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LA TERMOTECNICA
Cogenerazione
di M. Gambini, M. Vellini
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LARTICOLO SPONSORIZZATO DA mcTER COGENERAZIONE - LEVENTO DI RIFERIMENTO DEL SETTORE ORGANIZZATO DA EIOM
dove:
-- HCHP la quantit di calore utile prodotto mediante cogenerazione,
calcolata decurtando dalla produzione totale di calore utile le
quantit di calore prodotte per via non cogenerativa (caldaie di
integrazione, flussi di vapore che non partecipano alla produzione
di energia meccanica/elettrica ecc.);
-- C il rapporto energia/calore.
LAllegato III alla Direttiva definisce poi la CAR come:
-- la produzione combinata di energia elettrica e calore che fornisce un
risparmio di energia primaria, pari almeno al 10%, rispetto ai valori
di riferimento per la produzione separata di elettricit e di calore;
-- la produzione combinata di energia elettrica e calore mediante
unit di piccola cogenerazione e di micro-cogenerazione (cio di
potenza rispettivamente inferiore a 1 MW e inferiore a 50 kW) che
forniscono un risparmio di energia primaria.
Lentit del risparmio di energia primaria fornito dalla produzione
mediante cogenerazione definito, secondo la nomenclatura dellAllegato III, come:
dove:
-- PES lindice di risparmio di energia primaria (Primary Energy
Saving);
-- CHP H il rendimento termico della produzione mediante cogenerazione, definito come il rapporto tra il calore utile (HCHP) e lenergia
da combustibile (FCHP) utilizzata per produrre la somma del calore
utile e dellelettricit da cogenerazione (ECHP);
Prof. Ing. Marco Gambini, Prof. Ing. Michela Vellini - Dipartimento di Ingegneria Industriale - Universit degli Studi di Roma Tor Vergata
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FIGURA 1
Se il rendimento globale dellunit di cogenerazione, precedentemente definito, almeno pari ai valori di soglia introdotti dalla 2004/8/
CE (75% o 80% a seconda della tipologia impiantistica), tutta lunit
di cogenerazione pu essere considerata CHP, cio operante in pieno
regime di cogenerazione.
Se invece il rendimento globale inferiore al valore di soglia (75% o
80%), lunit non opera in pieno regime di cogenerazione e quindi
avviene una produzione di elettricit non CHP. In tal caso, lunit
deve essere divisa in due parti virtuali (Figura 1), una operante in
cogenerazione (parte CHP) e una non cogenerativa (parte non CHP).
Per la parte CHP, la Decisione 2008/952/CE prevede che lelettricit
CHP venga calcolata tramite:
ECHP = HCHP . Cactual
dove Cactual il rapporto energia/calore effettivo.
Il percorso di attuazione in ambito nazionale della Direttiva 2004/8/
CE iniziato con il DLGS 8 febbraio 2007, n. 20 [5], il quale stabilisce
che, fino al 31dicembre 2010, la condizione di CAR corrisponde a
quanto definito allarticolo 2, comma 8, del DLGS 16 marzo 1999, n.
79 [6], cio la cogenerazione che soddisfa i requisiti definiti dallAEEG
con la Deliberazione n. 42/02 [7]. A decorrere dal 1 gennaio 2011,
la CAR invece la cogenerazione che rispetta i requisiti previsti dalla
direttiva 2004/8/CE.
Il processo di attuazione in ambito nazionale della Direttiva 2004/8/
CE stato poi completato con due decreti ministeriali: il DM del Ministero dello Sviluppo Economico di concerto con il Ministero dellAmbiente
e della Tutela del Territorio e del Mare del 4 agosto 2011 [8] e il DM
del Ministero dello Sviluppo Economico del 5 settembre 2011 [9].
Il decreto del 4 agosto 2011completa il recepimento della direttiva
2004/8/CE e s.m.i., iniziato con il decreto legislativo 8 febbraio
2007, n. 20, e in particolare integra e sostituisce alcuni degli allegati
di tale DLGS.
In applicazione dellart. 6 del DLGS 8 febbraio 2007, n. 20, il Ministero dello Sviluppo Economico ha poi emanato il decreto ministeriale
5 settembre 2011 che stabilisce le condizioni e le procedure per laccesso della cogenerazione al regime di sostegno. In ottemperanza a
quanto stabilito da tale decreto le unit di cogenerazione, a seguito
di nuova costruzione o di rifacimento, hanno diritto, per ciascun
anno solare in cui soddisfano i requisiti di CAR, allemissione di Certificati Bianchi (CB) in numero proporzionale al risparmio energetico
conseguito, se positivo, secondo quote progressive di potenza. Il
numero dei Certificati Bianchi ai quali un produttore ha diritto anno
per anno calcolato sulla base di quanto previsto allart. 4 del DM 5
settembre 2011. Tale articolo specifica che occorre calcolare, prima
di tutto, il risparmio di energia primaria tramite:
RISP = (ECHP / hErif) + (HCHP / hTrif) - FCHP
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dove tutte le energie sono espresse in MWh, Erif pari a 0,46 e Trif
pari a 0,82 nel caso di calore utile fornito direttamente come gas di
scarico ovvero a 0,9 nel caso di calore utile fornito tramite vapore/
acqua calda.
Il numero di CB poi calcolato tramite:
CB = RISP . 0,086 . K
dove 0,086 il fattore di conversione da MWh a TEP e K un parametro dipendente dalla potenza dellunit di cogenerazione.
PROCEDURA PER IL CALCOLO DELLE GRANDEZZE CAR
Le Direttive Europee illustrate nel paragrafo precedente non risultano del tutto chiare in termini di definizione dei parametri delle due
sezioni virtuali CHP e non CHP di una unit di cogenerazione, e in
particolare nella definizione del rapporto energia/calore (individuato con C nella Direttiva 2004/8/CE, con Cactual nella Decisione
2008/952/CE).
Chiarimenti a riguardo sono stati forniti dai due decreti ministeriali
del 4 agosto 2011 e del 5 settembre 2011, dove il rapporto energia/
calore effettivo viene indicato con Ceff, e, soprattutto, dalle Linee
Guida per lapplicazione del Decreto del Ministero dello Sviluppo
Economico 5 settembre 2011 - Cogenerazione ad Alto rendimento
(CAR) [10], pubblicate dal MiSE nel febbraio del 2012 e revisionate
nel successivo mese di marzo.
Tali Linee Guida forniscono, prima di tutto, le modalit di calcolo
del rendimento globale dellunit di cogenerazione.
Per determinare tale parametro occorre conoscere, nel periodo di
rendicontazione, le seguenti quantit di energia (Figura 1):
--calore utile totale (H);
--energia elettrica/meccanica totale (E);
--energia da combustibile totale (F);
--calore utile non CHP (Hnon-CHP);
--energia da combustibile associate alla produzione di calore non
CHP (Fnon-CHP,H).
Tramite tali quantit di energia si determina prima il calore utile CHP:
HCHP = H - Hnon-CHP
e quindi il rendimento globale dellunit di cogenerazione:
hg = (E + HCHP) / (F - Fnon-CHP,H)
Se il rendimento globale cos calcolato almeno pari ai valori di
soglia stabiliti dallallegato II della Direttiva 2004/8/CE (soglia =
0,8 per unit costituite da turbine a estrazione e condensazione e
cicli combinati e soglia = 0,75 per unit costituite da turbine a vapore
a contropressione, turbine a gas, motori a combustione interna,
microturbine, motori Stirling e celle a combustibile), tutta lunit di
cogenerazione considerata CHP e quindi:
HCHP = H - Hnon-CHP
ECHP = E
FCHP = F - Fnon-CHP,H
Se invece il rendimento globale inferiore al valore di soglia (80%
o 75% a seconda della tipologia impiantistica), lunit di cogenerazione deve essere suddivisa in due parti virtuali: la parte CHP e la
parte non CHP. Al fine di determinare lenergia prodotta dalla parte
non CHP (Enon-CHP)e la relativa quotaparte di energia da combustibile, necessarie per identificare la parte CHP, deve essere seguita la
seguente procedura:
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FIGURA 2
Una volta determinate le energie della parte CHP (ECHP, HCHP, FCHP) il
calcolo del PES, del RISP e dei CB viene effettuato secondo le correlazioni riportate nel primo paragrafo.
PARAMETRI CARATTERISTICI E CLASSIFICAZIONE DEGLI
IMPIANTI DI COGENERAZIONE IN AMBITO CAR
La disamina effettuata nei precedenti paragrafi, evidenzia che la legislazione CAR utilizza tre parametri caratteristici per valutare lunit
di cogenerazione:
-- il risparmio di energia primaria, PES
-- il rendimento globale, g
-- il rendimento della produzione di energia elettrica/meccanica della
parte non CHP, non-CHP,E
Viene pertanto qui di seguito approfondito il significato termodinamico
di tali parametri, il loro utilizzo da parte della legislazione CAR e la
classificazione degli impianti di cogenerazione che ne deriva.
Si consideri prima di tutto il risparmio di energia primaria.
I vantaggi termodinamici della cogenerazione, intesa come produzione combinata e in cascata dellenergia elettrica/meccanica E e del
calore utile H in un unico processo alimentato dallenergia primaria
F, risultano evidenti: consente, infatti, sia di recuperare, a fini utili,
parte dellenergia termica altrimenti dissipata in modo irreversibile
nellambiente negli impianti di sola generazione elettrica sia di eliminare il passaggio diretto, altamente irreversibile, di energia chimica
in energia termica negli impianti di sola generazione di calore utile.
Il metodo pi efficace ed esaustivo per valutare la qualit di un impianto
di cogenerazione quantificarne il risparmio energetico che comporta
rispetto alla generazione separata delle stesse quantit di energia
elettrica e calore, cio quantificare il risparmio di energia primaria
RF che la produzione combinata comporta rispetto alla generazione
separata. Tale risparmio, indicando FE e FH le energie da combustile
associate alla produzione separata rispettivamente dellelettricit E e
del calore H, si esprime:
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b = EH/H
La legislazione CAR utilizza proprio questo parametro, denominato
in tale ambito hnon-CHP,E, per valutare il rendimento della produzione
di energia elettrica/meccanica della parte non CHP, cio di quella
parte virtuale dellunit di cogenerazione che funziona in assetto tutto
elettrico senza produzione di energia termica utile.
Proprio in relazione al rendimento elettrico equivalente hE;EQ, e in
particolare al coefficiente b che rappresentativo dellinterazione tra
produzione elettrica e termica, gli impianti di cogenerazione possono
essere suddivisi in due tipologie impiantistiche :
A. impianti nei quali la produzione termica non comporta perdite di
produzione elettrica;
B. impianti nei quali la produzione termica comporta perdite di produzione elettrica.
IMPIANTI DI TIPOLOGIA A
Appartengono a questa categoria tutti quegli impianti di cogenerazione nei quali la produzione termica avviene per recupero di calore
allo scarico dellimpianto senza che questo recupero di calore alteri il
ciclo di conversione che, a partire dal combustibile in ingresso, genera
energia elettrica.
Esempi tipici di questa categoria di impianti sono le turbine a gas
(TG) e i motori a combustione interna (MCI) dotati di recupero del
calore di scarico (considerati, per il momento, privi di sistemi di
postcombustione).
In tali impianti evidente che il recupero di calore non incide minimamente sulla produzione di elettricit. Infatti, mantenendo costante
il combustibile di alimentazione, la produzione elettrica si mantiene
costante e, considerando, ad esempio, la presenza di un by-pass sui
fumi di scarico, la produzione termica pu variare da un valore minimo
(in particolare nullo, in corrispondenza del by-pass tutto aperto che
esclude la produzione termica da parte del recuperatore disposto allo
scarico del motore) fino a un valore massimo (by-pass completamente
chiuso e quindi tutti i gas di scarico convogliati nel recuperatore che
produce la massima energia termica).
Anche in assenza di by-pass la produzione di energia termica non
introduce perdite di produzione elettrica. A una maggiore richiesta
termica limpianto si adegua aumentando la produzione elettrica e, di
conseguenza, il combustibile di alimentazione e, al contrario, al ridursi
della richiesta termica si riduce il carico elettrico e lalimentazione da
combustibile. In ogni caso, il maggiore/minore consumo di combustibile legato alla maggiore/minore produzione elettrica e pertanto la
variazione di combustibile correlata esclusivamente alla variazione
di produzione elettrica.
Appartengono a questa categoria di impianti anche le turbine a vapore (TV) in contropressione e, di conseguenza, gli impianti combinati
TG+TV in contropressione.
Nella TV in contropressione, considerando lassenza di dispositivi di
dissipazione del calore contenuto nel vapore allo scarico, a una maggiore richiesta termica limpianto si adegua aumentando la quantit
di vapore in turbina e, di conseguenza, la produzione elettrica e il
combustibile di alimentazione. Al contrario, al ridursi della richiesta
termica si riduce il vapore in turbina e quindi il carico elettrico e
lalimentazione da combustibile. In ogni caso, il maggiore/minore
consumo di combustibile legato alla maggiore/minore produzione
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elettrica e pertanto la variazione di combustibile correlata esclusivamente alla variazione di produzione elettrica.
Sulla base di quanto sopra evidente che, per la tipologia di impianti
A, il combustibile di alimentazione associato esclusivamente alla
produzione di energia elettrica e la produzione termica avviene per
puro recupero di calore allo scarico dellimpianto senza alterare la
produzione elettrica.
Per impianti di tipo A risulta evidentemente: b = 0 e quindi il rendimento elettrico dellimpianto pu essere considerato indicativo della
qualit del ciclo di conversione in quanto coincidente con il rendimento
elettrico equivalente:
hE,EQ = (E + b . H) / F = E/F = hE
IMPIANTI DI TIPOLOGIA B
Appartengono a questa categoria tutti quegli impianti di cogenerazione nei quali la produzione termica avviene tramite un prelievo di
calore dal ciclo di conversione durante la fase di scambio di lavoro e
quindi con conseguenti perdite di produzione elettrica.
Esempi tipici di questa categoria di impianti sono le turbine a vapore
(TV) a estrazione e condensazione e, di conseguenza, i cicli combinati
TG+TV con estrazione di vapore.
In tali impianti evidente che il recupero di calore incide direttamente
sulla produzione di elettricit. Infatti, mantenendo costante il combustibile di alimentazione, allaumentare della produzione termica,
realizzata tramite una maggiore estrazione di vapore, la produzione
elettrica diminuisce progressivamente a causa della minore quantit di
vapore che prosegue lespansione nel corpo di turbina a valle dellestrazione. Viceversa, al ridursi della produzione termica, realizzata
tramite una progressiva riduzione del vapore estratto, aumenta la
produzione elettrica a causa della maggiore quantit di vapore che
prosegue lespansione nel corpo di turbina a valle dellestrazione.
Per evidenziare maggiormente la correlazione di una quota parte di
combustibile consumato con la produzione termica, si consideri una
turbina a estrazione e condensazione inizialmente in assetto tutto
elettrico, cio senza produzione di energia termica (portata di vapore
estratto nulla), con una portata di vapore in testa alla turbina inferiore
alla portata nominale.
Estraendo una quantit di vapore Y per soddisfare una determinata
richiesta di energia termica, a parit di energia elettrica generata
rispetto allassetto precedente, la quantit di vapore da immettere
in turbina aumenta di una quantit X. Tale quantit X comporta
necessariamente un incremento di combustibile di alimentazione per
essere prodotta. Ne deriva immediatamente che tale incremento di
combustibile connesso alla produzione di energia termica essendo
rimasta inalterata tra i due assetti la produzione elettrica.
Sulla base di quanto sopra evidente che, per la tipologia di impianti
B, il combustibile di alimentazione non associato esclusivamente alla
produzione di energia elettrica ma imputabile in parte alla produzione
elettrica e per la rimanente parte alla produzione termica.
Per impianti di tipo B risulta evidentemente: b > 0 e quindi il rendimento
elettrico dellimpianto non pu essere considerato indicativo della
qualit del ciclo di conversione in quanto penalizzato dalla produzione termica. In questo caso deve essere quindi utilizzato allo scopo il
rendimento elettrico equivalente:
hE,EQ = (E + b . H) / F > E/F = hE
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FIGURA 3
FIGURA 4
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ECHP = E
FCHP = F - Fnon-CHP,H
Se invece il rendimento globale inferiore al valore di soglia dell80%,
lunit di cogenerazione deve essere suddivisa in due parti virtuali: la
parte CHP e la parte non CHP.
Seguendo la procedura illustrata nel secondo paragrafo e considerando che per impianti di tipo B risulta b > 0 occorre, prima di tutto,
calcolare tale parametro. Conoscendo, da misure:
-- quantit di vapore in ingresso alla turbina;
-- entalpia del vapore in ingresso;
-- quantit di vapore utile estratto;
-- entalpia del vapore estratto;
-- energia elettrica prodotta dalla turbina,
necessario procedere al bilancio della TV per calcolare lentalpia al
condensatore e quindi il coefficiente b.
FIGURA 5
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Da tale analisi emerso che, a partire dal 1 gennaio 2011, il contesto legislativo di incentivazione della cogenerazione radicalmente
mutato e, conseguentemente, sono cambiate completamente le condizioni al contorno sia per valutare la fattibilit tecnico-economica di
nuovi impianti di cogenerazione per i diversi settori di applicazione
(industriale, terziario, residenziale, etc.) sia per esercire in condizioni
ottimali gli impianti esistenti.
Sulla base di questa nuova normativa CAR, sono stati classificati gli impianti di cogenerazione industriale e sono stati approfonditi gli aspetti
termodinamici dei parametri utilizzati per qualificare un impianto di
cogenerazione come CAR.
Sono stati infine forniti alcuni esempi di applicazione della procedura
CAR per impianti di cogenerazione industriale.
Sulla base di quanto illustrato in questa prima parte del lavoro,
nella seconda parte, Parte B, vengono sviluppate analisi numeriche
finalizzate, seppur in via generale, a valutare gli impatti della nuova
normativa CAR sulle tipologie impiantistiche di maggior interesse per
la cogenerazione industriale.
BIBLIOGRAFIA
1. Direttiva 2004/8/CE - Direttiva del parlamento europeo e del consiglio dell11 febbraio 2004 sulla promozione della cogenerazione
basata su una domanda di calore utile nel mercato interno dellenergia
e che modifica la direttiva 92/42/CEE
2. Decisione della Commissione 2007/74/EC del 21 dicembre 2006
- Decisione che fissa valori di rendimento di riferimento armonizzati
per la produzione separata di elettricit e di calore in applicazione
della direttiva 2004/8/CE del Parlamento europeo e del Consiglio
3. Decisione della Commissione 2011/877/EC del 19 dicembre 2011
- Decisione che fissa valori di rendimento di riferimento armonizzati
per la produzione separata di elettricit e di calore - Abrogazione
decisione 2007/74/EC
4. Decisione della Commissione 2008/952/EC del 19 novembre 2008
- Linee Guida dettagliate per lapplicazione e lutilizzo dellallegato II
della direttiva 2004/8/CE
5. Decreto legislativo 8 febbraio 2007, n. 20 - Attuazione della direttiva
2004/8/CE sulla promozione della cogenerazione basata su una
domanda di calore utile nel mercato interno dellenergia, nonch
modifica alla direttiva 92/42/CEE.
6. Decreto Legislativo 16 marzo 1999, n. 79 - Attuazione della
direttiva 96/92/CE recante norme comuni per il mercato interno
dellenergia elettrica.
7. Delibera AEEG n. 42/02 - Condizioni per il riconoscimento della produzione combinata di energia elettrica e calore come cogenerazione ai sensi
dellarticolo 2, comma 8, del Decreto Legislativo 16 marzo 1999, n. 79.
8. Decreto 4 agosto 2011 - Integrazioni al decreto legislativo 8 febbraio
2007, n. 20, di attuazione della direttiva 2004/8/CE sulla promozione della cogenerazione basata su una domanda di calore utile sul
mercato interno dellenergia, e modificativa della direttiva 92/42/CE.
9. Decreto 5 settembre 2011 - Definizione del nuovo regime di sostegno
per la Cogenerazione ad Alto Rendimento.
10. Linee guida per lapplicazione del Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico 5 settembre 2011 - Cogenerazione ad Alto Rendimento
(CAR)