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in collaborazione con la casa editrice

presenta:

impianti di protezione
contro i fulmini
Descrizione
Generalit
Identificazione e stima dei rischi
Determinazione del numero di eventi
pericolosi (N)
n Suddivisione di una struttura in zone
n Confronto tra rischio stimato e rischio
ammesso
n Scelta delle misure di protezione
n Impianto di protezione esterno (LPS)
n Organi di captazione
- Posizionamento degli organi di captazione
- Tipi di organi di captazione
- Dimensioni minime degli organi di captazione
n Organi di discesa o calate
- Calate normali
- Dimensioni minime delle calate
- Organi naturali di discesa
- Ancoraggi e giunzioni
n Sistema di dispersori
n
n
n

n
n

- Dispersore di tipo A
- Dispersore di tipo B
- Caratteristiche e dimensioni minime del
dispersore
- Protezione contro le tensioni di contatto
e di passo
- Impianto di protezione interno
- Equipotenzializzazione di corpi metallici e degli impianti interni al volume da
proteggere
- Equipotenzializzazione dei corpi metallici e delle linee entranti nella struttura
- Equipotenzialit dei corpi metallici
interrati
- Isolamento elettrico dellLPS esterno
- Ripartizione della corrente tra le calate
- Protezione dalle sovratensioni di apparecchiature
Manutenzione ed ispezione di un LPS
Obbligo del progetto
- Denuncia delle installazioni dei dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche

Tratto dal volume Manuale degli impianti elettrici pubblicato da


Editoriale Delfino Srl Milano
Maggiori informazioni su:
www.editorialedelfino.it/ita/dettagli.prodotto.php?id=62
www.schneider-electric.com

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IMPIANTI DI PROTEZIONE
CONTRO I FULMINI

Generalit
La funzione di un sistema di protezione contro le scariche atmosferiche (LPS Lightning Protection System) quella di ridurre il pericolo di danni entro limiti tollerabili.
La natura aleatoria del fulmine, tuttavia, impone che il sistema di
protezione sia progettato e realizzato in modo tecnicamente corretto,
diversamente il pericolo di danni pu risultare aggravato, nei casi in
cui la protezione risulta effettivamente necessaria, o comportare un
inutile onere, nel caso di strutture non esposte a fulminazione o autoprotette.
Per la valutazione della necessit o meno del sistema di protezione,
della definizione delle sue caratteristiche e del livello di protezione
assicurato, le norme (1) hanno introdotto una metodologia basata sul
rischio R cui risulta soggetta la struttura e sul conseguente confronto con il rischio ritenuto tollerabile RT.

Identificazione e stima dei rischi


Per la valutazione del rischio di una struttura, inteso come prodotto
della probabilit che si verifichi la fulminazione per lentit presumibile del danno conseguente, gli elementi da considerare sono:
la struttura stessa;
gli impianti nella struttura;
il contenuto della struttura;
le persone nella struttura e quelle nella fascia fino a 3 m all'esterno
della struttura;
lambiente circostante interessato da un danno alla struttura.
Per lindividuazione del rischio R le norme contemplano 4 diversi
tipi di sorgenti di danno:
S1: fulminazione diretta della struttura;
S2: fulminazione diretta di un servizio entrante nella struttura;

(1) La protezione contro le scariche atmosferiche oggetto delle norme:


CEI EN 62305-1 (CEI 81-10/1) - Protezione contro i fulmini. Parte 1: Principi
generali.
CEI EN 62305-2 (CEI 81-10/2) - Protezione contro i fulmini. Parte 2: Valutazione del rischio.
CEI EN 62305-3 (CEI 81-10/3) - Protezione contro i fulmini. Parte 3: Danno
materiale alle strutture e pericolo per le persone.
CEI EN 62305-4 (CEI 81-10/4) - Protezione contro i fulmini. Parte 4: Impianti
elettrici ed elettronici nelle strutture.

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S3: fulminazione indiretta (in prossimit) della struttura;


S4: fulminazione indiretta di un servizio entrante nella struttura.
La fulminazione diretta della struttura (S1) d origine alle componenti di rischio che interessano le persone (RA), i materiali (RB) e gli
apparati (RC). Anche la fulminazione indiretta di un servizio entrante nella struttura d luogo alle stesse componenti di rischio, che
per sono indicate rispettivamente con RU, RV e RW.
La fulminazione indiretta sulla struttura d invece origine alla componente di rischio che interessa gli apparati (RM); analogamente la
fulminazione indiretta su un servizio entrante (RZ).
Si devono poi considerare i tipi di danno dovuti all'abbattersi di una
scarica atmosferica:
D1: danni ad esseri viventi (dovuti a tensioni di contatto e di passo);
D2: danni fisici (dovuti ad incendi, esplosioni, rotture meccaniche, rilascio di sostanze tossiche, ecc.);
D3: avarie di apparecchiature elettriche ed elettroniche (dovute a
sovratensioni).
Questo perch al verificarsi di un evento pericoloso associata la
probabilit che si verifichi uno o pi danni specifici.
A seconda del tipo di struttura o edificio e della destinazione d'uso
dei locali, ogni tipo di danno pu concorrere a produrre uno o pi tipi
di perdite, quantificabili con uno specifico livello di rischio:
L1: perdita di vite umane
(Rischio R1).
L2: perdita di servizio pubblico
(Rischio R2).
L3: perdita di patrimonio culturale (Rischio R3).
L4: perdita economica
(Rischio R4).
Per ciascun tipo di perdita (L1 - L4) i rispettivi rischi R1, R2, R3 e R4
risultano determinati dalla somma delle proprie componenti di rischio:
R 1 = R A + R B + R C + R M + R U + R V + R W + R Z (2 )
R2 = RB + RC + RM + RV + RW + RZ
R3 = RB + RV
R 4 = R A + R B + R C + R M + R V + R U + R W + R Z (3 )
Ciascuna componente di rischio RA RZ pu essere calcolata come
prodotto del numero di eventi pericolosi (N) che possono interessare
quella struttura nel periodo di tempo considerato (in genere un
anno), per la probabilit (P ) che l'evento pericoloso provochi un
danno, per l'entit media della perdita conseguente (L):
RX = NX PX LX
(2) Le componenti RC, RM, RW e RZ si considerano solo nel caso di strutture
con rischio di esplosione, di ospedali, o di altre strutture in cui eventuali guasti di impianti interni possono provocare un immediato pericolo per la vita
umana.
(3) Le componenti RA e RU si considerano solo nel caso di strutture ad uso
agricolo in cui si pu verificare la perdita di animali.

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Gli Allegati B e C alla Norma CEI 81-10/2 forniscono le formule ed


i dati per calcolare i valori di P e L (il valore delle perdite pu essere
definito anche dal progettista).

Determinazione del numero di eventi pericolosi (N)


Il numero annuale medio N di eventi pericolosi dovuti al fulmine che
possono interessare una struttura da proteggere dipende dall'attivit temporalesca nella localit in cui ubicata e dalle caratteristiche fisiche della struttura stessa. Si calcola con la relazione:
N = Ng A c
essendo:
Ng - la densit di fulmini al suolo (numero di fulmini per km2), ottenibile dalle reti di localizzazione di fulmini al suolo;
A - l'area equivalente di raccolta della struttura (in m2), calcolabile
per le strutture pi semplici come indicato nella figura 1;
c - un coefficiente correttivo relativo alle caratteristiche fisiche della
struttura.
Si deve determinare il numero di eventi pericolosi dovuti ai fulmini
sulla struttura, sui servizi entranti nella struttura, in prossimit
della struttura e in prossimit dei servizi entranti.
LAllegato A della norma CEI 81-10/2 fornisce i dati per effettuare i
calcoli e utili osservazioni per le strutture particolari.

Suddivisione di una struttura in zone


Nella valutazione di ciascuna componente di rischio, una struttura
pu essere considerata come una singola zona oppure pu essere
suddivisa in zone aventi caratteristiche omogenee.
Le zone sono definite principalmente da:

Fig. 1

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tipo di suolo o di pavimentazione (componenti di rischio RA e RU);


compartimentazione antincendio (componenti di rischio RB e RV);
schermi locali (componenti di rischio RC e RM).
Ulteriori zone possono essere definite in funzione di:
disposizione degli impianti interni (componenti di rischio RC e RM);
misure di protezione esistenti o previste (tutte le componenti di rischio);
valori delle perdite LX (tutte le componenti di rischio);
Nella suddivisione di una struttura in zone si deve tenere conto della
possibilit realizzativa delle misure di protezione pi adatte.
Se la struttura considerata come zona unica il rischio R la somma
delle componenti di rischio RX nella struttura.
Se la struttura suddivisa in pi zone il rischio per la struttura la
somma dei rischi relativi a tutte le zone della struttura stessa; in
ogni zona il rischio la somma di tutte le componenti di rischio nella
zona considerata.

Confronto tra rischio stimato e rischio ammesso


necessario adottare misure di protezione se:
R1 > (RT = 10-5) perdita di vite umane o danni permanenti;
R2 > (RT = 10-3) perdita di servizio pubblico;
R3 > (RT = 10-3) perdita di patrimonio culturale insostituibile.
L'opportunit o meno di proteggersi contro una perdita economica,
conseguente al rischio R4, invece considerata una libera scelta,
anche se, secondo la norma, quest'ultima dovrebbe essere basata su
un calcolo di convenienza.
Nella figura 2 indicata in sintesi la procedura per la valutazione
della necessit o meno della protezione.

Scelta delle misure di protezione


Per ciascun tipo di perdita sono possibili varie misure di protezione
che, singolarmente o in combinazione tra loro, possono realizzare la
condizione R RT (fig. 3).
Misure atte a ridurre i danni ad esseri viventi dovuti a tensioni di
contatto e di passo
adeguato isolamento delle parti conduttive esposte;
equipotenzializzazione del suolo per mezzo di un dispersore a maglia (non efficace contro le tensioni di contatto);
barriere e cartelli ammonitori;
incremento della resistivit superficiale del suolo all'interno ed all'esterno della struttura.
Misure atte a ridurre i danni materiali
a) Per le strutture:
impianto di protezione contro il fulmine LPS (attuando anche
l'equipotenzializzazione si riducono i rischi di incendio, di esplosione
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Fig. 2

e di danno agli esseri viventi);


b) Per i servizi:
funi di guardia;
posa in condotti metallici per i cavi interrati.
Misure atte a ridurre i guasti negli impianti elettrici ed elettronici
a) Per le strutture:
Impianto di protezione contro il fulmine consistente nei seguenti
provvedimenti utilizzabili da soli o congiuntamente:
messa a terra ed equipotenzializzazione;
schermatura;
percorso delle linee;
sistema di SPD.
b) Per i servizi:
limitatori di sovratensione (SPD) distribuiti lungo la linea ed al
termine della linea stessa;
cavi schermati.
La scelta di quelle ritenute pi idonee un problema di natura squisitamente tecnico/economica che deve essere attuata determinando
quali componenti di rischio hanno un peso preponderante sul rischio
complessivo e quali sono i fattori da cui queste componenti dipendono.
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Fig. 3

Impianto di protezione esterno (LPS)


Le norme definiscono le seguenti zone:
LPZ 0A: zona dove il pericolo dovuto alla fulminazione diretta e
all'esposizione al totale campo magnetico. Essendo una zona non
protetta, gli impianti interni possono essere soggetti alla corrente di
fulmine (totale o parziale);
LPZ 0B: zona protetta contro la fulminazione diretta, ma dove il pericolo l'esposizione al totale campo magnetico. Gli impianti interni
possono essere soggetti a frazioni della corrente di fulmine;
LPZ 1: zona in cui la corrente limitata dalla suddivisione della corrente di fulmine e dalla presenza di SPD al confine della zona stessa;
LPZ 2, , n: zone in cui la corrente ulteriormente limitata dalla
suddivisione della corrente di fulmine e dalla presenza di ulteriori
SPD ai confini delle diverse zone. Schermi addizionali possono essere
utilizzati per ridurre ulteriormente il campo elettromagnetico.
La protezione di una struttura si realizza se la stessa contenuta all'interno di una zona LPZ 0B o di rango superiore, ossia se dotata
di un impianto di protezione contro il fulmine costituito da:
impianto di protezione esterno (LPS) che consente di intercettare
il fulmine, condurre a e disperdere a terra le conseguenti correnti;
impianto di protezione interno (LPMS - Lighting Protection MeaP-6

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sures System) con funzione di prevenire scariche pericolose all'interno della struttura mediante collegamenti equipotenziali o assicurando un adeguato isolamento elettrico tra i componenti dell'LPS
e gli altri elementi conduttori interni alla struttura.
tecnicamente ed economicamente conveniente prevedere lo sviluppo dei suddetti impianti gi in sede di progetto e di realizzazione
edile, in quanto possibile utilizzare come componenti dell'impianto
stesso eventuali parti metalliche proprie della struttura, ad esempio
ferri di fondazione, capriate, ecc.
L'LPS esterno pu essere non isolato o isolato; il primo tipo, utilizzato nella maggioranza dei casi, appoggiato alla struttura che deve
essere protetta, quello isolato utilizzato in genere quando gli effetti termici ed esplosivi nel punto d'impatto del fulmine, o nei conduttori e nelle parti conduttrici della struttura percorsi dalla
corrente di fulmine, possono causare danni alla struttura o al suo
contenuto (strutture con copertura combustibile, strutture con pareti
combustibili e aree con pericolo di esplosione e d'incendio).
Sono definiti isolati gli LPS connessi agli elementi strutturali metallici ed al sistema di equipotenzializzazione soltanto a livello del
suolo. Sono realizzati sia installando aste di captazione adiacenti
alla struttura da proteggere, sia sospendendo conduttori orizzontali
tra piloni.
Elementi fondamentali dell'impianto di protezione esterno sono:
gli organi di captazione della scarica atmosferica;
gli organi di discesa o calate, convoglianti la corrente di scarica
captata al dispersore;
il dispersore, componente che disperde la scarica a terra.
Possono essere usati come elementi del LPS i componenti naturali
costituiti da elementi metallici che sono parte integrante della struttura e che non possono essere modificati (ferri d'armatura interconnessi, l'intelaiatura metallica di una struttura).
Per quanto riguarda i ferri d'armatura del calcestruzzo armato la
loro continuit alettrica ritenuta accettabile se la maggior parte
delle interconnessioni tra i ferri verticali e quelli orizzontali realizzata mediante saldatura, o comunque in modo sicuro. La connessione dei ferri verticali pu essere effettuata anche con sovrapposizione dei ferri per un minimo di 20 volte il loro diametro.
In ogni caso la continuit elettrica deve essere verificata mediante
misure tra la sommit e la base della struttura: la resistenza elettrica totale deve essere inferiore a 0,2 ohm. Se detto valore non fosse raggiunto, o se non risultasse fattibile la misura, i ferri d'armatura non devono essere utilizzati come calate naturali.
I ferri d'armatura, se impiegati correttamente, costituiscono inoltre
una rete di equipotenzializzazione dei potenziali dellimpianto di
protezione interno e possono fungere anche da schermo elettromagnetico che contribuisce alla protezione degli apparati elettrici ed
elettronici dalle interferenze dovute al campo elettromagnetico del
fulmine. La corrente nei ferri d'armatura infatti si ripartisce in nuP-7

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merosi percorsi in parallelo per cui l'impedenza della rete bassa e


conseguentemente sia la caduta di tensione sia il campo magnetico
generato dalla corrente di fulmine risultano limitati.
L'Allegato E della Norma CEI 81-10/3 indica le modalit di impiego
di connessione dei ferri di armatura agli elementi esterni dell'LPS.
In base ad un insieme di regole costruttive, le norme definiscono
quattro tipi di LPS (classe I, II, III e IV) in relazione ai livelli di protezione (LPL - Lighting Protection Level) che devono assicurare; a
ciascuna classe associata una data probabilit che i parametri
della corrente di fulmine siano superiori o inferiori ai valori massimi e minimi riportati dalle norme (tabelle 1 e 2).
I valori massimi dei parametri della corrente di fulmine relativi al
livello di protezione I presentano una probabilit di non essere superati pari al 99 %. Tali valori sono ridotti al 75 % per LPL II e al 50
% per LPL III e IV.
Tabella 1 Valori massimi dei parametri dei fulmini in relazione ai
livelli di protezione
Livello di protezione
I
II
III
Primo colpo breve
Valore di picco (kA)
200
150
100
Carica in un colpo breve (C)
100
75
50
Energia specifica (kJ/ohm)
10
5,6
2,5
Tempi (s/s)
10/350
Colpi brevi successivi
Valore di picco (kA)
50
37,5
25
Pendenza media (kA/s)
200
150
100
Tempi (s/s)
0,25/100
Colpi lunghi
Carica in un colpo lungo (C)
200
150
100
Tempi (s)
0,5
Fulmine
Carica nel fulmine (C)
300
225
150
Parametri della corrente

IV
100
50
2,5

25
100

100

150

Tabella 2 Valori minimi della corrente dei fulmini in relazione ai livelli di protezione
Parametri della corrente
Minimo valore della
corrente di picco (kA)
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I
3

Livello di protezione
II
III
5

10

IV
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Fig. 4 Tipi di impianti di protezione e corrispondenti volumi protetti.

Organi di captazione
Lorgano di captazione pu essere del tipo (fig. 4):
a ad aste verticali poste sulla struttura da proteggere e collegate al
dispersore; vengono impiegati per strutture di ridotte dimensioni;
b a funi sospese al di sopra del volume da proteggere; sono utilizzati per la protezione di impianti industriali dove non ci sono, tra
laltro, problemi estetici, realizzando delle tesate che possono risolvere egregiamente i problemi dovuti ad eventuali dislivelli ed irregolarit delle coperture.
c a maglia, realizzati da un complesso di conduttori connessi tra
loro in modo da formare maglie di dimensioni opportune. il tipo pi
diffuso ed il pi idoneo nelle condizioni ordinarie, con superfici piane.

Posizionamento degli organi di captazione


I componenti del sistema di captatori devono essere posizionati in
corrispondenza degli spigoli, dei punti esposti e dei bordi (in particolare quelli ai livelli pi elevati delle facciate).
Poich anche le facciate di strutture pi alte di 60 m possono essere
soggette a fulmini, il sistema di captatori deve estendersi anche sulle
parti alte delle facciate (tipicamente il 20% superiore della struttura).
La scelta del punto di installazione dei captatori deve essere effettuata in modo tale che la struttura da proteggere sia interamente
contenuta nel volume protetto dal complesso dei captatori. A tal fine
la norma propone le seguenti procedure:
metodo della sfera rotolante (di raggio R) adatto in ogni caso e in
particolare per strutture di forma complessa.
metodo dellangolo di protezione (angolo ), adatto per strutture
di forma semplice e regolare;
metodo della maglia (di lato L) per la protezione di strutture con
superfici piane.
I valori di , R ed L dipendono dal livello di protezione dellLPS,
come riportato nella tabella 3.
Il sistema di captatori di un LPS non isolato dalla struttura pu essere installato:
appoggiato sulla superficie del tetto stesso se il tetto costituito da
materiale non combustibile;
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Tabella 3 Valori delle grandezze relative agli organi di captazione

a distanza non inferiore a 10 cm se il tetto costituito da materiale


facilmente combustibile (almeno 15 cm per tetti in paglia).

Metodo della sfera rotolante


In base a questo metodo, particolarmente adatto per strutture dal
contorno articolato, i captatori devono essere installati sulle parti
della struttura che risultano a contatto con la sfera rotolante, come
indicato nella figura 5.

Fig. 5 Posizionamento dei captatori secondo il metodo della sfera rotolante.

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Fig. 6 Volume protetto da organi di captazione ad aste verticali.

Il raggio R della sfera varia in funzione del livello di protezione, per


cui risulta necessario infittire gli organi di captazione allaumentare
del livello di protezione richiesto.

Metodo dellangolo di protezione


Il metodo utilmente applicato per strutture con forme regolari, poich in tal caso di applicazione immediata.
Il volume protetto da organi di captazione ad aste risulta a forma di
cono (fig. 6) il cui angolo di apertura varia con il livello dellimpianto di protezione da realizzare. Il metodo per non pu essere impiegato per strutture di altezza superiore ai valori limite indicati nel
grafico di tabella 3. Se la superficie, su cui installato il captatore
ad asta, inclinata lasse del cono la perpendicolare alla superficie stessa.
Nella protezione con organi di captazione formati da funi orizzontali il volume protetto definito dallinviluppo dei coni aventi i vertici nei punti costituenti la fune (fig. 7).
Si osservi che laltezza dellasta o della fune devessere riferita al
piano rispetto al quale si vuole effettuare la protezione e quindi non
necessariamente al terreno (figura 8).

Fig. 7 Volume protetto da captatori a funi orizzontali.

Fig. 8 Angolo di protezione dei captatori per diverse altezze.

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Metodo di protezione a maglia


Il volume protetto da un organo di captazione a maglia definito
dalla composizione dei volumi protetti determinati dai singoli conduttori costituenti i lati della maglia (fig. 9).
La dimensione del lato della maglia funzione del livello di protezione richiesto allimpianto (tabella 3).
Gli organi di captazione dovrebbero essere posizionati in modo che
il volume da proteggere risulti completamente allinterno del volume protetto. Dato che ci significherebbe distanziare necessariamente i conduttori di raccolta dalla struttura, con tutti gli
inconvenienti estetici e strutturali conseguenti, i soli organi di captazione a maglia possono essere appoggiati alla struttura stessa,
purch la loro installazione avvenga secondo i seguenti criteri:
i conduttori di captazione devono essere posati su vertici e sporgenze del tetto (ad esempio comignoli o abbaini), sui bordi del tetto
se la pendenza delle falde maggiore di 1/10, sulle superfici laterali delle strutture molto alte (fig. 10) nella fascia superiore pari al
20 % dellaltezza della struttura (il pericolo di fulminazioni sulle
pareti laterali possibile ma limitato per strutture di 60 m mentre
consistente per strutture di 120 m e oltre).
le dimensioni delle maglie non devono risultare superiori a quelle
indicate nella tabella 3 in relazione al livello dellimpianto;
i conduttori di captazione devono essere disposti in maniera tale da
realizzare percorsi brevi ed il pi possibile rettilinei e tali che la corrente di un fulmine trovi sempre almeno due vie di discesa. Nessuna
struttura metallica deve fuoriuscire dal volume protetto dai captatori.
In alcuni casi, per esempio per terrazzi praticabili, i conduttori di
captazione possono anche essere ubicati sotto lultimo strato di co-

Fig. 9 Volume protetto da un captatore a maglia non isolato (a) e isolato (b).

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Fig. 10 Disposizione dei captatori a


maglia per strutture di altezza maggiore di 120 m.

pertura in quanto i materiali edilizi della copertura sono sufficientemente conduttori, per cui consentono comunque lintercettazione del fulmine. Naturalmente, si deve ritenere accettabile il
danno che si pu creare alla copertura.
Viceversa, per coperture che hanno un rivestimento di materiale
combustibile, necessario tenere distanziati i conduttori di captazione di almeno 10 cm.

Tipi di organi di captazione


Gli organi di captazione normali possono essere costituiti da nastri,
tondini, corde in rame, acciaio zincato a caldo, acciaio inossidabile,
alluminio o piombo.
L'installazione di organi di captazione costituiti da materiale radioattivo non consentita.
Possono esser utilizzati come organi di captazione anche elementi
della struttura quali:
componenti metallici costruttivi di tetti (capriate metalliche, ferri
di armatura elettricamente continui, ecc.) purch la copertura possa
essere esclusa dalla struttura da proteggere;
grondaie, scossaline, ringhiere ecc. la cui sezione trasversale non
sia inferiore a quella specificata per i captatori normali (tabella 5);
lastre metalliche di copertura della struttura da proteggere purch
non siano rivestite in materiale isolante, la continuit elettrica tra
le parti sia resa durevole (tramite brasatura forte, saldatura, pressione, avvitamento o bullonatura) e il loro spessore non sia inferiore
a quanto indicato nella tabella 4;
tubazioni e serbatoi metallici sul tetto, a condizione che essi siano
costruiti con materiali aventi spessore e sezione in accordo con i valori della tabella 5; se le condizioni relative allo spessore non sono rispettate, le tubazioni o i serbatoi devono essere integrati nella
struttura da proteggere (fig. 11).
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Tabella 4 Spessore minimo (mm) delle lastre di copertura e delle tubazioni usate come captatori
Materiale
Acciaio
Rame
Piombo
Alluminio
Zinco

Perforazione o incendio dei materiali sottostanti


Ammessi
Non ammessi
0,5
4
0,5
5
2,0

0,65
7
0,7

Dimensioni minime degli organi di captazione


Le dimensioni minime dei captatori sono riportate nella tabella 5.

Organi di discesa o calate


La funzione degli organi di discesa (calate) quella di condurre la
corrente del fulmine dagli organi di captazione al dispersore, senza
che si verifichino danni allimpianto di protezione o alla struttura
da proteggere o che si creino situazioni di pericolo per le persone che
si trovano in prossimit o a contatto con le calate stesse. A tal fine le
calate devono essere disposte in modo che dal punto d'impatto a
terra:
esistano pi percorsi paralleli per la corrente;
le lunghezze dei percorsi della corrente siano ridotte al minimo;
le connessioni equipotenziali alle parti conduttrici della struttura
siano realizzate con le modalit descritte in seguito.
considerata una buona pratica collegare tra loro le calate con conduttori ad anello a livello del suolo e ogni 10 20 m di altezza.

Fig. 11 Protezione di un serbatoio con fluido pericoloso, avente spessore insufficiente oppure per il quale la sovratemperatura interna nel punto di impatto del fulmine pu risultare inaccettabile.
a protezione a fune; b protezione a maglia.

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Tabella 5 Dimensioni minime degli organi di captazione e dei conduttori delle calate

Nastro massiccio
Tondo massiccio (1)
Tondo massiccio (2)
Cordato

Sez. min.
(mm2)
50
50
200
50

Rame
stagnato

Nastro massiccio
Tondo massiccio (1)
Cordato

50
50
50

spessore min. 2 mm
diametro 8 mm
diametro min. di ciascun filo 1,7 mm

Alluminio

Nastro massiccio
Tondo massiccio
Cordato

70
50
50

spessore min. 3 mm
diametro 8 mm
diametro min. di ciascun filo 1,7 mm

Lega di
alluminio

Nastro massiccio
Tondo massiccio
Tondo massiccio (2)
Cordato

50
50
200
50

spessore min. 2,5 mm


diametro 8 mm
diametro 16 mm
diametro min. di ciascun filo 1,7 mm

Acciaio
zincato
a caldo

Nastro massiccio
Tondo massiccio
Tondo massiccio (2)
Cordato

50
50
200
50

spessore min. 2,5 mm


diametro 8 mm
diametro 16 mm
diametro min. di ciascun filo 1,7 mm

Acciaio
inossidabile

Nastro massiccio
Tondo massiccio
Tondo massiccio (2)
Cordato

50
50
200
70

spessore min. 2 mm
diametro 8 mm
diametro 16 mm
diametro min. di ciascun filo 1,7 mm

Materiale
Rame

Configurazione

Altre dimensioni
spessore min. 2 mm
diametro 8 mm
diametro 16 mm
diametro min. di ciascun filo 1,7 mm

N.B. Se gli aspetti termici e meccanici sono importanti, le dimensioni di tondi


e nastri opportuno siano aumentate.
(1) Se la resistenza meccanica non essenziale sufficiente la sezione di 28
mm2 ( 6 mm), ma opportuno ridurre la distanza tra gli ancoraggi.
(2) Utilizzabile solo per captatori ad asta e picchetti (con esclusione, per i picchetti, delle leghe in alluminio). In assenza di sforzi meccanici critici (p. es.
spinta del vento), possibile utilizzare aste di 10 mm di diametro lunghe al
massimo 1 m con ancoraggi addizionali.

La geometria delle calate e dei conduttori ad anello influenza la distanza di sicurezza.

Calate normali
La scelta degli organi di discesa influisce notevolmente sullestetica
delle strutture da proteggere. Da qui la necessit di prevedere limpianto gi in fase di progettazione delledificio, specie se si intende
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incassare le calate nella muratura. importante prevedere il maggiore numero possibile di calate e una loro uniforme distribuzione
in quanto si ottiene una ripartizione della corrente di scarica su pi
conduttori e quindi una riduzione della corrente in ogni calata e la
diminuzione delle possibilit di scariche laterali e di sovratensioni
sugli impianti interni.
Quando per ragioni estetiche o pratiche non possibile distribuire le
calate uniformemente lungo il perimetro si deve tenere presente che
ci si traduce in un aumento della distanza di sicurezza da considerare, tra conduttori dellLPS e corpi metallici e impianti interni, in
quanto aumenta il pericolo di scariche laterali e tensioni indotte.
In definitiva, la scelta del numero e della posizione delle calate e la
presenza di anelli di interconnessione intermedi diventa una questione, oltre che estetica, tecnico-economica, da esaminare volta per
volta.
In ogni caso, prescritto per ciascun tipo di impianto di protezione
il seguente numero minimo di calate:
a) Negli LPS isolati il numero delle calate dipende dal tipo di captatori utilizzato:
se il sistema di captatori costituito da aste su supporti separati
che non siano metallici o ferri d'armatura, necessario almeno una
calata per ciascun supporto; nessuna calata addizionale richiesta
per supporti realizzati in metallo o con ferri d'armatura.
se il sistema di captatori realizzato mediante funi sospese all'estremit, necessaria almeno una calata in corrispondenza di ciascun supporto.
se il sistema di captatori realizzato con una rete di conduttori
(tipo a maglia), necessaria almeno una calata in corrispondenza
delle estremit di ciascuna fune di supporto (fig. 12).
b) Negli LPS non isolati il numero delle calate non deve essere minore di due; le calate devono essere distribuite in modo da risultare
equidistanti lungo il perimetro della struttura da proteggere (possibilmente una calata in corrispondenza di ogni spigolo della struttura), compatibilmente con i limiti architettonici e pratici. Tipici
valori della distanza tra le calate sono riportati nella tabella 6.
opportuno installare calate anche nei cortili aventi perimetro maggiore di 30 m.
Le calate devono essere installate in modo da costituire, per quanto
possibile, la continuazione diretta dei conduttori del sistema di capTabella 6 Valori della distanza tra calate e conduttori ad anello
Classe dell'LPS
Distanze tipiche (m)

II

III

IV

10

10

15

20

accettabile una variazione del 20 % della spaziatura tra le calate a patto che il valore medio rispetti i valori sopra riportati.
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Fig. 12 Disposizione degli organi di discesa per impianti di protezione a maglia.

tatori e da assicurare il percorso pi breve e pi diretto fino a terra


(onde evitare che si possano verificare scariche laterali). Deve essere evitata la formazione di cappi. Quando non sia possibile, la distanza s dello spazio fra due punti della calata in relazione alla
lunghezza l della calata tra quei due punti (fig. 13) deve rispon-

Fig. 13 Disposizione delle calate. Per i valori di ki, kc, km vi vedano le tabelle 11, 12, 13.

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dere alle prescrizioni indicate per lisolamento elettrico dellLPS (v.


pag. P-29).
Analogamente devono essere evitati percorsi non rettilinei in corrispondenza di zone ove leventuale presenza di una persona possa
creare ponti per la corrente del fulmine (fig. 13).
Si osservi comunque che un percorso rettilineo non implica di evitare
in tutti i modi spigoli vivi nelle calate, in quanto ci non particolarmente pericoloso.
Le calate di un LPS non isolato dalla struttura da proteggere possono essere installate:
sulla superficie della parete, se questa costituita da materiale
non combustibile oppure costituita da materiale facilmente combustibile ma la sovratemperatura che i conduttori delle calate assumono, a causa della corrente di fulmine non pericolosa per il
materiale;
ad una distanza dalla parete maggiore di 0,1 m se la parete costituita da materiale facilmente combustibile e la sovratemperatura
pericolosa; se tale distanza non pu essere rispettata, la sezione
del conduttore non deve essere inferiore a 100 mm2.
In ogni caso le calate non possono essere installate all'interno di
grondaie o pluviali anche se questi sono rivestiti con materiali isolanti.
Le calate devono inoltre essere distanti il pi possibile da finestre e
porte di balconi in relazione alla possibilit di essere toccate da persone, oppure vanno isolate.
Se si tratta di serramenti metallici o facciate metalliche interni al
volume protetto, che costituiscono dei corpi metallici, vanno presi
provvedimenti (distanziamenti, collegamenti equipotenziali) per evitare il pericolo di scariche laterali.
Su ciascuna calata, in prossimit del collegamento al dispersore, dovrebbe essere previsto un punto di misura ad eccezione delle calate
naturali connesse a un dispersore di fondazione.
Il punto di misura deve essere apribile con un attrezzo per effettuare
le misure.

Dimensioni minime delle calate


Le calate normali possono essere costituite da nastri, tondini o corde
in acciaio zincato a caldo, alluminio o rame le cui dimensioni minime
sono riportate nella tabella 5.

Organi naturali di discesa


Possono essere utilizzate come calate naturali le seguenti parti della
struttura:
a) i corpi metallici esistenti nella struttura, a patto che la continuit
elettrica tra le varie parti sia realizzata in modo durevole e le loro dimensioni siano almeno uguali a quanto prescritto nella tabella 5;
vietato l'uso come calate naturali di tubazioni che trasportano miscele in concentrazioni comprese entro i limiti di infiammabilit o
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esplosive, se la guarnizione interposta tra le flange non metallica o


se le flange affacciate non sono in altro modo tra loro connesse.
b) gli elementi portanti della struttura elettricamente continui;
c) i ferri di armatura elettricamente continui delle strutture in cemento armato (non sono necessari conduttori ad anello se sono utilizzati come calate l'ossatura di una struttura metallica o i ferri di
armatura interconnessi);
d) gli elementi, i profilati e i supporti delle facciate metalliche, a condizione che le loro dimensioni siano in accordo con quanto richiesto
per le calate normali (tabella 5), il loro spessore non sia inferiore a
0,5 mm e sia assicurata la continuit elettrica nella direzione verticale.
Gli organi di discesa naturali devono presentare le caratteristiche
di posizionamento richieste per gli organi normali, indicate precedentemente.
Naturalmente, sono di per se stesse organi di discesa naturali le
strutture metalliche allaperto, che quindi non hanno bisogno di ulteriori calate.
Ai fini delle verifiche dei controlli successivi occorre che la realizzazione di queste discese naturali, come per i captatori naturali, sia
documentata in adeguati elaborati, in cui siano anche riportati i valori di resistenza ottenuti nelle prove di continuit.

Ancoraggi e giunzioni
I captatori e le calate degli LPS non isolati devono essere saldamente
fissati di modo che gli sforzi meccanici, elettrodinamici o accidentali
(ad esempio: vibrazioni, slittamento di placche di neve, dilatazione
termica, ecc.), non possano provocare la rottura o l'allentamento dei
conduttori.
I conduttori sul tetto e le connessioni ai captatori ad asta sono fissati
al tetto mediante distanziatori ed ancoraggi isolanti o metallici. Le
distanze tra gli ancoraggi suggerite sono riportate nella tabella 7.
Il numero di giunzioni lungo i conduttori deve essere il minimo possibile.
Le giunzioni dovrebbero essere effettuate per mezzo di brasatura
forte, saldatura, avvitamento, bullonatura, chiodatura, morsetti a
compressione.
Tabella 7 Distanze tra gli ancoraggi consigliate
Tipo di installazione
Conduttori su superfici orizzontali
orizzontali su superfici verticali
Conduttori fino a 20 m dal suolo
verticali
da 20 m ed oltre

Nastri e conduttori cordati


(m)

Conduttori
massicci
(m)

0,5
0,5
1
0,5

1
1
1
1
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Sistema di dispersori
Il dispersore di terra deve garantire che in presenza delle correnti
impulsive del fulmine (4) non si verifichino allesterno della struttura da proteggere tensioni di passo pericolose per le persone e tensioni totali di terra (di cui quelle di passo sono una parte) tali da
dare origine a sovratensioni eccessive tra limpianto di protezione e
le masse o i sistemi interni (linee elettriche, telefoniche, condutture
idriche ecc.) o esterni entranti o in prossimit della struttura.
Diversamente dagli impianti di terra soggetti a correnti a frequenza
industriale (i cui elementi concorrono tutti alla dispersione della corrente di guasto e dove il contenimento delle tensioni di passo affidato allequalizzazione della zona interessata), per gli impianti di
terra dei sistemi di protezione contro i fulmini il contributo del dispersore risulta maggiore in corrispondenza delle calate e pertanto
i parametri pi importanti da considerare sono la forma e le dimensioni del dispersore. Come regola generale, comunque, preferibile
un dispersore a bassa resistenza (minore di 10 ohm se misurata a
bassa frequenza).
Il dispersore deve essere unico per tutti gli scopi (LPS, protezione
contro i contatti indiretti, protezione impianti telefonici, ecc.), per
cui i dispersori dei diversi impianti, se esistenti, devono essere interconnessi.
Il sistema di dispersori dovrebbe consentire le seguenti funzioni:
disperdere le correnti di fulmine nel terreno;
effettuare lequipotenzializzazione delle calate;
controllare il potenziale in prossimit di parti conduttrici delledificio.
Dei due tipi di dispersori definiti dalle norme (tipo A e tipo B), quelli
ad anello di tipo B soddisfano tutti i requisiti sopraccitati, mentre i
dispersori di tipo A non soddisfano i requisiti relativi allequipotenzializzazione ed al controllo dei potenziali.

Dispersore di tipo A
Questo tipo di dispersore costituito da elementi orizzontali o verticali collegati a ciascuna calata. Il numero totale degli elementi del
dispersore non deve essere inferiore a due.
La lunghezza di ciascun elemento del dispersore alla base della calata non deve essere inferiore a:
L1 per elementi orizzontali;
0,5 L1 per elementi verticali (o inclinati);
essendo L1 la lunghezza minima degli elementi orizzontali del dispersore indicata in fig. 14.
Per dispersori composti da elementi verticali od orizzontali, deve essere considerata la lunghezza totale.
Non prescritta una lunghezza minima degli elementi se il disper(4) Con le correnti impulsive, risulta preponderante la reattanza induttiva
del dispersore, che si aggiunge alla resistenza di terra.

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Fig. 14 Dimensioni minime degli elementi del dispersore in funzione della


resistivit del terreno.

sore ha una resistenza di terra non superiore a 10 (misurata a frequenze diverse da quella industriale o dei suoi multipli per evitare
interferenze).
Come si vede dalla figura 14, per terreni normali, aventi resistivit
fino a 500 m, bastano dei picchetti di lunghezza 2,5 m o dei conduttori orizzontali di 5 m.
Gli elementi del dispersore devono essere installati al di fuori della
struttura da proteggere ad una profondit di almeno 0,5 m e distanziati tra loro per ridurre al minimo gli effetti dell'accoppiamento
elettrico nel suolo (fig. 15).
Quando esiste un conduttore ad anello che interconnette le calate a
livello del suolo, il dispersore ancora di tipo A se il conduttore ad
anello in contatto con il terreno per meno dell80 % della sua lunghezza.

Fig. 15 Dispersore di tipo A ad


elementi singoli.

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Fig. 16 Dispersore tipo B, ad anello interrato.

Dispersore di tipo B
I dispersori di tipo B possono essere costituiti da una maglia oppure
da un conduttore ad anello che interconnette tutte le calate interrato per almeno l80% del suo sviluppo e in intimo contatto col terreno (fig. 16 a) oppure dal dispersore di fondazione.
Per il dispersore ad anello (o di fondazione), il raggio Re del cerchio
equivalente all'area racchiusa dall'anello (o dal dispersore di fondazione) non deve essere inferiore al valore L1 (fig. 16 b):
Re L1
essendo L1 la dimensione minima del dispersore rilevabile dalla figura 14 in funzione del livello di protezione dellimpianto e della resistivit del terreno.
Se, diversamente, Re < L1 si devono aggiungere ulteriori elementi
radiali o verticali (o inclinati) connessi allanello e aventi ciascuno la
lunghezza (fig. 17):
se interrati orizzontalmente;
Lr = L1 Re
Lr = (L1 Re)/2 se interrati verticalmente (picchetti).
Il numero degli elementi non deve essere inferiore al numero delle
calate con un minimo di due.
Gli elementi aggiunti dovrebbero essere connessi al dispersore ad
anello in corrispondenza delle calate e, per quanto possibile, equidistanti l'uno dall'altro.
Il dispersore ad anello esterno dovrebbe essere preferibilmente interrato ad una profondit di almeno 0,5 m e possibilmente a circa 1
m dai muri.
Quando lanello interrato per una lunghezza minore dell80% del
suo sviluppo totale il dispersore da considerarsi di tipo A.

Caratteristiche e dimensioni minime del dispersore


Per gli elementi del dispersore si utilizzano corde, piattine, tondini
profilati, tubi; sono ammessi anche i materiali ferrosi non protetti
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Fig. 17 Dispersore
tipo B, ad anello integrato.

purch si tengano presenti gli eventuali fenomeni corrosivi.


Le dimensioni minime dei materiali sono riportate nella tabella 8.
Anche per i dispersori possono essere utilizzati elementi naturali. A
tal fine risulta interessante limpiego di armature e delle reti metalliche delle fondazioni in cemento armato, le quali rappresentano
a tutti gli effetti un dispersore di tipo B, purch presentino la continuit elettrica necessaria e le dimensioni equivalenti a quelle dei dispersori normali, ovviamente da documentare.
Nel caso delle reti metalliche annegate nelle pavimentazioni in calcestruzzo, non importante la sezione del filo elementare della rete
purch ciascuna calata sia connessa ad un numero di fili la cui sezione complessiva risulti di valore almeno uguale a 50 mm2.
Naturalmente, sono escluse le tubazioni di fluidi pericolosi, ma possono essere utilizzate le strutture metalliche interrate, aventi le dimensioni richieste per i dispersori normali.
Nellutilizzo degli elementi naturali si devono comunque rispettare
le prescrizioni indicate per i vari tipi di dispersori, in particolare per
quanto riguarda la distribuzione degli elementi stessi intorno al volume da proteggere.
Qualora la struttura da proteggere sia dotata di un impianto di terra
per la protezione contro i contatti indiretti, il dispersore deve essere
unico e soddisfare contemporaneamente le prescrizioni delle norme
CEI 81-10 e CEI 64-8.

Protezione contro le tensioni di contatto e di passo


Anche se l'LPS stato progettato e costruito in conformit alle
norme, in alcune condizioni, la vicinanza alle calate di un LPS all'esterno della struttura pu risultare pericolosa per le persone a
causa delle tensioni di contatto e/o di passo.
Il pericolo tollerabile se viene rispettata una delle condizioni seguenti:
a) la probabilit che vi sia presenza di persone in unarea di raggio
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Tabella 8 Materiali, configurazioni e dimensioni minime degli elementi normali dei dispersori
Materiali Tipo
Rame

Acciaio
zincato

Dimensioni

Corda (1)

sez. 50 mm2

Tondo (1)
Nastro (1)
Picchetto tondo
Picchetto a tubo

sez. 50 mm2
sez. 50 mm2
15 mm
20 mm

Tondo (2)
Nastro (2)
Nastro (3)
Corda (3)

10 mm
sez. 90 mm2
sez. 75 mm2
sez. 70 mm2

Picchetto tondo (2)


16 mm
Picchetto a tubo (2)
25 mm
Picchetto
profilato (2)
50x50x3 mm2
Acciaio/ Picchetto tondo
rame

14 mm

Tondo

10 mm

Acciaio
inox

Nastro
Picchetto tondo

sez. 100 mm2


15 mm

filo elementare
1,7 mm
8 mm
Spessore 2 mm
Spessore 2 mm
Spessore 3 mm
Spessore 3 mm
filo elementare
1,7 mm
Spessore 2 mm

Rivestimento
rame 200 m

Spessore 2 mm

(1) Pu anche essere stagnato.


(2) Il rivestimento deve avere uno spessore minimo di 50 m per il tondo e 70
m per superfici piane.
(3) Ammesso solamente se completamente inglobato nel calcestruzzo.

3 m attorno alle calate, o la durata della loro presenza allesterno


della struttura in prossimit delle calate sia molto bassa;
b) le calate naturali consistono in numerose colonne della struttura
portante metallica o di numerosi pilastri di calcestruzzo armato e la
loro continuit elettrica garantita;
c) la resistivit superficiale del suolo entro 3 m dalla calata non
inferiore a 5 kohm . m (uno strato di materiale isolante, per esempio
asfalto di 5 cm di spessore o uno strato di ghiaia di 15 cm, riducono
il pericolo ad un valore tollerabile).
Se nessuna delle condizioni sopraccitate soddisfatta, devono essere
adottate misure di protezione, quali:
posa in opera di barriere e/o cartelli indicatori atti a minimizzare
le probabilit di contatto con la calata.
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realizzare un isolamento delle calate esposte caratterizzato da una


tensione di tenuta ad impulso (1,2/50 s) di 100 kV, (ad esempio, mediante tubo di polietilene reticolato di almeno 3 mm di spessore) per
impedirne il contatto;
realizzare l'equipotenzializzazione della zona mediante un sistema
di dispersori a maglia per ridurre le tensioni di passo.

Impianto di protezione interno


Quando un impianto parafulmini interessato da una scarica atmosferica, le varie parti di esso assumono, sia pure per brevi istanti,
tensioni elevatissime, anche dellordine di centinaia di kilovolt. Di
conseguenza si possono avere differenze di potenziale pericolose tra
elementi dellimpianto di protezione e parti metalliche della struttura tra loro vicini. Le scariche pericolose possono verificarsi tra
l'LPS esterno e:
corpi metallici interni al volume da proteggere e che hanno una
notevole estensione, come tubazioni di fluidi in genere, condotti, ringhiere, grosse masse metalliche, ferri di armature continui di strutture in cemento armato
gli impianti elettrici e di telecomunicazione interni;
i corpi metallici esterni (ad esempio tubazioni dellacqua) e le linee
elettriche, di telecomunicazione e di segnale entranti nella struttura
che possono trasferire le sovratensioni indotte dalle fulminazioni indirette (cio quelle che si verificano nei pressi della struttura senza
investirla direttamente) oppure possono introdurre il potenziale
zero, per cui in caso di fulminazione tra lLPS e tali elementi metallici si potrebbe stabilire una elevata differenza di potenziale.
Inoltre, gli intensi campi elettromagnetici associati alla corrente del
fulmine di tipo impulsivo, possono dar luogo a elevate tensioni indotte nelle parti metalliche (tubazioni o condutture elettriche parallele) ai conduttori di captazione e di discesa e che con essi formano
delle spire (fig. 18).
Tali tensioni possono mettere fuori uso le apparecchiature e gli impianti e causare scariche laterali danneggiando i materiali circostanti o provocando incendi.
Per evitare gli effetti dannosi conseguenti necessario ricorrere ad
uno dei seguenti mezzi:
adeguato isolamento o allontanamento;
collegamenti equipotenziali, costituiti da conduttori o da limitatori
di sovratensione, tra limpianto di protezione base e gli elementi metallici di notevole estensione posti in posizione tale da poter essere interessati in modo diretto o indiretto dai fulmini stessi.

Equipotenzializzazione dei corpi metallici e degli impianti interni al volume da proteggere


L'equipotenzializzazione ottenuta connettendo l'LPS:
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Fig. 18 Tensione indotta in una tubazione interessata dal campo magnetico dovuto alla vicinanza di una calata.

alle parti strutturali metalliche;


ai corpi metallici;
agli impianti interni;
ai corpi metallici esterni e alle linee connesse alla struttura.
I mezzi di connessione possono essere:
conduttori equipotenziali, quando la continuit elettrica non assicurata da elementi naturali;
limitatori di sovratensione (SPD), quando non possibile l'impiego
di conduttori equipotenziali.
Gli SPD devono essere installati in modo da permetterne l'ispezione.
Nel caso di LPS esterno isolato, l'equipotenzializzazione deve essere
effettuata solo a livello del suolo.
Per LPS esterno non isolato, l'equipotenzializzazione deve essere effettuata nei seguenti punti:
a) nelle fondazioni o approssimativamente a livello del suolo. I conduttori equipotenziali devono far capo ad un collettore equipotenziale
costruito ed installato in modo da consentirne il facile accesso per
l'ispezione. Il collettore equipotenziale deve essere connesso al sistema
di dispersori. Per strutture di dimensioni notevoli (tipicamente di lunghezza maggiore di 20 m), pu essere installato pi di un collettore
equipotenziale a condizione che siano connessi tra loro;
b) dove l'isolamento non sufficiente, ossia nei punti in cui la distanza tra corpo metallico interno ed elementi dellLPS esterno inferiore a quella di sicurezza s (vedi pag. P-29).
I collegamenti equipotenziali (che non sono necessari ove esiste gi
un adeguato collegamento di fatto) devono essere realizzati nel modo
pi diretto e dritto possibile.
I valori minimi delle sezioni dei conduttori utilizzati per connettere
i diversi collettori equipotenziali tra loro e dei conduttori che connettono questi ultimi al sistema di dispersori sono riportati nella tabella 9 che riporta anche i valori minimi delle sezioni dei conduttori
utilizzati per connettere i corpi metallici interni ai collettori equipoP-26

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tenziali. Quando la lunghezza del tratto di un corpo metallico adiacente ad una calata distante meno di s considerevole, pu essere
necessario effettuare pi di un collegamento.
I ferri di armatura del cemento armato elettricamente continui e le
strutture metalliche portanti devono essere collegati al collettore
equipotenziale a livello del suolo. Tuttavia se i ferri di armatura non
sono elettricamente continui non costituiscono un corpo metallico e
pertanto non vi lobbligo del loro collegamento, anche se ci non
vietato.
Lequipotenzialit degli impianti elettrici o di telecomunicazione interni deve essere assicurata con le stesse modalit indicate per i
corpi metallici interni al volume da proteggere, nei punti a livello
del suolo e nei tratti dove la minima distanza tra cavi e organi di
captazione e calate inferiore a quella di sicurezza s.
Se gli impianti elettrici o di telecomunicazione sono realizzati con
conduttori schermati o posti in canalette metalliche pu essere sufficiente connettere solo gli schermi e le canalette. Diversamente i
conduttori devono essere equipotenzializzati per mezzo di SPD. Nei
sistemi TN, i conduttori PE e PEN devono essere connessi all'LPS direttamente o tramite SPD.
I conduttori e gli SPD devono avere le caratteristiche indicate nelle
tabelle 9 e 10).
Tabella 9 Dimensioni minime dei conduttori di equipotenzialit
Tra collettori equipotenziali e al dispersore
Sezione (mm2)

Tra corpi metallici e


collettori equipotenziali
Sezione (mm2)

Rame

14

Alluminio

22

Acciaio

50

16

Materiale

Tabella 10 Caratteristiche degli SPD utilizzati per l'equipotenzializzazione


Classe di prova

Corrente di prova
a impulso Iimp

kc . I
(kc . I = corrente di fulmine che fluisce nella
relativa parte di LPS esterno determinabile
secondo le modalit riportate nell'Allegato
C della Norma CEI 81-10/3)

Livello di protezione
UP

inferiore al livello di tenuta ad impulso


dell'isolamento tra le parti

Altre caratteristiche

conformi alle prescrizioni della CEI EN


61643-12
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Se richiesta la protezione degli impianti interni contro le sovratensioni, gli SPD devono soddisfare anche i requisiti richiesti dalla
Norma CEI 81-10/4 (art. 7).

Equipotenzializzazione dei corpi metallici e delle linee


entranti nella struttura
L'equipotenzializzazione dei corpi metallici esterni e delle linee elettriche deve essere realizzata quanto pi possibile vicino al loro punto
d'ingresso della struttura da proteggere.
Allinterno del volume da proteggere eventuali elementi isolanti che
interrompono la continuit delle masse estranee devono essere cortocircuitati mediante limitatori di sovratensione (fig. 19).
I conduttori di connessione devono potere sopportare la frazione If
della corrente di fulmine che li attraversa, calcolata come indicato
nell'Allegato E della Norma CEI 81-10/1.
Se la connessione diretta non possibile, devono essere installati
SPD aventi le caratteristiche riportate nella tabella 10, con la differenza che:
Iimp If dove If la corrente di fulmine che fluisce nel corpo metallico esterno considerato.
Per l'equipotenzializzazione delle linee elettriche e di telecomunicazione tutti i conduttori attivi di ciascuna linea devono essere connessi tramite SPD al collettore equipotenziale mentre il conduttore
PE va connesso direttamente. Nei sistemi TN, i conduttori PE e PEN
possono essere connessi al collettore equipotenziale direttamente o
tramite SPD.
Se le linee sono schermate o poste in condotti metallici, gli schermi ed
i condotti devono essere connessi al collettore equipotenziale; l'equipotenzializzazione non necessaria se la sezione Sc degli schermi e dei
condotti non inferiore al valore minimo di Scmin calcolato secondo
quanto specificato nellAllegato B della Norma CEI 81-10/3.
Se richiesta la protezione contro le sovratensioni degli impianti in-

Fig. 19 Collegamenti equipotenziali per la protezione dalle scariche laterali delle masse interrate entranti nel volume da proteggere o in prossimit
di uno degli elementi del dispersore.

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terni connessi alle linee entranti nella struttura, gli SPD devono soddisfare anche i requisiti della CEI 81-10/4, art. 7.

Equipotenzialit dei corpi metallici interrati


Si devono limitare le sovratensioni e quindi le scariche laterali anche
verso le strutture metalliche esterne al volume protetto se interrate
e situate in prossimit degli elementi del dispersore stesso. Ad esempio nel caso di serbatoi interrati (vedi fig. 19), qualora si temano danneggiamenti per scariche laterali necessario che essi siano connessi
metallicamente o tramite limitatori di sovratensione allelemento
normale del dispersore. In alternativa necessario isolare la massa
in modo idoneo.

Isolamento elettrico dell'LPS esterno


L'isolamento elettrico tra i captatori o le calate ed i corpi metallici interni, gli impianti elettrici, di telecomunicazione e di segnale pu essere ottenuto mantenendo fra le parti una distanza d superiore a
quella di sicurezza s tra le parti:
s=

ki k c
L
km

(m)

dove:
ki dipende dal livello di protezione dellLPS (tabella 11);
kc il coefficiente di ripartizione della corrente del fulmine nelle calate i cui valori sono riportati nella tabella 12 (si veda anche il paragrafo successivo);
km dipende dal materiale isolante interposto tra elemento dellLPS
e parte metallica (tabella 13);
L la lunghezza (in metri) del tratto di spira interessato dal flusso
concatenato ossia il tratto di discesa e/o di captatore fino alla connessione equipotenziale (vedere fig. 18)
Negli edifici con struttura portante metallica o realizzata in calcestruzzo armato con i ferri d'armatura elettricamente continui, il rispetto della distanza di sicurezza non richiesto.
Se la distanza di sicurezza s non pu essere rispettata gli elementi
metallici in prossimit dellLPS devono essere equipotenzializzati.

Ripartizione della corrente tra le calate


La quota di corrente, rispetto a quella totale di fulminazione, che va
ad interessare una calata (quella rispetto a cui si vuole determinare
la distanza di sicurezza), individuata tramite il coefficiente kc, dipende dal numero complessivo delle calate (diminuisce allaumentare del numero), dalla loro posizione (diminuisce al ridursi della
distanza delle calate adiacenti), dalla presenza di anelli di interconnessione e, naturalmente, dal tipo di captatore.
Le formule per il calcolo del coefficiente kc sono riportate nella tabella 14.
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Tabella 11 Valori del coefficiente ki


Classe dell'LPS

ki

0,08

II

0,06

III e IV

0,04

Tabella 12 Valori del coefficiente kc


Numero delle calate

kc

1 0,5

4 e pi

1 1/n

Tabella 13 Valori del coefficiente km


Materiale

km

Aria

Calcestruzzo, mattoni

0,5

In presenza di diversi materiali in serie consigliabile adottare


il valore minore di km.
La figura 20 riporta un esempio per la determinazione delle distanze
di sicurezza tra calate e corpi metallici o impianti interni per un captatore a maglie tenendo conto dei vari parametri.

Protezione dalle sovratensioni di apparecchiature


Come si visto, le fulminazioni dirette ed indirette danno origine a
delle notevoli sovratensioni, le quali possono essere dannose per apparecchiature ed impianti elettrici, soprattutto se di tipo sensibile
(per telecomunicazione, segnalazione, elaborazione dati, elettroniche in generale).
Un problema ad esempio quello relativo alle apparecchiature TV e
simili. Infatti, lesistenza di un impianto di protezione a regola darte
non impedisce che in caso di fulminazione si generi una sovratensione
indotta nella spira formata dal cavo del segnale, dalla linea di alimentazione dellapparecchio e dalla sua messa a terra.
La presenza di limitatori di sovratensioni solo allingresso delle
strutture non garantisce lincolumit degli apparecchi. Pu essere
necessario procedere ad installare limitatori di sovratensioni subito
a monte delle apparecchiature, scegliendo i dispositivi nel rispetto di
un idoneo coordinamento con quelli utilizzati per limpianto di protezione interno e col livello di isolamento delle apparecchiature
stesse.
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Tabella 14 Calcolo del coefficiente kc per i diversi tipi di captatore

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Fig. 20 Determinazione delle distanze di sicurezza per un captatore a maglie.

Manutenzione ed ispezione di un LPS


Lo scopo delle ispezioni quello di verificare che:
a) lLPS rispetti il progetto e la conformit alle norme;
b) tutti i componenti dellLPS siano in buone condizioni ed atti ad assicurare le funzioni alle quali sono destinati e non vi sia corrosione;
c) tutti i servizi o costruzioni recentemente aggiunti siano incorporati nellLPS.
Le ispezioni dovrebbero essere eseguite:
durante la costruzione della struttura, al fine di verificare gli elementi integrati;
dopo linstallazione dellLPS;
periodicamente, (si veda anche lart. 18 del D.Lgs. 81/08) ad intervalli correlati alle caratteristiche della struttura da proteggere, ad
esempio ai problemi di corrosione ed alla classe del LPS.
dopo modifiche o riparazioni, o quando si abbia notizia che la struttura sia stata colpita dal fulmine.
Nel corso delle ispezioni periodiche importante verificare:
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il deterioramento e la corrosione degli elementi del sistema di captatori, dei conduttori e delle connessioni;
la corrosione degli elementi del dispersore;
il valore della resistenza di terra per il sistema di dispersori;
le condizione delle connessioni, delle connessioni equipotenziali e
degli ancoraggi.
Lesito delle verifiche e le eventuali riparazioni e opere di manutenzione resesi necessarie opportuno siano annotate in un apposito
registro, riportando almeno:
i risultati degli esami a vista;
i valori delle grandezze elettriche misurate, le modalit e le condizioni di misura;
le riparazioni, le modifiche e le integrazioni necessarie per riportare le condizioni e limpianto di protezione in accordo con il progetto.

Obbligo del progetto


Il Decreto Ministeriale 22 gennaio 2008, n. 37 impone lobbligo del
progetto per gli impianti di protezione dalle scariche atmosferiche
in edifici di volume superiore a 200 m3.
La documentazione di progetto comprende:
Calcoli dellarea di raccolta della struttura e della frequenza di fulminazione diretta; il confronto con quella tollerabile per verificare la
necessit dellLPS e del suo livello di protezione e la necessit dellLPS interno in mancanza dellLPS esterno con la valutazione della
frequenza delle sovratensioni nelle linee entranti.
Sistemi adottati per il posizionamento dei captatori.
Calcolo della ripartizione della corrente dei fulmini tra le calate e
tra corpi metallici e impianti esterni.
Calcolo delle distanze di sicurezza.
Disegni esecutivi con le caratteristiche dellLPS interno e del-lLPS
esterno, indicanti almeno: caratteristiche dei componenti normali
e/o naturali; sistemi di ancoraggio, connessione e sostegno dei componenti; ubicazione dei punti di misura sulle calate; ubicazione e caratteristiche dei collettori equipotenziali con relativi collegamenti e
limitatori di sovratensione; caratteristiche di eventuali misure di
protezione addizionali.
In mancanza dellLPS, sufficiente fornire la relazione comprendente laccertamento del rischio, con lindicazione delle condizioni
che hanno condotto a definire la struttura autoprotetta.

Denuncia delle installazioni dei dispositivi di protezione


contro le scariche atmosferiche
Il Decreto del Presidente della Repubblica 22 ottobre 2001 n. 462
Regolamento di semplificazione del procedimento per la denuncia di
installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra di impianti elettrici e di impianti
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elettrici pericolosi, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana serie generale n. 6 dell8 gennaio 2002 stabilisce
che la messa in esercizio degli impianti elettrici di messa a terra e
dei dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche non pu
essere effettuata prima della verifica eseguita dallinstallatore che
rilascia la dichiarazione di conformit ai sensi della normativa vigente.
La dichiarazione di conformit equivale a tutti gli effetti ad omologazione dellimpianto.
Entro trenta giorni dalla messa in esercizio dellimpianto di messa
a terra o dei dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, il datore di lavoro deve inviare la dichiarazione di conformit allISPESL ed allASL o allARPA territorialmente competenti.
Nei comuni singoli o associati ove stato attivato lo sportello unico
per le attivit produttive la dichiarazione di conformit pu essere
presentata allo stesso.
Il datore di lavoro tenuto ad effettuare regolari manutenzioni dellimpianto di messa a terra e dei dispositivi di protezione contro le
scariche atmosferiche, nonch a far sottoporre gli stessi a verifica
periodica ogni cinque anni, ad esclusione di quelli installati in cantieri, in locali adibiti ad uso medico e negli ambienti a maggior rischio in caso di incendio per i quali la periodicit biennale.
Per leffettuazione della verifica, il datore di lavoro deve rivolgersi allASL o allARPA o ad eventuali organismi abilitati dal Ministero
delle attivit produttive (lelenco disponibile sul sito del Ministero
delle attivit produttive).
Il soggetto che ha eseguito la verifica periodica rilascia il relativo
verbale al datore di lavoro che deve conservarlo ed esibirlo a richiesta degli organi di vigilanza.
Le spese per leffettuazione di tali verifiche sono a carico del datore
di lavoro.
Il datore di lavoro inoltre deve comunicare tempestivamente allufficio competente per territorio dellISPESL e alle ASL o alle ARPA
competenti per territorio la cessazione dellesercizio, le modifiche sostanziali preponderanti e il trasferimento o spostamento degli impianti.

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