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SERRASTRETTA
ANNO SCOLASTICO 2006-07
Premessa
Le tradizioni popolari e il folklore rappresentano per la Calabria e, quindi, anche per i
nostri paesi una grande ricchezza culturale ed umana a testimonianza del nostro
passato. Fortissima è la tradizione religiosa. Nel periodo pasquale e in quello
natalizio, da secoli, si tramandano riti, manifestazioni e rappresentazioni di grande
partecipazione popolare. Anche il Carnevale ha i suoi riti e le sue manifestazioni
diventano un’occasione per liberare la fantasia e la creatività. Struggenti le
manifestazioni folkloristiche della Settimana Santa e varie sono le occasioni in cui la
cultura e le tradizioni del passato prepotentemente tornano alla ribalta: l’uccisione e
la lavorazione del maiale, la sagra della castagna ad Angoli, ecc. Si tratta, spesso, di
manifestazioni corali i cui protagonisti sono i sentimenti, le tradizioni e le radici
culturali di tutto il nostro popolo.
Il maiale
Tradizioni
L’ aspetto economico
Nell’ economia dei nostri paesi, soprattutto nel passato, il maiale ha avuto un
importanza rilevante, perché consentiva di superare
momenti difficili legati alla scarsità di cibo. Il
lavoro quotidiano spesso non riusciva a spegnere i
morsi della fame. Pertanto, non bisogna
dimenticare che l’abbondanza e la ricchezza dei
giorni nostri, la grande disponibilità di mezzi e
supporti chimici erano del tutto assenti nel passato
. E’ anche vero che questo tipo di cultura, riferita
naturalmente al maiale, è
nonostante nuove e migliorate occasioni di lavoro, ha conservato la memoria della
parsimonia e della frugalità di un tempo, cose che una volta costituivano anche una
inderogabile necessità. Questa usanza per molti continua a ripetersi nel tempo senza
subire pause e scossoni, come invece accade per molte altre tradizioni. La carne del
maiale era lavorata e conservata anche perché, di rado arrivava dalle nostre parti il
pesce, mentre questo tipo di carne insieme a quelle bianche che venivano consumate.
Prima di passare al rito del “porcu” meglio dare qualche notizia di come si svolgeva
la vita del maialino fino all’uccisione del porcu.
I maialini, generalmente venivano acquistati nelle fiere di mezz'agosto che si
svolgevano in molti paesi. Queste fiere erano prevalentemente mercati di bestiame,
dove accanto alla compravendita di animali si effettuava anche quelle di prodotti e
sementi per l'agricoltura, terraglie ed utensili per la casa e la campagna, ivi compreso
tutto l'occorrente per l'uccisione del maiale e la conservazione dei suoi prodotti.
Una volta acquistato il porcellino veniva accompagnato a casa, a piedi, trainato
tramite cordicella legata attorno al collo ed alloggiato nella “zimba” o porcilaia
assieme ai maiali più grandi. Nella scelta del maialino ci si affidava forse più alla
buona sorte che non ad un'analisi accurata delle bestiole in vendita. Il porcellino
entrava nella porcilaia a due mesi di vita circa, dopo qualche giorno veniva castrato
dallo stesso contadino o dal grastatore.
A fine ciclo la bestia da macellare raggiungeva mediamente i 200 kg.
Oggigiorno, invece, il periodo dell'allevamento si è dimezzato, grazie ad una
maggiore disponibilità di alimenti. La crescita si è accelerata, per cui i maiali
macellati raggiungono raramente questo peso e contengono una quantità di grasso
inferiore. Per i maialini la vita proseguiva grama per tutto l'autunno e parte
dell'inverno. Veniva data la famosa “vrodata”, cioè la brodaglia (avanzi della lavatura
dei piatti e di condimenti) ; la “vrodata” veniva arricchita con un po' di crusca o
“canigghia”. Passato il lungo inverno, la dieta dei maiali si arricchiva di erbe che
crescevano spontaneamente nei campi. Da giugno e per tutta l'estate, comprese le
prime settimane dell'autunno, la frutta di scarto arricchiva i pasti del maiale; così
pere, mele, fichi, fichidindia venivano dati dal contadino al maiale. Da ottobre in poi
ghiande, favette di scarto, castagne secche e ceci arricchivano ulteriormente il
pastone dei maiali, migliorando e completandone l'ingrasso. A distanza di qualche
mese tutto era pronto per il grande rito
Uccisione e macellazione
Il rito del maiale si trasformava, quindi, in una delle poche occasioni della vita
sociale in cui spiccava un certo spirito di collaborazione.
L'uomo che, macellato il maiale, non apriva la sua casa a parenti ed amici, per
mangiare e festeggiare assieme, veniva tacciato di avarizia e scarsa socievolezza.
Macellato il maiale, dalle donne veniva raccolto il sangue per la preparazione del
I salumi
Soppressata
Questa è la vera regina dei salumi. La soppressata è un salame insaccato e stagionato in
budella di suino, preparato utilizzando la carne delle cosce, tagliato a mano con i coltelli
a pezzettini e successivamente amalgamato con il grasso del collo, caratterizzato da una
particolare consistenza e durezza. Vengono, poi, aggiunti ingredienti aromatici naturali (
peperoncino rosso dolce o piccante). Dopo la stagionatura la forma è cilindrica della
lunghezza di cm.15 e del diametro di 6 cm. circa e schiacciata. Al taglio si trova un
aspetto compatto tendente al morbido, con una colorazione rosso naturale o rosso vivace
uniforme a seconda dell'uso degli ingredienti.
Capocollo
Può senza dubbio definirsi il re dei salumi calabresi!. Si prepara con la parte superiore
del lombo,area del collo; si condisce con sale, pepe grosso, si avvolge in un largo
budello e legato a mano ben stretto con uno spago e delle stecche di canna. Di forma
cilindrica, alla vista ha il colore roseo o rosso più o meno intenso per la presenza di
peperoncino rosso dolce. Al taglio si presenta di colore roseo vivo con striature di
grasso. Dopo adeguata stagionatura il sapore delle fette di capocollo sarà delicato e
troveremo un profumo caratteristico e non particolarmente intenso.
Salsicce
Per il confezionamento viene impiegata la carne
della spalla e del sottocostato di maiale, tagliata a
mano, con la punta del coltello, in piccolissimi
pezzi; si aggiungono infine alcuni aromi naturali
come il peperoncino rosso dolce o piccante. La
forma è cilindrica e la lunghezza varia da 70 a 80
cm. Le salsicce si appendono ad una pertica,
perché si devono asciugare al punto giusto. Al
taglio risulta a grana media, con il grasso ben
distribuito, di colore rosso naturale o rosso vivace
a seconda degli ingredienti che abbiamo aggiunto nell'impasto. Profumo e sapore
possono essere più o meno intensi.
Pancetta.
La pancetta è ricavata dal sottocostato
inferiore del maiale. Di forma rettangolare
, ha uno spessore variabile tra i tre ed i
quattro cm ed un peso che varia da uno ai
tre kg. Dopo la preparazione viene
sottoposta a salatura per un periodo di 4-8
giorni, la parte superficiale è ricoperta con
polvere di peperoncino. Segue un periodo
di stagionatura in locali con umidità
relativa. Al taglio l'aspetto è roseo, con
striature sottili alternate di magro e di
grasso. Il profumo è intenso e naturale: buono il sapore.
Le Castagne
Produzione frutticola
Nel corso del tempo, sia l'utilizzazione, che la destinazione finale di castagne si sono
modificate. Una parte delle castagne
raccolte ancora oggi vengono
essiccate mediante un lento processo
che dura da 20 a 40 giorni, a seconda
dell’andamento stagionale. Le
castagne sono frutti genuini e naturali,
ottenuti per produzione spontanea dei
castagni, innestati o selvatici che
siano. Per l’ambiente in cui prospera e
per l’evoluzione culturale e colturale
che ha attraversato, il castagno, quasi
mai, viene coltivato con l’impiego di
concimi chimici o di prodotti
antiparassitari. Si realizza per ‘l’albero del pane’, una situazione di non lavorazione
del terreno o di minima coltivazione della pianta.
Normalmente, nei castagneti non entra quasi mai un trattore, raramente si rimuove la
terra e la raccolta viene eseguita generalmente a mano. Il massimo dell’intervento
consiste spesso nella sola potatura pluriennale e nella ripulitura del sottobosco. Le
castagne rappresentano un alimento di grande valore energetico e nutritivo e rientrano
a pieno titolo nella dieta mediterranea.
Sono sempre molto richieste ed apprezzate sia dai consumatori che dall’industria
agro-alimentare e sono un aiuto al reddito di molte famiglie.
Pastilli: si raccolgono le
castagne ,si mettono nella
"pastillera" sopra si
chiama"cannizzata" dove si
mettono le castagne e a quella
di sotto si accende il fuoco,
restano là finchè si seccano. Si
mettono in un sacco fatto
apposta per le castagne e poi
vengono battute sul ceppo di
legno.Poi "se quartarianu", per
togliere la buccia e far rimanere
solo la castagna . Quelle guaste si danno agli animali e quelle buone vengono
utilizzate per fare dolci e zuppe . I "pastilli " sono ottimi per fare il liquore .
Turduni : dai "pastilli" escono delle castagne più morbide chiamate "turduni" . Queste
castagne vengono infilate in un filo ( come una collana ) poi vengono cotte al forno .
E’ un ottimo frutto secco da mangiare a Natale.
Castagne Verdi
Le castagne verdi sono ottime per fare lo sciroppo e per fare dolci.
Le castagne allo sciroppo vengono bollite , pelate e poi messe a macerare con il
liquore.
Piu' che altrove, in Calabria, il Carnevale e' la festa della burla e dell'allegria. In essa
si coglie molto bene la proverbiale e bonaria vivacità del popolo calabrese. II
Carnevale si svolge in tre giorni-chiave, il giovedi' grasso, la domenica e il martedì di
Carnevale. Questi stessi giorni, attualmente,
costituiscono I'occasione, specie nei paesi
come il nostro, per affollate riunioni di
famiglia e di amici intorno ad una tavola
riccamente imbandita per gustare la carne di
maiale appena macellato, cotta in mille modi
e accompagnata da un buon vino rosso locale.
Come in tanti altri piccoli e grandi centri,
anche il nostro a sera, diventa palcoscenico
per maschere improvvisate. La "mascherata"
quasi sempre rispetta una regola ben ferma
nella tradizione: il maschio ha vestiti
femminili, la donna quelli maschili. Da noi si
è perso, purtroppo, l’uso della farsa popolare,
ancora presente In tante comunità calabresi.
Carnevale, in queste farse è, invariabilmente,
un ammalato in agonia, attorno al quale ruotano frotte di dottori tanto indaffarati
quanto ridicoli e inconcludenti. Alla morte di Carnevale segue il funerale, un rito
grottesco che si chiude con un grande rogo al quale prende parte tutta la popolazione.
Da noi a Cancello da circa 2 anni si festeggia di nuovo pubblicamente il Carnevale.
Molte persone si impegnano a fare i carri, e a travestirsi. Il giorno di carnevale poi i
carri e le persone mascherate soprannominate “i farzari”, sfilano per Angoli,
Migliuso e Cancello. I temi dei carri di solito sono di cartoni animati, di politica, di
attualita’, di sport e altre cose del genere. Per esempio, quest’anno sono stati creati i
carri dei Simpson, della Ferrari, di Winnie the pooh, Valentino Rossi, della Rana
pazza. Un’ambulanza e un taxi, come l’anno scorso, portava tante persone
mascherate. Per fare la struttura di questi carri si impiegano circa 2 mesi, e il risultato
e’ sempre buono.
Inoltre, dopo la divertente sfilata che attraversa non solo Cancello, ma anche
Migliuso e Angoli, si mangia in piazza, logicamente a Cancello.
I cibi prelibati con i quali ci “appanziamo” sono cucinati dai paesani e sono: panini
con salsicce e verdure, pasta con sugo della zona, “grispelle” cioè le crespelle di due
gusti, i “monacialli”, torte rustiche e torte dolci con ingredienti tradizionali, le
LA FESTA DI
SAN GIORGIO