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MATERIALISMO STORICO
E TEORIA DELLA PRATICA
Anna Baldini
De tous les travailleurs qui retiennent, prcis
ou non par quelque pithte, le qualiicatif gnrique dhistoriens, il nen est point qui ne le
justiient nos yeux par quelque ct sauf,
assez souvent, ceux qui, sappliquant repenser
pour leur compte des systmes parfois vieux
de plusieurs sicles, sans le moindre souci den
marquer le rapport avec les autres manifestations de lpoque qui les vit natre se trouvent
ainsi faire, trs exactement, le contraire de ce
que rclame une mthode dhistoriens. Et qui,
devant ces engendrements de concepts issus
dintelligences dsincarnes puis vivant de
leur vie propre en dehors du temps et de lespace, nouent dtranges chanes, aux annaux
la fois irrels et ferms 1
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L. Febvre, Leur historie et la ntre, in Idem, Combats pour lhistoire, Paris, Colin, 1953, p. 278.
K. Marx, Il capitale. Libro terzo, Roma, Editori Riuniti, 1965, p. 930.
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Ci non signiica che il materialismo dialettico ignorasse gli efetti di realt prodotti dalla dimensione simbolica : ne rilevavano limportanza gi Marx ed Engels.
Proprio questultimo, bench cos spesso caricato della responsabilit di aver volgarizzato il materialismo storico, in molti dei suoi interventi successivi alla morte
di Marx ammoniva contro la tentazione di ridurre la storia a unequazione la cui
incognita fosse sempre da risolvere nelleconomia :
Secondo la concezione materialistica della storia, la produzione e riproduzione della vita
reale nella storia il momento in ultima istanza determinante. Di pi n io n Marx abbiamo mai afermato. Se ora qualcuno distorce quellafermazione in modo che il momento
economico risulti essere lunico determinante, trasforma quel principio in una frase fatta insigniicante, astratta e assurda. La situazione economica la base, ma i diversi momenti della
sovrastruttura le forme politiche della lotta di classe e i risultati di questa costituzioni
stabilite dalla classe vittoriosa dopo una battaglia vinta, ecc. , le forme giuridiche, anzi persino i rilessi di tutte queste lotte reali nel cervello di coloro che vi prendono parte, le teorie
politiche, giuridiche, ilosoiche, le visioni religiose ed il loro successivo sviluppo in sistemi
dogmatici, esercitano altres la loro inluenza sul decorso delle lotte storiche e in molti casi
ne determinano in modo preponderante la forma []. Ci facciamo da noi la nostra storia,
ma, innanzitutto, a presupposti e condizioni assai precisi. Tra di essi quelli economici sono in
in dei conti decisivi. Ma anche quelli politici, ecc., persino la tradizione che vive nelle teste
degli uomini ha la sua importanza, anche se non decisiva. 2
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postulato che tra i fattori causali sia possibile identiicare unentit in in dei conti
decisiva .
Il livello pi elevato delle attivit umane, quello appunto sovrastrutturale o simbolico, non solo non afatto ininluente su quelli sociali strutturali, ma
li determina tanto quanto ne viene determinato. Le categorie di interpretazione
del mondo hanno conseguenze pragmatiche : apparati concettuali, mentalit,
rappresentazioni sono s forgiati dalle contingenze socio-economiche, ma sono
anche un fattore che agisce sulla prassi, cio sulle azioni che riproducono, modiicano o distruggono le strutture oggettive del mondo sociale.
Lazione propriamente politica [] mira a produrre e a imporre rappresentazioni (mentali,
verbali, graiche o teatrali) del mondo sociale che siano capaci di agire su questo mondo,
agendo sulla rappresentazione che ne fanno gli agenti. O, pi precisamente, a fare e a disfare
i gruppi e, contemporaneamente, le azioni collettive che essi possono intraprendere per
trasformare il mondo sociale conformemente ai loro interessi producendo, riproducendo o
distruggendo le rappresentazioni che rendono visibili questi gruppi a se stessi e agli altri. 1
Piuttosto che storia di lotte di classe secondo la formula del Manifesto potremmo deinire la storia sociale come il prodotto di lotte di classiicazione, di
conlitti tra princip di visione e divisione del mondo. Daltra parte, la stessa esistenza di una classe deinita da criteri economici il che equivale ad afermare
la priorit del criterio economico per la comprensione del mondo sociale il
risultato di un processo conlittuale, lesito vittorioso di una proposta politica di
classiicazione dellesistente.
Limpossibilit di stabilire un principio in in dei conti decisivo , cio un senso
unico nelle determinazioni causali, vale per la realt sociale cos come per ogni
realt percepita. Non ha senso ricercare una priorit determinante tra il livello
delle rappresentazioni e quello delle realt oggettive, cos come non ha senso
sforzarsi di individuare una simile priorit tra il livello delle reazioni elettrochimiche dei circuiti neuronali e quello dei sistemi concettuali. Come abbiamo
visto, nel mondo sociale si dnno efetti di determinazione dai livelli superiori
(sovrastrutturali) a quelli inferiori (strutturali), in direzione opposta, quindi,
al modello bottom up. Ed anche nellambito delle scienze cognitive, ai conini tra
i domin della biologia e dellepistemologia, possiamo constatare che lattivit
cosciente della nostra mente crea efetti collaterali permanenti a livello neuronico : 2
In che modo questi movimenti delle dita che eseguo ripetutamente quando imparo a battere
a macchina si trasformano pian piano in cambiamenti sistematici delle strutture sinaptiche ?
In che modo unattivit un tempo cosciente si sublima totalmente in un oblio afatto inconscio ? Il livello del pensiero, a forza di ripetizioni, si in qualche modo sporto verso il basso
e ha riprogrammato parte dello hardware che il suo substrato. 3
P. Bourdieu, La parola e il potere. Leconomia degli scambi linguistici, Napoli, Guida, 1988, p. 121.
D. R. Hofstadter, Rilessioni, in Lio della mente, a cura di D. R. Hofstadter, D. C. Dennett, Milano,
3 Ivi, p. 277.
Adelphi, 1985, p. 278.
Il dualismo cartesiano che oppone la materia al pensiero, la coscienza alla sua base
isiologica, produce dilemmi insolubili, e i paradossi del solipsismo. Il monismo
evita queste trappole ilosoiche, ma suscita anche nuove diicolt. Se accettiamo
materialisticamente 3 che mental states are biological phenomena , che consciousness, intentionality, subjectivity and mental causation are all a part of our
biological life history, along with growth, reproduction, the secretion of bile, and
digestion , 4 come possiamo integrare il determinismo che spiega le realt isiche
con laltrettanto irrinunciabile concezione soggettiva della conoscenza e della
prassi, con la libert creativa e attiva degli individui ? O, per dirla con le parole di
Searle :
Come riconciliare una certa concezione che abbiamo di noi stessi, in quanto agenti coscienti, intelligenti, liberi, sociali e politici con una concezione del mondo in base alla quale esso
costituito di particelle isiche, prive di intelligenza e di signiicato, totalmente sottomesse a
campi di forze ? In breve, come possibile rendere conto, in maniera coerente, della totalit
del mondo, riconciliando ci che pensiamo di noi stessi con ci che la isica, la chimica e la
biologia ci insegnano ? 5
Decenni di ideologie testuali ci hanno mostrato come la reazione pi consueta, da parte di paladini della libert avversi a ogni forma di determinismo, sia
lesasperazione, uguale e contraria, del lato soggettivo, se non solipsistico, della
conoscenza. Abbiamo assistito alla messa tra parentesi del rapporto tra testo e
realt presupposto dallindagine materialistica, dichiarato non pertinente al
limite insussistente per la comprensione della letteratura. Lontologia testuale
rovescia il rapporto che il senso comune istituisce tra letterario e pre-letterario, e
1 J. Searle, Minds, Brains and Science. The 1984 Reith Lectures, London, British Broadcasting Corporation,
1984, p. 21.
2 Idem, Libert e neurobiologia. Rilessioni sul libero arbitrio, il linguagio e il potere politico, a cura di E. Carli,
Milano, Bruno Mondadori, 2005, pp. 38-39, corsivi miei.
3 Quanto ho detto in qui dovrebbe indurre a rigettare questo termine come farebbe Searle, che lo
sostituirebbe con naturalisticamente , poich continua a implicare un dualismo tra materiale e immateriale. Se, ci nonostante, continuer a parlare di materialismo, per le sue risonanze assiologiche : il
termine implica una presa di posizione nel conlitto tra due modi metaisico e naturalistico di concepire lessere umano.
4 J. Searle, Minds, Brains and Science, cit., p. 41.
5 Idem, Libert e neurobiologia, cit., pp. 61-62. Riiutando la soluzione dualista al problema di integrare
libert e neurobiologia Searle lo dichiara irrisolto se non irresolubile.
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Un mondo scolastico elitario e chiuso, quello dei ilosoi normaliens francesi, ontologizza il proprio rapporto con la realt ofrendolo ready-made al successo nei
campus americani. La ilosoia della storia, lantropologia e la metaisica che accomunano le varie manifestazioni disciplinari del postmoderno non esprimono,
come pretendono, verit umane universali o perlomeno valide per tutti gli uomini
del presente secolo, ma il particolare rapporto con il mondo e la speciica posizione (in senso non solo metaforico : si veda come Bourdieu interpreta la segregazione spaziale dei campus americani) di chi opera allinterno di alcuni campi sociali,
secondo la logica che vuole che gli intellettuali estendano spesso allinsieme del
mondo sociale pratiche che riguardano il loro microcosmo . 2
Lideologia postmoderna esaspera la relazione con il mondo propria di chi
opera nei campi intellettuali. Nelle Meditazioni pascaliane Bourdieu si concentra
sullanalisi delle precognizioni e degli schemi mentali di coloro che indagano
sui prodotti culturali : scienziati, ilosoi, critici darte o di letteratura. Bourdieu
deinisce occhio scolastico linconscio sociale incorporato nelle loro pratiche cognitive, prodotto da un rapporto con il mondo, umano o naturale, che pone questultimo come oggetto separato dallosservatore. Chiamandosi fuori dal mondo
che sta osservando, locchio scolastico non percepisce se stesso come posizione
particolare al suo interno e si ritiene perci libero e incondizionato, in senso sia
storico che sociale, come lo sguardo di un dio trascendente e onnisciente e costruisce similmente gli oggetti della propria conoscenza. Ignorando la posizione
e il conlitto da cui viene elaborato, produce un sapere deformato, che confonde
le proprie modalit di rapporto con gli oggetti con princip universali : le categorie
di pensiero non sono eterne e universali, le intelligenze non sono disincarnate,
camminano come diceva gi Cantimori pi di mezzo secolo fa sulle gambe
degli uomini.
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ci che esso attende, che lui a comandare : occorre aver incorporato molta teoria e molte
routine pratiche per essere allaltezza delle richieste di un ciclotrone. 1
La ricerca del proitto simbolico avvince ogni individuo al proprio mondo. Bourdieu chiama illusio questo investimento esistenziale, di cui lo sguardo oggettivante mostra fatalmente la natura arbitraria : ma senza illusio non si d investimento
nel mondo, e dunque non si d mondo sociale. Lillusio media tra il signiicato personale, individuale e soggettivo dellesistenza, determinato dalla psicologia, dalla
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Idem, Il mestiere di scienziato. Corso al Collge de France 2000-2001, Milano, Feltrinelli, 2003, pp. 56-57.
Cfr. J. Diamond, Il terzo scimpanz. Ascesa e caduta del primate Homo sapiens, Torino, Bollati Boringhieri, 1994 ; Idem, Armi, acciaio e malattie. Breve storia del mondo negli ultimi tredicimila anni, Torino, Einaudi,
1998 ; Idem, Collasso. Come le societ scelgono di morire o vivere, Torino, Einaudi, 2005.
3 P. Bourdieu, Il dominio maschile, Milano, Feltrinelli, 1998, p. 45.
4 Idem, Il mestiere di scienziato, cit., p. 49.