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VALLE OLONA
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Indice
1. Accordo quadro di sviluppo territoriale "Contratto di
fiume Olona - Bozzente - Lura"
2. Ecomuseo - natura, storia, arte: tutela e valorizzazione
a. Che cos'è un ecomuseo
b. Cosa dice la Regionale della Lombardia
3. Un ecomuseo per la Valle Olona
a. La Valle Olona
b. Un patto tra le comunità del Medio Olona
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Accordo Quadro di Sviluppo territoriale
"Contratto di fiume Olona - Bozzente - Lura"
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http://www.provincia.mantova.it/context.jsp?ID_LINK=641&area=8
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di poterne condividere ampiamente i contenuti, riconoscendo in questo il
primo ed essenziale momento per una sua applicazione incisiva ed efficace".
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Ecomuseo
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http://it.wikipedia.org/wiki/Ecomuseo
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http://www.ecomusei.net/DocumentFolder/Leggi_Regionali/Lombardia_03_07_2007.pdf
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rappresentativi di un ambiente e dei modi di vita che lì si sono succeduti e ne
accompagnano lo sviluppo.
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h) la promozione e il sostegno delle attività di ricerca scientifica e
didattico-educative riferite alla storia, all’arte, alle tradizioni
locali ed all’ambiente;
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Un ecomuseo per la Valle Olona
La Valle Olona4
La Valle Olona è una valle che inizia a sud di Varese e termina a Castellanza.
La valle è stata scavata in parte dall'Olona ed in parte dai ghiacci dell'ultima
glaciazione. La Valle Olona è caratterizzata da un fondovalle senza centri
abitati, ad eccezione di Castellanza, posto allo sbocco della vallata - o, più
precisamente, la sua parte cosiddetta "in giò" o Castegnate - e ad alcune
piccole frazioni (Torba, San Pancrazio, Gurone).
I comuni che interessano il solco vallivo si trovano sui pianalti morenici che lo
dominano. Questi pianalti interessano anche comuni, non direttamente posti
sulla valle, come Busto Arsizio e Tradate.
Il fondovalle solcato dall'Olona, che compie frequenti anse, è disseminato da
complessi industriali dismessi e vecchi mulini idraulici. Vi sono anche alcune
zone umide ed una ferrovia abbandonata,la ferrovia Valmorea.
Storia
La Valle Olona è il cuore del Contado del Seprio, della cui capitale ospita
tutt'ora le rovine nel comune di Castelseprio. Nel 1287 tutto il Seprio fu
ufficialmente annesso alla Signoria dei Visconti, che nel 1395 fu nominata a
capo del Ducato di Milano, cui la Valle appartenne fino all'epoca napoleonica.
Comunque, sin dal Medioevo, le terre dell'Olona sono state fra le
maggiormente sfruttate in Lombardia: sorsero numerosi mulini, che usavano
la forza motrice dell'Olona per produrre farina. La Valle Olona era chiamata
Granaio di Milano.
Dalla seconda metà dell'Ottocento la vocazione della Valle cambiò, e i mulini
vennero soppiantati da complessi industriali, specie cotonifici, concerie,
cartiere e tintorie. La Valle Olona e la cosiddetta conurbazione dell'Olona
(Busto Arsizio, Olgiate Olona, Castellanza, Gallarate, Legnano), diventano una
delle maggiori aree industriali italiane. Questo non è un beneficio per l'Olona,
che diventa uno dei più sporchi fiumi italiani, insieme al Lambro, al Seveso,
alla Lura, al Mella e all'Arno, tutti corsi che attraversano grandi zone
industriali.
Dagli anni Settanta, iniziò un irreversibile crisi per le industrie della valle,
spesso messe in ginocchio dai gravi danni economici provocati dalle furiose e
frequenti esondazioni dell'Olona, come quella del 1976, che avrebbe
contribuito alla chiusura dalla grande 'Cartiera Vita Mayer. Con la chiusura di
numerose industrie, l'Olona ha migliorato notevolmente la qualità delle acque,
raggiungendo il grado sufficiente nel tratto tra Varese e Castellanza. Anche la
natura è tornata in primo piano, con l'istituzione di due Parchi Locali di
Interesse Sovracomunale (PLIS), che tutelano il fondovalle.
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fonte: wikipedia.org
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Il Contado del Seprio
Il Seprio (Sevar in dialetto lombardo occidentale) è una regione storica della
Lombardia, corrispondente grossomodo alla porzione centro-meridionale
dell'attuale Provincia di Varese ed alla parte sud-occidentale della Provincia di
Como.
Nato come intorno territoriale della città di Castelseprio, si costituì come
Contado (Comitatus) autonomo perlomeno dall'VII secolo d.C. Durante il
periodo di maggiore espansione e potenza (IX-X sec) il Contado del Seprio
controlla un'area che si spinge dal Ticino alla Val d'Intelvi, e dal Contado di
Burgaria (l'odierno Alto Milanese) fino al Sotto Ceneri, nell'attuale Canton
Ticino. Dal 961 il Contado è retto da una discendenza di legge salica, i Conti di
Castelseprio, il cui capostipite è il conte Nantelmo, figlio di Rostanno. Secondo
alcuni studi settecenteschi, di cui non è però appurabile la scientificità, i
discendenti della famiglia comitale sarebbero ascrivibili ai veneti Contin.
Con il XII secolo ha inizio un periodo di decadenza, tant'è che la famiglia
comitale è costretta a trasferirsi in Milano ed in Reggio. I possedimenti
settentrionali vengono perduti e nel 1158 con il Trattato di Reggio,
l'Imperatore Federico Barbarossa ridimensiona notevolmente il contado,
confinandolo fra Ticino, Seveso e Tresa.
Nel XIII secolo il Seprio è coinvolto nelle lotte per il controllo di Milano fra
Visconti e Torriani e perde il controllo sulla Burgaria, finché la notte fra il 28 e
il 29 marzo 1287, abitanti della Val d'Ossola assoldati da Ottone Visconti,
entrano in Castelseprio in occasione della fiera di Santa Maria Foris Portas e
se ne impadroniscono con l’inganno. L’arcivescovo distrugge la rocca e il
borgo risparmiando le chiese e fa inserire negli statuti di Milano la seguente
sentenza: “Castel Seprio sia distrutto e resti distrutto in perpetuo affinché
nessuno ardisca o presuma di abitare su questo monte”.
Con la fine della sua capitale il contado viene inserito nei territori viscontei,
fino al 1339, anno in cui Lodrisio Visconti usurpa il titolo di Signore del Seprio
ed alla guida della Compagnia di San Giorgio, muove contro Milano, fino allo
scontro con le truppe ambrosiane di Luchino Visconti avvenuto il 21 febbraio a
Parabiago. Uscendone sconfitto, viene rinchiuso nel castello di San
Colombano, ed il titolo passa ai Signori milanesi Luchino e Giovanni Visconti.
Successivamente il nome sopravvive nelle istituzioni ducali e austriache poi,
fino alla riforma della province moderne attuata dall'Imperatore Giuseppe II
nel 1788.
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La Ferrovia della Valmorea
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I parchi locali in Valle Olona
Il Parco Rile Tenore Olona (comunemente detto RTO), tutela la valle nei
territori di Lozza, Castiglione Olona, Gornate Olona, Castelseprio e Lonate
Ceppino; il parco interessa anche il pianalto morenico ad ovest dell'Olona
(comuni di Gazzada Schianno, Morazzone, Caronno Varesino e Carnago),
dove scorrono il Rile ed il Tenore. Il Parco RTO ha sede a Castiglione Olona, il
comune che ha maggiormente voluto l'istituzione di questo ente, avvenuta nel
2006. Il Parco medio Olona varesino tutela la valle nei territori di Fagnano
Olona, Gorla Maggiore, Solbiate Olona, Gorla Minore, Olgiate Olona e
Marnate; il parco tutela anche l'area solcata dal torrente Tenore a Fagnano ed
alcuni boschi ad est di Gorla Maggiore,nei quali scorre il Fontanile di Tradate.
Il Parco del Medio Olona, istituito nel 2006, ha sede a Fagnano Olona.
Fauna
In un ambiente fluviale, una delle tipologie animali più rilevanti è quella ittica.
Due secoli fa l’Olona abbondava di pesci, ma lo sviluppo industriale portò al
loro annientamento. Ultimamente, grazie alla chiusura di numerose fabbriche
ed alla costruzione di depuratori, l’acqua sta lentamente tornando pulita, e i
pesci hanno fatto il loro ritorno. Abbastanza comuni sono pesci di piccola
taglia come i vaironi, le scardole, i carassi; sono presenti anche i cavedani, di
media taglia. Più rari, ma comunque presenti, sono barbi e trote iridee,
mentre presso Castiglione Olona, in alcune pozze, vivono esemplari di pesce
persico. Tra gli uccelli acquatici, diffusissimi sono i germani reali; sono
comuni, ma più difficili da vedere perché piuttosto schive, le gallinelle d’acqua
e folaghe. Sono presenti, anche se piuttosto rari, l’airone cenerino, la garzetta
e la nitticora. Per quanto riguarda gli uccelli di bosco, sono presenti
numerosissime specie di passeriformi: passeri, tortore, merli, tordi, rondini,
pettirossi, fringuelli, verdoni, verzellini, cornacchie, gazze, codirossi, usignoli,
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colombi, corvi, cardellini, upupe. Più rari sono picidi come il picchio rosso
maggiore ed il picchio verde, o i rapaci come l’allocco, il gufo, la civetta, il
gheppio o la poiana. Altra importante componente dell’ecosistema fluviale
sono gli anfibi. Si possono qui annoverare il rospo smeraldino, il rospo
comune, la rana verde, la rana agile, la raganella e la più rara rana di Lataste;
tra gli anfibi muniti di coda sono presenti i tritoni crestati ed i tritoni
punteggiati. Per quanto riguarda i serpenti, sono perlopiù innocui: la biscia
d’acqua, il biacco ed il saettone, mentre l’unico serpente velenoso è la vipera.
Tra i sauri si annoverano le comunissime lucertole, il ramarro e l’orbettino.
Sono presenti vari mammiferi tipici del bosco di latifoglie: scoiattoli, ricci, topi
selvatici, ghiri, tassi, volpi, donnole e faine.
Flora
I versanti della Valle Olona sono in gran parte ricoperti di boschi. Nel
fondovalle, invece, a boschetti si alternano campi coltivati, brughiere e prati,
oltre ad aree industriali dismesse ove la natura sta ritornando soprattutto
sotto forma di rampicanti (edera) o arbusti. Tra le latifoglie si trovano pioppi,
querce farnie, carpini bianchi, castagni, robinie, querce rosse, ontani neri,
salici, frassini, ciliegi, olmi campestri; gli arbusti sono rappresentati da rovi,
noccioli, biancospini, cornioli, sambuchi e cappelli del prete. Le conifere, poco
diffuse, sono rappresentate dal pino silvestre, autoctono, e dall’abete rosso,
importato dall’uomo. Nella parte nord della valle esistono anche alcuni
canneti.
Archeologia industriale
Nella Valle Olona si sviluppò, a partire dalla prima metà dell'Ottocento, un
consistente numero di industrie di vario genere, di cui predominante era il
settore tessile (tintorie, candeggi, stamperie, cotonifici, garzifici, concerie ecc.)
ma esistevano anche altri generi (cartiere, industrie meccaniche, pettinifici e
industrie chimiche). A questo vastissimo campionario di industrie bisogna
inoltre sommare una considerevole quantità di mulini (molti dei quali, poi,
divenuti industrie o inglobati da stronzoffusa fabbrica orizzontale,
caratterizzata da distese di capannoni "shed" (il Cotonificio Ponti di Solbiate
od il Cotonificio Candiani di Fagnano, per citarne un paio). Gran parte di
questi grandi complessi industriali giace in condizioni di abbandono e degrado
(ad esempio, nella ex Cartiera Vita Mayer di Cairate si è svolto un rave party),
mentre almeno una piccola parte di essi potrebbe essere recuperata ed adibita
ad altri ruoli (un ottimo esempio è il recupero del Cotonificio Cantoni di
Castellanza, che nel 1991 è stato adibito a sede dell'università Carlo Cattaneo);
si potrebbero recuperare, prima che vadano del tutto perduti, i mulini in
rovina che esistono in valle, spesso di origini settecentesche o addirittura
precedenti, dunque meritevoli di attenzione. È spesso citato come reperto di
archeologia industriale anche il tracciato della Ferrovia Valmorea.
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Un patto tra le comunità del Medio Olona
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