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INSEGNAMENTO DI

DIRITTO PENALE II

LEZIONE IV
REATI CONTRO IL PATRIMONIO

PROF. GENNARO TORTORA


Diritto Penale II Lezione IV

Indice

1 Nozioni Generali ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 3


2 Il Concetto Di Patrimonio----------------------------------------------------------------------------------------------------- 7
3 Gli Elementi Della Fattispecie Penali A Tutela Del Patrimonio ------------------------------------------------------ 12

Attenzione! Questo materiale didattico per uso personale dello studente ed coperto da copyright. Ne severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto dautore
(L. 22.04.1941/n. 633)

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1 Nozioni Generali
I delitti contro il patrimonio sono riuniti nellultimo titolo del libro secondo del codice. Il
codice del 1889 denominava questa classe di reati delitti contro la propriet, ma lo stesso ministro
proponente si era reso conto dellinadeguatezza dellintitolazione, dichiarando che lespressione
propriet doveva essere intesa in senso ampio, s da comprendere non solo il diritto di propriet,
ma anche il possesso ed ogni diritto reale e di obbligazione. Non si deve credere che le figure
criminose contenute nel predetto titolo del codice esauriscano i delitti contro il patrimonio.
Lesistenza di reati patrimoniali fuori del tredicesimo titolo del libro secondo del codice, non solo
incontestabile, ma trova un riconoscimento esplicito nella legge, la quale, nel prevedere
laggravante comune del danno patrimoniale di rilevante gravit e la correlativa attenuante del
danno di speciale tenuit. Daltra parte, sarebbe erroneo ritenere che nei reati contemplati nel titolo
in esame siano offesi soltanto interessi patrimoniali. Ve ne sono parecchi, come la rapina (art. 628),
lestorsione (art. 629), il ricatto (art. 630) e la turbativa violenta del possesso di cose immobili
(art.634), i quali ledono altres la sicurezza e la libert della persona. Nello studio dei reati
patrimoniali si delineato nella dottrina un contrasto tra due pensiero. Una di esse, la c.d. corrente
privatistica, sostiene che il significato da attribuirsi ai termini che traggono origine dal diritto
privato va desunto esclusivamente da questo, non potendo il diritto penale modificare lessenza di
istituti che sono propri di altri rami del diritto e dovevano limitarsi ad aggiungere la sua speciale
tutela e quella ordinaria del diritto privato. La seconda corrente, che viene denominata
autonomista, afferma, invece, che il diritto penale, quando si riferisce ad istituti trovano la loro
fondamentale regolamentazione nel diritto privato, li riplasma in modo indipendente, sicch essi
vengono ad assumere un significato o, per lo meno, una colorazione autonoma. A nostro avviso, il
quesito va risolto caso per caso, e cio per ogni singolo concetto, trattandosi di un problema di
interpretazione. Punto di partenza debbono essere le nozioni elaborate e accolte dal diritto privato,
al quale appartengono i relativi istituti. necessario, per, che tali nozioni vengano saggiate al lume
delle varie norme del diritto penale per verificare le conseguenza che derivano dallapplicazione di
esse.

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A) Delitti contro il patrimonio mediante violenza alle cose o alle persone:

1) furto ( art. 624 cp)


2) furto in abitazione e furto con strappo ( art. 624 bis cp)
3) furti lievi ( art. 626 cp)
4) sottrazioni di cose comuni ( art. 627 cp)
5) rapina ( art. 628 cp)
6) estorsione ( art 629 cp)
7) sequestro di persona a scopo di estorsione ( art. 630 cp)
8) danneggiamento ( art. 635 cp)
9) danneggiamento di sistemi informatici o telematici ( art. 635 bis cp)
10) altre infrazioni al patrimonio ( art. 631 e ss cp)

B) delitti contro il patrimonio mediante frode:

1) truffa (art 640)


2) truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche ( art. 640 bis)
3) frode informatica ( art. 640 ter)
4) fraudolenta distruzione della cosa propria o fraudolenta mutilazione della propria
persona ( art. 642)
5) circonvenzione di incapaci ( art. 643)
6) usura e intermediazione usuraia (art. 644)
7) appropriazione indebita ( art. 646)
8) ricettazione ( art 648)
9) riciclaggio ( art. 648 bis )
10) impiego di denaro, beni o utilit di provenienza illecita ( art. 648 ter)
11) altre minori infrazioni ( 645 , 647 )

Vi poi una disposizione, e cio lart 649 c.p. che comune a queste due categorie di delitti
e che esclude la punibilit o, in alcuni, casi stabilisce la procedibilit a querela per fatti commessi in
danno di congiunti e sempre che non siano stati commessi con violenza alle persone.

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Nei due capi di cui formato il titolo XII, quindi, il legislatore ha voluto effettuare una
prima grande distinzione tra violazioni commesse con frode, mostrando di privilegiare il criterio
sistematico incentrato sul mezzo, Sennonch, questa classificazione si dimostra assolutamente
insoddisfacente. Infatti, se sul piano criminologico questo criterio presenta una indubbia validit
scientifica, in quanto riflette due fondamentali tipologie di delinquenti, sul quello tecnici giuridico
si rivela priva di ogni utilit.
Innanzitutto perch tale criterio, assolutamente generico ed approssimativo incapace di
procedere ad una distinzione laddove uan stessa fattispecie criminosa, come il furto, pu essere
realizzata con mezzi violenti o con frode. Una conferma data dallart 625 che, nel descrivere le
circostanze aggravanti del furto prevede espressamente al n2 laumento di pena se il colpevole
usa violenza sulle cose o si avvale di un qualsiasi mezzo fraudolento. In questa ipotesi, quindi, il
furto, aggravato, se volessimo seguire la sistematica seguita dal codice, avremmo la straordinaria
presenza, allinterno di questo delitto, sia dallelemento violenza sia di quello della frode.
In secondo luogo, esistono alcune ipotesi di reato difficilmente riconducibili alluna o
allaltra categoria senza che i concetti di violenza e frode vengano snaturati. Infatti la modalit della
violenza cos poco essenziale per la sussistenza del furto, caratterizzato prevalentemente
dallelemento della clandestinit, quanto la modalit delle frode rispetto alla ricettazione.
Il patrimonio trova tutela anche nelle contravvenzioni. Infatti, nel libro III, dallart. 750 c.p
fino allart 713 c.p. sono previste infrazioni che mirano a prevenire delitti contro il patrimonio.
E anche in disposizioni diverse da quelle contenute nel titolo XIII. Si pensi ad esempio al
delitto di peculato ( art. 314 cp) nel quale si fa riferimento allappropriazione di disponibilit di
denaro o altra cosa mobile altrui, alla malversazione dei beni del figlio minore o del coniuge
prevista dal 2 comma dellart. 570 c.p. o ancora al delitto di bancarotta, sia semplice che
fraudolenta, previsto dagli artt. 216 e ss R.D. n 267 del 1942.
Vi sono poi reati cd plurioffensivi che comprendono anche la tutela del patrimonio. La
prova, in fatti, della presenza di delitti che offendono, anche se non esclusivamente, il patrimonio
fornita dallo stesso codice penale, laddove agli art. 61 n7 e 62 n 4 cp, nel descrivere
rispettivamente la circostanza aggravante del danno di rilevante gravit o la correlativa attenutane
del danno di speciale tenuit, fa espresso richiamo non solo a i delitti contro il patrimonio, ma anche
a quelli che comunque offendono il patrimonio.
Un classico esempio di reato plurioffensivo dato dallart. 323 c.p. che prevede a figura
dellabuso di ufficio per la cui configurabilit necessario che il soggetto agente intenzionalmente

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si procuri a s a ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale oppure arrechi ad altri un danno ( anche
patrimoniale).

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2 Il concetto di Patrimonio:
Prima di affrontare la problematica relativa alla nozione di patrimonio necessario tener
presente che in questo settore, maggiormente che in altri, vengono utilizzati concetti, quali
propriet, possesso, detenzione, patrimonio, cosa, altruit, chr richiamando istituti di diritto privato.
Da qui una prima importante questione: il diritto penale svolge una funzione accessoria rispetto al
diritto civile? Il diritto penale, in altri termini, pu condividersi meramente sanzionatorio di
comportamenti e situazioni che trovano nel diritto civile una compiuta definizione oppure no?
Secondo i sostenitori della teoria pancivilsitica il concetto di patrimonio, come gli altri di
propriet, possesso, detenzione, altrui della cosa, bene. Trova la sua specificazione sul piano della
nozione nel diritto privato. Al diritto penale, quindi, spetterebbe solo il compito di recepire quei
concetti e di collegare alle violazioni le rispettive sanzioni. A questo orientamento si contrappone la
cd. Teoria autonomistica che, rivendicando al diritto penale natura costitutiva, sostiene che il
significato dei termini va ricercato sulla base di parametri offerti dal diritto penale.
Si tratta concezioni assolute che, pur presentando osservazioni che vanno condivise, si
rivelano insufficienti allorquando vogliono prospettare un criterio valido in ogni occasione. Sulla
base di questa considerazione sorta una posizione intermedia che ritieni che il problema della
definizione penalistica dei concetti richiamati in questo ambito non possa esser risolto con criteri
validi in generale, una volta per tutta tutti, ma vada affrontato caso per caso, in via di interpretazioni
teleologica.
In questa direzione il primo problema da risolvere quello del concetto di patrimonio al
quale si rapporta il nostro sistema, singolarmente caratterizzato dalla coesistenza di una legge
fondamentale ispirata a valori di uno stato sociale di diritto e di un codice penale, espressione di una
realt economica, sociale e ordinamentale del tutto diverso da quella attuale. Come sapete, si
registrano in dottrina diverse concezioni di patrimonio. Generalmente si individuano tre concezioni
fondamentali del patrimonio: la concezione giuridica, quella economica ed infine la concezione
giuridico economica.

A) La prima, sostenuta da Binding, considera il patrimonio il complesso dei diritti soggettivi


patrimoniali che fanno capo ad una persona. Pertanto il danno patrimoniale viene inteso
come la perdita o la limitazione di uno questi diritti.

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Circa la possibilit di adattare questa concezione alle esigenze peculiari del diritto penale
stato osservato che questa nozione si rivela troppa restrittiva. Infatti, se si riservasse la tutela
penale alle situazioni giuridiche giuridiche preformate, ai diritti soggettivi perfetti,
rimarrebbero privi di tutela posizioni, beni o situazioni che, pur non assumendo la forma di
diritti soggettivi, non di meno hanno nellambito degli scambi economici un rilevante valore
economico patrimoniale, come ad esempio il segreto industriale, le ispettive, i rapporti di
fatto o la capacit lavorativa.

La concezione giuridica del patrimonio inoltre non riesci a valutare, in termini offesa e
quindi di danno patrimoniale, la messa in pericolo del bene tutelato. Infatti, per Binding la
messa in pericolo del patrimonio lascia intatta la situazione giuridica precedente e, pertanto,
non rappresenta alcun danno e, pertanto, non verrebbe tutelata. Si tratta, come potete
vedere, di un punto di vista inaccettabile dal momento che vi sono offese che, pur
assumendo la forma della messa in pericolo, meritano di esser tutelate, anche se non sempre
con lo strumento penalistico. Non voglio qui fare una digressione sui reati di pericolo. Solo,
ai fini del discorso che qui ci interessa, va messo in evidenza che nulla vieta legislatore di
tutelare il patrimonio anche attraverso la creazione di fattispecie di pericolo, in relazione alle
quali e, segnatamente, a quelle di pericolo astratto potrebbe essere utilizzate, in modo piu
efficace, sanzioni diverse da quelle penali.

Ma la concezione giuridica mostra la sua inadeguatezza anche sotto un altro importante


profilo. Infatti, nel momento in cui trovano tutela soltanto quelle componenti patrimoniali
che hanno assunto la forma di diritti soggettivi perfetti, a prescindere dal valore economico,
la tutela penale verrebbe a ricomprenderebbe tutti i diritti soggettivi, anche quelli privi di
valore assolutamente trascurabile.
Tutto ci sta dimostrare inconfutabilmente come da questa concezione, di chiara derivazione
civilistica, proprio perch limitata alle situazioni giuridiche perfette mal si concilia con le
esigenze di politica criminale di una efficace e completa tutela del patrimonio. Da qui
lesigenza, segnalata dalla dottrina, di adottare un autonomo concetto di patrimonio che non
si limiti ad accogliere concetti elaborati per un altro ramo dellordinamento.

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B) Proprio per superare le obiezioni mosse alla concezione giuridica del patrimonio, stata
elaborata in dottrina la concezione economica. Secondo questa dottrina sorta in Germania
grazie ai contributi di Hegler, Grunhut, Bruns, Mezger ed altri il patrimonio viene inteso
come un complesso unitario comprensivo di tutte le situazioni di valore, economicamente
valutabili, poste in capo ad un soggetto. Pertanto, rientra nel patrimonio ed quindi oggetto
di tutela ogni sua componente che abbia un valore economico, assuma o meno la veste di
diritto soggettivo.
Anche questa concezione ha dato luogo a rilievi critici. In particolare, si osservato che il
riferimento ad elementi che abbiamo un valore esclusivamente economico finisce per
rendere il concetto di patrimonio eccessivamente indeterminato. Questa obiezione,
comunque, potrebbe esser superata con il ricorso a fattispecie penali particolarmente
accurate sul piano della tassitivit in modo da soddisfare le esigenze di uno stato di diritto e
segnatamente, quella di certezza delle situazioni giuridiche.

Si ancora evidenziato che questo concetto, nel dare rilievo a rapporti fattuali di signoria tra
soggetto ed oggetto, senza tener in alcun conto contro i criteri giuridici di attribuzione di un
oggetto ad un soggetto, stabiliti da altri termini dellordinamento, finisce per dare tutela
anche a posizioni patrimoniali create illecitamente. Inoltre, poich diventa rilevante
penalmente solo la reale diminuzione economica, questa concezione consentirebbe
allautore di compensare la perdita economica che il suo comportamento ha determinato con
la prestazione di un equivalente di pari o di superiore valore economica. Si pensi, ad
esempio, a chi si appropri in una baita di montagna dellunica pelliccia ivi presente e vi lasci
del denaro per una cifra superiore al suo valore.

Ma la carenza piu grave consiste nel fatto che restano prive di risposta penale quella
aggressioni a beni di esclusivo valore effettivo e quindi privi di un reale valore economico.
Pensate al furto della ciocca di capelli del figlio scomparso o alla sottrazione di una
immagine religiosa senza alcun pregio, o ancora, al furto di una lettera di una persona cara
defunta.
In questi casi la concezione economica porterebbe ad escludere rilevanza penale a tali
comportamenti.

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C) A fronte di questa considerazioni critiche in dottrina stata elaborata una diversa concezione
del patrimonio, definita giuridico economica, per il fatto di costituire appunto una
mediazione tra le due precedenti concezioni. Questa concezione parte dal presupposto che il
diritto penale non pu prescindere dalle regole fondamentali in materia di attribuzioni di una
cosa ad un soggetto. Secondo uno dei primi sostenitori di questa concezione (Birkemeyer)
in diritto penale non rileva il patrimonio in un significato meramente economico; infatti, i
valori dai quali questo composto devono esser adotti attraverso diritti, devono possiamo
dire essere essi stessi dei diritti. Non rileva neppure il patrimonio in senso meramente
giuridico, nellambito del quale laspetto del valore economico viene ignorato. Il Patrimonio
, dunque, il complesso dei diritti che rappresentano valori economici

Nello stesso alveo si collocano altri Autori che accolgono un concetto di patrimonio
giuridico economico anche se ritengono tutelabili, a certe condizioni, anche situazioni di fatto che
ricevono protezione da altri rami dellordinamento. Infatti, senza estensione, verrebbero ad essere
privati dalla tutela penale beni anche di notevole valore che non risulterebbero incorporati nel diritto
soggettivo,
In conclusione, sulla base dei successivi contributi offerti dalla dottrina, si giunti, a ritenere
il patrimonio come il complesso dei rapporti giuridici, riconducibili al diritto soggettivo oppure
espressamente riconosciuti o, anche solo, non disapprovati dallordinamento, economicamente
valutabili che fanno capo ad un soggetto.

D) In dottrina ( Bockelmann, Hardwig, Eser ) stata proposta anche una concezione del
patrimonio che pu definirsi personale. Il Patrimonio considerato come il complesso
unitario dei beni economici, appartenenti ad un soggetto sulla base di un rapporto
giuridicamente tutelabile, funzionale allo sviluppo della personalit dello stesso in campo
economico.
Da qui trae vita una quarta concezione, che possiamo definire dinamico funzionale,
secondo la quale in uno stato sociale di diritto il patrimonio deve garantire la disponibilit
dei beni, al fine di assicurare lo sviluppo della personalit in campo economico. Pertanto
tutela del patrimonio viene a significare come stato osservato in dottrina ( Moccia )
tutela della personalit del soggetto titolare, sia esso persona fisica o giuridica.

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Tale concezione appare perfettamente coerente con il sistema dei valori accolto dalla
Costituzione. Non certo questo il momento per unanalisi sia pur sintetica delle scelte operate dal
legislatore costituente. Ai fini del nostro discorso baster dire che la nostra legge fondamentale
mostra indiscutibilmente una tendenza generale alla valorizzazione della persona che trova proprio
negli art. 2 e3 Cost. il suo momento espressivo pi alto. Pertanto, nella nostra Costituzione, una
tutela penale del patrimonio assume rilevanza sociale e, quindi, normativa non perch o non solo
perch determinati oggetti aventi un valore economico sono attribuiti ad un soggetto, ma per il fatto
che la disponibilit di questi beni assicura un margine di sviluppo della sua personalit.
Quid juris? per quei beni che non hanno un valore economico ma che rivestono per il
soggetto un valore meramente effettivo. Per alcuni ( Carmona), poich la personalit dellindividuo
non si estrinseca esclusivamente come essere economico , ma trova forme di manifestazione
anche attraverso situazioni che possono essere di trascurabile o insistente valore economico,
restringere la tutela del patrimonio solo ai beni con valore economico condurrebbe inevitabilmente
ad una limitazione delle garanzie apprestate dalla Costituzione alla persona. Senza contare che la
preferenza per i beni di contenuto economico verrebbe di fatto ad escludere da ogni forma di tutela
penale quei soggetti che, non possiedono beni con valore economico, affidano, lo sviluppo della
loro personalit a cose prive s di valore economico, ma di grande valore effettivo.
Degan di rilievo lobiezione mossa dalla dottrina ( Mantovani) secondo la quale lattuale
livello di elaborazione concettuale non in grado di garantire le esigenze di certezze del diritto. Ci
determinerebbe anche una eccessiva subiettivizzazione dellinteresse tutelato ( Fiandaca Musco ).
Infatti, a voler seguire questa concezione, si rischierebbe di far dipendere la meritevolezza della
tutela penale da puro atteggiamento soggettivo, se non dalla reazione emotiva del soggetto che
lamenta loffesa.
Proprio per superare tale obiezione in dottrina ( Moccia) si sostenuto che, ferma restando
la tutela delle sole componenti patrimoniali di valore economico, in riferimento alle quali non pu
parlarsi di una sibiettivizzazione dellinteresse meritevole di tutela, quelle di valore effettivo
potrebbero, de lege ferenda, trovare considerazione nellambito di una fattispecie posta a tutela
della riservatezza personale.

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3 Gli elementi della fattispecie penali a tutela del


patrimonio
I delitti contro il patrimonio sono caratterizzati dal fatto che nella descrizione dei
comportamenti vietati vengono spesso in rilievo alcuni concetti che meritano una breve disamina.

A) Cosa
In primo luogo ricorre in tutte le quattro categorie di reati che abbiamo
individuato ( di aggressione unilaterale, di cooperazione artificiosa della vittima, di
violazione dei rapporti fiduciari e di perpetuazione della situazione antigiuridica ) il
termine cosa
Per essa si intende quella realt materiale che costituita da un sistema di qualit
e propriet, separata o separabile dal reale fisico circostante e sulla quale possibile
dirigere unazione qualsiasi. Vengono in rilievo, a seconda del tipo di condotta, sia le
cose mobili, come ad esempio nella classica ipotesi del furto ( art. 624 cp) sia le cose
immobili, come nei delitti di usurpazione ( art. 631 cp) e di invasione di terreni ed edifici
( art. 633 cp) sia infine le cose mobili ed immobili indifferentemente, come nellipotesi
del danneggiamento ( art. 635 cp).
In generale la distinzione tra beni mobili e beni immobili offerta dallart. 812
cc per il quale

Questa norma contiene definizioni che costituiscono per il diritto penale un


importante riferimento normativo anche se non risolvono il problema della
individuazione del concetto di cosa che stiamo esaminando. Infatti, la dottrina ha
precisato che rientra in questo concetto anche se le cose mobilizzate, e cio quelle parti
di beni immobili che mediante separazione si distaccano dal corpo di appartenenza e
sono, quindi, suscettibili di appropriazione. Pensate ad esempio ai frutti che si distaccano
dallalbero e che possono esser oggetto di sottrazione da parte di un ladro. Nella
giurisprudenza di legittimit per cosa mobile, ex art. 624 cp, si intende qualsiasi
oggetto corporeo, qualsiasi entit materiale, suscettibile detenzione, sottrazione ed
impossessamento, facente parte del patrimonio altrui, inteso in senso ampio e non

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soltanto sotto il profilo strettamente economico, che rivesta un apprezzabile interesse ed


il cui impossessamento determini un detrimento patrimoniale per lagente .
Il codice penale, al 2 comma dellart 624 cp equipara alla cosa lenergia o ogni
energia che abbia valore economico. Acquistano, pertanto, rilievo le energie che per le
loro caratteristiche di individuazione e di consumabilit posso determinare un
arricchimento per il soggetto attivo ed un corrispondente impoverimento per il soggetto
passivo.
Dalle cose, penalmente rilevanti, vanno esclusi i beni immateriali come la
propriet intellettuale, le pretese, le aspettative etc. salvo che non siano incorporati in
cose dotate di fisicit: composizione musicale, nastri magnetici. Sul punto va ricordato
che la legge n 547 del 1993 ha predisposto una specifica tutela del software, centrata
sulla materiale lesione di strumenti di supporto e/o dellhardware, ovvero sulla
impossibilit di assolvere, a causa della condotta del reo, la funzione a cui era stato
concretamente destinato rispetto a certi dati e a certe informazioni.
Tuttavia se in questo settore il legislatore si mosso con sufficiente tempismo
con lintroduzione delle fattispecie di cui agli artt. 634 e 640 ter, nello stesso tempo
stata segnalata lassurda collocazione di altre fattispecie poste a tutela del software che,
pur incriminando comportamenti molti vicini alla strattura del furto di programmi, di
dati o di informazioni o comunque alla repressione di condotte prodromiche, sono state
collocate, con una poco lucida visione sistemativa, tra i delitti contro linviolabilit del
domicilio o contro linviolabilit dei segreti.

B) Altruit

Laltruit della cosa prevista come attributo in moto fattispecie di


aggressione unilaterale ( artt. 624, 628, 631, 635 etc cp) e come attributo del danno
nei pi significati delitti con la cooperazione della vittima ( art. 629 e 640 ) cp.

La dottrina tradizionale rimane fortemente ancorata ad una concezione


dominata dello schema giuridico del diritto di propriet. Ne consegue che il
proprietario della cosa non pu essere soggetto attivo del reato. Senonch vi sono
diritti di godimento, di possesso o di detenzione che ri rivelano meritevoli di tutela

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anche a fornte di comportamenti realizzati da soggetti titolari del di propriet.


Pensate ad esempio al proprietario di un appartamento ammobiliato, concesso in
locazione ad un giovane pianista che si esercita per molte ore al giorno al piano, il
quale introducendosi durante lassenza del conduttore nellappartamento, renda
inservibile o sottragga il pianoforte di cui proprietario per impedire che venga
usato. Secondo il Carmona, questo esempio, sganciato il concetto di altruit dal
diritto di propriet, pu trovare una appropriata tutela penale rispetto ad una condotta
di aggressione posta in essere dal proprietario che ha tutti i caratteri dellabuso.
Questa conclusione verrebbe in qualche modo confermata dal fatto che la propriet
nella costituzione non trova una tutela incondizionata, nella misura in cui possa
diventare uno strumento di sopraffazione della libert e della personalit altrui.
Secondo il Mantovani, il proprietario non pu rispondere di danneggiamento
o di furto della cosa propria, data in godimento ad altri.
Questa affermazione troverebbe conferma nel raffronto fra le disposizioni
degli artt. 624 e 625 cp con quella di cui allart 627 cp. Infatti si sostiene sarebbe
illogico e contrario al principio di proporzione giuridica punire il furto di cosa
propria ai sottrazione della cosa comune ai sensi dellart. 624 cp con una pena pi
grave di quella prevista in caso di sottrazione della cosa comune, che solo in parte
propria. Senonch si obiettato che, in caso di sottrazione di cosa comune, il
comportamento del soggetto agente assume rilevanza una rilevanza diversa rispetto a
quella insita nellart 624 cp, perch nel primo caso loffesa arrecata in qualche
misura minore in quanto incide su una propriet comune, mentre nel furto di cosa
propria il comportamento del proprietario non avrebbe piu di mira un diritto di
propriet comune a pi soggetti, ma un diritto ( di godimento ad esempio) in s
stesso esclusivo di un altro soggetto. Inoltre la sottrazione di cosa comune non un
furto poich diverso loggetto giuridico. In questo caso infatti non viene tutelato in
bene di propriet individuale ma una forma di propriet collettiva nel comune
interesse del gruppo cui fa capo. La cosa, quindi, di ciascuno ma come componente
del gruppo e, pertanto, linteresse leso con la sottrazione della cosa quello alla
realizzazione delle finalit del gruppo nel rispetto delle regole comunione. A una
diversa oggettivit giuridica, quindi ben pu corrispondere una diversa e minore
valutazione della carica offensiva.

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C) Il Danno

In talune incriminazioni, che la dottrina tende a classificare come delitti


commessi con la cooperazioni artificiosa della vittima, il danno previsto come
elemento costitutivo del fatto tipico, come ad esempio per i delitti di estorsione e di
truffa. Invece, in quelli definiti di aggressione unilaterale, il danno non viene
espressamente menzionato tra gli elementi costitutivi della fattispecie criminosa. Come
potete vedere, infatti, nel furto o nellapprovazione indebita ricorrono diversi elementi
costitutivi, mentre non richiesta la verificazione del danno.
La definizione di danno strettamente collegata al concetto di patrimonio al
quale intendiamo riferirci. Per la concessione giuridica del patrimonio il danno
penalmente rilevante pu dirsi realizzato nel momento in cui si costituisce un rapporto
giuridico svantaggioso per il soggetto passivo, anche se questo economico il danno
invece va ravvisato nelleffettiva diminuzione patrimoniale, intesa in senso puramente
economico. Ancora, per la concezione economico giuridica, che intende il patrimonio
come il complesso dei rapporti giuridici economicamente valutabili, il danno comporta
una diminuzione patrimoniale in relazione a rapporti tutelati dal diritto o a situazioni non
disapprovate dallordinamento.
Infine, la concezione dinamico funzionale, propugnata dalla dottrina pi
recente e che meglio di altre si armonizza con i principi di uno stato sociale di diritto
come il nostro, si rapporta ad un concetto di danno nel quale compresa ogni
diminuzione rilevante del patrimonio in grado di soddisfare bisogni dellindividuo,
economici e non economici, e per alcuni quelli affettivi.
Per quanto riguardo la giurisprudenza formatasi sui principali delitti contro il
patrimonio, in questa sede mi preme solo evidenziare un orientamento tendente a
dematerializzare il concetto di danno nei delitti truffa fino al punto di ritenere rilevante
ai fini penali la sola lesione della libert contrattuale della vittima. Una tale dilatazione
del concetto di danno finisce con lidentificare il danno con loffesa e quindi con danno
criminale, incentrando il disvalore di tale fattispecie sul solo momento della condotta,
anzich anche sul momento effettuale di realizzazione del danno, ritenuto per ci in re
ipsa e, quindi, presunto.

Attenzione! Questo materiale didattico per uso personale dello studente ed coperto da copyright. Ne severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto dautore
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Diritto Penale II Lezione IV

D) Il Profitto

La gran parte dei delitti contro il patrimonio incentrata sono sulloffesa del
bene patrimonio ma anche su quella del profitto agente. Pertanto queste norme
presentano un duplice contenuto precettivo: da un lato limpoverimento altrui e,
dallaltro, larricchimento o comunque il vantaggio che ottiene lagente con il ricorso a
mezzi leciti.
Pertanto, sotto questo specifico profilo, i delitti contro il patrimonio possono
distinguersi in delitti di profitto, nei quali il requisito del profitto previsto come evento
( art. 629 e 640 cp) o come dolo specifico art 624 cp caratterizzando il fine avuto di
mira dal soggetto, e delitti che prescindono dal profitto, con rientrando questo elemento
tra quelli richiesti dalla norma per la sussistenza del fatto tipico, come ad esempio nelle
ipotesi di danneggiamento art 635 cp o di ingresso abusivo nel fondo altrui art. 637
cp -.
Per quanto concerne la sua definizione va detto che si oscilla tra una lettura
restrittiva che si limita ad intendere il profitto come semplice utilit o incremento
economico ed una eccezione pi vasta del termine che mira a comprendere oltre al
vantaggio economico anche ogni soddisfazione o piacere che lagente voglia conseguire
attraverso la condotta criminosa. Si fa lesempio di chi sottragga una reliquia per
adorarla o un indumento femminile per pratiche magiche o esoteriche.

Per superare i difetti e gli accessi di una co ampia nozione di profitto come i
difetti e gli eccessi di una concezione economistica del profitto, sussistente quindi solo
in presenza di un incremento patrimoniale di valore economico, si ritieni ( Mantovani)
che costituisca profitto penalmente rilevante ogni incremento della capacit strumentale
del patrimonio di soddisfare un bisogno umano, materiale o spirituale .
Sulla base di questa concezione il profitto del delitto di furto non ricorrerebbe e,
quindi, non sussisterebbe lipotesi delittuosa, nel caso in cui, ad esempio, Tizio sottragga
il biglietto alla sua compagna per impedirle di partire, senza alcuna intenzione di
utilizzarlo o di ottenere il rimborso.

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Il Profitto come spesso si legge nelle norme incriminatici che lo prevedono, pu


essere per s o per altri e cio per il soggetto agente o per ua n diversa dal soggetto
offeso. Cos non vi sar furto nel caso in cui sempre tizio sottragga a caio una bottiglia di
liquore per evitare che questi, alcolizzato, ne faccia uso.

Nei reati di aggressione unilaterale il profitto deve derivare direttamente dal


passaggio della cosa dalla sfera patrimoniale della persona offesa a quella del reo e non
certo quale conseguenza mediate e indiretta.Si pensi ad esempio a chi dopo aver ucciso
il suo nemico, gli sottragga il portafogli per far credere che si tratti di una rapina per
allontanate da s i sospetti. Nello stesso modo nei delitti con cooperazione artificiosa
della vittima, dovendosi avere riguardo allatto di disposzione patrimoniale della vittima,
deve escludersi un profitto che fosse la conseguenza indiretta del reato. Come nel caso di
chi commetta una truffa al fine di farsi incarcerare.
Il profitto in alcune fattispecie criminose viene qualficato come ingiusto. A tal
propostio si distinguono tra reati di profitto ingiusto ( rapina ) e reati di profitto non
espressamente qualificato come ingiusto ( furto ) rispetto ai quali si pone il problema di
stabilire se comunque debba essere considerato un requisito implicito.
Si ritiene generalmente che ingiusto il profitto tutte le volte in cui il suo
perseguimento prescinde da una pretesa giuridicamente riconosciuta, in froma diretta o
indiretta ( Fiandaca Musco). Pertanto lingiustizia da escludere nel caso in cui un
soggetto si appropi di una cosa mobile di un debitore inadempiente al fine di soddisfare
un credito che vanta nei confronti di questo ultimo.

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