Tuttavia, in questa fase poetica i suoi versi sono aleggiati dal senso del peccato e
della morte: il senso di colpa ha sempre tormentato Pasolini, le cui radici affondano
nella formazione cattolica ricevuta.
Come molti scrittori italiani del dopoguerra, anche Pasolini senti il fascino delle
ideologie di sinistra. Per lui il marxismo non era concepita come unideologia vissuta
in modo totale, ma pi che altro come uno stimolo allimpegno civile.
Le posizioni di Paolini mutano nel corso degli anni 60: con il boom economico e
linstaurarsi della civilt dei consumi, Pasolini conduce in questi anni la sua battaglia
pi accanita, che si trasforma in un atto daccusa violento contro la classe dirigente e
il ceto politico. Secondo Pasolini, la societ neocapitalistica dello sviluppo e del
benessere ha cancellato ogni differenza individuale, sociale, etnica, creando una sorta
di omologazione della societ. Questa attivit polemica d vita ad una serie di saggi e
articoli comparsi su quotidiani e riviste e poi raccolti nei volumi Empirismo etico
(1972), Scritti corsari (1975), lettere luterane (1976).
Pasolini inoltre, si rende conto del fatto che in tale contesto neocapitalistico perde
ogni senso la figura dellintellettuale tradizionale, umanista, e del fatto che la
letteratura smarrisce ogni funzione. Un senso di questa sfiducia nella letteratura si
coglie anche nel diradarsi dei suoi libri di poesia e narrativa e nella sua dedizione
quasi totale alla produzione cinematografica e al teatro.