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"L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la
fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta
che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua
volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un
ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la
tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti,
sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti,
chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano
pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se
avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro
del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che
non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo.
E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente
opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono
partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”. Antonio Gramsci, 11 febbraio 1 91 7
La Velorution Universelle di Parigi. (tradotto dal sito velorutionuniverselle.org)
In Francia le prime “manifestazioni in bici” furono organizzate dagli Amis de la Terre (fonte www.amisdelaterre.org). Erano gli inizi
degli anni ‘70. Nel film l’AN 01 de Gébé e Doillon realizzato nel 1 972, si possono vedere migliaia di ciclisti presenti a queste
manifestazioni lanciare slogan come “Di macchine ne abbiamo piene le tasche. Puzzano, inquinano e ci rendono nervosi!” o “ si
alle bici, no alle auto!”. La prima crisi petrolifera mostrava la fine dei suoi barili.
Oggi masse critiche si svolgono in tutte le più grandi città di Francia, mensilmente. Possiamo chiamarle “vélorutions” “feste di
strada” “Masse critiche”. Poco importa. Qualunque sia il nome che viene dato a questi raduni, il loro scopo è sempre stato lo
stesso e non varia, se non di poco, a seconda dei gruppi di persone o collettivi che le portano avanti: passare un momento
conviviale sulla cultura della bici;diventare il traffico (e non impedirgli di essere fluido come a volte si sente dire) ; dimostrare che
la bici è uno strumento ideale per intrecciare legami sociali, al contrario delle macchine; permettere ai ciclisti principianti di fare
una prima esperienza gradevole e in sicurezza della bicicletta in città; mostrare responsabilità verso gli esseri viventi e le cose
che ci circondano; contestare un approccio unidirezionale delle politiche pubbliche in favore del motore e della sua dipendenza
energetica.
La lista potrebbe sicuramente essere completata, questa non costituisce altro che una bozza dei sentimenti e delle sensazioni
che si provano nel cuore all’interno di un tale movimento.
Malgrado qualche sforzo fatto dalle municipalità per realizzare strutture ciclabili, malgrado qualche legge o decreto emesso dai
nostri governi, malgrado le numerose campagne di sensibilizzazione (di qualità variabile) sulla bicicletta, una cosa rimane
sempre uguale: il ciclista è la cenerentola delle nostre città, viene quotidianamente preso in giro dai suoi concittadini
automobilisti. La bici è sempre considerata come uno svago o una disciplina sportiva; poche sono le persone che la considerano
come un vero mezzo di trasporto; molto rare sono le aziende che propongono degli incentivi ai loro dipendenti per l’utilizzo della
bicicletta; e i nostri governanti non hanno elaborato nessuna misura fiscale in favore della bicicletta.
Certamente, questi punti non sono condivisi dall’insieme della comunità dei ciclisti, né da tutti i partecipanti alle manifestazioni in
bici: tutto dipende dagli individui che costituiscono la massa.
Voi ne farete forse… una festa! Una passeggiata! Una manifestazione! Un gioco! Un’iniziazione! Una denuncia! Un festival! Una
liturgia!
Buona massa critica a tutti e a tutte !
"Il ciclista è un filosofo opportunista che non è risucito a far ripartire la propria auto"
26.06.1 0: Grazielliadi 201 0 - UN RADUNO, UNA COMPETIZIONE, UNA CELEBRAZIONE, la seconda, tragica edizione!!! ore
1 4, festa del Parco di Loreto, Bergamo. http://grazielliadi201 0.blogspot.com/
27.06.1 0: Giardinieri Sovversivi Romani in "MAMMA ROMA", una Critical Garden Garbata alle 1 9 presso le aiuole tra via Pullino
e via Munari a Garbatella
Di traffico si muore | Coordinamento spontaneo di ciclisti urbani e utenti leggeri della strada, di più su www.ditrafficosimuore.org
Ciclofficina Ciclosoccorso
Via Caboto, 1 5 001 54 Roma (RM) tel: 3293789655
web: http://www.uanauick.it/ciclogaz/ciclogaz.html
email: ciclogaz@ciclofficina.it
orari - Aperta tutti i giorni, dalla mattina alla sera (domenica è il giorno dell'incertezza, ci si prova...)
Ciclofficina Colleferro
Largo Magellano (salita del colle S. Antonino) Colleferro (RM)
web: http://www.ciclocolle.altervista.org/
email: emanuele_serafini@yahoo.it o fatgrav@katamail.com
orari - ogni lunedì dalle 20,30
Ciclofficina ex-Lavanderia
Piazza Santa Maria della Pietà - padiglione 31 001 35 Roma (RM)
web: http://www.exlavanderia.it/ciclofficina/home.htm
email: ciclofficina@exlavanderia.it
orario Sab e Dom 1 5:00-1 8.30 - Gio alle 20:30 laboratorio di saldobrasatura
Ciclofficina La Gabbia
Largo Ferruccio Mengaroni, 11 001 33 Roma (RM)
http://www.m8.roma.it/blog/lagabbia/
email: lagabbia@m8.roma.it
orari: tutti i Lunedì e i Mercoledì dalle 1 7:30 in poi.
Ciclofficina La Strada
Via F. Passino 24, 001 54 Roma (RM). presoo il Centro Sociale Occupato Autogestito "La Strada" tel 0651 436006
web: http://www.csoalastrada.org
email: http://www.csoalastrada.org/index.php?option=com_contact&task=view&contact_id=1 &Itemid=3
orari - martedi e giovedi dalle h 1 2 alle 1 9
"SEGUI LA TESTA!" - Nella massa ognuno segue la persona che ha davanti. evitare cambi di rotta se la testa e'
gia' andata avanti. il gruppo si spezzerebbe, si creerebbero buchi e ci si troverebbe coi piedi a terra, con gente che
grida FERMI FERMI, INDIETRO INDIETRO, tutte cose che perturbano il sereno fluire delle relazioni e dei pensieri.
"GUIDA TU!" - Chi ha proposte da fare sulla direzione da prendere deve portarsi in testa alla massa e mettersi in
relazione con quelli che ha intorno per tirarli in mezzo nel suo piano. Ogni massa e' un esperimento avanzato di
democrazia diretta.
"DA CHE PARTE?" - La massa e' bella quando e' varia. servono idee, soprattutto in fatto di strade e mete. Meglio
privilegiare luoghi inesplorati, tunnel, cavalcavia, traiettorie curvileee, sottopassi. Se si gironzola sempre negli stessi
luoghi, massa dopo massa, la cosa dopo un po' diventa noiosa quindi controrivoluzionaria.
"CHIUDERE IL BUCO!" - La bici e' un mezzo agile. il gioco della lumaca (ossia il volontario rallentamento
esasperante del traffico) e' noioso e non rende onore alla leggiadra agilita' della nostra macchina a pedali. Senza
troppa fretta, ma e' meglio pedalare, pedalare, fluire, fluire.
"LASCIA PERDERE!" - Meglio evitare scontri verbali e fisici con gli autoinscatolati. gli scontri verbali spesso
portano la massa a fermarsi, a mettere i piedi a terra, ad annoiarsi. gli scontri fisici invece fanno male e basta.
"E' ROSSO!" - Fermarsi al rosso puo' servire a ricompattare il gruppo. Questo per quanto riguarda la testa. il resto
della massa viene di seguito senza mai fermarsi.
"HO BUCATO!" - Se la sfiga si accanisce sulla tua bici e' inutile rovinare la festa a tutti. in caso di forature o altro e'
meglio NON pretendere che il gruppo vi aspetti.
"TAPPO!" - Ai grossi incroci e' bene che chi ne ha voglia si metta a fare da tappo verso le vie di ingresso, in modo
da frenare gli autosauri piu' impazienti.
"ANDIAMO!" - Fluire, fluire, fluire. Le indecisioni sono noiose quindi controrivoluzionarie. Se non si sa dove andare
affidarsi al caso piuttosto che fermarsi.
"FAI PASSARE!" - Le macchine che si infiltrano dalle traverse e si trovano incastrate nella massa danno fastidio e
rovinano l'atmosfera. Meglio lasciarle passare. I motorini sono fastidiosi, ronzano e sputacchiano fumo. Meglio
liberarsene.
"LA TUA BANDIERA CE L'HAI SOTTO IL CULO" - La massa critica non e' una manifestazione, bensi' una
coincidenza organizzata. Si fa una cosa normale come andare a prendere una birra la sera e lo si fa in gruppo. Chi
proprio volesse portare bandiere cerchi di evitare la prevedibilita' (che e' noiosa quindi controrivoluzionaria).
"FAI QUELLO CHE VUOI" - La massa non ha nessuna regola fissa, quindi quelli qui elencati sono solo
suggerimenti... BUON DIVERTIMENTO!