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Natale, tanti Natali, nesun Natale, il mio

Natale
don Marco Pedron
Natale del Signore - Messa dell'Aurora (25 dicembre 2009)
Lc 2,15-20

Siamo all'aeroporto di Canton, in Cina. Due graziose hostess aiutano tutti i passeggeri a
sistemarsi. Il decollo prossimo e un membro dell'equipaggio chiude il pesante portello
dell'aereo. Improvvisamente si vede un uomo arrivare di corsa; l'uomo bussa forte sul portellone.
"Mi dispiace? troppo tardi? dobbiamo partire!", urla l'hostess, tentando di farsi capire dall'obl.
Ma l'uomo insiste ancor pi forte: "Doveva arrivare prima? adesso non si pu pi?", continua
l'hostess. Ma niente da fare, l'uomo insiste e continua a battere pi forte che pu. Anche se
infastidita, poich l'uomo non smette, l'hostess fa aprire il portello dell'aereo e l'uomo entra:
"Ops? il pilota!".
Buon Natale a tutti voi. Buon Natale a voi, ai vostri cuori e a tutte le persone della vostra famiglia.
Per il mondo oggi Natale: auguri, baci, abbracci, saluti, pranzi, panettoni, regali, sorrisi. Bene!
Se il Natale ci aiuta a far festa, bene. Ma attenzione: non perdiamo di vista il centro di questa
festa. Che non ci succeda di scambiare il Natale di Ges con tutto questo. Tutto questo
contorno: il pacco, il nastrino, il fiocchettino e il biglietto. Ma il regalo, il Natale, un'altra cosa.

Il Natale di Maria lo racconta Lc. Maria nei secoli c' stata presentata come la superdonna. San
Bernardo di Chiaravalle diceva: "Di Maria non si dice mai abbastanza". E cos Maria stata
riempita di titoli, di nomi, di privilegi. Pensate alle litanie del rosario: "Torre eburnea, Stella del
cielo, Avvocata di grazia, Corredentrice, Mediatrice universale, ecc.". E chi pi ne ha pi ne metta.
"Regina del cielo": perfino cos l'hanno chiamata, dimenticandosi che la "Regina del cielo" nella
Bibbia (Ger 7,18) Astarte, la dea dell'amore e della fertilit.
Ad un certo punto Maria era quasi in concorrenza con Ges Cristo: ci fu un tempo in cui sembr
che credere in Maria era doveroso e che se poi si credeva anche nel vangelo e in Ges Cristo,
tanto meglio, ma la cosa era facoltativa.
Ma il vangelo cosa dice di Maria? Su Maria stato detto di tutto: ma il vangelo cosa dice?
Andiamo a vedere.

2,19: "Maria serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore". Ci sono appena stati i pastori,
gli angeli e la moltitudine del coro celeste che cantava "Gloria a Dio": tutto sembra cos chiaro. E,
invece, il vangelo dice che Maria non capisce: "Ma che ci fanno i pastori qui?".
La religione da sempre aveva detto che Dio "far piovere brace, fuoco e zolfo, e vento bruciante"
sui cattivi (Sal 11,6). E allora che ci fa questa gentaglia qui? I pastori, infatti, erano ritenuti la
feccia della societ, i peccatori per eccellenza: a forza di stare con le bestie, si diceva, erano
diventati come loro, delle bestie. Erano esclusi ovviamente dal regno di Dio e il Messia, al suo
arrivo, li avrebbe distrutti. Beh, che ci fanno qui? E perch proprio da loro va l'angelo? Maria
non capisce? e la possiamo comprendere, perch era contro ogni logica del tempo.

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Ti succede una cosa, non la capisci? Non importa, custodiscila e a suo modo e a suo tempo capirai.

2,33: "Il padre e la madre di Ges si stupivano delle cose che si dicevano di lui". Un'altra volta
Maria non capisce (stupirsi qui non capire, non avere parole, non comprendere).
Cosa succede? Portano Ges, il Figlio di Dio, al tempio. Si portava al tempio un bambino per
renderlo "figlio di Abramo", ebreo. Ma Ges il Figlio di Dio! E poi: si gi dimenticata di cosa
le aveva detto l'angelo a proposito di quel figlio? Da quanto fa sembra proprio di s. L'angelo era
stato chiaro non c'erano dubbi: "Colui che nascer sar santo e chiamato Figlio di Dio" (1,35). Ma
Maria qui non ricorda gi pi niente.
La Bibbia diceva che Dio sarebbe venuto solo per gli ebrei e che tutte le altre nazioni sarebbero
state sterminate (Is 60,12). E cosa succede qui? Succede che Simeone le dice che Ges sar "luce
per illuminare tutte le genti" (2,32). Ma come? Dio non viene solo per gli ebrei? Maria non
comprende.
Ti succede una cosa, non la capisci? Non importa, custodiscila e a suo modo e a suo tempo capirai.

2,50: "Non compresero le sue parole". Maria rimprovera Ges dodicenne per ci che ha fatto
(2,48). E chi non lo avrebbe fatto! Era rimasto a Gerusalemme senza dire niente a nessuno.
D'altra parte ci si chiede: "Ma che genitori sono quelli che si accorgono che manca il loro figlio
solo dopo un giorno?".
E quando Maria va a "tirare le orecchie" a Ges: "Perch ci hai fatto cos?" (2,48), si prende una
"sberla" in faccia: "Ma cosa volete da me? Io non sono mica qui per seguire voi! Io sono qui per
seguire le cose del Padre mio" (2,49). E Maria non ci capisce pi niente.

Ma sar sempre cos per Maria. I suoi fratelli non credevano in lui (Gv 7,5). I teologi e i sacerdoti
dicono che "posseduto da uno spirito immondo" (Mc 3,30). Sta con la gente dubbia e di facili
costumi: peccatori, pubblicani, donne e prostitute (Mc 2,16). Un giorno il suo clan va a prenderlo
per internarlo perch gli dicono: "E' fuori di s", pazzo, matto (3,21). Un altro giorno gli dicono.
"C' qui tua madre". E lui risponde. "Mia madre non Maria ma chi ascolta la parola di Dio"
(Mc 3,33-34). E Maria? Maria non ci capisce niente.
Ti succede una cosa, non la capisci? Non importa, custodiscila e a suo modo e a suo tempo capirai.

Questo il Natale di Maria: credere, accettare, accogliere, anche quando non capisce. Quando ci
succede una cosa la gente dice: "Perch? Perch a me?". Oppure: "Cosa vuol dire?". Come se
tutto ci dovesse essere chiaro subito, come se si potesse capire subito tutto.
Come Maria, credere vuol dire: "S, non capisco, ma lo accetto, lo accolgo, lo custodisco perch
un giorno, a suo modo e a suo tempo, tutto questo mi possa parlare".
Un giorno un figlio tredicenne and dal padre e gli disse: "Qual il senso della vita?". Il padre
prese un foglio, gli disegn una "M" (la lettera "m") e gliela diede. Il figlio non cap e si mise a
ridere. Dopo qualche giorno il figlio torn a rifargli la stessa domanda. Il padre prese un foglio e gli
disegn la lettera "R" e gliela diede. Di nuovo il figlio derise il padre. E cos varie volte. Il figlio
qualche anno dopo trov i fogli che il padre gli aveva dato: R, M, O, A, E. "Che sciocchezza, che
stupido, mio padre". Poi guard meglio? e vide. "Che senso aveva la vita?". Adesso era chiaro. "A-
M-O-R-E".
Ti succede una cosa, non la capisci, non importa, un senso ce l'ha. Non dire mai: "Che schifo la
vita; la mia vita non ha senso; che ci sto a fare; perch a me?; perch questa cosa a me?". Tutto

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ha un senso: tieni con te ci che succede, anche se adesso non chiaro? forse un giorno lo capirai.
E se non lo capirai non importa perch pi importante viverlo che saperlo. E' pi importante
mangiarsi il tiramis piuttosto che sapere che in frigo; pi importante stare insieme con il
proprio amore piuttosto che sapere che c'.

Il Natale di Giuseppe lo racconta Mt che vede il Natale con gli occhi del padre di Ges.
Il matrimonio aveva due fasi: nella prima, in casa della donna, vi era lo sposalizio ma non la
convivenza. "Tu sei mia moglie", "Tu sei mio sposo" si dicevano gli sposi, ma ciascuno viveva
nella propria casa. Poi dopo un anno la sposa veniva condotta in casa dello sposo e qui
avvenivano le nozze. Giuseppe ha sposato Maria ma non la conosce, non ha avuto cio rapporti
sessuali con lei, perch Maria vive ancora con i suoi genitori. Eppure incinta.
La Legge (la Bibbia) e la regola gli dicono: "Uccidila!". Il Dt 22,20-23 dice: "L'adultera verr fatta
uscire dall'ingresso della casa del padre e la gente della sua citt la lapider, cos che muoia, perch
ha commesso un'infamia in Israele, disonorandosi in casa del padre". E il primo a tirare la pietra
doveva essere il marito stesso!
Giuseppe indeciso: seguire ci che dice la Bibbia o seguire il cuore? Seguire ci che fan tutti, che
tutti ritengono giusto o seguire l'amore, la misericordia?
Guardate cosa succede: il vangelo dice che Giuseppe non se la sente. Sarebbe giusto? ma come
fa? E mentre ha deciso di salvare Maria (ripudiandola in segreto: se al maschio non piaceva la
donna, poteva cacciarla via), cio quando Giuseppe ascolta il sentimento di misericordia, di
tenerezza e d'amore che prova dentro (Mt 1,19), in quel preciso momento (1,20-23) Dio viene, fa
irruzione e gli parla. Dio viene, si mostra, si fa presente a Giuseppe (Natale=Dio viene) solamente
dopo il suo sentimento di misericordia.
Allora: prima c' la misericordia, la tenerezza, il perdono e solo dopo potrai "sentire" e conoscere
Dio. Il provare amore, misericordia, tenerezza, la condizione per conoscere Dio. Per questo chi
ha conosciuto Dio ha detto: "Dio amore". Ma se tu non apri il tuo cuore e non gli permetti di
percepire tutti i sentimenti vulnerabili, tu sai (=idee) chi Dio, ma non l'hai mai sentito.
Ma come fai se vedi un cane, un gatto soffrire, far finta di niente? Ma come fai se vedi un
bambino o una persona soffrire, far finta di niente? La legge ti pu dire che puoi rimandarlo a casa
sua, ma il tuo cuore cosa ti dice? Ma come fai a non vedere che tuo figlio soffre perch tu sei
assente fisicamente, perch tu sei pieno di rabbia e urli sempre, perch litighi sempre con tua
moglie? Prima la misericordia e poi Dio verr. Dio viene solo se tu ti apri all'amore.
Il Grande Maestro stava per morire e doveva essere eletto un monaco successore. Gli furono
presentati i monaci teologi: sapevano tutto del cielo e della terra. Disse il Maestro: "Non vanno
bene, questi sanno!". Gli furono presentati tutti i monaci capi dei monasteri: "Questi non vanno
bene, questi fanno!". Gli furono presentati tutti i monaci cerimonieri delle liturgie: "Questi non
vanno bene, questi applicano". Non si trovava nessuno. Un giorno, per caso, il Grande Maestro
conobbe un monaco che aiutava gli ultimi della sua citt. Non aveva studiato, non era un buon
oratore ed era anche un po' cencioso. "Questo va bene! Questo ha un cuore".
L'organo per percepire Dio il cuore. Ma se il tuo cuore morto non sentirai mai Dio.

Il Natale di Ges lo racconta il vangelo di Mc.


Tu prendi il vangelo di Mc e leggi: ma non c' scritto niente! Ges gi grande! E' cos: il vangelo
pi antico (Mc) non ci racconta niente della nascita di Ges. E perch? Perch non c'era niente
da raccontare. Ges fu un bambino normale, come tutti gli altri. Piangeva, aveva bisogno della

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tetta di Maria, doveva essere cambiato, custodito, protetto e avvolto di amore. Se Dio ci voleva
perfetti si sarebbe incarnato in un angelo. E invece ci ha voluti umani, per questo si fatto uomo.
Non solo: quando andremo di l vedremo il volto di Dio? E che volto avr? Avr di l il volto con cui
si fatto vedere di qua. E cosa vedremo allora? Vedremo un bambino.
Come un bambino, io ho bisogno di aiuto, perch non posso farcela da solo. Come un bambino,
io ho bisogno di coccole, di amore, di tenerezza, di carezze. Come un bambino, io ho bisogno di
piangere quando sono triste. Come un bambino, io ho bisogno di crescere, di non pensare di
essere gi grande o arrivato. Come un bambino, io ho bisogno di lasciarmi andare, di ridere a
crepapelle, di gioire e di star bene. Come un bambino, io ho bisogno di dire a chi amo quanto lo
amo, e di dirglielo con tutta l'intensit che sento. Come un bambino, io ho bisogno di sognare, di
vedermi in grande, di puntare a cose grandi. Come un bambino, io ho bisogno di ricevere perch
in certi giorni ho bisogno di essere rassicurato, in altri protetto, in altri avvolto, in altri consolato,
in altri semplicemente di presenza.
Dio si fatto bambino cio bisognoso: tu puoi accettare di essere vulnerabile, bisognoso?

Il Natale dell'universo lo racconta Gv. Gv non racconta affatto la nascita di Ges. Gv racconta il
mistero profondissimo ed enorme della Vita. Dice: "Il Verbo era Dio" (1,1) e poi: "Il Verbo si
fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi" (1,14).
Vuol dire che tutto ci che esiste, carne, muscoli, volti, sangue, erbe, frutti, sassi, luce, ombra,
energie, vibrazioni, sentimenti, emozioni, vita e morte, tutto impregnato di Dio. Teilhard de
Chardin, Sant'Angela di Foligno, Ildegarda di Bingen, mistici enormi, dicono: "Dio ovunque".
Dio non qui o l: Dio dappertutto. Noi siamo immersi in Dio. Noi siamo dentro Dio
Come dire: "Dov' l'aria?". "Dappertutto". "Ma non la vedo". "Non con questi occhi! Se non ci
fosse, tu non ci saresti. Apri gli occhi: Lui qui!".
Quando uno ti dice: "Voglio vedere Dio", tu rispondigli: "Apri gli occhi!".
Quanti chiedono: "Cosa devo fare per arrivare a Dio". "Niente. Guardati attorno!". "E perch io
non lo vedo, allora?". "Perch sei troppo materiale (anche se ci vedi, hai gli occhi chiusi!)".

Einstein nella sua celebre formula (E=MC2) ha stabilito che tutto nello stesso tempo materia e
luce. Dipende a quale livello ti sintonizzi, a quale livello vivi.
Il neurologo Nitamo Montecucco ha fatto degli esperimenti incredibili. Lavorando sugli
elettroencefalogrammi ha distinto quattro livelli di "coerenza cerebrale", diciamo per capirci, di
consapevolezza.
Una coerenza assente (degenerazioni corporee, coma, ecc.): non vi consapevolezza di s. E' il
regno della pura materia, il regno della morte, della non luce. A questo livello la coscienza dice:
"La mano? Gli occhi? Il cuore? Non esiste nulla".
Una coerenza frammentata (depressione, malattie fisiche e dell'anima): bassa e scarsa
consapevolezza di s. Ognuno diviso dagli altri, ognuno lontano dagli altri, ognuno a s
stante. A questo livello vive la stragrande maggioranza della gente. Ogni altro un pericolo da
cui difendersi, pericoloso o da combattere. E' il regno dell'illusione. A questo livello la mano
dice: "Gli occhi sono dei nemici e anche il cuore".
Una coerenza integrata: benessere psicofisico e buona consapevolezza. Percezione dell'unit di
ogni creatura con le altre creature. Qui nascono la misericordia, la tenerezza e il senso di
appartenenza. La vivono alcune persone sviluppate spiritualmente in grado di valicare la soglia
della materia. A questo livello la mano dice: "Io, gli occhi e il cuore siamo uniti inseparabilmente".

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Una coerenza unita (il livello pi alto): una consapevolezza cos alta per cui le persone riuscivano
a comunicare fra i loro cervelli e ad influire sulla realt pur non facendo niente. Questo il regno
dell'amore, del non giudizio, dell'unit e della relazione di ogni cosa. A questo livello la mano
dice: "Io sono una manifestazione, gli occhi un'altra, il cuore un'altra, ma siamo tutti la stessa
cosa".
Esperimento scientifico a Los Angeles: un gruppo di monaci ha pregato (tre giorni di intensa
meditazione) in un monastero al centro della citt. In quei tre giorni la criminalit diminuita del
30% (i dati sono conservati dalla polizia di Los Angeles!).
Perch fallito il vertice di Copenaghen sull'ambiente? S, vero che la Cina, l'India e gli Usa
non volevano abbassare le proprie immissioni; vero che gli stati meno sviluppati dicevano: "E
perch noi dobbiamo avere gli stessi limiti visto che inquiniamo molto meno?"; vero che gli
stati europei dicevano: "Ma se non lo fanno loro, neanche noi lo facciamo"; tutto vero. Ma il vero
motivo che manca una coscienza integrata e unita: noi siamo un'unica cosa e siamo tutti uniti. Il
vero motivo che manca la spiritualit: se il mondo non far un salto di consapevolezza, un salto
spirituale, non avr futuro.
Solo a livello di materia ci sono io e ci sei tu. Ma a livello pi profondo io e te siamo parte di
un'unica entit che si chiama universo. Noi siamo immersi nell'universo; noi siamo immersi in Dio.
Cos' che salver il mondo? Solo la spiritualit e l'amore, il silenzio e la consapevolezza.
Natale 2009, per me, questo: io devo entrare nel regno dello spirito; io devo elevarmi; io far
nascere in me una coscienza mondiale, universale, cosmica, perch io sono solo una parte di
questo tutto.
Lui qui (Dio s' fatto carne!): se aprir gli occhi lo vedr e non potr che avere rispetto e
compassione per ogni essere e per ogni creatura, perch tutto (me compreso) impregnato di Lui.

Il mio Natale: ognuno ha il suo perch; Dio nasce in maniera diversa in ciascuno di noi. Qual il
tuo Natale quest'anno? Cosa sta nascendo? Cosa deve nascere? Cos' in fermento, gravido? Qual
il passaggio che devi compiere? Qual la scelta? A che cosa devi far luce?
Per me il Natale quest'anno fermarmi, chiudere gli occhi e sentire che Lui c'. Qualunque cosa
succeda fuori, qualunque tempesta o uragano che ci sia, qualunque giudizio (mio o degli altri),
qualunque vento contrario, io so che da qualche parte in me Lui c' (e c' sempre). Allora io mi
fermo, chiudo gli occhi, faccio silenzio e vado in quel luogo, la casa dell'Amore, dove nessun
pericolo e nessun nemico mi possono raggiungere. L sono al sicuro; l mi sento fra le sue braccia e
mi posso abbandonare. Poi torno alla realt, ma intanto mi riposo e trovo ci di cui ho bisogno.
Buon Natale, per me, sentirmi dire da Lui: "Qui sei a casa! Qui ci sono io". E' un Buon Natale
per me perch Lui c' in me e io sono di casa da Lui. Allora un buon Natale oggi, ma anche
domani e dopodomani. Ogni giorno un buon Natale.

Pensiero della Settimana

Se l'inverno dicesse: "Ho nel cuore la primavera", chi gli crederebbe?


Eppure!
Se ti venisse detto: "Dio in te, tu sei pieno

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della Luce e della Forza dell'universo", ci crederesti?
Eppure!

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