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ARCHITETTITARANTO

01/2009
QUADRIMESTRALE DELLíORDINE DEGLI ARCHITETTI P.P.C. DELLA PROVINCIA DI TARANTO

DIARIO DI VIAGGIO: TORINO 2008


TRANSMITTING ARCHITECTURE

IL TERRITORIO SI TRASFORMA
PIANI STRATEGICI TARANTO / VALLE DíITRIA
MOSTRE
FRANCO PURINI A BARI
INTERVENTI
MININNI / CERVELLERA
ANNO 1 N.1 - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - FILIALE POSTE TARANTO
Perché il piano strategico di Area Vasta tarantina è soprattutto
una grande opportunità per il territorio, l’ultima vera opportunità
per intercettare fonti di finanziamento strutturali soprattutto di
natura europea. Perché nella pianificazione strategica rientrano
a pieno titolo tutti i soggetti che sono interessati allo sviluppo
del territorio. A questo proposito il territorio della provincia di
Taranto non parte da zero. La dotazione infrastrutturale di cui
dispone costituisce una base di partenza più che interessante,
ma soffre di poco coordinamento e di pochissima pianificazione.
Una corretta pianificazione, lungimirante ed intelligente, può
consentire al nostro territorio di superare quegli aspetti di ritardo
rispetto agli appuntamenti con lo sviluppo e recuperare credibilità
anche per gli investimenti di natura internazionale.

APPUNTI E NOTE »» L’Ufficio Unico del PS.


Questi interagiscono con la realtà locale attraverso un sistema
di tre gruppi omogenei ai quali è formalmente assicurata la

LA VISION partecipazione e la concertazione.


Il partenariato è organizzato in:

DELL’AREA VASTA »» Tavolo delle Istituzioni


(rappresentante gli enti pubblici);

TARANTINA »» Nucleo per lo Sviluppo


(mondo dell’economia e del lavoro);
»» Iscritti ai Forum Tematici (pubblico interessato).1
Luigi Oliva

Gli scenari di riferimento entro i quali viene costruita la vision del

N
Piano sono improntati fondamentalmente alle linee strategiche
on è quasi mai impresa facile quella di produrre una sintesi europee e nazionali, in particolare si richiamano:
di uno strumento di pianificazione, soprattutto se in fieri,
rendendone tutte le sfumature che sottendono la visione »» lo Schema di Sviluppo dello Spazio Europeo
generale di progetto. (SSSE, Potsdam 1999) che identifica i
Il Piano Strategico di Area Vasta Tarantina, chiamato ormai corridoi infrastrutturali transnazionali;
“familiarmente” Area Vasta è lo strumento principe che dovrà
»» le elaborazioni strategiche proposte dalla Direzione
sottendere alla pianificazione dell’area jonica per i prossimi 10-20
del Coordinamento Territoriale del Ministero delle
anni e, pertanto, la sua vision, ovvero il complesso degli obiettivi
Infrastrutture e dei Trasporti (MIITT-DiCoTer)2.
e degli scenari progettuali, rappresenta il fulcro dell’immagine
futuribile del territorio tarantino. Mancano i riferimenti alla pianificazione strategica e territoriale
Il documento parte dalla consueta elencazione delle problematiche regionale nell’ottica di completamento del quadro prospettico
congenite e peculiari della realtà locale in riferimento all’azione multilivello.
territoriale (disconnessione e frammentazione delle istituzioni;
mancata corrispondenza fra ambiti territoriali in termini
1  Nonostante l’assunto teorico, questo schema, è declinato secondo un riferimento,
amministrativi e funzionali; risorse finanziarie cronicamente
consueto in ambito italiano, basato su una lettura di stampo partenariale ed elitista
limitate; scarsa trasparenza e partecipazione), per sviluppare le
che implica “un’azione politico-tecnica volontaria rivolta alla costruzione di una
sue premesse su un concetto generale di pianificazione strategica
coalizione intorno ad alcune linee strategiche condivise” (L. Mazza, Strategie e
mutuato o copiato dalla nutrita letteratura tecnica prodotta negli
strategie spaziali, in Territorio, n. 13, 2000, p. 28).
ultimi anni dietro la spinta di istanze europee e progetti pilota.
2  MIITT-DiCoTer, Verso il Disegno Strategico Nazionale, I-II rapporto, giugno,
Dal punto di vista organizzativo del processo progettuale, il
ottobre 2005; Eadem, Documento Strategico Mezzogiorno “Linee per un nuovo
modello seguito per l’elaborazione del Piano Strategico (PS) si
programma Mezzogiorno 2007-2013”, dicembre 2005. La lettura del MIITT-DiCoTer
basa su tre organi:
è tratta da Laboratorio 3: Interconnessioni, Cluster Mediterranei e Sviluppo Urbano,
a cura di M. Carta, Intervento al Convegno: Reti Mediterranee. Interconnessioni
»» l’Assemblea del PS;
materiali e immateriali per l’integrazione dei mercati, 10-11 febbraio 2006, Villa
»» la Cabina di regia del PS; Malfitano, Palermo, pp. 2-4.
IL TERRITORIO SI TRASFORMA
PIANI STRATEGICI
Dal modello del MIITT-DiCoTer sono tratti i riferimenti strategici Le reti infrastrutturali sono di tipo materiale e immateriale: se le
principali: prime rispondono alla vocazione storica dell’Area e vanno rese
»» “piattaforme produttive territoriali” coerenti con la pianificazione urbana per non disperderne il valore
(i distretti in prospettiva sostenibile); di progresso e valorizzazione; le seconde vanno fortemente
»» “territori urbani di snodo” implementate nell’ottica di sostenere ed incentivare la società
(i sistemi città-territorio come polarità di diffusione); dell’informazione. In questo ambito, gli enti locali dovranno
essere coinvolti in processi di trasparenza, partecipazione e di
»» “fasci infrastrutturali di connessione”
innovazione tecnologica per avviare circoli virtuosi di diffusione
(le reti di flusso materiale e immateriale).
della produzione e fruizione tecnologica avanzata.

Questi tre contesti richiedono l’avvio di azioni volte alla coesione, La Visione Guida 2 - Area Vasta come territorio metropolitano,
alla distrettualizzazione, alla definizione endogena di progettualità, si incentra sul valore strategico della direttrice Bradanico-
alla garanzia della compatibilità operativa. Salentina cui viene demandata la funzione di arteria territoriale e
Lo scenario nazionale punta al cosiddetto capitalismo di territorio di sistema ordinatore dei rapporti tra i diversi contesti insediativi
(termine forse improprio per la sua accezione di accumulazione e sub-territoriali. La pianificazione di dettaglio permetterà di
statica piuttosto che di valorizzazione dinamica) con cui si identifica congiungere i tronconi già funzionali con le parti da realizzare
la realtà italiana basata “sui capitali della qualità, dell’urbanesimo e di sciogliere i nodi che attualmente ne limitano la funzionalità.
molecolare delle cento città, sull’intelligenza collettiva della Il tratto paralitoraneo orientale con il sistema dei collegamenti
comunità, sulla posizione geopolitica nel Mediterraneo”3. con la costa costituirà l’ossatura viaria di scorrimento veloce che
Tornando al locale, si ripropone lo schema teorico (più politico permetterà di riconfigurare la Litoranea Salentina come corridoio
che strategico) che identifica come prioritari il superamento ambientale e green-way affrontando con strumenti nuovi
della cultura industriale e della prospettiva limitativa di territorio- (Context Sensitive Design) problemi storici come l’abusivismo,
hub invitando a perseguire “strategie di specializzazione e la cementificazione delle coste e l’aggressione agli ecosistemi e
differenziazione focalizzate sulla vocazione d’eccellenza”4 per ai contesti storico-archeologici.
un “territorio millefoglie intrecciato da linee di flusso interne ed Secondo questa visione, dallo sviluppo del concetto di territorio-
esterne, che evolve dinamicamente nella mutevole interazione rete e delle relazioni locali e sovralocali si punterà, attraverso
tra i diversi strati e flussi”5 interventi intersettoriali e infrastrutturali, al rafforzamento di:
La vera e propria vision dell’Area Vasta Tarantina è sintetizzata
nei tre livelli scalari (Visioni Guida) declinati approfonditamente »» filiere produttive (industrie e innovazione);
sulla realtà locale.
»» filiere agroalimentari (Sistema Agroalimentare
Il primo, Visione Guida 1, Area Vasta come territorio
di qualità della Provincia di Taranto);
transnazionale, richiama la peculiarità nodale del territorio jonico
delineata nel Quadro Strategico Nazionale (QSN, 2007-2013) »» filiere turistiche (con tre distinti sistemi territoriali
all’interno dei flussi e degli scambi internazionali. Le dimensioni omogenei: Sistema Turistico Locale delle Dune
connettiva e logistica risultano preponderanti nell’articolazione nell’area orientale; Sistema Turistico Locale
di una serie di prospettive che puntano all’efficienza come dei Poli Museali a Taranto; Sistema Turistico
elemento di attrattiva e sviluppo. La proposta economica Locale delle Gravine nell’area occidentale);
considera i costi da abbattere nel settore della movimentazione »» poli tecnologici di eccellenza (Polo Tecnologico
e distribuzione (ultimo miglio, incidenza del trasporto sul valore, Scientifico Magna Grecia per la ricerca
consumo energetico, inquinamento) per stimolare l’incremento sugli effetti inquinanti dell’industria pesante
della continuità territoriale, come previsto dal Master Plan e la sperimentazione di interventi).
Euromediterraneo e dalle cosiddette “Autostrade del Mare” 6.
Dal punto di vista della pianificazione, la visione ripropone il Infine la Visione Guida 3 – Area Vasta come territorio identitario,
valore strategico della connessione infrastrutturale tra il sistema punta alla costruzione di una rete di connessioni culturali e naturali
porto(Taranto), l’aeroporto (Grottaglie) e il costituendo centro composta dalla fitta presenza di risorse materiali e immateriali
intermodale di Grottalupara (nel settore occidentale della del territorio, da intendersi sia come “parco naturale” che come
provincia, ove confluiscono la rete autostradale e ferroviaria). “parco culturale”. Il rapporto biunivoco tra identità locali (“la
L’obiettivo dichiarato è la promozione di Taranto come città grana minuta del tessuto di Area Vasta”) e flussi di scambio nelle
portuale e logistica (hub?). reti costituisce la base strategica della “dimensione territoriale
La connessione interna con gli assi di terra prevede il dello sviluppo”7.
potenziamento delle direzioni storiche di comunicazione orientate L’approccio al contesto, in questa visione, è di tipo esplorativo-
verso Basilicata e Calabria, verso Brindisi e Lecce, verso Bari e il conoscitivo. Si mettono a sistema le risorse culturali (storia, arte)
Corridoio Europeo VIII. e naturali (riserve, parchi, aree protette, biotopi) e il recupero
della fitta rete dei percorsi antichi e dei tratturi, da salvaguardare
3  Ibid, p. 4, n. 5. o ripristinare per riacquistare il livello di fruizione lenta del
4  La vision del futuro, Relazione del Presidente Luigi Sportelli, Assemblea Generale paesaggio.
Pubblica, Confindustria Taranto, Taranto, 13 luglio 2007. In definitiva, la vision del Piano Strategico di Area Vasta Tarantina
5  Reti e Territori al futuro - ITALIA EUROPA. Materiali per una visione, Ministero
delle Infrastrutture, Roma 2007 7  Rilevanti, in merito, gli studi sugli SLoT (sistemi locali nello sviluppo territoriale),
6  Nel documento, tratto da Mediterranean Motorways of the Sea, a priority for the cfr. M. Bagliani, E. Dansero, C. Salone, M. Santangelo, A. Segre, R. Sommella, L.
Euro-Mediterranean transport network, Euro-Mediterranean Ministerial Conference Viganoni, I. Vinci, Territorialità, sviluppo locale, sostenibilità: il modello Slot, a cura
on Transport, Marrakech, 15 December 2005. di G. Dematteis, F. Governa, Franco Angeli, Milano 2005.
sembra proporre alcuni elementi noti e qualche novità nel panorama delle possibilità di sviluppo
del territorio. Allo stato attuale, metaprogettuale, del piano, ci si poteva attendere già qualche
considerazione più approfondita sugli scenari alternativi a impianti economici, strutturali e
insediativi incoerenti e non più sostenibili nella logica funzionale e relazionale promossa negli
assunti di base e dalle strategie comunitarie. Ci auguriamo che questo avvenga nelle prossime
fasi, laddove corretti processi di partecipazione e ascolto dovranno aprire alla complessità
dei fenomeni, per conferire la giusta contestualizzazione e la distanza da sistemi di valori,
apparentemente definitivi ma per loro natura necessariamente instabili.8

8  “I sistemi di valori non possono essere più considerati stabili per lunghi periodi. Ciò che si può volere dipende da
quel che può essere reso possibile, e ciò che deve essere reso possibile dipende da quel che si vuole. Fini e funzioni di
utilità non sono grandezze indipendenti. Esse stanno in rapporto d’implicazione con l’ambito decisionale. […] Di fronte
all’incertezza degli sviluppi alternativi futuri è assurdo voler costruire modelli decisionali rigidi, che forniscano strategie
per lunghi periodi” (H. Rittel, Überlegungen zur wissenschaftlichen und politischen Bedeutung der Entscheidungstheorie,
Relazione del Gruppo di Studio per la Ricerca sui Sistemi, Heidelberg 1963, p. 29).

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