Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
corno,s che re Carlo a nostro aiuto scendae a danno degli Ibri. I nostri
Franchiqui caleranno a piede e noi, feritio morti, in sui somier potran
carcareo sepellir con lor suffragi e piantinelle pie chiostre de cenob, asilo
sicuro a nostre misere reliquieche non sian pasto di bramose lupe,di
cinghiali e di cani. gran sapienza conte Orlando esclam, nei vostri
dtti. AOI.
Fa a la sua bocca lolifante Orlando e s lo suona con enfiata labbiache l
dai poggi la possente Eco oltre quindici leghe gli risponde.
Bene il Re Carlo lode e ben con lui lodono i Franchi suoi. L gi si
pugna. grida il Signor; ma Ganellone: Sire! saltri il dicesse, lo terrei
mendace.AOI.
135
Un prode ti impugn qual mai non ebbe meglior la
136
al mio gran Rege e Sassonia gli diedi Galles e Scozia e
lo special dominiode lInghilterra. Molte terre e vastenoi
conquistammo insieme a Carlomagno da la fiorita
barba. Ora ho gran pena
per questa spada e gran dolor mangoscia. Mille volte
morir, pria che vederlain mano dei nimici. Iddio
glorioso,salva dal disonor la Franca terra!
E picchia Orlando su una pietra grigia: quanta ne
scheggi non vi so ben dire. Stride la lama, forte
rimbalzando, senza rompersi. Allora Orlando vede che
infrangibile ell e s la piange
con dolcissime voci: Ahi, Durendal! come sei,
sacrosanta, e quantene lelsa hai venerabili relique.San
Pietro un dente e sangue san Basilio, capelli il signor
mio santo Dionisio
e di sua veste ci ha santa Maria. Impugnar non ti pu
pugno pagano,
137
poi che sei fatta per cristiane mani,n posseder ti
debbe uomo codardo. Con te di tante terre il gran
dominio accrebbi a Carlo da la bianca barba onde ei
divenne assai ricco e possente.
Ma Orlando saccorge esser vicinaa rapirlo la morte.
Entro al suo cuore scendere dal cervel fredda la sente.
Corre a piedi di un pino, e su la verdeerba giace a
bocconi, incontro il petto serrando lOlifante e la sua
spada.Verso i morti Pagan volge la testa,per chei vuol
che Carlo e la sua gente dican, quando il vedranno: Il
nobil conte mor vincendo! E intanto perdonanza chiede
de le sue colpe, a quando a quando, ed alza il guanto a
Dio pe suoi peccati. AOI.
Giunto a lo stremo de la vita omai sente desser
Orlando. In su la vetta
138
giace dun poggio con la testa voltaverso la Spagna. Si
percuote il pettoe cos prega: Iddio misericorde,lava
lanima mia de le peccata,onde macchiata fu dal d
chio nacquia questo ultimo istante! E s dicendo,a Dio
protende il guanto. In quella, un volo dangeli sopra lui
dal ciel discende.
AOI.
Presso il tronco dun pino Orlando giace volgendo verso
Spagna il viso. In folla lo assalgono i ricordi de le dolci
cose lontane, e ripensa le imprese guerresche cui
sorrise la vittoria,
la sua dolce natal terra di Francia,le glorie della stirpe e
il prediletto Signor, che lo nutri s dolcemente;n pu