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Giuseppe Virz
A. A. 2016 / 2017
Prof: L. Granozzi
Aula: A1
Lezione 12/10/2016
LE RIVOLUZIONI EUROPEE DEL 1848 1849
Tradizionalmente sono molte le date che si tendono a far coincidere con l'inizio della
storia contemporanea. In realt la scelta di tali date puramente casuale ed
arbitraria.
Si potrebbero, ad esempio, valutare le seguenti date:
Tuttavia, come riferimento, vengono scelti i moti del 1848 1849, perch
successivamente si verificheranno gli avvenimenti pi importanti del XIX secolo.
Cronologicamente, il primo moto rivoluzionario avvenne a Palermo, il 12 gennaio
1840. Tre giorni prima vengono affissi per Palermo dei manifesti recanti una chiara
minaccia: se entro il 12 gennaio, giorno del compleanno del Re, non sar concessa
l'indipendenza, i napoletani saranno cacciati via con la forza. La polizia inizialmente
sottovalut la minaccia, arrestando poche persone, ma l'atto rivoluzionario non tard
ad arrivare: in Piazza Fiera Vecchia oggi Piazza Rivoluzione un giovane Pietro
Amodeo spara un colpo in aria con il fucile. E' il segnale che da il via alla rivolta
indipendentista. Dopo giorni di scontri a fuoco, la rivoluzione si propag in altre citt
dell'isola, tra cui Messina e Girgenti e le truppe borboniche guidate dal generale De
Majo si ritirarono, sconfitte. La ritirata dei Borboni permise la creazione di un
governo provvisorio, favorevole ad una monarchia costituzionale, il cui Re sarebbe
stato individuato tra i monarchi italiani, ma con l'allungarsi della ricerca il governo si
indebol e Ferdinando II di Borbone decise di riprendere la Sicilia con la forza,
attuando sanguinosi assedi e controffensive a Messina e a Catania.
I moti di Palermo, tuttavia, non ebbero la stessa risonanza di quelli avvenuti a Parigi.
In Francia, a conclusione dei moti del 1830 era stato incoronato Re Luigi Filippo
d'Orleans, Re dei francesi, conosciuto anche come il Re Cittadino. Si trattava di
una monarchia costituzionale di stampo liberale, su modello di quella inglese,
riconosciuta tra le meno oppressive d'Europa, ma a causa di numerosi scandali era
divenuta ormai poco tollerata dai francesi. In parlamento si costitu un blocco di
opposizione formato da repubblicani, democratici, socialisti e bonapartisti. A quel
tempo vi era un sistema elettorale di tipo censitario (ovvero basato sul censo e sulle
tasse), poich l'uguaglianza ottenuta dalla prima rivoluzione era solo giuridica, non
politica. Massima aspirazione dei democratici era ottenere il suffragio universale
maschile, idea che al tempo appariva come un imbroglio, essendo analfabeta la
maggioranza della popolazione: solo a Parigi il 15% degli abitanti era costituito da
servi che avrebbero votato secondo le volont dei propri padroni. Quindi chi aveva
una servit pi numerosa avrebbe potuto contare su un maggior numero di voti e il
risultato dell'elezione sarebbe stato alterato.
Gli elettori ricchi, essendo pi acculturati e liberi da vincoli, avevano la possibilit di
scegliere autonomamente una buona classe politica.
I democratici, essendo in minoranza in parlamento, decisero di portare le proprie
battaglie politiche tra la gente comune, organizzando banchetti alla fine dei quali si
tenevano comizi politici, in barba ai divieti imposti dal governo. Proprio il divieto di
esecuzione di uno di questi banchetti, previsto per il 22 febbraio 1848, scaten la
scintilla che avrebbe portato alla rivoluzione: lavoratori e studenti insorsero. Il
governo decise di avvalersi della Guardia Nazionale, una milizia formata da
borghesi sorta allo scopo di evitare razzie da parte della plebe durante le insurrezioni,
per sedare la rivolta, ma l'impopolarit del regime fece in modo che quest'ultima
passasse dall'altro lato della barricata, appoggiando gli insorti. Dopo l'intervento
dell'esercito e due giorni di scontri a fuoco il re fugg e venne costituito il governo
provvisorio che annunci l'elezione di una assemblea costituente a suffragio
universale.
Per risolvere il problema della disoccupazione, venne sancito per la prima volta il
Diritto del Lavoro a favore dei proletari parigini e vennero istituiti gli Ateliers
Nationaux, dei cantieri pubblici a carico dello stato. I liberali ne denunciarono sia i
costi eccessivamente onerosi per le casse pubbliche, sia la contrariet ai loro principi.
Ben presto, il suffragio universale si rivel un'arma a doppio taglio, come avevano
previsto i liberali in largo anticipo: alle elezioni per l'assemblea costituente tenutesi il
23 aprile, la maggioranza degli elettori era costituita da contadini e altra gente
proveniente dalle campagne che, su consiglio dei propri padroni, aveva espresso voto
a favore dei conservatori. Vinsero i repubblicani moderati che dovettero affrontare
due insurrezioni popolari: la prima il 15 maggio, la seconda, il 23 giugno organizzata
dai lavoratori in seguito alla chiusura degli Ateliers Nationaux e all'obbligo di leva
per i disoccupati. Durante quest'ultimo scontro, Parigi fu divisa fisicamente in due
parti: a Est gli insorti e ad Ovest le forze governative. A fianco della Guardia
Nazionale ag l'esercito guidato dal generale Cavaignac che nei tre giorni che
seguirono attu una violenta repressione, al punto da uccidere molti operai tra le
barricate e in processi sommari alla fine della rappresaglia. Per la prima volta vi era
stata un'insurrezione guidata da una classe sociale ben definita, gli operai, e per tale
ragione la sua eco suscit parecchio scalpore tra i borghesi europei che vi scorgevano
la materializzazione dello spettro del comunismo. Un'ondata di conservatorismo
lamb la borghesia francese e i contadini stanchi per le tasse elevate, al punto che,
quando vennero indette le elezioni presidenziali del 10 dicembre, in seguito
all'approvazione della nuova costituzione democratica su modello americano, vinsero
i liberali conservatori, grazie all'appoggio di un candidato particolarmente benvisto
dal popolo per il suo nome e la sua apparente imparzialit nello schieramento
politico: Luigi Napoleone Bonaparte, nipote del famoso empereaur.
In Gran Bretagna la rivoluzione non si manifest perch gi negli anni '30 e nel '42
del XIX secolo si era tentata una petizione per chiedere il suffragio universale ed altri
diritti sociali (Cartismo), ma senza successo e con repressione sanguinosa delle
manifestazioni conseguenti. Il 10 aprile 1848 venne presentata una terza petizione,
senza versamenti di sangue, ma venne nuovamente respinta, minando definitivamente
la credibilit del movimento cartista. In Gran Bretagna emigrarono molti esuli
tedeschi e francesi, sfuggiti ai moti.
Durante la prima fase vi fu l'iniziativa dei liberali che imposero una costituzione ai
vari regni italiani. Il Regno delle Due Sicilie, Il Gran Ducato di Toscana, il Regno
di Sardegna (Statuto Albertino) e lo Stato Pontificio (neoguelfismo). A Milano
scoppia una ribellione contro gli austriaci guidata da Carlo Cattaneo.
Alla prima fase, segu una seconda, dove l'iniziativa fu presa dai democratici. A
Roma, Venezia e in Toscana sorsero delle brevi repubbliche. I rivoluzionari Romani,
tra i quali si annoverano Mazzini e Garibaldi, verranno sconfitti dai francesi di
Napoleone III.
Lezione 17/10/2016
I MOTI DEL 1848 1849 DAL PUNTO DI VISTA DI ITALIA E GERMANIA
Nella penisola italiana l'idea dell'Italia come nazione unita era gi presente in
letteratura, in particolare nei melodrammi, mentre la Germania si presentava
frammentata in oltre 49 staterelli e nessuno avrebbe pensato ad un'unit nazionale che
non fosse basata sulla lingua. Due autori fondamentali per l'unione linguistica furono
i fratelli Jacob e Wilhelm Grimm, linguisti e filologi, fondatori della germanistica,
che per rendere fruibili le loro favole al popolo hanno costruito una lingua che andr
a costituire la base della letteratura popolare.
Nel 1848 anche la Germania viene contagiata dai moti rivoluzionari pertanto viene
costituito un unico parlamento a Francoforte sul Meno, adatto ad ospitare
l'assemblea costituente che avrebbe dato una costituzione alla confederazione
germanica. Tra i partecipanti figuravano gruppi favorevoli all'unificazione dei popoli
di lingua tedesca e gruppi contrari a tale principio. I primi avrebbero voluto, alla
guida di una Grande Germania, l'impero asburgico, per tale ragione vennero
soprannominati Grandi Tedeschi. I secondi (soprannominati Piccoli Tedeschi),
si dicevano contrari e preferivano affidare la guida della neonata Nazione alla
Prussia. Alla votazione che segu prevalse la posizione Piccolo-tedesca e il
parlamento nomin come proprio imperatore il Re di Prussia, Federico Guglielmo
IV. Il monarca, vedendo giungere una nomina dal basso, rifiut l'incarico. Senza
l'appoggio di una nazione forte, il parlamento non riusc a resistere e venne sciolto,
provocando la restaurazione delle monarchie precedenti e la fuga di molti
repubblicani in Gran Bretagna.
Per quanto riguarda l'Italia sono in molti a cercare un primato su cui basare un'unit
nazionale:
In realt nel 1848 l'Italia si presentava come un paese fortemente agricolo, dal
paesaggio agrario diversificato. Le agricolture pi avanzate erano quelle presenti
nella Pianura Padana, dalla natura capitalistica, che utilizzavano la tecnica del
doppio grano e un allevamento avanzato. Le agricolture meno avanzate si ritrovavano
all'interno della Sicilia con i latifondi appartenenti ai nobili che venivano affittati a
poveri contadini. Nella parte costiera della Sicilia si avevano coltivazioni di ulivi, vite
e agrumeti. Nell'Italia centrale, in particolar modo in Toscana, vi era la Mezzadria
contraddistinta da una gestione paternalistica del proprietario nei confronti del
mezzadro. A differenza di oggi, il commercio interno era scarso.
Malgoverno dell'Isola.
Il temperamento della popolazione.
La sovrappopolazione.
Il problema idrico.
Mentre in Germania era la Prussia a detenere il ruolo di pivot (dal fr. Pivot Perno),
in Italia venne scelto il Piemonte come stato-guida per la guerra d'indipendenza.
Si scaten una discussione sulle vie da intraprendere per giungere all'unificazione del
paese, tra due diverse fazioni:
I liberali sostenevano la via federativa, che avrebbe voluto un'Italia formata da
una federazione di monarchie costituzionali.
I democratici volevano rovesciare le monarchie e trasformarle in
repubbliche.
In Sicilia lo sbarco dei Mille riusc perch in molti paesi siciliani esisteva gi un
partito filo-garibaldino, sorto nella speranza che una eventuale vittoria dei piemontesi
comportasse la ripartizione delle terre demaniali usurpate dai nobili e dai ricchi.