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Per valutare i meccanismi di interazione laser tessuti occorre dapprima definire almeno in
termini modellistici le propriet ottiche dei tessuti.
Sebbene i tessuti siano delle strutture estremamente complesse e microscopicamente
molto eterogenee, per molte applicazioni i modelli omogenei consentono di valutare, con
buona attendibilit dal punto di vista sperimentale, il loro comportamento in interazione
con la luce.
La maggior parte dei tessuti sono genericamente centri diffusione
assimilabile ad un mezzo fortemente diffusivo e centri assorbimento
quindi i fenomeni che governano la propagazione di
un fascio laser sono la riflessione e rifrazione,
lassorbimento e la diffusione. La riflessione e la
rifrazione sono governate dalle leggi di Snell: a
sin i n2
i = r =
sin t n1 b f
Quando la radiazione passa da un mezzo meno denso e
(es.aria) ad un mezzo pi denso (es. acqua o tessuto)
parte di essa viene riflessa e parte viene rifratta
modificando la sua direzione di propagazione.
c
Lampiezza delle onde riflesse e rifratte dipendono d
dalla lunghezza donda della radiazione e dagli indici
di rifrazione dei due mezzi (relazioni di Fresnel). In
media, per le lunghezze donda nellintervallo dal Fig. 1 Schema di propagazione della luce nei
visibile al medio infrarosso, lintensit dellonda tessuti: a) riflessione; b) rifrazione; c)
riflessa 2 % dellintensit incidente assumendo un assorbimento; d) diffusione ; e) riemissione ; f)
valore indicativo di n2 = 1.33 per il tessuto e di n1 = 1 trasmissione
per laria. Per quanto riguarda quindi i meccanismi di interazione questa quantit
trascurabile mentre va sicuramente tenuta in considerazione sotto gli aspetti di sicurezza.
Come mostrato in fig.1, i fotoni, una volta entrati nel tessuto, subiscono eventi multipli di
diffusione che ne cambiano la traiettoria. Essi possono essere assorbiti se incontrano un
centro assorbitore, riemessi dalla stessa superficie di incidenza del fascio laser o trasmessi
dopo avere percorso lintero spessore del materiale.
Definendo a e s i coefficienti rispettivamente di assorbimento e diffusione del tessuto,
lintensit trasmessa I da uno spessore di tessuto L pu essere scritta come:
I = I 0 e ( a + s ) L
dove I0 lintensit incidente. In funzione della lunghezza donda della radiazione laser e
della composizione del tessuto, si possono avere situazioni in cui lassorbimento o
alternativamente la diffusione possono essere dominanti. A seconda quindi della
prevalenza di uno dei due processi utilizzeremo modelli differenti per la propagazione
della luce nei tessuti.
In questa prima parte che riguarda luso terapeutico e invasivo del laser, linterazione
della radiazione con il tessuto avviene in spessori limitati. Inoltre la finalit di tale
interazione quella di indurre effetti irreversibili quali ad esempio taglio o
vaporizzazione, per i quali richiesta lassorbimento di elevate quantit di energia. La
HEMOGLOBIN
1E+1 1E-3
1E+0
UV VIS IR 0.01
1E-1 0.1
1E-2 1
SCATTERING
1E-3 10
1E-4 1E+2
0.1 1.0 10.0
wavelength (um)
1015 fotodistruzione
Densit di potenza (W/cm2)
1012
plasma
10
109 00
fotoablazione J/ c
m2
106 1
J/c
m2
103
interazione
termica
100
interazione
-3
10 fotochimica
Negli effetti fototermici linterazione con il laser determina un innalzamento locale della
temperatura del tessuto. I fotoni assorbiti eccitano gli stati elettronici o vibrazionali delle
molecole che si diseccitano per conversione interna o per urti con le molecole adiacenti.
Questo comporta un aumento dellenergia cinetica complessiva che si manifesta quindi
1E+2 Vaporizzazione
esplosiva
T > 50C
1E+1 Coagulazione
T < 42C
1E+0
Effetti reversibili
1E-1
1E-2
1E-9 1E-8 1E-7 1E-6 1E-5 1E-4 1E-3 1E-2 1E-1 1E-0
Fig. 4 I diversi processi di interazione laser tessuti in dipendenza della esposizione e del
tempo di esposizione
fotoablazione del tessuto avviene per rottura dei legami molecolari o per rapida
vaporizzazione del tessuto. Affinch lenergia rimanga confinata in un volume piccolo
occorre utilizzare una lunghezza donda cui corrisponda un coefficiente di assorbimento
molto elevato.
A densit di energia superiori rispetto a quelle di fotoablazione, possibile generare nel
punto focale del laser un plasma cio un gas di ioni ed elettroni a temperatura molto
elevata. In questo caso lo stesso plasma a determinare la rimozione del tessuto esposto.
Caratteristica del plasma che questo pu essere generato anche se il coefficiente di
assorbimento del tessuto piccolo.
Per densit di energia ancora pi elevate il volume del plasma cresce e lespansione
termica del plasma crea bolle di cavitazione, onde durto e microgetti liquidi in grado di
frammentare meccanicamente il materiale. Questo processo di fotodistruzione in grado
di lacerare tessuti e anche di frammentare materiale solido quali i calcoli.
Come mostrato in Fig. 3 e Fig. 4 la presenza dei diversi processi sinteticamente sopra
descritti dipende dai parametri del laser oltre che dalle propriet ottiche, termiche e
meccaniche dei tessuti.
Sebbene i processi di interazione siano complessi, nei successivi capitoli verranno
descritti semplici modelli che consentono la gestione dei parametri del laser al fine di
ottenere le azioni terapeutiche richieste dalle diverse procedure cliniche.