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Non so perch mi sia convinta a scrivere questo libro, ma avevo il bisogno di far

sapere quello che la vita ci pu riservare e far capire che la vita pu fare brutti
scherzi, in questo caso a me; si, perch mi ha fatto un brutto scherzo, ma cos
brutto che ancora oggi mi domando: Perch a me? Perch questo duro colpo?.
Non scrivo questo libro per mania di grandezza o per far sapere alle persone che
conosco, che so scrivere un libro, ma lo scrivo solamente per far sapere alla persona
a cui dedicato che ancora oggi dopo tutto quello che mi ha fatto non sono riuscita a
dimenticarlo e che ha preso un posto nel mio cuore.

Nasco il 13 maggio 1986.


Sono bionda, occhi azzurri, carnagione chiara e ho sempre un gran sorriso. La mia
infanzia non delle migliori, diciamo che il matrimonio tra i miei genitori il classico
siciliano, mia madre rimane incinta e quindi mio padre si assume la responsabilit e la
sposa.
Cresco e mi rendo conto che la mia famiglia non quella che voglio, mio padre
(lavoratore e quindi impegnato tutto il giorno a svolgere i suoi 2 lavori) non si interessa
alla mia vita scolastica, non mi chiede cosa ho fatto allasilo, alle elementari, ai
superiori, dove andr in gita, che voti ho ma altrettanto mia madre, donna che lavora
tanto e sta fuori casa quasi tutto il giorno e troppo stanca la sera per chiedermi cosa ho
fatto tutto il giorno, anche perch sa che sotto la vigilanza di mia sorella (pi grande di
me di sette anni), non posso sicuramente fare disastri in casa.
ovvio che gi dallelementari noto le differenze tra me e i miei compagni di classe, ad
esempio, ricordo una mia carissima ex compagna (Concetta) che ha due grandi genitori,
gi appena la vedo arrivare davanti lingresso della scuola, lei sorride felicissima, e mi
racconta che suo padre il giorno prima le ha fatto lennesimo regalo (la Barbie) e che
felice se magari dopo la scuola vado a casa sua per giocare con questo nuovo e
fantastico regalo.
Io sono felicissima di andare da lei ma so gi che nessuno mi accompagna perch ne mia
madre ne mio padre sono in casa e comunque disposti ad accompagnarmi e lei mi
risponde: dico a mia madre di venirti a prendere!
Finita la scuola, trovo alluscita mio padre con la macchina, (delusa perch lui non
venuto a prendermi con il suo motorino che amo tanto) e chiedo di poter andare a casa
della mia compagna e lui mi dice subito: no!, senza magari pensare che io tengo
tantissimo ad andare li.
Arriviamo a casa e chiedo a mia mamma perch mio padre mi ha detto di non andare,
spiego che sarebbe venuta la madre a prendermi e mia mamma risponde: si, ci puoi
andare! vado da mio padre a dire che mia mamma mi ha dato il permesso, e mio padre
senza pensare due volte va verso mia madre per iniziare una grande litigata, dicendo
che quando lui dice no deve esserlo per tutti e che adesso io di lui non ho timore e
quindi nemmeno quando sar pi grande e far quello che mi sar pi bello. Mi anche
passata la voglia di andare da Concetta ma chiamo lo stesso e dico che pu venirmi a
prendere.
gi pomeriggio e io ho appena finito di fare i compiti (aiutata da mia sorella) e aspetto
la mamma di Concetta.
arrivata e accompagnata da mia sorella salgo nellauto ma non con quellentusiasmo
che avevo prima.
Durante il tragitto, la mamma di Concetta mi chiede cosa abbiamo fatto oggi in classe,
se la maestra di inglese ci ha fatto fare lalfabeto con lettere cantate, se oggi in
ricreazione ci hanno fatto giocare nel cortile della scuola e tante altre cose; vedo in lei
una persona che interessa sapere cosa ho fatto, se mi sono divertita, se mi piace fare
quello che ci insegnano.
Arrivate, vedo subito una portone in ferro molto alto, cos alto da non vedere cosa c
dentro, superato il portone vedo un lungo viale con accanto un bel giardino, con erba
verde appena tagliata, dei fiori, delle piante, due cani che corrono verso lauto della
padrona, una bella casa! Arrivate allingresso di casa, ho davanti una porta in legno
lucido dopo tre scalini in marmo lucidissimi.
Aperta la porta e dopo essere entrate, vedo un salone grandissimo con delle mattonelle
bianco lucido, un divano tre posti e un puff in pelle nero, al centro un tavolo lunghissimo
(penso per almeno 14 persone) in vetro e alla mia sinistra appeso sulla parete un mega
schermo con il cartone animato delle barbie, sotto questo schermo, cera una parete
2

attrezzata in legno nero laccato


con tantissime
bomboniere, tanti libri e tante foto di famiglia, senza contare quelle appese per la
stanza; alla fine di questo salone ci sono due scale opposte che portano al piano
superiore e come sfondo alle scale una porta a vetrata dove si vedono ancora fiori,
piante, prato e una piscina, mentre sia a sinistra che a destra delle scale, altre stanze:
la cucina e il bagno, anche quelle ben grandi e arredate.
Dalle scale vedo scendere Concetta con la sua nuova barbie in mano, lei sorride e mi
saluta, stringendomi a se.
Subito mi porta su, nella sua stanza
Ho davanti una meraviglia: una camera grandissima, moquette rosa, pareti rosa, un letto
con coperte rosa e la stampa delle barbie, accanto, un finestrone la quale si vede tutto
il giardino e quei cani che continuano a giocare rincorrendosi, questa stanza era cos
piena di peluche e giocattoli che non sono riuscita a contarli tutti.
Mi sentivo una piccola principessa nel suo castello.
Dopo aver giocato con le sue infinite barbie, scendiamo gi, in giardino con sua madre
che porta sulle mani un vassoio con fette biscottate e nutella!
Continuiamo a giocare con i suoi cani, a correre per tutto il prato, a rotolarci e ridere,
ridere, ridere.
Ho davvero dimenticato quel no secco di mio padre e quella litigata con mia mamma,
ma peccato che gi tardi e quindi la mamma di Concetta mi riaccompagna in quella
casa, nella mia piccola stanza fatta di due letti singoli, un armadio grande, un tappeto
colorato e una piccola scrivania, invasa da tutti i libri scolastici di mia sorella.
Instauro un bel rapporto con Concetta e infatti siamo davvero molto amiche, abbiamo
anche i banchi vicini, per ben cinque anni, ma poi finite le scuole elementari, veniamo
iscritte dai nostri genitori in istituti diversi, per perdere via via lamicizia con la mia
migliore amica.
Nelle scuole medie, conosco due mie compagne (Federica e Alessandra), molto
simpatiche rispetto agli altri ma non riesco a trovare unamica come Concetta ma riesco
a voler bene a tutte e due cos poi da scegliere lo stesso istituto tecnico commerciale
per ragionieri e addirittura ad iscriverci nella stessa aula.
Con loro ho un buon rapporto, ho gi 14 anni, sono un po pi grande e gi inizio ad
uscire con le mie amiche, andiamo a feste di classe, discoteca per i giovani (senza dir
nulla ai miei genitori) e vado spesso a casa di Federica per poi riunirci tutte insieme.
Ma c qualcosa che non mi soddisfa, non so cos ma non mi sento viva, sono una
ragazzina estrosa, mi interesso al mondo esterno, a socializzare, ad avere tanti amici, a
partecipare a tutte le serate nelle discoteche, ecc ma ho qualcosa che mi frulla in
testa, qualcosa mi dice che non abbastanza, voglio soprattutto poter stare bene con
me stessa.
Voi direte ma in che modo?
In questo libro vi racconter come internet sia diventata la mia trappola e di come sia
facile poter manipolare e modellare a proprio piacimento una quattordicenne inesperta.
Finalmente per i miei 15 anni ho il mio primo computer, sono contentissima, mi sento
normale, come tutti gli altri miei amici, mi sento anchio parte della societ, parte della
tecnologia, dellevoluzione.
Ho sempre desiderato internet, ho sete di conoscenza, di sapere cosa c aldil di ogni
cosa, aldil della tastiera.
I primi giorni sono eccitata, mi sento la pi felice del mondo perch finalmente ho
scoperto chi o cosa c aldil.
Inizio a conoscere le Chat!!!
Inizio a conoscere tanta gente: grande, piccola, spiritosa, monotona, cattiva, buona,
sincera e falsa, ma solo una di loro mi ha davvero fatta impazzire.
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Un uomo; un uomo che credo di aver conosciuto ma che alla fine, capisco che non ho
mai saputo nulla di lui.
Ci siamo conosciuti in una chat (che non vi sto a dire ne il nome della chat ne il
programma ma vi posso dire che comunissimo e che potrebbe essere il programma che
usate voi la sera dopo cena, per rilassarvi un po oppure che utilizzate in ufficio quando
fate una pausa e preferite passare del tempo in qualche chat dove poter scambiare
quattro parole con gente che conoscete, magari da anni).
Sono l, nella mia solita chat, con i miei amici virtuali per scambiare quattro parole, per
stare bene qualche ora.
Ed ecco che entra un utente con un nick-name semplice, comune, ma impossibile non
notarlo.
Iniziamo a parlare, a conoscerci, mi dice cosa fa nella vita, che genere di musica
ascolta, il suo piatto preferito, che macchina possiede.
Dal suo modo di scrivere una persona, gentile, simpatica, responsabile e molto
determinata, ma la cosa che mi intriga di pi la sua gentilezza; sapete quando un
uomo si avvicina allo sportello della vostra auto e vi chiede gentilmente un indicazione
stradale e vi ringrazia con dei modi cos garbati che, voi non riuscite a credere che
ancora oggi ci siano persone cos ben educate?.
Ecco questo quello che mi intriga di lui.
Passano i giorni e continuiamo ad incontrarci in questa Chat a parlare, a conoscerci
meglio.
Passano i mesi, ed io sono gi prossima ai 16 anni e mi avvicino sempre pi a lui, cresce
in me la voglia di scoprire sempre pi questa persona, di sapere cosha dentro, cosa
pensa quando parla con me in chat, se anche lui prova quello che provo io quando parlo
con lui, di benessere, di protezione e soprattutto ho la sensazione che mi conosce da
una vita, lui il mio confidente, ogni problema, piccolo dubbio, qualsiasi cosa la chiedo
a lui, oppure se sono gi di morale, lunica persona che cerco e voglio, lui.
Siamo tutti insieme in chat che stiamo parlando di uno stupido programma televisivo e
ridiamo perch Magnum (un utente della chat) continua a raccontare delle barzellette,
ma improvvisamente si interrompe la connessione adsl ed io impazzisco perch non
posso pi parlare con lui, e questo succede per 8 giorni, non so se mi sta cercando su
internet, se chiede di me agli altri utenti della chat, se mi pensa mentre lavora, mentre
pranza, mentre fa la doccia, ed io al solo pensiero di non sentirlo mi viene voglia di
partire alla ricerca di questuomo cos intrigante.
Finalmente la linea adsl ripristinata ed io subito mi precipito alla tastiera e decido di
rintracciarlo con la speranza di trovarlo li, in chat che mi aspetta.
Ma non lo trovo, non c.
In questo momento voglio morire, da qui inizio a chiedermi: perch questa voglia?
Perch voglio parlare con lui? Perch lo penso sempre? Perch ho questa voglia di sapere
cosa fa il giorno, perch voglio essere il vento, per sfiorare il suo viso? essere la sua
camicia cos da poter stare in contatto con la sua pelle e sentirne il profumo?.
Mi soffermo e inizio a capire che c qualcosa che non va, che non sono pi io, che non
ragiono lucidamente, che qualcosa dentro di me sta cambiando, che anche se voglio non
riesco a controllare il mio istinto, anzi lui che governa me.
Inizio a pensare per tutto il giorno un uomo che non ho mai visto, una persona che non
so nemmeno come fatto, se brutto, bello, zoppo, che non ci siamo mai abbracciati,
mai usciti insieme, mi sembra tutto cos strano ma non mi importa niente, sono felice in
questo modo, sono contenta cos.
Passa la notte ed io mi alzo come tutti i giorni per andare a lavoro e gi aperti gli occhi
penso a lui: chiss se gi sveglio e se mi sta pensando!.
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Lavoro svogliatamente perch la mia mente l con lui, ovunque , io sono con lui e
sogno di essere la sua donna per poter essere toccata, afferrata con decisione dalle sue
mani.
Finisce la giornata e a me inizia a battere il cuore perch so che dopo aver cenato vado
li, nel mio mondo virtuale, fatto di tastiera e mouse.
Ci sono quasi, aspetto che il programma carica la chat e dopo aver cliccato enter sono
ancora pi decisa ad andare fino in fondo, voglio solo sentire lui.
Ecco sono entrata e cerco tra lelenco il suo nick, non lo trovo, riguardo per paura di
aver saltato il suo nick ma ecco che in chat compare la scritta: Ciao Angelus!
Finalmente sei arrivata, ti aspetto da un po, non vedevo lora di riparlare con te, mi sei
mancata tantissimo angelo mio!.
Adesso mi sento voluta, cercata, desiderata da qualcuno che nemmeno sa come sono,
che non gli importa se sono grassa oppure bassa ma limportante che sono insieme a
lui.
Spiego di aver avuto problemi con la connessione e lui mi risponde: Non posso stare
senza sentirti. Questo il mio numero di cellulare salvalo sul tuo cos da poterci sentire
tutte le volte che vogliamo!.
Il suo numero! Per me linizio di qualcosa di grande! Di profondo! Di vero!
Memorizzo subito il suo numero di cellulare ed io do il mio dicendo: Chiamami tutte le
volte che vuoi. Per te risponderei anche nel cuore della notte!.
Lui: Anche tu; chiamami ogni secondo, ogni minuto! Spero di avere da te ogni mattina
il messaggio del buon giorno!.
Da li, capisco che allora anche lui durante il giorno mi pensa, che allora sono riuscita a
trasmettergli qualcosa, che qualcosa di cui vale la pena tentare, di andare fino in
fondo e anche se so che sicuramente mi sarei scottata, il mio istinto mi governa, una
cosa pi forte di me, quando si parla di lui non ragiono, tutto diverso e non posso pi
resistergli. Iniziamo a sentirci per telefono, ci diamo il buongiorno, ci inviamo il
messaggio del buon pranzo, del buon pomeriggio, del buon lavoro, e sempre pi mi
avvicino a lui e mi perdo nelle sue frasi romantiche e gentili.
Un pomeriggio, durante le mie ore di lavoro, sento il mio cellulare squillare di continuo,
mi precipito a rispondere e vedo che lui
Rispondo e sento dalla sua voce: Ciao angelo mio! Sar banale quello che ti sto per dire
ma Voglio vederti! Sento il bisogno di vederti, di guardarti negli occhi, non riesco a
non pensarti, a te succede pure?.
Il mio istinto quello di scappare via e incontrarlo per invento una scusa dicendo che
non lo conosco e che quindi non avrei mai fatto una pazzia del genere.
Allora lui decide di riagganciare dicendomi che avrei saputo tutto di lui la sera stessa in
Chat e che cos io mi sarei decisa una volta per tutte ad incontrarlo.
arrivata la sera ed io sono solo un corpo che trasporta nelle vene solo adrenalina, mi
siedo come tutte le sere davanti al mio computer, aspetto lui
Eccolo, mi saluta come solito fare lui: Ciao angelo mio!.
Inizia prima a scusarsi, dicendo che sicuramente lho preso per pazzo dopo quello che mi
ha detto al telefono di pomeriggio (non sapendo che io ho queste sensazioni gi da
tempo), inizia a parlare della sua vita, inizia a descriversi: luomo che mi ha fatto
perdere la testa moro, capelli corti, occhi marroni, carnagione scura, alto allincirca
1.70, ed anche lui del sud (esattamente di Reggio Calabria), labbra carnose, e un fisico
non certamente palestrato ma anche lui aveva i suoi muscoli nei punti che dovrebbero
avere tutti gli uomini.
Io allinizio non credo alla sua descrizione ma io ingenuamente mi sono descritta, alta
1.60 circa, bionda, capelli corti, occhi azzurri, carnagione chiara, labbra carnose e un
fisico non da modella ma molto snello e curve giuste nei punti giusti.
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Lui appena letto questo mi dice: Allora sei come ti avevo immaginata! Sei davvero il
mio angelo! Ma per essere certo che tu sia cos voglio che la nostra conversazione sia
tramite web cam cos da poterci vedere e sapere se siamo veramente come ci siamo
descritti, quindi persone sincere!
Non rispondo per qualche secondo (non sapevo cosa rispondere, mi si era bloccato anche
il sangue), cerco di pensare ma non ci riesco, sono troppo imbarazzata, non so cosa fare
ma devo rispondere in fretta, devo prendere una decisione, allora mi decido e attivo la
web cam e
E vedo un uomo, allincirca quarantenne, dalla carnagione scura, occhi marroni, capelli
scuri e corti e li, impazzisco per le sue labbra carnose; sar sincera, non un uomo bello
ne affascinante ma mi sono innamorata del suo modo di esprimersi, dai suoi modi di
fare, dal suo sguardo, da quegli occhi che quando ti fissano come se ti sta leggendo il
cuore o la mente e che sa tutto quello che mi passa per la mente ancor prima di aprire
bocca e dirlo e soprattutto dalla sua voce che grossa, matura, da farti perdere la
testa.
Dopo qualche minuto, dopo esserci guardati, esaminati e soprattutto ammirati mi
comparve una scritta: Si! Sei tu! Finalmente ho trovato il mio angelo custode! Sei come
ho sempre immaginato di averlo! Adesso che ti ho trovata non voglio perderti, voglio che
tu sia mia!.
Io rimango sbalordita dalle sue parole, rimango impietrita, immobile come se mi hanno
appena attaccata alla sedia con una colla speciale e le mani alla tastiera; non so cosa
rispondere (so cosa rispondere ma non posso farmi vedere ingenua, stupida, come se ho
abboccato alle sue prime avance ma dentro di me so che lui ha capito che sono gi sua,
che sono cotta di lui e che qualsiasi cosa mi avrebbe chiesto lavrei fatta solo per lui),
mi faccio forza e dico: Ma Carlo! Ti rendi conto sei pi grande di me di pi di ventanni,
non sai quello che dici! Smettila di scherzare!.
Lui deciso mi risponde:Non scherzo, e per farti vedere che non scherzo domani sar
nella tua citt ma se vengo voglio vederti!.
Continuo cercando di fargli cambiare idea ma lui testardo continua a ripetermi di
andarlo a prendere in un determinato luogo alle 16:00 del giorno dopo.
Dopo averlo convinto a non venire ci salutiamo dandoci la buona notte (anche se erano
le 5:00 del mattino) e augurarci di fare sogni doro.
E cos passano i giorni, tra lavoro, passeggiate fuori con amici, Carlo, i messaggi
romantici e un dubbio che mi gira e rigira nella mente: Ma Carlo, fidanzato? oppure
sposato?.
So che se lo chiedo a lui non mi risponder mai o se lo fa non risponder mai che lo
giusto? Allora inizio a chiamarlo al cellulare ad ogni ora del giorno, qualsiasi giorno,
qualsiasi festa, non fa differenza, devo riuscire a capire se veramente lui oppure una
persona falsa, costruita nella menzogna, ma lui, mi risponde sempre senza alcun timore,
senza nessuna fretta di interrompere la chiamata.
Arriva la sera, un altra delle tante, come sempre sono pronta a sedermi sulla mia sedia,
con la mia tastiera, con il mio mondo e con il cuore che batte allimpazzata, senza
rallentare mai.
Ma Carlo non si vede, da nessuna parte, rimango per ore ad aspettarlo ma lui non si fa
sentire, ne al cellulare ne al computer.
Allora mi decido a chiamarlo e lui dopo tre squilli mi risponde:Pronto?.
Io: Carlo? Ma dove sei finito? successo qualcosa? Dimmi che va tutto bene!.
Carlo: Va tutto bene angelo!. Adesso per non posso stare al telefono, ti richiamo io.
Capisco subito che c qualcosa che non va, perch non mai successo che mi dice una
cosa del genere, mai.
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Passano le ore e aspetto una sua chiamata, un suo messaggio, anche un solo squillo per
farmi capire che mi pensa decido di richiamarlo ma il suo cellulare irraggiungibile.
Aspetto con la speranza che mi richiama, ma nulla, sono gi le 6:10 ed io non ho per
niente sonno continuo ad agitarmi e ad aspettare quella telefonata, non vedo lora di
sentire quella voce che dice: Ciao angelo mio.
Io lo penso tutto il giorno con la speranza che non successo nulla di grave e con la
voglia di risentirlo al pi presto perch sto impazzendo, devo sentirlo a tutti i costi.
Durante la giornata mi decido allora, di inviargli un sms scrivendo che appena pu deve
richiamarmi e che ho tanta voglia di sentirlo.
Lui mi richiama e si scusa infinitamente ripetendomi pi volte di perdonarlo del fatto
che non si fatto sentire lasciandomi cos, in sospeso, ignorando la mia preoccupazione.
Dopo aver chiarito e quindi risolto, lui mi dice che il giorno dopo sarebbe venuto nella
mia citt per questioni sue lavorative e che gli sarebbe piaciuto tanto vedere il suo
dolce angelo.
Io senza pensarci un minuto di pi, rispondo fermamente di si, ignara di cosa mi
potrebbe accadere il giorno dopo.
Lui velocemente mi saluta e chiude la chiamata ricordandomi che si far sentire lui non
appena arriver in citt.
Cosa pensate sia successo? Ricordo benissimo quell incontro, il primo incontro con il mio
uomo, con il mio desiderio pi grande, con la mia voglia pi grande, e lui con il suo
angelo che aspettava da tempo. Vi descriver al meglio il nostro incontro cos da farvi
capire bene cosa ho provato e come mi sono sentita.
un pomeriggio dinverno, precisamente il 12 gennaio 2006.
Ricordo perfettamente che alle ore 14:27 mi arriva la sua chiamata e mi dice:Angelo
mio, sto arrivando, altri cinque minuti e sono da te, puoi resistere un altro po?
Cosa dovevo rispondere?...
E invece rispondo:Anche tutto il pomeriggio ti aspetterei!
Ci diamo lappuntamento in un posto preciso; io sono gi l ed ecco che vedo arrivare un
auto
Mi fa capire che lui con gli abbaglianti e improvvisamente il cuore inizia a battere in
un modo che non riesco a capire, come se mi sta per scoppiare, quellauto si ferma
proprio davanti a me e vedo scendere un uomo, lui, il mio sogno proibito!
Il mio Carlo!
Con le lacrime agli occhi mi avvicino a lui e la prima cosa che facciamo quella di
fissarci negli occhi per qualche minuto, ci stavamo guardando, ammirando e ci
abbracciamo forte ma cos forte che nemmeno una tempesta di vento ci avrebbe
separati; ci lasciamo lentamente e lui la prima cosa che fa, con la sua mano destra,
quella di sfiorarmi il viso, le labbra, i capelli pronunciando queste identiche parole:
Finalmente, dopo tanti anni sto finalmente toccando il mio dolce angelo che mi
appartiene!.
Io rimango in silenzio e continuo a farmi toccare il viso, sorrido dolcemente, guardo i
suoi occhi che mi parlano,come se mi dicono: Sono pazzo di te!.
La sua mano afferra la mia e insieme ci avviamo verso lauto, saliti su, ci riguardiamo
sorridendo, siamo cos felici, mi sento felice, una felicit mai provata prima, mi tremano
anche le mani e le sue sono pure sudate, ho il cuore che mi pulsa a mille. Ci
allontaniamo con la sua macchina verso un posto che Carlo mi tiene segreto dicendomi
che una sorpresa, io mi fido subito di lui e non ho per nulla insistito, so che non mi
avrebbe mai fatto del male, mentre ci avviciniamo in questo posto segreto, lui, con una
mano guida e con laltra continua a toccarmi ripetutamente la coscia sinistra
ripetendomi pi volte: Lasciati andare, non stare sulla difensiva con me, ti puoi
fidare!.
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Gli sorrido e gli racconto di quanto sono contenta nel vederlo e che aspetto questo
momento da tanto, non faccio in tempo a dire che mi fido di lui che, mi interrompe
aggiungendo: Eccoci, siamo arrivati!.
Sono tesissima, (come se fosse il mio primo giorno di scuola oppure il mio primo esame
di scuola guida, lo ricordo bene, stato tremendo, non riuscivo a reggermi in piedi).
Davanti a me vedo una casa o meglio un residence, e la cosa pi strana che io continuo
a stare in silenzio, non faccio nessuna domanda, nessuna curiosit mi passa per la
mente: come conosce perfettamente le strade della mia citt se lui vive in unaltra? E
questo residence? Come ha fatto ad avere un appartamento qui? Ma mi ripetevo tra me e
me: ma cosa stai facendo? Prendi tutto e vai via!.
Il mio cuore grida: vai fino in fondo, goditi il tuo momento con Carlo e non preoccuparti
delle conseguenze!.
Carlo apre il portoncino del residence e dolcemente mi accompagna verso lingresso con
quel dolce e sincero sorriso, dalla sua tasca prende la chiave per aprire uno dei tanti
appartamenti, in questo momento il mio cervello ragiona ma so come andr a finire e al
momento sono pi concentrata nella decisione di scappare o di restare con lui.
Entriamo e lui mentre poggia i nostri soprabiti su una poltrona, io mi guardo attorno e
vedo un piccolo salone con un tavolo al centro di stanza, un porta-abiti alla mia destra,
poi una poltrona alla mia sinistra, pi avanti una parete attrezzata con un televisore
grande e un grande divano, davvero accogliente; si gira e mi dice: Questa casa mia!
O meglio la casa dove passo i miei fine settimana senza nessuno, vengo qui quando non
voglio nessuno tra i piedi!.
Rimango sbalordita, e da li capisco che allora gi stato nella mia citt e che magari
lho gi incontrato per strada ancora prima di conoscerlo, forse conosce meglio lui la
mia citt che io, ecco perch cos deciso nei suoi movimenti mentre io sono cos
impacciata che sembro una stupida.
Rimango in silenzio mentre vedo lui avvicinarsi e inizia il mio cuore a battere di nuovo in
un modo stranissimo, Carlo si ferma davanti a me e inizia a sfiorarmi le labbra con le
sue, mi da un piccolo bacio prima sul naso, poi sulla bocca e sulla fronte guardandomi e
sorridendomi, con le mani mi sposta i capelli e continua a baciarmi sul collo avanti e
retro, poi in un modo brusco e netto mi prende in braccio e mi siede sul tavolo del
salone e inizia a sbottonarmi la camicia, con calma, con affetto, con dolcezza, mi
stringe di pi a se, mi stringe ancora pi forte e inizia a baciarmi, sento le sue labbra sul
collo, sul seno, sulla schiena e le sue mani, le sento ovunque, sul sedere, sul seno, sui
fianchi, sulle gambe; inizia a toccarmi con pi passione quasi con la follia o con la paura
che magari la prima ed ultima volta, sembrava che si stesse godendo il momento fino
allultimo.
Sono sempre seduta sul tavolo, Carlo mi ha gi tolto le scarpe, i jeans e le mutandine ed
io sono nel panico pi totale, cosa devo fare io? Mi lascio andare completamente, in
fondo era quello che volevo da tempo, e inizio a baciarlo sul collo, a leccarlo dal collo
allorecchio, gli sbottono la camicia, via la cintura, le scarpe, i jeans.
Sento i suoi pettorali, sto iniziando a scoprire luomo fisicamente, sentimentalmente,
bacio i suoi pettorali, lecco e succhio i suoi capezzoli con la mia lingua vogliosa di
leccare e di conoscere nuove forme, nuovi sapori, bacio le sue mani, la sua schiena,
succhio le sue dita e sento il mio Carlo sospirare, lo sento eccitarsi, cos con le mie mani
afferro i suoi glutei e lo spingo verso di me, sentendo, esplorando i nostri organi, le
nostre forme, i nostri piaceri, la nostra eccitazione, sento il suo pene crescere davanti a
me, diventare duro, lo sento pronto a dare il meglio di se,
col suo modo gentile, avvicina la sua bocca al mio orecchio, mi da un piccolo bacio
affettuoso e mi sussurra: Lasciati andare. Voglio solo te!
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Dopo queste parole inizio a baciarlo con passione senza fermarmi e con le mani tolgo le
sue mutande che mi nascondevano il piacere pi profondo, pi intenso, lascio che le
cose vanno come devono andare mentre lui mi mette il suo dito medio della mano
sinistra dentro la bocca, bagnandolo tutto della mia saliva e poi con lo stesso dito inizia
a sfiorarmi il clitoride (che ormai duro, eccitato e bagnato in un modo mai visto e
sentito prima), nel frattempo con la bocca mi lecca e succhia i capezzoli, tirandoli e
mordendoli, alternando il piacere e il dolore, sono eccitata, lui capisce che sono cos
eccitata che ero pronta a fare qualsiasi cosa con lui; improvvisamente sento un piacere
immenso, unondata di calore che parte da gi fino a tutto il viso, dovuto a quel suo dito
dentro di me, dentro la mia vagina, inizio a sospirare e quando lui inizia a sentirmi,
entra un altro dito ed io li inizio a perdere la cognizione del tempo, continuo a ripete di
continuare, di non fermarsi e lui oltre alle sue dita dentro di me, bacia anche il mio
clitoride, sento quelle labbra carnose che baciano tutto, e poi la sua lingua che fa su e
gi insieme a quelle dita che spingono verso lalto nella mia vagina.
Improvvisamente si ferma, mi guarda, sorride, mi da un piccolo bacio sul mento e mi
solleva prendendomi in braccio mi porta verso la camera da letto, mi afferra e con forza
mi sdraia sul letto e continua a farmi impazzire con le sue mani, mi tocca ovunque e mi
fa assaporare un piacere mai provato prima, mi bacia ovunque, mi dice dolcemente:
Voglio farti impazzire di piacere!.
Delicatamente mi tira dalle braccia e mi mette seduta sul letto, poi mi fa alzare e
inginocchiare, con la mano sinistra si prende il pene e con la mano destra spinge la mia
testa verso di lui e me lo entra in bocca; lo succhio provando un emozione unica
sentendo lui godere, con la mia mano spingo il suo inguine portando fuori quel pene
fantastico, gli lecco i testicoli, il pene, il glande lasciandogli tanta di quella saliva che
lho reso molto bagnato e scivoloso.
Lo riprendo in bocca sentendo quel vaso sanguigno che pulsava da matti, dopo lui mi fa
alzare e mi sdraia sul letto allargandomi le gambe, sdraiandosi su di me, inizia a
penetrarmi, prima dolcemente e poi con forza fino a non capire pi niente e a ripetermi
tante volte che ha voglia di me, mi gira a pancia in gi e continua a prendermi, a
penetrarmi da dietro, poi a novanta e continua, di lato, con le gambe alzate, seduta, in
piedi, ecc
Mi sento desiderata da lui, voluta, mi sento la migliore, ma la cosa pi bella che non
ho vergogna, non ho minimamente pensato al fatto che non posso piacergli senza nulla
addosso, sono cos contenta di stare con lui, cos felice che inizio a sentire un qualcosa
di strano dentro di me, non so cos ma fortissimo, lo dico a Carlo, gli dico che sento
un piacere diverso da quello provato finora e con quel sorriso mi dice che anche lui
inizia a sentire un piacere diverso; non finisce la parola che lo sento quasi gridare,
sento il suo pene pulsare dentro di me, sento che arriva qualcosa di caldo nella mia
vagina e lui improvvisamente perde le forze e si accascia su di me con il volto rilassato e
fiero di lui.
Dopo esserci dedicati interamente a noi due ci stringiamo forte, ci coccoliamo fino a
quando non ci addormentiamo abbracciati, come se non la prima volta che stiamo
insieme; sto cos bene, mi sento viva, mi sento parte di lui, parte della sua vita
quotidiana, e soprattutto mi sento protetta, sono sicura che con lui accanto non mi
succeder mai nulla di male.
Dopo circa quattro ore, mi sveglio con un bacio sulla fronte e con una carezza sul viso.
uno dei miei due risvegli pi belli che ho avuto, vedere quegli occhi che ti leggono
lanima, quel suo sorriso cos dolce, da uomo maturo e soddisfatto ma
contemporaneamente da uomo ingenuo, insicuro mi dice: Dai angelo mio, vestiti che ti
riaccompagno!.
Io: Subito? Cos presto? Non voglio che vai via. Rimarrai sempre con me vero?.
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Lui mi guarda in un modo che non pi suo, io capisco subito che deve dirmi qualcosa
che non mi piacer, lui capisce e ancor prima di aprir bocca mi dice: Angelo, dai,
dobbiamo parlare! E una cosa seria!.
Io rispondo con tono fermo e deciso: Non c bisogno che mi dici che non vuoi vedermi
pi, lho capito da sola ma rimani comunque uno stronzo perch prima hai fatto quello
che ti stato pi comodo, tutto quello che volevi e adesso mi scarichi? Daccordo Carlo,
come vuoi! Mi tolgo dai piedi, avrai sicuramente una lista di ragazze da completare in
giornata!.
Lui diventa nervoso, si arrabbia e mi afferra il braccio dicendomi che ho frainteso, non
vuole proprio liberarsi di me anzi lui vuole starmi accanto tutti i giorni, per sempre ma
ha un problema (oltre let) che purtroppo deve risolvere una volta per tutte e voleva a
tutti i costi vedermi e avermi.
Io mi fermo, rifletto e decido di farmi spiegare ci che sta succedendo per poterlo
aiutare; mi spiazza con una frase che non mi sarei mai aspettata da lui: Domani mi
rinchiuderanno! Devo scontare un anno di pena!.
Allimprovviso mi sento crollare il mondo addosso, tradita, usata, ingannata, una
stupida, unillusa, una sciocca, una poco di buono, una cretina, una ragazza senza
carattere, senza principi, inizio a guardarlo come un mostro, come una persona falsa,
sono senza parole, scossa, non riesco a realizzare quello che mi ha appena detto Carlo,
non riesco a focalizzare la frase, le parole di Carlo, mi sembra tutto cos assurdo!
Carlo: Angelo mio, lascia che ti spieghi. Sei la cosa pi bella e sincera che mi sia mai
capitata, e non volevo andarmene senza averti prima vista e avuta, come avrei fatto un
anno senza sentirti, vederti e scriverti? Almeno avr qualcosa a cui pensare!.
Io: Dove ti portano?.
Carlo: Proprio qui! Nella tua citt. Per questo sono venuto fin qui, perch dopo ho un
appuntamento col mio nuovo avvocato ed ecco perch tempo fa non ti risposi al telefono
e ti dissi che ti avrei richiamata io, perch stavo parlando con lui e ci siamo accordati di
vederci qui!.
Io scoppio in lacrime e lui lunica cosa che fa quella di abbracciarmi soltanto e di
rassicurarmi, dicendomi di stare tranquilla che un anno sarebbe passato presto ( non ci
crede neanche un bambina di 6 anni) ma io sono pi spaventata del fatto che non
passer pi le mie serate al computer con lui, che non avr pi il batticuore perch so
che appena arrivo a casa non ci sar pi lui ad aspettarmi, adesso il mio cervello non
riesce nemmeno a fare un ragionamento logico perch il mio cuore cos spezzato che
non so come fare.
Saliamo in macchina, io piena di lacrime e senza smettere di singhiozzare, Carlo
continua a dirmi che andr tutto bene, che non devo avere paura e che si sistemer
tutto.
Torniamo nel posto dove ceravamo incontrati ed io scendo dallauto sconvolta, con lo
sguardo perso nel vuoto, tenendo ancora in mano il reggiseno che lui, (quelluomo che
domani sarebbe andato via), mi ha appena tolto con le sue mani.
Mi viene incontro e mi abbraccia, mi bacia, mi accarezza e mi dice addolorato, ma con
tanta fretta: Angelo, adesso devo andare!.
Sale di corsa in macchina ed io con gli occhi pieni di lacrime lo vedo allontanarsi e
andare via.
Da quella volta, da quel giorno, da quel minuto non ho pi avuto tracce di lui, ne un
sms, ne uno squillo, nulla ma proprio nulla.
I miei giorni diventano impossibili da superare, sono ostacoli immensi, come un muro
infinito che non sarei mai riuscita a scavalcare.
Pi passano e pi diventano monotoni, bui, senza alcun senso altrettanto il mio
computer, che senso ha accenderlo se lui non c!
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Sono gi passati tre mesi e ormai ho la testa fra le nuvole, non ragiono, non esco pi,
rifiuto ogni invito, ogni festa, che prima per me erano importanti, non partecipo a
nessuna serata ai pub, alle disco, sono proprio sparita, Angela di un tempo non c pi,
lho persa, non riesco a capire dove mi porter questa tristezza, questa voglia di morire.
E pensare che tutti i giorni passo dal carcere della mia citt per andare a lavoro e per
tornare a casa, siamo a pochi metri ma non posso vederlo ne sentirlo e ogni volta come
se pugnalassi il mio cuore, come se mi si spezza per lennesima volta.
E un peso cos grande da sopportare che troppo per me, impossibile vivere in questa
situazione.
Mancano due settimane al mio 18 compleanno e dopo aver pensato e ripensato ho
deciso di andare via dalla mia citt perch col passare del tempo mi sarei distrutta da
sola, cos chiedo ai miei genitori (gi da anni separati perch il loro matrimonio
arrivato alle strette) di regalarmi un viaggio.
Dopo due giorni scelgo la meta: Roma!
Parto con le mie due amiche (Federica ed Alessandra) che decidono di accompagnarmi
ma dopo due settimane loro ritornano gi a Catania e rimango da sola senza nessuno e
senza niente, non devo avere nulla che mi ricorda Carlo e sono decisa a dimenticare lui
e questa brutta storia.
Dopo tre settimane circa, sempre pi decisa a lasciarmi tutto alle spalle, trovo lavoro,
una piccola mansarda arredata con lessenziale e ho pure deciso di riprendere gli studi.
Forse questo il momento in cui ho avuto la voglia e la forza di riprendere la mia vita.
Chiamo a casa, risponde mia madre e dico che voglio stare fuori casa ancora per un po
e che per mantenermi ho trovato un lavoro e che quando mi sar decisa torner a casa
anche se so che non sarei mai tornata.
Inizio a familiarizzare con la citt che non mia e che non so cosha da offrirmi, inizio a
conoscere gente nuova, al momento solo i miei vicini di casa e le mie colleghe di lavoro
che sono sempre state gentili e comprensive.
Anche questanno passato, siamo gi nel 2005 e il mio Carlo ha gi scontato 5 mesi ed
io non lho ancora dimenticato anzi conto i giorni dalla sua carcerazione fino alla
scarcerazione.
Una mattina, come tutte le altre, esco di casa per andare a lavoro e arrivata li, mi
soffermo davanti lingresso per finire la sigaretta (ho anche iniziato a fumare) e accanto
a me si ferma la mia collega (Silvia), mi racconta che la sera precedente stata in un
pub al centro di Roma e che qualche volta vuole andarci insieme a me.
Entrando al negozio, noto un cliente, un ragazzo che non ho mai visto nei dintorni,
alto 1.75 circa, capelli castani, molto corti, occhi marroni, carnagione chiara, muscoloso
al punto giusto, ha un pizzetto che lo rende poco socievole, pi serio, tutto dun pezzo
ma ha un sorriso che credetemi fa perdere la testa, era un sorriso sincero, mi ha colpito
quel sorriso spontaneo.
Incrociamo gli sguardi, ed ecco che io scappo, vado via e mi rinchiudo nel magazzino.
Parlando con Silvia, scopro che questo ragazzo il figlio del proprietario del negozio
accanto a quello dove lavoriamo e che molte volte sostituisce il padre.
Finito il mio turno, metto il cappuccio della felpa e vado via in fretta.
Riesco ad evitarlo per giorni, per due settimane, ma non posso evitarlo a vita e infatti
un giorno mi frega alla grande, me lo ritrovo dentro il negozio a far finta di acquistare
mentre in verit aspetta me.
Mi faccio forza e gli chiedo: Non ti ho mai visto qui. Di passaggio?.
Lui: Gi! Devo ritirare un anello in gioielleria!.
Io: Sar felice la tua ragazza di ricevere un anello!.
Lui: Ahah! Non per la mia ragazza ma per mia zia. Lo ritiro io perch lei non pu!.
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Mi scuso dicendo che pensavo fosse per la ragazza, ma lui con un sorriso dolce, mi
guarda e mi chiede: Come mai sei qui? Capisco anche che non sei romana!.
Rispondo subito dicendo che sono a Roma principalmente per studi e lui subito aggiunge:
E perch non vuoi pi stare nella tua citt!.
Io rispondo cordialmente: Si vede tanto?.
Non dimenticher mai le sue parole: Se vuoi dimenticare la tua citt allora so io come
fare. Ti va di venire domani in un posto che penso ti piacer?.
Io subito dico di no, ho troppa paura di uscire con un ragazzo dopo quello che sto
passando, non ne ho proprio la forza e invento subito che il giorno dopo avrei lavorato
tutto il giorno e che quindi non potevo.
Lui mi ringrazia lo stesso e va via.
Il giorno seguente, non scorder mai nemmeno questo giorno, finito il mio turno, sto per
andare via quando
Davanti a me trovo lui
Il ragazzo che mi aveva chiesto di uscire con lui che in questo libro chiamer Stefano,
mi ferma e mi domanda: Ma tu non dovresti lavorare tutto il giorno?.
Chiedo scusa per la bugia detta ma chiarisco subito il fatto che esco da una situazione
brutta e che non mi va di frequentarmi con altre persone.
Mi ribadisce che non fa bene solo a me uscire un po ma anche a lui perch anche lui
esce da una situazione strana e che quindi vuole stare in buona compagnia.
Mi convinco che forse, magari, posso fare uno strappo alla regola impostata da me stessa
ma non ho avuto il coraggio e invento per lennesima volta che lavoro tutto il giorno, ma
invece il luned mattina da una collega vengo a sapere che il giorno prima quindi
domenica venuto a cercarmi e che quindi ha scoperto che ho raccontato una bugia e
che io la domenica non lavoro mai al negozio.
Lo incontro successivamente al parcheggio e mi richiede di uscire con lui anche dopo
tutte le bugie, io (dispiaciuta del mio comportamento) accetto e dico che esco ben
volentieri con lui, quindi domenica star tutto il giorno con lui.
Ci scambiamo i numeri di cellulare e dico che gli dar conferma dopo aver controllato i
miei turni lavorativi, lui mi risponde sorridendo: Lo sappiamo tutti e due che la
domenica non lavori!.
Io rispondo che, sinceramente, voglio pensarci e che eventualmente lo chiamer al
cellulare.
La sera stessa lo chiamo e confermo lappuntamento di domenica, spiego la mia
abitazione cos da potermi poi accompagnare a casa, ma appena termino la telefonata
mi viene in mente il mio amore Carlo che arrivato a 8 mesi e tre settimane e subito
mi viene il senso di colpa, mi sento come se lo sto tradendo, mi sento sporca.
Arriva il giorno tanto aspettato: Domenica!
Io mi sveglio allalba come se devo andare a lavoro ma voglio solo chiamare Stefano per
disdire il tutto, non sono per niente convinta, preferisco rimanermene in casa,
tranquilla, a guardare la tv.
La mia coinquilina mi convince ed inizio a prepararmi, Stefano arriva per le ore 8:00
circa.
Salgo nella sua macchina e gi sono tesissima pronta a scendere e tornare in casa, lui mi
saluta con quellaria damico, ma io lo vedo come un nemico, qualcuno da cui non
fidarsi e continuo a starmene sulla difensiva, rispondo alle sue domande in modo secco,
preciso e soprattutto deciso ma anche con un po di paura, paura di essere scortese e
antipatica, vero che lesperienza con Carlo non stata per niente soddisfacente ma se
continuo cos mi sarei creata solo dei nemici.
Inizio a lasciarmi andare e continuo a sorridere e sento dalla bocca di Stefano: Sei
carina quando ridi!
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Lo ringrazio ed ecco che arriviamo e mi dice: Quale posto migliore per divertirsi? Le
giostre!
Mamma mia quando sento la parola giostre come se sento soldi, milioni e milioni di
euro.
Rispondo sorridendo come una bambina: Adoro le giostre!
Iniziamo a fare tutte le giostre possibili, autoscontri, la torre, scivoli, tappeto volante,
tiro a segno, la pesca, la ruota panoramica, insomma tutto!
Che spettacolo sembro una bimba a qui hanno regalato il cane tanto desiderato, giuro,
finalmente sto bene, mi sento in pace e la cosa pi grande e sbalorditiva che per
quella giornata ho dimenticato Carlo, sembra impossibile ma lho proprio dimenticato,
non lho pensato tutto il giorno, questo quello che mi sbalordisce di pi che un
ragazzo appena conosciuto e che non sa nulla di me ha trovato il modo di farmi
veramente divertire, senza saperlo ha scoperto il posto che amo tantissimo e che
desidererei stare tutti i giorni, cosa che Carlo non ha mai saputo, che non sono mai
riuscita a dirgli
Termina la giornata, noi due siamo sfiniti, contenti e rilassati, arriviamo sotto casa mia
e lo ringrazio tantissimo soprattutto di avermi fatta divertire, lui con un tono cos dolce,
cos fiero mi rispose dicendo: Grazie a te! Sei tu che mi hai fatto il favore di farmi
divertire!
Mi saluta dandomi un bacio sulla guancia, sorridendo mi dice che sarebbe contento se ci
sar unaltra giornata come quella di oggi, dopo avergli dato la buona notte, lascio
lauto e mi avvio verso casa.
Arrivo in camera mia, mi cambio, pronta per andare a letto e per affrontare un'altra
giornata di lavoro, ma
Chi riusciva a dormire! Io non di sicuro! Penso e ripenso a questa giornata stupenda fatta
di puro
divertimento e spensieratezza, mi sento soddisfatta soprattutto di me stessa perch
sono riuscita ad avere una certa distanza con Stefano, cio, sono riuscita a controllare la
situazione ed infatti abbiamo trascorso una giornata come dei veri amici.
Come ci siamo ripromessi ci rivederci il giorno dopo, contenti tutti e due della giornata
trascorsa alle giostre, dopo aver fatto colazione insieme, allo stesso tavolo, mi offre
un'altra giornata di puro divertimento che io accetto ben volentieri e come sempre non
mi dice la meta ma so che il secondo appuntamento sar per la prossima domenica dato
che non lavoriamo nessuno dei due.
Lui sabato sera mi chiama al cellulare chiedendomi di andare in giro per Roma dopo aver
mangiato qualcosa fuori insieme.
Mi viene a prendere ed io sono davvero contenta perch forse ho trovato qualcuno su cui
potermi aggrappare e dimenticare tutto il passato e riprendere il controllo della mia
vita.
Durante la serata non so il perch, diventa un po pi intima, forse perch stiamo in un
tavolino appartato del locale, oppure la luce delle candele, non so cos ma ecco che ci
avviciniamo luno allaltra e ci baciamo, ma un bacio cos innocente cos affettuoso
che non ho neanche dato importanza a quel bacio.
Usciti dal locale andiamo in giro per tutta la notte nelle strade di Roma, questa sera mi
accorgo che Roma ha
tanto da darmi e che ho scelto la citt giusta, che accogliente e che quando vuole
questa citt si trasforma veramente in una citt romantica e serena.
Stefano mi guarda e con la mano sfiora la mia e mi dice sottovoce come se non vuole
farsi sentire dal possente ed enorme Colosseo che mi sta dicendo: Sei davvero
stupenda! Mi piaci molto come persona e credo che insieme ci risolleveremo alla
grande!
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Improvvisamente ci abbracciamo e come di incanto ci baciamo sotto la luce della luna e


di quellatmosfera calorosa che emana quel grandioso monumento capace di far
innamorare tutti quelli che passano di li.
Continuiamo la nostra passeggiata fino allauto parcheggiata, un po imbarazzati da quel
bacio, appena rientriamo in macchina e ci togliamo i cappotti, non so cosa succede ma
so solo che ci ritroviamo uno addosso allaltra a fare lamore, non quellamore che molti
fanno solo perch si sentono in debito della bella serata che hanno trascorso oppure
perch hanno voglia di provare solo piacere ma perch noi volevamo stare bene
totalmente e infatti un rapporto nuovo fatto solo damore, affetto e rispetto e non di
fretta o solo per il gusto di avere una donna prima di sparire dalla circolazione per un
anno.
Dopo tutto ci, rimaniamo a parlare in macchina e decidiamo se continuare a vederci o
se meglio non vederci per un po, ma il mio cuore mi dice di continuare a vederlo e
non capisco perch mi dice questo, prima con Carlo mi dice di continuare, poi
spezzato e batte solo perch deve battere e adesso di nuovo continua a dire continua vai
avanti che non ti scotti, non capisco cosa prende al mio cuore, come fa ad essere cos
forte, ad avere la forza di continuare ad amare, la mia ragione dice sempre, in
continuazione, fermati, non vederlo pi, rimani sola, chiuditi in te stessa e non far
vedere quanto amore hai dentro perch lo useranno e lo distruggeranno, sono cos
confusa che non so pi nemmeno il mio nome, allora decido di non vederlo per un po in
modo da poter capire cosa meglio per me.
Stefano senza esitare capisce subito il mio stato e la mia situazione e conferma di essere
daccordo a quello che ho deciso e cos giunti sotto casa mia ci abbracciamo e ci
salutiamo dicendoci addio perch in fondo sappiamo bene tutti e due che finita qui,
che non siamo pronti nessuno dei due a buttarci nella mischia, con il timore di essere di
nuovo feriti.
Passano tre mesi e a Stefano non lo vedo da quella sera, (Carlo invece ha gi scontato 11
mesi e tra un mese sar libero).
Il 17 agosto, Stefano, me lo ritrovo sotto casa, davanti al mio portone, sembra che sa a
che ora esco tutte le mattine.
Mi suona con il clacson della macchina ed io alzo gli occhi e lo vedo l, con la sigaretta in
mano che mi sorride, gli vado incontro e mi fermo davanti a lui e dico con gli occhi
felici: Ti avrei chiamato domani per dirti che non posso stare senza vederti, non so il
perch ma durante il giorno ti vorrei accanto!.
Lui: Anche io!.
Ci sorridiamo e ci abbracciamo cos forte che non posso nemmeno respirare, ma sono
felice tra le sue braccia e mi convinco che sto facendo la cosa giusta e che se mi sarei
scottata ne sarebbe valsa la pena.
Passano i mesi e con Stefano va pi che bene, mi ha insegnato ad amare, ad essere
sincera, a non gridare quando mi arrabbio, a dire tutto quello che non va dentro di me,
a qualsiasi problema o dubbio che ho in testa, e soprattutto mi ha insegnato a non
fidarmi delle persone sbagliate, mi ha formato il carattere, mi ha aperto gli occhi, mi ha
insegnato a difendermi, ad essere scaltra, furba e capire sempre chi mi voleva fregare,
chi vuole il male per me.
E ogni giorno di pi ringrazio il signore di avermi fatto trovare una persona cos gentile e
cos vera, pronta ad amare con tutte le sue forze e ad avere la fortuna di aver imparato
da lui il modo di amare, adesso mi fido solo di lui, il mio punto di riferimento,
qualsiasi cosa mi succede io corro da lui e lui
qui che mi aspetta con le braccia aperte pronto a risolvere qualsiasi problema senza
arrabbiarsi mai.
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Una mattina do un piccolo bacio sulla fronte di Stefano che dorme ed esco da casa per
fare shopping e mentre cammino penso e ripenso al mio Carlo che ha finito di scontare
la sua pena e che sicuramente mi ha dimenticata cos come ho fatto io, ormai storia
passata, e che andr avanti, ma se mi cerca far un buco nellacqua perch sono
introvabile, non sa che sono andata via dalla mia citt, che mi manca tanto e che ho
gettato la mia vecchia scheda del cellulare cos da lasciare a tutti gli effetti la mia
vecchia vita, ma penso e ripenso: Appena uscito, chiss cosa ha fatto? Dov andato?
Mi ha cercato? Rimarr male del fatto che sono introvabile? Mi odia del fatto che ho
deciso di cancellarlo dalla mia vita e che soprattutto lho abbandonato al suo destino,
alla sua vita?.
Ma mi faccio forza e cerco di distrarmi concentrandomi a guardare le vetrine dei negozi
che mi sembrano vuote anche se allestite ma mi sento sempre con un peso sullo stomaco
perch non solo ho abbandonato Carlo ma a Stefano non ho mai voluto dire come sono
andate veramente le cose con Carlo, non ho mai avuto il coraggio di dirgli la verit.
Cosa potrebbe pensare dopo aver detto che ho avuto una storia con un uomo molto pi
grande di me, cosa ho passato e soprattutto che sono andata a Roma solamente per
dimenticare lui, una situazione difficile e decisa sempre pi ad ingoiare il rospo e di
andare avanti e che se mi chiede di lui inventare una bugia e dire che ci siamo lasciati
perch non andavamo daccordo cosa che non vera e che stata una storia poco
importante per me, bugie troppo grandi per me e per lui, prendere in giro il ragazzo
che ripone in me tanta ma tanta fiducia e che mi crede sincera.
Ritorno a casa e Stefano capisce che non sono tranquilla, mi chiede se successo
qualcosa mentre ero fuori, rispondo che uno stupido ragazzo mi ha insultata soltanto
perch non ho dato la precedenza a lui.
Ma Stefano sa quando mento e quando dico la verit, e capisce che c sotto
qualcosaltro ma mi lascia stare e non dice niente.
Io in questi giorni mi sono preparata per degli esami ed sono pronta per darli.
Una mattina pronta per gli esami mi preparo per uscire da casa e Stefano si propone per
accompagnarmi ma io preferisco camminare e fare una bella passeggiata con la scusa di
ripassare le materie.
Arrivo alla metropolitana timbro il biglietto per accedere ai binari e vengo afferrata per
un braccio e sento una voce che mi dice: Angelo mio!
Io mi giro di scatto e rimango impietrita, lui il mio dolce Carlo, lamore della mia vita,
luomo che mi ha dato tanto e che mi ha tolto tutto, che mi ha distrutta.
Rimango a fissarlo e non realizzo che qui, davanti a me, non lo credo vero, mi
apparso cambiato, diverso in viso, nei movimenti, mi sembra pi maturo, non mi sembra
neanche pi lui, non mi possibile accettare che non mi ha scordata, che mi ha trovata
e soprattutto come fa a sapere che io non sono andata in macchina con Stefano ma ben
s in metro, questo non lho capito tuttoggi, a volte penso: E stato il destino?.
Lui mi abbraccia, mi bacia, e mi dice: Ti ho pensato tutti i giorni, ti ho sognata tutte le
notti, non ho mai smesso di volerti, appena uscito non mi credevo vero che avessi
cambiato il numero di cellulare, non sapevo dove cercarti, a chi chiedere ma dopo tanta
fatica ti ho trovata e adesso possiamo stare insieme, sono tornato, sono qui solo per te,
sei sempre stupenda, sei sempre il mio angelo!.
Io rimango in silenzio, non so cosa dire, cosa fare, non so se scappare, fare i miei esami
oppure rimanere con lui e nel frattempo il mio cuore batte in un modo che non ha mai
battuto sembra che sta per scoppiare che non entra pi nella gabbia toracica e che sta
per esplodere da un secondo allaltro, inizio a tremare, divento pallida in viso, sono
presa dal panico pi totale; Carlo mi sfiora il viso con la mano (con quel tocco di
dolcezza e delicatezza che non ha mai perso) e mi riporta indietro nel tempo mi passa
limmagine in mente di noi due in quella sua casa, da soli, pronti a dare tutto di noi
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stessi ed ecco che ritornano in superficie tutti i sentimenti che provo per lui, lamore, la
passione, laffetto, la perdizione, la paura, la rabbia, la delusione, tutto insieme, sono
un cocktail di sentimenti confusi che non sanno dove andare, non so quali fare sparire e
quali far riaffiorare, far crescere, sono troppo confusa, mi sembra di stare vivendo un
sogno o un incubo ma il mio istinto o il mio cuore dopo aver riconosciuto la sua met mi
porta istintivamente ad abbracciarlo e baciarlo senza fermarmi e ne respirare, inizio a
piangere e lunica cosa che ho saputo dire: Sei tornato! Ti ho tanto aspettato, non mi
sembra vero, sei con me, mi hai trovata, ti amo da morire, sei tu il mio angelo!.
E insieme andiamo in un parco ci sediamo e inizio a raccontare tutto quello che mi
successo dopo che lui andato via; racconto che sto malissimo, che sono andata via
perch non posso vivere sapendo che siamo nella stessa citt e non posso vederlo, che
non posso stare con lui, che lo penso sempre , tutti i giorni, che ho fatto
anche il conto dei giorni che sono passati dalla sua carcerazione fino alla scarcerazione,
che ho sempre ripensato al nostro momento.
Mentre parliamo il mondo mi apparso pi sincero, meno inquinato, pi colorato, e
poi poi arrivata la domanda che speravo non mi avrebbe fatto mai
Carlo: E adesso? Che fai?.
Faccio un grande respiro, abbasso lo sguardo e dico: Sono andata avanti Carlo, mi sono
sforzata di andare avanti anche senza di te!.
Lui ci rimane malissimo e inizia a dirmi che non valgo niente, che sono una stronza, una
puttana, che non lo merito, che mentre lui li io me la sono spassata, che ho fatto il
tutto per cancellarlo e che adesso lo scarico solo per un capriccio e che non sono stata
fedele.
Cerco di spiegare che non posso rimanere in quel modo e che mi sono chiesta se dopo la
sua scarcerazione io non sono pi niente per lui e che sono comunque andata avanti.
Lui continua a ferirmi con le sue parole pensanti e ingiuste dopo di ci, si alza e va via
ed io rimango li a piangere per lui e per me, che, per la seconda volta mi sono fatta
piantare come una stupida senza pensare ai miei progetti e che ho perso ormai troppo
tempo e che non posso pi presentarmi per gli esami e per rifarli devo aspettare ormai
lanno successivo.
Durante il tragitto del ritorno a casa, piena di lacrime, addolorata, mortificata, delusa,
da lui e di me stessa, sto ripensando a piantare tutto quello che pian piano ho
costruito e di tornare a casa mia, nella mia citt, scappare senza dire niente ne a Carlo
ne a Stefano, sparire dalla faccia della terra, diventare introvabile, un ombra e che con
landare del tempo se ne sarebbero fatta una ragione entrambi.
Torno a casa da Stefano e mi vede distrutta, che ho pianto e racconto che non ho avuto
il coraggio di svolgere gli esami anche se mi sono preparata benissimo.
Stefano capisce che gli esami non centrano niente, che il problema tuttaltro, che
Carlo, infatti ha scoperto sul mio tavolino accanto al computer i giorni scritti fino alla
sua scarcerazione e quindi mi dice apertamente che devo essere sincera o altrimenti lo
avrei perduto.
Dico solo che ho incontrato un mio ex e che abbiamo litigato per una vecchia storia ma
Stefano non la manda gi e quindi sta preparando le valigie per lasciare la casa che
abbiamo trovato per stare insieme.
Inizio a piangere, e la voglia di morire diventa sempre pi forte, Stefano va via e per
lennesima volta rimango sola, senza nessuno.
Passo una notte terribile, sola, nel letto, a piangere e ha domandarmi perch mi
successo questo, perch a me; ma per tutta la notte non trovai risposta.
E passata la notte e ormai sto ammirando lalba dalla mia finestra con gli occhi rossi e
brucianti, stanchi di lacrimare.
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Mi preparo per uscire, voglio andare via da questa casa per un po e appena arrivo al
portone che sto per aprire trovo lui
Chi pensate chi sia? Stefano che vuole fare pace oppure Carlo che oltre a trovare la citt
dove mi sono trasferita ha trovato anche la mia abitazione?
Indovinato! Era Carlo.
Dico con tono severo che non voglio parlare con lui e che non voglio vederlo che ha
causato gi tanti problemi ma lui mi blocca, mi fa rientrare nella scala del palazzo, mi
sbatte al muro e mentre con una mano mi tappa la bocca mi dice: Devi stare con me!
Voglio te, sei la mia vita!.
Inizia a toccarmi con le sue mani ovunque, sotto la gonna, le gambe, le labbra, le mani,
il seno, ma io quelle mani che un tempo amavo in questo momento le odio cos lo
spingo, lo evito, e ripeto chiaramente che mi ha fatto soffrire tantissimo e che io per lui
sono solo stata un corpo con cui fare sesso e nientaltro e mentre lui non cera ho
trovato un ragazzo che fa lamore con me, che non sono un giocattolo, che mi rispetta e
mi ama per quella che sono e che non voglio pi soffrire per un uomo che oggi c e
domani no, voglio qualcuno su cui poter contare e che quindi con lui non ci sarebbe
stato pi niente.
Lui mi guarda, inizia a dispiacersi per quello che sta accadendo, per avermi messo le
mani addosso e che non vuole litigare con me anzi vuole solo amarmi ma che rispetta la
mia decisione ma se un giorno rimarr sola o se avr bisogno potr contare su di lui; mi
bacia in un modo che ancora oggi ricordo, cos passionale, cos innamorato, mi guarda,
mi sorrise, mi accarezza il viso e va via.
Corro subito in casa, piangendo, mi sento in colpa, non riesco a fermare le lacrime, sto
malissimo, penso a Carlo, al fatto che non mi ha scordata, che lui mi ha sempre pensata,
sempre voluta, inizio a domandarmi perch ho deciso di andare avanti, che forse in
fondo sono egoista perch potevo aspettarlo, potevo continuare a pensarlo cos come lui
ha fatto con me, e magari tutto sarebbe stato pi semplice, meno complicato, avrei
sofferto un po, giusto un anno ma poi avrei riavuto il mio amore. Mi butto sul letto e
abbracciando il cuscino continuo a domandarmi se ho fatto la cosa giusta oppure no; se
ritornare con Carlo e continuare la nostra storia dato che stata interrotta per altri
motivi e non per mancanze sue o mie; o magari mettere un punto definitivo e non
voltarmi mai pi indietro e amare sempre pi Stefano.
Rimango rinchiusa in casa per tre giorni, invento che non sto bene e che quindi solo
quando sarei stata meglio sarei ritornata a lavoro, di Stefano e Carlo nessuna notizia,
nessuno mi ha cercata, neanche per sapere se sono viva.
Passo la notte a pensare e ad essere indecisa se Carlo o Stefano oppure sola.
Dopo una notte intera, a pensare, pensare, piangere, disperarsi cercando la soluzione, a
volte non ci rendiamo conto di avere la soluzione davanti gli occhi, siamo cos presi nel
cercare che non ci pensiamo a guardare davanti a noi ma subito guardiamo lontano,
convinti che la soluzione lontana mentre invece quando tutto pi chiaro, sorridiamo
e pensiamo a quanto siamo stupidi, che la risposta labbiamo sempre saputa, che non
c mai stato il bisogno di fermarsi a riflettere.
Decido: prendo lauto mi precipito al lavoro da Stefano, inizio a correre il pi veloce che
posso, lo vedo, lo chiamo, gli dico di fermarsi e arrivata davanti a lui lunica cosa che
riesco a fare stringerlo a me e baciarlo e lunica cosa che riesce a fare lui quella di
baciarmi e stringermi ancora pi forte, poi si ferma, mi guarda e
Ancora prima che apre bocca lo blocco mettendo la mia mano sulla sua bocca dicendo:
Voglio te, solo te, ti amo da morire!.
Lui mi sorride, con quel sorriso che sa fare lui, sempre quello che mi ha colpito la prima
volta che ho parlato con lui e da li ho capito che ho fatto la scelta giusta, che non me ne
sarei pentita, ne ora, ne mai.
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Siamo arrivati nel 2007 ed io sto con Stefano, stiamo benissimo insieme e siamo decisi
ad avere una vita insieme, fatta solo di noi e magari di figli.
Sono contentissima perch il mio cuore stavolta ha fatto la scelta giusta e so che lo sar
per sempre.
Vi chiederete: Ma Carlo? Che fine ha fatto?.
Non lho pi rivisto, ne sentito e non mi interessa saperlo ma se un giorno legger questo
libro voglio solo dirgli che rimasto nel mio cuore, che lo penso tutti i giorni e che lo
ringrazio, perch grazie a lui ho incontrato lamore della mia vita e che anche lui deve
cercare di andare avanti, che non pu rimanere aggrappato al passato ma deve cercare
la persona giusta per amare ed essere felice, cos come ho fatto io.
Anna Barbagallo

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