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Pasolini incarna la figura tipica del letterato degli anni Trenta: la sua formazione

rientra nel clima dellErmetismo ed incentrata sul riconoscimento del valore


assoluto e sacro della poesia. A questa formazione corrisponde la sua prima
produzione poetica,(quella in dialetto friulano) nella quale rientra la venerazione
dellarcaico Friuli contadino, contemplato come un mondo incontaminato, innocente
e primigenio, una sorta di Eden mitico che lo stesso Pasolini identifica con la sua
giovinezza. Il linguaggio poetico quello analogico del Simbolismo e risente della
lezione di Pascoli e degli ermetici.

Tuttavia, in questa fase poetica i suoi versi sono aleggiati dal senso del peccato e
della morte: il senso di colpa ha sempre tormentato Pasolini, le cui radici affondano
nella formazione cattolica ricevuta.

Come molti scrittori italiani del dopoguerra, anche Pasolini senti il fascino delle
ideologie di sinistra. Per lui il marxismo non era concepita come unideologia vissuta
in modo totale, ma pi che altro come uno stimolo allimpegno civile.

Le posizioni di Paolini mutano nel corso degli anni 60: con il boom economico e
linstaurarsi della civilt dei consumi, Pasolini conduce in questi anni la sua battaglia
pi accanita, che si trasforma in un atto daccusa violento contro la classe dirigente e
il ceto politico. Secondo Pasolini, la societ neocapitalistica dello sviluppo e del
benessere ha cancellato ogni differenza individuale, sociale, etnica, creando una sorta
di omologazione della societ. Questa attivit polemica d vita ad una serie di saggi e
articoli comparsi su quotidiani e riviste e poi raccolti nei volumi Empirismo etico
(1972), Scritti corsari (1975), lettere luterane (1976).

A tale omologazione contemporanea Pasolini contrappone un atteggiamento


nostalgico di una civilt contadina scomparsa, autentica, incorrotta. Questo
atteggiamento lo porta a guardare con simpatia il Terzo Mondo, i dannati della
terra, in cui quellautenticit originaria gli sembra ancora resistere allassalto della
modernit corruttrice.

Pasolini inoltre, si rende conto del fatto che in tale contesto neocapitalistico perde
ogni senso la figura dellintellettuale tradizionale, umanista, e del fatto che la
letteratura smarrisce ogni funzione. Un senso di questa sfiducia nella letteratura si
coglie anche nel diradarsi dei suoi libri di poesia e narrativa e nella sua dedizione
quasi totale alla produzione cinematografica e al teatro.

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