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Il velo delle tasse e il tab dello sviluppo

di Alberto Bazzucchi, ricercatore.


7 June 2010

Nella mitologia ind il velo di Maya separa gli esseri individuali dalla conoscenza della realt e li
tiene relegati nel samsara, il continuo ciclo delle morti e delle rinascite. Il rischio delle popolazioni
terremotate del 2009 sta esattamente in ci: nel considerare la restituzione delle tasse come un velo
inespugnabile, gravoso, soffocante. Una visione opprimente che inevitabilmente distoglie da
unaltra fondamentale domanda: come riprendere e su quali basi un qualche sentiero di crescita e
con quali risorse? Fare come Umbria e Marche si dice. E se invece no? Se provassimo a
rovesciare questo paradigma con uno scatto culturale, prima ancora che economico, una battuta in
controtempo verso la dottrina del dilazionamento e del paternalismo istituzionale. Non sarebbe un
cortocircuito benefico fuori dalle retoriche della rinascita, dei palliativi, degli infingimenti di ogni
governo centrale o locale?
Se nulla cambia nel frattempo, lart. 39 del Decreto legge 31 maggio 2010 n. 78 ci comunica chiaro
chiaro che dal prossimo luglio riprendono tutti gli adempimenti fiscali e contributivi dei residenti
del cratere secondo le modalit previste, eccezion fatta per i redditi dimpresa e da lavoro autonomo
con un volume daffari inferiore a 200 mila euro (cio una buona parte). Una gran mazzata. Allo
stato delle cose, inaccettabile. Ma il trattamento concepito per Umbria, Marche e Molise , esso
stesso, accettabile? Un dilazionamento di anni per il ristoro del debito con sensibile sconto,
lestensione dufficio degli incentivi, nel caso del Molise, da pochi comuni fino a ricomprendere
come per incanto lintera regione.
E s, un bel modello il Molise. Diamo unocchiata al dossier dellassociazione Primonumero di
Termoli dal titolo Il terremoto cinque anni dopo che in varie puntate ci racconta lo squallore, in

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salsa molisana, dello sperimentato mnage dei fondi pubblici nel nostro paese. LOrdinanza del
Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3268 del 12 marzo 2003, molto ispirata dal Commissario
straordinario per lemergenza sisma e alluvione, conteneva un articoletto, il 15, in cui si diceva che
la Regione avrebbe predisposto un programma pluriennale di interventi diretti a favorire la ripresa
produttiva nel territorio della regione Molise .. Con un tratto di penna un piccolo cratere di
appena 14 comuni, unarea che lannuale rapporto della Banca dItalia locale descriveva come
prevalentemente collinare, caratterizzata da uneconomia a forte connotazione rurale, scarsamente
industrializzata, con centri abitati a bassa densit di popolazione (1), assumeva, dopo un primo
allargamento a tutti gli 84 comuni della provincia di Campobasso mediante un altro decreto del
2003, le dimensioni dellintera regione Molise.
Un modello di successo, in ogni caso, visto che il 2 giugno scorso Angelo Caruso, vicesindaco di
Castel di Sangro, con lassenso di tutti gli altri centri abruzzesi confinanti con il Molise, ha
incontrato alcuni rappresentanti della provincia di Isernia col progetto di integrare 13 comuni
dellAlto Sangro nel territorio del Molise in forza delle loro affinit culturali, sociali ed
economiche. Una secessione veramente sui generis. Ma che c da emulare in tutto ci? Non
proprio luso populistico, dissennato e irresponsabile, del denaro pubblico che sta alla base
dellattuale dissesto finanziario di questo paese? E di conseguenza della necessit, tutta e solo
nostra, di dover oggi strappare con le unghie un euro alla volta per la ricostruzione in uno stillicidio
estenuante, questo s iniquo e insopportabile?
evidente che cos come stato formulato lart. 39 della manovra di bilancio si tradurrebbe in un
inutile accanimento. Una proposta alternativa potrebbe vedere una proroga della sospensione, per
tutti i soggetti, fino alla fine del 2010 e poi uno svolgimento tipo il seguente: 1) il debito pregresso,
annualit 2009 e 2010, viene restituito a partire da gennaio 2011 in 120 rate, cio in dieci anni; 2) i
versamenti correnti da gennaio 2011 avvengono al 50% del dovuto per tre anni, nel quarto e quinto
anno al 70%, dal sesto anno in poi avvengono normalmente. Una sorta di phasing out dinamico, che
consentirebbe di onorare il debito ma anche dare respiro alle proprie tasche e alleconomia locale.
Una soluzione di mercato, non assistenzialista. Sopportabile, sia per il lavoratore dipendente che per
quello autonomo. Un esempio: un lavoratore dipendente con un reddito netto mensile medio di
mille e 300 euro paga ogni anno circa 6 mila euro di tasse, quasi 500 euro al mese. Il suo debito
2009-2010, ammontante dunque a circa 12 mila euro, dovrebbe essere restituito in 120 (magari pi)
rate di 100 euro ciascuna. Inoltre, il debito corrente sarebbe pagato al 50%, dunque circa 250 euro
mensili. Sommando i due importi avremmo un totale di quasi 350 euro al mese per almeno tre anni
(il 30% in meno del regime ordinario).
Ci sarebbero da aggiungere due notazioni nientaffatto secondarie. La prima riguarda il fatto che lo
Stato rinuncerebbe in questo modo ad una frazione davvero modesta dei 197 milioni di euro di
minore entrata previsti per il 2010 e dei 154 per il 2011 dovuti alla dilazione e rateizzazione dei
pagamenti per le popolazioni terremotate dellAbruzzo (2). La seconda che questo regime avrebbe
anche leffetto indiretto di contenere levasione fiscale e di favorire unemersione parziale del
sommerso (se fosse accompagnato anche da misure di incentivazione per il risparmio energetico, di
compatibilit ambientale e cos via). Sotto il profilo della diligenza fiscale andrebbe aggiunto che
gli aquilani, intesi come provincia, hanno storicamente dimostrato una condotta integerrima
relativamente a tutti gli altri italiani. Uno studio del 2006 dellAgenzia delle Entrate (3) colloca
infatti lAquila al primo posto tra le province italiane nella graduatoria per entit (crescente)
dellevasione Irap, con appena 226 milioni di euro (Teramo e Pescara oltre 1 miliardo, Chieti 1
miliardo e 400 milioni di euro) e al terzo per lintensit del fenomeno evasivo (4) (appena il 6%,
mentre Chieti, Teramo e Pescara si collocano tra il 40% ed il 50%). Insomma, almeno uno
sconticino per buona condotta potremmo meritarlo, o no?
Tutto questo discorso sulle tasse porta diritto alla Zona Franca e simili che corrono sugli stessi
binari. Il Decreto sulla manovra finanziaria contiene due norme che usano la leva fiscale per attirare

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le imprese a investire nel Mezzogiorno e, quelle estere, in tutta Italia. La prima norma introduce la
possibilit, per alcune regioni del Sud compreso lAbruzzo, di modificare le aliquote Irap fino ad
azzerarle e di disporre esenzioni, detrazioni e deduzioni nei riguardi delle nuove iniziative
produttive. Una fiscalit di vantaggio simile al regime previsto dalla Zona Franca Urbana.
Sembrerebbe bene. Tuttavia, difficile immaginare che una regione come lAbruzzo, al pari di altre
del Mezzogiorno con un prorompente disavanzo sanitario, abbia oggi risorse per attivare una
concorrenza fiscale nei confronti delle altre aree con lo scopo di attirare nuove iniziative.
Guardiamoci negli occhi: anche assumendo che la concorrenza fiscale sia di stimolo alla crescita
produttiva tutto da dimostrare se, data la situazione di arretratezza, carenza di infrastrutture,
degrado e caos istituzionale, sia sufficiente abolire lIrap o altre imposte per compensare i maggiori
costi che un investitore deve sostenere per avviare unattivit. Il rischio quello di avere una
fiscalit di vantaggio, come lha chiamata il Governo, fine a s stessa ma non una fiscalit di
sviluppo come invece dice la delega sul federalismo.
Eccoci dunque al nodo delle risorse. La Japan Tabacco International, una fondazione nata nel 2001
per sostenere le popolazioni colpite da catastrofi naturali, nel novembre 2009 ha offerto una
donazione di 1 milione di euro al Formez per una serie di attivit di supporto agli enti locali e in
particolare al Comune dellAquila: si chiama progetto GEA. Alcune azioni consistono in corsi di
formazione per tecnici sulla progettazione anti sismica e nellassistenza alla popolazione aquilana in
ordine a tutta una serie di fabbisogni. Poi vi sono azioni di supporto al Suap e a favore della
business continuity con il corredo di programmi informatici per la georeferenziazione. In aggiunta a
ci, lart. 6 dellOrdinanza 3870 del 21 aprile 2010 ha autorizzato il commissario delegato per la
ricostruzione a stipulare apposita convenzione con Formez nel limite di euro 600 mila per la
prosecuzione di queste sue attivit. Recentemente il Formez ha aggiornato il suo crono programma
di cose realizzate e da fare, e sicuramente c del buono in quello che ha fatto, ma 1 milione e 600
mila euro sono tanti. Qualche perplessit pur lecita in merito alla proporzione tra cose realizzate,
quelle da fare e costo relativo. Due esempi: se noto che sul GIS si stanno esercitando una
molteplicit di soggetti, perch non coordinarsi? Coinvolgendo, a fronte di quella cifra,
professionalit locali e soprattutto giovani? In ultimo, ma solo una curiosit, davvero il Suap
dellAquila ad essere stato supportato o quello di qualche altro comune? Perch, come in molti
hanno notato, il Suap dellAquila assomiglia pi alle malebolge che a unarea strategica per il futuro
della citt. E lanalisi sui settori connotati da possibilit di sviluppo? E lindividuazione dei
settori innovativi su cui investire? E gli altri pezzi del lungo elenco che doviziosamente i
funzionari del Formez ci novellano, li possiamo vedere? Hanno qualcosa a che vedere con elaborati
di Confindustria, Camera di commercio, associazioni categoriali e sindacali, che pur si sono
espresse sul rilancio della citt? Sono state definiti di concerto col Comune? Cos si corre il rischio
di dissipare risorse (scarse) senza alcuna conoscenza della loro efficacia ed efficienza.
Il velo delle tasse impedisce di distinguere i fattori distorsivi che tormentano il faticoso tentativo di
restituirci una normalit. Sottrae anche energie alla giusta battaglia per la certezza delle risorse. Ma,
soprattutto, ci allontana da una discussione sana e non fideistica sui reali fattori di crescita della
citt e del suo territorio.
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(1) Banca dItalia, Note sullandamento delleconomia del Molise 2002, Campobasso 2003.

(2) Servizio studi del Servizio bilancio dello Stato, Nota informativa 2010-2012, Doc. XXVII, n. 19, febbraio 2010.

(3) S. Pisani e C. Polito, Analisi dellevasione fondata su dati Irap. Anni 1998-2002, Agenzia delle Entrate,
Documenti di lavoro dellufficio studi, 2006.

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(4) Lintensit dellevasione fiscale si ottiene rapportando lammontare di base imponibile sottratta allo Stato
alla base dichiarata.

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