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TROTULA
MEDICINA E COSMESI DELLE DONNE
NEL MEDIOEVO

A cura di
Monica H. Green

Traduzione italiana di
Valentina Brancone

SISMEL
EDIZIONI DEL GALLUZZO
2014
info e copyright

Via Montebello 7, I-50123 Firenze


phone +39.055.237.45.37 fax +39.055.237.34.54
galluzzo@sismel.it order@sismel.it

versione PDF: ISBN 978-88-8450-552-1

2014 SISMEL - Edizioni del Galluzzo


e Edizione nazionale La Scuola Medica Salernitana

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Questo e-book ripropone parte del volume:


Trotula. Un compendio medievale di medicina delle donne. A cura di Monica H.
Green. Traduzione italiana di Valentina Brancone. Firenze, 2009 (Edizione
Nazionale La Scuola Medica Salernitana 4). ISBN 978-88-8450-336-7
2009 SISMEL - Edizioni del Galluzzo e Edizione Nazionale La Scuola
Medica Salernitana traduzione italiana di The Trotula: a Medieval Com-
pendium of Womens Medecine, edited and translated by Monica H. Green
2001 University of Pennsylvania

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SOMMARIO

07 Introduzione, di M. H. Green

TROTULA

15 Sulle malattie delle donne


41 Sui trattamenti per le donne
65 Sulla cosmetica delle donne
79 Appendice. Composti medicinali nel corpus della Trotula
93 Bibliografia sulla salute della donna nel Medioevo

109 Dal nostro catalogo: Storia della medicina


INTRODUZIONE*

Gli italiani, pi di altri, avranno sentito parlare di Trotula da Sa-


lerno. Penseranno in verit di conoscerla assai bene: la misteriosa
medichessa Trotula de Ruggiero, cos essa compare sulle pagine del
sito internet del Comune di Salerno. Tuttavia, nonostante la fiducia
che accompagna la denominazione de Ruggiero e, in molte leg-
gende popolari, lattribuzione di moglie, madre, autrice di opere me-
diche, e finanche di una cattedra professorale presso lUniversit di
Salerno, mai alcuna evidenza storica stata avanzata al fine di con-
fermare la sua stessa esistenza. Le molte discrepanze nelle narrazioni
tradizionali che circolano su di lei dovrebbero costituire per noi il
primo indizio di un tassello mancante. detto da alcuni sia vissuta
nellundicesimo secolo, da altri nel dodicesimo. Si narra che abbia
scritto il libro pi importante sulla medicina della donna dellEuro-
pa medievale, Sulle malattie delle donne (De passionibus mulierum). Altri
ancora credono non sia mai nemmeno esistita.
vero tuttavia che qualunque individuo capace di generare opi-
nioni cos diametralmente opposte sul proprio lavoro e sulla propria
vita non pu che essere un individuo misterioso. Eppure, il mistero
di Trotula irrimediabilmente connesso al testo che le attribui-
to. La Trotula (poich in origine la parola intese indicare il titolo di
unopera e non il nome del suo autore), ne siamo certi, esistette per
davvero. Nei fatti esso rappresenta il pi popolare assembramento di
materiale sulla medicina della donna dal tardo XII fino al XV seco-
lo. Scritto in lingua latina, e pertanto capace di circolare lungo lEu-
ropa occidentale, dove il latino serv come lingua franca delle lites
colte, nel Quattrocento la Trotula giunse a essere tradotta nel volga-
re di quasi tutti i popoli dellOccidente per raggiungere in questa
forma un pubblico ancora pi vasto.

* La presente Introduzione riproduce le pp. 1-7 della Prefazione alledizione italia-


na, apparsa in Trotula. Un compendio medievale di medicina delle donne. Edizione critica
a cura di Monica H. Green. Traduzione italiana di Valentina Brancone, Firenze,
SISMEL-Edizione del Galluzzo, 2009, cui si rinvia per ledizione del testo latino e
le note di commento storico-filologico.

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TROTULA. MEDICINA E COSMESI DELLE DONNE NEL MEDIOEVO

Sorprendentemente, malgrado la sua importanza storica, nessuna


edizione moderna del testo latino della Trotula fu resa disponibile al-
luso di studenti e studiosi fino alledizione bifronte latino-inglese e
alla traduzione in inglese che io stessa procurai nel 2001. In prece-
denza, il testo latino della Trotula venne dato alle stampe una sola
volta nel XVI secolo, sotto il titolo di Lo straordinario libro di Trotu-
la sulle cure delle malattie delle donne prima, durante e dopo il parto, e con
le sole traduzioni moderne basate su questa stessa edizione cinque-
centesca. Se queste traduzioni hanno avuto qualche merito nel tene-
re in vita la questione Trotula, esse si sono anche rese responsabi-
li del perpetuarsi della confusione, dal momento che hanno trasmes-
so alle nuove generazioni di lettori le distorsioni storiche della reda-
zione rinascimentale, un testo che nei suoi aspetti fondamentali resta
una costruzione tutta umanistica.
Leditore rinascimentale, con il medesimo intento di molti lettera-
ti umanisti del tempo, vi aggiunse ci che diverr lultimo dei molti
strati di ammiglioramenti editoriali. Simili intrusioni hanno quasi
del tutto obliterato, nel corso dei quattrocento anni di vita della Tro-
tula, ogni traccia del fatto che si trattava non di un unico testo ma di
ben tre testi. Certamente tutti e tre questi testi condividevano una
stessa origine salernitana risalente al XII secolo ma riflettevano, ad un
tempo, il lavoro di almeno tre diversi autori, latori di prospettive di-
verse sulle malattie delle donne e sulle conoscenze cosmetiche. Il
primo e il terzo di questi testi, Sulle malattie delle donne (Liber de sintho-
matibus mulierum) e Sulla cosmetica delle donne (De ornatu mulierum), cir-
colavano anonimi. Il secondo, Sui trattamenti per le donne (De curis mu-
lierum), era attribuito fin dal manoscritto pi antico a una guaritrice
di Salerno chiamata Trota (o Trocta). Ciascun testo pass attraverso
stadi distinti di revisione e circol in forma indipendente attraverso
lEuropa fino alla fine del XV secolo, allorch la cultura manoscritta
inizi a cedere il passo al libro a stampa. Il testo ebbe tuttavia anche
un secondo destino parallelo. Alla fine del XII secolo, un compilato-
re anonimo aveva riunito i tre testi in un unico corpus, rivedendo leg-
germente la terminologia, aggiungendo nuovo materiale e riarran-
giando alcuni capitoli. Questa raccolta fu chiamata la Summa que di-
citur Trotula (Il compendio chiamato Trotula), con il titolo Tro-
tula (letteralmente piccola Trota o forse la Trota ridotta) elabo-
rato sul nome che veniva associato al testo di mezzo, Sui trattamenti
per le donne. La denominazione pu aver voluto distinguere la raccolta
da una generale e pi lunga compilazione, la Medicina Pratica com-

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INTRODUZIONE

posta da Trota, una guaritrice storicamente documentata. Presto la


Trotula divenne il libro principale sulla medicina femminile e conti-
nu a essere oggetto di manipolazione da parte di successivi editori e
scribi medievali, la maggior parte dei quali intese Trotula non
come titolo di un testo ma come il nome di un autore.
Nel 1544, quando la collezione giunse nelle mani delleditore ri-
nascimentale George Kraut, generazioni di scribi e di lettori erano
ormai persuasi di avere a che fare con un unico testo o, al massimo,
con due testi di medesimo soggetto, scritti da uno stesso autore. Si
comprende cos perch Kraut intese quale suo compito quello di
mettere ordine in un testo confuso e mal organizzato. Espunse per-
ci certi passi, soppresse vario materiale e, nel gesto editoriale pi ra-
dicale che gli si possa attribuire, risistem lordine dei capitoli, al
fine di eliminare le molte ridondanze e le parti inconsistenti del testo
(dovute, come sappiamo, al fatto che diversi autori avevano trattato
i medesimi argomenti in modi differenti). Non vi modo perch il
lettore di questo testo a stampa emendato possa sceverare la presen-
za delle tre distinte componenti o dei tre diversi autori. Di qui,
quando pi di ventanni dopo sorse la disputa sullidentit dellauto-
re (disputa che proseguita fino ai giorni nostri), si diede per scon-
tato che vi fosse coinvolto un solo autore. Fu solo grazie al riavvici-
namento degli studiosi moderni ai manoscritti medievali che diven-
ne possibile distinguere il testo attribuibile alla storica autrice me-
dievale di cose mediche Trota dal resto del materiale medico che,
quasi certamente, appartiene a pi di un autore salernitano maschio.
Qual era tuttavia questo testo denominato la Trotula? E perch
sort uno straordinario impatto attraverso lEuropa medievale? Per i
lettori del Medioevo ogni questione di paternit autoriale o di svi-
luppo del testo non possedeva che unimportanza irrisoria. Ci non
significa che gli editori medievali o gli scribi non avessero compreso
quanto i testi fossero proteiformi: al contrario, gli scribi posero spes-
so a confronto diverse versioni del testo al fine di emendare gli erro-
ri di esemplari fallaci. In due casi del XIV secolo si tent persino di
ricostruire la raccolta a partire dalla versione originale di tre testi
indipendenti. Ci si era accostati ai testi della Trotula con lurgenza di
conoscere la risposta a questioni riguardanti la cura delle malattie
femminili o il trattamento di argomenti di cosmetica, o forse anche
con interessi di ordine maggiormente speculativo sul funzionamen-
to del corpo della donna o sui processi che presiedevano alla procrea-
zione. Per costoro, i testi rappresentavano un deposito capitale di

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TROTULA. MEDICINA E COSMESI DELLE DONNE NEL MEDIOEVO

informazioni. Quanto agli studiosi moderni di storia della medicina


o di storia delle donne, resta al contrario fondamentale comprendere
gli stadi attraverso cui il corpus della Trotula venne compilato cos da
poter rispondere ad interrogativi quali: cosa tradiscono questi testi
sullo sviluppo delle teorie mediche medievali concernenti il funzio-
namento del corpo femminile? Cosa possono realmente rivelare circa
limpatto della nuova medicina araba, la quale inizi a penetrare in
Europa fin dal tardo XI secolo? Qualora vi sia, nei fatti, un autore
donna dietro anche solo a una piccola parte dei testi, che cosa pu co-
municare circa la visione delle donne del Medioevo sul proprio corpo
e sulle circostanze sociali della salute della donna, che fosse a Saler-
no o nel resto dEuropa? Rispondere a queste questioni richiede una-
nalisi ravvicinata dei testi che emendi, per via di togliere, strato
dopo strato, decadi di accrescimenti e di alterazioni. Una simile ana-
lisi non confermer soltanto che vi sono tre testi di base nel cuore
della Trotula, ma dimostrer altres che il corpus divenne un magne-
te di materiale proveniente da fonti del tutto eterogenee. Non pos-
siamo ad esempio attribuire procedure appena nate, come quelle de-
scritte nel testo ai 124-27, a pratiche locali della medicina dellI-
talia meridionale, ma le si dovr riconoscere come lopera di un me-
dico persiano del IX secolo chiamato Rhazes. Unindagine di questo
tipo dichiarer, in altre parole, che il corpus della Trotula non che
un collage di fonti. Non esiste un unico autore, n un solo testo. Non
c, di conseguenza, ununica (o semplice) storia che possa raccontar-
si su Trota, Trotula, o sulla medicina delle donne a Salerno.
Se la consapevolezza della complessit della Trotula pu contri-
buire a risolvere certe questioni (sulle ridondanze e le inconsistenze,
ad esempio, che tanto afflissero leditore rinascimentale George
Kraut), ne solleva tuttavia delle altre. Molti anni di studio sui docu-
menti manoscritti hanno dimostrato come vi sia stato un totale di
quindici diverse versioni dei testi indipendenti e dellinsieme come
unit. Come scegliere una singola versione da studiare? Va da s che
gli autori delle tre opere originali e indipendenti ebbero la loro per-
sonale concezione del contenuto e degli usi cui destinare i propri
testi. Sulla base della mia ricostruzione delle forme originali dei
testi, illustrer nellIntroduzione le loro pi caratteristiche teorie e
pratiche mediche; riassumer inoltre ci che oggi noto circa le pra-
tiche mediche delle donne di Salerno, ivi compresa, ci che pi
conta, Trota. Ciononostante, le tre opere originali del XII secolo
spesso posseggono solo una vaga somiglianza con il/i testo/i che pi

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INTRODUZIONE

tardi i lettori medievali si sarebbero trovati di fronte. Sarebbe stata


la versione assembrata di questi testi, ci che io chiamo il corpus
della Trotula, la forma che la maggior parte dei lettori medievali
avrebbe avuto sotto gli occhi. E sarebbe stato questo assembramento
di teorie e di rimedi (quali fossero state le fonti o per quanto incon-
grua la combinazione fosse stata in origine) ci che verr comune-
mente assunto nellEuropa tardomedievale come lautorevole inse-
gnamento salernitano sulle donne e sulle loro malattie.
Una delle molte versioni della raccolta era particolarmente stabi-
le nella forma e circolava ampiamente diffusa: questa versione ci
che ho chiamato il corpus standardizzato, il quale, con le ventino-
ve copie oggi esistenti, si classifica come la versione pi celebre dei
testi salernitani dogni forma. Il corpus standardizzato un prodot-
to della met del Duecento (se fosse stato vergato a Salerno non ci
dato sapere) e riflette il punto darrivo di uno sviluppo ormai secola-
re dei tre testi. Dal momento che questa fu la versione pi stretta-
mente associata ai circoli universitari (e, per questa ragione, la pi
nota ai commentatori medievali, medici e non) ho ritenuto che fosse
la pi adatta a essere riproposta agli studiosi moderni e agli studen-
ti interessati tanto alla storia della medicina e del pensiero medieva-
le quanto alla storia delle donne.
Nel tradurre il testo della Trotula, un testo di medicina, non pos-
siamo che tentare di ricatturare una realt fisica e una visione concet-
tuale del mondo appartenuta al passato, estranea per molti versi al
lettore moderno, specialmente per coloro che operano allinterno del
paradigma biomedico occidentale. Inevitabilmente molte sfumature
di significato nei domini anatomico, nosologico e botanico non po-
tranno mai essere colte appieno. Per nessuna ragione avalliamo lef-
ficacia dei rimedi che vi sono rappresentati. nostro auspicio, tutta-
via, che nel consultare questa edizione della Trotula, i lettori italiani
possano comprendere pi facilmente tanto il valore dellopera della
vera, storicamente esistita Trota di Salerno, quanto la pari importan-
za di questo amalgama di testi, la Trotula, che a onta della sua natu-
ra caotica seppe catturare molti elementi del pensiero e della pratica
medica con i quali i medici salernitani di entrambi i sessi affronta-
rono le malattie e i disturbi delle loro pazienti.

Monica H. Green

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