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La Dottrina del Fascismo

di Alessia Fiume e Anna Stallone

Il saggio La dottrina del fascismo attribuito a Benito Mussolini, con ogni probabilit
fu scritto quasi interamente da Giovanni Gentile. Fu pubblicato con la voce fascismo
nell'Enciclopedia Italiana del 1932. L'intera voce fascismo occupava le pagine
comprese tra 847 e 884 dell'Enciclopedia Italiana, dove erano contenute anche
fotografie ed immagini.
Nellaprile del 1940 Mussolini ritir e distrusse tutte le copie disponibili de La
dottrina del fascismo in quanto alcune frasi contenute non riscontravano pi la sua
condivisione. Alcune copie, tuttavia, rimangono ancora conservate nella loro versione
originale, ed una di queste, custodita nella biblioteca privata della nostra docente di
filosofia, stata da noi letta costituendo motivo di riflessione. Ledizione da noi
consultata risale al 7 maggio 1936, edita dalla casa editrice Rondinella Alfredo di
Napoli come opuscolo per gli studenti delle scuole medie, con esposizione e note di
commento del Prof. Avv. Enzo Brundy.
Il punto centrale della dottrina fascista, pi volte ribadito, che "lo Stato un
assoluto, davanti al quale individui e gruppi sono il relativo". Per questo "per il
fascista, tutto nello Stato, e nulla di umano o spirituale esiste, e tanto meno ha
valore, fuori dello Stato".
Quindi, accanto al comunismo russo e al nazionalsocialismo tedesco, il fascismo
una delle manifestazioni pi evidenti dello statismo del secolo XX. Rifacendosi alle
teorie della filosofia attualista, in cui la realt viene percepita come atto pensante e
come unione di teoria e prassi, Mussolini espone la sua concezione dello Stato
partendo, tramite un processo induttivo, dallindividualit del singolo uomo per
elevarsi ad una realt o legge assoluta, affermando che per conoscere luomo
bisogna conoscere la realt e le sue leggi. Secondo Mussolini lo Stato coincide con
la vita, concepita in maniera spiritualistica. Luomo non deve essere un individuo
separato dagli altri, n governato da una legge naturale che lo porta a vivere
egoisticamente; luomo fascista si identifica con la nazione, con la patria, con il
riconoscimento di una missione che deve unire il popolo verso la realizzazione di un
ideale che porterebbe ad un nuovo stile di vita che non crede in una possibilit di
pace perpetua ma accetta, ama la vita ..come dovere, elevazione conquista: vissuta
per s, ma soprattutto per gli altri, vicini e lontani, presenti e futuri. Per questo
lindividuo, annullandosi in funzione dello Stato, si sacrifica se necessario arrivando
anche alla morte, per realizzare quel tanto desiderato stato di perfezione morale,
etica e civile.
Dallla lettura emerge anche quella concezione antipositivistica tipicamente gentiliana
ma che attribuiamo in questa sede a Mussolini, concezione che va considerata per
certi aspetti positiva in quanto n scettica n pessimistica.
Luomo del fascismo un uomo attivo, si impegna con tutte le sue forze, consapevole
delle difficolt e pronto per affrontarle in modo adeguato, lottando e conquistando.
Mussolini vuole parlarci non di un singolo uomo ma dellintera umanit che deve
essere inglobata dallo Stato il quale esige unesistenza allinsegna della seriet e
della religiosit, sorretta dalla morale ed estranea alla comodit.
inoltre chiaro che Mussolini sostiene fermamente la concezione di Stato gentiliana
visto appunto come caposaldo della dottrina fascista. Tutta la realt ricondotta ad
una realt indistinta. Ogni cosa, la natura , gli individui si identificano nello Stato che
diviene un Assoluto: Valore ed autorit suprema innanzi al quale nulla esiste.
Da ci il misticismo logico del quale Croce accuser Gentile e quindi, in un certo
qual modo lo stesso Mussolini, di giungere ad essere irrazionale e ovviamente incline
ad un sistema totalitario, la dittatura. Ecco come emerge levidente contrapposizione
con lo Stato liberale che negherebbe lo Stato nellinteresse dellindividuo particolare,
invece il fascismo riafferma lo Stato proprio come realt vera dellindividuo. Il
liberalismo porterebbe allestrema astrazione certi valori che cosi si mostrerebbero
irraggiungibili, invece lo Stato fascista realt, tutto e in esso anche libert. Con
questo messaggio Mussolini si propone di plagiare gli italiani, volendoli rendere
partecipi di ununit spirituale e morale, quindi etica, sintesi di ogni valore e voce
dellanimo dei popoli. Il fascismo , inoltre, una concezione storica dove luomo si
ritrova ad essere artefice della storia stessa, quindi non dovendo essere separato dal
mondo ma in relazione con esso e la societ in cui vive. Senza la storia luomo non
sarebbe nulla, per questo il fascismo va contro le astrazioni individualistiche
respingendo tutte le credenze religiose per le quali ad un certo punto della storia
sarebbe possibile una sistemazione del genere umano; ma ci significherebbe mettere
luomo fuori dalla storia, invece luomo vive in funzione della storia ed egli stesso a
farla; altrimenti nulla potrebbe esistere. Finch viger lo Stato fascista ci sar unit,
non permarr pi nessuna astrazione, ogni cosa sar infinita nellinfinito in quanto
necessit di tutte le realt: il fascismo sar etico, educatore, ordinatore, portatore di
forza e coraggio. Quando declina il senso dello Stato, del giusto e le volont terrene
vorranno far prevalere le tendenze dissociative di altre forme di governo non sar pi
possibile alcun tentativo di risolvere i problemi dellumanit, il raggiungimento della
perfezione e la stessa esistenza degli individui sar vana e tramonter. Lo Stato e
sar sempre tutto: Arte, scienza, religione, economia; come nulla lontano dalla
luce, nulla lontano o fuori dallo Stato, che tutto vivifica e fa splendere.
Queste erano le idee di Mussolini, secondo cui la patria era tutto, la cosa pi
importante; ma non si pu vivere una vita basandola sullo Stato, senza considerare la
persona, senza pensare alluomo come singolo individuo. Luomo del regima fascista
una marionetta nelle mani del gerarca, senza possibilit di disobbedire agli ordini,
con nessuna opportunit di far uso della propria ragione se non per qualche privata
speculazione. Un uso decisamente insufficiente per chi ritiene che lutilizzo della
ragione sia connaturato alluomo, che non si dia vita umana senza la possibilit che
questa possa ragionare, esprimere le proprie idee ed esprimere il proprio dissenso da
quello altrui.

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