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Elementi di Matematica
Premessa - Introduzione
Premessa
perch`e non c`e il punto interrogativo?
(da Autocontraddizioni di autore anonimo)
VI
Introduzione
Introduzione
Credo che siamo tutti daccordo se dico che lambiente nel quale viviamo
`e complesso (non mi riferisco a C). Con quale altro aggettivo definireste il
clima, levoluzione delle specie viventi, lorganizzazione di alcune colonie di
insetti, internet, le galassie, i mercati finanziari? E che dire della vita stessa,
del pensiero, dei sentimenti? Persino le rocce, che sembrano immutabili, sono
oggetto di complicate trasformazioni, soltanto che esse avvengono su scala
temporale molto pi`
u estesa.
A partire dal 1600 la base della scienza `e stata la teoria filosofica del riduzionismo. Da Cartesio fino al secolo ventesimo si pens`o che un sistema, per
quanto complesso, fosse somma delle sue parti; se capiamo le parti, capiamo il tutto. Ma nel ventesimo secolo la scena cambi`o radicalmente. Novit`a
fondamentali della fisica, della biologia, della matematica, relegarono il riduzionismo nella storia del pensiero umano. Tra gli innumerevoli esempi ne cito
uno in cui la complessit`
a sfugge completamente a qualsiasi teoria riduzionistica. Si tratta della descrizione fatta da Nigel Franks nel lavoro [Fr-89]. Egli
fornisce la seguente descrizione.
The solitary army ant1 is behaviorally one of
the least sophisticated animals imaginable. If
100 army ants are placed on a flat surface, they
will walk around and around in never decreasing circles until they die of exhaustion. Yet put
half a million of them together, and the group
as a whole becomes what some have called a
superorganism with collective intelligence.
Daltra parte luomo ha da sempre desiderato
capire. E come si fa a capire fenomeni cos` complessi? Innanzitutto si ha bisogno di una lingua
con la quale comunicare i pensieri e le scoperte scientifiche, ma soprattutto si ha necessit`a di
strumenti semplificativi e unificanti. Se ad esempio si vuole capire come si muovono i pianeti, bisogna attrezzarsi con strumenti adeguati. Ecco
che nella mente delluomo si sono affacciate equazioni, figure geometriche, in
poche parole modelli matematici.
A volte il modello si rivela sbagliato, o soltanto approssimativamente corretto
e allora si cambia modello. Ricordate la teoria di Aristotele, il quale sosteneva
che i pianeti ruotano intorno alla terra con moto circolare? Si trattava di un
modello matematico, che risult`o essere completamente errato; ma ci vollero
circa millecinquecento anni perche una migliore verit`a venisse scoperta, fu
Copernico a provare che i pianeti ruotano intorno al sole con orbite ellittiche.
1
Introduzione
VII
Indice
Premessa - Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . V
Premessa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . V
Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . VI
Calcolo numerico e calcolo simbolico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Funzioni e grafici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
4.1 Esempi e loro macro-caratteristiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
4.2 Funzioni polinomiali e razionali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
4.2.1 Scomposizione di funzioni razionali . . . . . . . . . . . . . . . . . .
4.3 Altre funzioni elementari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
4.3.1 Osservazioni sulle funzioni potenza . . . . . . . . . . . . . . . . . .
4.3.2 Osservazioni sulle funzioni esponenziali . . . . . . . . . . . . . . .
4.3.3 Crescita malthusiana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
4.3.4 Osservazioni sulle funzioni trigonometriche e periodiche
4.4 Operazioni tra funzioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
17
17
17
17
17
29
30
33
34
35
35
36
37
37
38
Indice
Limiti e continuit`
a.........................................
5.1 Successioni e formule di ricorrenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
5.1.1 Complessit`
a computazionale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
5.1.2 Calcolo di aree . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
5.1.3 Il numero e ed i logaritmi naturali . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
5.2 Limiti di funzioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
5.3 Continuit`
a..............................................
43
43
47
48
50
50
52
Derivate . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
6.1 Derivate e rette tangenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
6.2 Regole di derivazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
6.3 Uso delle derivate . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
55
55
59
59
65
65
67
71
Riferimenti bibliografici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 73
4 133333
4 100000 3 133333
400000 399999
1
=
=
=
3 100000
300000
300000
300000
e
1
300000
Per quanto riguarda il primo motivo basti pensare alla difficolt`a di far riconoscere al calcolatore il fatto che frazioni equivalenti, come ad esempio 64 , 69 , 23 ,
rappresentano lo stesso numero razionale. Per il secondo motivo supponiamo
ad esempio di voler trovare il rapporto tra la distanza terra-sole e la distanza
terra-luna. Detta b la prima e a la seconda, lequazione che rappresenta il
nostro problema `e la nostra vecchia conoscenza ax = b. Ma nessuno pu`o ritenere che sia ragionevole avere a disposizione numeri esatti per rappresentare
tali distanze. I dati di partenza del nostro problema sono necessariamente
approssimati. In questo caso tale difficolt`a sar`a da considerarsi ineliminabile.
Torniamo alla nostra equazione ax = b. In relazione al tipo dei numeri
a, b e in base alla natura del problema, possiamo cercare soluzioni esatte o
soluzioni approssimate. Abbiamo gi`a osservato nella sezione precedente che
4
e una soluzione esatta di 3x = 4, o equivalentemente di 3x 4 = 0, mentre
3 `
1.33333 `e una soluzione approssimata, che differisce da quella esatta solo per
1
6
. Tenuto
300000 , o usando unaltra notazione molto comune, per 3.3 10
conto anche del fatto che, come abbiamo visto nella sezione precedente, non
sempre si pu`
o operare con numeri esatti, viene da pensare che un errore piccolo
possa essere ampiamente tollerabile. Ma la vita `e irta di ostacoli. Supponiamo
1
che i dati siano a = 300000
, b = 1. La soluzione giusta `e x = 300000.
Se commettiamo un errore nella valutazione di a e riteniamo che sia a =
2
1
e di 300000
, ossia una quantit`a che poco fa abbiamo dichiarato
300000 , lerrore `
ampiamente tollerabile. Ma ora la nostra equazione ax = b, ha come soluzione
x = 150000, che differisce da quella giusta per 150000.
Che cosa `e successo? Semplicemente il fatto che quando si divide un numero b per un numero molto piccolo a, il risultato `e molto grande; quindi se si
altera il numero a per una quantit`a molto piccola, il risultato `e alterato per
una quantit`
a molto grande. Questi problemi, da tenere presenti quando si opera con quantit`
a approssimate, hanno dato vita ad un settore della matematica
che si chiama calcolo numerico.
Il lettore provi a fare un esempio di equazione di tipo ax = b, in cui un errore nei
coefficienti si ripercuote poco nellerrore della risposta.
Il discorso appena fatto sui dati e sulle soluzioni approssimate non riguarda per`
o alcune manipolazioni di natura puramente formale o simbolica. Ad
esempio i ragazzi imparano che, a partire dallequazione ax = b, si pu`o scrivere una equazione equivalente portando b a primo membro e cambiando segno.
Incominciamo a dire che si tratta di un esempio di calcolo simbolico, pi`
u
precisamente dell uso di una regola di riscrittura.
Che cosa significa esattamente? Se `e una soluzione della nostra equazione, abbiamo luguaglianza di numeri a = b e quindi luguaglianza a b = 0.
Questa osservazione ci permette di concludere che lequazione ax = b `e equivalente allequazione ax b = 0, nel senso che hanno le stesse soluzioni.
La trasformazione di ax = b in ax b = 0 `e una manipolazione puramente
simbolica, indipendente dalla natura del problema. Qui sarebbe opportuno fare un commento sul fatto che non sempre tale manipolazione `e lecita. Se ad
esempio lavoriamo con numeri naturali, lespressione 2x = 4 non pu`o essere
trasformata in 4 + 2x = 0 perche 4 non esiste nei numeri naturali.
Ora vogliamo spingerci un poco pi`
u in l`a, ossia vogliamo risolvere lequazione indipendentemente dai valori di a e b. In altri termini, vogliamo trovare
una espressione per la soluzione di ax = b (o equivalentemente di ax b = 0),
che dipenda solo da a e b e non da particolari valori ad essi attribuiti.
Detto cos`, non `e possibile. Infatti ad esempio che cosa succede se a = 0?
In tale situazione i casi possibili sono due, o b 6= 0 o b = 0. Nel primo caso
di certo non ci sono soluzioni, perche nessun numero moltiplicato per zero
produce un numero diverso da zero. Nel secondo caso invece tutti i numeri
sono soluzioni, perche ogni numero moltiplicato per zero produce zero.
Sembra quindi che se a = 0 lequazione ax = b presenti comportamenti
estremi. La situazione torna ad essere pi`
u tranquilla se supponiamo a 6= 0;
in tal caso possiamo subito concludere che ab `e lunica soluzione. Ma siamo
sicuri? Non abbiamo gi`
a detto nella sezione precedente che lequazione 4x = 7
non ha soluzioni intere? Eppure certamente 4 `e diverso da 0!
Il problema `e il seguente. Per poter concludere che se a 6= 0, allora ab `e
soluzione di ax = b, dobbiamo sapere che ab ha senso. Senza entrare nelle raffinatezze algebriche che questa richiesta comporta, ci limitiamo ad osservare
che i numeri razionali, i numeri reali e i numeri complessi hanno questa propriet`
a, per il fatto che se a `e un numero razionale, reale o complesso diverso
da zero, allora esiste il suo inverso (che in algebra si chiama a1 ). Ad esempio
linverso di 2 nei numeri razionali `e 12 , mentre nei numeri interi non esiste.
Questi tipi di argomentazioni sono di natura squisitamente matematica,
ma la loro portata applicativa sta rivelandosi sempre pi`
u importante. La tecnologia attuale mette a disposizione hardware e software con i quali manipolare
simbolicamente i dati e un nuovo settore della matematica che si occupa di
queste cose sta emergendo. Si tratta del cosiddetto calcolo simbolico, detto
anche algebra computazionale o computer algebra (vedi [C] e [R-06]).
Quale `e lessenziale differenza tra le due seguenti uguaglianze (5 2)(5 + 2) = 21 e
(a + b)(a b) = a2 b2 ?
1
Insiemi, calcolo combinatorio, insiemi
numerici, polinomi
Esempio 1.2. A = {a, b, c}; B = {b, c, d}; A B = {b, c}; C = {b, a, c};
A = C; E = {a, b, c, d}; A B = E; D = {e, f }; A D = .
|A| = |D| = 3; |E| = 4; AD = {(a, e), (a, f ), (b, e), (b, f ), (c, e), (c, f )}.
Esempio 1.3. A = {a, b, c};
a A;
{a} A.
27 = 3 3 3 = 33
operatori usuali +, , , : . In tutto si tratta di circa 85 simboli. Per rappresentarli si usano sequenze con ripetizione di 0 e 1. Poiche 27 = 128 le prime
codifiche sono state fatte con sequenze di sette simboli 0 e 1. Poi si `e capito che
dovevano trovare posto altri simboli come ad esempio le varie lettere a volte
accentate delle diverse lingue (ad esempio u
, c, , ) e si `e passati a sequenze
di 8 bit dette byte. Cos` c`e abbondanza, perche i byte sono 28 = 256.
Esempio 1.6. (basi dei numeri)
Ricordiamo che quando scriviamo in base 10 il numero 1457 intendiamo dire 7
unit`
a pi`
u 5 decine pi`
u 4 centinaia pi`
u un migliaio. In altri termini, il significato
della scrittura 1457 `e
1457 = 7 100 + 5 101 + 4 102 + 1 103
Osserviamo che sarebbe pi`
u naturale scrivere 7541 invece che 1457, visto
che noi leggiamo da sinistra a destra, ma la tradizione vuole cos`.
n!
n(n 1) (n k + 1) (n k) 2 1
=
(n k) 2 1
(n k)!
n
k
n
nk
. Come si spiega a partire dalla definizione di combina-
2 =
n
0
n
1
n
2
+ +
n
n
n
X
n
k=0
(2)
Si osservi la finezza espressa dalluguaglianza n0 = 1. Essa corrisponde al
fatto che c`e un sottoinsieme con zero elementi ed `e linsieme vuoto, che viene
indicato con il simbolo .
Per far tornare i conti `e anche necessario porre 0! = 1, anche se di per s`e 0! non
vorrebbe dire nulla. Il lettore dica in che senso la formula (1) si avvale del fatto di
porre 0! = 1.
Gli insiemi considerati nella sezione precedente sono finiti, ma naturalmente ci sono anche insiemi infiniti. Lesempio pi`
u importante `e quello dei
numeri naturali, ossia dei numeri con i quali siamo abituati a contare. In
matematica si usa un simbolo per indicare linsieme dei numeri naturali, si
tratta del simbolo N. Quindi
N = {0, 1, 2, 3, . . . }
Si osservi che 0 N e che siamo stati costretti ad usare i puntini perche
linsieme `e infinito.
Alcuni autori, anche importanti, dichiarano che N = {1, 2, 3, . . . }, ossia non includono il numero zero. Si tratta di una grave lacuna, basti pensare che un metodo
assiomatico per definire i numeri naturali parte dallinsieme vuoto a cui associa il
numero 0. Come dire che tutti i numeri nascono da zero!
Quando ad esempio misuriamo temperature abbiamo la necessit`a di usare numeri negativi, come ad esempio -2, gli opposti dei numeri positivi. Si
chiamano opposti perche ad esempio 2 + 2 = 0. Mettendo insieme numeri
naturali e numeri negativi si costruisce linsieme dei numeri interi che viene
denotato col simbolo Z. Quindi
Z = {. . . , 3, 2, 1, 0, 1, 2, 3, . . . }
Si osservi che mentre nei numeri naturali non `e possibile fare tutte le sottrazioni, ad esempio 2 5 non si pu`o eseguire, nei numeri interi ci`o `e possibile.
Ad esempio si ha 2 5 = 3.
Sia nei numeri naturali che nei numeri interi si pu`o eseguire il prodotto, ma
che dire della divisione? Ancora una volta ci troviamo di fronte al fatto che non
per tutte le coppie di numeri ci`o `e possibile. Ad esempio 6 : 2 = 3, 12 : 3 =
4, ma 2 : 3 non si pu`
o eseguire negli interi. Allora si introducono gli inversi
dei numeri diversi da zero e quindi le frazioni, quali ad esempio 32 . Daltra
parte dividere 1 per 3 o dividere 2 per 6 dovrebbe dare lo stesso risultato.
Questa osservazione complica un poco tutta la vicenda. Si devono considerare
equivalenti le frazioni ab e dc se ad = bc e linsieme delle classi di equivalenza
delle frazioni si chiama insieme dei numeri razionali che viene denotato
col simbolo Q. Non intimidisca la locuzione classi di equivalenza, che `e
semplicemente il modo con cui i matematici intendono dire che tutti gli oggetti
di una classe sono in qualche modo identificabili. E infatti tutte le frazioni
equivalenti si identificano nellunico numero razionale che esse rappresentano.
Facciamo attenzione al fatto che spesso, anche nei testi di matematica, si fa confusione tra frazioni e numeri razionali. Si tratta di entit`
a diverse, quello che `e vero `e
che ogni frazione rappresenta un numero razionale, mentre ogni numero razionale `e
10
a
, al variare di
rappresentato da infinite frazioni equivalenti. Ad esempio le frazioni 2a
a Z\{0}, rappresentano lo stesso numero razionale, che pu`
o anche essere scritto in
forma decimale 0,5. C`e comunque un modo per selezionare una frazione speciale
tra tutte quelle equivalenti. Si tratta della frazione in cui numeratore e denominatore
non hanno fattori propri comuni e il denominatore `e positivo.
Il lettore si convinca del fatto che tra due numeri razionali distinti ce ne sono infiniti.
Perche basta provare che ce n`e almeno uno?
Si noti che ogni numero intero pu`o essere visto come numero razionale;
il numero intero n pu`
o essere rappresentato dalla frazione n1 , che `e speciale
nel senso detto prima. Con questo accorgimento possiamo affermare che esiste
una catena di inclusioni
NZQ
Ma la storia non finisce qui. Gi`a nel quinto secolo a.C. gli allievi della
scuola di Pitagora si accorsero che i numeri razionali non bastavano.
Anche se `e vero che tra due numeri razionali diversi ce ne sono infiniti, essi
non bastano a rappresentare tutti i punti di una retta. Che cosa significa?
Gli allievi sapevano che il teorema del loro maestro afferma il fatto che il
quadrato costruito sulla diagonale di un triangolo rettangolo ha come area la
somma delle aree dei quadrati costruiti sui cateti. Se i due cateti sono lunghi
1 (rispetto ad una prefissata unit`a di misura), larea del quadrato costruito
sullipotenusa `e dunque 2. Detta x la lunghezza dellipotenusa, si ha dunque
x2 = 2 o equivalentemente x2 2 = 0. Si addolorarono o gioirono quando si
accorsero che nessun numero razionale risolve tale equazione? I matematici in
genere gioiscono quando scoprono che un problema non `e risolubile in un certo
ambito. Il motivo `e che una tale circostanza permette di inventare nuove teorie.
La scoperta che nessun numero razionale risolve lequazione x2 2 = 0 apr` la
strada ai numeri reali. Una trattazione completa dei numeri reali porta alla
conclusione che essi possono rappresentare tutti i punti di una retta. Linsieme
dei numeri reali viene denotato
col simbolo R. Nei numeri reali lequazione
x2 2 = 0 ha due soluzioni 2, che si chiamano radici quadrate di 2.
Se esistesse una frazione ab , con a e b numeri interi, soluzione di x2 2 = 0, si avrebbe
2
luguaglianza ab2 = 2 e quindi a2 = 2 b2 . Ma il quadrato di un numero intero ha un
numero pari di fattori 2 e quindi si arriverebbe ad un assurdo. Quale?
11
12
13
14
Che cosa accade se dividiamo un polinomio p(x) per un polinomio del tipo
x c con c numero? In base a quanto detto prima, se applichiamo lalgoritmo
di divisione otteniamo una espressione del tipo p(x) = s(x)(x c) + r(x), dove
r(x) = 0 oppure r(x) ha grado 0, quindi in ogni caso r(x) `e un numero. Sar`a
quindi opportuno scrivere la solita formula cos`
p(x) = s(x)(x c) + r
()
()
15
La lettera
16
i=1
z1 z2 = z1 z2
()
2
Sistemi lineari, matrici, sistemi di coordinate
3
Cenni di geometria analitica
(1)
(2)
20
(4)
(5)
x + 3= 4 t
y
=t
21
tR
Perche?
(7)
x x0=a1 s + a2 t
y y0 = b1 s + b2 t s, t R
(8)
z z0 = c1 s + c2 t
Ad esempio il piano passante per i tre punti P0 = (1, 1, 0), P1 = (3, 0, 0) P2 =
(1, 1, 1) ha rappresentazione parametrica
x 1=4s
y + 1=s + 2t s, t R
z
=t
Il lettore provi a trovare unaltra rappresentazione parametrica dello stesso piano.
(9)
x x0=a t
y y0 =b t
tR
(10)
z z0 =c t
22
x 1= 2 t
y + 1= t t R
z 23 = 83 t
Il lettore provi a trovare unaltra rappresentazione parametrica dello stesso piano.
a1 a1 a2
a2 a1 a2
A1 = b1 b1 b2
A2 = b2 b1 b2
c1 c1 c2
c2 c1 c2
Entrambe hanno due colonne uguali e quindi sappiamo che il loro determinante vale 0. Scriviamo dunque
det(A1 ) = det(A2 ) = 0
23
()
b b
0 = det(A2 ) = a2 det 1 2
c1 c2
a1 a2
a1 a2
b2 det
+ c2 det
c1 c2
b1 b2
b1 b2
a1 a2
a1 a2
Se chiamiamo = det
, = det
, = det
si hanno
c1 c2
c1 c2
b1 b2
dunque le relazioni
a1 + b1 + c1 = 0
e a2 + b2 + c2 = 0
()
u2 w = 0
il che significa che w `e ortogonale sia a u1 che a u2 . Questo che avete visto `e
un esempio del ragionare matematico. Limportanza del vettore
b1 b2
a1 a2
a1 a2
w = det
, det
, det
c1 c2
c1 c2
b1 b2
gli ha fatto dare un nome speciale. Si chiama prodotto vettoriale dei vettori u1 , u2 , si denota con u1 u2 e, come abbiamo visto, ha la propriet`a di
essere ortogonale sia a u1 che a u2 .
Ad esempio, dati i vettori u1 = (1, 2, 0) e u2 = (1, 1, 5), il loro prodotto
vettoriale `e u1 u2 = (10, 5, 1). Inoltre `e facile verificare le uguaglianze
u1 u2 u1 = u1 u2 u2 = 0.
Perche non `e stato scritto (u1 u2 ) u1 e (u1 u2 ) u2 ?
Il lettore provi a verificare che, dati due vettori qualunque u1 , u2 nello spazio, vale
luguaglianza u1 u2 = (u2 u1 ).
24
6
'$
P
y t(x + 1) = 0
r
r
(-1,0)
x
&%
Ogni retta che passa per (1, 0), esclusa quella verticale, ha rappresentazione cartesiana y t(x + 1) = 0, dove t rappresenta la pendenza della retta
stessa e quindi pu`
o assumere qualunque valore reale.
25
Perche potrebbe essere utile avere la rappresentazione () invece che la rappresentazione trigonometrica ()? Ai curiosi forniamo una motivazione interessante. Il lettore dovrebbe sapere che i numeri 3, 4, 5 costituiscono quella
che viene chiamata una terna pitagorica (se non lo sapeva, ora lo sa), ossia
una terna di numeri interi (a, b, c) per cui a2 + b2 = c2 o equivalentemente
( ac )2 + ( cb )2 = 1; e infatti 32 + 42 = 52 , equivalentemente ( 53 )2 + ( 45 )2 = 1. Se
nella formula () al posto di t mettiamo una frazione rs con r, s Z, otteniamo un punto della circonferenza con coordinate razionali. Possiamo dunque
prendere
a b 1 ( r )2
2 rs s2 r2
2rs
s
,
=
,
,
=
c c
1 + ( rs )2 1 + ( rs )2
s2 + r2 s2 + r2
Abbiamo cos` a disposizione una ricetta per costruire terne pitagoriche, basta
assegnare numeri interi ai due parametri r, s nella terna
(s2 r2 , 2rs, s2 + r2 )
Ora che lo abbiamo dimostrato, diventa banale verificare che
(s2 r2 )2 + (2rs)2 = (s2 + r2 )2
Vediamo qualche esempio.
Per s = 2, r = 1 otteniamo (3, 4, 5) e si ha 32 + 42 = 25 = 52 .
per s = 3, r = 2 otteniamo (5, 12, 13) e si ha 52 + 122 = 169 = 132 .
per s = 4, r = 1 otteniamo (15, 8, 17) e si ha 152 + 82 = 289 = 172 .
Se avete capito questo ragionamento `e buon segno, ma se vi `e anche
piaciuto state attenti, potreste avere contratto la malattia matematica.
26
27
giochi del destino per cui il vero scopritore, il matematico norvegese Caspar
Wessel che lo descrisse nel 1799, `e stato dimenticato.
Per motivi evidenti,
lasse x si chiama asse
....
..... Im
reale, mentre lasse y,
quello su cui sono rappresentati i numeri del
ib r cos()
z = a + ib
tipo ib, si chiama asse
r sin()
immaginario. Ma, cor
me abbiamo visto pri.
....
ma, il numero complesso
....
........
a
pu`
o anche essere rappreRe
sentato mediante coordinate polari. Dalla figura
accanto si deduce la seguente uguaglianza
z = a + ib = r(cos() + i sin())
Il raggio r si chiama modulo di z e langolo si chiama argomento di z.
Alcuni calcoli elementari (e luso di qualche formula di trigonometria) fanno
capire limportanza della rappresentazione trigonometrica o polare dei
numeri complessi. Infatti se z1 , z2 sono due numeri complessi e si hanno le
uguaglianze z1 = r1 ((cos(1 ) + i sin(1 )) e z2 = r2 ((cos(2 ) + i sin(2 )) allora
z1 z2 = r1 r2 (cos(1 + 2 ) + i sin(1 + 2 )
(2)
28
4
Funzioni e grafici
30
4 Funzioni e grafici
iperbole.
31
La prima domanda che viene spontanea quando si osserva un grafico dovrebbe essere la seguente. Quali caratteristiche della funzione, il cui grafico
abbiamo in osservazione, appaiono evidenti? Facciamo qualche esperimento.
La funzione il cui grafico `e
tracciato qui accanto assume solo valori positivi. Sembra assumere valori comunque grandi quando x diventa grande e sempre pi`
u vicini a zero quando x `e molto piccolo per cui lasse x `e
quello che si chiama un asintoto. La tracciatura `e conFigura 4.2. Esponenziale
tinua. I valori assunti sono crescenti. Presenta una
concavit`a verso lalto.
32
4 Funzioni e grafici
La funzione il cui grafico `e tracciato qui sotto `e definita solo per x che varia
tra a e b. Assume valori (non tutti) compresi tra y5 e y3 . Vediamo una forma a
scalini, ossia la vediamo assumere valori costanti in certi tratti. La tracciatura
non `e continua, nel senso che ci sono degli sbalzi nei valori. Non si vedono
concavit`
a di nessun tipo.
La funzione il cui
grafico `e tracciato qui accanto `e
definita per ogni
valore di x. Assume valori sia
positivi che ne` simmegativi. E
trica rispetto allasse y. Sembra
assumere valori
comunque grandi quando x diFigura 4.6. Simmetrie, massimi e minimi
venta grande e
quando x diventa piccolo. Ci sono dei minimi e massimi locali. I due minimi locali sembrano essere minimi
assoluti.
Il nostro compito ora sar`a quello di tradurre in linguaggio matematico
queste osservazioni di carattere empirico. Ma prima dobbiamo familiarizzare
con alcune funzioni fondamentali.
33
34
4 Funzioni e grafici
Affinche tale polinomio coincida con il numeratore di f (x), ossia con 2x1, devono essere verificate le uguaglianze a1 +a3 = 0, a1 + a2 2a3 + a4 = 0,
a1 + a3 2a4 = 2, a1 + a2 + a4 = 1. La matematica non finisce di stupire: si tratta dunque di risolvere un sistema lineare di quattro equazioni nelle
quattro incognite a1 , a2 , a3 , a4 . Il sistema ha una e una sola soluzione che `e
a1 =
1
,
2
a2 =
1
,
2
1
a3 = ,
2
a4 = 1
35
Quindi si ha
1
1
12 x 1
2x 1
2
2
+
=
+
x4 2x3 + 2x2 2x + 1
x 1 (x 1)2
x2 + 1
che n 0 = 0. Se n `e dispari ce n`e una sola reale e dunque non ci sono ambiguit`
a a definire la radice n-ima di a. Ma se n `e pari e a < 0 allora non ce ne
sono reali, mentre se a > 0 allora ce ne sono due, una positiva e una negativa.
36
4 Funzioni e grafici
4 = 2.
1
4 2 = 2.
1
4 2 = 2.
Soluzioni di x2 4 = 0 sono 2, 2.
Il grafico della funzione f (x) = x2 4 interseca lasse x nei punti (2, 0), (2, 0).
Il grafico della funzione f (x) = x2 4 interseca lasse x solo nel punto (2, 0).
1
Il campo di definizione di f )x) = x 2 `e R0 .
1
Il campo di definizione di f )x) = x 3 `e R.
r
dispari. Se a < 0, anche ar < 0 e quindi, dato che a s = s ar , lequazione
xs ar = 0 non ha soluzioni reali.
Consideriamo il caso a = 12 , ossia la funzione f (x) = 21x . Per x = 0 si
ha f (0) = 1, per x = 1 si ha f (1) = 12 , per x = 2 si ha f (2) = 14 . Si incomincia
a capire che la funzione ha un andamento decrescente e che, pur rimanendo
sempre positivi, i suoi valori tendono a diventare sempre pi`
u piccoli al crescere
di x.
Consideriamo il caso a = 2, ossia la funzione f (x) = 2x . Per x = 0 si ha
f (0) = 1, per x = 1 si ha f (1) = 2, per x = 2 si ha f (2) = 4. Si incomincia a
capire che la funzione ha un andamento crescente e che i suoi valori tendono
a diventare sempre pi`
u grandi al crescere di x.
Pi`
u precisamente si ha che la funzione ax `
e decrescente se 0 < a < 1
ed `
e crescente se a > 1.
37
38
4 Funzioni e grafici
f (x)
?
g(x)
39
40
4 Funzioni e grafici
(1)
(2)
x
loga ( ) = loga (x) loga (y)
(3)
y
1
loga ( n x = loga (x)
(4)
n
Conseguenza di (2) `e che il numero di cifre decimali in cui si scrive un numero
naturale N `e il pi`
u piccolo numero naturale maggiore di log10 (N ).
41
(5)
f (x) = 10x ,
f (x) = x,
42
4 Funzioni e grafici
Concludiamo questa sezione con la promessa di parlare nel prossimo capitolo di un numero fondamentale, detto e in relazione ai logaritmi (vedi la
sottosezione 5.1.3).
5
Limiti e continuit`
a
continuamente linfinito
cambia i propri limiti
(Anonimo)
con
Fib(1) = Fib(0) = 1
44
5 Limiti e continuit`
a
1 1 + 5 n+1 1 5 n+1
Fib(n) =
2
2
5
Sembra molto strano che una formula che contiene numeri non razionali dia
valori naturali per ogni n naturale, ma... `e cos`.
La sequenza di Fibonacci incomincia cos`.
0
1
1
1
2
2
3
3
4
5
5
8
6
13
7
21
8
34
9
55
10
89
11
144
12
233
Fib(n)
1+ 5
lim
=
1,618034
n+ Fib(n 1)
2
Abbiamo usato il simbolo di limite che non definiremo formalmente ma che
vedremo sempre pi`
u spesso allopera.
Ma prima di riavvicinarci... al limite, vorrei illustrare una formula di ricorrenza, detta mappa logistica, che presenta aspetti oltremodo affascinanti.
In particolare vedremo che il limite si perde nel caos.
Si tratta della formula
L(n + 1) = r L(n) 1 L(n)
()
con
P (0) = k
L(1)
0, 32
L(1)
0, 32
L(1)
0, 18
L(2)
0, 4352
L(2)
0, 4352
L(2)
0, 2952
L(3)
0, 491602
L(3)
0, 491602
L(3)
0, 416114
L(4)
0, 49986
L(5)
0, 5
L(4)
0, 499859
L(4)
0, 48593
L(5)
0, 5
L(5)
0, 4996
L(6)
0, 5
L(6)
0, 5
L(6)
0, 5
Si pu`
o dimostrare che, qualunque sia il valore L(0) di partenza, la successione si stabilizza a 0, 5, ossia la popolazione si stabilizza a met`
a della
capacit`
a dellambiente.
Fissiamo r = 2,5 e vediamo che cosa succede al variare di L(0).
L(0)
0, 25
L(1)
0, 4
L(2)
0, 6
L(3)
0, 6
L(4)
0, 6
L(5)
0, 6
L(6)
0, 6
L(0)
0, 8
L(1)
0, 4
L(2)
0, 6
L(3)
0, 6
L(4)
0, 6
L(5)
0, 6
L(6)
0, 6
45
46
5 Limiti e continuit`
a
Anche in questo caso si pu`
o dimostrare che, qualunque sia il valore L(0) di
partenza, la successione si stabilizza a 0, 6.
Fissiamo r = 3,1 e vediamo che cosa succede con L(0) = 0, 2.
L(0)
0, 2
L(1)
0, 7749
L(2)
0, 5406
L(3)
0, 7699
L(4)
0, 5492
L(5)
0, 7675
L(6)
0, 5532
Per i pi`
u curiosi (spero che ce ne siano molti) dir`
o che si `e partiti con una
relazione totalmente deterministica, rappresentata da una formula molto
semplice che si pu`
o calcolare in modo esatto. Ma quando r si avvicina al
numero 3,569946 il calcolo simbolico non riesce pi`
u a gestire le frazioni che
` necessi ottengono, data la taglia enorme dei numeratori e denominatori. E
sario ricorrere al calcolo approssimato, ma anche questo fallisce, nel senso
detto prima. In poche parole, landamento della successione L(n) diventa
imprevedibile.
A questo punto pensate che i matematici si arrendano? Non conoscete i
matematici! Queste scoperte sono le pi`
u esaltanti perche permettono alla
matematica e in generale alla scienza di andare avanti. Infatti... calcolando
la velocit`
a con cui gli attrattori raddoppiano il loro numero, Feigenbaum
trov`
o che al limite tale numero `e
47
f = 4,66920160910299067185320382...
detta costante di Feigenbaum e descritta nel 1980 nel lavoro [Fei-80].
Il significato `e che quando r cresce, ogni raddoppio di attrattori avviene
circa f volte pi`
u rapidamente che il precedente. La cosa pi`
u sconvolgente `e
che Feigenbaum fu capace di sviluppare una teoria matematica con la quale
dimostr`
o che lo stesso numero f compare in tutta una serie di modelli
apparentemente diversi tra di loro. Ecco un esempio di potenza del pensiero
astratto, c`e caos, ma `e... sotto controllo matematico.
5.1.1 Complessit`
a computazionale
Torniamo a cose meno... caotiche e continuiamo a vedere esempi che ci convincano dellimportanza del concetto di limite. Sappiamo che se un oggetto O,
come ad esempio un numero o una matrice quadrata, si pu`o moltiplicare per
se stesso, possiamo parlare di potenze naturali delloggetto stesso. Ad esempio
ha senso considerare a6 se a Q e ha senso considerare A8 se A `e una matrice
quadrata. Se si deve calcolare ad esempio O4 si possono scegliere due modalit`
a: eseguire O O O O, oppure eseguire (O O) (O O) ossia (O O)2
ossia (O2 )2 . Sia A una matrice quadrata di tipo n a entrate numeri razionali.
La domanda che ci poniamo `e la seguente. Quale delle due modalit`
a conviene?
Dato che entrambe portano alla soluzione, dobbiamo precisare che cosa intendiamo per convenienza e in questo caso la convenienza si riferisce al fatto di
eseguire il minor numero possibile di moltiplicazioni di numeri. Per moltiplicare due matrici quadrate di tipo n, dobbiamo eseguire n2 prodotti righe per
colonne, ognuno dei quali comporta lesecuzione di n moltiplicazioni. In totale
la moltiplicazione delle due matrici richiede lesecuzione di n3 moltiplicazioni
di numeri. Siccome con la prima modalit`a eseguiamo tre prodotti di matrici
di tipo n, in totale eseguiamo 3 n3 moltiplicazioni di numeri. Con la seconda
modalit`
a invece eseguiamo due prodotti di matrici di tipo n e quindi in totale
eseguiamo 2 n3 moltiplicazioni di numeri. La conclusione `e molto semplice,
con la seconda modalit`
a si eseguono meno moltiplicazioni, non c`e bisogno di
nessun limite.
Proviamo ora a risolvere un problema simile. La domanda `e: si eseguono
meno somme nel moltiplicare due matrici quadrate di tipo n o nel sommare
cinque matrici quadrate di tipo n? Moltiplicare due matrici di tipo n comporta
lesecuzione di n2 prodotti righe per colonne, per ognuno dei quali si eseguono
n 1 somme. In totale sono n2 (n 1) somme. Per sommare cinque matrici si
devono fare quattro somme di matrici, ognuna delle quali comporta n2 somme,
in totale quindi si devono eseguire 4 n2 somme. Ora dobbiamo paragonare
n2 (n 1) con 4 n2 .
Possiamo procedere cos`. Chiamiamo f (n) = n2 (n 1), g(n) = 4 n2 . Per
risolvere il nostro problema dobbiamo vedere chi vince tra le due successioni,
ossia quale dei due numeri n2 (n 1) e 4 n2 `e pi`
u piccolo. Facciamo un poco
di conti.
48
5 Limiti e continuit`
a
49
n
n , n n
n
La somma di queste aree `e dunque
n
n
X
a ka 2 a 3 X 2
=
k
n
n
n
k=1
k=1
k2 =
n(n + 1)(2n + 1)
6
P
2
Evidentemente il numero n
e naturale. Il lettore sa dunque spiegare perche
k=1 k `
il prodotto dei tre numeri naturali n, n + 1, 2n + 1 `e multiplo di 6?
Larea della regione scalinata che sta sopra la porzione colorata `e dunque
a 3 2n3 + 3n2 + n
a 3 n(n + 1)(2n + 1)
a3
3
1
=
=
1+
+ 2
n
6
n
6
3
2n
2n
Se facciamo lo stesso conto con i rettangolini sotto la porzione di parabola otteniamo che larea di A `e maggiore o uguale allo stesso limite. La
conclusione `e
a3
Area(A) =
3
` chiaro al lettore perche si chiama metodo di esaustione?
E
50
5 Limiti e continuit`
a
1 n
)
n
(1)
51
co della funzione y = xx per x 6= 0, tracciamo una parabola senza il punto (0, 0). La conclusione `e che per continuit`a possiamo anche assumere che
valga luguaglianza f (0) = 0.
Dove `e definita la funzione f (x) =
1
?
x2 +1
x2 1
?
x2 +2x+1
x0
sin(x)
=1
x
&%
Dalla figura si capisce che la lunghezza dellarco che sottende langolo x `e
compresa tra la lunghezza del segmento blu e quella del segmento rosso. Se x
`e piccolo e maggiore di zero si ha quindi
0 < sin(x) x tan(x)
1
1
Invertendo si ha sin(x)
x1 tan(x)
e quindi
moltiplicando per sin(x), che `e positivo, si ha
cos(x)
cos(x)
sin(x)
1
x
1
sin(x)
da cui,
sin(x)
1
x
52
5 Limiti e continuit`
a
x0
1cos(x)
x2
= 12 . Vicino
=
=
2
2
2
2
x
x (1 + cos(x))
x (1 + cos(x))
x
(1 + cos(x))
Utilizzando lesempio precedente si conclude che lim
x0
1cos(x)
x2
= 12 .
x0
1
1 t
h ln(1+ t )
= 1.
x0
ln(1 + x)
=1
x
t0
5.3 Continuit`
a
Veniamo ora ad una conseguenza fondamentale del concetto di limite che `e il
concetto di continuit`
a. Una funzione f (x) di variabile reale si dice continua
in un punto x0 del suo campo di definizione se
lim f (x) = f (x0 )
xx0
Una funzione si dice continua se `e continua in tutti i punti del suo campo di
definizione.
In particolare, tutti gli esempi allinizio della Sezione 4.1, tranne quello
della funzione costante a tratti, mostrano funzioni continue. Intuitivamente,
sono continue le funzioni f (x) per cui piccoli variazioni di x producono piccole
variazioni di f (x).
5.3 Continuit`
a
53
Vediamo ora alcuni fatti generali che ci aiutano a capire quante e quali sono
le funzioni continue. Supponiamo che f (x), g(x) siano funzioni continue nel
punto x0 . Allora si hanno i seguenti fatti.
Usando le propriet`
a suddette, il lettore provi a dimostrare che tutte le funzioni
polinomiali sono continue.
f(
3774388331
382820776084714282985985754793815449349
)=
5000000000
3125000000000000000000000000000000000000000000000
54
5 Limiti e continuit`
a
6
Derivate
Le parole derivata, derivati e simili si arrendono facilmente alletimologia, infatti si riferiscono sempre a qualcosa che deriva da qualcosa daltro.
Ad esempio in finanza `e considerato strumento derivato ogni contratto o titolo il cui prezzo `e basato sul valore di mercato di altri beni (azioni, indici,
valute, tassi ecc.). Il suo uso improprio a fini di lucro `e la causa principale
del dissesto finanziario del mondo occidentale. In matematica possiamo dire
che la funzione derivata `e una funzione derivata da quella originale. Ora
vedremo meglio di che cosa si tratta.
56
6 Derivate
57
o anche
o anche
o anche
df (x)
= 2x (notazione di Leibniz)
dx
x0
f (x0 + x) f (x0 )
x
E allora vediamo subito che non tutte le funzioni sono derivabili in ogni
punto.
.....
.. ..
Ad esempio la funzione rapy
presentata dal grafico qui
(0,2)
accanto si pu`
o descrivere
analiticamente nel seguente
modo
........
....
(1,0)
x
(
1 se x 1
f (x) =
2 se x > 1
58
6 Derivate
f 0 (x) = lim
dex
dx
lim
x0
ex 1
x
= 1 (vedi
59
60
6 Derivate
16, 2 = f (16, 2) 0, 2
2 x
si ha f 0 (16) =
1
8
e quindi
1
1
+ f (16) =
+ 4 = 4, 025
8
40
Se calcoliamo (4, 025)2 otteniamo 16.200625, quindi una ottima approssimazione di 16, 2.
17 = f (17) 1
1
1
+ f (16) = + 4 = 4, 125
8
8
61
62
6 Derivate
coordinate (x0 , f (x0 )). Non va ancora bene x1 ? Si ripete il procedimento fino
al raggiungimento di una approssimazione soddisfacente.
Si tenga presente che questo metodo non funziona sempre come mostra il
seguente esempio.
Esso si riferisce al grafico della funzione polinomiale f (x) = x3 2x + 2.
Un utilizzo fondamentale delle derivate si ha nella ricerca di massimi, minimi e flessi. Vediamone un esempio di utilizzo delle derivate per risolvere un
problema... architettonico.
Esempio. (Pi`
u luce)
Vogliamo costruire una finestra la cui forma `e descritta dalla figura qui sotto,
ossia il suo profilo `e un rettangolo sormontato da un semicerchio. Abbiamo
a disposizione 12 metri di telaio per inserirla nel muro e vogliamo trovare i
valori di r e h che facciano passare il massimo di luce, ossia i valori di r e h
tali che larea della finestra sia massima.
Osserviamo che il perimetro `e
12 = 2r + 2h + r
Questa informazione ci permette di eliminare una incognita del problema, ad esempio h. Infatti si ha h = 6 r 12 r.
Ora possiamo esprimere larea della finestra in funzione di r. Larea del rettangolo
`e 2rh = 12r2r2 r2 . Larea del semicerchio `e 12 r2 . Quindi larea che dobbiamo
massimizzare espressa in funzione di r `e
1
1
A(r) = 12r 2r2 r2 + r2 = 12r (2 + )r2
2
2
63
A00 (r) = (4 + )
Si osserva che la derivata seconda `e una costante negativa e che il valore che
12
annulla la derivata prima, ossia r = 4+
, corrisponde al valore massimo della
funzione A(r) ed `e quindi la soluzione del nostro problema.
In conclusione la finestra di area massima con perimetro 12 si costruisce con
12
1.680298. Se calcoliamo h si ottiene
r = 4+
1
12
12
h=6r
=
= r 1.680298
2 4+
4+
e larea massima `e dunque
1
A = 12r (2 + )r2 10.081788
2
Osserviamo che tale area massima si ottiene quando h = r e quindi quando la
finestra `e inscritta in un quadrato. Dopo tutte queste considerazioni sembra
finalmente opportuno... aprire la finestra e lasciare entrare la luce.
7
Equazioni differenziali e integrali
Le affermazioni di Einstein e Laplace ci suggeriscono lidea che lintegrazione sia una operazione facile in natura. Qui non stiamo parlando di mescolanza
di razze ma di un concetto matematico che definire basilare `e persino riduttivo.
Ma, come dice un vecchio maestro, la matematica si divide in due parti, quella
facile e quella che non sappiamo. Vedremo ora di colmare qualche lacuna.
In matematica si trovano due concetti di integrazione, quella indefinita e
quella definita e sono due cose completamente diverse... ma solo in apparenza.
Vedremo che lintegrazione indefinita o anti-derivazione sono casi particolari di
una famiglia vastissima di equazioni che si chiamano differenziali. Poi vedremo
che cosa hanno a che fare con il concetto di area.
66
dy
d y
e una equazione differenziale, di cui
Lequazione dx
2 x dx + sin(x) = 0 `
non `e immediato trovare soluzioni.
67
2
4
1
4x2 x 1 = x3 x2 x + c,
5
3
5
cR
68
Come detto, i matematici non si possono accontentare di intuizioni e ragionamenti informali, ma sono in grado di dimostrare rigorosamente tale fatto.
Per la sua enorme importanza, lo chiamano teorema fondamentale del calcolo
integrale.
69
70
eu du = 2 103 (et 1)
2x3
1
1
1x 1
2x 1
2
= 2 +
+ 22
2
2
+ 2x 2x + 1
x 1 (x 1)
x +1
(1)
1
1
12 x1
2
2
x1 , (x1)2 e x2 +1 .
1
1
e x1
. Vale
(x1)2 `
1
Una primitiva di x22x
e ln((x2 + 1)). Una primitiva di (x+1)
e arctan x.
2 `
+1 `
Utilizzando la formula (1) si conclude che
Z
2x 1
1
1
1
dx = ln |x1|
ln(x2 +1)arctan x
x4 2x3 + 2x2 2x + 1
2
2(x 1) 4
71
Riferimenti bibliografici
[C]