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Sia la cosa giusta

Lo sapeva.
Sapeva quello a cui stava per andare incontro. Perlomeno credeva di saperlo.
Sono con voi.
Ricordava perfettamente quel momento: lo proiettava nella mente ogni volta che gli si
offrisse loccasione di incontrare il Signore Oscuro, o quando vedeva i suoi vecchi
amici di Hogwartsi suoi compagni Mangiamorte.
Era parsa una cosa come unaltra, ai suoi occhi era stato quasi come accettare la
proposta di sgattaiolare fuori dal dormitorio durante la notte per unuscita clandestina
vicino al Lago, con quellaffascinante gusto di far qualcosa diillecito. Certo, non era
uno stupido, era consapevole dellenormit di una scelta di quel genere:
rappresentava il segno decisivo sul suo destino, era linizio di quel che avrebbe vissuto
da quel momento innanzi: era quello che aveva desiderato negli ultimi anni sino ad
allora.
Il momento della scelta attanagliato da una cos intensa tensione, e incertezza, ma
proprio per questo talmente labile che difficile definire ci che si vuole davvero,
anche dopo aver dato la risposta giustala risposta che, forse, quella che tutti si
aspettano.
La risposta giusta...
...unidea straordinaria, forse il pi grande progetto che abbia mai pensato di attuare.
Ma questo lo sapete gi, non vero, amici miei?
Regulus riprese a osservare ci che aveva davvero intorno, scrollandosi di dosso i suoi
pensieri, scosso dalla voce pungente che si stava rivolgendo a tutti loro: il Signore
Oscuro stava parlando loro della sua grande opera, ancora in atto, e certi momenti
erano ricchi di aspettativa. Si sistem meglio sulla scomoda sedia dallalto schienale,
tentando di mascherare con un cipiglio altero la sua impazienza di scoprire la loro
nuova missione. Di rado il Signore Oscuro coinvolgeva i suoi seguaci nel suo progetto
pi gelosamente custodito, e quando lo faceva non poteva che essere unoccasione
degna di nota, speciale per tutti loro.
Bene...il mio lavoro richiede lausilio di un piccolo aiutante, un devoto servo di maghi
e streghe nobili quali voi, al quale vorrei offrire il ruolo di aiutarmi a comprendere la
validit della mia teoria... . Commenti sussurrati volarono tra i Mangiamorte, mormorii
di sorpresa e incredulit. Esattamente, continu il Signore Oscuro; un sorriso di
malvagia ispirazione incresp il volto innaturalmente biancastro. Richiedo limpiego di
un elfo domestico..
Regulus si ritrasse, perplesso, e fece ricadere lo sguardo sulle cugine Black: le due
giovani avevano il viso impassibile, di tanto in tanto facevano volare lo sguardo al loro
padrone, ma lasciavano trasparire una parvenza dincredulit, seppur tentando di
mantenere il loro aspetto gelidamente distaccato.
Come del resto Regulus stesso stava facendo. Un elfo domestico...un elfo
domestico?
Si arrovell il cervello, frustrato, cercando di carpire la verit dalle parole del suo
Signore, ed esprimere cos la risposta giusta: una risposta che catturasse la sua
attenzione, che dimostrasse la sua arguzia la quale, tuttavia, spesso nascondeva,
senza volerlo, sotto limmagine di un uomo banale e altero...cos come molti dei suoi
compagni davano a vedere dessere. Ma quante volte, in quanti momenti, in una di
quelle convocazioni, coglieva il timore reverenziale, la pavidit che si celava nel loro
atteggiamento ossequioso, tutto reverenze...

Non riuscite a capire? No, non potete. Ma questo non importa, per ora. Ad ogni modo
un passo essenziale. Forse non immaginate quanto e come i nostri piccoli schiavi si
rivelino estremamente preziosi, e non perch siano particolarmente abili nel lucidare
le nostre stanze. Storse nuovamente il volto in quel sorriso beffardo. Via, ora. Ho
bisogno di riflettere...portatemi un elfo domestico, e al pi presto. Vieni qui,
Nagini...sar unesperienza interessante, s...
Regulus fece per alzarsi, seguendo gli altri, silenziosi, alcuni un po pi intimoriti del
solito: il giovane pot scorgere occhiate segrete scambiate tra alcuni dei suoi
compagni, occhiate eloquenti che lasciavano intendere una decisione difficile;
probabilmente nessuno teneva moltissimo a dare in prestito il proprio servo.
Intanto, lesiguo gruppo di Mangiamorte usc dal lungo salone, accompagnato dal
consueto silenzio ossequioso nei confronti del loro Signore; Regulus, accennando un
saluto rispettoso, scivol via dalla sala, e stava per seguire il suo gruppo quando
avvert mormorii pi acuti degli altri, e riconobbe la parlata animata di sua cugina
Bellatrix: a pochi passi davanti a lui, stava bisbigliando concitata qualcosa alla sorella
Narcissa.
Sent le labbra incurvarsi in una smorfia. Lo disgustava il modo in cui la cugina si
esponeva per il Signore Oscuro: era cos...sfacciatamente appiccicosa, e non mancava
mai di profondersi in atteggiamenti esageratamente reverenziali nel rivolgersi a lui.
Cos esit, mentre gli ultimi Mangiamorte lo superavano, dopo aver lasciato la porta
socchiusa: decise di non perdere tempo, e si volse indietro, ad affacciarsi
frettolosamente nella sala dove il Signore Oscuro sussurrava con inquietante dolcezza
verso il giovane, enorme serpente, che giaceva attorno ai suoi piedi, elevandosi
sinuoso e sibilando in risposta.
Giovane Black esord, distogliendo lo sguardo da Nagini: la gelida tenerezza di poco
prima stava abbandonando i suoi occhi, sostituita da un leggero fastidio.
Signore, mio Signore, il mio elfo domestico sar sicuramente felice di porsi al vostro
servizio. Regulus, ansioso, osserv lespressione, preludio allira, trasfigurarsi
nuovamente nello strano sorriso, e il giovane avvert il calore penetrare la sua sfera
dorgoglio, e fu soddisfatto della sua scelta.
Molto, molto bene, Regulus. Ora v, e portalo immediatamente qui da me.
Era ormai pomeriggio prolungato, e il sole lanciava a stento i suoi raggi fievoli,
indeboliti dal muro compatto degli edifici. Unesile figura nascosta da uno scuro
mantello camminava frettolosa sulle mattonelle curate di Grimmauld Place, e sorpass
lultima casa, dalle cui finestre sintravedeva unatmosfera soffusa, pareva regnasse la
calma; Regulus ascolt persino gli irritanti tintinnii di piatti e padelle. Che vite insulse e
sciocche, che appestavano la terra.
Fermatosi a un tratto, mentre rimuginava tutti questi pensieri, sapr davanti a lui
lingresso della casa dei Black.
Certo, pensava, forse era un servigio sciocco, in fondo, tuttavia il loro padrone avrebbe
gi iniziato a distinguerlo ancor pi fra i suoi seguaci. E nessuno, in effetti, ci aveva
ancora provato. Si sarebbe chiesto il perch, forse, ma in quel momento la sua dignit
e il suo onore contavano pi dogni altra cosa.
Kreacher?
Regulus aveva puntato dritto alla cucina, dove trov lelfo intento a spazzare la
polvere via dal lungo lampadario. Quello butt subito via lo straccio, e scese pi in

fretta che pot, per raggiungere Regulus.


Signorino Black, signore?
Devi fare una cosa, Kreacher, e vedrai che ne sarai contento...tutti ne saranno
orgogliosi!
Padrone, qualunque cosa per lonore della Nobile Famiglia dei Black, signore, rispose
lelfo, gli occhi sgranati per lincredulit e la voce tremula per lemozione.
Poco dopo, Regulus camminava avanti e indietro nel salone, indeciso sul da farsi; si
ritrov davanti allalta libreria, a carezzare gli antichi volumi che gli ricordavano gli
anni passati quando, ancora bambino, li tirava fuori uno ad uno e li divorava curioso,
sotto la guida della madre che lo seguiva fiera in quella sua passione, raccontandogli
anchella delle storie eroiche della loro famiglia, e consigliandoli i passi pi belli dei
libri.
Ne afferr qualcuno e prese a sfogliarli: Storia Di Un Mago Purosangue E Di Come
Riusc A Sgominare I Babbani, 1786; La Nobilt: I Purosangue Della Nostra Storia Dalla
A Alla Z.
Poi si avvi meditabondo su per le scale, pensando di riprendere in mano la sua
sperimentazione su quellorologio che aveva cominciato lanno scorso; gli elfi
domestici appesi ai muri lo accompagnavano silenziosamente...sembrava dormissero.
Che strano..non credeva daver mai visto un elfo dormire...
Rivide s stesso risalire lentamente quelle scale, assieme a suo padre, pochi anni
prima.
I maghi abitavano gi questa terra prima che il mondo se ne rendesse davvero
conto, diceva suo padre, orgoglioso. E hai visto tu stesso da quanto tempo anche la
nostra famiglia pu essere esistita...leggi cos tanto.
Lungo i muri, intanto, scorrevano delle teste di elfi impagliate, che ascoltavano in
rispettoso silenzio il loro discorso.
Regulus si ferm davanti a una di queste, che, si accorse subito, aveva un occhio
socchiuso: si riusciva quasi a intravedere lorbita. Una visione che lo fece rabbrividire
pi di quanto non avrebbe voluto.
Ah, ho sempre detto a tua madre che maledettamente macabra, questa roba. Il
padre emise una risata rauca, posando la mano sulla spalla del figlio. Sirius ha proprio
ragione.
Certo, anche se non sembra lo pensi quando li prende a calci uno ad uno borbott
Regulus.
Suo padre non sembrava averlo sentito; lo sguardo gli si era intristito, mentre
ripensava al figlio maggiore.
Vorrei proprio sapere cosha tuo fratello che non va. Siete cos diversi, voi due...
La voce di suo padre si perse nel silenzio del pianerottolo. Era arrivato sul corridoio in
cui dividevano le stanze lui e suo fratello Sirius. Credette di vedere per un attimo un
lieve luccichio sulla parete di fronte alla stanza; la porta era socchiusa, rivelando un
anfratto buio, ma qualcosa lanciava il brillio: Regulus entr, perplesso.
Era trascorso davvero poco tempo dal giorno in cui Sirius aveva deciso di abbandonarli
per sempre..era inevitabile che lo facesse prima o poi. Poco prima del suo sedicesimo
compleanno, Regulus aveva ricevuto un freddo biglietto di addio, con tanti auguri per
il suo ambizioso futuro.
Stupido idiota, pens.

Latmosfera nella stanza era..violata. Sembrava che qualcuno fosse entrato, da


quando Sirius se nera andato, e pi di una volta, di recente.
Tuttavia, al momento era vuota. Un vibrante silenzio lo invase, un silenzio di vuoto e
oscurit, ma gli sembr rilassante, ben diverso dal rumore che abitava quella stanza
quando Sirius sparava quella stupida musica Babbana a tutto volume.
Ecco da dove proveniva il luccichio: lalta finestra in fondo era rischiarata dalla luce
gialla del lampione, appena fuori, poco sotto; le tende, che prima coprivano lintera
finestra, ora erano poco tirate da una parte, a lasciar entrare un pezzo di cielo.
Cos sua madre veniva l, ogni tanto. Regulus sospir, buttandosi sul letto intatto, e
allora gli venne in mente una storia.
...Si racconta che Arthur Black avesse lasciato tutto ci che avesse per la sua
avventura. Giovanissimo, lasci i suoi cari, dopo anni di studi ed esperimenti, e si
avvi per la sua strada. Era deciso a raggiungere quei monti fra cui si nascondeva la
vera fonte della gloria, lonore pi grande che un mago potesse ricevere: in una
piccola radura a valle della montagna pi alta si ergeva una roccia scavata nel mezzo,
nellincavo era custodito loggetto miracoloso del potere su tutta la Terra...i maghi
avrebbero finalmente trionfato sul mondo intero...
Era sua madre che gli raccontava tutte quelle storie. QuellArthur della sua famiglia gli
era sempre rimasto impresso nella memoria...e poi cosera successo? Il progetto di
Arthur era fallito..
Ma stavolta era diverso. Erano anni che seguiva le imprese del Signore Oscuro,
erano...formidabili, affascinanti e finalmente, avrebbero portato giustizia nel mondo
intero. Come Arthur ed altri avevano cercato di fare, molto tempo prima. Come era
giusto che avvenisse per la comunit magica.
Ma Kreacher non era ancora tornato? Era tutto il pomeriggio ormai che era via...
Regulus si svegli qualche ora dopo, di soprassalto. Si era addormentato nella stanza
di Sirius.
Era notte fonda...che stava succedendo?
Ora Regulus cominci davvero a ripensare a tutta la faccenda. Non aveva
propriamente mai immaginato cosa potesse volere il loro padrone da un elfo
domestico...
Un rivolo di paura sgorg inaspettato dentro di lui.
Kreacher!, chiam, gli occhi che sorvolavano la parete buia, frenetici, il cuore che
cominci a sbattere forte contro il petto.
Ud un debole crack molti piani pi sotto, e scese subito gi dal letto.
Nel salotto, trov il piccolo elfo che strabuzzava gli occhi, una mano sullo stomaco,
respirando a fatica; era fradicio, e sconvolto.
...E il Signore Oscuro ha fatto apparire un recipiente pi piccolo e ha fatto bere tutta
la pozione a Kreacher, signorino Regulus, tutta quanta, e quel liquido ha fatto uno
strano effetto a Kreacher...era come essere nel passato, signore.... Kreacher
rabbrivid, scuotendo forte la testa, stringendo il bicchiere dacqua.
Regulus fissava il buio davanti a s, pietrificato, cercando di ripensare a tutte le volte
in cui il Signore Oscuro aveva accennato alla cosa...qual era il suo progetto?
Va bene, Kreacher, ora...va a letto, va a riposarti...io...non avrei dovuto, mi
dispiace...devi restare qui in casa, mi hai capito? Non dovrai dire niente a nessuno,
niente, neanche ai padroni...mi fido di te, Kreacher.

Nei giorni che seguirono, non si parl pi della grande opera del Signore Oscuro, n di
elfi domestici; sebbene tutti si chiedessero quale famiglia avesse sacrificato il proprio.
Regulus, intanto, era cambiato; dal momento in cui Kreacher gli aveva raccontato
tutto ci che aveva passato in quella caverna, ogni cosa era cambiata, ai suoi occhi.
Non si riusciva a capacitare di come aveva potuto fare qualcosa del genere; a quale
scopo uccidere con linganno un elfo domestico? Lelfo della Casata dei Black! Il suo
elfo! Una creatura magica...come poteva?
E cosera che teneva nascosto? Cosera che non raccontava ai suoi seguaci?
Ancora non gli era ben chiaro cosa fare, non sapeva come agire, n come scegliere il
prossimo passo da compiere...ma sapeva che solo scoprendo quello che il loro Signore
aveva in mente poteva provare a mettere una fine a tutto questo.
E poi arriv loccasione. Regulus aveva cominciato a mostrarsi sempre pi accorto e
attento a ogni minimo dettaglio, ogni particolare che potesse illuminarlo. Cominci a
seguirlo, a seguire i suoi movimenti...e poi vide.
Cera uno scaffale, molto in alto, su quel mobile in ebano, dal taglio elegante, in quella
stanza dal soffitto alto, poco illuminata, dove il Signore Oscuro soleva attardarsi, dopo
gli incontri con i Mangiamorte.
Laveva visto prendere spesso in mano un grosso volume scuro, dal taglio spigoloso e
dalle scritte aguzze: Le Magie Pi Oscure Di Tutti I Tempi.
Regulus aveva sempre nutrito una certa passione per i libri; ma non credeva che si
sarebbe mai appassionato a un libro di quel genere. Era troppo pericoloso,troppo
malvagio...
Il libro era pieno zeppo di fogli e righe di appunti sui margini delle pagine, e tutti
indicavano una sola cosa: immortalit..la sconfitta della morte...una morte per una
vita. HORCRUX, era scribacchiato a grandi caratteri.
Cos, ecco finalmente la verit. Lui ci sfrutta tutti, tutti quanti, e lha sempre fatto,
non gliene importa niente, di tutti noi...n di tutti i maghi...ucciderebbe chiunque pur
di avere il mondo magico ai suoi piedi...per sottometterlo per sempre...
Regulus si prese la testa fra le mani; era seduto su una staccionata, poco lontano da
casa; non riusciva a togliersi dalla testa le parole di Kreacher...le facce di tutti loro, di
tutti i Mangiamorte, ignari di ogni cosa.
E la sua famiglia...
Prese dalle pieghe del mantello un grande ciondolo ricoperto, legato a una catenella
anchessa dorata,dalla forma curiosa, intarsiato di smeraldo. Lo apr sul dorso, e vi
infil dentro, cautamente, un minuscolo biglietto.
Non era questo...non questo quello per cui ho vissuto finora.
Minuscole lacrime offuscarono i suoi occhi stanchi, bagnando il ciondolo; Regulus si
alz di scatto, passandosi il braccio sul volto.
E la figura minuta, avvolta nel mantello scuro, savvi unultima volta verso la nobile
casa dei Black.

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