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Nel mondo della tutela animale il difficile comprendere quanto i retaggi culturali ci

impediscano di rivalutare alcuni fenomeni, alla luce di improvvise e giustificate


fioriture di diritti. il caso delle attenzioni intensificatesi, negli ultimi anni, su
problematiche come il generale maltrattamento animale. Nel mondo normativo,
tuttavia, la generalit condannata di comportamenti offensivi ai danni di cani, gatti,
o animali dallevamento e non solo, lascia spazio a fattispecie tecniche precise:
una vera e propria maglia legislativa dalla quale sempre pi difficile scappare, in
caso di commissione di illeciti.

Partiamo dallarticolo 544-ter del Codice Penale. Lattuale formulazione,


innanzitutto, rivoluziona una concezione vetusta che vedeva nellanimale, specie in
quello domestico, un oggetto di propriet di un soggetto. Gli effetti, ancora
visibili, di questo retaggio, sono attivi nellarticolo 638 del codice penale, che parlava
appunto di tutela in relazione alla violazione, commessa da terzi, sullanimale in
quanto propriet patrimoniale del danneggiato. Il passo in avanti compiuto, senza
voler demonizzare lart 638, proprio nella rubricazione dellattuale articolo 544-ter e
di altri, che parlano di DELITTI CONTRO IL SENTIMENTO PER GLI ANIMALI.

Il miglioramento legislativo notevole: infatti nobilitato linsieme dei sentimenti


daffetto, attenzione e cura nei confronti della fauna, selvatica o domestica. Mentre
il 544-ter si occupa direttamente del Maltrattamento animale, indicando come
punti salienti per individuare la commissione del reato gli aspetti comportamentali
della condotta, come crudelt e assenza di necessit, il 544 bis parla senza
mezze misure del reato di Uccisione di animali. Le pene per gli illeciti in questione
vanno ,per il maltrattamento, da 3 a 18 mesi di reclusione, e da 5000 a 30000 euro in
caso il giudice decida di sanzionare applicando una multa. Pi grave, anche se
decisamente riformabile e aggravabile, la previsione della pena in caso di uccisione:
da 4 mesi a 2 anni di reclusione.

Lattuale sistema legislativo di contrasto agli orrendi fenomeni in questione prende


le mosse da una Legge, la 189 del 2004, poi aggiornata nel 2010. A queste norme
fanno da corollario quelle, di derivazione per lo pi comunitaria e quindi stabilite
dallUnione Europea, sullutilizzo di animali per sperimentazioni farmaceutiche. A
riguardo citiamo, anche solo per individuare il tenore della norma, lart. 5 comma 1 del
decreto legislativo che ha recepito in Italia tale normativa europea, nel lontano 1992:
Gli animali () siano tenuti in ambiente che consente una certa libert di
movimento e fruiscano di alimentazione e cure adeguate (). Siano effettuati
controlli quotidiani per verificare le condizioni fisiche in cui gli animali sono allevati, il
tutto a carico di specialisti veterinari. Importante specificare che, in caso di tali
violazioni, tra le autorit competenti figura anche il Sindaco del comune nel cui
territorio sono avvenuti i fatti illeciti. Sottolineiamo, inoltre, che le sperimentazioni
sugli animali devono essere condotte evitando, per quanto sia possibile, di procurare
dolore e sofferenza agli stessi.

Attenzione poi alla detenzione di animali in condizioni incompatibili con la


propria natura: tali fattispecie vanno ad inquadrare, importante specificarlo,
anche il trattamento di quelle specie animali tradizionalmente destinate al
consumo alimentare, specie in periodi come quello pasquale e natalizio, nei quali le
necessit imperanti del consumo di massa accelerano, a danno di ignari capi di
bestiami, il peggioramento delle loro condizioni di vita. Numerose sono, in questo
senso, le sentenze di importanti organi giudiziari come la Cassazione, che si rifanno
allart 727 del codice penale e alla parte di esso riguardante la detenzione degli
animali.

Tornando allarticolo 544 del Codice Penale, in realt non effettivamente esistente
perch abrogato, possiamo far riferimento al 544 quater e 544 quinquies, esempi di
norme riguardanti fenomeni specifici ma sulla cui natura si discute con sempre
maggiore sdegno: parliamo infatti, rispettivamente, degli spettacoli o
manifestazioni vietate e dei combattimenti tra animali. Perfettamente
inquadrabili nellalveo del maltrattamento animale, i due articoli puniscono con
fermezza tali episodi. Nel primo caso abbiamo una reclusione che va da 4 mesi a 2
anni (la stessa delluccisione) per chi organizza tali eventi. Ancora pi grave la
seconda ipotesi di cui sopra, per la quale prevista reclusione da 1 a 3 anni e una
multa da 50000 a 160000 euro. Tra i comportamenti che configurano aumenti di pena
c il riprendere, con apparecchiature video atte a registrare, i combattimenti tra
animali. Reato di pari gravit anche quello delle scommesse su tali eventi, anche se
chi le effettua non sia in concorso con gli organizzatori e non abbia contribuito ad
organizzare queste terribili competizioni.

Riportando i dati forniti da AIDAA (Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente), in


Italia ogni anno sono torturati e uccisi circa 15000 esemplari di cani e gatti, e i
numeri di questo scellerato e ingiustificato orrore crescerebbero notevolmente se si
prendessero in considerazione i maltrattamenti animali nello loro interezza.
Lonorevole Michela Brambilla, sempre attenta a queste tematiche, ha
recentemente ribadito come sia indispensabile favorire linasprimento delle pene e la
applicazione delle stesse, prevedendo il carcere per "chi maltratta gli animali e li
uccide senza necessit.

Un sistema senza dubbio complesso, ma anche capillare, che necessita di


miglioramenti in quanto a reperibilit delle norme e coordinamento delle stesse a
livello giudiziale, ma comunque sintomo di una coscienza diversa, evolutasi specie
negli ultimi tre decenni.

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