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*Arrivata in piazza poco prima delle 19.

00, si fece aiutare dal cocchiere a scendere


dalla carrozza, e rimase qualche istante ad osservare quella porzione della cittadina di
Murmansk. Individuata la compagnia Lovoozero, si incammin verso la sede, entrando
alle 19.00 precise, orario dellappuntamento con Veles. Senza soffermarsi le gemme
presenti nelle vetrine ne aveva visti sin troppe nella sua vita disse, sfoderando il
suo miglior sorriso*
Buonasera, ho un appuntamento con il signor Veles, qui?
"Madame Bthory-Somly, Aveva un appuntamento con voi".
Il commesso entr nell'ufficio e attese che si alzasse.
Ana Bthory-Somly. Aveva ricevuto il biglietto qualche giorno prima. Non fissano
appuntamenti i sogni, e se un'ossessione ritorna di certo non lo fa ad orario
prestabilito. Ricordava ancora quella ragazzetta transilvana, quello che avevano
condiviso, sfiorandosi ognuno nel proprio delirio. Separati da miglia e miglia eppure
cos vicini.
Un giorno ti prender per mano, le aveva detto.
Un giorno ti trover, aveva risposto lei..
Ed eran passati secoli. Reali, non metaforici.
Quella che stava per incontrare era solo una discendente della nobile fanciulla. Un
altro volto, sicuramente. Un'altra figura. Un'altra anima.
Verr subito da lei .
*Vide il commesso andare nel retro del negozio, dopo averle detto che avrebbe
annunciato il suo arrivo a Veles. Nell'attesa, si guard intorno: c'erano pietre di tutti i
tipi, ma nessuna le piaceva particolarmente.. ne aveva visti troppi in casa sua, quando
era ragazza.
Mentre camminava per il negozio, pensava alla passeggiata notturna nel bosco, alle
sensazioni che avrebbe provato, e alla promessa di Veles di prenderla per mano*
Entr nel negozio. La somiglianza era perfetta. Lo stesso volto. La stessa figura.
Buonasera Madame..
Usc da dietro il bancone. Si pose di fronte a lei e si inchin con sussiego.
Avete chiesto un appuntamento con me. Cosa desiderate? Sono pronto ad
accontentarvi...
Respirando accanto a lei sentiva il suo profumo. Non hanno profumo i sogni, ma pi
volte, pensando alle illusioni condivise, aveva immaginato la fragranza che avvolgeva
la sua persona. Era uguale al profumo immaginato, quello che l'avvolgeva.
*Lo vide entrare nel negozio e avanzare verso di lei. Era come lo ricordava, ma ora era
reale, non pi una figura incorporea. Rispose al suo saluto con un lieve inchino*

Salve signor Vouktarinen. Vi ringrazio per avermi ricevuta.


Vorrei mi accompagnaste per una passeggiata notturna nel bosco. So che potrebbe
sembrare una richiesta assurda, ma questo ci che desidero. Niente di pi.
*Sfoder il suo migliore sorriso e lo guard negli occhi, attendendo una risposta da lui,
sperando fosse positiva.*
Una passeggiata nel bosco?
La guard incredulo e per poco non scoppi a ridere.
Siete voi... com' possibile? Voi... Io. . Come avete fatto a venire fin qui? Io...
I boschi. Quando le parlava dei boschi, allora, le foreste coprivano quasi tutta l'Europa.
Ora c'erano poche isole superstiti, ancora intatte. E Murmansk e il suo territorio erano
una di queste isole.
Venite nel mio ufficio. Parleremo con calma...
Si, sono proprio io. Non so neanche io come, ma vi ho trovato.
*senza staccare gli occhi da lui, impaziente di parlargli in privato, disse*
Fate strada, vi seguir volentieri.
La condusse nel suo studio, le mostr una sedia imbottita. Restaurata di fresco,
comoda e solida.
Chiuse la porta.
Poi raggiunse quella sedia, s'inginocchi davanti ad essa, davanti ad Ana, incredulo.
Le prese le mani, delicatamente. Erano fredde. Faceva freddo quel giorno, ma cera
una vibrazione segreta nelle vene. Quella donna non era una mortale...
Siete davvero voi... lasciatevi toccare, accarezzare!
*Lo segu nello studio, e si sedette sulla sedia indicatale da Veles. Dopo aver chiuso la
porta, lo vide inginocchiarsi davanti a lei e prenderle le mani : il suo tocco era gentile,
come i suoi modi. Strinse le mani di Veles, mani che aspettava da troppo tempo di
tenere tra le sue*
S, in carne ed ossa. Sono secoli che aspetto di vedervi, di sentire il vostro profumo..
finalmente non siete pi un sogno.
Baci quelle mani, i palmi e poi i dorsi. Non era un baciamano salottiero, ma voglia di
inebriarsi del profumo, del sapore di lei.
Non siete un sogno nemmeno voi. Ma vorrei ispirarvi nuovi sogni, mia signora!
Alz un ginocchio e si protese genuflesso verso di lei. La mano si custodiva ancora
entrambe le mani di Ana, posata nel suo grembo. La destra accarezzava il suo volto,
cercava le sue labbra, le sfiorava in punta di dita.

Voglio confondermi nel vostro mistero. Farmi avvolgere da esso.


*Le mani di lui tra le sue, le sue labbra a sfiorargli la pelle, la sua voce.. era tutto vero,
tutto reale.
Pose una mano sotto il volto di Veles, cosicch potesse guardarlo negli occhi e disse*
Allora usciamo da questo ufficio, portatemi nel vostro mondo tenendomi per mano
come mi avete promesso un tempo e mi lascer cullare dai sogni che vorrete
regalarmi.
Niente pu pi dividerci ormai.
E, per favore, Veles.. chiamatemi semplicemente Ana.
Le sfior le labbra con le labbra, in un bacio casto, quasi impercettibile.
Ana... far come volete. Per devo trovare una giustificazione con i miei colleghi. E'
meschino darsi tanto da fare per mantenere una maschera ma debbo farlo. Non pi
mio quel mondo. Lo sto riconquistando, un frammento dopo l'altro, per me e per la mia
gente, ma non del tutto nostro.
Aspett che fosse lei a baciarlo di nuovo. Riconquistare il proprio antico sogno, un
attimo dopo l'altro, piano piano, per non bruciarlo subito.
*Ricambi il suo bacio con uno altrettanto delicato.*
Se volete, aspetter la chiusura dellufficio. Se invece volete andare subito, aspetter
che lo comunichiate ai vostri colleghi. Qualsiasi decisione prenderete andr bene,
abbiamo tutta la notte per stare insieme.. Sono qui solo per voi.
Godette quel nuovo bacio, cerc di trattenerne il brivido sulle labbra il pi a lungo
possibile.
Possiamo andarcene anche subito. Baster dire che volete recarvi alla sede centrale,
nei pressi della miniera, per osservare campioni particolari delle nostre pietre.
La prese per mano, e la condusse fino alla porta, voi si stacc da lei.
Mi raccomando, sussiego. Voi siete una nobile dama che vuole ordinarci il pi bel
gioiello del mondo. Visionare i prodotti elle nostre miniere. Io sono solo un impiegato!
Va bene, finger di volere questo gioiello unico e raro.. lo far soltanto per voi.
*le era stato difficile staccarsi dalla sua mano, ma sapeva si sarebbe trattato soltanto
di qualche minuto. Poi, sarebbero andati via, e quella mano che tanto bramava
tenere fra le sue non lavrebbe lasciata per tutta la notte.*
Le apr la porta, con galanteria, e la fece uscire.
Ovviamente disponete di un vostro mezzo, non necessario chiamare una
carrozza...

Disse con tono neutro, fingendo di continuare una conversazione banale. Intanto la
divorava con gli occhi.
Il presidente sar felice di ammettervi negli spazi espositivi. Vi mostrer anche un
gioiello realizzato per una dama che desidera comparire con esso alla corte dello
zar...
*Usc dal negozio seguita da Veles, con un atteggiamento altezzoso, da nobile quale
era. Nella mente, il pensiero che a breve avrebbe avuto Veles tutto per s, e non
avrebbero dovuto accampare scuse sul perch erano insieme.*
Certamente ho la mia carrozza, e non vedo lora di ammirare quel gioiello. Ma
chieder al vostro orafo di fiducia di crearne uno soltanto per me, non importa il costo
*disse, proseguendo il discorso di Veles e cercando di sembrare pi credibile possibile
agli occhi dei suoi colleghi.*
"Il soprabito e l'ombrello, Veles Georgevi - gli disse il garzone, porgendoglieli - Fuori
piove".
Come... piove? ...
Impossibile. Quando lui andava nel bosco era sistematicamente impossibile che
piovesse. A meno che non volesse lui.
Eppure diluviava.
Si fece consegnare il soprabito ma lasci l'ombrello al ragazzo.
Non sta affatto piovendo Levka!.
Apr la porta, splendeva la luna. E dal mare spirava una brezza tiepida.
E' una splendida serata...dopo di voi, madame.
Fece cenno ad Ana di uscire.
*Pass accanto a Veles, respirando il suo profumo.. quanto avrebbe voluto in quel
momento affondare la testa nel suo petto e restare l, ad ascoltare il loro respiro.*
Grazie mille. La mia carrozza dovrebbe essere nei paraggi.
*Usc dal negozio, fece qualche passo ed attese che Veles la raggiungesse*
La raggiunse, le porse il braccio.
La foresta vicina. Potremmo andare a piedi ma forse meglio allontanarsi in
carrozza, almeno all'inizio. Quanto discreto il vostro cocchiere?
La guard negli occhi. Avrebbe voluto perdersi subito, tuffarsi nella sua chioma d'oro
rosso, ma nella sua coscienza incominciava a suonare il suo allarme a un dubbio
atroce.

E poi prima di portarvi con me devo chiedervi una cosa.


*mise il braccio sotto il suo e fece un segno di assenso a Veles. Gli occhi persi nei suoi,
incantata dalla sua voce*
Il mio cocchiere? un esempio di discrezione.. rischierebbe la morte e la dannazione
dell'anima se parlasse. Ed ben cosciente che lo farei con le mie stesse mani.
Ma cosa volevate chiedermi?
Chi vi ha iniziata? Io so che da voi vige ancora la Legge Antica. Non si ancora
palesato il nuovo Padre.
La guard negli occhi, con pi intensit.
Avrete gli occhi troppo limpidi per essere una sua figlia. Ma io voglio essere sicuro
dell'origine della vostra immortalit. Non posso condurre una Sua creatura per i
sentieri che conosco.
*Anche se spiegargli cosa era le creava un po di disagio dato che nessuno
conosceva chi veramente fosse scelse di essere completamente sincera con lui. Era
l per lui, ci aveva impiegato anni per trovarlo, e ora non voleva rovinare tutto
rimanendo in silenzio, o peggio, mentendo.*
Sono una mangiapeccati. Unumana in tutto e per tutto, tranne per limmortalit.
Non sono una sua figlia, anche se secoli fa ho rischiato di divenire una Strigoica,
trasformata dal Non-Morto in persona. Non vengo attaccata dai Suoi figli, ma devo
ancora capire il perch.. non che mi interessi cos tanto, alla fine.
Sono lunica della mia specie.. lultima, direi. Il mio predecessore morto per mano
mia, passandomi il testimone.
Una creatura unica al mondo. Sono meravigliato... voglio conoscervi meglio signora.
Saliamo sulla vostra carrozza.
Anche lui era unico. Unico in tutta la sua specie. Non avrebbe per parlato del suo
segreto, del suo Abisso a quella donna.
Siete voi il gioiello inestimabile... - le sussurr quando fu seduto sui cuscini della
vettura, accanto a lei. - Lasciatevi baciare, ancora... lasciati baciare, Ana!
*Era lusingata dalle parole di Veles : nessuno mai le aveva detto di essere una
creatura unica, lavevano sempre disprezzata ed isolata per ci che faceva. Prima di
salire sulla carrozza, disse al cocchiere di muoversi per qualche centinaia di metri, e
che non avrebbe dovuto rivelare a nessuno di questo incontro. Poi sal e si sedette
accanto a Veles. Si volt verso di lui e sussurr*
Baciami se lo desideri.. perch quello che desidero anche io, da secoli.
Se davvero quello che vuoi...
La strinse tra le braccia. Con delicatezza, perch tutta la passione, tutta la furia che

aveva in corpo la in corpo nell'unione tra le loro labbra, dei loro respiri.
Ununione quasi alchemica che dur per pochi metri, cullata dal dondolio della
carrozza.
Scendiamo - le disse in un sussurro
*Si lasci trasportare da quel bacio e si perse nel suo abbraccio. Quando le disse di
scendere, diede un paio di colpetti alla parete della carrozza, che si ferm quasi subito.
Scese dalla carrozza e aspetto Veles*
La foresta era di fronte a loro, maestosa come un tempio antico. La brezza calda non
era ancora cessata, e la tempesta si era spostata a sud. Prese per mano la sua
bellissima Ana.
Non avrai paura, vero? Qualsiasi cosa tu vedrai, non tremare, io sono qui , con te.
La condusse fino al limitare del bosco, e prima di tuffarsi insieme a lei nella tenebra
odorosa di resina di pino la baci in fronte, teneramente e poi di nuovo sulla bocca,
con voracit.
*Veles la prese per mano e Ana intrecci le dita alle sue. Quellodore di bosco, di erba
bagnata, di fiori.. le ricordava i boschi transilvani, le ampie vallate vicine a casa sua, le
distese di fiori in primavera. Inspir profondamente, godendosi tutti i profumi che
provenivano dalla foresta : si sentiva a casa, e felice.*
Non ho paura della notte, mia compagna da secoli. Se tu sei con me, la foresta non
mi far paura.. ma tienimi per mano, sempre. Non lasciarmi mai.
*Un sorriso le comparve sul viso, mentre lui le baciava la fronte. Quando la baci di
nuovo sulle labbra, si lasci trasportare dalla passione, incurante del mondo intorno a
loro.*
Non conosci tutte le creature che si nascondono l dentro.
Non conosceva bene soprattutto le creature come lui.
Si mosse lento, non secondo il suo solito. Individu un sentiero. Vide i suoi segni lungo
la via, come graffi di luna.
Avresti dovuto vederle durante le notti d'estate, queste foreste. Allora il nero della
notte come l'ala di una falena rinchiusa nell'ambra. Solo pochi attimi di buio, avvolti
nella luce pallida.
C'erano stelle innumerevoli nel cielo limpido, sopra le cime degli alberi. Gli sembrava
di vederle per la prima volta, perch per la prima volta le vedeva con lei.
Hai freddo?.
Strinse pi forte la mano attorno alle sue dita, e si ferm. La citt era gi lontana.

*Mentre ascoltava Veles, si guardava intorno con meraviglia : non aveva mia visto una
foresta di notte ed era rimasta sbalordita per quanto fosse bella. Ci che sembrava
rumore da fuori, dentro la foresta diveniva melodia : ogni suono, ogni verso era
musica.*
No, non ne conosco quasi nessuna. Non ho mai avuto la possibilit di vagare per le
foreste da bambina.. anche se mi affascinano, sembrano avvolgerti e proteggerti dal
mondo esterno. Se destate, poi, sono pi belle, dovr tornare a vederle.. mi
accompagnerai?
*Volse lo sguardo verso lalto, continuando a camminare, la mano stretta in quella di
Veles, finch lui non le chiese se aveva freddo e si ferm*
Non ho freddo, ma grazie di essertene preoccupato. Come mai ci siamo fermati?
L'estate. Nemmeno sapeva se sarebbe stato vivo la prossima estate. Se sarebbe stata
ancora in piedi la dannata citt..
Perch qui c' il nascondiglio adatto. - indic una tana disabitata, nascosta dai rami sar perfetto per i nostri vestiti. Sono inutili... dobbiamo percepirla con tutti i sensi, la
foresta.
L'abbandon per pochi attimi e cominci a levarsi il soprabito.
Dobbiamo essere nudi.
*Una richiesta un po insolita, ma acconsent.. si tolse il soprabito e lo mise nella tana
indicata da Veles.*
Dovresti aiutarmi a slacciare labito ed il corsetto. Da sola non riesco.. ti dispiace?
*disse, voltandosi di schiena verso di lui e spostando i capelli di lato*
Era delicato. Erano leggere le sue mani, precise.
Le apr l'abito, un minuscolo bottoncino dopo l'altro. Poi slacci il corsetto, i nastri di
seta scivolavano tra le sue mani, e poi i gancetti saltarono, in fila, con una serie di
impercettibili tac-tac.
Sei quasi libera, continua da sola!.
Cominci anche lui a togliersi il resto degli indumenti, senza imbarazzo, come se
dovesse entrare nella sauna.
Grazie mille per l'aiuto.
*Fin di slacciarsi il corsetto e mise anche quello nella tana. Erano passati secoli
dall'ultima volta in cui era rimasta nuda davanti ad un uomo.. ma la cosa non le
metteva imbarazzo, forse un tempo. Poi si gir, lo guard togliersi gli ultimi capi, e
resistette alla tentazione di avvicinarsi a lui e baciare ogni centimetro della sua pelle,
illuminata soltanto dalla luna*

Nessuna lussuria. Era meno indecente degli abiti la loro nudit. La sentiva sua. Uguale
a lui. Perfetta... Immortale. Si tolse gli ultimi indumenti e li nascose.
Non hai freddo, ora?
Una donna qualunque si sarebbe messa a tremare. Se non fosse stato per la brezza di
mare la temperatura sarebbe stata ben sotto lo zero.
L'abbracci, tuffando il volto tra i suoi capelli. Ancora un bacio, la carne di lei che si
scaldava contro la sua, poi la prese per mano.
E' cos che lo immaginavi o vuoi qualcosa di diverso? Dammi di nuovo la mano...
Freddo? No, per niente.
*sorrise, mentre lui labbracciava. Un altro bacio, il suo corpo addosso e il suo calore:
no, non aveva freddo, ora meno che mai. Prese la mano di Veles e disse*
No, non lo immaginavo cos, ma perch volere qualcosa di diverso? il tuo mondo, e
se per viverlo meglio non servono abiti, non ne indosser. Tu, invece, avresti voluto
qualcosa di diverso?
Sei delusa? Cosa avresti voluto?
No. Lui non aveva immaginato altro, allora. Solo il respiro della foresta. contro i loro
corpi. I sogno che aveva assillato le loro menti che cominciava a scorrere nelle vene
insieme al sangue.
Io desideravo soltanto te, solo il mio sogno....
*Delusa? No, non poteva esserlo : lo aveva trovato, erano l nella foresta solo loro
due. Dopo secoli di sogni. Niente poteva deluderla in quel momento.*
Non voglio nientaltro che te.
Non sono delusa, non pensarlo nemmeno per un secondo. Semplicemente non sapevo
che, per percepire la foresta, la cosa migliore fosse rimanere completamente nudi.. mi
ha spiazzato.
*disse, accarezzando il volto di Veles.*
La realt mille volte meglio del sogno. Tu sei mille volte meglio del sogno.
Devi respirare liberamente nella foresta. Senza abiti, senza corsetti
Le accarezz il petto, seguendo la linea del costato e dello sterno.
Solo cos capirai che le voci del bosco hanno anche un profumo.
Le accarezz i capelli, e pose la sua bocca a contatto dell'orecchio destro di lei.
Devi essere libera, libera da ogni cosa, per comprendere che l'odore acre della terra e
delle piante che la ricoprono anche un canto.
Le sfior le braccia, percependo la sua pelle d'oca.

E solo cos potrai sentire nella carezza del vento sul tuo corpo il vibrare della luce
delle stelle che risplendono sopra di noi.
*Mentre le accarezzava la pelle, un brivido le corse lungo tutta la schiena, facendole
accelerare i battiti ed il respiro. La sua voce, che le spiegava come sentire il canto
della terra, la cullava in quel mondo, che finora aveva solo sognato.*
Insegnami ad ascoltare questo canto, insegnami a sentire la luce delle stelle su di me..
Insegnami a vivere questo tuo regno come te.. e con te.
Restami accanto, e lasciami invadere la tua essenza. Lascia che carpisca ancora i tuoi
pensieri, come un tempo, e tu rapisci i miei come allora, fino a quando non sentiremo
come una sola persona, non penseremo come una sola anima.
Le sussurrava in punta di labbra, alternando le parole e i baci.
Allora tra noi l'unione sar completa. Pi sensuale di qualsiasi unione carnale. E
sentirai anche le voci dei miei fratelli. Dei vivi e dei morti, dei presenti e degli assenti,
come sento io.
La strinse a s, pi forte, la baci con furia e dolcezza rinnovate. Non ci sarebbe stata
solo un'unione spirituale, ne era sicuro.
* mentre lui le parlava, ascolt ogni singola parola che usciva dalle sue labbra *
Lultima cosa che voglio starti lontana.. Entrer nei tuoi pensieri, e rester l, fino a
che non saremo ununica cosa. Non era forse questa, lunione che desideravamo da
tempo?
*Chiuse gli occhi e stretta tra le sue braccia, preda dei suoi baci, non pot far altro che
lasciarsi andare, lasciare che Veles invadesse i suoi pensieri, la sua anima. Che rapisse
tutti i suoi sensi e li facesse suoi.
In fondo al suo cuore, sapeva di non essersi sentita cos viva e libera da secoli.*
Si univa a lei, con la forza di mille e mille tentacoli di gelo e di vento, forte del profumo
del mare, della fragranza della resina silvestre. La leg a s con il battito d'ali d'ovatta
delle civette , con il palpito sottile del cuore dello scoiattolo addormentato. Fu muto il
suo canto, come quello della serpe nell'erba, e fu immenso, assordante, come quello
della volta celeste.
La prese per mano di nuovo, e la condusse via sopra i folti di mirtilli e sopra l'erba
morbida, i loro piedi nudi furono solleticati dalle spine dei giovani rovi e dal velluto del
muschio sulle pietre antiche. Via... via.., sempre pi veloci, per le vie infinite della
notte.
Lontani dal mondo degli uomini, per i cammini sacri, fino agli ultimi rifugi. Fino alle
dimore segrete.
Si fermarono davanti a una caverna.

Ana, cuore del mio cuore.. non so se sei pronta a tutto... non voglio costringerti a
nulla. Vuoi tornare indietro? Siamo ancora in tempo...
*Lerba, i rovi, il muschio.. non aveva mai sentito tante consistenze, diverse fra loro
ma al tempo stesso piacevoli. Tutto era una scoperta, visto insieme a lui. Quando si
fermarono, le chiese se volesse tornare indietro : cosa sarebbe successo, l dentro, di
tanto rischioso da chiederle se volesse ripensarci?*
Perch mi chiedi se voglio tornare indietro? Cosa potrebbe succedermi l dentro? Non
posso decidere senza sapere.
Accarezz il suo volto, e lo tenne fra le sue mani.*
So che non mi costringerai, e so che non mi faresti mai del male. Ma non vorrei
rimanessi deluso nel caso decidessi di non proseguire. Perci Veles, ti prego.. dimmi
cosa succede nella caverna.
*disse guardandolo negli occhi*
Io avrei potuto semplicemente incantarti. Stordirti, ammaliarti come un tempo e poi
lasciarti nello stordimento e nella confusione. Nessuno rischio per me solo l'amaro in
bocca di un sogno perduto per te. Ma ora so che non posso. Sei preziosa. Sei sacra. In
quella caverna sono sepolti i Dormienti.
Dallantro veniva come un fiato gelido, ricco del sussurri.
La gente del mio popolo che si esiliata sottoterra, quando vennero i Moscoviti e
distrussero i santuari antichi. Non sono morti, dormono. Sognano. Vedono me e te nel
loro sogno e possono parlarci ispirando visioni. Loro ti diranno chi sono veramente.
Parleranno del bene e de male che ho fatto. E tu potresti voler fuggire. Desiderare di
annientarmi.
La strinse a s. Di nuovo.
Quindi se vuoi torniamo indietro ma io non ti cercher mai pi. Nella realt come nel
sogno.
*Le spieg cosa cera nella caverna e la strinse a s. La prospettiva di non vederlo pi,
nemmeno in sogno, non le piacque per niente. Ne aveva viste di cose, nei secoli,
aveva assorbito tanti peccati da non poterli contare, probabilmente molti di pi di
quanto unanima umana possa contenerne.
Nonostante tutto, era andata avanti.
Lo avrebbe fatto anche ora, avrebbe ascoltato cosa avevano da dirle i dormienti.*
Non potrei mai sopportare lidea di non vederti pi.. quanto male puoi aver fatto, per
ipotizzare che possa fuggire o aver voglia di distruggerti?
Non sai quanto male ho fatto anche io, in questi anni, quanto la gente mi abbia
maledetto.. Non puoi sapere come potrei reagire..
Probabilmente, potrei arrabbiarmi, ma mai vorr la tua distruzione. Mai.

*Appoggi il viso sul suo petto, e sussurr*


Andiamo dai dormienti.
Voleva entrare.
Davvero vuoi che la nostra unione sia cos profonda? Davvero credi che sia possibile?

Forse nemmeno lui, fino a quel momento ci aveva creduto. Ma ora s, con tremore nel
petto, egli credeva.
Ci fu un altro bacio, fuori dalla grotta, e uno al suo interno, il pi vorace di tutti. Un
sigillo tra le loro bocche che si impresse proprio davanti alla porta di pietra del
santuario, allingresso inviolabile che poteva essere aperto dallinterno, che si sarebbe
aperto solo quando tutti loro si sarebbero svegliati.
A quella porta si Veles si addoss, e volle che Ana stesse attaccata a lui, che posasse
la testa sul suo petto.
Ecco ci sentono. Ci parlano.
I Dormienti discorrevano con loro, nella loro lingua fatta di sprazzi di luce, di sussurri a
bocca chiusa di forme indistinte proiettate contro le palpebre serrate. E Veles rivide
quello che aveva fatto, durante i secoli. Quello che bene conosceva, ma che era un
ricordo cos vecchio da sembrare un riflesso di un sogno altrui si faceva cos chiaro che
gli parve accadesse in quel momento. Sentiva il sangue altrui sulle sue mani. Sul suo
corpo. Ancora
Vide poi cosa aveva fatto quella creatura che stringeva al petto, cos disperata, da tutti
maledetta. Seppe tutto di lei, e cominci a tremare.
E anche Ana tremava, stretta a lui.
*Stretta a lui, in quella caverna, i dormienti le mostrarono chi veramente fosse Veles e
cosa aveva fatto, quanto sangue avesse versato e quanta gente avesse sofferto per
mano sua, come lui scopr quanto sangue aveva versato anche lei nei secoli. E scopr
che erano pi simili di quanto avesse mai pensato : due creature, uniche nel loro
genere, disprezzate dal resto del mondo e costrette a nascondersi dietro maschere di
normalit. Affond ancora di pi il volto nel petto di Veles, cosciente di non essere pi
sola al mondo : gli occhi colmi di lacrime, che pian piano iniziarono a rigarle il volto.
Tremante, a causa dei singhiozzi, strinse ancora pi forte le braccia attorno a lui, e
sent che tremava : probabilmente vedere cosa aveva fatto Ana lo aveva turbato, o
forse aveva compreso quanto fosse stata dura, per Ana, vivere col peso del mondo
addosso, abbandonata anche dal suo Dio che tanto aveva amato in passato.
E l, tra le sue braccia, avvolta dal bruso dei Dormienti che parlavano, nel cuore di una
foresta che in passato lavrebbe terrorizzata, si sent al sicuro, e libera di essere s
stessa.*
Ricevette le sue lacrime come un lavacro purificatore. Si inarc, strinse i denti, per
resistere, per non scoppiare a piangere anche lui, come un bambino.
Non piangere, anima mia, non piangere... a meno che non siano lacrime di gioia.
Le fece sollevare il viso, con una carezza.
Anche nell'oscurit vedo il tuo volto, soave, candido, abbacinante. Le tue labbra, i
tuoi occhi. Sei la mia stella, la mia luce...

La stacc da s senza fretta, e, accarezzando la parete con la sinistra, la riprese per


mano, la condusse in un angolo della caverna illuminato dalla luce lunare.
Siediti qui, accanto a me, e se hai paura di aver freddo, contro la nuda pietra, siediti
in grembo a me...
*Un sorriso le comparve sul volto, ancora rigato dalle lacrime, quando con tutta la
dolcezza del mondo le sollev il viso. La sua stella.. nessuno mai le aveva riservato
parole tanto amorevoli.
Ancora scossa dai singhiozzi, che man mano andavano scemando, Veles la prese per
mano e la port nellunico angolo della grotta illuminato dalla luna.*
bellissimo qui, Veles.
*disse mentre si sedeva sulle sue gambe, e non perch temesse il freddo della nuda
pietra, ma perch aveva bisogno del contatto con la sua pelle, di sentire il suo
profumo, di unire il proprio respiro al suo. Lo guard intensamente nei suoi occhi color
ghiaccio, lo baci dolcemente e disse*
Stai bene? Perch io non sono mai stata tanto bene, in vita mia.
No. Non ricordo di essere mai stato cos bene, da quando...
Da quanto tempo? I tempi della sua giovinezza non li ricordava. Tutto perduto, insieme
al suo vero nome. E negli ultimi suoi secoli c'erano stati molti attimi colmi di ebbrezza,
di godimento rabbioso, ma non di gioia, e tanto meno di pace.
Non mi importa da quanto tempo. Tutto ricomincia ora.
Non erano frasi fatte, da seduttore. Tutto vero, riconosceva il peso e l'autenticit di
ogni sua singola parola.
Ancora baci, ad occhi chiusi, ad occhi aperti, e il reciproco cullare dei loro corpi, che si
abbandonavano sempre di pi a un istinto che veniva dall'anima, che non era lussuria,
non era peccato. Era voglia di redimersi, nell'unione totale.
*Lui stava bene, stavano bene insieme come mai da secoli, e tanto le bastava. Non
sentiva neanche pi le voci dei dormienti, ma soltanto il loro respiro, non sentiva pi il
fresco della caverna, soltanto il calore dei loro corpi, stretti uno allaltra. Restare con
lui, riconquistare quella libert di cui si era privata da secoli.. perdere ogni inibizione e
unirsi a lui, non le importava dove. Lo voleva adesso, con tutta se stessa. Voleva il suo
corpo, le sue labbra.. Si perse nei suoi baci, scossa da brividi di piacere. No, non
sarebbe stata solo ununione carnale, ma ununione di anime, di respiri e di sogni
divenuti realt.
Lo guard negli occhi, intensamente, e si mise a cavalcioni sulle sue gambe*
Amami ora, Veles, come se non avessimo unaltra possibilit di stare insieme.
Amami sotto i raggi di questa pallida luna, perch non aspetter un secondo di pi per
unirmi a te.

Se vuoi, insieme, riconquisteremo questo tuo regno e la felicit che avevamo creduto
perduta da tempo.
*disse, alternando un bacio ad ogni frase*
Non rispose. Non a parole. Strinse la vita di lei tra le mani e si lasci ghermire. Scivol
dentro di lei, senza sforzo, senza tensione. Se la carne era purificata da nuovo flusso
lustrale, dal nettare caldo e puro che stillava da lei lanima, in lei, si annientava, si
scioglieva completamente, per fondersi in una sola entit spirituale con la sua.
Lentamente si mosse, fluida e libera, la nuova essenza nata dalla loro unione. Nuovo
spirito e nuova carne, nuovo culmine della creazione: sfida agli dei antichi e crudeli
che credevano di governare lui, ed al dio invidioso che un tempo aveva comandato
alla sua donna come un padre avaro.
Nuova melodia nei loro gemiti, ritmo inaudito nei loro respiri. Nulla di simile era
esistito al mondo prima di allora, e la terra non aveva mai conosciuto un profumo
simile a quello dei loro corpi uniti, e la gelida luna non aveva mai contemplato una
danza uguale a quella delle loro membra intrecciate.
Non doveva separarsi quella carne. Non doveva finire quellamplesso. Se si fossero
divisi tutto sarebbe ricominciato da capo. Lui la sua maschera, lei la propria. Una lotta
infinita, quotidiana, condotta a colpi dinganni.
Riconquistare quel regno Ma il suo regno era l dentro. In quellabbraccio. Non cera
nulla, altrove, fuori da quellestasi, che quasi era poco chiamare amore.
Amore
Singhiozz, mentre anche la sua carne si scioglieva in lei, in un nuovo distillato, vinta
dalla potenza di quel mistico crogiolo.
*Le sue mani sulla pelle, il suo respiro addosso.. le loro anime fuse in una sola.
Desider che il tempo si fermasse, che i loro corpi e le loro anime rimanessero unite.
Lintensit di quella loro unione, spirituale e carnale, la condusse in uno stato destati,
che non volle abbandonare.
Sent pronunciare la parola amore da Veles e subito lo strinse pi forte a s,
sentendolo singhiozzare sommessamente.*
Tu lo sei per me. Sei amore.. E se tu lo desideri, ti rimarr accanto fino alla fine dei
tempi. Perch non desidero altro dalla vita, sei il mio tutto.
*baci le sue labbra, con delicatezza, e con tutto lamore che poteva provare nei suoi
confronti.*
Ma se non vuoi, baster una sola parola.. ed io sparir dalla tua vita. Per sempre.
Come puoi pensarlo, come puoi dirmi questo
La strinse a s con tutta la propria forza, come se quella donna unica al mondo avesse
potuto sfuggirgli in quell'attimo.
Tu vuoi aiutarmi, ma sar un lungo cammino... e io non so cosa sar necessario fare.
Gi per domani dovremo inventarci qualcosa, se vorremo stare insieme, e il giorno
dopo ancora. Cosa farai? Acquisterai una casa in questa cittadina in capo al mondo? E
tra poche settimane poi inizier la notte polare. Creature innominabili usciranno dalle

tane.
Guard la parete di fondo, la porta serrata. Ribolliva ancora delle parole dei dormienti,
l'aria.
E poi quando i miei fratelli si sveglieranno pretenderanno vendetta.
Accarezz i suoi capelli rossi, ne aspir il profumo, di nuovo.
Dovremo essere coraggiosi, amore mio, e astuti
*Notte polare, creature innominabili.. non le importava. E acquistare una casa a
Murmansk non sarebbe stata una grande spesa, aveva messo da parte abbastanza
oltre al patrimonio di famiglia per poter campare di rendita per secoli. *
Non volevo ferirti.. davvero. Ti prego, scusami.
*prese le sue mani e le strinse*
Acquister una casa qui, se vorrai potrai stare da me. Potremmo uscire tutte le sere, e
andare nei boschi senza destare sospetti. Ci proteggerebbe anche dalle creature di cui
parli.. e poi ci saresti tu a proteggermi, mio amore. Ti piacerebbe lidea?
*sorrise, era entusiasta al sol pensiero di poter vivere la quotidianit insieme a lui, e
potersi spogliare delle loro maschere una volta a casa. Passare intere nottate luna
accanto allaltro nelle notti gelide, riconquistare il regno di Veles e la libert che aveva
perso. Lunica cosa che la turbava in quel momento era la vendetta dei suoi
fratelli.*
Che tipo di vendetta? Non chiederanno un tributo umano, per caso?
Vorranno me?
Non cercheranno te. Mai. Sei una sorella per loro. Fino a che mi resterai accanto non
ti faranno nulla. Se qualcuno di loro ti toccasse ben sa come verrebbe punito.
La roccia vibr, fu percorsa come da un'incrinatura che si chiuse subito, con un lampo
azzurro.
Il tributo di sangue verr richiesto ad altri.
I suoi occhi brillarono di luce innaturale. Vedeva oltre la parete. Decine, centinaia di
corpi immobili. coperti dalla polvere dei secoli, dal muschio, dalle radici, ma vivi.
Tutto ci che vuoi, vita mia. Dimmi soltanto a chi posso rivolgermi per comprare una
casa qui. Al resto, penser io, so bene come ottenere ci che voglio.. e in breve tempo.
Preferisco relazionarmi agli umani come me, sui vampiri non ho poteri, purtroppo.
*Sapere che i fratelli non lavrebbero mai toccata la rassicur.. soprattutto sapere che
lui lavrebbe protetta, a tutti i costi. Ma cosera stato quel lampo e quella strana luce
nei suoi occhi?*

Se i tuoi fratelli chiederanno sangue.. posso avere le loro anime?


*disse, accarezzandogli dolcemente il viso, per poi passare una mano tra i suoi capelli*
Spero non mi guarderai mai con quella luce strana negli occhi.. a proposito, cosera
quel lampo?
Le poggi una mano sulle labbra. Un gesto delicato ma deciso.
Non dire cos... - il terreno fu percorso come da una scossa - loro non ti toccheranno,
tu non toccherai loro
Anime. Avrebbe dovuto mostrarle il flusso dei Nav'i, degli spettri inquieti, sopra il
Labirinto sulla scogliera. Il vortice che lui stesso controllava.
Il lampo di prima era un avviso. Un ordine. In tua difesa. Non minacciarli a tua
volta
Appoggi le labbra al suo orecchio, per un nuovo sussurro.
Le anime delle genti antiche appartengono alla Madre Terra. Nessuno pu
conquistarle, ma se tu vuoi ti aiuter a far prigioniere quelle di coloro che si
ribelleranno a me. e alle mie strategie
*Baci la mano di Veles.*
Mai potrei minacciarli.. e perch dovrei? Sono o non sono tuoi fratelli.. e poi, non sono
appena entrata a far parte della tua grande famiglia?
*Quel sussurro nellorecchio le provoc un brivido. Per quanto provasse a resistere,
lattrazione nei suoi confronti era troppa, e non riusc a non baciarlo. Poi disse*
Le anime dei peccatori sono la mia specialit.. se ti serve sapere cosa macchia la loro
anima, basta chiedere. Gli umani si fanno corrompere con poco, e per aver salva
lanima, farebbero qualsiasi cosa.
Le anime di Madre Terra le lascio a lei. Se qualcuno, poi, si ribellasse a te.. portalo a
casa, sapr cosa farne.
Spero non ti impressioner il mio rito, quando lo vedrai e se vorrai assistere, e non
dovrai preoccuparti per me : star male per qualche minuto, ma poi passer.
Era pi cupa la voce che risuonava nella caverna, facendo vibrare le pareti, tremare le
stalattiti. Cos bassa da non essere udibile per l'orecchio umano.
I peggiori peccatori sono gli assassini che pensano di agire in difesa del Bene e della
Luce. Sono spietati, disumani, irredimibili. Se avr a che fare con qualcuno di loro te li
porter.
Le accarezz le guance. Cerc di ritrovare la tenerezza di prima, ma la sua pelle
bruciava, la mente era popolata dalle pi tetre visioni.
Se sarai debole, dopo, io ti curer, ti dar conforto. E non aver paura, non sono un

tipo impressionabile.
Si sdrai a terra, le fece cenno di coricarsi sopra di lui.
Stringimi forte. Voglio addormentarmi abbracciato a te. Sognare con te, ancora...
I traditori li considero al pari degli assassini.. sono quelli che lascio morire senza
redenzione.
*Mise le mani sulle sue.. era caldo e lo sguardo sembrava incupito.*
Non preoccuparti per me.. sono abituata a star male dopo un rito. Non sar un bello
spettacolo, per te, vedere come assorbo i peccati delle persone e potresti cercare di
fermarmi.. ed proprio quello che non dovrai fare.
*Si stese su di lui, abbracciandolo e respirando il suo profumo. Baci il suo petto e lo
strinse ancora pi forte.*
Ma basta parlare di queste cose.. portami nel mondo dei sogni, torniamo nelle vecchie
foreste ormai scomparse, portami attraverso il sogno nella mia terra. Te la
mostrer, se vorrai.
*sussurr, lasciandosi cullare dal ritmo del suo respiro*
Lasci che si addormentasse, la confort con teneri baci sulla testa, sulla fronte, e con
due baci le sigill gli occhi. Non smise di baciarla fino a quando il suo respiro non si
fece leggero e regolare.
Rimase a contemplarla, il suo viso delicato, immerso nella luce lunare, sembrava
quello di una bambina.
Piccola mia.
Prov anche lui a chiudere gli occhi, e lacrime calde scesero spontaneamente lungo le
sue guance. Aveva sperato. Sperato che tutto ricominciasse davvero. Che lui potesse
rinascere puro, libero, dall'unione con lei. Ma l'ombra l'aveva preso di nuovo. E aveva
ghermito anche la sua amante, insieme a lui. Era maledetto... maledetto...
Strinse i pugni, digrign denti. Poi la strinse, si fece forte del suo profumo, del suo
calore. Pens al sogno che poteva riservarle, al sogno ispirato da lei. Vide le foreste
maestose di Erdly, che ammantavano montagne solenni ed impervie. Sent la voce
delle acque ciarliere dei ruscelli, lo sciabordio delle onde dei laghi alpestri. Vide fiori
ignoti, diede loro un nome e segu il volo delle farfalle e delle api. Scorse il volto delle
ninfe boschive tra i rami e si addorment perdendosi nel loro sguardo arcano, verde
come foglia.

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