Sei sulla pagina 1di 6

La rivoluzione della complessit

albertostrumia.it/

Questioni epistemologiche

di Alberto Strumia

Premessa - Le scienze fisiche - La rivoluzione del non lineare - Le scienze logico-matematiche - Questioni filosofiche
che rinascono dalla scienza

Premessa
ormai consuetudine, nellambito della storiografia delle scienze e dellepistemologia, dopo T.S. Kuhn per citare
solo uno tra gli autori pi noti parlare di rivoluzioni scientifiche per indicare i mutamenti pi radicali avvenuti
nellambito del metodo scientifico, e soprattutto delle concezioni che stanno alla base dellelaborazione, della
comprensione, e quindi dellinterpretazione delle teorie. Cos, ad esempio, volgendo lo sguardo alle scienze fisiche,
si parlato frequentemente, e si parla tuttora, di una rivoluzione einsteiniana, di una rivoluzione quantistica, per
riferirci solo a quelle che hanno interessato questo nostro secolo che sta per concludersi.

Il termine rivoluzione impiegato allo scopo di sottolineare i fattori di discontinuit di concezione, rispetto al
pensiero precedente, la cui conoscenza richiesta, oltre ad una strumentazione matematica adeguata, per una
corretta comprensione delle teorie stesse.

Questa categoria di rivoluzione scientifica, che ha certamente dei limiti oltre che dei pregi e non va come tale
assolutizzata, pu tuttavia, tornare utile in vista di uno sguardo attento e, per quanto possibile adeguato, alle
problematiche teoretiche non esiterei a dire filosofiche e addirittura metafisiche legate alle scienze a noi
contemporanee, per aiutarci ad evidenziare le nuove domande filosofiche, metafisiche che le scienze odierne
pongono dal loro stesso interno, per garantire a se stesse dei fondamenti adeguati al loro stesso sviluppo.

Con questa introduzione, dunque, ho fatto gi una scelta di campo: non intendo soffermarmi qui sugli
aspetti sociologici legati allo sviluppo delle scienze, n su quelli inerenti le tecnologie che con le scienze convivono
necessariamente e da esse si sviluppano, inevitabilmente, nella nostra societ. Intendo soffermarmi, piuttosto, su
quegli aspetti che sono pi direttamente legati alla scienza odierna come teoria.

Partirei dunque dalla domanda seguente: Possiamo dire che in questi ultimi trenta, quaranta anni, circa, stiamo
assistendo ad una nuova rivoluzione scientifica, nel senso appena indicato di mutamento in atto del modo stesso di
concepire il metodo scientifico, o almeno di qualche suo aspetto fondamentale?.

Forse, anzi quasi certamente, ancora troppo presto per dare una risposta adeguata ad una domanda come
questa, tuttavia mi pare una domanda molto importante, e quindi fondamentale il non trascurare la ricerca di una
risposta, anche se provvisoria, per non arrivare troppo tardi quando i giochi sono ormai fatti. Infatti l dove una
rivoluzione scientifica in atto essa si accompagna a domande filosofiche, ponendo le quali gli scienziati chiedono,
in un certo senso aiuto ai filosofi, e alle quali, in mancanza di una risposta adeguata da parte loro, saranno loro
stessi a dare una risposta, elaborando cos, in qualche modo essi stessi una filosofia, una metafisica, una teoria

1/6
della conoscenza.

Le scienze fisiche
Gli sviluppi della scienza normale

Concentrerei lattenzione sulle scienze fisiche e matematiche, in quanto, dal punto di vista al quale ho accennato
introducendo, in queste scienze che si sta muovendo, a mio parere, qualcosa di veramente significativo: le altre
scienze, come quelle biologiche ad esempio, sembrano poter beneficiare esse stesse di un nuovo spazio,
conseguente a questo mutamento che, se fosse partito solo da loro non avrebbe quasi sicuramente gli stessi effetti,
in quanto ancora oggi, a torto o a ragione, si tende a guardare alla fisica e alla matematica come alle scienze di
riferimento, come al modello ideale di tutte le altre scienze.

Ci che dir, comunque, ha un valore esemplificativo e non certo esaustivo, non essendo possibile, in poco tempo,
offrire una panoramica completa, quanto piuttosto offrire unesemplificazione qualitativa dei problemi.

Incomincerei con unoperazione di discernimento e cio con levidenziare alcuni aspetti che caratterizzano le
scienze fisiche e matematiche recenti, che destano grande attenzione e meraviglia anche da parte dellopinione
pubblica pi informata e comprensibilmente ma che, a mio parere, non costituiscono una rivoluzione nel
metodo scientifico, una novit qualitativa, ma rappresentano piuttosto una novit quantitativa, uno sviluppo
estensivo, in un certo senso estremo, di quella che Kuhn chiama, con una espressione pure famosa, la scienza
normale.

La cosmologia

Il primo fatto al quale assistiamo da circa una trentina danni il fortissimo sviluppo della cosmologia
scientifica, fondata sulla teoria della relativit generale di Einstein. La teoria del big-bang con tutte le sue varianti,
soprattutto a partire dal modello inflazionario, sembra avere acquistato un credito notevole dal momento in cui si
avuto di essa quello che ritenuto il riscontro sperimentale probante in fondo lunico che stato fornito dalla
scoperta, pressoch incidentale, della radiazione cosmica di fondo da parte di Penzias e Wilson (1965). A partire da
questo dato la cosmologia relativistica, ritenuta fino a quel momento poco pi che unelaborazione molto
interessante, ma senza prove, fondata unicamente sulle equazioni di Einstein e su assunzioni ragionevoli ma
arbitrarie quali lisotropia e lomogeneit dello spazio-tempo ha incominciato ad essere considerata una vera
teoria scientifica, acquistando una fama, presso il pubblico, spesso anche eccessiva, dovuta al fascino intrinseco
della domanda sulle origini e sul destino delluniverso. Una certa divulgazione e ha favorito attorno a questo
sviluppo il consolidarsi di atteggiamenti scientisti ormai superati in altri settori della scienza: la cosmologia, da
questo punto di vista, arrivando, in un certo senso, in ritardo sulle altre scienze, ha favorito una sorta di ritardo
epistemologico in rapporto al mutamento della concezione della scienza fisica stessa anzich spingere nella
direzione di una rivoluzione epistemologica.

La fisica delle particelle

Il secondo fatto che ha dominato la scena, pi o meno contemporaneamente allacquisizione di prestigio della
cosmologia, consistito nello sviluppo delle teorie del microcosmo, rispondente alla ricerca dei costituenti
fondamentali della materia. Si tratta della famosa problematica inerente le particelle elementari, approdata alla
teoria quantistica dei campi. Questa ricerca, a dire il vero ha subto, dopo i primi entusiasmi, una certa fase di
arresto in quanto il numero di particelle scoperte era troppo elevato, e la parentela tra di esse troppo poco chiara,
2/6
perch si potesse parlare di esse come costituenti fondamentali e i costi delle ricerche proibitivi. Ci si , allora, rivolti
al problema dellunificazione dei campi elettromagnetico, debole, forte, gravitazionale in vista di una migliore
comprensione. Il risultato ottenuto con la unificazione elettro-debole ad opera di Glashaw, Salam e
Weinberg, verificato con lesperimento che valso il premio Nobel a Rubbia, ha rilanciato, anche se in tono un po
mitigato, una ricerca sulla quale si puntato per anni spendendo cifre ingenti.

Tuttavia, anche in questo caso non si pu parlare di una rivoluzione scientifica, quanto piuttosto di un procedere,
senza dubbio notevole, della scienza normale. Una teoria cos poco intuitiva e interpretabile come la meccanica
quantistica dimostra tutto il suo potere di strumento di calcolo e di descrizione di questo mondo microscopico,
portando tuttavia con s paradossi irrisolti e probabilmente insolubili nel quadro interpretativo attuale.

La fusione della cosmologia con le teorie di campo unificate

Un terzo fatto, che in un certo senso il frutto dello sforzo comune delle due teorie precedenti, sembra guidato
proprio dallintento di ottenere il massimo possibile dalla scienza normale, ed rappresentato dal tentativo di
compiere una vera e propria estrapolazione per dire qualcosa sui cosiddetti primi istanti delluniverso: a questo
scopo la cosmologia diviene teoria delle particelle e viceversa, in quanto il macrocosmo e il microcosmo si trovano
a coincidere. Non sto qui a discutere il senso scientifico stesso di un tale sforzo e delle affermazioni che si cerca di
fare in proposito. Ammesso e non concesso, comunque, che si possa dire qualcosa in merito, scientificamente
al di l di un impiego ideologico che di questi discorsi si pu fare e viene fatto di regola dai mezzi di divulgazione
anche in questo tentativo, certamente affascinante, perch spinge sempre pi in avanti le frontiere della ricerca, si
deve dire che di scienza normale si tratta.

Queste tre linee direttrici dello sviluppo recente della fisica hanno dato grande impulso ai rispettivi campi e fornito
forti conferme delle proprie convinzioni metodologiche ed epistemologiche sia ai cosmologi e che ai fisici teorici non
senza il rischio di chiusure nei confronti di altri campi di indagine. Non di rado gli stessi corsi di laurea in fisica
tendono quasi sempre a formare negli studenti una conoscenza riduttiva della fisica contemporanea enfatizzando
certi filoni di ricerca e talvolta addirittura tacendone altri. Tuttavia naturale che la scienza normale dia tutto quello
che pu dare, ma necessario che ci si renda conto che si tratta di novit prevalentemente quantitative e pi
che qualitative.

La rivoluzione del non lineare

Pi di una volta questi tre aspetti delle attuali conquiste della ricerca nel campo della fisica vengono a trovarsi
affiancati quasi si trattasse di uno stesso livello di problemi con un quarto tipo di problematiche che, invece, mi
sembrano differire, questa volta, qualitativamente da quelle che ho precedentemente citato. E questo in quanto
contengono, in se stesse delle implicazioni sul metodo scientifico stesso, sui fondamenti e sullinterpretazionedelle
teorie, implicazioni che mutano, ad un livello assai significativo, la concezione stessa di ci che scienza e,
costituiscono quindi, almeno in germe, linizio di una vera e propria rivoluzione scientifica. Vengono sollevate
questioni che sono precedenti la stessa teoria della relativit e la meccanica quantistica e che queste ultime teorie
non avevano lo scopo di risolvere, e hanno quindi ereditato, se cos si pu dire, senza accorgersene dalla fisica
classica. Si approda a questioni metodologicamente pi fondamentali di quelle poste dalla cosmologia e dalla
teoria dei campi e che prima o poi anche queste ultime si troveranno a dover affrontare.

Sinteticamente possiamo dire che le cose che vengono poste in questione sono:

la validit e i limiti intrinseci di una descrizione-spiegazione matematica del dato fisico;

lunivocit del linguaggio matematico e la possibilit di un suo ampliamento in senso non strettamente univoco;
3/6
la possibilit di spiegazioni scientifiche di una natura che fino a poco fa sarebbe stata qualificata
come metafisica nel senso peggiorativo che il pensiero epistemologico attribuiva a questa parola, come ad esempio
le spiegazioni di tipo finalistico;

la stessa epistemologia che sta alla base dellapproccio riduzionistico, usuale nelle scienze, che consentiva, da
un lato, di ricondurre problemi complessi a problemi pi semplici e conosciuti, e dallaltro di ricondurre scienzepi
complesse, come ad esempio la biologia, e la chimica, a scienze pi semplici e considerate pi fondamentali, come
la fisica. Anche in forza di questa visione riduzionistica per questo la fisica rimasta la scienza fondamentale alla
quale tutte le altre si rifanno.

Mi riferisco, in questa quarta considerazione, a quella che chiamerei, con una terminologia tipicamente fisico-
matematica, la rivoluzione del non lineare. Pi spesso si parla, con un linguaggio meno tecnico di quella sfera di
problemi che sono legati alla complessit dei sistemi studiati e alla caoticit, e quindi impredicibilit di certi loro
comportamenti.

Va evidenziato il fatto che moltissime delle acquisizioni teoriche in questo campo erano gi state ottenute tra la fine
del secolo scorso e la prima parte di questo da Poincar e da Ljapunov, tuttavia questo campo di indagine stato,
poi, incredibilmente pressoch abbandonato con linsorgere della meccanica quantistica che, se portava nuove
conquiste al riguardo della fisica atomica e nucleare, faceva arretrare ancora la metodologia scientifica nella mondo
del lineare (e delle piccole perturbazioni dal lineare) ben dominato dai matematici e dai fisici, evitando
(volutamente?) di affrontare i nuovi problemi di fondo che, inevitabilmente il nuovo mondo del non lineare avrebbe
posto loro.

In effetti le equazioni della fisica da sempre hanno coinvolto anche problemi non lineari, tuttavia questi non si sanno
risolvere esattamente, e si riconducono, approssimandoli a problemi lineari. Ma queste approssimazioni sono
corrette solo entro certi limiti e in certe situazioni non si possono fare.

Oggi queste problematiche sono state riprese, grazie allimpiego del calcolatore elettronico che rende possibili, con
la sua rapidit di calcolo, lindagine anche sui problemi non lineari con una precisione diversamente impensabile e
in tempi cosiddetti reali, fornendo soluzioni numeriche, accurate finch si vuole, di quei problemi che non hanno
una soluzione analitica.

Le scienze logico-matematiche

Vorrei accennare ora, molto brevemente, ad una seconda problematica che ha carattere di rivoluzione scientifica:
quella dellautoreferenzialit.

Limpiego del calcolatore elettronico insieme alla possibilit di affrontare con le tecniche dellanalisi numerica i
problemi non lineari, ridestando cos linteresse per i risultati di Poincar sui sistemi non lineari ha in un certo
senso, costretto i matematici e i logici, oltre che i fisici-matematici, a riprendere in considerazione come
problematiche con conseguenze applicative e non appena come questioni speculative, riguardanti i fondamenti,
come quelle legate ai teoremi di Gdel tutte le problematiche legate allautoreferenzialit. Il computer, infatti, fa
largamente uso di processi iterativi: in questi il risultato di un ciclo di calcolo viene immesso come dato di partenza
per un ciclo di calcolo successivo, identico al precedente. Non linearit e autoreferenzialit si trovano poi molto
spesso combinate insieme. Chi si occupa di intelligenza artificiale ha a che fare quotidianamente con questi
problemi.

A questi metodi si trovano connessi tutti quegli strani comportamenti che sono legati alla complessit, alle
disposizioni ordinate che sono frutto di una dinamica cosiddetta caotica, ai sistemi in cui compare il feed-back, nei
pi svariati campi della scienza e della tecnica: dalla logica degli enunciati autoreferenziali gi noti ai greci, alla
geometria dei frattali, alla meccanica dei sistemi dinamici caotici, allelettronica dei sistemi di controllo
4/6
controreazionati, allinformatica e allintelligenza artificiale.

Questioni filosofiche che rinascono dalla scienza


Dunque, ci troviamo in una situazione in cui i fondamenti stessi delle teorie scientifiche esigono che si dia una
risposta a questioni che erano classiche nellambito della cosmologia filosofica greca, e in quella aristotelica in
particolare; questioni che sembrano riaffiorare proponendo quello che appropriandoci di uno schema
interpretativo gi utilizzato a proposito della scienza da Alexandre Koyr uno spostamento della visione scientifica
dal platonismo verso laristotelismo. E questo un aspetto che non esiterei a chiamare rivoluzione
epistemologica, in quanto coinvolge un cambiamento nel modo stesso di intendere il metodo scientifico, mettendo in
discussione lo schema riduzionistico, in vista di un approccio pi globale.

Per quanto possa apparire strano proprio i livelli pi avanzati della scienza sembrano far rinascere antichissime
questioni di logica e di metafisica, che la filosofia pare avere da tempo abbandonato, almeno nella loro veste
classica: tutto questo per lo meno interessante. Con unimmagine un po paradossale e azzardata, ma non del
tutto infondata, sembra di poter ipotizzare un colloquio tra uno scienziato, che si occupa oggi di questi problemi, e
un pensatore medioevale, che attinge dai suoi studi su Aristotele risposte alle questioni di logica e di metafisica,
aiutando magari lo scienziato odierno a scoprire cose per lui nuove. Tra queste cose antiche che si ripropongono
come nuove citerei ad esempio:

la logica dei predicati analoghi che allo scienziato potrebbe servire per comprendere la non univocit e la
gerarchia dei livelli della realt e della loro rappresentazione formale. Non a caso tra quanti oggi si occupano di
intelligenza artificiale il termine analogia ricomparso a pieno di diritto

Il problema degli enunciati autoreferenziali e delle collezioni autoinclusive che si ricollega esso stesso al
problema dellesistenza di livelli gerarchizzati che si corrispondono fra loro: possibile costruire una logica in cui
lautoreferenzialit sia ospitata senza contraddizioni?

Il problema del tutto e delle parti reintrodotto dalle teorie non lineari, nellambito delle quali il tutto non ottenibile
come somma delle sue parti, in quanto la somma di due o pi soluzioni di un sistema non lineare non una
soluzione (come accade invece per i sistemi lineari); oppure in quelle strutture complesse come i frattali nelle quali
il tutto si replica nella singola parte a qualunque scala (strutture autosimilari). E se questo vero dal punto di vista
del matematico e del fisico, quante pi implicazioni sembra avere per il chimico, il biologo e per colui che si occupa
di scienze umane! Problema che, solleva linterrogativo sulla necessit di ipotizzare un principio unificante che
qualifica il tutto come tutto. Un tale problema nellantica teoria ilemorfica aveva una sua soluzione con il ricorso
alla forma; non stupisce, allora, che vi siano studi di grandi matematici sul problema della forma. Certo, bisogna
bene intendersi sul significato delle parole per non fare di ogni erba un fascio, ma non mi sembra si possa negare
che queste problematiche rivestano un interesse e meritino grande attenzione, tanto pi che non erano nemmeno
pensabili fino a non molti anni fa.

In sintesi si pu parlare e si parla spesso di una crisi del riduzionismo: a volte tale crisi presentata come un dato a
se stante, pi legato alla biologia e alle scienze dei sistemi complessi viventi, siano essi individui singoli o
popolazioni, tuttavia va sottolineato che le radici ultime di questa crisi risiedono nelle discipline considerate da
sempre paradigmatiche di tutte le altre scienze, la fisica e la matematica e ed da imputarsi allesplosione del non
lineare e delle tecniche autoreferenziali.

Questa situazione pone, dunque, la questione della messa a punto di un nuovo metodo scientifico che consenta:

un approccio non riduzionistico, quindi non univoco alle strutture complesse, che consegue alla questione del
non lineare di capitale importanza per esempio per la biologia.
5/6
ledificazione di una teoria delle scienze non riduzionistica (problema epistemologico), quindi di una visione
organica delle scienze nella quale esse non sono riconducibili necessariamente alla fisica o alla matematica.

Le scienze pongono oggi queste domande in prima istanza e con una certa urgenza. Vi sono poi altre questioni, che
qui accenno solo, concludendo, in quanto mi sembrano porsi pi in seconda istanza e con meno evidenza e forse
con minore urgenza, ma sono tuttavia presenti in attesa di esplodere, quali:

la questione della possibilit di una spiegazione di tipo finalistico nellambito delle scienze;

il problema dellapprendimento in ordine allintelligenza artificiale e in rapporto a quella umana. il classico


problema della conoscenza mediante astrazione.

Certamente vi sono molti altri problemi connessi con quelli esaminati, tuttavia, mi sembra di avere accennato
almeno a quelli fondamentali e di immediato interesse in vista di una collaborazione tra scienziati e filosofi.

6/6

Potrebbero piacerti anche