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NON SEMPRE LO “SCOUT”

PUÒ FARE… L’ESPLORATORE!


di Stefano Beretta*

I programmi informatici, che consentono il monitorag- gamenti). La Suprema Corte ha confermato le decisio-
gio della posta elettronica e degli accessi internet, ri- ni di merito ribadendo che le “esplorazioni” del “Super
entrano nella sfera di applicazione dell’art. 4 comma Scout” ricadono nella sfera di applicazione dell’art. 4
secondo, Statuto dei lavoratori (Cassaz. 23 febbraio S.d.L. che prevede - come noto – che l’installazione
2010, n. 4375). degli strumenti che consentono il controllo a distanza

I
dell’attività lavorativa avvenga previo accordo sindaca-
l principio è stabilito dalla Suprema Corte in una le o autorizzazione dell’Ispettorato del lavoro. Su que-
sentenza che annulla un licenziamento, intimato sto argomento è intervenuto, proprio nei giorni scorsi,
dopo che l’azienda, avvalendosi di un sistema di anche il Garante per la Protezione dei dati personali
controllo tramite programma informatico, simpa- (provvedimento 8 aprile 2010, pubblicato sulla Gazzet-
ticamente denominato “Super Scout”, aveva rilevato ta Ufficiale n. 99/2010) che ha ribadito che ricadono
un eccesso negli accessi a internet di una dipendente. sotto il regime dell’art. 4 le apparecchiature che con-
Già i Giudici milanesi , chiamati a decidere il caso nel sentono di verificare l’osservanza dei doveri di diligen-
merito, avevano ritenuto illegittimo tale licenziamento, za e di correttezza nell’esecuzione della prestazione
avendo accertato che l’apparecchiatura consentiva di lavorativa.
controllare a distanza ed in via continuativa la presta- La dignità del dipendente merita sicuramente tutela, ma
zione dell’attività lavorativa sotto il profilo della diligen- ciò non deve diventare né una scusa, né una copertura
za e della correttezza (inoltre, i Giudici avevano rilevato
che la contestazione non era specifica, non essendo
per i dipendenti “internauti”. •
stati indicati né l’orario, né la durata dei singoli colle- * Partner, Trifirò &Partners-Avvocati

La Cassazione ribadisce la liceità dei c.d.


“controlli difensivi” – Cassazione Penale – Sezione V – 1 giuno 2010, n. 20722
di Carlo Fossati*

C
on la sentenza in commento, i Giudici della V L’importante sentenza in commento segna un ulteriore
Sezione Penale della Corte di Cassazione han- passo in avanti a favore di quell’orientamento dottrina-
no affermato la legittimità e la conseguente uti- le e giurisprudenziale che ritiene inapplicabile ai c.d.
lizzabilità nell’ambito del processo penale dei filmati “controlli difensivi” la disciplina limitativa dettata in ma-
realizzati dal datore di lavoro con una videocamera teria di controlli a distanza dei lavoratori. Come corret-
nascosta in azienda – in assenza di preventivo accor- tamente sottolineato in più occasioni dai giudici di legit-
do sindacale e/o di autorizzazione dell’Ispettorato del timità, le finalità sottese alle due forme di sorveglianza
Lavoro ai sensi dell’art. 4 S.L. - e collocata in modo da divergono in radice e, pertanto, non possono trovare
consentire di riprendere un dipendente sospettato di una comune disciplina. Se, infatti, il potere datoriale
porre in essere, durante lo svolgimento della sua atti- di vigilanza e controllo sull’esatto adempimento della
vità lavorativa, comportamenti illeciti penalmente rile- prestazione lavorativa può trovare un suo legittimo li-
vanti in danno della stessa azienda. La Suprema Corte mite nell’esigenza di tutela della dignità e riservatezza
ha, infatti, escluso che tali controlli rientrino nell’ambito dei lavoratori, al contrario, le tutele statutarie non pos-
di applicazione degli articoli 4 e 38 dello Statuto dei sono in alcun modo comprimere il diritto costituzional-
lavoratori, disposizioni queste che “tutelano la riserva- mente garantito del datore di lavoro di adoperarsi per
tezza del lavoratore nello svolgimento della sua attività tutelare il patrimonio aziendale contro i rischi connessi
(…), ma non implicano il divieto dei c.d. controlli difen- all’attuazione, da parte di terzi – dipendenti inclusi - di
sivi del patrimonio aziendale da azioni delittuose da comportamenti illeciti idonei a danneggiarlo.
chiunque provenienti. Pertanto, in tal caso non si rav- Va, infine, ribadito come la decisione in commento si
visa inutilizzabilità ai sensi dell’art. 191 c.p.p. di prove riferisca all’ambito limitato della utilizzabilità in sede
di reato acquisite mediante riprese filmate, ancorchè penale delle prove acquisite attraverso l’attuazione
sia perciò imputato un lavoratore subordinato”. dei c.d. “controlli difensivi”; tuttavia, essendo il presup-
Con una pronuncia pienamente condivisa da parte di posto per l’affermata utilizzabilità la liceità dei suddetti
chi scrive, la Corte di Cassazione riconosce, quindi, controlli, con specifico riguardo alla loro compatibilità
all’imprenditore il diritto di tutelare il patrimonio azien- con la disciplina dello Statuto dei Lavoratori, si ritie-
dale, confermando l’esistenza della ben nota catego- ne che il precedente non possa che dispiegare la sua
ria dei c.d. “controlli difensivi” e delimitando l’ambito di efficacia anche al di là dei ristretti limiti del processo
operatività delle tutele sancite dallo Statuto dei lavo-
ratori al legittimo svolgimento dell’attività lavorativa da
penale. •
parte del dipendente. *Partner, Studio Legale Ichino Brugnatelli e Associati

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