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Il fantasma del vicolo

Torno dall' aeroporto dove ho accompagnato Bobby, lui in Inghilterra continuer a


tornacci tutta la vita e probabilmente appena trover n'ingrese olle zampe meno di
acce ci s'accaser. Peccato, fossi stato il regista dele sorti umane avrei messo B
obby co Zanzara e 'r Tafano co Dani, che poi so 4 ragazzi cos belli che Hitlere n
'avrebbe fatti studi da su dottori pe facci na razza nova. Bobby somiglia un po'
a Dino quand'era giovane, alto magro, riservato ma sveglio quando serve e poi tr
ovalo oggi un ragazzo nteligente come lui che un se la tira per niente. Dani dov
entata no schianto di ragazza che a mandalla a giro sola c' da av paura. Dala part
e di l ir Tafanino se un si perdesse troppo ne tatuaggi credo che ale donne ni po
trebbe d 'r numerino come ala muta pe mettesi in fila e Zanzara d'una bellezza pa
rticolarissima perch magra ma con du pormoni come la su mamma e la su nonna e poi
ci 'n viso ovale abbronzato anche di Gennaio che sembra n'incrocio di cento razz
e che ognuna ci abbia messo dentro il meglio che aveva a disposizione. Cos io e H
olly si ridacchia e si commenta vedendoli. Zanzara come sa che c' Bobby a Venezia
piglia il treno anche se c'ha da fa pi di quello che mor di notte e lasci tutto da
fa. Bobby per sembra un se n'accorga. Dani dal canto suo un gli poi ramment Livor
no che ti chiede di Riccardino. Io credo che Riccardino un arrotolata gniene dar
ebbe anche ma sempre fidanzato e Dani non uno da na botta e via specie se pe uno
ci sente. Nzomma la speranza d'allarg famiglia evapora come l'acqua al foco quan
do ce la mette Dino che s'addormenta a guardalla fissa e si sveglia quando r teg
amino puzza di acciaio fuso.
Cos Holly a casa che pulisce tutto perch a sent lei erano mesi che non spolverava.
Non vero ma a lei serve un inputte tragico per affrontare le cose con la grinta
da combattimento. Dani, Zanzara e Dino sono andati a Livorno 'n treno. S'aspetta
vano che andassi anch'io e dopo i revaivalse musicali e le sonate dal vivo, pare
va che una tappa al Bar Nado fosse scontata. Invece 'n ce l'ho fatta. Pi che s'av
vicinava la partenza e pi che mi pigliava un malessere allo stomaco. Sar 'r vino d
icevo ma lo sapevo che un era 'r vino, cos ieri sera mentre programmavano la part
enza pe oggi dopo pranzo n'ho fatto: ragazzi io un vengo. Se a Dani e a Zanzara
n'avessi dato un cazzotto 'n bocca credo n'avrebbe fatto meno male. Gi a tirammi
la camicia e a dimmi tutti i programmi che avevano fatto e come la trasferta sen
za me sarebbe stata come na pastasciutta senza sugo, un biccchiere coll'acqua. b
alena senza appetito. Io mi lasciavo tir ma pi mi tiravano e pi snetivo che non ne
avevo voglia e meno male che ala fine Dino ha detto: bimbe lasciatelo sta, io ne
so quarcosa un che non voglia ven ma non ha la disposizione d'animo adatta e da
Nado non pole finge d'esse allegro se un se lo sente.
Io perch non me la senta non lo so. Sar che quando vado laggi mi pare di rivedecci
'r mi babbo e Don Luigi, sar perch vedo la gente che invecchia a vista d'occhio sa
r per qualche cazzo di motivo che non voglio ammette a me stesso ma ala fine so r
imasto quass e mi sento meglio cos. Ora cosa c'entri con tutto questo il fantasma
del vicolo. C'entra C'entra. A voglia se c'entra disse la meglio bimba di Madam
Sitr a un esagerato di Shangai popolare quartiere di Livorno) che decantava dave
re un problema tanto grosso che ni sortiva dal collo dela camicia.
E c'entra davvero il fantasma del vicolo. Il vicolo tanto pe cominciare non una
di quelle viuzze di Livorno vicino agli scali o alla Venezia ma un vicolo di Mon
terey in California. Si chiama Cannery Lane e lo conobbi per caso alla fine del
Liceo grazie alla penna di uno scrittore che fino ad allora avevo letto ma senza
troppi entusismi.
Lo scrittore era John Steinbeck e il libro si chiamava Vicolo Cannery nella trad
uzione italiana. Io lo comprai all' edicola della stazione di Livorno il 29 lug
lio del 1973
Avevo diciannovanni compiuti la mattina stessa. La maturit l'avevo data pel rotto
dela cuffia il 22 quando a dare l'orali mi ciaveva tirato Dino pel colletto per
ch io m'ero innamorato d'una che si bucava e passavo giorno e notte a stagli diet
ro con progetti sadoumanistici che prevedevano la sua redenzione e il vivere da
figli de fiori in giro per il mondo. Il 18 di luglio seppi dal mi babbo che c'av
eva rubato in casa, mancavano i soldi dela rata dela televisione e pochi ori del
a mi mamma. Il mi babbo un mi disse niente, mi dette un fogliolino colla lista d
i quello che mancava e aggiunse meglio che te li faccia rende te perche se mi mo
vo io e la trovo con chi m'immagino succede un casino e un posso permettemelo, l
avoro solo io. La trovai dal solito ricettatore che raccattava tutto quello che
i tossici raspavano qua e l. tanto pe convincemi meglio che avevo preso una bella
cantonata la trovai anche mezza gnuda che si sbaciucchiava con quell'attrezzo l.
A lei un gli dissi niente ma mi feci d i soldi che n'aveva dato l'infame a lui n
i piantai du diretti nel muso e l'ori li ripresi da me. Ar mi babbo resi le tren
tamila lire dela televisione e altre 120 pe le 4 rate dopo
ala mi mamma ni resi l'ori e siccome i soldi in pi insistevano che li portassi ai
carabinieri ni dissi: va bene. Me li misi in tasca e presi una di quelle briaca
ture che per tre giorni sbaglia l'alba pel crepuscolo e la luna pel sole. Ai mia
n'avevo detto che andavo con Dino 3 giorni a Follonica dala mi zia pe riprendem
i un po' e studiare pegli esami. Dino mi tenne la parte e visto che abitava diri
mpetto a me and a dormire da Don Luigi cola promessa che un dicesse niente al mi
babbo, pel suo un c'erano problemi perch era imbarcato. Quando Dino venne a ripes
cammi a Calafuria i fumi dell'alcole m'erano un po' svaniti e alla fine andai ag
li orali.
Avevo fatto deli scritti sottotono e m'ero salvato colla versione di greco che
finii in 12 minuti senza nemmeno rileggela. Agli orali mi difesi ma solo dialett
icamente perch come scavavano un po' si vedeva chiaro che un avevo studiato na se
ga nulla. Dino avrebbe potuto fa un po' meglio ma disse al professore di filosof
ia che un filosofo non po' essere di parte e per peggiorare la sua posizione dim
ostr con lucide e sprezzanti argomentazioni che il professore medesimo, nonostant
e fosse un fervente comunista, quanto alle teorie economiche di Marxe aveva poc
he idee e confuse.
Indecisi su cosa fare all' universit si pens bene di trovare un lavoro per raccatt
are soldi almeno pell'acquisto dei libri e per prendere un buco in affitto a Fir
enze perch noi su una cosa s'avevano l'idee chiare, A Pisa all'universit un ci si
sarebbe andati nemmeno morti.
Divisi le centomila lire rimaste (n'avevo bevute venti e a quell'epoca con venti
mila lire c'entravano almeno dieci bottiglie di whisky bono e una ventina di c
ognacche tre stelle Bertocchini, di quello che i portuali ci si imbenzinavano l
a mattina alle 5.
Mentre Dino oziava tra una scatola di sigari e l'altra io buttai l'occhi su libr
i e vidi sto volumetto si proprio questo che da qualche giorno sto rileggendo.
Il riassunto non ve lo fo. Se qualcuno lo vole glielo mando in formato elettroni
co ma per me queste dugento o poco pi pagine sono una sorta di elemento catartico
.
Lo sfoglio rivedo i personaggi picareschi, rivedo anche me lo leggo mentre tron
cato dalla fatica sto sdraiato a letto in una lurida pensione dopo una giornata
con Dino a scaricare al porto di Genova. S'era trovato lavoro l come aiutanti f
acchini, da non confondere con i camalli geneovesi, una potente e ricca corporaz
ione di scaricatori. Noi si portavano le peggio cose, acidi che ti bruciavano le
dita gocciolando dai fusti, bitume che pesava 80 chili a confezione e se ti cas
cava su un piede restavi zoppo a vita. Si stava bene, si rideva, s'andava a vede
re dov'era la via del Campo cantata da Fabrizio De Andr, si beveva a sciacquabude
lla e pareva che i nostri corpi fossero inossidabili. S'era giovani.
Nell' ultima pagina vicino alle note relative alla stampa (si legge ancora lugli
o 73) avevo scritto cor un lapisse pe non sciupallo Bello! Pare d'esse al Bar N
ado.

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