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CONTRATTO

Il contratto un accordo a struttura bilaterale operante nel settore dei rapporti patrimoniali: questo che
caratterizza il contratto e lo distingue dal negozio giuridico.
Innanzitutto affrontiamo il profilo della causa del contratto.
Di causa il diritto romano non ne parlava affatto perch prevedeva solo una serie di atti e negozi
formali e quindi il tema della causa non proprio affrontato: qualcosa su cui incominciano a riflettere gli
studiosi di diritto naturale e del diritto canonico.
un tema molto importante perch la causa del contratto va ad individuare la giustificazione del contratto ed
quindi il meccanismo pi importante per operare un controllo sugli atti di autonomia negoziale: proprio
operando sul profilo causale che ci rendiamo conto del perch dell'autonomia negoziale, perch la causa la
funzione dell'atto e quindi la giustificazione dell'operazione posta in essere.
Cosa si intende per causa del contratto?
uno dei requisiti essenziali del contratto, ma sul modo di intendere la causa ci sono stati molti dibattiti, ma
comunque ancora non c' un orientamento unanime.
Causa del codice del 1865, modellato su quello napoleonico (inizio 800): non si parla di causa del
contratto ma si discorre di causa lecita per obbligarsi.
intesa come scopo perseguito dal singolo contraente nell'assumere l'obbligazione attraverso lo strumento
contrattuale: dunque una concezione soggettiva del profilo causale in quanto si faceva riferimento alla
volont delle parti.
Codice vigente 1942: larticolo afferma che la causa un requisito fondamentale del contratto; esso
esprime un diverso modo di guardare all'autonomia negoziale e contrattuale, in quanto tiene presente
l'evoluzione dei rapporti economici e l'emergere di un diverso tipo di esigenza nell'ambito degli stessi, ossia
la tutela dell'affidamento che porta al ridimensionamento del dogma volontaristico (oggettivizzazione del
regolamento contrattuale).
Con il codice del 1865 si aveva una concezione soggettiva della causa (che portava ad una visione
atomistica del meccanismo contrattuale, perch se c'erano pi obbligazioni bisognava andare a vedere la
causa di ogni singola obbligazione): il contratto era visto come unobbligazione e la causa si risolveva nello
scopo che induce il soggetto alla conclusione del contratto, cio il contratto era valutato dal punto di vista dei
contraenti (causa compratore raggiungimento della propriet della cosa; causa venditore conseguimento
del prezzo).
Con lentrata in vigore del codice civile del 1942, il contratto non visto pi come una mera
obbligazione e la causa si risolveva prima nella ragione economica-giuridica del negozio, poi nella
ragione economico-sociale riguardante quegli atti negoziali che realizzavano una funzione socialmente
utile, la cui causa (tipica) era gi disciplinata dallordinamento.
La regolamentazione posta in essere dalle parti era tutelata se oltre ad essere lecita era anche
portatrice di finalit generali fissate dallordinamento del quale costituiva uno strumento di attuazione, cos
da negare la tutela a quei negozi che erano improduttivi.
Pertanto la causa aveva il ruolo di controllare che i fini perseguiti dai contraenti fossero coerenti con quelli
generali fissati dallordinamento; quindi il passaggio dalla concezione soggettiva a quella oggettiva
rappresenta lo spostamento della valutazione del contratto dal punto di vista dei contraenti a quello
dellordinamento.
La causa quindi la funzione, il ruolo che quello schema contrattuale pu ed in grado di realizzare nel
sistema giuridico: cos la causa finiva per identificarsi col tipo contrattuale, cio con lastratto schema
regolamentare che racchiude loperazione posta in essere dai privati.
Per non incorrere in tale errore, si preferito ravvisare nella causa la funzione economico-individuale: si fa
riferimento non a ci che le parti vogliono, ma a ci che il concreto atto, nel modo in cui stato
oggettivamente predisposto, pu realizzare.

Col termine individuale si pone laccento non su una concezione soggettiva della causa, ma legata al
particolare assetto di interessi: quindi bisogna riflettere sugli interessi in concreto perseguiti dalle parti per il
modo in cui esse hanno delineato il regolamento, considerandolo nella sua totalit e unitariet.
La causa tuttavia pu anche essere identificata dalla sintesi degli effetti diretti (cio quelli voluti dal
soggetto agente, in cui c la congruenza tra leffetto e la volont del soggetto) ed essenziali, dove per
sintesi si intende la relativizzazione degli effetti con riferimento al concreto negozio.
Questa funzione giuridica si risolve solo nella sintesi degli effetti essenziali, che sono solamente quelli che
caratterizzano la fattispecie posta in essere, senza i quali cio una qualsiasi fattispecie (ad es. la
compravendita) avrebbe un altro tipo di effetto.
Si tratta della c.d. minima unit effettuale, senza la quale non vi quel tipo di contratto, ma solo un atto con
diversa funzione.
In definitiva si pu dire che la causa costituita dallincontro del concreto interesse con gli effetti essenziali
del contratto: in questa prospettiva si annulla la distanza tra la causa come funzione economico
individuale e la causa come sintesi degli effetti essenziali.
Pertanto la problematica del negozio indiretto ha un valore residuale nell'ambito del concetto di causa
quale funzione economico-individuale: infatti serve solo a farci capire la necessit di ancorare il concetto di
causa non ai modelli astratti ma al regolamento di interessi, tenendo presenti tutte le caratteristiche del
regolamento.
Il negozio indiretto, inteso come uno schema tipico per raggiungere uno scopo non riconducibile a quel dato
tipo negoziale, non rappresenta una situazione anomala: infatti il modello di organizzazione degli interessi
quello conseguito dal legislatore, ma il concreto interesse diverso da quello normalmente perseguito dai
contraenti.
Un esempio il mandato, che se irrevocabile e senza obbligo di rendiconto, potrebbe essere effettuato per
realizzare un trasferimento della propriet: con riferimento a tale interesse bisogna effettuare i controlli di
liceit e meritevolezza; inoltre non si pu nemmeno escludere la possibilit di applicare norme proprie della
compravendita in quanto c il rifiuto della tecnica della sussunzione.
Con il ricorso a tale tecnica, infatti, si finisce per non dare la soluzione giusta perch si ignorano quei profili
che sono importanti per il caso concreto, ma che non lo sono ragionando in astratto.
Il mandato quindi un'operazione che sottende un certo tipo di interesse, ma se inserisco delle
clausole come in questo caso, la posizione in cui si trova il mandatario differente rispetto a quella che
normalmente caratterizza il rapporto di mandato, perch non c' l'obbligo di rendiconto.
Tutto questo fa s che lo schema sia utilizzato per realizzare nella pratica un interesse diverso e
ulteriore rispetto a quello che normalmente sottende al rapporto di mandato.
Differenza tra causa e motivo.
I motivi sono tutto ci che non assumono rilevanza causale, cio le motivazioni che effettivamente spingono
le parti a concludere il contratto: posso acquistare il bene perch voglio fare un investimento, voglio
procurarmi una seconda casa al mare (CAUSA INTESA NELLO SCHEMA TIPICO).
C inoltre una diversit di disciplina: mentre la causa elemento essenziale del negozio ed rilevante a
molteplici fini, i motivi sono normalmente irrilevanti, salvo se illeciti e comuni a entrambi le parti.
Invece se la causa intesa quale SINTESI DEGLI EFFETTI ESSENZIALI, il motivo costituisce il concreto
interesse di una o di entrambe le parti non dedotto nel concreto regolamento da esse predisposto.

Astrazione causale.
Il nostro ordinamento retto dal principio di causalit: ogni attribuzione deve avere una sua valida
giustificazione causale. Non sufficiente che le parti si accordino al fine della validit dellatto (mero
consenso), in quanto gli atti di autonomia non sono meritevoli di tutela in s, ma solo nella misura in cui
realizzano interessi meritevoli di tutela.
Dunque da escludere la configurabilit dei negozi o contratti astratti, cio quegli atti negoziali per la cui
validit si possa prescindere dall'elemento causale: soprattutto inconfigurabile l'astrazione causale se in
chiave assoluta (astrazione assoluta o sostanziale).
vero inoltre che in alcune ipotesi il problema legato alla causa si atteggia in modo peculiare e diverso da
quello che abbiamo esaminato fino ad ora:
1. compravendita il trasferimento del diritto trova la sua giustificazione causale in un assetto pi
complesso, perch al trasferimento del diritto corrisponde il pagamento di una somma di denaro;
2. mandato un soggetto si obbliga a compiere atti giuridici nell'interesse e a volte anche in nome di un
altro soggetto;
3. donazione l'effetto dell'arricchimento di un soggetto trova la sua giustificazione nel c.d. spirito di
liberalit.
Si tratta tutti di contratti che hanno una causa interna e questa causa incide profondamente sulla validit
dell'atto.
Abbiamo per ipotesi in cui lincidenza del profilo causale varia a seconda dei modi in cui opera la
causa: il c.d. pagamento traslativo oppure i c.d. contratti attributivi di esecuzione.
Esempio: con il mandato abbiamo visto che un soggetto si obbliga a compiere atti giuridici nell'interesse di
un altro soggetto, ma non necessariamente in nome di quest'ultimo.
Se il mandatario (rappresentante) ha la PROCURA, gli effetti dell'atto che compie con il terzo si riflettono
immediatamente e direttamente sulla sfera giuridica del mandante (rappresentato).
Se non c procura il mandatario sar obbligato a compiere un nuovo atto per trasferire al mandante leffetto
dell'atto che aveva compiuto.
Tale atto successivo avr quindi una causa esterna perch si giustifica nell'ambito di unoperazione
negoziale pi complessa che parte dal mandato e che va al compimento di un atto che stato posto in essere
in esecuzione del mandato stesso (astrazione relativa o semplice).
Nel pagamento traslativo, il trasferimento fatto in attuazione di un precedente rapporto; nel contratto
attributivo di esecuzione, la sua giustificazione nasce dal fatto che un soggetto ha agito in attuazione di un
rapporto sottostante c.d. fondamentale (in questo caso il mandato).
Un qualsiasi difetto del rapporto fondamentale renderebbe priva di giustificazione lattribuzione che dovr
considerarsi indebita e quindi suscettibile di ripetizione: lazione di ripetizione ha carattere strettamente
personale, per cui gli eventuali effetti degli atti restano fermi e saldi rispetto a terzi di buona fede, ma non
rispetto alle parti.
La parte interessata al rilievo della mancanza o della illiceit della causa avrebbe il potere di paralizzare o di
eliminare gli effetti giuridici gi prodotti.
Si configura lastrazione processuale o formale nelle ipotesi di promessa di pagamento e
ricognizione di debito: entrambi sono negozi causali dove colui a favore del quale fatta la promessa o il
riconoscimento (cio il creditore), dispensato dall'onere di provare il rapporto fondamentale, infatti
l'esistenza di questo si presume fino a prova contraria.
C quindi uninversione dell'onere della prova, in quanto sar il debitore, che ha compiuto i suddetti atti, a
dover provare la mancanza o lilliceit della causa (es.: la ricognizione di debito operata dal debitore,
esonera il creditore dal dimostrare lesistenza del credito quando richiede lesecuzione della prestazione; sar
il debitore in tal caso, a dover dimostrare che la prestazione non dovuta).

Atipicit e tipicit.
L'autonomia privata pu atteggiarsi anche nell'adozione di schemi atipici (innominati) e quindi non solo
quelli tipici.
I contratti atipici sono ammessi dall'ordinamento ma solo se leciti e meritevoli di tutela: si parla di una
atipicit giuridica per quanto riguarda la previsione normativa, perch uno schema che non stato ancora
oggetto di intervento da parte del legislatore; ma il pi delle volte si parla anche di atipicit sociale, nel
senso che quel modello di operazione assai diffuso nella prassi degli affari.
Molto spesso i contratti atipici venivano indicati come contratti misti, per i quali si intende
l'operazione contrattuale che racchiude in s elementi propri di pi tipi negoziali, come ad esempio il
leasing.
Si diceva che il leasing era un'operazione che racchiudeva in s elementi propri del contratto di locazione,
della vendita con patto di riservato dominio, del contratto di finanziamento: per si detto che questi
elementi propri di pi schemi tipici nel leasing hanno una loro unitariet, che fa s che non n contratto di
locazione, n di vendita con patto di riservato dominio e n di finanziamento in senso stretto.
Proprio per questo si considerato il leasing come un'operazione unitaria che ha una sua complessit:
dunque si parlato del leasing come contratto atipico pi che come contratto misto, proprio per sottolineare
come questa molteplicit di schemi in esso presenti assumevano una caratterizzazione specifica, che era ben
diversa da quella propria di ogni singolo contratto.
Qual il problema dei contratti misti?
1. Valutare la meritevolezza innanzitutto;
2. lindividuazione della disciplina, a tal riguardo si erano delineati due diversi schieramenti:
Teoria dell'assorbimento, che portava ad applicare la disciplina dello schema prevalente, per
cancellava l'atipicit del contratto;
Teoria della combinazione, si procedeva alla frammentazione dell'operazione e rispetto ad ogni
elemento proprio di un certo schema si doveva applicare la disciplina corrispondente.
Chiaramente non questa la posizione del nostro manuale che stata pi volte ribadita quando si parlato
del rifiuto della tecnica della sussunzione: il nostro manuale dice che bisogna applicare la normativa
maggiormente compatibile all'assetto di interessi unitariamente considerato, dando rilievo a tutte le
peculiarit di questo assetto di interessi.
Il Perlingieri afferma che:
- La teoria dell'assorbimento inadeguata perch nel momento in cui si applica la disciplina del contratto
prevalente, si cancella l'atipicit del contratto posto in essere perch finisce col trattare il contratto come
uno schema tipico, che tale non .
- La teoria della combinazione neanche pu essere presa in considerazione perch d una visione
spezzettata e noi dobbiamo considerare l'operazione nella sua unitariet.
Infine non bisogna confondere il contratto misto con quello collegato: il collegamento negoziale un
fenomeno per cui noi poniamo in essere atti di autonomia distinti luno dallaltro, ciascuno dei quali con una
propria funzione, per sono funzionalmente collegati fra loro, di modo che le vicende delluno si riflettono
anche sugli altri.

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