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DIRITTO PENALE II
LEZIONE IV
REATI CONTRO IL PATRIMONIO
Indice
Attenzione! Questo materiale didattico per uso personale dello studente ed coperto da copyright. Ne severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto dautore
(L. 22.04.1941/n. 633)
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Diritto Penale II Lezione IV
1 Nozioni Generali
I delitti contro il patrimonio sono riuniti nellultimo titolo del libro secondo del codice. Il
codice del 1889 denominava questa classe di reati delitti contro la propriet, ma lo stesso ministro
proponente si era reso conto dellinadeguatezza dellintitolazione, dichiarando che lespressione
propriet doveva essere intesa in senso ampio, s da comprendere non solo il diritto di propriet,
ma anche il possesso ed ogni diritto reale e di obbligazione. Non si deve credere che le figure
criminose contenute nel predetto titolo del codice esauriscano i delitti contro il patrimonio.
Lesistenza di reati patrimoniali fuori del tredicesimo titolo del libro secondo del codice, non solo
incontestabile, ma trova un riconoscimento esplicito nella legge, la quale, nel prevedere
laggravante comune del danno patrimoniale di rilevante gravit e la correlativa attenuante del
danno di speciale tenuit. Daltra parte, sarebbe erroneo ritenere che nei reati contemplati nel titolo
in esame siano offesi soltanto interessi patrimoniali. Ve ne sono parecchi, come la rapina (art. 628),
lestorsione (art. 629), il ricatto (art. 630) e la turbativa violenta del possesso di cose immobili
(art.634), i quali ledono altres la sicurezza e la libert della persona. Nello studio dei reati
patrimoniali si delineato nella dottrina un contrasto tra due pensiero. Una di esse, la c.d. corrente
privatistica, sostiene che il significato da attribuirsi ai termini che traggono origine dal diritto
privato va desunto esclusivamente da questo, non potendo il diritto penale modificare lessenza di
istituti che sono propri di altri rami del diritto e dovevano limitarsi ad aggiungere la sua speciale
tutela e quella ordinaria del diritto privato. La seconda corrente, che viene denominata
autonomista, afferma, invece, che il diritto penale, quando si riferisce ad istituti trovano la loro
fondamentale regolamentazione nel diritto privato, li riplasma in modo indipendente, sicch essi
vengono ad assumere un significato o, per lo meno, una colorazione autonoma. A nostro avviso, il
quesito va risolto caso per caso, e cio per ogni singolo concetto, trattandosi di un problema di
interpretazione. Punto di partenza debbono essere le nozioni elaborate e accolte dal diritto privato,
al quale appartengono i relativi istituti. necessario, per, che tali nozioni vengano saggiate al lume
delle varie norme del diritto penale per verificare le conseguenza che derivano dallapplicazione di
esse.
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Vi poi una disposizione, e cio lart 649 c.p. che comune a queste due categorie di delitti
e che esclude la punibilit o, in alcuni, casi stabilisce la procedibilit a querela per fatti commessi in
danno di congiunti e sempre che non siano stati commessi con violenza alle persone.
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Nei due capi di cui formato il titolo XII, quindi, il legislatore ha voluto effettuare una
prima grande distinzione tra violazioni commesse con frode, mostrando di privilegiare il criterio
sistematico incentrato sul mezzo, Sennonch, questa classificazione si dimostra assolutamente
insoddisfacente. Infatti, se sul piano criminologico questo criterio presenta una indubbia validit
scientifica, in quanto riflette due fondamentali tipologie di delinquenti, sul quello tecnici giuridico
si rivela priva di ogni utilit.
Innanzitutto perch tale criterio, assolutamente generico ed approssimativo incapace di
procedere ad una distinzione laddove uan stessa fattispecie criminosa, come il furto, pu essere
realizzata con mezzi violenti o con frode. Una conferma data dallart 625 che, nel descrivere le
circostanze aggravanti del furto prevede espressamente al n2 laumento di pena se il colpevole
usa violenza sulle cose o si avvale di un qualsiasi mezzo fraudolento. In questa ipotesi, quindi, il
furto, aggravato, se volessimo seguire la sistematica seguita dal codice, avremmo la straordinaria
presenza, allinterno di questo delitto, sia dallelemento violenza sia di quello della frode.
In secondo luogo, esistono alcune ipotesi di reato difficilmente riconducibili alluna o
allaltra categoria senza che i concetti di violenza e frode vengano snaturati. Infatti la modalit della
violenza cos poco essenziale per la sussistenza del furto, caratterizzato prevalentemente
dallelemento della clandestinit, quanto la modalit delle frode rispetto alla ricettazione.
Il patrimonio trova tutela anche nelle contravvenzioni. Infatti, nel libro III, dallart. 750 c.p
fino allart 713 c.p. sono previste infrazioni che mirano a prevenire delitti contro il patrimonio.
E anche in disposizioni diverse da quelle contenute nel titolo XIII. Si pensi ad esempio al
delitto di peculato ( art. 314 cp) nel quale si fa riferimento allappropriazione di disponibilit di
denaro o altra cosa mobile altrui, alla malversazione dei beni del figlio minore o del coniuge
prevista dal 2 comma dellart. 570 c.p. o ancora al delitto di bancarotta, sia semplice che
fraudolenta, previsto dagli artt. 216 e ss R.D. n 267 del 1942.
Vi sono poi reati cd plurioffensivi che comprendono anche la tutela del patrimonio. La
prova, in fatti, della presenza di delitti che offendono, anche se non esclusivamente, il patrimonio
fornita dallo stesso codice penale, laddove agli art. 61 n7 e 62 n 4 cp, nel descrivere
rispettivamente la circostanza aggravante del danno di rilevante gravit o la correlativa attenutane
del danno di speciale tenuit, fa espresso richiamo non solo a i delitti contro il patrimonio, ma anche
a quelli che comunque offendono il patrimonio.
Un classico esempio di reato plurioffensivo dato dallart. 323 c.p. che prevede a figura
dellabuso di ufficio per la cui configurabilit necessario che il soggetto agente intenzionalmente
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si procuri a s a ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale oppure arrechi ad altri un danno ( anche
patrimoniale).
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2 Il concetto di Patrimonio:
Prima di affrontare la problematica relativa alla nozione di patrimonio necessario tener
presente che in questo settore, maggiormente che in altri, vengono utilizzati concetti, quali
propriet, possesso, detenzione, patrimonio, cosa, altruit, chr richiamando istituti di diritto privato.
Da qui una prima importante questione: il diritto penale svolge una funzione accessoria rispetto al
diritto civile? Il diritto penale, in altri termini, pu condividersi meramente sanzionatorio di
comportamenti e situazioni che trovano nel diritto civile una compiuta definizione oppure no?
Secondo i sostenitori della teoria pancivilsitica il concetto di patrimonio, come gli altri di
propriet, possesso, detenzione, altrui della cosa, bene. Trova la sua specificazione sul piano della
nozione nel diritto privato. Al diritto penale, quindi, spetterebbe solo il compito di recepire quei
concetti e di collegare alle violazioni le rispettive sanzioni. A questo orientamento si contrappone la
cd. Teoria autonomistica che, rivendicando al diritto penale natura costitutiva, sostiene che il
significato dei termini va ricercato sulla base di parametri offerti dal diritto penale.
Si tratta concezioni assolute che, pur presentando osservazioni che vanno condivise, si
rivelano insufficienti allorquando vogliono prospettare un criterio valido in ogni occasione. Sulla
base di questa considerazione sorta una posizione intermedia che ritieni che il problema della
definizione penalistica dei concetti richiamati in questo ambito non possa esser risolto con criteri
validi in generale, una volta per tutta tutti, ma vada affrontato caso per caso, in via di interpretazioni
teleologica.
In questa direzione il primo problema da risolvere quello del concetto di patrimonio al
quale si rapporta il nostro sistema, singolarmente caratterizzato dalla coesistenza di una legge
fondamentale ispirata a valori di uno stato sociale di diritto e di un codice penale, espressione di una
realt economica, sociale e ordinamentale del tutto diverso da quella attuale. Come sapete, si
registrano in dottrina diverse concezioni di patrimonio. Generalmente si individuano tre concezioni
fondamentali del patrimonio: la concezione giuridica, quella economica ed infine la concezione
giuridico economica.
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Circa la possibilit di adattare questa concezione alle esigenze peculiari del diritto penale
stato osservato che questa nozione si rivela troppa restrittiva. Infatti, se si riservasse la tutela
penale alle situazioni giuridiche giuridiche preformate, ai diritti soggettivi perfetti,
rimarrebbero privi di tutela posizioni, beni o situazioni che, pur non assumendo la forma di
diritti soggettivi, non di meno hanno nellambito degli scambi economici un rilevante valore
economico patrimoniale, come ad esempio il segreto industriale, le ispettive, i rapporti di
fatto o la capacit lavorativa.
La concezione giuridica del patrimonio inoltre non riesci a valutare, in termini offesa e
quindi di danno patrimoniale, la messa in pericolo del bene tutelato. Infatti, per Binding la
messa in pericolo del patrimonio lascia intatta la situazione giuridica precedente e, pertanto,
non rappresenta alcun danno e, pertanto, non verrebbe tutelata. Si tratta, come potete
vedere, di un punto di vista inaccettabile dal momento che vi sono offese che, pur
assumendo la forma della messa in pericolo, meritano di esser tutelate, anche se non sempre
con lo strumento penalistico. Non voglio qui fare una digressione sui reati di pericolo. Solo,
ai fini del discorso che qui ci interessa, va messo in evidenza che nulla vieta legislatore di
tutelare il patrimonio anche attraverso la creazione di fattispecie di pericolo, in relazione alle
quali e, segnatamente, a quelle di pericolo astratto potrebbe essere utilizzate, in modo piu
efficace, sanzioni diverse da quelle penali.
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B) Proprio per superare le obiezioni mosse alla concezione giuridica del patrimonio, stata
elaborata in dottrina la concezione economica. Secondo questa dottrina sorta in Germania
grazie ai contributi di Hegler, Grunhut, Bruns, Mezger ed altri il patrimonio viene inteso
come un complesso unitario comprensivo di tutte le situazioni di valore, economicamente
valutabili, poste in capo ad un soggetto. Pertanto, rientra nel patrimonio ed quindi oggetto
di tutela ogni sua componente che abbia un valore economico, assuma o meno la veste di
diritto soggettivo.
Anche questa concezione ha dato luogo a rilievi critici. In particolare, si osservato che il
riferimento ad elementi che abbiamo un valore esclusivamente economico finisce per
rendere il concetto di patrimonio eccessivamente indeterminato. Questa obiezione,
comunque, potrebbe esser superata con il ricorso a fattispecie penali particolarmente
accurate sul piano della tassitivit in modo da soddisfare le esigenze di uno stato di diritto e
segnatamente, quella di certezza delle situazioni giuridiche.
Si ancora evidenziato che questo concetto, nel dare rilievo a rapporti fattuali di signoria tra
soggetto ed oggetto, senza tener in alcun conto contro i criteri giuridici di attribuzione di un
oggetto ad un soggetto, stabiliti da altri termini dellordinamento, finisce per dare tutela
anche a posizioni patrimoniali create illecitamente. Inoltre, poich diventa rilevante
penalmente solo la reale diminuzione economica, questa concezione consentirebbe
allautore di compensare la perdita economica che il suo comportamento ha determinato con
la prestazione di un equivalente di pari o di superiore valore economica. Si pensi, ad
esempio, a chi si appropri in una baita di montagna dellunica pelliccia ivi presente e vi lasci
del denaro per una cifra superiore al suo valore.
Ma la carenza piu grave consiste nel fatto che restano prive di risposta penale quella
aggressioni a beni di esclusivo valore effettivo e quindi privi di un reale valore economico.
Pensate al furto della ciocca di capelli del figlio scomparso o alla sottrazione di una
immagine religiosa senza alcun pregio, o ancora, al furto di una lettera di una persona cara
defunta.
In questi casi la concezione economica porterebbe ad escludere rilevanza penale a tali
comportamenti.
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C) A fronte di questa considerazioni critiche in dottrina stata elaborata una diversa concezione
del patrimonio, definita giuridico economica, per il fatto di costituire appunto una
mediazione tra le due precedenti concezioni. Questa concezione parte dal presupposto che il
diritto penale non pu prescindere dalle regole fondamentali in materia di attribuzioni di una
cosa ad un soggetto. Secondo uno dei primi sostenitori di questa concezione (Birkemeyer)
in diritto penale non rileva il patrimonio in un significato meramente economico; infatti, i
valori dai quali questo composto devono esser adotti attraverso diritti, devono possiamo
dire essere essi stessi dei diritti. Non rileva neppure il patrimonio in senso meramente
giuridico, nellambito del quale laspetto del valore economico viene ignorato. Il Patrimonio
, dunque, il complesso dei diritti che rappresentano valori economici
Nello stesso alveo si collocano altri Autori che accolgono un concetto di patrimonio
giuridico economico anche se ritengono tutelabili, a certe condizioni, anche situazioni di fatto che
ricevono protezione da altri rami dellordinamento. Infatti, senza estensione, verrebbero ad essere
privati dalla tutela penale beni anche di notevole valore che non risulterebbero incorporati nel diritto
soggettivo,
In conclusione, sulla base dei successivi contributi offerti dalla dottrina, si giunti, a ritenere
il patrimonio come il complesso dei rapporti giuridici, riconducibili al diritto soggettivo oppure
espressamente riconosciuti o, anche solo, non disapprovati dallordinamento, economicamente
valutabili che fanno capo ad un soggetto.
D) In dottrina ( Bockelmann, Hardwig, Eser ) stata proposta anche una concezione del
patrimonio che pu definirsi personale. Il Patrimonio considerato come il complesso
unitario dei beni economici, appartenenti ad un soggetto sulla base di un rapporto
giuridicamente tutelabile, funzionale allo sviluppo della personalit dello stesso in campo
economico.
Da qui trae vita una quarta concezione, che possiamo definire dinamico funzionale,
secondo la quale in uno stato sociale di diritto il patrimonio deve garantire la disponibilit
dei beni, al fine di assicurare lo sviluppo della personalit in campo economico. Pertanto
tutela del patrimonio viene a significare come stato osservato in dottrina ( Moccia )
tutela della personalit del soggetto titolare, sia esso persona fisica o giuridica.
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Tale concezione appare perfettamente coerente con il sistema dei valori accolto dalla
Costituzione. Non certo questo il momento per unanalisi sia pur sintetica delle scelte operate dal
legislatore costituente. Ai fini del nostro discorso baster dire che la nostra legge fondamentale
mostra indiscutibilmente una tendenza generale alla valorizzazione della persona che trova proprio
negli art. 2 e3 Cost. il suo momento espressivo pi alto. Pertanto, nella nostra Costituzione, una
tutela penale del patrimonio assume rilevanza sociale e, quindi, normativa non perch o non solo
perch determinati oggetti aventi un valore economico sono attribuiti ad un soggetto, ma per il fatto
che la disponibilit di questi beni assicura un margine di sviluppo della sua personalit.
Quid juris? per quei beni che non hanno un valore economico ma che rivestono per il
soggetto un valore meramente effettivo. Per alcuni ( Carmona), poich la personalit dellindividuo
non si estrinseca esclusivamente come essere economico , ma trova forme di manifestazione
anche attraverso situazioni che possono essere di trascurabile o insistente valore economico,
restringere la tutela del patrimonio solo ai beni con valore economico condurrebbe inevitabilmente
ad una limitazione delle garanzie apprestate dalla Costituzione alla persona. Senza contare che la
preferenza per i beni di contenuto economico verrebbe di fatto ad escludere da ogni forma di tutela
penale quei soggetti che, non possiedono beni con valore economico, affidano, lo sviluppo della
loro personalit a cose prive s di valore economico, ma di grande valore effettivo.
Degan di rilievo lobiezione mossa dalla dottrina ( Mantovani) secondo la quale lattuale
livello di elaborazione concettuale non in grado di garantire le esigenze di certezze del diritto. Ci
determinerebbe anche una eccessiva subiettivizzazione dellinteresse tutelato ( Fiandaca Musco ).
Infatti, a voler seguire questa concezione, si rischierebbe di far dipendere la meritevolezza della
tutela penale da puro atteggiamento soggettivo, se non dalla reazione emotiva del soggetto che
lamenta loffesa.
Proprio per superare tale obiezione in dottrina ( Moccia) si sostenuto che, ferma restando
la tutela delle sole componenti patrimoniali di valore economico, in riferimento alle quali non pu
parlarsi di una sibiettivizzazione dellinteresse meritevole di tutela, quelle di valore effettivo
potrebbero, de lege ferenda, trovare considerazione nellambito di una fattispecie posta a tutela
della riservatezza personale.
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A) Cosa
In primo luogo ricorre in tutte le quattro categorie di reati che abbiamo
individuato ( di aggressione unilaterale, di cooperazione artificiosa della vittima, di
violazione dei rapporti fiduciari e di perpetuazione della situazione antigiuridica ) il
termine cosa
Per essa si intende quella realt materiale che costituita da un sistema di qualit
e propriet, separata o separabile dal reale fisico circostante e sulla quale possibile
dirigere unazione qualsiasi. Vengono in rilievo, a seconda del tipo di condotta, sia le
cose mobili, come ad esempio nella classica ipotesi del furto ( art. 624 cp) sia le cose
immobili, come nei delitti di usurpazione ( art. 631 cp) e di invasione di terreni ed edifici
( art. 633 cp) sia infine le cose mobili ed immobili indifferentemente, come nellipotesi
del danneggiamento ( art. 635 cp).
In generale la distinzione tra beni mobili e beni immobili offerta dallart. 812
cc per il quale
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B) Altruit
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C) Il Danno
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D) Il Profitto
La gran parte dei delitti contro il patrimonio incentrata sono sulloffesa del
bene patrimonio ma anche su quella del profitto agente. Pertanto queste norme
presentano un duplice contenuto precettivo: da un lato limpoverimento altrui e,
dallaltro, larricchimento o comunque il vantaggio che ottiene lagente con il ricorso a
mezzi leciti.
Pertanto, sotto questo specifico profilo, i delitti contro il patrimonio possono
distinguersi in delitti di profitto, nei quali il requisito del profitto previsto come evento
( art. 629 e 640 cp) o come dolo specifico art 624 cp caratterizzando il fine avuto di
mira dal soggetto, e delitti che prescindono dal profitto, con rientrando questo elemento
tra quelli richiesti dalla norma per la sussistenza del fatto tipico, come ad esempio nelle
ipotesi di danneggiamento art 635 cp o di ingresso abusivo nel fondo altrui art. 637
cp -.
Per quanto concerne la sua definizione va detto che si oscilla tra una lettura
restrittiva che si limita ad intendere il profitto come semplice utilit o incremento
economico ed una eccezione pi vasta del termine che mira a comprendere oltre al
vantaggio economico anche ogni soddisfazione o piacere che lagente voglia conseguire
attraverso la condotta criminosa. Si fa lesempio di chi sottragga una reliquia per
adorarla o un indumento femminile per pratiche magiche o esoteriche.
Per superare i difetti e gli accessi di una co ampia nozione di profitto come i
difetti e gli eccessi di una concezione economistica del profitto, sussistente quindi solo
in presenza di un incremento patrimoniale di valore economico, si ritieni ( Mantovani)
che costituisca profitto penalmente rilevante ogni incremento della capacit strumentale
del patrimonio di soddisfare un bisogno umano, materiale o spirituale .
Sulla base di questa concezione il profitto del delitto di furto non ricorrerebbe e,
quindi, non sussisterebbe lipotesi delittuosa, nel caso in cui, ad esempio, Tizio sottragga
il biglietto alla sua compagna per impedirle di partire, senza alcuna intenzione di
utilizzarlo o di ottenere il rimborso.
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