t nel caso dellacciaio bifasico SAF2205.
tempo di trasformazione critica, attraverso il confronto con La sperimentazione stata condotta su cordoni precedente-
una sperimentazione progettata ad hoc ed ottimizzare le mente saldati mediante laser CO2 continuo (fascio multimo-
condizioni di trattamento, ovvero determinare per quale P e do, potenza=5 kW, velocit di saldatura =55 mm/s, altezza
v possibile ottenere la riconversione dellintero cordone di focale =0 mm). Le saldature sono state ottenute utilizzando
saldatura. azoto come gas di assistenza per incrementare il pi possibi-
le il tenore di austenite nel giunto. Il tenore di austenite lun-
go il giunto a seguito della saldatura mediamente si colloca
MODELLAZIONE DEL CAMPO DI TEMPERATURA attorno al 20%.
DURANTE IL TRATTAMENTO Il cordone di saldatura cos ottenuto stato trattato con il
medesimo laser, fornito dello specchio integratore, in diver-
Per comprendere a che temperatura e con che tempi avvenga se condizioni sperimentali, al variare della potenza P e della
la trasformazione della fase ferritica in austenite in regime velocit di trattamento v. La Tab.1 riassume le condizioni
di cicli termici molto rapidi, come quelli laser, e per legare per le quali si ottenuto un trattamento, anche se parziale
le variabili di processo alla temperatura sviluppata nel pezzo lungo lo spessore, come evidenziato dalla colonna Hmax, che
si scelto di utilizzare un modello termico di recente conce- riporta lo spessore massimo ottenuto, misurato nella sezione
zione. Si tratta di un modello analitico, originariamente svi- trasversale alla direzione di avanzamento del fascio e in cor-
luppato per il trattamento di tempra laser, che consente di rispondenza dellasse del cordone (Fig.7).
prevedere la temperatura in un corpo sottile a seguito del Per determinare la T, le isoterme nello spessore fornite
passaggio di una sorgente in movimento con velocit v. La dal modello termico sono state confrontate con le macrogra-
distribuzione di densit di potenza modellata una distribu- fie dei cordoni trattati. Lisoterma corrispondente allo spes-
zione rettangolare, con spot di area A pari a quella del fascio sore massimo trattato Hmax stata fatta coincidere con T.
laser integrato sulla superficie del pezzo, e densit di poten- Il tempo di trasformazione stato determinato calcolando
za costante P/A. Per ulteriori dettagli circa il modello anali- dal modello termico il parametro t800-500, sulla superficie
tico utilizzato si veda [27][28]. superiore del cordone, dove assume il valore minimo t.
Successivamente stata condotta una campagna sperimen- In Fig.6 si riporta un esempio della procedura di determina-
tale preliminare atta ad individuare i due parametri critici zione di T per la condizione sperimentale #3 della Tab.1.
Dalla Tab.1 si osserva che i valori di T e t variano al
# Prova P v Hmax t T variare delle condizioni sperimentali. Come riferimento per
- [W] [mm/s] [mm] [s] [C] la fase successiva verranno assunti il valore massimo di T
pari a 1028 C e minimo di t, pari a 2.75 s (estremi dei
1 600 1 1.2 7 850 rispettivi intervalli di confidenza al 95%), che dovrebbero
2 600 1 1.8 7.5 855 garantire le condizioni termiche minime affinch avvenga la
3 840 2 1.9 6 940 parziale trasformazione della ferrite in austenite.
4 840 2 1.7 5.75 925 Si sono cos determinate le condizioni da rispettare per la
5 1000 3 1.8 5 975 buona riuscita del trattamento termico di tutti i punti apparte-
nenti al giunto saldato o alla ZTA lungo lasse del cordone:
6 1000 3 1.1 4.75 990
2/2005

7
8
1250
1250
5
5
1.0
1.4
2.75
3.5
820
880
800-500
> T(z) > T = 1028 C per 0 < z < H
{ TFt = 1450(z) >Ct
= 2.75s per z = 0
max

Tabella 1 Risultati sperimentazione in termini di Hmax,T e t. Ciascun punto del cordone interessato al trattamento deve
raggiungere una temperatura inferiore alla temperatura di
Table 1 Hmax,T e t experimentation results. fusione TF, pari a 1450 C , e superiore alla temperatura cri-

12 la metallurgia italiana
A C C I A I O I N O S S I D A B I L E

tica di trasformazione T, pari a 1028C. Inoltre deve raf- guire un trattamento localizzato laser del cordone e della zo-

Memorie
freddare secondo un tempo di permanenza t800-500 superiore na termicamente alterata, teso a ricostituire loriginale equi-
a un tempo di trasformazione critico valutato sulla superfi- librio tra la ferrite e laustenite.
cie del cordone t pari a 2.75 s. Il trattamento laser dei cordoni duplex si dimostra una pro-

Fig. 8 Cordone
OTTIMIZZAZIONE DEL TRATTAMENTO TERMICO LASER completamente
trattato.
Una volta determinate le condizioni minime per le quali
possibile ottenere la parziale trasformazione in austenite di Fig. 8 Fully
un cordone saldato laser per lo spessore Hmax, si voluto ot- recovered bead.
timizzare il trattamento, ovvero estenderlo a tutto quanto lo
spessore: Hmax pari allo spessore del lamierino 2,11 mm.
Si sono quindi ricercate le condizioni sperimentali, in termi-
ni di P e v, che consentissero la riconversione dellintero
giunto.
Tramite il modello termico stato tracciato il nomogramma
di Fig.7, in cui nello spazio P e v, le linee spezzate rappre-
sentano le condizioni di isospessore di trattamento.
Al variare di P e v si osserva come via via che si passa da
Hmax=0 mm verso spessori trattati maggiori, le condizioni
sperimentali diminuiscano, finch per spessori di trattamen-
to Hmax pari allo spessore del campione (2,11mm) la linea
diviene un unico punto, ovvero ununica condizione di trat-
tamento (P=760 W, v=1 mm/s).
Il grafico di Fig.7 conferma la criticit del processo di tratta-
mento laser del duplex, per il quale la finestra tecnologica si
rivela molto stretta e difficile da determinarsi attraverso le
usuali procedure trial and error, che solitamente procedono
lattivit di produzione vera e propria.
La condizione di trattamento dellintero spessore, indicata
dal punto di Fig.7, stata verificata sperimentalmente con
risultati positivi.
Come si evince dalla macrografia di Fig.8 la struttura origi-
naria del giunto, costituita prevalentemente da ferrite, ha su-
bito una trasformazione ed stata convertita parzialmente in
austenite. A ulteriore conferma si osservi la macrografia di
Fig.9, che mostra sia larricchimento in austenite del cordo-
ne di saldatura che la riconversione della ZTA limitrofa.
Una misura puntuale del contenuto di austenite nel cordone
trattato laser ottenuto in condizioni ottimizzate ha riportato
landamento di Fig.10.
Sebbene sia evidenziabile una leggera variazione del conte-
nuto di austenite lungo lo spessore, mediamente il contenuto
percentuale di ferrite e di austenite stato riportato verso
il valore ottimale 50%-50.

CONCLUSIONI

Nel presente lavoro si indagata la fattibilit di una metodo-


Fig. 9 Zona di transizione metallo fuso - ZTA nel cordone trattato.
logia nuova di trattamento dei cordoni saldati laser in ac-
ciaio inossidabile bifasico. La procedura consiste nellese- Fig. 9 Transition from fusion to heat affected zone.
2/2005

Fig. 7 Diagramma delle curve isotrattamento. Fig. 10 Percentuale di austenite a seguito del trattamento termico laser.
Fig. 7 Depth of the treatment flow chart. Fig. 10 Recovered austenite due to the laser heat treatment.

la metallurgia italiana 13
A C C I A I O I N O S S I D A B I L E

cedura realizzabile a patto di controllare opportunamente il dings of the International Conference Dulex Stainless
Memorie

campo termico, generato nel pezzo a seguito del passaggio Steels 91, Beaune, France, Les Editions de Physique
del fascio laser. Solo attraverso la previsione delle condizio- Publisher, 1991, p. 737.
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ferrite in austenite in regimi di raffreddamento rapidi quali the International Conference Dulex Stainless Steels
quelli laser, e solo attraverso la conoscenza del legame tra il 91, Beaune, France, Les Editions de Physique Publi-
campo di temperatura e i parametri del processo di tratta- sher, 1991, p. 757.
mento, stato possibile ottenere il valore ottimale 50%- [16] J.E. Brown, A. Cerezo, T.J. Godfrey, M.G. Hethering-
50 in un lamierino di acciaio SAF2205 precedentemente ton, G.D.W. Smith, Mater. Sci. Technol. 6 (1990) 293.
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[14] J.E. Brown, P.H. Pumphrey, G.D.W. Smith, Procee- chester U.K.

A B S T R A C T

LASER WELDING AND HEAT TREATMENT mal model. As the direct temperature measurement confir-
OF DUPLEX STAINLESS STEELS med, the adopted thermal model has allowed to reproduce in
a fairly realistic manner the main features of the laser reco-
Key words: very process: workpiece finite thickness, rectangular con-
duplex stainless steels, heat treatment, thermal modelling stant power density and different convection on the top and
bottom surface. Then, the thermal analysis of the laser reco-
Despite their wide diffusion, laser welding of duplex stain- very process has been performed under various power and
less steels remains a very critical process, because of the feed rate conditions, showing that the peak temperature and
drastic reduction of mechanical and corrosion joint proper- the cooling rate play a prominent role on the treated maxi-
2/2005

ties due to very high thermal cycles. mum width. Experiments performed on 2.11 mm of duplex
In the paper the problem of obtaining a recovery of the laser stainless steel, according to the settled thermal conditions,
welded microstructure of a duplex stainless steel by means allowed to successfully recovered the welded beads,
of a laser treatment was investigated. showing that the proposed solution could be a helpful tool to
The temperature distribution in a workpiece treated by a la- reduce the number of iterations usually needed by the tradi-
ser beam has been firstly determined by an analytical ther- tional experimental approach.

14 la metallurgia italiana
A L L U M I N I O E L E G H E

Memorie
Residual stress measurements
on a cut-welded Al-Ti plate
using neutron diffraction techniques
M. Cabibbo, S. Marrone, E. Quadrini

The nature and effect of residual stress on cut-weld Al-Ti plane disc was studied by means of neutron
diffraction techniques. The study was extended from the parent aluminium-manganese-magnesium
AA3003 alloy to the weld Al-Ti interface and then to the parent commercially pure titanium alloy. For this
study, pulse neutron diffraction technique was applied. The residual stress level resulted practically weak
within the two parent materials. Yet, it was found that the mean strain level suddenly increased in
correspondence to the diffusion affected zone due to the cut-welding process. Microstructure diffusion
processes within a narrow weld interface zone were investigated by scanning electron microscopy and
energy dispersive spectrum techniques.
Keywords: aluminum and alloys, titanium and alloys, welding, diffraction, technologies

INTRODUCTION fraction technique, components of strain are measured direc-


tly from changes in crystal lattice spacing. When illumina-
The major advantages of using and develop the cold-roll ted by radiation of wavelength very close to the material in-
cut-welding technology lie in the following principal metal- terplanar spacing, crystalline materials diffract the incident
lurgical aspects: i) it is a solid state process which gives re- radiation generating distinctive Bragg-peaks. The angle at
producibility and high-quality standards of the welds; ii) no which any given peak occurs can be thus calculated using
filter wire, shielding gas or material supply is required; iii) Braggs law for diffraction. In particular, using thermal neu-
no fume or spatter is produced; iv) less material is lost com- trons the penetration depth in the most common metallic
pared to other more diffuse welding techniques (e.g. flash material is usually a thousand time deeper compared to
welding) [1-10]. The pressures exerted by the rollers involve common X-ray sources (Cu, Cr or Mo cathode sources in-
the depth of rolling and, consequently, the goodness of the volving wavelengths of respectively: 0.154, 0.229, 0.071 _)
welding process; moreover, it generates surface tensional [17-19]. Consequently, neutron diffraction is suitable for in-
states which, from point to point, are either negative (ten- vestigating strains within bulk specimens, the obtained
sion) or positive (compression) [1-7]. During cold-rolling, strain being an average over the entire gauge volume (that is
the dept of inter-diffusion phenomena have a strong effect the volume over which the neutrons scatter from). Strains,
on the welding process. A sufficient deep diffusion layer obtained from single peaks, are thus used to evaluate the
within each plate guarantees a strong bonding along the en- macroscopic strain-field.
tire welded plate interface. [8-10]. This paper aimed at illustrating a microstructure investiga-
Neutron diffraction is rather similar to the more familiar and tion on a cut-weld Ti-Al interface. The inter-diffusion profi-
common X-ray diffraction used for microstructure characte- le was acquired by means of scanning electron microscopy
risation in materials science field. The use of neutron, in- (SEM) and energy dispersive spectrum (EDS) techniques.
stead of X-ray sources, involves a major advantage in terms Residual stress in the weld zone was evaluated by means of
of penetration depth of neutrons within the metallic mate- neutron diffraction techniques.
rial, which allows the mapping of lattice parameter varia-
tions as a function not only of lateral position, as the case of
X-ray diffraction, but also of different thickness layers in the EXPERIMENTAL AND METHOD
interior of bulk materials [11-20]. With this respect, the de-
velopment of the neutron diffraction technique and its appli- The cold-roll welding process was applied to two plates: a
cability to bulk engineering components has largely and mo- commercially pure titanium and the aluminium-manganese-
re and more been driven by its peculiar ability to measure a magnesium 3003 alloy, whose chemical composition is
macro-scale level stress field, as a non-destructive mean. shown in Table 1. The Al holed plate had a diameter of 82
Moreover, the use of neutron diffraction is increasing within mm, and the small Ti-plate had a diameter of 8 mm. Before
the materials scientist community as a powerful mean to va- welding, Ti and Al surfaces were mechanical pickled to re-
lidate models and thus aid life predictions and the develop- duce and, eventually, eliminate the oxides layer in Al and Ti
ment of failure criteria [11-16, 20]. The use of pulse and ela- surface being welded [7]. For microstructure investigations
stic neutron diffraction techniques to determine lattice para- of inter-diffusion layers, specimens were simply mechanical
meter variations, or d-spacing, as a result of internal residual ground and then polished to 0.25 m diamond paste. Inve-
elastic strains, is well established [16-19]. By means of dif- stigations were carried out by means of a scanning electron
microscope (Philips XL30) using the back-scattered elec-
2/2005

tron (BSE) signal. X-ray EDS was used to calculate the wei-
ght percent of respectively Al within the Ti plate and Ti in
Marcello Cabibbo, Simona Marrone, Enrico Quadrini
INFM / Dipartimento di Meccanica, Universit Politecnica delle Marche, Ancona, Italy the Al plate along the weld surface, together with diffusion
profile mapping along a path normal to the weld interface.
Paper presented on 25 June 2004 Different Al-Ti cut-welded plates were produced and inve-
stigated.

la metallurgia italiana 51
A L L U M I N I O E L E G H E

Residual stress measurements were carried out by means of defined sample volume [19]. In the adopted configuration,
Memorie

neutron diffraction at the E3 diffractometer of the HMI- two radial collimators allow two perpendicular strain direc-
BENSC, Berlin. The neutron wavelength was 1.370 _ and tions to be measured simultaneously. This configuration also
the investigated peaks were Al-(200) and Ti-(111). By mea- enables to build-up a map of strain as a function of position
suring the flight times of diffracted neutrons, their wave- within the sample, just by defining the gauge volume within
lengths are calculated and the diffracted spectra recorded. the sample and moving the sample relative to the beam and
The incident spectra are polychromatic, thus all possible lat- detectors. For all the strain measurements, it was assumed
tice planes are recorded at each measurement. The scattering the strain to be independent of position within a given xz-
vectors for all the recorded reflections lie basically in the sa- plane, provided the gauge was not too close to the sample ed-
me direction, and thus measurements of the strain come from ge. Residual stress measurements were extended to the hoop,
the same direction. Each reflection is produced from a diffe- radial and axial direction of the weld.
rent family of grains, oriented such that the specific (hkl) pla-
ne diffracts to the detector. Thus, strain can be determined
from the shift in a given reflection. Yet, since an entire dif- RESULTS AND DISCUSSION
fraction spectrum is obtained for each measurement direc-
tion, strain is determined directly from the whole diffraction a) Diffusion interface analysis and fracture mechanism
data using the Rietveld [18] method, in which a crystallo- Figure 1 shows the diffusion profile of Ti-Al cut welded pla-
graphic model of the structure is fitted to the entire diffrac- tes acquired by means of EDS technique. The inter-diffusion
tion spectrum. As a fixed scattering angle is used, radial fo- penetration depth was ~1.8 m, for Ti into Al, and up to ~10
cussing collimator is used to let neutrons be detected over a m for Al into Ti. The attached light-microscopy (LM) mi-
wider solid angle than if by using traditional slit. This confi- crographs show the microstructure of the cut-welded profile,
guration can ensure all collected neutrons to come from the a from the parent Al to the parent Ti plate passing through the

Fig. 1 Diffusion Interface


profile of 1L heat treated at
300C/5h. Al (black line), Ti
(grey line). LM micrographs
show the microstructure of the
Al parent, Al-Ti welded zone
and Ti parent material,
respectively.

Fig. 1 Profilo di
interdiffusione del materiale
1L sottoposto a trattamento
termico a 300C/5h. Al (linea
near), Ti (linea grigia). La
micrografia mostra la
microstruttura del materiale
base di alluminio, la zona
saldata Al-Ti e il metallo base
di titanio.
2/2005

a b

Fig. 2 LM image of partly welded plate (upper side Ti, lower side Al) (a). SEM image of a typical transient zone from ductile to brittle
fracture (b).
Fig. 2 Micrografia al microscopio ottico di un laminato parzialmente saldato (parte superiore Ti, parte inferiore Al) (a). Immagine SEM
(microscopia elettronica in scansione) di una tipica zona di frattura da duttile a fragile (b).

52 la metallurgia italiana
A L L U M I N I O E L E G H E

Memorie
a b

Fig. 3 LM image of the weld within the parent Al-plate (a), EDS analysis identified the arrowed particles as (Mn,Fe)Al6 and
(Mn,Fe)3SiAl12. Ti-Al weld interface illustrating a propagating crack (b).
Fig. 3 Immagine della saldatura allinterno de metallo base di alluminio (a), lanalisi Energy-Dispersive-Spectrum (EDS) ha permesso
lidentificazione delle seguenti fasi secondarie: (Mn,Fe)Al6 and (Mn,Fe)3SiAl12. In (b) illustrato il meccanismo di propagazione della
microcricca lungo linterfaccia di saldatura Ti-Al.

Fig. 4 Hoop, radial and


axial residual stress
measurements acquired along
the transverse section of the
weld (top and middle of
figure). In the bottom part of
the figure the corresponding
measurements along the axial
direction of the weld within Ti
(left) and within Al (right) are
reported.

Fig. 4 Misure di tensioni


residue nella zona sommitale,
radiale e assiale del giunto
2/2005

saldato, effettuata lungo la


sezione traversa. La parte
inferiore della figura mostra
le misure relative alla
direzione assiale della
saldatura allinterno del Ti
(sinistra) e Al (destra).

la metallurgia italiana 53
A L L U M I N I O E L E G H E

weld zone in which the usual grained microstructure seemed


Memorie

Pb Mn,Al, Ni, Si, Cr, Fe, Zn Ti


to be lost.
Some welded plate experienced interfacial cracking and so- 0.01 0.24 max 99.75
metimes a consistent de-bonding along the welded surfaces (a)
during mechanical tensile tests and technological close bend
tests (unpublished results). SEM fracture investigations and Mn Mg Fe Si, Cu Al
EDS analysis allowed to establish the nature and causes of
cracking. Al-3003 alloy appeared to have a higher micro- 1.1 1.0 0.35 max 0.32 max 97.2
voids presence compared to commercially pure Ti. Indeed, (b)
the higher volume fraction of micro-voids in Al is also attri-
buting to the alloying elements in Al compared to a higher Table 1 Chemical composition of the commercially pure Ti (a)
purity level in Ti. Micro-voids volume fraction difference and Al 3003 (b), %wt.
showed a different tensional response of the two plates fol- Tabella 1 Composizione chimica del titanio commercialmente
lowing the cold roll process: a different surface tension puro (a) e della lega Al 3003 (b), %wt.
stress is present along the welded region causing a state of
residual stress responsible for possible cracking initiations. pe and similar values weather the diffraction was performed
Figure 2 (a) is a representative image of a partly welded pla- along the hoop, radial or axial cut-welded plate direction.
te (upper side Ti, lower side Al). Figure 2 (b) reports a typi- The stress in the major part of the weld zone belonging to
cal fracture which the cut-welded Al-Ti system was affected the Ti-plate was ~280 MPa, while the maximum stress value
to. Very often, a transient zone from ductile to brittle fractu- was of 305 MPa at a distance of 1.6 mm from the weld inter-
re occurred in the very neighbouring of the weld interface face. Within Al-material, residual was about one-third and
and particularly within the parent Al material. It is believed the minimum value of ~50 MPa was found at a distance of
that the strong tangle component of surface stress was re- 4.6 mm from the welding interface.
sponsible for the crack initiation through micro-voids segre-
gation. Along the Al weld surface, and in a neighbouring
strip region of 0.8 1.3 m, a noticeable presence of preci- ACKNOWLEDGMENTS
pitates was also detected (indicated in figure 3 (a)). The pre-
sence of the second phases has a detrimental effect on the Experiments at HMI-BENSC were financed by European
diffusion of the welded plate because contributes to lower Commission (TMR/LSF Programme).
down the Al atoms available for the inter-diffusion in the
weld zone, and consequently lowering the welded surface
quality. EDS analysis allowed to identify the nature of the REFERENCES
detected second phases to be (Mn,Fe)Al6 and
(Mn,Fe)3SiAl12. Small and diffuse cracks were also present [1] Diffusion Bonding 2, D. J. Stephenson (Ed.), UK,
in the next neighbouring of second phase particles, in so- 1991.
meone of the cut-welded plates (Figure 3 (b)). [2] K. Thomas, Cold Welding, M. Petri, G. Petri (Eds.),
ASM Handbook, 6, Welding, Brazing, Soldering, 1993.
b) Residual stress measurements [3] L. De Chiffre, Cut Welding Variants and Applica-
Figure 4 shows the measured residual stress across the wel- tions, Welding Review Intl, 1993.
ded zone. The stress showed the same trend unrespectable of [4] W. Lehrheuer, Forschungszentrum Jlich GmbH, Hi-
the direction along to which the diffraction was acquired gh-Temperature Solid State Welding, R.G. Lagi (Ed.),
(hoop, radial or axial). Within the parent Ti material, stres- ASM Handbook, 6, Welding, Brazing, Soldering, 1993.
ses are all of compression, and the value in the mid part of [5] S.B. Dunkerton, Procedure Development and Practice
the parent Ti-plate and at the welding interface was ~280 Considerations for Diffusion Welding, The Welding
MPa, while the maximum stress value of 305 MPa was re- Institute, ASM Handbook, 6, Welding, Brazing, Solde-
corded at a distance of 1.6 mm from the welded interface. ring, 1993.
Within the parent Al-material, hoop, radial and axial stresses [6] W. Zhang, Bond Formation in Cold Welding of Me-
were 100, 54, 49 MPa, respectively. The latter value was re- tals, Technical University of Denmark, 1994.
corded at a distance from the welding interface of 4.6 mm [7] M. Cabibbo and E. Quadrini, Mechanical Properties
and it was the minimum stress value across the entire wel- of a Cu(DHP) - Al(3003) cold roll welded plate, Ma-
ded affected zone. From this distance on, the residual stress terials Engineering, EDITEQ, 13, 2, 2002, 167.
continuously decreases until reaching values quite negligi- [8] R.S. Rosen, Low-Temperature Solid State Welding,
ble. ASM Handbook, 6, Welding, Brazing, Soldering, 1993.
[9] Aluminium Alloys 90, Conference on Aluminium Al-
loys, Beijing, China, Intl Academic Publishers, 1990.
CONCLUSIONS [10] S. Kalpakjian, Manufacturing Engineering and Tech-
nology, Addison Wesley, 1989.
The microstructure and residual stress state of a cold-roll [11] G. Albertini, G. Bruno, F. Fiori, E. Girardin, A. Giuliani
commercially pure Ti-Al (3003) welded plate were investi- and E. Quadrini, X-ray and neutron diffraction deter-
gated. SEM-EDS analyses were carried out to evaluate the mination of residual stresses in a pressed and welded
diffusion profile normal to the weld interface. The diffusion component, Physica B, 276-278, (2000), 876.
depth was ~1.8 m, for Ti into Al, and up to ~10 m for Al [12] G. Albertini, G. Bruno, B.D. Dunn, F. Fiori, W. Rei-
into Ti. mers and J.S. Wright, Comparative neutron and X-ray
Along the Al weld surface, and in a neighbouring strip re- residual stress measurements on Al-2219 welded pla-
2/2005

gion of 0.8 1.3 m, a noticeable presence of precipitates te, Mater. Sci. Eng.A, A224, (1997), 157.
was also detected and EDS analysis identified them as (Mn, [13] C. Hsu and C.E. Albright, Fatigue analysis of laser
Fe)Al6 and (Mn,Fe)3SiAl12. Small and diffuse cracks were welded lap joint, Eng. Fract. Mechanics, 39, 3, (1991),
also present especially in the next weld interface neighbou- 575.
ring within the parent Al-plate. [14] G. Buss and P.E. Irving, The role of residual stress and
Residual stress measurements showed a common curve sha- heat affected zone properties on fatigue crack propaga-

54 la metallurgia italiana
A L L U M I N I O E L E G H E

tion in friction stir welded 2024-T351 aluminium [18] P.J. Withers, M.W. Johnson and J.S. Wright, Neutron

Memorie
joint, Int. J. Fatigue, 25, (2003), 77. strain scanning using a radially collimated diffracted
[15] A.P. Reynolds, W. Tang, T. Gnaupel-Herold and H. Pra- beam, Physica B, 292, 3-4, (2000), 273.
sk, Structure, properties, and residual stress of 304L [19] H. Wohlfahrt, in: E. Macherauch, V. Hauk (Eds.), Re-
stainless steel friction stir welds, Scripta Mater., 48, sidual stress, DGM Verlag, Oberursel, 1983.
(2003), 1289. [20] Proceedings of the NATO Adv. Res. Workshop on
[16] I.C. Noyan and J.B. Cohen, Residual stress, measure- Measurement of residual stress using neutron diffrac-
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York, 1987. shers, Dordrecht, 1992.
[17] H.M. Rietveld, J. Appll. Cryst., 2, (1969), 65.

A B S T R A C T

MISURE DI TENSIONI RESIDUE IN UN LAMINATO AL-TI neutronica ad impulsi con frequenza e pacchetti di energia
SALDATO A FREDDO ottimizzati. Il livello pensionale lungo i due materiali base
MEDIANTE TECNICHE DI DIFFRAZIONE NEUTRONICA risultato essere praticamente costante e a debole intensit.
Tale livello ha registrato un repentino innalzamento in cor-
Parole chiave: alluminio e leghe, titanio e leghe, rispondenza della zona di interdiffusione tra Al e Ti. Il profi-
saldatura, diffrattometria, tecnologie lo di interdiffusione, peraltro generato dalla saldatura stes-
sa e sintomo di una buona aderenza tra i due materiali sal-
La natura microstrutturale e gli effetti sulle tensioni residue dati a freddo, stato caratterizzato mediante microscopia
generate dalla saldatura di un disco Al-Ti sono state studia- elettronica e correlato al profilo di tensioni residue registra-
2/2005

te rispettivamente mediante microscopia ottica, elettronica e to mediante diffrazione. Lintero processo di interdiffusione
diffrazione neutronica. Lo studio non si limitato alla sola stato caratterizzato mediante Energy-Dispersive-Spectrum
zona di saldatura ma ha coinvolto anche i due materiali ba- con il quale, talaltro, anche stato possibile determinare la
se: Al e Ti. Il primo una lega Al-Mn AA3003, il secondo natura delle seconde fasi che sono precipitate durante ri-
titanio commercialmente puro. In particolare, per lo studio scaldamento a 300C/5h post saldatura a freddo. Tali fasi
delle tensioni residue, si adottata la tecnica di diffrazione sono: (Mn,Fe)Al6 and (Mn,Fe)3SiAl12.

la metallurgia italiana 55
A L L U M I N I O E L E G H E

Memorie
Le leghe Alluminio-Litio
R. Doglione
Questo lavoro una rassegna sintetica delle leghe Al-Li. Sono discusse le caratteristiche meccaniche
(resistenza, tenacit, propagazione di cricche di fatica), inquadrate ed interpretate alla luce della
composizione chimica e della microstruttura del materiale. E esaminato anche leffetto degli elementi
alliganti introdotti nelle leghe Al-Li, che sono caratterizzate da una composizione sovente complessa.
Viene anche posto e discusso il problema della saldabilit, sempre pi importante per gli attuali materiali
strutturali. Emerge un panorama articolato delle leghe Al-Li, delle quali alcune sono oramai prodotti
commerciali consolidati, altre sono state abbandonate, altre ancora sono in fase di sviluppo o
qualificazione. Complessivamente si tratta di un prodotto maturo dal punto di vista tecnologico, anche se
le sue potenzialit talvolta non appaiono ancora sfruttate appieno.
Parole chiave: alluminio e leghe, frattura, saldatura, propriet

INTRODUZIONE

La storia delle leghe Al-Li cominci attorno al 1920, quindi


allepoca pionieristica dello sviluppo delle leghe di Al indu-
ribili per invecchiamento, chiamate genericamente durallu-
minio. Lo sviluppo tecnologico port, negli anni 60 del se-
colo scorso, alla commercializzazione della lega 2020, con-
tenente Li, Mn e Cd. Questa fu poco dopo abbandonata,
principalmente a causa di problemi di fragilit [1] tipici del-
le leghe binarie, come verr discusso in questa rassegna.
Tuttavia, lo sviluppo e lapplicazione commerciale di leghe
Al-Li, soprattutto leghe ternarie Al-Li-Mg, continu in
Unione Sovietica, con notevoli successi applicativi a partire
dagli anni 60 [2].
In Occidente, lo sviluppo delle leghe Al-Li ha ricevuto un
nuovo grande impulso, a partire dalla fine degli anni 70 del
secolo scorso, dalle applicazioni aeronautiche e aerospaziali
dove, a causa del continuo aumento di costo dei combustibi-
li e propellenti, era ed ancora sentita la necessit di un pro-
gressivo alleggerimento delle strutture, con conseguente au-
mento del carico pagante o maggiore economia di esercizio.
Le attuali leghe Al-Li sono una delle possibili risposte a
questa esigenza. Si sono anzi rivelate la via pi immediata
ed economica per raggiungere lo scopo perch, oltre a alla
riduzione del peso delle strutture, consentono incrementi di
rigidezza delle stesse e, soprattutto, potendo sostituire diret-
tamente le pi tradizionali leghe di Al ad alta resistenza del-
le serie 2xxx e 7xxx (genericamente denominate durallumi-
nio), consentono il rimpiazzo di componenti strutturali sen-
za riprogettazione degli stessi [3] . Tale facolt ha portato, a
met-fine degli anni 80, ad una sopravvalutazione di questa
classe di leghe, fino ad immaginare una completa sostituzio- Fig. 1 Effetto degli elementi alliganti sulla densit (qui riportata
ne delle leghe di Al tradizionali. Ci non si mai avverato, come peso specifico) e sul modulo di Young dellAl. Le curve sono
sia a causa del costo delle leghe Al-Li, che circa il doppio in realt un poco linearizzate per semplicit di rappresentazione.
di quelle tradizionali, sia a causa del comportamento talvol-
ta esotico di questi materiali. Fig. 1 Effect of alloying elements on the density (here reported
as specific weight) and on the Young's modulus. The curves were
Le leghe Al-Li devono fronteggiare la concorrenza dei com- linearized for clarity.
positi, che offrono spesso caratteristiche confrontabili, op-
pure sono in certi casi molto superiori per quanto riguarda la
loro resistenza e rigidezza a temperature superiori a 100C. stesse tecnologie in uso per le leghe di Al delle serie 2xxx e
Sono per in generale ancora pi costosi e soprattutto, ri- 7xxx. Ci stato forse il fattore chiave del successo com-
chiedono processi specializzati per la loro produzione e merciale delle leghe Al-Li nelle applicazioni aerospaziali.
messa in opera, mentre le leghe Al-Li si avvalgono delle Lo stesso fattore ha fatto s che questi materiali stiano aven-
do un crescente successo in settori specializzati come quello
2/2005

sportivo.
Ricapitolando, il successo delle leghe Al-Li dovuto a tre
Roberto Doglione, INSTM fattori. I primi due, cio la bassa densit e lelevata rigidez-
Unit di Ricerca Torino Politecnico, c.so Duca degli Abruzzi 24, 10129 Torino
e-mail: roberto.doglione@polito.it za, sono riassunti nella Figura 1, dalla quale si pu desume-
re, in prima approssimazione, che per aggiunte di litio (la
cui densit 534 kg/m3) fino al 4%, ogni percento di ele-

la metallurgia italiana 39
A L L U M I N I O E L E G H E

mento aggiunto abbassa la densit di circa il 3% ed alza il scorrimento non planare, disperso. Al contrario, in micro-
Memorie

modulo di Young di circa il 6%. Il terzo fattore di successo, strutture sovrainvecchiate (tipo T7), i precipitati sono
come gi menzionato, dato dalla possibilit di usare gli grandi e perci incoerenti, le dislocazioni non possono attra-
stessi processi di fabbricazione delle leghe tradizionali 2xxx versarli e li aggirano secondo il meccanismo di Orowan.
e 7xxx. A parte il costo, i fattori limitativi per questi materia- Anche in questo caso lo scorrimento disperso.
li sono stati la competizione con i materiali compositi ed un Con precipitati di dimensioni intermedie (quelli appunto
comportamento meccanico, nel campo della tolleranza al che si ottengono con il T6) le superdislocazioni tendono a
danno, spesso di difficile interpretazione alla luce di conso- concentrarsi su pochi piani. Su questi piani la deformazione
lidate procedure in campo aerospaziale. elevatissima (pur restando modesta a livello macroscopi-
Attualmente le leghe Al-Li sono un prodotto ormai tecnolo- co). Quando queste bande di scorrimento molto concentrate
gicamente maturo e consolidato, che ha stabilmente occupa- intersecano i bordi di grano e le relative PFZ (Precipitate
to alcune fasce di mercato. Sono comunque in corso di svi- Free Zones), che, essendo prive di precipitati sono incapaci
luppo o di ottimizzazione nuove leghe (per esempio la 2096 di opporsi allo scorrimento plastico, si assiste ad unulterio-
e la 2097) che sono pensate per applicazioni molto specifi- re concentrazione di deformazione sui bordi di grano, e si
che, a differenza della maggior parte di quelle in commercio raggiungono le condizioni critiche per la nucleazione di una
(per esempio la 2090 e la 8090), che sono state concepite cricca [7]. Si possono allora verificare fratture per scorri-
per ampi ventagli applicativi, perch offrono genericamente mento con carattere transgranulare. Leventuale presenza di
elevate caratteristiche meccaniche accompagnate da basse fase al bordo di grano pu innescare invece una frattura di
densit e maggiore rigidezza. Altre possibilit di sviluppo tipo intergranulare [8, 9]. Linibizione dello scorrimento pla-
per il futuro derivano dalle leghe Al-Li saldabili, inaugurate nare con il sovrainvecchiamento, o lalligazione con altri
con la 2095 (Weldalite 049), che offrono giunti saldati con elementi (p. es. Cu, Mg) che portino alla formazione di pre-
migliori caratteristiche meccaniche rispetto alle classiche cipitati non attraversabili facilmente dalle dislocazioni nello
serie 2xxx e 7xxx. Nel seguito si far una breve rassegna stato T6 (p. es. T1-Al2CuLi o S-Al2CuMg), permette un in-
delle leghe attualmente disponibili derivanti dalla Metallur- cremento sostanziale della duttilit in leghe ad alta resisten-
gia da Lingotto (Ingot Metallurgy). Si tralasciano in questa za. E per questa ragione che non vi sono allo stato attuale
rassegna le leghe ottenute con processi di Metallurgia delle leghe commerciali binarie.
Polveri, e si discuteranno in particolare le caratteristiche
meccaniche. Per un approfondimento, o per altri aspetti co-
me i processi di produzione o la resistenza alla corrosione, si COMPOSIZIONE, TRATTAMENTI TERMICI, MICROSTRUTTURA
rimanda alla letteratura specializzata, che conta parecchie E RESISTENZA DI LEGHE COMMERCIALI
centinaia di titoli; qui, per ragioni di spazio, ne sono stati ci-
tati pochissimi. Per un primo approccio si pu consigliare il Come si visto, per eliminare i problemi di fragilit, stato
Metals Handbook [4]. necessario introdurre nuovi elementi, i quali, da un lato gio-
chino un ruolo nel rendere lo scorrimento plastico disperso
(per esempio portando alla formazione di precipitati incoe-
CARATTERISTICHE PECULIARI DELLE LEGHE Al-Li BINARIE renti), dallaltro nel migliorare talune propriet applicative.
Ad esempio, il Cu conferisce incrementi sostanziali di resi-
Le leghe binarie Al-Li (la lega 2020 si avvicina a questa stenza attraverso la formazione del precipitato T1-Al2CuLi,
condizione) sono rafforzate per precipitazione di particelle lo Zr inibisce la ricristallizzazione e la crescita del grano del
sferiche metastabili chiamate e di composizione chimica materiale durante la lavorazione plastica a caldo o durante le
Al3Li (sul diagramma di stato la fase stabile che dovrebbe ricotture.
formarsi , di composizione AlLi). I precipitati sono Per brevit, in Tabella 1 riportata una sintesi approssimati-
quasi isomorfi con la matrice di Al che li ospita, le deforma- va degli effetti degli alliganti. Non si deve tuttavia dimenti-
zioni di continuit reticolare o coerenza (misfit strain) sono care che possono insorgere effetti sinergici quando alcuni di
perci dellordine dello 0,12%, e ne segue che si forma questi elementi sono simultaneamente presenti. In Figura 2
anche nel corso di raffreddamenti lenti. Se trattate T6, le le- invece riportata una tavola sinottica che riassume le fasi,
ghe binarie Al-Li contengono una fitta precipitazione di par- metastabili e non, che possono formarsi nelle leghe Al-Li a
ticelle coerenti del diametro dellordine del centinaio di seconda della loro composizione [10]. In Tabella 2 sono sin-
nanometri. Durante linvecchiamento, oltre alla crescita dei tetizzate le prescrizioni che derivano dalla Micromeccanica
precipitati, si formano lungo i bordi di grano delle fasce pi dei Materiali e che devono essere applicate alle leghe Al-Li
o meno ampie prive di precipitati rafforzanti (Precipitate per determinarne composizione e trattamento termomecca-
Free Zones, dette sbrigativamente PFZ) ed eventualmente si nico ottimale in vista delle propriet meccaniche. Come si
ha la comparsa localizzata della fase di equilibrio [5]. pu notare, alcune caratteristiche sono antitetiche, e poggia-
Tali leghe sono caratterizzate da fragilit molto accentuata no quindi su meccanismi e microstrutture specifiche in con-
nei dintorni del picco di durezza in seguito al trattamento trasto fra loro. Ad esempio, unelevata resistenza alla nu-
termico T6. Osservazioni al TEM hanno dimostrato che tale cleazione di cricche di fatica si ottiene impedendo lo scorri-
comportamento legato al fatto che, durante la deformazio- mento planare e la localizzazione della deformazione: ci si
ne plastica, le dislocazioni si muovono a coppia (superdislo- ottiene eliminando le particelle dalla microstruttura e fa-
cazione) attraversando i precipitati coerenti e ordinati . La vorendo grano fine. Una lega con siffatta microstruttura non
prima dislocazione della coppia introduce allinterno di avr tuttavia la migliore resistenza alla propagazione di cric-
nuovi bordi di antifase, la seconda ripristina la situazione che di fatica, che richiede invece scorrimento planare per
precedente ( inoltre aumentata linterfaccia -matrice). avere forti livelli di chiusura di cricca, e grano grosso per ot-
Questo meccanismo di deformazione, termodinamicamente tenere percorso di cricca molto tortuoso: sarebbe necessario
favorito anche dal fatto che le deformazioni di coerenza - introdurre particelle e grani grossi e allungati.
2/2005

matrice sono modeste, porta lo scorrimento delle dislocazio- Dopo quanto riportato sopra, si pu comprendere la compo-
ni a concentrarsi su pochi piani cristallografici, creando la sizione delle leghe Al-Li commerciali. In Tabella 3 riporta-
situazione cosiddetta di scorrimento planare [6]. In micro- to un riassunto della composizione chimica delle principali
strutture sottoinvecchiate (tipo T4), i precipitati sono mol- leghe. Una menzione particolare merita lo Zr, utilizzato co-
to piccoli e molto fitti: il termine energetico legato ai bordi me Cr e Mn per formare piccoli precipitati incoerenti capaci
di antifase limitato dalle dimensioni di e ci induce uno di contrastare la localizzazione dello scorrimento plastico.

40 la metallurgia italiana
A L L U M I N I O E L E G H E

Tabella 1 Effetto di elementi

Memorie
ELEMENTO EFFETTO alliganti nelle leghe Al-Li.
Li diminuisce la densit Table 1 Alloying elements
aumenta il modulo elastico effect in Al-Li alloys.
forma precipitati indurenti
esalta le tessiture
favorisce anisotropia
aumenta resistenza a fatica
favorisce lo scorrimento planare e la fragilit
Cu conferisce resistenza formando precipitati indurenti semicoerenti o incoerenti tipo
T1-Al2CuLi o -(Al2Cu)
Mg forma precipitati indurenti tipo Al2MgLi e S-Al2CuMg
esalta la tendenza all invecchiamento naturale di leghe Al-Cu-Li
Tabella 2 Criteri di
Ag esalta la tendenza all invecchiamento naturale di leghe Al-Cu-Li ottimizzazione della
Zr dispersoide dello scorrimento tramite la formazione del precipitato (Al3Zr) microstruttura secondo la
ritarda la ricristallizzazione e la crescita del grano Micromeccanica dei
Materiali.
Cr dispersoide
rallenta crescita del grano Table 2 Microstructure
Mn dispersoide optimisation criteria following
rallenta crescita del grano the prescriptions of
Micromechanics.
Si forma inclusioni che abbassano la tenacit
Fe forma inclusioni che abbassano la tenacit

PROPRIET MICROSTRUTTURA FUNZIONE

resistenza meccanica dispersione uniforme di piccoli (50-100 nm) precipitati inibire il moto delle dislocazioni con precipitati
semicoerenti in frazione in volume grande; grano fine; molto fini, ma non pi attraversabili dalle
massimizzare il contenuto di soluto dislocazioni
tenacit eliminare le inclusioni dovute alle impurezze (Fe, Si) promuovere la deformazione plastica
e portare in soluzione costituenti di equilibrio sotto omogenea e lincrudimento, inibendo la
forma di particelle grandi (,Al6Li3Cu, ecc.); evitare la nucleazione e la crescita di microvuoti che
presenza esclusiva di particelle attraversabili dalle portano alla frattura
dislocazioni come ; introdurre elementi che formino
dispersoidi che rendono omogeneo lo scorrimento
resistenza allinnesco eliminare le particelle attraversabili dalle dislocazioni impedire la localizzazione della deformazione e
di cricche di fatica come , mantenere il grano fine, evitare inclusioni o le conseguenti concentrazioni di tensione sui
particelle grossolane bordi di grano, seconde fasi e superfici libere;
evitare la formazione di gradini di scorrimento
sulle superfici libere
resistenza alla propagazione promuovere la precipitazione di particelle coerenti esaltare la propagazione delle cricche lungo
di cricche di fatica attraversabili dalle dislocazioni come , produrre grani piani cristallografici, la ramificazione e il
di grandi dimensioni o molto allungati percorso a zig-zag, favorire i fenomeni di
chiusura delle cricche

Fig. 2 Quadro sinottico


delle pi comuni fasi (quelle
metastabili sono
contraddistinte dallapice )
reperibili nelle leghe Al-Li a
seconda degli intervalli
composizionali [10].
2/2005

Fig. 2 Summary of the most


common phases (the
metastable phases are marked
by the apex ') in Al-Li alloys
following the composition
range [10].

la metallurgia italiana 41
A L L U M I N I O E L E G H E

Come si vede dalla Tabella 3, lo Zr presente in tutte le le- inusuale nelle leghe di Al pi classiche. Si verificano tessi-
Memorie

ghe, anche perch estremamente efficace nellinibire la ri- ture di deformazione dove vi sono grossi grani allungati:
cristallizzazione e la crescita del grano. In effetti, a differen- molto comuni la brass {110}112, la S {123}634, la
za di molte leghe di Al delle serie 2xxx e 7xxx, le leghe Al- copper {112}111. Vi sono invece tessiture di ricristalliz-
Li sono caratterizzate da grano equiassico fine soltanto nei zazione, soprattutto la cubo {001}110, in corrisponden-
semilavorati molto sottili come le lamiere, nelle quali la za dei grani fini ricristallizzati. Queste tessiture cristallogra-
deformazione impressa durante la laminazione interessa tut- fiche impartiscono una sensibile anisotropia alle caratteristi-
to lo spessore ed forte abbastanza da dare luogo a ricristal- che meccaniche dei prodotti, cosa che non si riscontra in
lizzazione dinamica o ricristallizzazione durante la successi- grado cos spinto nelle leghe di Al classiche. La conseguen-
va solubilizzazione. In prodotti pi spessi, come ad esempio za pi importante di questaspetto peculiare delle leghe Al-
le piastre, la ricristallizzazione o non avviene, o avviene so- Li si verifica sulla cinetica di propagazione delle cricche di
lo parzialmente nella regione superficiale. Il risultato la fatica, che risulta indebolita, come si discuter in un prossi-
presenza, parziale in superficie e totale a cuore, di grani co- mo paragrafo di questa rassegna.
siddetti a pancake, e cio cristalli dello spessore dellordi- Di fondamentale importanza anche il trattamento termico,
ne della decina di micrometri, larghi dellordine del centi- che ovviamente cerca di sfruttare il fenomeno del rafforza-
naio di micrometri e lunghi (parallelamente alla direzione di mento per precipitazione. In generale si cerca di non produr-
laminazione) fino al alcuni millimetri [11]. Al loro interno re microstrutture sottoinvecchiate, per evitare la combina-
questi grani sono suddivisi in subgrani pi o meno equiassi- zione avversa di particelle e PFZ, a meno di non essere in
ci del diametro dellordine di 10 m. presenza di composizioni ricche in Cu (abbondante precipi-
Si realizza cos nelle leghe Al-Li una pronunciata tessitura tazione di T1-Al2CuLi) o in Cu e Mg (abbondante precipita-
morfologica dei cristalli, Figura 3, alla quale si accompagna zione di S-Al2CuMg). In particolare, per evitare la forma-
ovviamente unaltrettanto forte tessitura cristallografica, zione di PFZ e di dannosi precipitati di equilibrio a bordo

ELEMENTO Li Cu Mg Ag Zr Cr Mn Si Fe Altri Al

Leghe abbandonate
2020 1,1 - - - - - 0,5 0,2 0,2 Cd=0,2 bal.
Leghe con attuale successo commerciale
2090 2,3 2,7 0,25 - 0,11 0,05 0,05 0,1 0,12 - bal.
2091 2 2,2 1,5 - 0,08 0,1 0,1 0,2 0,3 - bal.
8090 2,5 1,3 1 - 0,08 0,1 0,1 0,2 0,3 - bal.
2095 1,3 5,4 0,4 0,4 0,14 - - 0,03 0,04 - bal.
2195 1,3 4,7 0,4 0,4 0,14 - - 0,03 0,04 - bal.
01420 2,1 - 5 - 0,10 - - 0,15 0,06 Sc=0,1- bal.
Leghe con prospettive di successo commerciale
2096 1,1 2,7 0,6 0,4 0,08 - 0,25 0,12 0,15 - bal.
2097 1,5 2,8 0,35 - 0,12 - 0,35 0,12 0,15 - bal.
2197 1,5 2,8 0,25 - 0,11 - 0,25 0,10 0,10 - bal.
AF/C458 1,8 2,6 0,3 - 0,09 - 0,25 0,03 0,03 - bal.
AF/C489 2,1 2,7 0,3 - 0,05 - 0,35 0,03 0,03 - bal.

Tabella 3 Composizione chimica percentuale in peso delle principali leghe commerciali Al-Li.
Table 3 Chemical composition (weight %) in the main commercial Al-Li alloys.

Tabella 4 Dati
LEGA TRATTAMENTO L [mm] m]
T [ m]
S [ PRECIPITATI microstrutturali tipici di leghe
Al-Li [11-14]; L, T e S
2090 T8 3 500 50 ,T1, , designano le dimensioni dei
cristalli nelle direzioni di
2091 T3 1 600 50 , laminazione, traverso lungo e
2091 T8 1 600 50 , ,T1 traverso corto rispettivamente.
8090 T3 2 350 40 ,
Table 4 Typical
8090 T8 2 350 40 , , S microstructural data of Al-Li
2195 T3 2 500 10 , , alloys [11-14]; L, T and S are
2195 T8 2 500 10 T1, the size of crystals in the
rolling, long transverse and
short transverse directions
respectively.
MODULO DI YOUNG R0,2 R
LEGA TRATTAMENTO A%
[GPa] [MPa] [MPa]
Tabella 5 Dati tipici di
caratteristiche tensili di
2091 (L) T351 75 370 450 10 alcune delle pi diffuse leghe
2091 (L) T8 75 425 480 8 Al-Li [2, 4, 14, 15, 16]; la
2090 (L) T83 77 520 550 6 lettera L designa la direzione
2090 (LT) T83 76 500 510 5 longitudinale, LT la direzione
2/2005

8090 (L) T851 79 440 515 6 del traverso lungo (long


8090 (LT) T851 81 455 500 7 transverse).
2195 (L) T851 81 575 605 8 Table 5 Typical tensile
2195 (LT) T851 79 565 580 10 characteristics of the main Al-
01420 (L) T6 76 315 490 - Li alloys [2, 4, 14, 15, 16]; L
01420 (LT) T6 76 320 500 11 is the rolling direction, LT is
the long transverse diretion.

42 la metallurgia italiana
A L L U M I N I O E L E G H E

grano, si dimostrata efficace lintroduzione di una leggera

Memorie
deformazione plastica (dellordine del 2-6%) dopo la tempra
che segue la solubilizzazione. La deformazione introduce al-
linterno dei grani un certo numero di dislocazioni che fun-
zionano da siti di nucleazione per i precipitati durante il suc-
cessivo invecchiamento (naturale o artificiale che sia). Si
verifica una precipitazione transgranulare uniforme, Figura
3, evitando la dannosa precipitazione preferenziale a bordo
grano, che porta a pronunciate PFZ. Ci spiega il fatto che le
leghe Al-Li siano comunemente applicate nello stato T8 (e
non T6) laddove occorra massimizzare la resistenza mecca-
nica, mentre sono applicate nello stato T3 (e non T4) se inte-
ressa soprattutto la tolleranza al danno. In Tabella 4 sono ri-
portati alcuni dati di letteratura sulla microstruttura di alcu-
ne delle pi diffuse leghe Al-Li, mentre in Tabella 5 vi sono
dati tipici di caratteristiche tensili. Questultima dimostra
come le leghe Al-Li siano comparabili come resistenza alle
pi spinte leghe delle serie 2xxx e 7xxx, e dimostra altres la
presenza di una sensibile anisotropia.

TENACIT DELLE LEGHE Al-Li

Se si evitano leghe binarie, o leghe sottoinvecchiate conte-


nenti e PFZ, nei quali casi la fragilit del materiale evi-
dente (tipico caso la lega 2020 gi citata), si pu in generale
affermare che la tenacit a frattura delle leghe Al-Li misura-
ta nel piano (direzioni LT e TL) sia comparabile o talvolta
superiore a quella delle leghe classiche concorrenti. In con-
dizioni di microstruttura ottimizzata, quasi sempre ottenibile
con i trattamenti T3 o T8, la frattura ha una morfologia tran-
sgranulare duttile o, mista transgranulare-intergranulre dut-
tile. La nucleazione della frattura avviene su composti inter-
metallici secondari presenti sotto forma di particelle ingros-
sate od allungate (che ovviamente nulla hanno a che fare
con i precipitati rafforzanti, molto pi piccoli), per esempio
le fasi di equilibrio costituzionali (AlLi) e T2 (Al6CuLi3) o
derivanti da impurezze come Fe e Si (fase -FeSiAl5). Tali
fasi sono di per s fragili e grandi a sufficienza da fratturarsi
o dare decoesione dalla matrice gi a bassi valori di defor-
mazione plastica macroscopica. Le leghe Al-Li prodotte a
partire da lingotti primari e perci di buona purezza, conten-
gono tendenzialmente meno impurezze delle leghe prodotte
anche utilizzando Al secondario di riciclaggio: Fe e Si sono
bassi. In questo caso la pulizia microstrutturale compara-
bile a quella delle leghe classiche ad alta purezza, come la
7475, e la tenacit va di pari passo. In Tabella 6 sono ripor-
tati alcuni dati tipici di tenacit a frattura di leghe Al-Li e le-
ghe concorrenti classiche.
Spesso per, soprattutto per le leghe 2090, 2091 e 8090, si
registrano tenacit a frattura nel piano superiori del 25% ri-
spetto alle leghe 2xxx e 7xxx. Ci dovuto allinsorgenza
delle delaminazioni [17]. Con il termine di delaminazione
s'intende, a proposito di laminati piani metallici soggetti a
frattura con il piano della cricca perpendicolare a quello di
laminazione (di solito LT e TL), l'insorgenza di fratture se-
condarie parallele al piano di laminazione, e quindi normali
Figura 3: microstruttura della lega 8090-T851 (piastra). In alto si al difetto principale, Figura 4.
vede al microscopio metallografico (attacco Keller) la struttura Da un punto di vista microstrutturale, le delaminazioni si
a pancake dei grani cristallini, la freccia con la sigla R/D manifestano sempre sui bordi di grano ad alto angolo. Le
designa la direzione di laminazione. Al centro e in basso vi sono
due immagini riprese al TEM. Quella centrale mostra i precipitati
spiegazioni del fenomeno possono essere molteplici. Una
tondi chiari con talvolta al centro precipitati scuri. causa frequente il noto fenomeno d'infragilimento da me-
Limmagine in basso mostra una dispersione uniforme di talli liquidi [18-20] con presenza sui bordi di grano ad alto
precipitati aghiformi S. angolo di eutettici basso fondenti contenenti Na e K. Un'al-
2/2005

tra scuola di pensiero [21-23], attribuisce la fragilit inter-


Figure 3: microstructure of the 8090-T851 plate alloy. In the
upper part, the pancake structure of the grains is shown (Keller
granulare ai precipitati coerenti che, come gi spiegato,
etching; R/D is the Rolling Direction). In the central part of the favoriscono la concentrazione del moto delle dislocazioni su
picture, a TEM micrograph shows particles (bright spherical) pochi piani cristallografici, producendo bande di scorrimen-
with sometimes dark inside. The lower part is a TEM picture of to molto strette e distanziate. Quando una banda di scorri-
needle shaped S precipitates. mento raggiunge un bordo di grano, la deformazione che in-

la metallurgia italiana 43
A L L U M I N I O E L E G H E

Tabella 6 Dati di letteratura


Memorie

LEGA PRODOTTO R0,2 [MPa] m]


KIC-LT [MPa m]
KIC-S-L [MPa [4, 14, 17, 28, 29] della
tenacit a frattura di leghe
2014-T651 piastra 440 24 19 Al-Li e concorrenti
2024-T851 piastra 455 24 18 tradizionali.
2219-T851 piastra 435 39 -
7050-T7365 piastra 455 35 29 Table 6 Fracture toughness
7075-T651 piastra 505 29 20 data from the literature [4, 14,
7475-T651 piastra 495 43 32 17, 28, 29] of Al-Li and
7475-T7351 piastra 430 53 35 competitor alloys.
2090-T81 piastra 520 38 14
8090-T8771 piastra 420 38 14
2195-T8551 piastra 570 40 -
2024-T852 forgiato 430 29 18
7079-T652 forgiato 440 29 20
7175-T736 forgiato 470 37 26
8090-T852 forgiato 380 30 15

PROPAGAZIONE DELLE CRICCHE DI FATICA


NELLE LEGHE Al-Li

Per le applicazioni aerospaziali ed altri utilizzi delle leghe


dove il livello di sollecitazione sia molto spinto, essenziale
il concetto di tolleranza al danno: una struttura affidabile e
durevole se pu convivere in modo controllato in presenza
di cricche, per lo pi di fatica. Queste propagano sotto i cari-
chi variabili durante lesercizio, ed quindi importante che
il materiale abbia una curva di velocit di propagazione di
cricche di fatica (curva di Paris) conosciuta e soddisfacente.
In Figura 5 sono riportate alcune curve di Paris relative a le-
ghe Al-Li e leghe tradizionali di confronto [30]. Si vede che
il comportamento delle leghe Al-Li confrontabile o talvol-
ta superiore a quello dei concorrenti tradizionali. Come ma-
nifesto in Figura 5, la superiorit eventuale delle nuove le-
ghe legata a fenomeni di chiusura della cricca pi rilevanti
rispetto alle leghe classiche [30, 31].
Fig. 4 Vista delle delaminazioni (fessure perpendicolari al piano Quest effetto pi evidente a bassi K applicati e soprattut-
principale di rottura) su una frattura di lega 8090-T8. to nella regione della soglia (Kth). Rispetto alle tradiziona-
li, le leghe Al-Li si caratterizzano o per la presenza di preci-
Fig. 4 Delaminations (secondary cracks perpendicular to the
main fracture plane) in a 8090-T8 plate. pitati coerenti (), oppure per la presenza di tessiture cri-
stallografiche pi intense di quelle riscontrabili nelle serie
duce localmente non pu essere accomodata da ulteriore 2xxx e 7xxx. Precipitati coerenti e tessiture inducono una
deformazione del bordo stesso, e perci nasce una forte con- propagazione di cricca di tipo cristallografico [32, 33], per-
centrazione di sforzo locale che pu concludersi con decoe- ch lo scorrimento si concentra praticamente su un piano
sione intergranulare. Nel caso in cui vi siano precipitati di ri- cristallografico (generalmente il piano 111), lungo il qua-
levanti dimensioni (come ) o PFZ lungo i bordi di grano, la le avviene poi la decoesione, Figura 6. Ci d luogo a per-
propagazione della frattura avverr facilmente in modo in- corsi di cricca in modo misto I, II e III, anche se il sistema
tergranulare con morfologia duttile. Altra causa della fragi- sollecitato macroscopicamente in modo I, con formazione di
lit pu essere la segregazione di impurezze al bordo di gra- angoli importanti rispetto al piano nominale della frattura e
no. In una pubblicazione molto approfondita, Lynch [24] at- traiettorie di propagazione estremamente tortuose, Figura 7.
tribuisce la responsabilit della fragilit al Li, che segreghe- Le caratteristiche sopra accennate non sono assenti anche
rebbe preferenzialmente sui bordi di grano ad alto angolo in nelle leghe tradizionali, solo non cos pronunciate come nelle
condizioni di non equilibrio. Inoltre si trovato che l'inci- leghe Al-Li. Leffetto dei precipitati coerenti () poi parti-
denza delle fragilit maggiore vicino alla superficie della colarmente pronunciato nelle leghe sottoinvecchiate, cio
piastra [15, 25]: il fatto che in tale zona vi sia una maggiore quelle trattate T3, che mostrano talvolta effetti di deflessione
concentrazione di bordi di grano ad alto angolo, che quindi e biforcazione della cricca impressionanti. Per quanto riguar-
faciliterebbero una pi importante segregazione di Li, sem- da invece leffetto delle tessiture, il maggior effetto di defles-
bra confermare lipotesi. sione, e quindi chiusura, si registra in presenza di tessiture
In definitiva, la fragilit che si verifica nei prodotti piani cristallografiche di deformazione. Si pu infatti concludere
nelle direzioni ST e SL, ha inibito applicazioni delle leghe che la migliore resistenza alla propagazione della cricca di
Al-Li in componenti spessi e sollecitati triassialmente, men- fatica si verifica nei prodotti pi spessi, che sono tendenzial-
tre ci si rivolge in un sostanziale vantaggio in componenti mente non ricristallizzati, mentre il fenomeno pi blando
sollecitati biassialmente. In questo caso, la delaminazione nei prodotti sottili come le lamiere, dove si riscontra grano fi-
che avviene davanti allapice della cricca orientata TL o LT ne ricristallizzato equiassico. Altra manifestazione delle ca-
(Figura 4), induce localmente un rilassamento della triassia- ratteristiche di propagazione il verificarsi delleffetto del
2/2005

lit delle tensioni, portando la situazione di vincolo plastico rapporto di carico R sul valore di soglia Kth: a bassi valori
dalla deformazione piana verso la tensione piana, con ovvio di R le asperit indotte dalla propagazione tortuosa interferi-
incremento della tenacit a frattura nel piano e maggiore dif- scono fra loro e abbassano il valore efficace del K applica-
ficolt di propagazione della cricca [26, 27]. In Tabella 6 so- to, mentre ad alto R le asperit rimangono distanziate. Ne
no riportati alcuni dati di letteratura che illustrano quanto consegue labbassamento della soglia di propagazione Kth
sopra discusso. al crescere del rapporto di carico R, Figura 8.

44 la metallurgia italiana
A L L U M I N I O E L E G H E

Memorie
Fig. 7 Esempi, a differenti scale di osservazione, del percorso di
propagazione della cricca di fatica nella lega 2195-T8.
Fig. 7 Crack path examples at different magnification in the
2195-T8 alloy.

Fig. 8 Diagramma della


soglia di propagazione della
cricca di fatica Kth in funzione
del rapporto di carico R per
una piastra di lega 2195-T8
spessa 6,35 mm [33].

Fig. 8 Threshold Kth versus


stress ratio R diagram for the
2195-T8 plate; the thickness is
Fig. 5 In alto sono riportate le curve di Paris per alcune leghe 6,35 mm [33].
strutturali (la sigla W049 designa la lega 2095); in basso sono
invece illustrati i valori relativi del fattore dintensit delle Occorre concludere sottolineando che i fenomeni di defles-
tensioni alla chiusura della cricca [30].
sione della cricca sono stati molto spesso incompresi o travi-
Fig. 5 In the upper part, the Paris curves for some structural Al sati dai potenziali utilizzatori delle leghe Al-Li. Sovente,
alloys are shown (W049 means 2095 alloy); in the lower part, landamento delle cricche in queste leghe stato bollato co-
normalised stress intensity factor values at crack closure are me imprevedibile, e di conseguenza il comportamento del
reported [30].
materiale nel suo complesso definito inaffidabile. Questo
fatto ha inibito certe applicazioni in ambito aeronautico, do-
ve le cricche che propagavano ad angoli diversi dalla per-
pendicolare al carico stato talvolta ritenuto inaccettabile.
Si cos persa unoccasione, perch in quei casi non sono
state sfruttate le superiori caratteristiche di resistenza alla
propagazione delle cricche di fatica delle leghe Al-Li.

SALDABILIT DELLE LEGHE Al-Li

Si pu affermare che, in generale, le leghe Al-Li sono pi fa-


cilmente saldabili di molte delle leghe leggere loro concor-
renti tradizionali, come ad esempio la 2024 e la 7075. Per
contro, sono meno saldabili della lega 2219, che ritenuta la
lega strutturale pi saldabile, ma questa di gran lunga me-
no resistente della maggior parte delle leghe Al-Li. Le pro-
blematiche di saldabilit rimangono comunque le stesse, ti-
piche di tutte le leghe di alluminio. Vi infatti da tenere con-
2/2005

to che lalluminio caratterizzato da:


Fig. 6 Morfologia cristallografica della propagazione delle un ossido chimicamente molto resistente e fortemente
cricche di fatica a basso K (qui la lega 2195-T8). Le faccette aderente al metallo;
lisce sono piani del tipo 111 [33]. elevata conducibilit termica ed elevato coefficiente di di-
Fig. 6 Crystallographic crack growth of fatigue cracks at low latazione termica;
K (2195-T8 alloy). The smooth facets are 111 planes [33]. ritiro di solidificazione molto elevato ed ampio intervallo

la metallurgia italiana 45
A L L U M I N I O E L E G H E

di solidificazione nelle leghe ad alta resistenza; per la formazione di fasi fragili come Si elementare o
Memorie

ottima capacit di solubilizzare idrogeno nel liquido e so- Mg2Si. Inoltre, il cordone ottenuto utilizzando la lega 4043
lubilit dellelemento praticamente nulla allo stato solido. come metallo di apporto, ha una scarsa risposta a trattamen-
La presenza di uno spesso strato di ossido deleteria, perch ti termici successivi, e sar quindi anche contraddistinto da
interferisce con la saldatura, portando alla formazione din- bassa resistenza meccanica.
clusioni o favorendo lassorbimento didrogeno nel liquido Leghe dallalto tenore di Cu e basso contenuto di Mg, come
(il film superficiale quasi sempre contiene ossidi idrati); es- la 2090, 2095 e 2195, potranno essere facilmente saldate
so va quindi rimosso, meccanicamente o chimicamente, do- con un classico filler di lega 2319, che contiene essenzial-
podich la saldatura va effettuata nellarco di poche ore. La mente Cu, mentre leghe pi ricche di Mg e pi povere di Cu,
rimozione e la pulitura superficiale devono essere partico- come la 8090 e la 01420, daranno cordoni esenti da cricche
larmente accurate nel caso delle leghe Al-Li, perch il Li con un metallo di apporto in lega Al-Mg, tipicamente la lega
sembra favorire lassorbimento didrogeno nel liquido. Oltre 5356. In letteratura vi sono scarse informazioni circa lo svi-
allossido vanno eliminati tutti i contaminanti come idrocar- luppo di filler specializzati per le leghe Al-Li. Unico dato si-
buri e grassi, che durante la saldatura si decomporrebbero li- curo riportato quello per la lega 2195 (filler 049) [36], la
berando idrogeno, e parimenti va controllata con accuratez- cui composizione molto simile a quella del metallo base,
za la purezza del gas di protezione (shielding gas, usualmen- cio pi ricca in Cu (circa 5% contro 4,7 %) e pi povera
te miscele di elio e argon), che non deve contenere n umi- in Li (circa 1,1% contro 1,3%); unica sostanziale differenza
dit, n ossigeno, n, ovviamente, idrogeno. il tenore di Ti (nel filler 0,09% invece di 0,03% del metal-
Lelevata conducibilit termica fa s che occorra utilizzare lo base), molto pi alto nel metallo di apporto per esaltare
elevate densit di potenza, perch altrimenti lenergia termi- lazione di affinamento del grano nella zona fusa.
ca rapidamente trasportata lontano dal cordone di saldatu- Poich le leghe Al-Li sono utilizzate in applicazioni dove la
ra; nelle saldature ad arco sar dunque necessario lavorare resistenza meccanica sempre un requisito fondamentale, e
con densit di corrente pi elevate di quelle usuali con le le- poich le caratteristiche tensili della giunzione risentono
ghe ferrose. E spesso buona pratica effettuare giunzioni con fortemente della storia termica, vi da tenere conto del fatto
la tecnica della passata multipla, il che implica un effetto che la resistenza a trazione in direzione trasversale del cor-
termico pi breve e pi concentrato, cos come hanno suc- done e della zona termicamente alterata (HAZ, ovvero Heat
cesso processi ad alta densit di energia come la saldatura a Affected Zone) in ogni caso inferiore a quella del metallo
fascio elettronico o laser. Va rimarcato comunque che le le- base. Infatti, durante la saldatura, in quelle regioni si rag-
ghe Al-Li hanno una conducibilit pi bassa di quella delle giungono temperature che vanno da quella del liquido (cor-
leghe classiche concorrenti (dal 30 al 50% in meno) [34]; done) a valori poco al di sotto della formazione di liquido o
pertanto, il requisito sullelevata densit di potenza meno della formazione di una soluzione solida completa nellAl
critico e quindi le saldature di leghe Al-Li soffrono pi rara- (HAZ). I precipitati rafforzanti tendono a dissolversi () o
mente di difetti di mancanza di fusione rispetto ai materiali ad accrescersi (S e T1), diventando in questultimo caso so-
tradizionali. Invece, lelevato coefficiente di dilatazione ter- vrainvecchiati, poco efficienti nel contrastare il movimento
mica delle leghe Al-Li, al pari delle altre leghe di Al, causa delle dislocazioni. Vi comunque da tener conto che, nel
delle distorsioni termiche che possono essere notevoli; va successivo raffreddamento, una riprecipitazione possibile,
quindi curato il vincolo dei pezzi durante il processo. soprattutto della fase , che consente un parziale recupero
Il ritiro di solidificazione, che dellordine del doppio ri- delle caratteristiche meccaniche del giunto. La resistenza fi-
spetto a quello delle leghe ferrose, e lampio intervallo di nale cos di solito superiore a quella delle leghe di Al con-
solidificazione, possono portare alla formazione di cricche venzionali, e lefficienza dei giunti dellordine del 50%.
nel cordone di saldatura: simpongono cautele nella condu- In Tabella 7 sono riportati alcuni dati di letteratura sulla resi-
zione del processo e nella scelta del metallo di apporto [35]. stenza di saldature. L'efficienza dei giunti (misurata come
Giovano apporti termici concentrati e di breve durata, quin- rapporto fra la resistenza a trazione trasversale del cordone e
di necessario saldare ad elevate velocit di avanzamento. quella del metallo base) dell'ordine di 0,5-0,6. Dall'esame
E inoltre noto che la tendenza alla formazione di cricche della Tabella 7 si conclude che le leghe Al-Li sono confron-
accresciuta dalla simultanea presenza di Cu e Mg, mentre il tabili con la classica 2219, considerata la pi adatta ad esse-
silicio agisce in senso opposto. Fra le leghe Al-Li, la 2091 re saldata delle leghe strutturali. Tuttavia, a circa pari effi-
la sola ad avere simultaneamente tenori sensibili di Cu e cienza dei giunti, in molti casi le leghe Al-Li garantiscono, a
Mg, ed quindi difficile da saldare. Luso della lega Al-Si pari tecnologia di saldatura, delle resistenze trasversali dei
4043 come metallo dapporto (filler) garantisce lassenza di cordoni superiori. Tipico caso quello della lega 2195, che
cricche nel cordone, ma porta a basse duttilit nel cordone riesce ad superare sempre i 300 MPa di resistenza trasversa-
Tabella 7 Caratteristiche
R [MPa] R [MPa] EFFICIENZA tensili trasversali di saldature
LEGA PROCESSO FILLER CORDONE METALLO BASE % di leghe Al-Li [36, 37, 38]; per
confronto, si anche riportato
01420-T6 gas tungsten arc 5356 241 490 49 il caso della lega
2090-T8 gas tungsten arc 2319 248 550 45 convenzionale 2219-T8.
8090-T8 gas tungsten arc 5356 310 515 60
Table 7 Transversal tensile
2219-T8 gas tungsten arc 2319 269 455 59
strength of welded Al-Li alloys
2090-T8 fascio elettronico - 324 550 59 [36, 37, 38]; the data of the
8090-T8 fascio elettronico - 317 515 62 2219-T8 alloy are reported for
8090-T3 laser - 220 215 100 sake of comparison.
8090-T3 laser - 380 dopoT6 460 dopo T6 83
2/2005

2195-T8 gas tungsten arc filler 049 315 605 52


single pass
2195-T8 gas tungsten arc filler 049 360 605 60
multipass
2195-T8 fascio elettronico - 330 605 55

46 la metallurgia italiana
A L L U M I N I O E L E G H E

Memorie
LEGA SALDATURA R [MPa] EFFICIENZA ROTTURA

2024 fredda 425 87% SZ


2024 calda 402 82% HAZ
7075 fredda 458 89% HAZ
7075 calda 406 79% HAZ
2219 nominale 323 66% SZ
2219 calda 336 68% HAZ
2219 fredda 315 64% SZ
2195 calda 430 72% SZ
2195 fredda 401 67% SZ-HAZ
Cu5,6-Mg0,44-Ag0,43 - 370 75% HAZ

Tabella 8 Dati di resistenza, efficienza e rottura di giunzioni realizzate con la Friction Stir Welding [39, 40]. Le designazioni "calda" e
"fredda" si riferiscono a particolari combinazioni di velocit di rotazione ed avanzamento dell'utensile che portano a relativamente basse o
alte introduzioni di energia termica nel metallo.
Table 8 Tensile strength, efficiency and fracture position of welding seams obtained by Friction Stir Welding [39, 40]. The designation
hot or cold refers to particular combinations between rotation and travel speed of the tool, each leading to a specific input energy into
the metal.

le: ci dovuto almeno in parte alle possibilit d'invecchia-


mento naturale del materiale, che derivano anche dalla pre-
senza di argento.
Nonostante i dati della Tabella 7, possibile incrementare le
caratteristiche dei giunti con trattamenti termici successivi.
Se i pezzi sono maneggevoli, possibile effettuare un tratta-
mento T6, che avvicina molto le caratteristiche del giunto a
quelle del metallo base. In alternativa, anche se con risultati
pi modesti, si pu praticare un invecchiamento artificiale
post-saldatura, che pu avere leffetto di far precipitare sotto
forma di fasi rafforzanti gli elementi (Cu, Mg e Li) entrati in
soluzione solida nella matrice durante il riscaldamento di
saldatura e non precipitati nel corso del successivo raffred-
damento. Quando le dimensioni della struttura saldata impe-
discono di condurre un trattamento termico vero e proprio,
si pu sperare in un invecchiamento naturale, ma i risultati
sono apprezzabili solo con le leghe 2095 e 2195, dove lar-
gento presente favorisce la nucleazione di precipitati come
, T1 e (Al2Cu) anche a temperatura ambiente.
Recentemente si diffuso limpiego della Friction Stir Wel-
ding come tecnologia di giunzione delle leghe di Al ad alta
resistenza. Si ottiene la saldatura senza passare attraverso lo
stato liquido e con apporti termici assai pi bassi, con ovvi
vantaggi per le leghe di Al. Anche le leghe Al-Li si sono gio-
vate di questo processo innovativo. In Figura 9 visibile
una schematizzazione delle diverse regioni microstrutturali Fig. 9 Vista macrografica e schema delle regioni
che si generano con il processo. Il processo si svolge come microstrutturali create con la Friction Stir Welding. HAZ la zona
un' opportuna combinazione di estrusione di metallo (Lato termicamente alterata (Heat Affected Zone), SZ la regione
Advancing, rotazione e avanzamento dell'utensile sono con- rimescolata (Stirred Zone), TMAZ la zona
cordi) da parte del perno dell'utensile, e forgiatura dell'estru- termomeccanicamente alterata (Thermo-Mechanically Affected
Zone), BM il materiale base (Base Material).
so (Lato Retreating, rotazione e avanzamento sono contrari)
da parte della spalla dell'utensile stesso. Si vede quindi che Fig. 9 Schematic picture and macrographic view of the
si genera un'asimmetria microstrutturale; vi sono comunque microstructural regions generated by Friction Stir Welding. HAZ
sia una regione semplicemente termicamente alterata dal ca- is the Heat Affected Zone, SZ is the Stirred Zone, TMAZ is the
lore generato dal processo, sia una vera e propria zona ter- Thermo-Mechanically Affected Zone, BM is the Base Material).
momeccanicamente alterata, dove vi stata anche deforma-
zione plastica, sia la zona centrale dove il rimescolamento Le leghe Al-Li hanno pi o meno le stesse problematiche
del metallo stato estremamente intenso. Il nocciolo (SZ, delle loro concorrenti classiche, e producono giunti saldati
talvolta anche designato Nugget) contiene una struttura a di caratteristiche pi o meno equivalenti. In Tabella 8 sono
grani fini ricristallizzati, all'interno dei quali vi sono fasi di riportati alcuni dati di letteratura che consentono d'inquadra-
equilibrio oppure precipitati rafforzanti in condizioni di sot- re l'ordine di grandezza della resistenza trasversale dei cor-
toinvecchiamento. La TMAZ contiene grani stirati plastica- doni. Salta comunque all'occhio che leghe poco saldabili e
2/2005

mente con precipitati rafforzanti o superinvecchiati, o par- molto usate in campo aerospaziale, come la 2024 e la 7075,
zialmente disciolti ed eventualmente riprecipitati e quindi guadagnino moltissimo in termini di efficienza dei giunti ri-
sottoinvecchiati, ci dipende dal tipo di lega che viene sal- spetto alle tecnologie tradizionali, proprio perch si evita di
data. Analoga alla TMAZ la HAZ, dove per i grani sono passare dal liquido e di avere i relativi difetti. Le leghe Al-Li
quelli originari, mentre i precipitati rafforzanti hanno pure e la lega 2219, che sono di per s pi saldabili, hanno degli
subito un'alterazione termica, ma meno intensa. incrementi di caratteristiche pi contenuti. In ogni caso, con

la metallurgia italiana 47
A L L U M I N I O E L E G H E

la lega 2195 si conseguono resistenze trasversali nei cordoni Lithium Conference, DGM Informationgeselschaft,
Memorie

poco sopra i 400 MPa, e si quindi in competizione con le Germany, 1991, pp. 35-42.
leghe tradizionali. E' possibile incrementare ancora le pre- [3] Y. Barbaux, AGARD Conference Proceeding CP-444
stazioni della lega 2195 con invecchiamenti artificiali post- "New Light Alloys", NATO, 1989, pp. 8-1 8-18.
saldatura, poich molti dei precipitati rafforzanti delle HAZ
[4] R. S. James, Aluminium-Lithium Alloys, in Metals
e TMAZ sono allo stato sottoinvecchiato (' invece di T1');
Handbook Vol.2 , 10a edizione, Materials Park, Ohio,
tale possibilit invece meno appetibile per le leghe pi ASM International, 1990, pp.178-199.
classiche delle serie 2xxx e 7xxx. Infine occorre sottolineare
che questo un settore attualmente in corso di sviluppo, i [5] A. K. Vasudevan, E. A. Ludwiczak, S. F. Baumann, P.
dati presentati sono soltanto provvisori ed occorrer attende- R. Howell, R. D. Doherty, M. M. Kresker, Material
re qualche anno per vedere un panorama consolidato nel Science and Technology, Vol. 2, 1986, pp. 1205-1209.
campo della Friction Stirr Welding delle leghe leggere. [6] T. H. Sanders Jr, E. A. Starke Jr, Acta Metallurgica,
Vol. 30, 1982, pp. 927-939.
[7] H. J. Roven, E. A. Starke Jr, O. Sodahl, J. Hjelen,
CONCLUSIONI Scripta Metallurgica et Materialia, Vol. 24, 1990, pp.
421-426.
Lesame dello stato dellarte delle leghe Al-Li, focalizzate [8] S. Suresh, A. K. Vasudvan, M. Tosten, and P. R.
soprattutto negli aspetti che riguardano la composizione chi- Howell, Acta Metallurgica, Vol. 35, 1987, pp. 25-46.
mica, la microstruttura, le caratteristiche meccaniche e la
saldabilit, ha permesso di enucleare i seguenti aspetti criti- [9] A. K. Vasudevan, R. D. Doherty, Acta Metallurgica,
ci: Vol. 35, 1987, pp. 1193-1219.
la riduzione della densit e laumento del modulo elastico [10] E. A. Starke Jr., AGARD Conference Proceeding CP-
rispetto alle leghe tradizionali; particolarmente appetibili 444 "New Light Alloys", NATO, 1989, pp. 4-1 4-23.
da questo punto di vista le leghe 01420, 2090, 2091 e [11] K. T. Venkateswara Rao, R. O. Ritchie, Material Scien-
8090 ce and Technology, Vol. 5, 1989, pp. 882-995.
la composizione chimica complessa, cio si tratta di le- [12] F. W. Gayle, W. Troy Tack, G. Swanson, F. H. Heu-
ghe come minimo quaternarie (Al-Li-Cu-Zr o Al-Li-Mg- baum, J. R. Pickens, Scripta Metallurgica et Materialia,
Zr) oppure a 5 (Al-Li-Cu-Mg-Zr) o a 6 componenti (Al- Vol. 30, 1994, pp. 761-766.
Li-Cu-Mg-Ag-Zr) per evitare le problematiche di fragilit
delle leghe binarie Al-Li [13] K. S. Kumar, S. A. Brown, J. R. Pickens, Scripta Me-
la microstruttura pu contenere precipitati rafforzanti coe- tallurgica et Materialia, Vol. 24, 1990, pp. 1245-1250.
renti () o semicoerenti e incoerenti(, S, T1, ), pre- [14] R. Doglione, L. Mura, C. Verniani, D. Firrao, Materials
valgono grani non ricristallizzati soprattutto nei prodotti Science Forum, Vols. 396-402, Trans Tech Publica-
spessi, vi sono spesso intense tessiture cristallografiche di tions, Switzerland, 2002, pp. 1341-1346.
deformazione [15] R. Doglione, S. Spriano, 26 Convegno Nazionale
le migliori combinazioni di caratteristiche meccaniche si AIM, Associazione Italiana di Metallurgia, 1996, pp.
ottengono con il trattamento termico T3 (se si privilegia la 90-97.
tenacit) o T8 (se si privilegia la resistenza) [16] J. J. Witters, E. W. Lee, W. B. Lisagor, S. B. Herner, R.
la resistenza a trazione paragonabile a quella delle leghe J. Kilmer, J. E. Talia, Aluminium-Lithium, Sixth Inter-
classiche; la 2090 e la 2195 sono particolarmente resisten- national Aluminium-Lithium Conference, DGM Infor-
ti nello stato T8 mationgeselschaft, Germany, 1991, pp. 351-356.
la tenacit a frattura nelle direzioni LT e TL paragonabi-
le a quella delle leghe classiche o superiore se si manife- [17] K. T. Venkateswara Rao, R. O. Ritchie, Materials
stano delaminazioni nel traverso corto; la 2090-T8 e la Science and Technology, Vol. 5, 1989, pp. 882-895.
8090-T8 sono esemplari per questo; in tal caso per il ma- [18] D. Webster, Metallurgical Transactions A, Vol. 18A,
teriale fragile nelle direzioni SL e ST, e non consigliata 1987, pp. 2181-2193.
lapplicazione in componenti spessi sollecitati triassial- [19] T. Kobayashi, M. Niinomi, K. Degawa, Materials
mente Science and Technology, Vol. 5, 1989, pp. 1013-1019.
la resistenza alla propagazione delle cricche di fatica [20] P. Bourgasser, J. A. Wert, E. A. Starke Jr., Materials
spesso migliore rispetto alle leghe tradizionali, soprattutto Science and Technology, Vol. 5, 1989, pp. 1102-1108.
nelle regioni a basso K; ci dovuto a vistosi fenomeni
di chiusura della cricca indotti da precipitati coerenti () [21] T. H. Sanders Jr, E. A. Starke Jr, Acta Metallurgica,
o da tessiture cristallografiche Vol. 30, 1982, pp. 927-939.
la saldabilit in generale migliore rispetto a quella delle [22] H. J. Roven, E. A. Starke Jr, O. Sodahl, J. Hjelen,
leghe classiche concorrenti, lefficienza dei giunti oscilla Scripta Metallurgica et Materialia, Vol. 24, 1990, pp.
attorno a 0,5; la lega 2195 si avvicina alla 2219, ma garan- 421-426.
tisce resistenze trasversali del cordone pi elevate [23] C. P. Blankenship, E. A. Starke Jr, Metallurgical Tran-
possibile lapplicazione del Friction Stir Welding, anche sactions A, Vol. 24A, 1993, pp. 833-841.
se i vantaggi rispetto alle saldature ad arco sono meno vi- [24] S. P. Lynch, Materials Science and Engineering, Vol.
stosi di quelli conseguibili dalle leghe tradizionali: le resi- A136, 1991, pp. 25-43.
stenze meccaniche finali sono comunque confrontabili.
[25] S. P. Lynch, A. R. Wilson, R. T. Byrnes, Materials
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2/2005

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A B S T R A C T

ALUMINIUM-LITHIUM ALLOYS posites, and their better properties at high temperature ren-
der these last strong competitors also.
PAROLE CHIAVE: The paper discusses first the problems of binary Al-Li al-
aluminium alloys, fracture, welding, mechanical characteristics loys. They are strengthened by the precipitation of spherical
and coherent particles (Al3Li). The coherency is due to the
This paper is a review of the current status of Al-Li alloys. A very low misfit strain between and Al matrix and then is
very short history of the development of these alloys and the shearable by dislocations. Therefore, during plastic strai-
big mass of research and publications in the seventies, eigh- ning, crystallographic slip tends to concentrate to very few
ties and nineties show that actually Al-Li alloys are a matu- slip planes. Moreover, during a T6 temper, the ageing gives
re product. They have a well established market, mainly in rise to Precipitate Free Zones (PFZ) at grain boundaries,
the aerospace and sport applications. The first driving fac- with concurrent precipitation of coarse equilibrium (AlLi)
tor for the commercial success of Al-Li alloys is the well particles. When very narrow slip band impinge on the grain
known reduction in density and gain in Young's modulus, boundaries a further strain localisation occurs, easily lea-
compared to the classical Al high strength alloys of the 2xxx ding the nucleation and growth of intergranular or tran-
and 7xxx series, which are the main competitors. This is sgranular cracks.
very important in aerospace application, where the decrease Binary Al-Li alloy are then brittle, thus not applicable in
of weight and increase in stiffness allow a reduction of the structural components. In commercial alloys, particles
2/2005

fuel consumption or an increase of the payload. Another key alone and PFZ must be avoided. Therefore, several other al-
of the success is the fact that Al-Li alloy components can be loying elements are introduced: Cu and Mg forms strengthe-
produced by the same technologies employed with 2xxx and ning precipitates T1-Al2CuLi, -(Al2Cu), Al2MgLi and S-
7xxx series, without additional costs, contrary to composite Al2CuMg; Cr, Mn and mostly Zr act as dispersoids, inhibi-
materials, which require special and more expensive proces- ting strain localisation and retarding recrystallization and
ses. However, the actual trend for cost reduction in the com- grain growth; Ag enhances the tendency to the precipitation

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A L L U M I N I O E L E G H E

of strengthening phases in Al-Li-Cu alloys. Combining the curves of Al-Li alloys is comparable to that of the classical
Memorie

effect of the alloying elements, several ternary and quater- competitors. However, in the threshold region Al-Li alloys
nary commercial alloys have been developed. Compared to are generally superior because their behaviour of is stron-
the classical 2xxx and 7xxx series, Al-Li alloys are characte- gly affected by crack closure, associated with highly tor-
rized by very strong crystallographic textures. Probably, this tuous and deflected crack path. Crack growth occurs cri-
is due to the combined effect of Li and Zr: The textures is as- stallographically on 111 planes, leading to mixed mode I,
sociated to the crystal morphology: very elongated pan- II, III propagation. The main causes of the crystallographic
caked grains have strong deformation texture (very common path are the possible presence of shearable particles, re-
the brass {110}112, the S {123}634, the copper sulting in planar slip, and the presence of strong deforma-
{112} 111 ), fine recrystallized grains have the cube tion textures. They are able to enhance the slip band
{001}110 recrystallization texture. Except in very small cracking mechanism along 111 planes or to cause crack
gauge products, or on the very surface of thicker gauges, branching effects. The result is a strong stress ratio effect,
where fine recrystallized grains are found, in Al-Li compo- the threshold value Kth shows a marked decrease with R. It
nents unrecrystallized grains are commonly found. This fact should be emphasized that the advantages of the occurrence
gives rise to planar anisotropy and through-thickness gra- of crack deflection has non been properly understood by the
dients of mechanical characteristics. Another peculiarity of users in the aerospace field, and Al-Li alloys have often
Al-Li alloys is that T3 and T8 tempers are preferred, the fir- been rejected as unreliable. Thus, in a perspective of a full
st to maximise the fracture toughness, the second to maximi- exploitation of the characteristics of crack growth resistan-
se the strength. T4, T6 and T7 tempers are seldom applied: ce, there is still a growing potential for aerospace applica-
to avoid the negative -PFZ combination, a 2-6% stret- tions of Al-Li alloys.
ching is applied after quenching, introducing dislocations Finally, in the paper the weldability of Al-Li alloys is discus-
into the grains. This promotes uniform nucleation of the sed. Their welding characteristics is very similar to that of
strengthening precipitates inside the grains during the sub- the classical 2xxx and 7xxx alloys. In general, the simulta-
sequent ageing, thus avoiding brittleness problems. neous presence of important contents of Cu and Mg impairs
Al-Li alloys have comparable or superior in-plane fracture weldability, as in the 7xxx alloys. Therefore, the Al-Li 2091
toughness compared to 2xxx and 7xxx alloy series. In gene- alloy, containing 2,2% Cu and 1,5% Mg is the only little
ral, the fracture mechanism is ductile (transgranular or in- weldable. All the other are weldable by using Al-Cu or Al-
tergranular), with nucleation, growth and coalescence of Mg filler, without incurring in welding cracks. For example,
microvoids around coarse constitutive intermetallics (-Al- the 2195 alloy (Weldalite) is readily welded, similarly to the
Li, T2-Al6CuLi3, etc.) or originating from impurities such as classical 2219, the most weldable of all Al alloys. Very im-
Fe and Si (-FeSiAl5). In this case, fracture toughness is di- portant are the mechanical characteristics of the welding. A
rectly related to the impurity content, as in the 2xxx and Heat Affected Zone is produced, where the strengthening
7xxx series. In some case, mostly in 2090, 2091 e 8090 al- precipitates are partially dissolved or coarsened: the
loys, TL and LT fracture toughness is 25% ca. higher than in strength decreases, but a joint efficiency of 50% is usually
classical alloys. This is due to delaminations along high an- attained. This is similar to classical alloys; however, since
gle grain boundaries, able to relax the stress triaxiality at most Al-Li alloys are high strength materials, the final tensi-
the crack tip from a plane strain constraint towards plane le strength of the welding is generally higher than in the
stress. Several explanations of the occurrence of the delami- competitors.
nations are possible: segregation of low melting point eutec- This is particularly true in the 2195 alloy, where the presen-
tics (Na and K), -PFZ combination effect on high angle ce of Ag allows a partial strength recovery of the HAZ by
grain boundaries, non equilibrium Li segregation. The re- enhancing the natural aging. The recent Friction Stir Wel-
sult is brittleness in the short transverse directions ST and ding technology has been successfully applied to Al-Li al-
ST, and enhanced toughness in the TL and LT directions. loys, producing sound and strong welding. Nevertheless, the
The phenomenon has hampered the application of Al-Li al- gain in the mechanical characteristics is not so interesting
loys in thick components subjected to triaxial stress, whe- as in the 7xxx alloys, which are little weldable by conventio-
reas is positive in components subjected to biaxial stress. nal techniques and take full advantage of the very limited
Another striking aspect of Al-Li alloys is their often superior thermal input of the new technique (no liquid is produced).
resistance to fatigue crack growth, very important in dama- In this sense, 7xxx and Al-Li alloys welded by Friction Stir
ge tolerant applications such as in aerospace. The Paris Welding are comparable.
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