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Testo e foto di Adriano Marzi

Grattacieli e trasporti,
come cambia Addis Abeba

l modo pi semplice e comune per spostarsi ad Addis Abeba prendere un


taxi. Vecchi pulmini Toyota, che si
muovono lungo tratte definite e che prima di
partire devono essere al completo. I posti sono
dodici, ma capita spesso di viaggiare in pi di
venti persone. Oltre a quello dellautista, il servizio prevede un indotto di altri lavori. C
il weyala, un ragazzino che spunta fino alla
cintola dal finestrino e si occupa di invitare a
suon di urla i passeggeri a bordo per poi incassare i soldi delle rispettive corse. Ci sono i tera
askebari, letteralmente i responsabili della
fila, che attendono i pulmini nelle principali
fermate di carico-scarico passeggeri e provano
a far rispettare lordine di precedenza, nonch
i santeem, coloro che in cambio di un birr (la
valuta nazionale) riforniscono i weyala dei 95
centesimi spicci utili a dare il resto ai clienti. E
fino a qualche anno fa esistevano anche i finti
passeggeri per attirare i clienti: tre o quattro
ragazzini seduti allinterno del mezzo fermo al
capolinea e pronti a scendere non appena il pulmino si fosse riempito a sufficienza. Oggi non
servono pi perch Addis Abeba ha cominciato
ad andar di corsa e nelle stazioni i taxi si riempiono e si svuotano in un baleno.
La citt foresta, fondata alla fine del XIX
secolo dallimperatore Menelik II e da sua moglie Itegue Taitu, si sta trasformando in una
moderna concrete jungle. Nuovi grattacieli in
vetro-cemento spuntano come funghi, mentre i
tradizionali quartieri-villaggio fatti di baracche
di legno, terra e paglia vengono rasi al suolo
per lasciar spazio a una sky-line degna di una
capitale globale. Lungo la rete autostradale,
sempre pi vasta e trafficata, gli ultimi modelli
di fuoristrada si fanno largo tra vecchi maggiolini e furgoncini arrugginiti. Neppure la nuova
metropolitana di superficie, entrata in funzione da qualche mese appena, pare sufficiente ad

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Terza citt al mondo per numero di diplomatici, la capitale etiopica conosce una rivoluzione urbanistica e cresce in verticale. Scompaiono i vecchi sefer e si dilatano le periferie.
Nei quartieri centrali, poveri e ricchi vivono gomito a gomito. In aumento i mezzi pubblici

Pausa caff
Un tassista
di Addis Abeba
durante
la sua pausa
caff davanti
a decine
di manichini

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Adriano Marzi

arginare la frenesia che s impossessata della


citt. Combattuti tra lentusiasmo per il nuovo
che avanza e lo sconcerto per il caos che li ha
circondati di colpo, gli abebini attendono con
pazienza e fiducia che la polvere della cittcantiere si diradi e il treno splendente della
modernit lasci salire a bordo anche loro.

Prospettive di ricchezza

Inserita da New York Times e Lonely Planet


tra le citt pi interessanti da visitare al mondo, la capitale diplomatica dellAfrica sede
dellUnione Africana, delle Nazioni Unite e di
tutte le pi importanti agenzie di cooperazione
allo sviluppo impegnate nel continente Addis
Abeba la terza citt al mondo per numero di

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Ricchi
e poveri
Nelle foto sopra,
unabitante
del quartiere
di Doro Manekia
pesta
gli ingredienti
del berber;
il Nani building;
alcune minuscole
abitazioni
di Doro
Manekia;
la piscina
dellHilton hotel

diplomatici dopo New York e Ginevra. Da oltre


dieci anni, la crescita economica decisa e costante mentre il valore degli immobili si moltiplica a dismisura: secondo la Global Real Estate Knight Frank, Addis tra le prime quattro
citt al mondo con le maggiori opportunit di
creare ricchezza nel prossimo futuro, una prospettiva che oltre agli investimenti esteri alimenta anche limmigrazione: dai tre milioni
dabitanti del 2010, la capitale etiope dovrebbe
raggiungere gli otto milioni entro il 2025. Oltre
a crescere in verticale, la capitale si estende su
una superficie sempre pi vasta. Oggi lo sguardo non riesce a coprirla neppure dalla cima di
Entoto, la montagna da cui Menelik II e Taitu
discesero con la loro trib di guerrieri per fon-

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dare il nuovo fiore (in amarico addis, nuovo,


ababa, fiore).
Per far fronte allemergenza abitativa di
una citt ancora coperta in gran parte da baraccopoli l80% di Addis classificato come
slum il governo federale sta portando avanti il Grand housing program, che prevede la
costruzione di migliaia di condomini popolari,
palazzoni eretti in piccoli blocchi nelle aree centrali e in fitte schiere nella periferia che si allarga a macchia dolio. Soltanto nella capitale,
75mila nuovi appartamenti sono gi stati assegnati ai loro proprietari, mentre altri 200mila
sono in cantiere. Varie formule di acquisto prevedono che si anticipi una percentuale del prezzo dellimmobile e si cominci a pagare da subito

Poveri e ricchi
Nelle foto
in basso, un bar
del quartiere
di Piassa;
la nuova sede
dellUnione
Africana;
unanziana
abitante
del quartiere
di Kazankis;
la nuova Bole
road vista
dal Dembel City
Center

il resto a rate, per ricevere la propria casa dopo


alcuni anni: una rivoluzione che si chiama mutuo. Quando usc il bando per assegnare i primi
lotti si formarono file lunghissime fuori dalle
banche e il numero dei divorzi aument allimprovviso: ogni nucleo familiare poteva fare una
sola richiesta di appartamento, cosicch i coniugi pi astuti si separarono per raddoppiare le
probabilit. Finora hanno fatto richiesta di un
appartamento oltre mezzo milione di famiglie.
Al mutuo per riesce ad accedere solo una piccola parte della classe popolare, ancora ostaggio di una politica salariale pensata pi per
attirare capitali stranieri affamati di braccia a
basso costo che non per sviluppare una classe
media in grado di affrontare il salto verso la

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modernit. Per coloro che potranno permettersi


di versare lanticipo, la promessa di un bagno
tutto per s rappresenta una rivoluzione epocale. Tanti altri per rischiano di perdere il poco
che hanno a causa degli espropri e di finire in
una nuova baraccopoli a decine di chilometri di
distanza da quello che fino a oggi stato il centro delle loro vite.

Sette nuove linee di bus

Di fronte al dilagare delle nuove periferie di


Addis, il governo sta investendo con forza sui
trasporti. Da settembre entrato in funzione il
babur, il primo treno leggero urbano dellAfrica
sub-sahariana, mentre nei prossimi due anni
dovrebbero essere realizzate sette linee di Bus
rapid transit (Brt) in grado di assicurare un
collegamento rapido e consistente con le nuove
aree dove si sta pian piano trasferendo la working class. Il treno uno dei frutti pi significativi della consolidata partnership politico-commerciale tra il governo etiope e quello cinese.
Lopera, completata in soli tre anni e costata

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Il Film festival
Il backstage
del Colors
of the Nile
international
film festival

475milioni di dollari, stata finanziata per


l85 per cento grazie a un prestito della Exportimport Bank of China, mentre Shenzhen metro
group e China railway engineering corporation
si occuperanno della gestione per i prossimi
cinque anni. Limmagine che meglio rappresenta questo matrimonio daffari la cabina
di pilotaggio dei treni, dove un apprendista
etiope affianca il macchinista cinese destinato
col tempo a passargli il comando. Il tracciato
della ferrovia sopraelevata ha, tuttavia, compromesso molte delle piazze storiche di Addis:
la fontana mosaico di Mexico square simbolo
dellalleanza con lunico Paese ad aver appoggiato le denuncie dellEtiopia contro loccupazione fascista davanti alla Lega delle Nazioni
stata distrutta, mentre la statua di Olmec
relegata nel cortile del National Museum accanto a quella dellAbuna Petros, il prete ucciso nel 1936 dai fascisti per aver condannato in
pubblico loccupazione e il colonialismo. I ponti
di cemento su cui corrono i binari sopraelevati
hanno inoltre oscurato il Leone di Giuda nella

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piazza di La Gare e il balcone da cui i leader


politici erano soliti rivolgere i loro discorsi alle
adunate di popolo in Meskel Square.
Per far spazio alla nuova Addis che cresce
in verticale grattacieli dai vetri a specchio che
ospitano uffici, hotel e centri commerciali, ma
anche scheletri di cemento e sgraziati palazzoni ancora vuoti il governo sta facendo tabula
rasa dei vecchi sefer, i quartieri popolari pi
antichi della citt, costituiti di basse casette
di legno e terra dotate di un cortiletto con un
tubo dellacqua e una latrina in comune, tra le
quali talvolta spuntano alcune pregevoli palazzine in pietra di stile architettonico indiano o
italiano (storiche comunit immigrate, insieme
ad armeni, greci e turchi). In sostanza, piccoli
villaggi che si ricoprono di un tappeto di fango scivoloso durante la stagione delle piogge,
in cui acqua ed elettricit sono precarie tutto
lanno e il sistema fognario ancora inesistente,
ma anche luoghi impreziositi da un forte tessuto sociale, costituito da un intreccio di relazioni
di gorabet (vicinato) ed economia informale. Ta-

Nuove
periferie
Una delle nuove
periferie
di Addis Abeba

gliati fuori dal mercato tradizionale del credito,


qui gli abitanti hanno messo in piedi istituzioni finanziarie alternative come leder e lekub:
il primo una sorta di cassa comune di quartiere, che viene utilizzata per sostenere matrimoni e funerali; il secondo fornisce a rotazione
somme destinate a piccoli investimenti. Ai lati
delle strette strade di terra e sassi, spuntano
botteghe artigiane di fabbri, sarti e falegnami,
si affacciano suk e mercatini di ogni tipo. Qui e
l, una rivendita di carbone, ancora oggi il combustibile pi utilizzato per cucinare, o un mulino, dove la gente porta a macinare il berber,
il mix di spezie che accompagna quasi ogni wot
(sugo), e la farina di teff, cereale dalle propriet straordinarie tipico dellAltopiano etiope con
cui si prepara lenjera, una sorta di crpe spugnosa che rappresenta lalimento base di ogni
famiglia. Dagli usci delle case arriva laroma
del caff appena tostato, che si diffonde nellaria come una benedizione.
La presenza di queste realt nelle stesse
zone dove si concentrano anche uffici e azien-

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Adriano Marzi

de, alberghi di lusso e centri commerciali, fa s


che il povero e il ricco vivano gomito a gomito, contribuendo a garantire la pace sociale in
una societ dove le disparit economiche sono
ogni giorno pi grandi. I continui espropri di
cui il governo si sta servendo per liberare le
aree che fanno pi gola agli speculatori immobiliari rischiano di incrinare questo fragile
equilibrio. Davanti a una modernit che avanza prepotente, le forti tradizioni etiopi saranno abbastanza solide da mettere lisola felice
dellAfrica orientale al riparo dalle pessime
correnti in qui annaspano i Paesi confinanti,
quali Sudan, Somalia, Eritrea, Kenya? C chi
conta soprattutto sul primato indiscusso di una
spiritualit pressoch universale. Non un
Paese per atei, lEtiopia. Basta assistere a una
delle tante processioni che affollano il calendario religioso della Chiesa Ortodossa nazionale
per avvertire lenergia che tiene insieme questa
gente. Quando il Tabot, che simboleggia lArca
dellalleanza, esce dalle chiese per andare tra
i fedeli, fiumi di gente lo accompagnano into-

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Il babur
Le rotaie
del nuovo babur,
il primo treno
metropolitano
dellAfrica
subsahariana,
nel quartiere
di Atekilit Tera,
letteralmente
il posto
della verdura

nando canzoni, battendo le mani e innalzando


gli elelta, impareggiabili grida di estasi emesse
facendo saltare ritmicamente la lingua sul palato. Ad Addis questi mistici carnevali di strada
si ripetono due volte allanno per ciascuno dei
santi protettori di centinaia di chiese. In occasione del Timkat, la celebrazione del battesimo
di Ges Cristo, le strade della capitale vengono
chiuse al traffico e i Tabot partono contemporaneamente da tutti i santuari, trasformando
la citt nel teatro pulsante della pi poderosa
street-parade del pianeta.
Per divenire la New York dAfrica Addis
non sembra disposta a vendere lanima. Spazzate ogni mattina da un esercito che ha per
unica uniforme dei cappelli di paglia a tesa larga, le vie della citt non sono ostaggio di bande
criminali. Secondo il Crime Index 2015, la citt
tra le pi sicure del mondo, mentre lEtiopia
al 15esimo posto della classifica per Paesi (il
Kenya, meglio posizionato tra i Paesi limitrofi, al 114esimo). Passeggiando tra le baraccopoli del centro si rischia tuttal pi di venire

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importunati da qualche mano tesa a implorare


una moneta. Al contrario questi vicoli popolari
nascondono un sistema di scatole magiche, di
porte socchiuse che nascondono unaltra porta.
Un tesoro alla portata di chiunque mostri cordialit e rispetto.

La bevanda nazionale

Qui il tempo pare ancora avere unaltra dimensione. Seduta ai tavolini dei tanti caff della
citt, la gente discute daffari e nuovi progetti, sussurra damore e di politica. Senza fretta.
Nessuno entra, ingolla il suo macchiato e scappa via di corsa. In ogni abitazione, tra i pezzi
darredamento pi importanti, c un tavolino
basso su cui sistemata una serie di tazzine
senza manico e una brocca dargilla scura dal
collo stretto, la jebena, prima caffettiera della
storia.
Ogni giorno la padrona di casa distende
davanti al tavolo un tappeto di erba tagliata
di fresco, il guzguaz. I chicchi di caff vengono
tostati in una scodella concava fino a quando

La
torrefazione
Due
consumatori
al Tomoca caff,
la pi antica
torrefazione
di Addis Abeba

non raggiungono la giusta colorazione. Prima


di pestarli nel mortaio, la donna ne diffonde la
fragranza fumante tra gli ospiti con una serie
di gesti delicati delle mani. La jebena piena
dacqua bollente giace su un piccolo braciere,
pronta a ricevere la polvere di caff. Al momento di servire la bevanda possono essere aggiunti zucchero e un ramoscello di ruta. Ma anche
burro e sale, o addirittura dellaglio, a seconda
della regione di provenienza della famiglia. Il
primo giro, abol, per gli anziani e per i padri. Il secondo e il terzo, tona e baraka ottenuti aggiungendo nuova acqua nella jebena e
dunque meno forti sono invece per le madri e
per i pi giovani. Ogni giro accompagnato dal
cholo (mais, orzo, grano e ceci tostati). una
cerimonia che pu durare ore e cherappresenta loccasione ideale per confrontarsi, affrontare i problemi e progettare il futuro insieme ai
propri cari. Un rito antico e sempre vivo, che
trasforma il caff da semplice bevanda in strumento liturgico. Un antidoto con cui provare a
fronteggiare una modernit controversa.

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