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1. Chi siamo: studenti, quindi proletari.

Il dato usato dallIstat quello sui ragazzi tra i 15 e i 24 anni (disoccupati al 44 per cento, contro
una media Ue del 26). Ma dai 24 anni in poi che, si suppone, tutti dovrebbero avere un lavoro. Invece in
Italia il tasso di disoccupazione tra i 25 e i 34 anni il 19 per cento (il 13 nellUe) e tra i laureati appena pi
basso, il 16 per cento. In valore assoluto vuol dire che in Italia ci sono circa un milione di giovani adulti
disoccupati, di questi ben 252 mila sono laureati1.
Degli italiani, di quella soglia di et:
il 79 per cento vive con i genitori o in una casa con laffitto pagato da mamma e pap; il 66 per cento in
una relazione stabile e il 70 per cento pensa ai figli; il 68 per cento ha entrambi i genitori non laureati
(anche loperaio vuole il figlio dottore, come in Contessa). Il 47 per cento di loro, quindi quasi la met,
non ha mai lavorato oppure lo ha fatto per meno di un anno. Il 77 per cento cerca attivamente lavoro, il 60
per cento viene classificato come bassa avversione al rischio 2.
I neolaureati:
si aspettano di trovare lavoro nei prossimi 12 mesi con una probabilit del 44 per cento, le statistiche
dimostrano che la percentuale reale media il 50, che scende al 39 nel Sud. Solo il 17 per cento si aspetta un
lavoro a tempo determinato, lo avranno in 21 su 100. Non si attendono un reddito elevato, stimano 1.099
euro lordi mensili (ma solo il 60 per cento disposto a lavorare per quella cifra). Nei fatti dati Almalaurea
2013 ne ottengono un po meno, 1.0343
2. Cosa vogliamo: mostrare le conseguenze e le cause del capitalismo. Qui rientra anche il punto 3. Perch
agiamo: per rendere altri consapevoli di cose di cui noi abbiamo coscienza, per corrodere sempre pi le
contraddizioni che mostriamo.

Figura 1: Laureato in ingegneria che lavora come spazzino. Immagine: Google

Psicologi impiegati nei call center e architetti che fanno i muratori. Giuseppe, ingegnere: "Ogni giorno
raccolgo monnezza a Napoli4.

1 http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/08/27/disoccupazione-studio-su-giovanilaureati-senza-lavoro-sono-senza-soldi-pessimisti-e-arrabbiati/1985483/
2 Ibi.
3 Ibi.
4 http://www.ilgiornale.it/news/politica/quei-giovani-laureati-che-fanno-spazzini1057940.html
1

Poco pi avanti:
Giuseppe tira fuori dalla tasca un vecchio ritaglio di Repubblica: un'inchiesta che risale a tre anni, il titolo
Quei netturbini con la laurea pagati mille euro al mese. Leggiamo insieme l'inizio dell'articolo: Andrea
Cammuca laureato in Economia. Il giorno della laurea sua madre ha pianto per la felicit. La famiglia,
d'altronde, ha investito su di lui facendo non pochi sacrifici, visto che oggi in Italia portare un figlio alla
laurea costa in media 16 mila euro, che diventano 50 mila se studia fuori citt. Adesso Andrea per ha un
lavoro a tempo indeterminato: netturbino nella societ di raccolta dei rifiuti a Palermo, stipendio da 1.100
euro al mese e turni che vanno dalle dieci di sera alle quattro del mattino. Ride di gusto Giuseppe, che
commenta: Sembra di leggere la mia storia5.

Figura 2: Domanda retorica raffigurata su una t-shirt. Immagine: Google.

A tal proposito i laureti in ingegneria sono fortunati perch sono i meno disoccupati. Con un tasso di
disoccupazione del 4,6% sono al primo posto, seguono i laureati in architettura con l8,5% e in medicina
9,7%. Alle ultime posizioni, cio coloro che rischiano salvando la pace di qualcuno di lavorare come
spazzino, cameriere o operatore di call center abbiamo: laureati in psicologia 24%, laureati in settore
geologico o biologico 25,1% e, infine, laureati in giurisprudenza 32,7% 6. E spesso per poter vivere cosa
accade? Che i laureati devo letteralmente cancella la laurea dal proprio curriculum, altrimenti vengono
immediatamente scartati.
4. Come agiamo: mediante dati statistici, immagini e video. I quali vengo analizzati e rielaborati.
Tutto questo effetto del modo di produzione capitalistico che si fonda sulla propriet privata dei mezzi di
produzione e, quindi, sul lavoro salariato. Il salario proprio limmagine pi palese dello sfruttamento. Su
uomini, donne e bambini.

Tendenze regionali

Tra il 2008 e il 2012, il lavoro minorile nella fascia det 5-17 sceso in Asia, America Latina e
Caraibi, e Africa sub-Sahariana.

La regione Asia-Pacifico ha visto il calo pi consistente, da 114 milioni nel 2008 a 78 milioni nel

5 Ibi.
6 Cfr. dati ISTAT su http://en.istat.it/lavoro/unilav/seconda_parte.pdf
2

Tendenze regionali
2012.

Il numero dei bambini lavoratori sceso anche in Africa sub-Sahariana (di 6 milioni) e in misura pi
modesta anche in America Latina e Caraibi (1,6 milioni).

In Medio Oriente e Nord Africa il numero di bambini lavoratori ammonta a 9,2 milioni.

Il maggior numero in termini assoluti di bambini lavoratori si trova nellarea Asia-Pacifico (quasi
78 milioni), bench lAfrica sub-Sahariana continui ad essere la regione con la pi alta incidenza di
minori lavoratori in rapporto alla percentuale della popolazione, oltre il 21%.

Lincidenza di lavoro minorile pi elevata nei paesi poveri, ma i paesi a medio reddito hanno il
maggior numero di bambini lavoratori.

Il lavoro minorile tra le bambine diminuito del 40% dal 2000, mentre quello dei bambini del 25%.

Lagricoltura rimane il settore in cui si trovano pi minori lavoratori (98 milioni di bambini o il 59%),
ma il fenomeno ugualmente rilevante nel settore dei servizi (54 milioni) e nellindustria (12 milioni),
perlopi nelleconomia informale.

Fonte: http://www.ilo.org/rome/risorse-informative/per-la-stampa/comunicati-stampa/WCMS_221729/lang-it/index.htm

Prendiamo, ad esempio, la prestigiosa Nike:


Nonostante i milioni spesi ogni anno in pubblicit per garantirsi notoriet e mantenere l'immagine di
azienda trasparente e attenta a rispettare i diritti dei propri dipendenti, se si scava un po' pi a fondo nella
storia della multinazionale emergono molte ombre, andando pi nello specifico: violazione di 12 leggi
nazionali, tra cui quelle sul salario minimo, il lavoro minorile, gli straordinari, gli orari di lavoro,
l'assicurazione, l'organizzazione sindacale e i licenziamenti. Inoltre l'azienda si resa tristemente famosa
negli scorsi anni per episodi che ancora adesso infangano la sua immagine, e ha dovuto impegnarsi a fondo
per riuscire a rimediare, almeno in parte, a molte accuse, per esempio ci soffermiamo su quella di
sfruttamento del lavoro minorile in Cambogia7.
Succede questo mentre a noi, in occidente, oltre a fare i monnezzari, ci illudono con queste formule:

7 http://www.morasta.it/old/index.php?
option=com_content&view=article&id=1755:nike-cosa-si-nasconde-dietro-unsemplice-paio-di-scarpe&catid=72:esteri&Itemid=279
3

Figura 3: Pubblicit Nike: "Trova la tua grandezza". Fonte: Google.

Ma, mentre da un lato un bambino in cerca della grandezza, dellaltezza, della gloria,
dallaltro, lUnicef, mostra un altro bambino, incatenato dalla ricerca del primo. Questa
solo una delle tante contraddizioni:

Figura 4: Pubblicit UNICEF contro lo sfruttamento del lavoro minorile. Immagine: Google.

Altre accuse sono state rivolte da decine di operai indonesiani delle fabbriche
Converse (di cui la Nike possiede il marchio), che hanno denunciato di essere stati
picchiati e schiaffeggiati dai loro capi pi volte. La Nike non nega l'accaduto, ma si
deresponsabilizza affermando che la colpa non sua ma delle ditte che ricevono
subappalti, e che quindi sta a queste prendere gli adeguati accorgimenti. Certo che,
nel corso di questo continuo sottrarsi alle accuse sempre crescenti, i lavoratori
continuano a ricevere sempre lo stesso trattamento e a non vedere speranza di
cambiamento8.
Cosa combina, in genere, una multinazionale, in questo caso la Nike?
1. Regimi oppressivi: tutte le scarpe Nike sono prodotte in Asia, in particolare in
Indonesia, Cina, Tailandia, Taiwan, Corea del Sud, Vietnam.
2. Relazioni sindacali: in Indonesia i sindacati liberi sono illegali e vengono repressi
dall'esercito, i dirigenti sindacali sono licenziati, imprigionati, torturati, ed anche uccisi.

8 Ibi.
4

3. Salari e condizioni di lavoro: i lavoratori della Nike ricevono un salario da fame,


inferiore al salario minimo stabilito dalla legge indonesiana. Lavorano esposti ai vapori
delle colle, ai solventi, alle vernici, per 12 ore al giorno.
4. Commercializzazione irresponsabile: la Nike spende circa 180 milioni di $ all'anno in
pubblicit, quando sarebbe sufficiente l'1% di questo bilancio per migliorare le
condizioni di 15.000 lavoratori indonesiani.
5. Campagna di boicottaggio: nel 1990 Operation Push, un gruppo per i diritti civili, ha
lanciato il boicottaggio della Nike perch, nonostante venda il 45% dei suoi prodotti ai
neri, non vi sono afroamericani ai vertici dell'azienda; essa inoltre non concede
sufficienti benefici sociali alla comunit nera.
6. Quanto costa una scarpa Nike:
MATERIALE $ 4,7

4%

MANODOPERA $ 1,3

1%

PROFITTI ALL'INGROSSO $ 62

49%

PROFITTI AL DETTAGLIO $ 57

46%

PREZZO AL PUBBLICO $ 125

100%9

Per vedere, non solo in Italia, ma anche nel mondo, i due fenomeni presi in
considerazioni, che sono effetti della stessa medaglia guarda su Youtube (altro colosso
sfruttatore) i film documentari:
I nuovi padroni del mondo: https://www.youtube.com/watch?v=e17AeJ2_cgA
Inoltre, la dinamica dello studente monnezzaro stata ben espressa dal regista
Sydney Sibilla nel 2014 nel film Smetto quando voglio, che qui vediamo in
locandina:

Figura 5: Locandina del film "Smetto quando voglio". Immagine: Google.

9 Per la tabella Cfr. il citato sito morasta.it.


5

Gli ultimi due punti, ossia quando e dove (5, 6), realizzano ci di cui parliamo,
altrimenti accade questo:
La cosa [] non si esaurisce nel suo fine, ma nella sua attuazione, e il tutto reale non
costituito soltanto dal risultato, ma da questo insieme al divenire che lha prodotto
[] la tendenza il mero impulso cui manca ancora la realt 10.
Pi chiaramente:
Ognuno dei tuoi rapporti con luomo, e con la natura, deve essere una
manifestazione determinata e corrispondente alloggetto della tua volont [] Se nella
manifestazione vitale di uomo amante non fai di te stesso un uomo amato, il tuo
amore impotente, uninfelicit11.

10 G.W.F. Hegel, Fenomenologia dello Spirito, introduzione, traduzione note e apparati di V. Cicero, Rusconi Libri,
Milano, 1995, p. 51

11 K. Marx, Manoscritti economico-filosofici del 1844, a cura di N. Bobbio,


Einaudi, Torino, 2013, p. 149
6

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