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Alessandra Paoloni
La discendente di Tiepole
Romanzo
Butterfly Edizioni
Prima edizione novembre 2012
ISBN 978-88-97810-08-7
Copyright 2012 Butterfly Edizioni
www.butterfly-edizioni.com
http://butterflyedizioni.wordpress.com
butterflyedizioni@yahoo.it
Stampato per conto di
Butterfly Edizioni Correggio da
Digital Team, Fano
Ogni riferimento a luoghi, persone o
fatti puramente casuale.
Alessandra Paoloni
La discendente di Tiepoli
Romanzo
Ancora a voi,
Matteo Daniele Valentina e
Francesco.
Possano queste pagine rendervi
fieri di una zia che in casa ha pi
libri che giocattoli.
PROLOGO
La discendente pens fosse giunto
il momento di rivelarsi.
Aveva atteso troppo. Aveva
mentito troppo.
Un simile segreto avrebbe
rischiato di ucciderla. I suoi piani
erano oramai saltati; non poteva
pi fidarsi di nessuno. Ognuno
faceva il suo gioco, e tutti
aspiravano
alla
conoscenza
dellantica magia di Tiepole.
Si sarebbe procurata dei nemici.
La farsa doveva terminare l, prima
che
la
situazione
potesse
degenerare ulteriormente. Non
L'arrivo e l'inizio
Quando aprii le imposte della
finestra un vento fresco mi colp in
pieno viso, costringendomi a
socchiudere gli occhi. Eppure a
coprire per intero i quattro angoli
del paese cerano le montagne,
increspate come onde marine,
immobili come mostri pietrificati,
luminescenti sotto la tenue luce del
sole.
Tiepole contava poco pi di mille
anime che abitavano in minuscole
abitazioni attaccate le une alle
altre. I portoni si affacciavano
direttamente sulla strada stretta e
Emma!
Mi sentii chiamare dal piano
inferiore, e fui strappata in modo
brusco da tutti i miei pensieri.
Richiusi la finestra in fretta, poich
il vento si era fatto allimprovviso
pi forte.
Sto scendendo! risposi al
richiamo di mia madre, non senza
una nota damarezza nella voce.
La casa di mio nonno contava
due piani, di cui quello superiore
era costituito solo da una piccola
camera il cui mobilio era formato da
un letto a una piazza e mezzo, un
comodino e un armadio.
Lo si raggiungeva salendo una
termiti!
Guard mia madre che non apr
bocca. Poi lei incroci le braccia al
petto e alz le spalle; quindi torn
alla pentola fumante. Io e mio
padre ci scambiammo unocchiata
preoccupata. Tuttavia nessuno dei
due prov a chiederle cosa non
andasse; sarebbe di nuovo esplosa
in un monologo sconclusionato.
Forse aveva solo bisogno di tempo
o di lasciare presto quel posto. Le
piaceva meno di quanto piacesse a
me. Doveva rievocarle troppi
ricordi.
Emma, puoi andare a prendere
un pezzo di pane per favore? mi
scrostato.
Necrologi: il nome di mio nonno
svettava in cima a tutti gli altri.
ACHILLE PAGLIARI
di et 78
Poi seguiva la data e il luogo del
funerale. Andai pi gi con gli occhi;
ce nera un altro che recitava:
ANGELA RENZETTI
di et 73
ne danno il triste annuncio il
marito, la figlia, la sorella e i
Tiepolesi tutti.
Che riposi ora in pace, poich in
terra non ne ha conosciuta.
tentavano
incurantemente
di
investirmi!
Era davvero troppo. Quella sera
sarei tornata a casa mia, in citt.
Che risolvessero gli affari del
nonno mio padre e mia madre! Io
non sarei rimasta un minuto di pi
in quel postaccio.
Sbuffando arrabbiata ma decisa
a rientrare per riprendere la mia
valigia (che non avevo ancora
disfatto) e andarmene, ripresi a
camminare velocemente ignorando
le fitte ai polpacci. Quando
finalmente giunsi a destinazione,
non avevo pi fiato in corpo,
respiravo a fatica e per un
momento
mi
sentii
svenire.
Incespicai in una buca ma mantenni
lequilibrio. Mi ripresi solo quando
notai che davanti al portone
dirimpetto a quello di mio nonno,
cera parcheggiata proprio la moto
che per poco non mi aveva
investito.
Oltre al danno anche la beffa.
Non mintendevo di motociclette
e lunica cosa che riuscii a
memorizzare fu il colore, un rosso
acceso e scintillante con striature
bianche
finissime
che
assomigliavano quasi ai graffi di un
felino. Le ruote, cos enormi,
avrebbero potuto spezzarmi un
Sorrise.
La scoperta
Aprii la chiusura lampo della mia
valigia lasciandola scorrere molto
lentamente. Tenevo intanto gli
occhi puntati sul comodino accanto
al letto, dove strati di polvere
sembravano essersi solidificati. I
miei genitori decisero, senza tener
conto della mia opinione, che io
avrei dormito nella camera che era
stata di mia madre quando aveva
vissuto in quella casa; a me non
rest altro che accettare quella loro
scelta.
In fondo pensavo che avrei
trascorso l solo qualche notte.
Due
cose
trapelavano
chiaramente dalla lettera: la prima
era che l'avrei gi dovuta ricevere
anni addietro, ma al contrario mio
nonno a quanto pareva si era
dimenticato (o rifiutato) di farlo. La
seconda era che mia madre, da
quanto diceva mia nonna, mi aveva
taciuto molte cose sia su di lei che
sulla mia famiglia. Questo poteva
spiegare la sua crisi di nervi al
momento del ritrovamento della
lettera. Non voleva che la leggessi,
perch forse immaginava quello che
c'era scritto.
Rilessi la lettera per la terza
volta, cercando di darle un senso
persona.
Fece una pausa per darmi il
tempo di metabolizzare quelle
informazioni assurde. Ma in fondo
era lo stesso concetto espresso da
mia nonna nella sua lettera. Ora la
parola stregoneria non mi faceva
pi sorridere.
Fece molte cose brutte nella
sua vita. continu. Io appena ho
potuto sono scappata via.
Cose di che genere? chiesi con
un filo di voce.
Non ero certa di volerle sapere.
In quel momento mio padre apr di
scatto la porta del bagno facendoci
sobbalzare entrambe.
mai conosciuto!
Mia madre non ce la fece pi a
trattenersi. Scoppi in lacrime e si
alz per scappare in bagno. Ma mio
padre fu pi veloce di lei e,
pentendosi di tutto ci che aveva
detto, scatt in avanti per
accalappiarla per un braccio.
Scusandosi
e
mutando
atteggiamento, la prese tra le
braccia. Io li guardavo abbracciarsi,
e pensavo che fossero impazziti
entrambi. Sentivo che tutto ci in
cui avevo creduto fino ad allora si
era dissolto nell'istante in cui avevo
letto quella lettera. I miei genitori
mi avevano nascosto molte, troppe
qui dentro.
Stamattina mi avete fatta
uscire voi per comprare il pane.
risposi. E non mi accaduto
niente.
Qualunque
cosa
sia
successa alla nonna, passata
oramai. E ripensai al modo in cui
tutti all'interno dell'emporio mi
avevano guardata non appena
scoperto di chi fossi la nipote.
Ovviamente omisi quel particolare
in quel momento.
Se vuoi fare visita a tua nonna
va bene. continu mio padre
trattenendo la rabbia mentre diceva
quelle parole forzate. Ma noi
vogliamo leggere la lettera, prima.
Il rapimento
Raggiunsi il cimitero senza fatica e
senza incontrare nessuno. La salita
asfaltata era circondata ai lati da
cespugli bassi e radi. Mi accolse
l'abisso di quel luogo; non si
muoveva una foglia, il vento di
quella
mattina
era
cessato
all'improvviso e giudicai quel
cambiamento
davvero
molto
insolito. Il cielo, dal quale il sole
sembrava essere fuggito a gambe
levate, minacciava la pioggia e per
intero era ricoperto da una nuvola
ferrigna che non accennava a
muoversi. L'intero mondo mi
da noi.
Pentendomi subito di quanto
avevo fatto, mi raggomitolai
facendomi piccola da una parte.
Strinsi le ginocchia al petto,
sperando di non aver irritato i miei
rapitori. Il mio assalitore mi si fece
vicino e io gridai cercando di
alzarmi e scappare, anche se
sapevo che non sarei potuta andare
lontano.
Mi dispiace di averti
spaventata, ma era l'unico modo.
disse.
Credimi, ti abbiamo fatto un
favore! Mi si accost ancora un
poco e io provai ad alzarmi sulle
c'entra.
Lo guardai: aveva un oggetto
rotondo stretto in una mano e lo
teneva dritto davanti a s. Ero
troppo spaventata per chiedergli
cosa fosse.
Tua madre ha forse. fece
Valerio rivolto a Christian.
Che sia dannata! sbrait lui
facendomi
sobbalzare.
Forse
l'hanno fatto!
Fatto cosa? domand Lorenzo.
Ma nella sua voce si percepiva che
conoscesse gi la risposta. Fatto
l'incantesimo dei morti? domand
di nuovo lui. E si infil l'oggetto
rotondo dalla testa. Era un
combinato
un
bel
casino
comunque.
Ma si pu, dico, evocare uno
spirito? chiesi. Qualcuno l'ha mai
fatto?
S.
Una terribile certezza mi cal
addosso come un manto pesante.
Lasciatemi indovinare: mia
nonna?
S.
Rabbrividii. Poi scossi la testa.
Cazzate. dissi. Riportatemi a
casa, per favore. La voce mi
s'incrin mentre pronunciavo quelle
ultime parole.
No. Christian aument la
Ma non risponderebbe lo
stesso? gli chiese Valerio. Com'
che fa a parlarti?
Lorenzo fece spallucce e si alz
con il cellulare stretto nella mano;
fece attenzione a non battere la
testa.
Non l'ho mai saputo, ma
facciamo un tentativo aggiunse.
Ok, ti copro io le spalle. si offr
Valerio. Cos' che devo fare con il
medaglione? Tenerlo alto, poi
agitarlo e poi saltare due volte in
avanti e due indietro? Non che poi
inizia a piovere?
Vidi chiaramente Lorenzo
mostrargli il dito medio. Valerio
La terribile verit
Mi svegli la voce preoccupata di
Lorenzo. Quando riaprii gli occhi il
suo viso era molto vicino al mio. Mi
chiam per nome molte volte, e
solo alla fine risposi con un debole
lamento.
Emma, stai bene? mi
domand mentre mi aiutava a
rimettermi seduta.
Mi sforzai di annuire. Poi il
ricordo del brevissimo sogno che
avevo fatto durante il mio
mancamento, ritorn a me con una
potenza tale da farmi quasi gridare.
Mi aggrappai alle spalle di Lorenzo,
consigliarmene
un
altro
pi
potente! Forse dovevo metterci pi
zampe di gallina.
Guardai Lorenzo chiedendomi se
non stesse dicendo quelle cose per
farmi sorridere. Mi alzai e aiutata
da lui scesi dal furgone. Per un
attimo accusai alcune vertigini che
mi fecero girare la testa, ma
quando tutto torn al suo posto mi
guardai attorno. Riconobbi la strada
principale,
quella
vicina
al
parcheggio
comunale
dove
avevamo parcheggiato la nostra
macchina solo quella mattina.
Anche se mi sembrava trascorsa gi
un'eternit. Mi sorpresi a pensare
separarmi da lui.
Aspetta!
Lorenzo si sporse verso di me
chiedendomi
gentilmente
cosa
volessi.
Ma chi Simo?
Il suo viso si distese in un sorriso
malinconico a quella domanda, e
guard davanti a s piegando la
testa da un lato.
Simo mia sorella. rispose.
Sai, forse a te si mostrer senza
dover ricorrere a cellulari o nastri
vergini.
In che senso?
E aspettai una delle risposte pi
strane che avessi mai sentito, la
manica
della
giacca,
risalii
marciando verso la piazza. Lanciai
un'occhiata alle montagne tutte
schierate intorno a me come una
cortina di ferro: chiss dove si
trovavano
in
quel
momento
Christian e Valerio, se erano in
difficolt, se avevano bisogno di
aiuto. Sopportai di mala voglia gli
sguardi dei Tiepolesi quando arrivai
in piazza, e sfilai davanti al bar. Mi
sforzai di non far caso a quanto
dicevano a voce bassa mentre mi
fissavano, e accelerai il passo.
Arrivai poi a casa dei miei nonni e
presi a suonare il campanello come
un'ossessa,
pigiandolo
cos
furiosamente
da
rischiare
di
romperlo.
Quando
la
porta
finalmente si apr, i miei genitori mi
corsero incontro; notai subito che
mia madre aveva pianto. Quando
lei prov ad abbracciarmi, io mi
ritrassi. Le puntai contro un indice.
Adesso tu mi dirai che diavolo
questa profezia. E mi dirai tutta la
verit, mamma!
Mia madre impallid e mio padre
pest un piede a terra.
Lo sapevo. sbrait lui
esasperato. Poi fece un sospiro
cercando di dominarsi.
Vieni Emma. mi disse. Tua
madre adesso ti racconter tutto.
storia.
Oppure possiamo lasciarla
semplicemente sulla soglia e
scappare.
Non ci vedrebbe nessuno visto
che loro abitano isolate.
Christian lo guard torvo, e torn
a fissare il volto della ragazza.
La pelle chiara stonava
decisamente con i capelli corvini, e
la bocca rosea spuntava come un
germoglio tra la neve. Aveva avuto
una cotta per lei una volta molto
lontana, in un tempo che non
sembrava pi suo, prima di essere
entrambi colpiti dalle rispettive
maledizioni.
Smettila di fissarla. lo
rimprover
Valerio.
O
mi
costringerai a diventare geloso.
La vecchia Gilda non
permetter mai all'imitazione di un
patetico vampiro di uscire con sua
nipote! lo canzon Christian
sorridendo.
Perch la farebbe uscire con un
mostro come te, allora? gli rispose
allo stesso modo Valerio.
Dalla gola di Christian usc un
suono gutturale simile al ringhio di
un cane. Valerio si lasci andare a
una risata.
E va bene, finiamola qua.
disse battendo amichevolmente una
L'eredit
Era mezzanotte inoltrata. Tutto in
casa taceva. I miei genitori
dormivano nella loro stanza al
piano di sotto, nella camera che era
stata dei miei nonni; dalla stanza
non proveniva alcun rumore.
Scesi le scale con estrema
lentezza, scalza, in punta di piedi.
Nessuno era venuto a svegliarmi
per l'ora di cena, e lo stomaco mi
brontol rumorosamente. Ma non
avevo lasciato il mio letto per
andare in cucina e mangiare. Mia
nonna era venuta di nuovo a farmi
visita, in sogno. Questa volta per
poco ad abituarmi.
Lanciai una veloce occhiata alla
porta della camera dei miei genitori
prestando ascolto. Nessun rumore.
Avanzai quindi lentamente, con
passo felpato, verso il lavello. Mi
trovavo accanto al tavolo quando la
luce si spense all'improvviso.
Sobbalzai e trattenni un grido. O
meglio: persi completamente la
voce per farlo. M'impietrii e il
respiro divenne affannoso. Cercai
una spiegazione logica: forse mia
madre o mio padre si erano alzati
semplicemente per spegnere la
luce. No, soluzione pi che stupida.
Non trovai il coraggio di voltarmi e
maniera
nitida,
cercai
di
convincermi di aver sognato. O di
aver immaginato per lo meno i
particolari pi assurdi, come quello
di essere stata rapita o di aver visto
un fantasma. Ma quando abbassai
gli occhi sul libro aperto vicino a me
(che avevo ancora stretto in una
mano), mi resi conto che tutto era
accaduto davvero. Fissai a lungo il
libro aperto, che mi portai
lentamente sotto il naso: STORIA
DI TIEPOLE era inciso a caratteri
d'oro su una copertina rilegata in
cuoio rosso. Le pagine all'interno
erano ricche di figure bizzarre, di
descrizioni,
di
leggende
e
foglio ingiallito.
Prima ancora di aprirlo
immaginai che il diario fosse
appartenuto a mia nonna. Io, per
timore di leggere cose che forse
non dovevo ancora sapere, non lo
lessi. Mi limitai a sfogliare le prime
pagine distrattamente. Snobbai
completamente l'elenco di nomi;
anche se li avessi letti tutti, non
avrei comunque saputo dar loro una
spiegazione plausibile. Quello che
pi mi piacque tra le cose trovate
nel cofanetto, fu il medaglione. Era
diverso da quello che Lorenzo
aveva usato il giorno prima e che
giaceva ancora nell'angolo accanto
incuriosita assieme.
Prometto che non lo far. dissi
facendomi un segno sul cuore.
Un gesto sciocco che facevo
quando ero molto piccola; strano
che mi fosse tornato in mente
proprio in quel momento.
Prima per voglio che tu
risponda a una semplice domanda.
Io annuii, titubante.
Vuoi tornare in citt, o restare
qui? mi chiese. Rispondi con sin.
Voglio restare qui! dissi prima
ancora che potesse finire la frase.
La spontaneit di quelle parole
stup anche me. Aspettai un
rimprovero che per non arriv. Mio
stava diventando.
Diciamo che io influenzai molto
la sua decisione convincendola a
venire con me in citt, ecco perch
tua nonna mi odiava cos tanto.
Ma non possiamo ignorare quello
che siete, le vostre origini. Fece
una breve pausa per darmi il tempo
di metabolizzare il tutto. Quindi
riprese quando io gli feci un cenno
con la testa. Tua madre per anni
ha avuto incubi di ogni genere. Non
te lo ha mai dato a vedere, ma
soffriva per il suo passato. Non
potevamo pi scappare, certe cose
ti restano addosso come una
seconda pelle. E tu, era impossibile
la
maledizione.
Pap, quale maledizione. Mi
strinsi le ginocchia al petto e
catturata da quelle rivelazioni quasi
scordai del cofanetto che avevo
nascosto sotto il sedere. Fortuna
che rest l dov'era senza muoversi
di un millimetro.
Tua madre ti ha parlato della
profezia che riguarda la presunta
discendente di tua nonna, la quale
sarebbe tornata a vent'anni dalla
sua morte per continuare il suo
lavoro.
Ma quale lavoro?
Non so, maledire, fare
malocchi, non si mai saputo con
certezza cosa facesse Marta. Mio
padre si guard attorno e lo vidi
reprimere un brivido. Poi ci sono le
maledizioni che riguardano tutti i
neonati che vennero alla luce
nell'anno
della
sua
morte.
aggiunse mio padre tornando a
fissarmi. In questo modo avrebbe
lasciato un chiaro segno della sua
collera, e avrebbe rovinato per
sempre la vita di molte persone.
Ripensai a Christian, Lorenzo e
Valerio. Provai una profonda
tristezza per loro. Quindi il pensiero
al bar?
Mio padre mi fiss per un lungo
momento.
Avevo
avuto
una
pessima idea, me ne resi subito
conto. Stavo per rimangiarmi quello
che avevo detto, quando mio padre
in modo del tutto inaspettato
accolse con piacere la mia proposta
e mi invit subito a lavarmi e
vestirmi.
Balzai gi dal letto, lasciando
che il cofanetto ruzzolasse via dal
cuscino. Quando si blocc tra le
pieghe del lenzuolo entrambi lo
fissammo, come se fosse una mina
pronta a esplodere da un momento
all'altro.
Un clima ostile
In sostanza mio padre mi aveva
detto di far luce su quella strana
coincidenza (morte del nonno anno della profezia), senza far
sospettare qualcosa a mia madre.
Era seriamente preoccupato per la
sua salute mentale; mia madre era
profondamente mutata dal giorno
del funerale di mio nonno, in
seguito al quale era divenuta
malinconica
e
pensierosa.
Iniziavamo a credere che il tempo
non avrebbe guarito quella ferita,
anzi. La morte di mio nonno ne
aveva riaperte delle altre, e Tiepole
bar.
Io non lavoro qui. parl la
ragazza con voce bassa e sibilante
che mi fece rizzare i peli sulle
braccia.
Mio padre prov a scusarsi,
intimorito. Ma quelle che gli
uscirono dalla bocca furono solo
sillabe senza senso.
Candce, falla finita e servi i
signori! Un uomo era apparso
dietro di noi come dal nulla. La sua
figura corpulenta, altissima, dal
collo taurino e la mascella
squadrata ci si par davanti
oscurando completamente la vista
dello scaffale delle bibite che
avevamo di fronte.
Scusatela!
disse
appoggiandosi al bancone che
credetti di sentir crepitare sotto il
suo peso. Pensa di essere stata
colpita da una maledizione, ma in
realt solo tremendamente
sciocca.
Alla parola maledizione, sembr
che a tutti gli avventori del bar
fosse stato mozzato il respiro
simultaneamente. Tutto il locale
sprofond in una sorta di apnea
momentanea. Mi parve che anche
la musica dello stereo di sottofondo
si zitt. Ma l'uomo corpulento parve
non badarci.
domande da farmi?
Si volt a guardarmi. Non
riuscivo a interpretare la sua
espressione, e fui costretta a
distogliere lo sguardo. Mio padre
leggeva la pagina sportiva del
giornale fingendo di non averci
ascoltate.
Continuare a raccontarti bugie
non pi opportuno. aggiunse mia
madre costringendomi a guardarla.
Devi sapere perch questa gente
ci odia, ma soprattutto devi saperti
difendere da loro.
Mio padre si schiar la gola come
ad attirare l'attenzione. Ma quando
ci voltammo a guardarlo, non alz
Vite maledette
Fa' in modo di trovarti al cimitero
alle tre in punto.
Mi raccomando non dire nulla ai
tuoi o dovrai spiegargli come ci
siamo conosciuti. Risponder ad
alcune tue domande se vorrai.
Scusa ancora per ieri se sono
stato cos brusco con te.
Prometto che non ti rapir
ancora.
Christian
Avrei dovuto immaginarlo che
dietro alla messinscena della
caduta ci fosse in realt ben altro.
Christian, quando aveva finto di
Emma.
Pensavo che con tuo nonno qui a
vigilare, nulla sarebbe accaduto.
Nonno la ostacolava? chiesi
atona nella voce e deglutendo a
fatica.
Avevo
la
bocca
completamente secca e la gola
ancora dolorante per le urla.
All'inizio no; ma quando si
accorse di quello che lei stava
facendo la lasci, e tua nonna and
ad abitare in un'altra casa. E io
scappai. Sapevo che lui vigilava,
che cercava in tutti i modi di
ostacolarla.
E proteggeva me e te, ecco
perch non ti consegn la lettera
camera.
E comunque disse mentre
scendevamo le scale non devi aver
timore degli spiriti. Sono solo delle
visioni e non possono nuocerti.
Tutto sta nel controllare le tue
paure. E qui a Tiepole, ti
garantisco, imparerai presto come
si fa.
A pranzo, nonostante gli
incoraggiamenti di mio padre,
mangiai solo met della pasta che
avevo nel piatto e due pezzi
minuscoli di carne. Lo stomaco mi si
era chiuso, e qualsiasi cosa vi
avessi messo dentro mi sarebbe
tornato fastidiosamente su per
a lei.
Non sar mai come mia
nonna. aggiunsi alzando un poco il
tono di voce. Mai.
Pass ancora qualche istante.
Restammo in quella posizione per
una manciata di minuti. Poi
lentamente abbassai il braccio; il
gomito che avevo battuto sul sasso
mi lanciava fitte di dolore. Me lo
portai al petto e lo massaggiai con
l'altra mano. Dovevo avere il corpo
pieno di lividi; e sotto la mia
giacchetta, sporca di terriccio e
polvere, sulla spalla sinistra i segni
della violenza di Christian (o in
qualunque
cosa
si
fosse
Che successo?
Lorenzo si ferm a riprendere
fiato appoggiandosi con noncuranza
a una delle lapidi. Valerio. si
sentito male.
Sentii Christian borbottare
qualcosa, e lo vidi passarsi
nervosamente una mano tra i
capelli. Quando poi Lorenzo si
accorse anche della mia presenza,
si stacc dalla lapide e fece qualche
passo verso di me. Quindi si blocc
come se un terribile pensiero gli
fosse sopraggiunto, e si volt a
guardare Christian. Mi lanci
un'altra occhiata e poi guard di
nuovo l'amico.
Christian.
Alla Macchia. Simo mi ha detto
che era l. Sono corso a vedere, ma
sono scappato via; da solo non ce
l'avrei fatta.
Si concentr sulla guida cercando
di evitare le buche e i sassi pi
grandi della strada. Quindi gir a
destra, e imbocc una via asfaltata
della quale non sospettavo neppure
l'esistenza.
Questa volta brutta,
Christian. aggiunse. Stavolta o
facciamo qualcosa o lo perdiamo.
Avrei voluto fare qualche
domanda, ma ero troppo impegnata
a tenermi il gomito ancora
Christian.
L'unico modo che conosci
daltronde, pensai tra me. Il BMW
devi ancora verso destra, su per
una strada sterrata ma abbastanza
larga dove anche un camion della
spazzatura sarebbe entrato senza
difficolt. Il paesaggio mut: non si
vedeva un albero all'orizzonte, solo
erba incolta e cespugli bassi.
Qualche fiore colorato qua e l
spezzava la monotonia cromatica.
Lorenzo accost a sinistra e
inchiod di botto. Se non mi fossi
retta con il braccio sano, sarei finita
spiaccicata sul cruscotto. Una
macchina del genere non era adatta
su di me uccidendomi di sicuro.
Christian, no. sussurrai con la
gola che mi faceva male.
Lo sentii emettere un nuovo
ringhio che mi fece sobbalzare.
Ma restai ferma sul posto.
Christian calmati, ti prego.
Lui emise un suono gutturale e
poi
lo
sentii
sospirare
profondamente. Lorenzo arriv di
gran corsa chinandosi sul corpo
inerme di Valerio.
Cavolo, l'hai proprio steso!
comment tastandogli il polso. Mi
sorprende che sia ancora vivo!
Io lasciai cadere la mano, e
Christian rest immobile a fissare i
due amici.
Rimango sempre io il pi
forte! disse con voce atona.
Lorenzo si alz; gli rivolse un
sorriso sornione.
Certo, aspetta che anche io mi
trasformi in quello che mi devo
trasformare; poi ne riparleremo.
Che ne facciamo adesso di lui?
chiese Christian.
Non lo so, chi potrebbe. Poi gli
balen in mente qualcosa.
Schiocc le dita: Portiamolo
dalla
vecchia
Gilda!
disse
entusiasta.
Potr darci una mano, tu che
dici?
La vecchia Gilda
La villetta non era altro che un
delizioso rustico di campagna, con il
cotto come pavimento e delle travi
di legno sul soffitto. Una lunga
vetrata con una porta finestra
scorrevole si affacciava sulla parte
posteriore della casa, a sinistra
della porta d'ingresso. Delle scale a
chiocciola con la balaustra in ferro
battuto salivano al piano superiore.
Dall'angolo cottura, alla mia destra,
proveniva un buonissimo odore che
non riuscii subito a identificare.
Ma non ebbi il tempo materiale
per dare un'occhiata approfondita:
baster
un
piccolo
cerotto!
aggiunse.
E poi sar come se nulla fosse
accaduto!
Mi sorrise di nuovo. Dico
bene?
Io attesi prima di rispondere. Poi
scossi il capo. La vecchia Gilda mi
pos delicatamente una mano su
una spalla.
Perdonalo, Emma. uno dei
pochissimi amici che avrai qui a
Tiepole. Ed era come se la donna
sapesse tutto quello che mi era
accaduto fino a quell'istante. Si
allontan, richiamata da una
pentola fumante che sbuffava su
andato gi duro.
Non credo che sia tutta colpa
sua! lo corresse Gilda facendomi
segno di sedermi su una delle sedie
del tavolo della cucina. Questa
volta c'entra la maledizione.
Io ubbidii al suo comando e non
appena mi sedetti, lei mi mise sotto
il naso una tazza fumante che
conteneva un liquido verdognolo: lo
sciroppo di menta che mi aveva
promesso.
Bevi a piccoli sorsi. si
raccomand.
Ma
non
farlo
raffreddare!
Ringraziai. Vidi Lorenzo
avvicinarsi al pastore tedesco, e
coincidenza.
Poi, addolcendo il tono di voce:
Mi dispiace moltissimo per Achille.
Era una brava persona.
Io feci spallucce, fingendo che
non me ne importasse granch.
Non l'ho neanche conosciuto.
risposi bevendo tutto d'un sorso
quello che n'era rimasto dello
sciroppo.
Lui cerc di ostacolare tua
nonna, e incoraggi la fuga di tua
madre. raccont la vecchia. Fu
proprio lui a insistere affinch tua
madre scendesse in citt per
frequentare l'universit. Sperava
che incontrasse qualcuno che
citt, giusto?
Forse. rispose Gilda. Ma non
tarderesti a tornare qui su. Gli
incubi ti perseguiteranno ora che
sei venuta a conoscenza della
verit,
esattamente
come
assurdo
fosse
avrei
dovuto
aspettarmi qualsiasi cosa, mostri,
vampiri, persone che cercavano di
uccidermi.
In quella nuova realt tutto era
possibile e per gli abitanti del posto
tutto era lecito. Dovevo abituarmici
se volevo restare a vivere a
Tiepole. Ma la domanda era proprio
questa: ero davvero decisa a
restare in quel posto?
Si sent di nuovo un tonfo; no, mi
sbagliavo, erano rumori di passi.
Felpati, trascinati, come di una
persona stanca che arranca sul
pavimento.
Immaginai
Valerio
scendere quelle scale con gli occhi
seguirlo.
Lorenzo mi lasci il polso e tir
su il finestrino.
Tua madre senza saperlo ti ha
appena salvato la vita! comment
riavviando il motore. E ha salvato
anche la mia! Ricordami di
ringraziarla!
Annuii con la testa. Ero ancora
troppo sconvolta per riuscire a
parlare. Guardai fuori dal finestrino,
ma poi abbassai lo sguardo a
fissarmi le mani. Avevo paura di
quello che avrei visto; l'immagine
della maschera raffigurante il
Teschio era ancora troppo vivida
nella mia mente. Quando il BMW
Tutto cambia
Lorenzo apr la porta del bar ed
entrai per prima. Ma non ebbi il
tempo nemmeno di voltarmi a
ringraziarlo che l'abbraccio di mio
padre m'imped di farlo. Mi
accoccolai tra le sue braccia,
sospirando.
Ora ero davvero al sicuro, e
potevo iniziare a metabolizzare
tutte le cose accadute dal giorno
del mio arrivo in quel paese
dimenticato dagli uomini e da Dio.
Lui mi rivolse una serie infinita di
domande, non smise mai di
chiedermi come stavo o che cosa mi
comunale.
Riunione comunale? Voi
discutevate di me. Fui sorpresa di
come a Tiepole fossi tanto
importante da essere materia di
discussione
addirittura
in
un'assemblea comunale.
Se crediamo che Emma sia
innocente s'intromise Carmine
allora perch stasera i Teschi
hanno cercato di ucciderla?
Che cosa? Mio padre sbott in
imprecazioni e minacce. Si scagli
verso la porta come se dovesse
andare a cercare quei pazzi
travestiti, ma Carmine lo afferr
senza difficolt con una delle sue
manone.
inutile. Sono furbi, per anni li
abbiamo
cercati
ma
sanno
nascondersi bene.
Sappiamo chi sono per! parl
Lorenzo battendo un pugno sul
tavolo.
S, ma non abbiamo prove
sufficienti per incastrarli! rispose il
sindaco
in
tono
avvilito
e
affondando le mani nelle tasche dei
pantaloni.
Uno di loro anche colpito
dalla
maledizione!
continu
Lorenzo. Colsi quelle parole al volo
per rivolgere una delle domande
che tanto mi premevano: Chi sono
per
lei,
e
solo
per
non
coinvolgermi.
Ma aveva fallito perch io ero a
Tiepole, a combattere contro i suoi
stessi incubi e le sue stesse paure.
Faremo il possibile per scoprire
chi ha ucciso Achille. parl il
sindaco. Il colpevole verr fuori.
Il colpevole verr fuori? gli
fece eco Carmine con la sua voce
cavernosa. E tutti gli altri assassini
impuniti allora? La vedova Gigli sta
ancora aspettando di sapere chi ha
ucciso suo marito!
stata Marta Vasselli! gracid
Ines. L'ha scuoiato vivo come si fa
con gli animali!
mangiare!
disse
Carmine
mostrandomi panini e tramezzini
confezionati.
Io scossi la testa. Avevo lo
stomaco completamente chiuso.
Mangia qualcosa. Per favore. A
parlare fu mio padre, ma senza
staccare gli occhi dalle punte delle
sue scarpe. Le sue parole mi
convinsero a fare almeno uno
sforzo. Scelsi un tramezzino al
formaggio, e feci per sedermi a un
tavolo vuoto. Poi ci ripensai, e mi
andai a sistemare accanto a
Lorenzo. Mia madre mi fiss per
qualche minuto, e avrei pagato
chiss cosa per conoscere i suoi
pensieri.
Bene, Laura. disse il sindaco
costringendo
mia
madre
a
guardarlo. Domani va' a parlare
con Giusi. Lei ha trovato il corpo di
tuo padre, quindi ti sapr dare
informazioni utili per scoprire
l'assassino.
Si alz e augur a tutti la
buonanotte. Poi si rivolse a me:
Emma, se vuoi puoi dare
un'occhiata agli archivi di Tiepole.
Cos ti renderai conto in quale
realt
sei
venuta
a
stare.
Ovviamente spero che tu abbia
stomaco forte. Se te la senti ti
aspetto domani al municipio!
e mi fiss.
Invece saresti carina coi baffi!
La sua affermazione mi fece
esplodere in una risata alla quale
lui si un subito. Le nostre risa, fuori
luogo in un momento simile,
attirarono l'attenzione di tutti.
Emma, credo sia ora di andare
a casa! disse mia madre.
E non assumeva un tono cos
perentorio con me da molto tempo.
Tornai seria di colpo, diedi un altro
morso al tramezzino e mi alzai
lentamente. Mio padre fece lo
stesso.
Vi scorto fino a casa! si offr
Carmine.
le
lenzuola.
Quando
si
fu
accomodata
sul
materasso,
recuper un libro da sopra il
comodino e lo apr al capitolo dove
aveva interrotto riprendendo a
leggere. Io restai immobile a
guardarla,
chiedendomi
come
potesse starsene cos tranquilla con
tutto quello che ci accadeva. Se non
altro non era pi preda di quei
fastidiosissimi e irritanti attacchi
isterici; cosa della quale le fui
immensamente grata.
Mamma.
Mia madre mi rispose con un
cenno della testa, senza staccare gli
occhi dalla pagina che stava
leggendo.
Mamma, non credi che
dovremmo parlare?
Mia madre alz gli occhi dal libro
e mi guard.
Sarebbero moltissime le cose
da dire, Emma. Impiegheremmo
tutta la notte e forse met del
giorno seguente. Non forse
meglio dormire e lasciare che le
cose si spieghino da sole?
Restai immobile e in silenzio,
incapace di risponderle. Poi annuii.
Non mi sembrava il caso di
forzare la mano. In fondo era stata
una giornata stressante per tutti,
forse era meglio riposare e
scandali.
Mio padre sorrise.
L'unica cosa che mi piace di
questo posto che tutti sanno tutto
di tutti. E ovviamente fraintendono
tutto.
Ti sbagli, Flavio. Ci sono segreti
qui a Tiepole che non sono mai
stati svelati. Mia madre si sedette
di fronte a me a bere il suo caff.
Mio padre torn serio alle sue
parole e scroll le spalle.
Sar anche cos ma le notizie
pi interessanti sono quelle di
dominio pubblico, no?
Mia madre non rispose. La
disprezzai in quel preciso istante:
sole.
I Costantini e i Vasselli assieme
ad altre famiglie amiche e parenti si
erano staccate da Acriterra, il paese
che si trovava dall'altra parte della
montagna, per fondare una nuova
comunit. Questo perch cacciate
dagli
Acriterrani,
un
popolo
profondamente cristiano, in quanto
accusati di praticare culti pagani.
Tiepolo Costantini diede il nome al
piccolo paese e l le due famiglie e i
loro seguaci vissero in pace fino a
che, in seguito a una disputa legata
a questioni magiche e a un
misterioso delitto (cos c'era scritto
nel libro) non entrarono in conflitto.
salut,
rassicurandomi
che
sarebbero tornati presto. Se ne
and e dopo qualche istante sentii
aprire e richiudersi la porta
d'ingresso.
Mi avevano lasciato sola in
quella casa. Fui colta subito da un
attacco di claustrofobia, e spalancai
la finestra per far entrare i rumori
della campagna. Leggeri fruscii,
versi di uccelli; c'era troppo silenzio
anche l fuori. Respirai cercando di
ritrovare il controllo delle mie
facolt mentali e motorie. Quindi
reputai opportuno per prima cosa
scendere di sotto, farmi una doccia
e darmi una sistemata. Mentre ero
aggrappandomi al muro.
Emma tu sei molto pericolosa.
Io?
Suon il campanello. Tutto il mio
corpo s'irrigid come se fossi
diventata
di
ghiaccio. Restai
immobile, senza respirare. Sentivo
il mio cuore battere all'impazzata
nella vena del collo. Le ginocchia
presero a tremarmi. Il campanello
suon ancora una volta, pi
insistentemente.
Emma, non andare ad aprire!
mi comand la figura di Simo prima
di svanire.
Scossi la testa. Ero incapace di
muovermi. Anche se avessi voluto,
qualche livido.
Perch mi hai aperto?
domand lui rompendo il silenzio.
Come?
Ci scambiammo un'occhiata
veloce, ma nessuno riusc a
sostenere lo sguardo dell'altro;
tornammo entrambi a fissare il
pavimento. Lui forse era ancora
dispiaciuto per quello che mi aveva
fatto il giorno prima, mentre io ero
semplicemente imbarazzata.
Non hai pensato che Simo
poteva metterti in guardia da me?
Mi hai fatto entrare, quando lei ti ha
detto che stavano venendo a
prenderti. Perch?
stesse
raccontando
un
fatto
comune, accaduto in un giorno
comune a una persona comune. Io
mi strinsi nelle spalle, a disagio di
fronte a quella che mi sembrava
assoluta noncuranza. Feci per aprire
bocca, ma Christian mi precedette:
Vuoi
sapere
che
cosa
diventato?
Io annuii con la testa prima di
accorgermene.
Diciamo che tutti i sintomi
erano giusti, e che la sua sete di
sangue ha trovato fondamento.
Signori e signori, abbiamo qui a
Tiepole il primo esempio di vampiro
maledetto!
chinai lo sguardo.
Allora possiamo salire di
sopra? mi chiese.
Guardai con ansia le scale. E se il
fantasma di Simo avesse avuto
ragione? Se mi stessi fidando delle
persone sbagliate? Forse quella era
una trappola. Stare dalla parte di
uno spettro o da quella di un paio di
ragazzi maledetti uno dei quali si
era appena trasformato in un
vampiro? La scelta era davvero
ardua e assurda. Ma oramai era
troppo tardi. E Christian aveva
avuto tempo per farmi del male se
davvero lo avesse voluto.
Sicuro che sia innocuo?
domandai.
Christian annu con la testa.
Nel caso ti salti al collo ci sono
io. disse.
Gli mostrai la lingua. Non sei
per nulla spiritoso.
Lui si mosse per raggiungere le
scale e io lo seguii, ancora
titubante. Chiam l'amico a voce
alta prima di salire. Facemmo un
gradino alla volta, procedendo in
silenzio. La vocetta nella mia testa
mi gridava ancora che ero una
stupida a farmi incastrare cos.
Una volta in camera mia non
avrei avuto pi scampo.
Eppure era cos rasserenante
trasformazione.
Mio padre ha dormito nel mio
letto
stanotte.
dissi
ancora
ridendo.
Mi mossi per dirigermi verso
l'armadio. Avevo riposto l sul fondo
(proprio sull'asse rimovibile) un
paio di plaid che avevo portato con
me in valigia. Ma prima che potessi
arrivarci, Valerio mi afferr per la
vita. Mi attir a s e prima che
potessi gridare, mi strinse cos forte
da togliermi il respiro e affond il
suo viso tra i miei capelli. Christian
neppure si mosse. Provai a
divincolarmi e ci riuscii. Non certo
perch avessi vinto contro la sua
all'interno.
Che ti succede? mi chiese in
tono allarmato.
Allora aprii il medaglione: le note
di Greensleeves subito riempirono
l'aria, arrivarono alle mie orecchie
che trasmisero le onde sonore al
cervello. L andarono a colpire la
parte pi sensibile di me, che mia
madre aveva detto provocasse
allucinazioni e visioni. Il mondo mi
gir attorno come una giostra per
qualche brevissimo istante.
Che ti succede? insistette mio
padre.
Mia madre ci raggiunse ai piedi
delle scale, richiamata dal suono
del medaglione.
Chiudi quel maledetto affare!
Che ti salta in mente? grid.
Io ignorai la sua richiesta, e
scostando da una parte mio padre
(che mi guardava sempre pi
allibito e preoccupato) scesi le scale
velocemente. Mia madre, quando
arrivai al primo scalino, mi afferr
per un braccio.
Dammi quel dannato ciondolo!
strill
ancora,
cercando
di
strapparmelo dalla mano. Io mi
opposi, e ingaggiai una sorta di
lotta con lei. Mio padre fu costretto
a intervenire per separarci. Spinse
mia madre contro il muro, e
Scendi immediatamente di
sotto. Questa storia deve finire.
Oggi stesso. Parl senza staccarmi
gli occhi dal viso, con aria seria,
sguardo duro e tono perentorio.
Forse non si accorse neppure del
mio pallore, tanto era arrabbiato.
Annuii con la testa, e senza
prestare attenzione a ci che facevo
lo seguii al piano di sotto. Ero poco
pi di un robot che prendeva ordini
da una mente sempre pi stravolta
dalla situazione. Se in quel
momento mi avessero ordinato di
saltare su un piede solo e fare
capriole all'indietro, lo avrei fatto
senza obiettare con il rischio di
Scusa.
Riposi i libri nel cofanetto e lo
richiusi. Sospirai e mi strinsi nelle
spalle. Valerio si alz per cambiare
stazione radiofonica.
E tu senti questa robaccia?
scherz cercando una canzone di
suo gradimento. Ritornelli pop che
parlano
d'amore
in
modo
sdolcinato?
Alzai le spalle in tono
indifferente. In realt non stavo
proprio prestando attenzione alla
musica in quel preciso istante.
Perch non sei andato via con
Christian?
Valerio mi guard con i suoi
profonda.
Cosa. S, ecco. Che potremmo
andare a casa di mia nonna. L
forse troveremo qualcosa. Lo so,
un'idea folle, io non troverei
nemmeno il coraggio.
Valerio si volt a guardarmi.
Entrambe le zanne ora
gli
sporgevano dalle labbra, appuntite
e dure come il marmo. La mascella
si era fatta pi squadrata, e gli
zigomi si erano sollevati in alto
raggiungendo quasi le orecchie.
Sembrava che indossasse una
maschera, una terribile e mostruosa
maschera.
Invece davvero un'ottima
sempre.
Esci con quei ragazzi?
Mia madre stava asciugando il
lavello con lo strofinaccio e mi dava
le spalle. Ma potevo immaginare la
sua espressione contrariata e
severa. Ecco che di nuovo
s'intrometteva nella mia vita privata
decidendo al mio posto chi potevo
frequentare e chi no.
Forse. fu la mia risposta.
Con quel Lorenzo? domand
mio padre.
Faceva di nuovo zapping alla TV
con il telecomando a mezz'aria; non
capivo se davvero stava cercando
un programma di suo gradimento, o
in edicola.
Perch ne avete?
Di edicole? Certo che s, una.
Ma di depliant no in effetti. Non
che ci sia molto turismo da queste
parti.
Gli assestai una pacca su un
braccio. Lui rise e una delle zanne
spunt fuori dal labbro. Quando lui
se ne accorse si affrett a tornare
serio e a voltarsi. Stavo per dirgli
che non doveva sentirsi in
imbarazzo con me se la sua parte
maledetta
emergeva
quando
eravamo insieme; ma un fischio
lungo e sonoro richiam la mia
attenzione.
abbassare lo sguardo.
Eravamo davvero tutti. I
Maledetti. Mancava solo quel tizio
del quale non ricordavo il nome, il
ragazzo che faceva parte dei Teschi
e che mi dava la caccia assieme
agli altri.
Quando ci videro arrivare,
Christian e Lorenzo gettarono la
sigaretta a terra spegnendola
simultaneamente con il piede.
Sembrava che stessero eseguendo
una bizzarra danza. Christian pos
gli occhi su di me, ma non mi
rivolse la parola. Io lo salutai
sforzando un sorriso, ma lui chin
un poco la testa ignorandomi.
ancora abitato.
Ragazzi, qui c' una puzza
incredibile! si lament Valerio e
con la mano and a coprirsi naso e
bocca.
Io non sento assolutamente
niente. gli rispose Lorenzo. Solo
odore di chiuso e polvere.
No! lo corresse Valerio. Puzza
di cadavere e sangue!
Si tolse la mano dal viso e
mostr
le
due
zanne
che
sembravano aver preso il posto
delle labbra, le quali si erano come
ripiegate su se stesse. Una cupa
ombra gli nascose gli occhi, e la
pelle della faccia parve tirarsi tutta
nome.
Impallidii. Dovevo aver assunto
un aspetto davvero preoccupante
perch Christian mi corse subito
accanto.
Che hai?
Io lo guardai con gli occhi
sgranati, ma anche stavolta non
riuscii a farmi uscire una sillaba
dalla bocca. Empira mi lasci la
mano.
Chin la testa e si avvi verso i
fornelli della cucina. Io la seguii con
lo sguardo, incapace di chiederle
dove stesse andando.
Ecco. Ci siamo. disse
Christian.
corsa.
Posso. Posso. Guidare io.
riuscii a dire.
No!
Lorenzo sal al posto di guida e
io non insistetti. Tremavo dalla
testa ai piedi; non ce l'avrei
comunque fatta a tenere saldo il
volante tra le mani.
Almeno lasciami guidare, visto
che per il resto sono perfettamente
inutile!
si
lament
mentre
partivamo.
Io ero troppo terrorizzata
spaventata
e
confusa
per
rispondergli.
Ed ero terribilmente preoccupata
carica di rimprovero.
Nessuno stato ammazzato.
gli rispose Valerio. Questo conta.
Lorenzo colp di nuovo il tavolo
con il bicchiere.
No! Sono perfettamente inutile!
Non sono in grado di aiutarvi!
E allora la prossima volta stai a
casa e non venire con noi!
Valerio non aveva ancora finito
di pronunciare quella frase che
Lorenzo era gi scattato in piedi e
gli si era avvicinato con aria
minacciosa. Vlad si stacc da me e
abbai.
Scusami se non sono ancora un
mostro come te! sussurr a denti
stretti. Anche se ne ho un
immenso terrore, ci sono momenti
in cui vorrei esserlo!
Valerio si oscur in viso.
Non immagini invece quanto io
non vorrei mai esserlo diventato!
Empira si affrett a mettersi tra
i due.
Smettetela! Non questo il
momento
per
litigare!
li
rimprover.
Io guardavo la scena senza
muovere
un
muscolo,
completamente disarmata. I due
restarono a fissarsi per un lungo
istante. Quindi Lorenzo torn a
mettersi seduto. Valerio invece
nonna oggi.
Giulio Basile. intervenne
Lorenzo. Deve essere stato lui. Ed
era lui quell'orribile Bestia, ne sono
sicuro.
Come diavolo ha fatto a
trasformarsi cos velocemente?
domand Valerio con aria sbalordita
e per un verso affascinata.
stato maledetto lo stesso
anno in cui siamo nati noi, eppure
sembra che sia cambiato molto
prima. gli fece eco Lorenzo.
Valerio annu. Si guardarono e
sembr che la lite avuta poco prima
fosse stata gi dimenticata.
Qualcuno avr utilizzato su di
a tutti.
Sappiamo bene che voi
maledetti avete vita breve.
pronunci con tono triste nella
voce.
Suvvia, Gilda! le rispose
Carmine allontanandosi da me e
guardando l'anziana donna con
occhi rimproveranti. Non diciamo
sciocchezze! Piuttosto: Christian
come sta? Si rimetter presto?
La vecchia Gilda fece uno strano
cenno con la testa, che in sostanza
non equivaleva n a un no n a un
s. Aggiunse poi che bisognava
chiamare la famiglia di Christian per
avvertirla dell'accaduto.
aperto
i
suoi
occhi
scuri.
Un'espressione stanca gli lessi sul
viso. Mi fermai a pochi passi da lui.
Il cuore mi batteva forte, come se
avesse paura di qualcosa.
Incrociai le braccia sul petto.
Come stai? gli chiesi a voce
bassa senza guardarlo, fissando i
ghirigori di legno che adornavano la
spalliera del letto al di sopra della
sua testa. Lui si mosse in maniera
impercettibile sotto le lenzuola.
Mi avrai di certo preso per
pazzo: prima ti rapisco poi cerco di
ucciderti, e poi ancora ti salvo la
vita. Credo che dovrei finalmente
decidermi cosa fare con te. Parl
serio.
Mi dispiace che tu sia qui a
Tiepole. disse. Non sai quanto ti
vorrei lontana!
Immaginavo perch mi stesse
dicendo quelle parole, ma mi
offesero e rattristarono lo stesso.
Non fraintendermi! si affrett
ad aggiungere. Sono solo in ansia
per te. Sollev una mano e per un
momento credetti che stesse per
afferrare la mia. Poi ci ripens e la
ripose sul lenzuolo.
Non avrei mai permesso a loro
di farti del male! aggiunse.
Perch? mi ritrovai a chiedere.
Perch
sono
completamente
Sarebbe un guaio se ti
accadesse qualcosa! disse. Cosa
m'importa dei Tiepolesi e di quello
che farebbe la discendete!
Gli sorrisi. Lui ricambi.
Sappi comunque che ti
mangerei volentieri! aggiunse poi
in tono scherzoso. La tua pelle
molto morbida. Non sarebbe difficile
affondare le mie zanne in te.
Io gli diedi un buffetto su un
braccio, fingendomi spaventata.
Poi gli chiesi in tono ingenuo e
spontaneo, per pentirmene subito:
E da dove cominceresti?
Lui trattenne una risata, mentre
io diventavo paonazza sul viso.
brivido.
Queste non mi sembrano le
mani di un mostro. dissi.
Feci per ritirare la mano, ma lui
non
mi
lasci
andare.
Ci
guardammo senza pronunciare una
parola. La luce della candela
ondul, e fece danzare le ombre
nella stanza e sul suo viso.
Anch'io diventer un mostro se
pu consolarti! aggiunsi in un
sussurro quasi impercettibile.
La candela tremol di nuovo, pi
violentemente, sospinta da uno
spiffero di aria che quasi ne spense
la fiamma e che mi solletic la
schiena. Avvertimmo alcune voci
mostro!
Sentire Christian definito in quel
modo mi infastid.
Non dovresti chiamarlo in
questo modo! la rimproverai.
La ragazza si port la sigaretta
alla bocca e tir. Poi tese la mano
verso di me. Mi chiamo Silvia. si
present. Io conosco il tuo nome,
giusto che anche tu sappia il
mio!
Io fui restia a stringerle la mano.
Di fronte alla mia esitazione, Silvia
fece ricadere il braccio. Mi chiesi se
non fosse tutto un trucco, se lei mi
stesse trattenendo per un motivo
specifico.
orribile!
Come ha fatto tua madre! Io ti
invidio sai; ti odio e ti invidio.
Pensai che non poteva essere
pi sincera di cos.
So cosa mia nonna ha fatto a
tuo nonno. mi affrettai a dire
prima che fosse lei a tirare in ballo
l'argomento. E mi dispiace, ma io
non c'entro nulla. Non sono io la
discendente.
Questo lo so.
Mi guard, e io guardai lei.
Quelle sue parole mi spiazzarono.
Ti odio perch tu hai quello che
io non ho avuto mai. aggiunse, ma
senza disprezzo nella voce. Una
Lanci
un'occhiata
fugace
al
corridoio, temendo che potesse
arrivare qualcuno. Inspir altro
fumo che cacci fuori dalla finestra.
Mi tiene segregata in casa.
Controlla le mie uscite e mi
costringe a frequentare le persone
che vuole lei. Christian non
controllabile; credo che addirittura
lo tema. sorrise in maniera
perversa. Poi torn seria. Ho
pensato molte volte che possa
essere lei la discendente.
Non ho mai avuto sospetti su di
te; sei troppo ingenua e inesperta.
Lei e la madre di Giulio Basile
invece mi danno da pensare.
come ci si vive.
Silvia mi fiss abbozzando un
sorriso.
Sei saggia. Sciocca, ma
saggia.
Chiuse i vetri della finestra
rabbrividendo.
Piover stanotte. disse
scrutando il cielo. Sar l'estate pi
piovosa e fresca degli ultimi anni
qui a Tiepole. Sai quand' stata
l'ultima estate cos?
Alzai le spalle.
Quando hanno ammazzato tua
nonna. Quella sera so che piovve
moltissimo.
Mi percorse una scarica che
L'Assemblea
Mi parve di sentire la voce di mia
madre, al piano di sotto. Mi voltai
per vedere se qualcuno stesse
salendo le scale, forse mi ero
sbagliata.
Prestai attenzione al vociare del
piano inferiore: s, quella era
esattamente la voce di mia madre,
preda di un nuovo attacco
d'isterismo.
La vecchia Gilda, oltre ad aver
chiamato i genitori di Christian,
doveva aver contattato anche i
miei. Reprimendo un'imprecazione,
mi voltai verso Silvia per salutarla.
pi insistentemente.
Aprii lo sportello della macchina
gettando all'interno lo zainetto.
Salii e sbattei forte lo sportello
quando lo richiusi. Mio padre, senza
indugiare oltre, si affrett a lasciare
la piccola villetta della vecchia Gilda
come se scappasse dal demonio in
persona. Contrariamente a quanto
mi aspettavo, nessuno dei due
parl. Nessuno mi sgrid, n
affront l'argomento. Io, che ero
pronta a difendermi, restai delusa e
infastidita dal loro comportamento.
Lo stavano facendo di nuovo:
fingere che nulla fosse accaduto,
nascondere la rabbia che di certo
dovevano
provare
nei
miei
confronti.
Feci per dire qualcosa, ma in
realt erano talmente tanti gli
argomenti che volevo affrontare da
non sapere dove iniziare. La prima
domanda riguardava la morte di
mia nonna; quelle informazioni di
sicuro avrebbero gettato nuova luce
sull'intera faccenda. E poi volevo
parlare di quello che mi era
accaduto, chiedere a mia madre se
anche lei fosse d'accordo sulla
teoria da noi altri elaborata, cio
che i Teschi volevano il mio sangue
e forse anche il suo.
Erano tante le cose che volevo
frenare
le
lacrime
che
mi
inondarono il viso quando alla fine
immaginai il momento in cui io mi
sarei trasformata, a quando sarei
diventata un mostro. Anche a me
sarebbero spuntate le zanne? Avrei
mutato il colore della pelle? Quanto
tempo sarebbe trascorso prima che
la trasformazione si completasse e
mi uccidesse?
Mi assal l'ansia e l'aria mi
manc. Tirai gi il finestrino e
respirai una lunga boccata d'aria.
Ma non bast. Sentivo il mondo
stringermisi attorno in una morsa
letale. Volevo scendere da quella
macchina.
le
ultime.
Poi
la
uccisero.
L'impiccarono all'albero di quercia,
poi le fracassarono la testa e le
tagliarono via i piedi, perch cos
che l'antica magia vuole nel caso si
debba uccidere una strega.
cos che tua nonna morta.
Mi rivenne alla mente la quercia
poco distante dalla piccola casa che
era stata di mia nonna; mi ero
ritrovata cos vicina al luogo dove
venne uccisa senza nemmeno
saperlo. Immaginavo una storia
simile.
Solo non mi aspettavo che mia
madre la raccontasse nei minimi
dettagli.
cose.
Non m'interessano queste
stupide storie, Emma. disse.
Delle maledizioni, di tua nonna, di
streghe e quant'altro. A me
interessa di te. Se ti fosse accaduto
qualcosa non me lo sarei mai
perdonato. Si pass nervosamente
una mano sul viso. Sospir e
incroci le mani dietro la schiena.
Mi dispiaceva vederlo cos in ansia
per me.
Pap, mi dispiace. dissi
sapendo che non sarebbe servito a
niente.
Mio padre si sedette accanto a
me. Mi guard a lungo, e io provai a
avremmo
vinto
di
sicuro,
ammazzato tutti i Teschi e
catturato quell'orrenda Bestia e
scoperto inoltre chi sia questa
dannata discendente! Emma che
cercano, signora, oramai chiaro.
lei che volevano oggi.
Mio padre si agit a quelle
parole. Stava per contraddirlo,
quando sentimmo bussare alla
porta. Ci voltammo tutti in direzione
dell'ingresso,
come
se
ci
aspettassimo che qualcuno entrasse
da l da un momento all'altro. Il
pugno batt di nuovo, e poi ancora
una volta.
Io mi feci piccola accanto a
cadere.
Cavolo Emma! Spero che
quando ti trasformerai i tuoi riflessi
saranno pi pronti! mi rimprover
scherzosamente.
Quando mi trasformer, ti
riempir di lividi! lo minacciai allo
stesso modo. Lo fissai, le profonde
occhiaie sotto gli occhi gli velavano
il viso di un'ombra cupa e funesta,
cancellandogli l'espressione bonaria
che sapevo avesse. Un dubbio mi
colse. Lo strattonai per un braccio.
Valerio, ma noi stiamo andando
in Chiesa! Ai vampiri non piacciono
quei posti l!
Valerio scoppi a ridere. I miei
Don Luigi!
Mi afferr una mano e senza
aggiungere altro mi trascin con
s.
Mio padre cerc di fermarlo, ma
fu subito bloccato da mia madre.
Lanciai un'occhiata spaventata a
Valerio, che invece mi rivolse un
cenno con il capo come a dire che
era tutto a posto. Davanti agli
sguardi apparentemente indifferenti
di tutti i presenti, il prete mi port
con s verso la cabina del
confessionale. Prima che potessimo
entrarci, Christian ci sbarr la
strada.
Devo farlo, Christian. si
La tomba trafugata
Entrarono due donne, un uomo e
due giovani. Uno di questi ultimi
richiuse con violenza il portone;
sgrull il suo ombrello per liberarlo
un poco dalla pioggia formando cos
una piccola pozzanghera sull'antico
pavimento musivo.
Perdonate l'irruenza. parl una
delle
donne
che
riconobbi
all'istante.
Era
impossibile
dimenticarsi
della
madre
di
Christian, che non appena la vide
mi lasci la mano e si affrett ad
alzarsi in piedi.
Silvia, al contrario, scivol con la
della faccenda.
Ma non capisci, Don Luigi!
rispose la vecchia Gilda con la
faccia paonazza e gli occhi umidi di
lacrime. Era cos terrorizzata che
Empira fu costretta a sostenerla
per un braccio.
Qualcuno vuole risvegliare lo
spirito di Marta Vasselli! disse con
voce spaventata. Quelle parole
provocarono di nuovo il caos. Mia
madre si era allontanata da me e
aveva raggiunto mio padre; li vidi
discutere animatamente. Volevo
raggiungerli, ma Christian me lo
imped. Mi attir a s, e mi
costrinse a guardarlo negli occhi.
L'aggressione
Pigiai il pulsante play e mi
accoccolai sul letto. Passarono
pochi secondi e la musica inizi. Le
prime note di I will be, cantata da
Leona Lewis, riempirono la stanza.
Mi cinsi le ginocchia con le braccia.
Ero stanca, esausta. Mi faceva male
la testa e il panino mandato gi di
corsa perch mio padre aveva
insistito mi andava su e gi per
l'esofago. Mi guardai intorno,
timorosa
che
qualche
altro
fantasma si fosse introdotto in
camera mia. In realt, nell'angolo
tra l'armadio e il letto, c'era solo
andandogli incontro.
Viste le circostanze, pi guardie
del corpo hai meglio ! rispose
Valerio.
Dovresti
essere
minacciata di morte pi spesso per
aver maggiore libert!
Gli rivolsi un'occhiataccia
mostrandogli la lingua, pensando
per che in fin dei conti aveva
ragione.
Non mi andava di tornare a
casa dopo quello che successo.
si giustific Lorenzo.
Valerio gli batt una mano su
una spalla.
Ma certo amico mio! Stavamo
per iniziare un pigiama party!
storia.
Valerio alz le spalle e Lorenzo
scosse debolmente la testa alle mie
parole. Chi avrebbe mai potuto
spiegarmi come stavano veramente
le cose? Stavo per riaprire bocca e
avanzare un'altra delle mie assurde
congetture, quando avvertii una
musica
provenire
dal
piano
inferiore, ben chiara e distinta
sebbene la porta fosse chiusa. Delle
note che avrei riconosciuto tra
milioni: Greenslevees. Conscia che
di l a poco sarei stata di nuovo
preda di una delle mie allucinazioni,
e che avrei visto qualche spettro
terrificante volteggiare per la mia
tutto
passato.
disse
verso
l'interno. Non avrebbe
impiegato molto a sfondarla.
Vieni, presto!
Seguii Silvia su per una scalinata
e arrivammo davanti a un'altra
porta aperta. Una volta dentro,
barric anche quella con un
catenaccio. Mi ritrovai nel salotto di
casa di Christian senza nemmeno
accorgermene. Ma non ebbi n il
tempo n l'intenzione di darmi
un'occhiata attorno. Silvia acciuff
la cornetta del telefono posata su
un mobiletto accanto a una
credenza di legno, e compose
velocemente un numero. Sai dov'
mio fratello? mi chiese.
Scelte difficili
Avete scambiato la mia casa per
un
ospedale?
andava
lamentandosi la vecchia Gilda
mentre faceva bollire una strana
poltiglia inodore sul fornello della
cucina. Poi cambiando decisamente
tono
di
voce: Che
brutti,
bruttissimi tempi ci aspettano;
speravo non arrivassero mai.
Sorvegliare e vigilare l'antica
magia. Avrei dovuto saperlo fin da
subito
che
sarebbe
stato
impossibile per me come per
chiunque altro.
Io, seduta sul divano tra mio
porcellana. Quelle
parole
mi
risvegliarono dal torpore nella quale
ero caduta.
C' pericolo che Silvia sia stata.
Ecco.
Che
possa
divenire.
balbettai, decidendo che fosse
giunto il momento di affrontare
l'argomento. In fin dei conti non
riguardava solo lei, ma tutti noi.
possibile. Ma non affrettiamo
le conclusioni. rispose la donna.
Guardai Christian. Non accenn
n un movimento n disse una
parola. Avrei voluto stargli vicino,
ma la presenza incombente e
silenziosa dei miei genitori mi
impediva di farlo. Gilda riemp la
aprirsi.
Carmine. annunci. Chiss
che notizie ci porta; come se non
avessimo gi abbastanza guai.
And ad aprire il portone prima
che l'uomo potesse suonare il
campanello. Carmine si precipit
dentro; indossava il suo solito
impermeabile verde. Da una delle
tasche fuoriusciva il manico scuro di
quello che potevo giurare fosse un
coltello, forse lo stesso che aveva
ferito la Bestia.
Il paese in subbuglio; si dice
che uno dei Maledetti impazzito e
che ha sbranato una donna. disse
senza neppure darci il tempo di
assolutamente
normale
essere
preoccupati in fondo, e mi stavo
abituando a quella sensazione che
mi faceva stare sempre all'erta.
Volevano ammazzarci. parl
Lorenzo a voce bassa. Quando tua
nonna ci maled. Me lo ha
raccontato mia madre. I Tiepolesi
volevano ucciderci fin da bambini
perch
temevano quello che
saremmo diventati. Hanno sempre
avuto paura di noi.
Cacci fuori la mano trasformata
dalla tasca e se la rimir come per
constatare che la mutazione non
fosse degenerata.
Cos'era quel lampo di luce?
risistemandosi la manica.
Io l'ho sentito, Christian! dissi,
felice di sapergli rispondere questa
volta. I miei genitori dicono di
averlo buttato, ma io l'ho visto sul
tavolo prima di uscire! Era l!
Qualcuno l'ha aperto per provocare
Valerio!
Per quale scopo?
Non lo so. Poi aggiunsi in tono
dispiaciuto e basso: colpa mia se
tua sorella ora si trova in queste
condizioni. Non dovevo darle retta,
cos non sarei entrata in casa tua e
non le sarebbe accaduto nulla!
Non dire cos. Allung una
mano verso la mia. Io la fissai
scomparse.
Della
ferita
che
Christian gli aveva provocato sulla
fronte non ce n'era pi traccia.
Rabbrividii.
Mi chiedo quando anch'io
impazzir! riprese a parlare
Lorenzo con gli occhi fissi sul volto
dell'amico. Non ho paura per me,
ma per voi. Se dovessi farvi del
male io non me lo perdonerei mai.
Io mi mossi per raggiungerlo e
gli posai una mano su una spalla.
Lorenzo, lui stato provocato!
Non l'ha fatto intenzionalmente.
Valerio non farebbe del male a una
mosca, come non ne faresti tu.
stata la discendente!
Ne sono
convinta.
Dobbiamo trovarla, Emma.
Prima che faccia del male ad altre
persone. disse lui in tono pi
sicuro. Agisce davanti ai nostri
occhi, ma non la vediamo.
Quelle parole mi diedero da
pensare. Davanti ai nostri occhi, ma
noi non la vediamo. Mi sorse un
terribile dubbio, scatenato dal
ricordo di un particolare che avevo
dato per scontato. Valerio mi aveva
detto chiaramente, a
ritorno
dell'Assemblea e poco prima che
impazzisse, che Simo era stata in
casa mia.
Lorenzo, ti prego di perdonarmi
gradino;
era
oramai
inutile
continuare a rincorrerlo.
Non ce la faceva a restare con
noi.
mi
disse
Christian
sopraggiungendomi alle spalle. Gli
ho letto negli occhi tutto il
dispiacere e la vergogna che prova
per quello che ha fatto a mia
sorella, e per quello che avrebbe
potuto fare a te. Ma ritorner,
Emma. Vedrai.
Io mi voltai verso di lui e gli
gettai le braccia al collo. Scoppiai a
piangere.
Quante
persone
dovevano soffrire ancora per causa
mia?
Dovevo fare qualcosa, qualcosa
Maledetti e maledizioni
Come potevo io, cresciuta in citt
e tenuta all'oscuro della mia vera
origine e di tutti i problemi causati
dalla mia famiglia, risolvere una
situazione
simile?
Solo
una
settimana prima uscivo con i miei
amici girando per bar e pub,
all'ombra del Colosseo. Tutto ci a
cui pensavo era cosa ne avrei fatto
della mia vita una volta terminati
gli anni del liceo, alla scelta
universitaria,
a
trovarmi
un
lavoretto part-time per l'estate.
Rientravo tra le persone definite
normali e la mia vita era semplice,
vicenda?
Scossi debolmente la testa.
Avevo letto qualcosa di simile su
Storia di Tiepole, ma non avevo
approfondito l'argomento. Mi chiesi
perch mi stesse raccontando
quella triste storia.
A vicenda? domandai
credendo di aver capito male. Che
vuol dire?
S, a vicenda. Stanchi delle
continue lotte decisero di morire, e
dimostrare in quel modo che la
guerra tra le due famiglie non
portava altro che morte. Lei
prepar una pozione velenosa che
lui bevve prima di spaccarle il cuore
bellissima,
e
chiss
forse
immortale!
Le sorrisi e mi voltai a guardare
il suo volto ancora pallido. Empira
era sdraiata sul divano coperta da
un plaid che la teneva al caldo; io
ero seduta ai suoi piedi e le tenevo
compagnia, aspettando che si
addormentasse. Poi magari avrei
finalmente sonnecchiato anch'io.
Gli altri erano tutti di sopra;
Silvia si era svegliata all'improvviso
urlando, e c'era stato addirittura
bisogno che Christian utilizzasse la
sua forza per calmarla. Vlad, che
aveva ottenuto il permesso di
entrare in casa dopo aver riempito
di me.
Vogliono pi bene a te che a
me! Tu sei una di quelle persone in
grado di farsi amare da chiunque.
Posai timidamente una mano sul
plaid, su quella che doveva essere
una delle sue caviglie.
Ma se la maggior parte dei
Tiepolesi mi odia! risposi cercando
di farla sorridere.
I miei genitori sono morti
quando avevo undici anni. riprese
lei ignorando la mia battuta.
Dicono che sia stata l'antica
magia, che si sono avventurati in
territorio pericoloso. Loro amavano
il mistero e l'occulto, ma erano
Io ricambiai, ma in realt mi
sentivo turbata. Empira e la sua
storia mi avevano scombussolata, e
il fatto che mia nonna fosse
estranea a quella brutta faccenda
non bastava a consolarmi. Provai
pena nei suoi confronti e tentai di
immaginare quanto fosse stata dura
per lei la vita fino ad allora, sola in
quella
casa
a
combattere
continuamente contro gli spiriti che
volevano impossessarsi del suo
corpo e della sua mente.
Qualche giorno fa ho cercato di
mettermi in contato con lei, con mia
madre. riprese abbassando la voce
e lanciando una veloce occhiata alle
fattezze
di
un teschio
che
sbucavano fuori, cercando di
rapirmi.
Quando torni a casa leggi sulla
Storia di Tiepole il capitolo relativo
alle Strigi. Solo tre donne prima di
te lo divennero; e una in maniera
permanente. Su di lei l'antica magia
ag cos fortemente da tramutarla
per sempre in un volatile. La
vecchia Gilda continu ancora a
parlare di streghe e uccelli notturni,
ma io non la stetti pi a sentire. Il
mio cervello rifiut qualsiasi altra
informazione.
Mi
tratteneva
dall'urlare solo la vicinanza di
Christian, il quale mi teneva stretta
libert.
La scelta della facolt
universitaria
a
confronto
mi
sembrava un gioco innocente.
Empira colp la vetrata con un
colpo delle nocche attirando la
nostra attenzione. Ci fece segno di
rientrare e indic il piano di sopra.
Silvia doveva essersi svegliata di
nuovo. Christian mi afferr per una
mano e rientrammo; la vecchia
Gilda invece rest l fuori. Notai,
prima di richiudere la porta finestra,
che si era accucciata a terra per
osservare qualcosa che cresceva in
un cespuglio.
Lorenzo ci aspettava sulle scale.
padre.
pi sicura la citt per lei. E
mi accorsi di quanto fosse divenuta
monotona quella sua battuta, come
se il suo cervello gliela suggerisse
quando non trovava di meglio da
dire. Un lampo poi entr dalla porta
finestra, seguito subito da un tuono
che squass l'aria. Sobbalzai,
spaventata. Tutti ci lanciammo
attorno delle occhiate nervose. La
pioggia inizi a picchiettare i vetri
delle finestre, e il suo scroscio per
un lungo istante fu l'unico rumore di
sottofondo.
Si
cre
immediatamente un'aria singolare,
inquietante. Sentimmo dei passi su
cercarci! aggiunse.
Ma i miei genitori. Empira.
dissi
logorata
dalla
preoccupazione.
Staranno meglio senza te
accanto! rispose lui.
Restammo in quella posizione
per qualche altro lungo istante.
Non si avvertiva pi alcun
rumore lontano. Solo la pioggia che
batteva contro le foglie e sul
terreno. Noi, coperti dalla chioma
dell'albero sotto il quale ci eravamo
rifugiati, ascoltavamo quel rumore
ipnotico senza fiatare. Sentivo la
terra entrarmi nei pantaloni, e
l'erba del cespuglio mi solleticava
Sconcertanti rivelazioni
La pioggia ci avrebbe impedito
anche quella mattina di veder
sorgere l'alba. Cadeva gi pi lenta
e meno fitta, la terra ne beveva
quasi
dissetandosi.
Anche
il
paesaggio attorno a noi sembrava
vittima di una maledizione, statico
e inerte, senza vita. Christian,
risvegliandomi dallo stato di torpore
nel quale ero sprofondata, disse che
era
impossibile
affrontare
le
montagne con quel tempo.
Torniamo a casa di Empira?
chiesi conoscendo tuttavia la
risposta.
accanto
al
tronco
dell'albero
facendo timidamente capolino oltre
il cespuglio, Christian scatt in piedi
avventandovisi contro. Sentii la
voce di una ragazza gridare per lo
stupore e lo spavento. Feci per
alzarmi ma mi ritrovai seduti
accanto, nel breve arco di un
istante, Christian e sua sorella. Lui
teneva Silvia per la vita e le
tappava la bocca con la mano,
come tante volte aveva fatto con
me.
Che ci fai qui? le chiese
sottovoce, con tono irato.
Silvia tent di divincolarsi dalla
morsa del fratello. I nostri sguardi
ma ne hanno paura. Io ne ho
paura!
Io e Christian ci lanciammo una
veloce occhiata. Era una follia
rifugiarsi in casa della megera, ma
non avevamo altra scelta. Non
potevamo tornare in paese o la
notizia del nostro ritorno si sarebbe
divulgata di bocca in bocca e i
Teschi ci avrebbero stanato subito.
Anche tornare dalla vecchia Gilda
era fuori discussione perch da
come ci aveva riferito Silvia, uno dei
Teschi era rimasto l a fare da
guardia. Christian allung il collo
oltre la corteccia dell'albero per
lanciare un'altra occhiata alle mura
Io indietreggiai, completamente
basita. Christian si risollev in piedi
e fiss il viso pallido di Candce, la
ragazza che solo qualche mattina
prima al bar mi aveva trattata tanto
scortesemente rivolgendomi parole
minacciose. Non potevo credere che
anche lei facesse parte dei Teschi;
ma
in
fondo
avrei
dovuto
aspettarmelo.
Sgualdrina! la insult Christian
in malo modo. Gett con disprezzo
la maschera da teschio accanto al
suo corpo inerme. Si gir verso sua
sorella. Tu lo sapevi, vero? le
domand.
Silvia annu con la testa.
un triste sorriso.
Simo? Dov'? chiese la voce di
un uomo alle mie spalle.
Sobbalzai e mi voltai: non
impiegai molto a capire che quello
era il padre di Lorenzo. Dunque la
donna sconosciuta seduta accanto
al letto doveva essere sua madre.
L'uomo mi afferr per un braccio, gli
occhi sbarrati per il dolore e la
faccia esausta.
La vedi tu? mi domand.
Io annuii e indicai il letto,
puntando l'indice su Christian. Ma
Simo non c'era pi.
Allora? Dov' mia figlia? Che
cosa ti sta dicendo? continu
di vetro.
Il sogno di tua madre sarebbe
stato quello di sposarsi qui!
cominci mio padre a voce bassa.
Carino come posto, non credi
anche tu?
S, molto carino qui.
familiare e accogliente!
Tua nonna era molto religiosa,
sai. riprese mio padre. Prima di
dedicarsi completamente alla magia
o roba simile, era praticante. Si dice
che abbia lasciato tracce del suo
passaggio anche qui. tutto
talmente assurdo, non lo credi
anche tu?
Gi. Eppure.
maledizione.
Don Luigi abbozz un sorriso.
Tutti quanti ne hanno una; e
non solo a Tiepole. Le malattie, le
guerre, le carestie non sono
anch'esse maledizioni?
S, ma perch Dio rimane
impotente di fronte a esse?
Don Luigi sorrise ancora, il volto
gi rigato da rughe profonde; forse
si aspettava una domanda simile.
Prima che tu arrivassi, credevo
che Dio avesse definitivamente
abbandonato
questo
posto!
rispose.
Quando
accadeva
qualcosa di strano la gente si
chiudeva nelle proprie case e
sentenza.
In realt non rimasi bench
minimo
turbata
da
quella
rivelazione.
Tiepole era stato il paese di mia
madre, era normale che l avesse
vecchie amicizie ed ex amori.
Ma tu non ti sei mai sposato?
domandai senza preoccuparmi di
essere discreta.
Lui arross un poco e alz le
spalle larghe quanto un armadio.
Con tua madre se ne and
anche l'ultima bella e brava ragazza
che ci fosse qui a Tiepole. Ho avuto
una storiella con Elisa, ma chi non
l'ha avuta qui in paese? Rise per
stato al completo.
Christian comparve sulla porta
della cucina, distogliendomi da quei
pensieri. Esattamente come me
aveva l'aria stanca e preoccupata.
Solo la presenza di Empira mi
trattenne dal gettargli le braccia al
collo e stringerlo a me.
Che cosa c'? gli chiesi.
Lorenzo. La maledizione
permanente, mi rispose lui in tono
rassegnato. Come reagir quando
si sveglier e si guarder allo
specchio? Si vergognava per la sua
mano,
ma
almeno
poteva
nasconderla.
Come potr farlo invece col suo
viso? Ne morir.
E di nuovo non potei fare a meno
di pensare a quando io mi sarei
trasformata. Se mi fossero spuntate
le ali da rapace notturno, che cosa
avrei fatto? Mi sarei nascosta in
casa per tutta la vita? E se mi fosse
spuntato all'improvviso un becco
orribile al posto della bocca?
E se.
Non potevo pensarci o mi
sarebbe venuta la nausea. Sentii il
bisogno urgente di chiudermi in
bagno e restare da sola. Quando
espressi
quel
mio
desiderio,
Empira
mi
disse
che
per
raggiungerlo
dovevo
prima
Emma.
Era in pericolo. I suoi amici
erano in pericolo. Le dita smisero di
tremargli e Valerio mise a tacere
con ostinazione le voci che aveva
nella testa. Si alz in piedi e riprese
a
camminare,
affrontando
il
temporale e affondando gli anfibi
nel fango.
Non era ancora finita.
La discendente
Caddi in una sorta di torpore: ero
stanca, infreddolita, spaventata e
assonnata. Avevo atteso invano che
Christian mi venisse a cercare.
Ero completamente sola
nell'unica navata della piccola
chiesa. Gli altri dovevano essere
ancora
tutti
nel
piccolo
appartamento di Don Luigi, al
capezzale di Lorenzo. Anch'io
dovevo trovarmi l come tutti gli
altri, anche se ripensandoci io non
ero come tutti gli altri.
Io ero la nipote della terribile
Marta Vasselli.
Christian?
Mi assal l'ansia e decisi di
chiudere la mente a ogni pensiero.
Mi
strinsi
nelle
braccia,
concentrandomi solo sul rumore
ritmico e ripetitivo della pioggia.
Fissai la statua cercando di
distrarmi. Poi, involontariamente,
come guidata da una voce interiore
seguii lo sguardo triste della
Madonna che si andava a posare
sull'altare, precisamente sul pulpito.
Senza sapere cosa stessi facendo,
seguii quella indicazione. Salii
l'unico scalino dell'altare, e mi
piazzai accanto al pulpito: s, ora
l'Addolorata
sembrava
fissare
proprio me.
Abbassai gli occhi su una Bibbia
aperta.
C'erano
dei
versi
sottolineati a matita. Lessi prima
con gli occhi e poi ad alta voce:
Dopo questi fatti, Iddio volle
mettere al a prova Abramo e lo
chiam: Abramo!. Egli gli rispose:
Eccomi!. E Dio gli disse: Ors,
prendi tuo figlio, lunico che hai e
che tanto ami, Isacco, e va nel
territorio di Moria, e l offrilo in
olocausto sopra un monte che io ti
mostrer.
Sollevai lo sguardo dalla pagina
per guardare di nuovo la statua. Poi
tornai a leggere ancora una volta il
per
fuggire.
Mi
avevano
abbandonato. La Bestia mi si
avvicin, il corpo completamente
ricoperto di peli, il muso da
animale, gli occhi iniettati di
sangue; e solo quando fu a
pochissimi passi da me trovai il
coraggio di voltarmi e fuggire.
Ma era troppo tardi. La Bestia mi
afferr per una spalla e mi gett a
terra. Urlai.
Poi mi colp in viso, e attorno a
me si fece il buio.
Marta Vasselli
Mi risvegliai in una stanza buia e
umida. Ero sdraiata a terra su un
pavimento freddo di pietra dura.
Prima di alzarmi a sedere provai a
chiedere se ci fosse qualcuno l con
me, ma la voce mi manc. Quindi
mi sollevai lentamente in piedi.
Respiravo a fatica e mi sentivo la
parte destra del volto intorpidita, l
dove la Bestia mi aveva colpito con
quasi tutta la sua forza. Mi sentivo
le ossa della faccia indolenzite e fui
costretta a tastarmi il viso per
controllare che fosse tutto a posto,
oppure se ne mancasse una parte.
polpastrelli,
disgustata.
Quindi
allungai di nuovo il braccio. Se
avessi seguito la parete, questa mi
avrebbe portata ad una porta e da
questa avrei potuto tentare la fuga;
o almeno era quello che speravo.
Eppure una parte di me mi
sussurrava che i Teschi non mi
avrebbero mai lasciata fuggire, non
ora che ero in mano loro. La parete
era di pietra anch'essa; dovevo
trovarmi dunque in un sotterraneo,
o in una grotta. Che mi avessero
portata
su
in
montagna,
nascondendomi in una delle sue
insenature rocciose?
Continuai ad avanzare al buio,
voce.
Nella tua tomba. rispose
Candce cantilenando.
Eva le lanci uno sguardo con il
quale la rimprover.
Hai fame? mi chiese poi.
Dormi da moltissime ore e non hai
cenato. Ci servi in forze.
No. risposi in un bisbiglio.
Non voglio niente da voi!
Per vuoi Christian, non
vero? strill Candce. Io lo
desideravo e tu me lo hai portato
via! Fece per scagliarsi contro di
me, ma Eva Costantini, con quella
sua stupefacente velocit, la colp
al viso.
completamente o in parte.
Eva Costantini al contrario era in
s quando mi rivolgeva quelle
minacce. Desiderava essere come
mia nonna, forse essere addirittura
mia nonna, quello che era stata. La
strega di Tiepole, potente e
temuta, il cui solo nome o ricordo
destava paura. Quello fu un ottimo
argomento per controbattere: Lei
non sar mai come mia nonna! la
provocai. E se anche stanotte
riuscirete a farla risorgere, non la
vorr mai al suo fianco. Marta
Vasselli me che ha maledetto;
me che ha scelto di far diventare
una Strige!
riecheggi
nella
stanza,
rimbalzando da una parete all'altra
come fosse una pallina da ping
pong. La voce sembrava che avesse
aspettato proprio quel momento
per tornarmi.
Davanti a me, sul quel tavolo di
legno, giaceva la sagoma di uno
scheletro. Le ossa rilucevano alla
luce della fiamma della candela.
Non mossi un muscolo, n mi
soffermai a osservare ogni singolo
particolare. L'unica cosa che notai
fu l'assenza delle ossa dei piedi ed
erano quelle ossa mutilate che
dovevo aver toccato prima quando
avevo allungato la mano al buio.
Scostati da l. Stanno
arrivando!
Scomparve e torn ad
avvolgermi il buio. Sentii il diario
abbandonare le mani. Lo immaginai
mentre volteggiava in aria e si
andava a riporre accanto al corpo di
mia nonna. Mi alzai di corsa, giusto
in tempo per non essere travolta
dalla porta che si spalanc di colpo,
dopo
che
qualcuno
aveva
armeggiato chiassosamente con la
serratura. Entrarono due figure
armate di torce questa volta. La
luce di una delle due mi colp in viso
e fui costretta a socchiudere gli
occhi, abbassando la testa. Mi
suo
stupidissimo
passatempo,
disegnando sulla parete alle mie
spalle bizzarri ghirigori con la luce
della torcia.
Noi siamo i suoi seguaci! disse
alla fine il sindaco. Lei ci
ringrazier!
Eravate tutti cos impegnati a
temerla, che non avete capito il
vero motivo per cui ha fatto tutte
quelle cose quando era in vita!
sbottai io cercando volutamente di
provocarlo.
Ma che stai dicendo?
Il sindaco fece un passo verso di
me. Abbass un poco la luce a
terra.
una parte.
Ma come non ti ricordi?
Stavamo inseguendo Flavia Buzzi,
quella stupida che mi aveva
derubata della borsa! La volevo
uccidere. Il viso di Concetta si
trasform come era accaduto in
camera mia: gli occhi le si
ingrossarono, la bocca le si allarg
in un sorriso diabolico e gli zigomi si
sollevarono cos in alto da sfiorare
le tempie. Trasalii, ma mi sforzai di
non abbassare lo sguardo.
La volevo ammazzare! Tutti i
miei risparmi c'erano in quella
borsa! grid a voce alta, irata.
L'ho spinta fino alle Colline e
quei
rompicapi,
facendomi
sobbalzare. Lasciai ricadere il
medaglione che si impigli tra due
costole.
Guardai la porta, temendo che la
Bestia fosse tornata a torturarmi.
Sentii ancora un rumore, come
un tonfo sordo. Poi qualcosa o
qualcuno inizi a battere la porta,
colpendola duramente, con il chiaro
intento di scardinarla. Urlai e mi
appiattii contro la parete opposta. I
colpi durarono ancora qualche
istante, poi la porta cedette sotto
quella violenza e cadde a terra, in
un tonfo che mi perfor i timpani.
E questa volta forse era davvero
giunta la fine.
andiamocene da qui!
Avrei riconosciuto quella voce tra
milioni. Riaprii gli occhi: il viso di
Valerio, pallido e scarno, era
proprio di fronte al mio. Gli gettai le
braccia al collo, scoppiando in un
pianto liberatorio.
S, anche io sono felice di
rivederti, ma adesso usciamo di
qui! mi disse lui. Credo che la
mia entrata in scena non passer
inosservata!
Annuii e mi staccai da lui. La sua
presenza bast a far svanire tutte le
mie paure. Mi prese per mano e
corremmo verso l'uscita. Lanciai
un'ultima occhiata alle ossa di mia
provocatomi
da
quel
brusco
atterraggio, sentii a mala pena il
rombo di una moto che si
avvicinava. Il centauro che la
guidava tent di investire la Bestia
che si lev da una parte con un
agile balzo. Christian salt a sua
volta, lasciando che la sua moto
andasse a sbattere contro il tronco
di un altro albero. Quando riatterr,
lo vidi trasformarsi: gli artigli gli
spuntarono al posto delle unghie, i
peli gli ricoprirono ben presto parte
del viso e del corpo, i muscoli gli si
ingrossarono fino quasi a scoppiare,
i vestiti vennero ridotti a brandelli.
Rugg, e prima che avesse il tempo
guardandomi intorno.
Lorenzo mi ordin di seguirlo e io
mi lasciai guidare da lui. Tutto
intorno a me era silenzio, e non
sapevo se esserne felice o se
piuttosto allarmarmi. Se fosse
accaduto qualcosa a Christian. Non
volevo neppure pensaci.
Camminammo tra le tombe,
risalendo verso il punto dal quale
era iniziato tutto, dove avevo
lasciato Valerio a combattere contro
i tre Teschi. Potevo distinguere da
lontano gli angeli dalle ali spezzate,
l dove c'erano le tombe dei due
amanti del paese. Lorenzo si ferm,
io gli andai a sbattere contro.
animale inferocito.
Distinguevo Christian dalle sue
lunghe unghie affilate, di cui la
Bestia ne era priva. Continuavano a
combattere come cani rabbiosi,
guaendo e sbraitando. Vedevo la
pelliccia di entrambi sporca di
sangue. La
zampa-gamba
di
Christian ne era ricoperta. Gridai il
suo nome, in pena per lui. Ma me
ne pentii subito perch lo distrassi e
tanto bast alla Bestia per
conficcargli le sue zanne in un
braccio.
No! strillai scattando in
avanti.
Lorenzo mi ferm e mi respinse
maledizione
aveva
dipinta
un'espressione di sofferenza. Io mi
rifiutai di lasciarlo in quelle
condizioni.
Devi
andare!
insistette lui.
Lanciai un'occhiata a Christian:
lui e la Bestia avevano smesso
momentaneamente di combattere.
Si fissavano in cagnesco, l'uno di
fronte all'altro, aspettando che il
proprio nemico attaccasse per
primo. Avrebbero combattuto fino a
che uno dei due non fosse rimasto a
terra, esanime.
Lo aiuter io, se ci tieni cos
tanto! mi disse Lorenzo. Adesso
va', scappa via! Devi raggiungere la
Adesso tu mi morderai, e
bagneremo con il mio sangue le
ossa di mia nonna cosicch lei
possa tornare da me, e mia madre
non
sar
pi
costretta
ad
andarsene! ordinai.
Che cosa? Ma sei impazzita?
Sebbene non avessi fatto altro
che evitare quella sorte fin da
principio, ora risvegliare mia nonna
con il mio sangue maledetto era
l'unica cosa che desideravo. Era
buio pesto nella stanza, ma sapevo
che il tavolo con le ossa era proprio
dirimpetto alla porta. Camminai
incurante del fatto che potessi
inciampare su qualcosa e cadere
rovinosamente.
Senza
lasciar
andare il diario di mia nonna (che
per tutto quel tempo mi si era come
incollato alle dita) tesi le mani
davanti a me e finalmente tastai il
bordo del tavolo. Quindi allungai le
dita alla ricerca delle ossa.
Sgombro. Il tavolo era
sgombero. Urlai per la sorpresa.
Tastai meglio tutta la superficie del
tavolo, ma non trovai nulla se non
solo la catenella alla quale era
stato appeso il medaglione.
Come pu essere. Era qui!
blaterai. Era qui!
Valerio mi raggiunse e mi afferr
per le spalle.
accalappi
per
un
braccio
trascinandomi con s. Lorenzo ci
segu, con il viso chinato a terra.
Lanciai
un'ultima
occhiata
a
Christian, il cui corpo stava
tornando lentamente alla normalit.
Aveva diversi graffi pi o meno
profondi sulle guance e sulla fronte.
Poi mi guardai attorno pensando a
mia madre; immaginai mentre
usciva
all'improvviso dal
suo
nascondiglio e mi veniva incontro
rassicurandomi
che
saremmo
tornate a casa insieme. Ma scossi la
testa, sapendo che ci era
impossibile.
Sono tutti morti? domandai.
me? mi provoc.
Che razza di domande! Mi
rifiuto di rispondere!
Imbarazzata fino al midollo
decisi di cambiare decisamente
argomento.
Notizie di tua madre?
domandai.
L'espressione di Christian non
mut.
Sar scappata a gambe levate
quando avr scoperto che il suo
folle piano era fallito!
S, ma le ossa di mia nonna.
azzardai.
Emma, per favore possiamo
parlarne pi tardi? A meno che non
furbo, malevolo.
Ognuno ha la propria
particolarit. disse. E credo che
non ci sia bisogno che io ti ricordi
qual la mia.
Guard il corpo del sindaco; sulla
sua faccia comparve un ghigno.
Laura si ritrov a pensare chi
fosse pi pericoloso tra i due, se il
padre o il figlio. Giulio Basile era
vittima di una maledizione, e forse
se non avesse quel potere sarebbe
stato un giovane qualunque. La
maledizione del padre invece era
quella di avere dalla nascita un
animo malvagio, che non esitava a
esibire non appena poteva. E da
gravemente.
Tutti
dobbiamo
sacrificare qualcosa se vogliamo
difendere Tiepole. Gli Acriterrani tra
non molto verranno, e sai che c' la
piccola probabilit non indifferente
che anche tra di loro ci siano
persone come Marta Vasselli. Lei ci
serve, e non importa che cosa
dovremo sacrificare per farla
tornare in vita, fosse anche la vita
stessa di tua figlia!
Sacrificio? sbott Laura.
Quanto credi che sia stato difficile
per me aprire questo maledetto
medaglione e far rivoltare il
vampiro contro mia figlia? E
mentirle per tutti questi anni? E
bene
iniziare
a
organizzarci! rispose. Per quanto
riguarda l'universit.
Voglio aspettare che torni la
mamma! risposi interrompendolo.
una decisione che stavamo
prendendo insieme!
Mio padre annu.
Bene. In merito invece all'altra
storia, al fatto che tu diventerai,
che ti accadr quella cosa.
apprensivo.
Reagire in questo modo? Ho gi
perso mia moglie.
Pap, io non vado da nessuna
parte. lo rassicurai. Io non ti
abbandono!
Lui mi prese tra le braccia e per
poco non mi lev il fiato. Ci
sarebbero volute pi di alcune
semplici parole per tranquillizzarlo.
Prima di uscire, tornai di corsa in
camera mia; mi ero appena
ricordata di un piccolo particolare.
Aprii l'unico cassetto del mio
comodino e vi frugai all'interno alla
ricerca del medaglione che Lorenzo
mi aveva prestato il giorno che ero
desiderato.
A casa
In
strada
ci
accolsero
le
occhiatacce sospettose e timorose
dei Tiepolesi. Nessuno di loro ci
salut, ma in fondo non ci
aspettavamo di certo il contrario.
Lorenzo abitava poco prima del
parcheggio e della piazza, dove
c'era una traversa che andava a
ovest verso la valle.
Christian mi raccont che la sua
famiglia si era trasferita in una
piccola villetta isolata in seguito
alla scomparsa di Simo. L'unica
cosa che mi consolava in tutta
quella triste faccenda era che
guardava
immaginava
come
sarebbe stata la sua vita se mia
madre avesse scelto di restare a
Tiepole.
Andiamo ragazzi. parl
Christian facendomi sobbalzare.
Mi cinse le spalle con un braccio
e mi attir a s; aveva ragione, l
non c'era nulla pi da guardare. Mi
chiesi se i Tiepolesi sapessero come
erano andate esattamente le cose,
se erano a conoscenza della natura
infima e squilibrata di Candce.
Christian mi sfior i capelli con le
labbra, quasi come a succhiare via
ogni pensiero negativo. Mi voltai
verso di lui e gli sorrisi. Quando
imbarazzo.
cos felice di aver trovato
finalmente un'amica! comment
Christian
seguendola
con
lo
sguardo. Sai, lei stata la mia
prima fidanzata.
Mi voltai verso di lui e lo vidi
sorridere tra s.
Avevamo circa sette o otto
anni. continu guardandomi. Poi
abbiamo litigato perch io le ruppi
una bambola. Allora lei s'infuri e si
trasform. Da allora cambiato
tutto.
Torn serio. Pronunci quelle
ultime parole con tono grave. Io gli
afferrai una mano e incrociai le dita
spensieratezza.
Christian si ferm sotto l'arco di
pietra. Mi invit a guardare lo
stemma.
Le nostre famiglie sono state
nemiche un tempo. cominci. Ti
ho gi raccontato la storia degli
amanti di Tiepole.
Gi, quella tristissima storia. Ho
visto la loro tomba, dovremmo
portargli
dei
fiori.
feci
io
sospirando. Noi non finiremo come
loro, no? Non seppi mai dove
trovai il coraggio di rivolgergli
quella domanda. Mi pass dal
cervello alla bocca senza nemmeno
accorgermene. Christian mi fiss
senza parlare.
Hai paura? mi chiese dopo un
lungo ed estenuante silenzio.
Ho paura che possa cambiare
qualcosa tra di noi quando mi
trasformer anch'io! rivelai tutto di
un fiato, la voce tremante e bassa.
Lui abbozz un sorriso. Mi pass
delicatamente le dita su una
guancia. Non cambier nulla. mi
sussurr.
Mi baci tenendomi cos stretta
che smisi di respirare. Mi baci
incurante degli sguardi dei Tiepolesi
che sapevo ci spiassero dalle
persiane socchiuse.
Ci separammo davanti al mio
immischiasse
nella
mia
vita
privata.
Sapeva che Christian fosse un
bravo ragazzo e che mi voleva
bene, pi volte aveva rischiato la
sua vita per salvare la mia. Non
capivo che cosa temeva.
Il portone di casa era socchiuso;
non appena lo spalancai mi ritrovai
faccia a faccia con Silvia. Sobbalzai
per la sorpresa.
Silvia, ciao. Che cosa. biascicai
sbalordita di trovarla in casa mia.
La pelle del viso era livida;
evidentemente avrebbe dovuto
utilizzare un fondotinta pi scuro.
Gli occhi apparivano stanchi e
sorriso
che
poco
aveva
di
amichevole.
Poi
mut
atteggiamento cos repentinamente
che mi turb: il volto le si rilass e
si volt per salutare mio padre con
voce argentina. Salut anche me
dicendomi che ci saremmo riviste
presto, e lo fece con una
naturalezza tale che sembr aver
dimenticato le minacce rivoltemi
solo un istante prima. Mi levai da
una parte per farla passare. Lei apr
il portone e usc richiudendoselo
alle spalle. Riflettei su quanto era
appena accaduto e non potei fare a
meno di ripensare alle parole che
Christian mi aveva rivolto solo
domand
ancora
mio
padre
vedendomi immobile sulla porta
dell'ingresso
e
assorta
completamente in quei pensieri.
Scelsi di apparecchiare la tavola
nonostante fossero da poco passate
le undici; avevo bisogno di svolgere
una mansione che mi tenesse
occupata la testa e le mani, e che
soprattutto mi tenesse alla larga da
mio padre ancora il tempo per
riflettere su tutto quello che mi era
accaduto. Disposi i bicchieri al
centro, in fila, proprio come aveva
l'abitudine di fare mia madre. Mi
mancava terribilmente; da quelle
piccole e sciocche cose me ne sarei
Appendice A:
Tratto dal a Storia di Tiepole
(autore anonimo)
Sulla fondazione di Tiepole.
La comunit di Tiepole nacque
nel 1823. Essa fu fondata da
Tiepolo Costantini e dai suoi
discendenti e seguaci che staccatisi,
dal paese di Acriterra valicarono la
montagna denominata Parzica per
ridiscendere poco pi a valle. Ci
avvenne in seguito a una disputa
tra la famiglia Costantini e le
autorit Acriterrane, in merito a ci
che fu chiamata allora antica
magia.
Appendice B
Dalla Storia di Tiepole (autore
anonimo)
Su Acriterra
Acriterra deve il suo nome alla
costituzione del terreno, duro e
pietroso, davvero difficile
da
lavorare. Il paese ha una lunga
storia; era piccolo agglomerato
urbano ai tempi del medioevo
(testimonianza di quel periodo la
rocca restante del castello dei
Savini) venne abbandonato durante
gli anni del Rinascimento, per poi
tornare ad essere Comune operante
nel tardo Risorgimento; di questi
ancora.
Appendice C
Dalla Storia di Tiepole (autore
anonimo)
Sulle Strigi
Il termine Strige deriva dal latino
strigem,
uccello
notturno,
carnivoro.
Nel medioevo da tale nome
deriv
quello
di
strega,
comunemente designata come una
donna dai poteri occulti dedita a
male e a rapporti con il male. Si
dice che una donna si possa
trasformare in una Strige a seguito
di una potente maledizione. La
trasformazione avviene in maniera
lenta ma permanente.
A Tiepole furono ben tre le
donne afflitte da tale sciagura:
Bianca Di Bernardo (nel 1852),
Savina detta la Guercia (nel 1902) e
Diana Fiore (nel 1913). Si dice che
la loro mutazione fu diversa,
riguard ora il lato prettamente
fisico, ora quello mentale. In
comune le tre donne ebbero solo la
pazzia, che le port a una fine
precoce. I Tiepolesi si guardano
bene da tali maledette, poich
recano in ogni caso sciagure e
morte.
Non ancora chiaro quali poteri
abbiano; anche in questo caso ci
Ringraziamenti
Questo libro forse non sarebbe
mai uscito dal mio pc senza
l'incoraggiamento di Argeta Brozi,
che ha da subito creduto nella
storia di Emma e di Tiepole. Grazie
mille Argeta! Il tuo entusiasmo ha
accresciuto il mio.
Un ringraziamento speciale va a
Elisabetta
Baldan,
la
mia
insostituibile grafica nonch amica
distante ma molto vicina al mio
cuore. Grazie ancora per il tempo
che dedichi a me e alle mie storie,
dando loro forma e vivacit.
Grazie anche a Silvia Elisebba e
a
Rosa, perch durante le
presentazioni danno voce ai miei
libri e sono certa lo faranno ancora
inseguendomi su e gi per
manifestazioni e paesini.
Grazie alla mia famiglia perch si
rassegnata e ha capito quanto sia
importante per me la scrittura; e
anche se tutti cercano ogni volta di
riportarmi coi piedi per terra, mi
lasciano alla fine sognare in
tranquillit e pace.
E un ultimo grazie, ma non meno
importante, a te lettore che sei
arrivato fino a qui. Grazie per aver
vagato assieme a me per le
stradine di Tiepole, grazie per aver
Butterfly Edizioni
Volumi pubblicati
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tenebre BELLEZZA MASSIMILIANO,
Quando cala il buio
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morte
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te
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BROZI ARGETA, Al di l di te
CARNIERI LETIZIA, Il Cavaliere
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CINGOLO MARIA STELLA, Ti
dipingo il mio colore addosso DE
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L'imbroglio
dell'anima
DI GAETANO TERESA, La sabbia
delle streghe la leggenda di
Primrose
DI GAETANO TERESA, Senza di
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mela
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della Vera Cruz
NAPOLI
FRANCESCA,
L'inquietante urlo del silenzio
PAOLONI
ALESSANDRA,
La
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autoributterflyedizioni.wordpress.com
Indice
Presentazione
Colophon
Dedica
PROLOGO
L'arrivo e l'inizio
La scoperta
Il rapimento
La terribile verit
L'eredit
Un clima ostile
Vite maledette
2
5
8
9
11
49
90
145
181
223
259
La vecchia Gilda
Tutto cambia
Il primo folle piano
A casa della strega
L'Assemblea
La tomba trafugata
L'aggressione
Scelte difficili
Maledetti e maledizioni
La maledizione di una
Strige
Attacco nella notte
Sconcertanti rivelazioni
345
401
522
585
673
751
773
823
867
892
919
944
990
1035
1065
1084
1115
1150
1203
1261
1307
1316
1319
Ringraziamenti
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