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Urbanit sostenibile.

La nuova sfida della citt europea contemporanea

LEuropa ha bisogno di citt sostenibili e


in grado di offrire unelevata qualit della
vita, nelle quali sia piacevole vivere e
lavorare e dove le imprese siano
1
invogliate ad investire.
Stavros Dimas

Nel corso degli ultimi tre decenni si assistito ad un mutamento radicale dellaspetto delle
nostre citt e dei paesaggi regionali, mutamenti che hanno riguardato anche la struttura
sociale ed economica dei territori urbanizzati e non urbanizzati2. La grande frattura
europea tra lest e lovest del continente, che ha segnato durevolmente il dopoguerra, si
ora sanata, determinando grandi trasformazioni: progressiva diminuzione della classe
operaia e disindustrializzazione dei territori, aggravamento delle disparit sociali e crisi dei
quartieri popolari, crescente immigrazione e invecchiamento della popolazione, persistente
espansione urbana e uso generalizzato dellautomobile.
Il mutamento radicale delle dinamiche di crescita della citt si tradotto in una crescita
sempre pi contenuta della stessa dal punto di vista demografico, anche se i processi di
urbanizzazione e di consumo di suolo non si sono arrestati (fig.1), mentre la
trasformazione della struttura economica produceva allinterno del tessuto edilizio
esistente vuoti urbani e forme di degrado fisico sempre pi estese. Lattenzione del
mercato immobiliare e della domanda insediativa punta ora verso la campagna (fig.2) in
cui si tenta di realizzare il desiderio individuale di un nuovo stile di vita (almeno nel modo
in cui la campagna si configura nellimmaginario collettivo, anche se sempre pi spesso
una campagna che ha tutti i connotati ed i servizi della citt). E in tale quadro che si
generato un fenomeno di generale e progressivo depotenziamento delle grandi aree
urbane metropolitane ed un parallelo sviluppo dei centri urbani di media e piccola
dimensione oltre che un persistente sviluppo della dispersione insediativa, ossia quel
fenomeno noto come Urban Sprawl 3.
Un recente studio pan-europeo4 ha mostrato come un continuo e rapido sviluppo
spaziale delle citt abbia portato, nellarco di un decennio, ad un consumo di territorio
pari a tre volte larea del Lussemburgo e localizzato principalmente in paesi o regioni ad
elevata densit di popolazione ed intensa attivit economica (Belgio, Paesi Bassi, regioni
meridionali ed occidentali della Germania, Italia settentrionale, regione di Parigi) o
caratterizzati/e da rapida crescita economica che abbiano beneficiato delle politiche e
delle sovvenzioni regionali dellUE (Irlanda, Portogallo, Germania orientale, regione di
Madrid)5. Laddove ci si trovati in presenza di politiche di pianificazione del territorio pi
attente alle logiche di mercato che non ad uno sviluppo urbano pi sostenibile, i fondi
strutturali e di coesione dellUE, destinati a sostenere lo sviluppo delle infrastrutture e
quindi il potenziamento dei collegamenti, favorendo la mobilit delle persone hanno infatti
1

Si evince dalle parole dellattuale Commissario Europeo per lambiente, Stavros Dimas, la triplice natura sociale, ambientale ed
economica della citt sostenibile
2
Formez, dossier Citt e sviluppo urbano, Centro di Competenza Politiche e strumenti per lo sviluppo locale, 2006
3
Sprawl urbano, letteralmante stravaccamento urbano, un termine di derivazione anglosassone che indica una rapida e disordinata
crescita di un'area metropolitana, fenomeno che nella maggioranza dei casi va affermandosi nelle zone periferiche, data la
connotazione di aree di recente espansione e sottoposte a continui mutamenti. Per indicare questo fenomeno in 'italiano si usa il
termine citt diffusa
4
EEA (2006), Urban sprawl in Europe. The ignored Challenge, report n.10/2006, European Environment Agency, Copenaghen
5
EEA (2006), La sovracrescita urbana in Europa, relazione n.04/2006, European Environment Agency, Copenaghen

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finito per accelerare il fenomeno di una sovracrescita urbana spesso disordinata. Si stima
che negli ultimi 50 anni lo spazio consumato per persona nelle citt europee sia pi che
raddoppiato e che, negli ultimi 20 anni, a fronte di un incremento della popolazione pari al
6% si sia registrato un aumento dellestensione delle aree edificate pari al 20% 6. Ci ha
portato ad una conseguente crescita nel settore del trasporto privato a scapito di quello
pubblico e ad un aumento previsto dei chilometri percorsi su strada nelle aree urbane pari
a circa il 40% tra il 1995 ed il 2030. Malgrado la crisi petrolifera in atto, inoltre, stato
stimato che il numero dei veicoli posseduti nei nuovi paesi della UE (UE-10) non abbia
ancora raggiunto lo stesso livello di quello dellUE-15, lasciando presagirne la futura
crescita ed il conseguente peggioramento della qualit della vita nelle aree urbane legata,
tra gli altri, a fattori quali inquinamento (fig.3) e congestione stradale 7.
Il fenomeno di urban sprawl, o di de-densificazione, ha avuto e continua ad avere
notevoli ripercussioni anche sul settore energetico relativamente allaumento dei consumi
procapite. Una ricerca condotta nel 1999 da P. Newman e J. Kenworthy (fig.4)
evidenziava gi allora come ad una maggiore densit urbana corrispondesse
generalmente un pi basso consumo energetico. Gi dieci anni fa, infatti, citt come
Tokyo, Vienna o Singapore (circa 100 abitanti/ha) presentavano un consumo procapite di
10-15 Mj a fronte dei 70-75 Mj procapite consumati da citt come Detroit o Houston (20-25
abitanti/ha). Diversi sono tuttavia i fattori di cui tener conto quando si parla di citt densa.
Se infatti notevoli possono essere i vantaggi derivanti da una forma urbana caratterizzata
da un alta densit, numerosi possono essere anche i problemi che tale modello tende a
generare. Da un lato plausibile ritenere che, ad esempio, essendo il trattamento dei rifiuti
solidi urbani e delle acque reflue legato alle diverse economie di scala, questo potr
risultare sicuramente facilitato laddove, in presenza di un bacino di utenza maggiore, si
abbia al contempo una diminuzione dei collegamenti e delle distanze percorse dai mezzi
preposti alla raccolta degli stessi, comportando ci un sicuro beneficio in termini ambientali
ed economici alla popolazione residente. Dallaltro lato possibile individuare i problemi
che tale tipo di sviluppo urbano pu generare in assenza di una accorta politica di
pianificazione e di sviluppo. Senza una adeguata implementazione del servizio di trasporto
pubblico, tanto per fare un esempio, il ricorso massivo alluso dellautomobile in un luogo
concentrato porta necessariamente ad un incremento della congestione veicolare ed al
conseguente aumento dei tassi di inquinamento atmosferico ed acustico. Una risposta
politica al problema incentrata, come spesso accade, sulla costruzione di nuove strade e
parcheggi comporta una ulteriore impermeabilizzazione dei suoli ed una conseguente
erosione degli spazi verdi, sostanziali cambiamenti della qualit dellaria e della
biodiversit, in conclusione un peggioramento della qualit della vita in questi luoghi. Si
evince da questi brevi esempi limportanza di perseguire adeguate politiche di sviluppo
urbano, mirate tanto a risolvere i problemi legati allespansione urbana ed allerosione
territoriale quanto a garantire la salvaguardia dellambiente ed un elevata qualit della vita,
evitando di dilapidare in maniera drammatica il capitale ecologico delle nostre citt.
Per rispondere a tali problemi, relativi alla citt contemporanea, LUnione Europea ha
stilato ed adottato man mano tutta una serie di testi ritenuti fondamentali, alcuni dei quali
sono stati elaborati dal Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio dEuropa 8, altri
dal Comitato dei Ministri del Consiglio dEuropa9, dallUnione Europea10,
6

EEA (2006), Urban sprawl in Europe. The ignored Challenge, report n.10/2006, European Environment Agency, Copenaghen
EEA (2006), La sovracrescita urbana in Europa, relazione n.04/2006, European Environment Agency, Copenaghen.
Si prevede che, se non si far nulla, la congestione stradale aumenter sensibilmente entro il 2010, e i costi che ne deriveranno
saliranno approssimativamente all1% del PIL dellUE.
8
Carta urbana europea riveduta (Relatore Carlos Alberto PINTO, adottata dal Congresso nel 2004, riveduta nel 2005)
Raccomandazione 188 (2006) sulla buona governance nelle aree metropolitane europee
9
Dichiarazione di Valencia su "La buona governance locale e regionale - la sfida europea" (Conferenza dei Ministri europei responsabili
delle collettivit locali e regionali, 2007)
10
Carta di Lipsia sulle citt europee sostenibili (2007)
Agenda territoriale dellUnione europea (2007)
7

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dallOrganizzazione delle Nazioni Unite11 o dalla societ civile e dalle associazioni di enti
territoriali12.
Lultimo di questi testi, in ordine cronologico, stato approvato ed adottato il 28 Maggio
2008 ed noto come Carta Urbana Europea II: Manifesto per una nuova urbanit 13.
Il documento aggiorna la prima Carta Urbana Europea, adottata nel 1992, e delinea un
insieme di principi e concetti comuni da rispettare, onde poter tracciare le prospettive di
una nuova forma di urbanit in grado di consentire alla citt europea contemporanea di
affrontare le sfide odierne poste delle nuove societ urbane, perseguendo il fine ultimo di
una nuova cultura di vita nella citt. Limmagine urbana che ne emerge quella di una
citt democratica e sostenibile, che vede mutati i propri elementi costituenti, le proprie
forme, il proprio rapporto con lambiente ed il Cittadino, visto finalmente come soggetto
responsabile ed informato, soggetto attivo nella gestione della cosa pubblica a livello
locale e non pi abitante passivo, capace finalmente di identificarsi nella citt in cui vive e
di recuperare, attraverso un nuovo slancio partecipativo, la crisi della propria
rappresentanza politica, espressa dallelevato tasso di astensionismo alle elezioni, dal
progressivo aumento di forme di estremismo e da una generalizzata diffidenza. Questo
cittadino nuovo, utilizzando le nuove tecnologie dell informazione e della comunicazione
(TIC) non come un semplice gadget tecnologico, ma come base di partenza per una
istituenda democrazia elettronica locale, diviene, nella Carta Urbana Europea II, lartefice
di un rinnovato modo di vivere la citt. Non sarebbe possibile, senza un reale
coinvolgimento del cittadino nel governo della cosa pubblica, mutare i rapporti che tale
soggetto instaura con lambiente in cui vive e che lo circonda. Non sarebbe possibile,
come invece viene indicato nel documento in oggetto, passare da una forma urbana
tentacolare e diffusa, portatrice di interessi individuali e caratterizzata da una
specializzazione funzionale degli spazi urbani14, ad una citt pi solidale, pi densa e
compatta, capace di ricomporre le profonde fratture sociali che dividono i nostri quartieri15
recuperando frange importanti di popolazione che continuano a subire gravi disparit
socio-territoriali. Una citt che richieda risorse minime per il proprio funzionamento e che
consenta agli abitanti di avere accesso, in prossimit delle proprie abitazioni, a tutti quei
servizi di cui il cittadino abbisogna, nonch servizi urbani e spazi di svago, zone
preservate e parchi naturali. Non sarebbe possibile, infine, senza una effettiva
responsabilizzazione del cittadino, rivedere il concetto di mobilit urbana ed investire
finalmente su un sistema di trasporto pi rispettoso dellambiente, che sia credibile
alternativa alluso dellautomobile, ossia investire su quell elemento fondamentale del
buon uso della citt e fattore discriminante in grado di preservarne la qualit della vita
nella propria intrinseca capacit di dar risposta a tutta quella serie di problemi cha vanno
dal crescente inquinamento atmosferico e sonoro, allinsicurezza sulle strade, alla
frammentazione degli spazi urbani, al danno arrecato ai nostri paesaggi urbani, etc. etc.
Ma se la Carta Urbana Europea II definisce in maniera programmatica le linee guida per
addivenire ad una urbanit pi sostenibile, da un punto di vista pi operativo alcune
municipalit hanno gi iniziato, da alcuni anni e sotto la spinta non troppo disinteressata di
11

Risoluzione S-25/2 Dichiarazione sulle citt e altri insediamenti umani in questo nuovo millennio (2001), Nazioni Unite
Risoluzione 21/3 sulle linee guida per il decentramento e il rafforzamento dei poteri locali (2007), UN-Habitat
12
Carta delle citt europee per uno sviluppo sostenibile, detta Carta di Aalborg (1994) e Impegni di Aalborg (2004)
13
Discussa e approvata dalla Camera dei poteri locali il 28 maggio 2008 e adottata dal Congresso il 29 maggio 2008, 3 seduta (vedi
doc. CPL(15)4RES, progetto di risoluzione presentata da C.A. Pinto (Portogallo, L, PPE/DC), relatore, e W. Borsus (Belgio, L, GILD) e
M. Constantin (Francia, L, SOC), co-relatori).
14
Ci si riferisce allala netta separazione spesso riscontrabile tra gli insediamenti commerciali, le zone residenziali, le aree dedicate allo
svago, le zone industriali ed artigianali, etc.),
15
Le profonde fratture sociali che dividono i nostri quartieri sono ancora aggravate dalle disparit ecologiche, poich le persone
maggiormente vulnerabili si concentrano nelle aree in cui la qualit ambientale pi degradata, provocando un cumulo drammatico di
diseguaglianze. Siamo particolarmente allarmati da questi processi di disparit spaziali, che si traducono in fenomeni di
imborghesimento di certe aree urbane, provocati dal forte rialzo dei prezzi fondiari nei nostri centri urbani, accompagnati dalla
parallela ghettizzazione delle aree periurbane, o dalla comparsa in certi luoghi di aree residenziali protette da sofisticati sistemi privati
di sicurezza, che favoriscono una segregazione territoriale e contribuiscono a disfare le nostre citt.,Carta Urbana Europea II, art. 65.

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eminenti architetti, a rivedere il proprio modello di sviluppo, tentando di arginare il


crescente fenomeno di sprawl mediante la proliferazione nei centri urbani di quella che,
riveduta e corretta, sembra tornare ad essere la panacea a tutti i mali, la tipologia edilizia
densa per eccellenza in grado di allocare il maggior numero di persone e servizi nella
porzione minima di suolo: il grattacielo, ossia ci che F.L. Wright defin un moderno
Golia di acciaio, che dopo aver mollato gli ormeggi ha vagabondato fino ad arrivare a
Tokyo, in Giappone16. Nei paragrafi precedenti stato possibile constatare come grandi
passi in avanti siano stati fatti dal 1930 ad oggi e come il grattacielo, dal punto di vista
tipologico e tecnologico, non sia certamente pi assimilabile a quello cui faceva riferimento
il maestro di Taliesin.
Occorre tuttavia interrogarsi su una questione: Un modello di sviluppo urbano fondato
sulla proliferazione del grattacielo contemporaneo congruente con la nuova forma urbis
prospettata dalla Carta Urbana Europea II?
Senza voler entrare, in questa sede, nel merito delle diverse posizioni culturali circa la
capacit del grattacielo di essere o meno energeticamente efficiente, senza voler indagare
la possibilit reale o fittizia del grattacielo di dar risposta ai problemi connessi al consumo
di suolo ed alla congestione veicolare, occorre tuttavia tener presente alcune questioni.
Si tende spesso, ultimamente, a promuovere il grattacielo quale strumento di
densificazione capace al contempo di liberare spazi pubblici da destinare a parchi, al fine
di migliorare la qualit della vita nelle aree urbane. Ci contrasta fortemente con quanto
espresso nella Carta Urbana Europea II, la quale prefigura si una citt densa ma anche
compatta. Compattare, in questo caso, significherebbe necessariamente realizzare una
selva di grattacieli rinunciando non solo ai parchi ma anche a tutta una serie di servizi
pubblici che invece la Carta Urbana Europea II localizza in prossimit delle abitazioni.
Negli ultimi anni, non a caso, in citt come Londra, Tokyo e Dubay si sono moltiplicate le
commesse per costruire grattacieli residenziali di lusso, boutiques costose ed uffici
aziendali ma raramente si sono materializzati progetti caratterizzati da un elevato valore
sociale. Gli alloggi pubblici, le scuole, gli ospedali e le infrastrutture pubbliche non sono
state previste17. E possibile quindi affermare con certezza, sulla base dei dati in nostro
possesso e di quanto espresso nella Carta Europea sullurbanit sostenibile, che
perseguire un modello di sviluppo urbano caratterizzato dalla proliferazione del
grattacielo non contribuisce certamente ne al processo di densificazione ne tantomeno al
processo di compattazione urbana.
In tal caso si perverrebbe quindi non solo ad una forma urbana non rispondente al
principio di sostenibilit energetica ed ambientale espresso nel documento in esame, ma
ancora caratterizzata da quella specializzazione funzionale degli spazi urbani che viene
rigettata dal manifesto per la nuova urbanit, la quale comporterebbe con tutta probabilit
unulteriore amplificazione della differenziazione e della settorializzazione tra le diverse
aree urbane (es. terziario vs residenza) nonch lacuirsi delle disparit sociali ed
economiche tra i soggetti che saranno in grado di accedere ai lussuosi alloggi realizzati
nei grattacieli o in prossimit degli stessi e coloro che, al contrario, ne saranno sempre pi
allontanati, estromessi dalla vita cittadina ed agli occhi dei quali, in lontananza, i moderni
idoli del potere rimarranno sempre a monito della loro condizione. Riguardo, poi, alla
rispondenza al principio di solidariet ed al perseguimento delleliminazione delle
discriminazioni sociali, ci basti rileggere le parole di J. Rykvert che nel 2003 scriveva: E'
vero, certi modi di costruire gli edifici favoriscono la criminalit. L' architettura che consente
alle persone di stare per strada e di incontrarsi, di avere tanti luoghi pubblici a
disposizione, quella che mette in condizione chi abita di potersi affacciare e di guardare
ci che accade di fronte, un naturale ostacolo ai fenomeni criminali. Le periferie dove
16
17

F.L.Wright, Modern architecture , conferenze tenute allUniversit di Princeton, 1930


Nicolai Ouroussoff, It was fun till the money ran out, New York Times, New York, 19 Dicembre 2008

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svettano anonime torri, dove gli spazi pubblici sono inesistenti oppure manomessi e
degradati, quelle periferie, insieme alla marginalit sociale, sono accusate di essere esse
stesse causa di teppismo e di violenza18. Ne Il Pianeta degli slum Mike Davis fa notare
come a Pechino gli abitanti delle torri lamentano la perdita del senso di comunit
segnalando il drastico declino nelle visite sociali, nei rapporti con i vicini e nella frequenza
dei giochi dei bambini, oltre che una crescita dellisolamento e della solitudine,
analogamente a quanto avviene a Bangkok dove addirittura, secondo un indagine di due
ricercatori europei, i poveri preferiscono attivamente i loro vecchi slum alle nuove torri
residenziali19. Lurbanista e filosofo Paul Virilio, a conferma di quanto sopra, sostiene che
Il tasso di rotazione, ossia il tempo di permanenza in unabitazione di quattro o cinque
anninei grandi complessi abitativi la rotazione di due anniImpossibile creare legami
con i vicini. Da qui la diffidenza permanente, il senso di insicurezza 20, in altre parole la
riduzione della socializzazione.
Ma la Carta Urbana Europea II esprime anche un altro concetto, di particolare importanza,
legato allidentit propria della citt, alla sua peculiarit, alle diversit esistenti sia tra le
varie citt europee sia tra le varie parti della citt stessa, concependo lidentit propria di
una citt come elemento di apertura verso le altre. A tal proposito Leon Krier, guru
dellarchitettura del principe Carlo dInghilterra, denuncia inoltre la necessit di considerare
il rapporto diretto tra densit edilizia e rete viaria, tra grattacielo e rete urbana: Impiantare
grattacieli in una rete urbana concepita per un tessuto edilizio di due o tre piani
irresponsabile. E come inviare una carica elettrica ad alta tensione in una rete di capacit
domestica. La Tirannia del grattacielo non tiene conto di tali differenze, di tali relazioni
con il contesto, essa si sviluppa laddove trova terreno fertile, non a caso non sono pi
gli Stati Uniti la patria delle costruzioni verticali, bens le nazioni asiatiche dove queste si
moltiplicano come simbolo di prestigio, ricchezza potere, competitivit, spesso sopra le
periferie degradate, le baraccopoli, milioni di miserabili21. Una frase rende il concetto
meglio di qualsiasi altro esempio: Il nostro progetto per la Bundle Tower potrebbe
essere realizzato anche in unaltra localit del mondo; esso si basa infatti sullo studio di
una nuova tipologia per grattacieli che risponda alle esigenze di alta densit metropolitana
e a certi criteri circa il comportamento della struttura portante, le connessioni interne e le
possibilit di uscita22. Se queste sono le incongruenze riscontrabili tra il concetto di
sostenibilit ambientale e sociale promosso dalla Carta Urbana Europea II ed il modello di
sviluppo High Rise, la recente crisi economica mondiale ha messo in luce anche
linsostenibilit economica di talune scelte. Laddove la bolla delledilizia speculativa
scoppiata ci si infatti trovati di fronte alla necessit di sospendere o, nei casi migliori
cancellare alcune opere, denunciando cos la reale natura di certi interventi, dettati non
tanto dal bisogno quanto dalla necessit di investimento da parte degli investitori. Cos a
Mosca, la Russian Land, promotrice di quello che avrebbe dovuto essere il grattacielo pi
alto dEuropa (612 mt.) ha congelato il cantiere, cos come a Londra, dove un anno fa le
proposte di costruzione di nuovi grattacieli che avrebbero cambiato lo skyline da Vauxhall
a Crosharbour erano pi di quaranta, ora ne vanno avanti solamente dieci. Nonostante
tutto, il dibattito, come vedremo nei paragrafi seguenti, tuttora aperto ma una cosa
possibile asserire con certezza: come osservava F. L. Wright, sullordito delle citt
che verranno intessuti la trama ed il disegno della democrazia che noi invochiamo23
Fig.1
18

J. Rykvert, La Repubblica del 06.09.2003


Mike Davis, Il pianeta degli slum, Feltrinelli Editore, Milano, 2006
Paul Virilio, Les damns de lexode, Le Nouvel Observateur, Parigi, 27 Novembre 2008
21
M. Botta, La Repubblica del 02.07.2003
22
Llui Viu Rebes, Detail 1/2 - 2003
23
F.L.Wright, Modern architecture , conferenze tenute allUniversit di Princeton, 1930
19

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Fig.2

Fig.3

Arch. Massimiliano Coni

Fig.4

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Italia

La pianificazione in atto prevede una


serie di investimenti sia in case private
sia pubbliche, in uffici, alberghi e negozi
di relativamente alta densit. Ora questo
non vuol dire necessariamente edifici alti.
A Barcellona o Roma, dove ci sono
palazzi di otto, nove piani, la densit
molto alta. Ma non ci sono grattacieli.
Non necessario costruire un grattacielo
24
di trenta piani per creare densit .
Richard Burdett

A partire dal 1990 circa, in Italia si registrato un accentuato fenomeno di trasferimento


delle popolazioni urbane residenti nei centri capoluogo di regione, o nei centri urbani di
recente importanza economica, verso piccoli comuni che gravitano nell'area peri-urbana o
in quella semi-rurale che circonda ancora la maggior parte di questi territori.
Dovunque si riscontrata una conurbazione metropolitana diffusa che ha rappresentato, e
rappresenta tuttora per le aree metropolitane italiane, una minaccia incombente sia per
lambiente paesaggio, in quanto a consumo di suolo, sia per le residue possibilit di
sviluppo sostenibile delle citt25. [] Basta guardare le suburbs di Milano, piuttosto che la
provincia di Torino con i loro capannoni e case di due o tre piani che anzich consolidare
la citt la frammentano in quel fenomeno conosciuto come sprawl urbano 26. Proprio per
rispondere a tale problema, e ad altri quali il contenimento dei consumi energetici, del
suolo e delle emissioni inquinanti legate al sistema di trasporto privato, alcune
amministrazioni hanno iniziato a muoversi nella direzione di uno sviluppo urbano basato
sulla massima concentrazione/sovrapposizione di attivit diverse quali residenze, uffici,
servizi, spazi polifunzionali. Tale strategia sembrata essere la migliore, e per alcuni
unica soluzione capace di contenere lo sviluppo incontrollato delle immense periferie delle
megalopoli, e pervenire alla nuova forma urbana, densa e compatta, delineata nel Maggio
scorso nella Carta Urbana Europea II. A Torino ci ha portato a rivedere il PRG di
Gregotti e Cagnardi (1995), che pur individuava alcune zone dove costruire in altezza
fissando un limite della stessa a 80 mt., e ad incrementare le altezze e le cubature relative
a diversi progetti. La torre di R. Piano per Intesa-San Paolo salita cos a 200 mt, la
nuova sede della Regione Piemonte, firmata da M. Fuksas, si erger per 190 mt. cos
come gli edifici che occuperanno larea ex-Alenia, progettati dallo studio Amati,
raggiungeranno quota 150 mt. La stessa Provincia vuole realizzare una nuova torre delle
telecomunicazioni di 220 mt. mentre nellarea di Settimo Torinese prevista la
riqualificazione di unarea di 810.000 mq. occupata in parte dallo stabilimento Pirelli
Gomme in cui si prevede la realizzazione di una citt completamente (sopra)elevata che
emerge da una laguna di parchi e giardini secondo il concept del progetto (fig.5).
Analogamente, a Milano si punta ad una svolta urbanistica27, parole del presidente del
Consiglio Provinciale R. Caputo, fondata sulla realizzazione di diversi grattacieli a fianco
dei quali far sorgere parchi cittadini con molto verde ed acqua, con buona pace del
24

Tratto da D. Alessandrini, Riciclicitt, Palombi Editori, Roma 2008


Enrico Falqui, Urban sprawl e criteri di sostenibilit dello sviluppo urbano, www.verdiananetwork.com
26
R. Burdett, Il Giornale dellArchitettura, n. 60, Marzo 2008
27
Tratto da P. Panza, Corriere della sera del 19.08.2003
25

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modello di citt compatta, capaci di dare alla citt un nuovo respiro internazionale. Una
sorta di Central Park alla milanese28 come li ha definiti lex sindaco G. Albertini, da
realizzare senza farci inibire da timori infondati o da un facile moralismo, ed anche a
costo di sacrificare edifici storici quali il vecchio carcere di S. Vittore. Nella centrale area
Garibaldi/Repubblica sorger il complesso della Citt della moda che, con i suoi grattacieli
tra i 130 ed i 210 mt segner il nuovo skyline cittadino mentre un grattacielo di 160 mt.,
costituito da un corpo bivalve a firma di Pei Cobb Freed & Partners, ospiter la nuove
sede della Regione Lombardia. Ma larea della vecchia fiera quella che pi rappresenta
la rinascita di Milano, larea candidata ad ospitare gli edifici pi alti, oggetto di una
trasformazione urbana conosciuta come Citylife29(fig.6), per la quale Arata Isozaki ha
disegnato un edificio modulare di 218 mt a cui si affiancano la torre per uffici di Zaha
Hadid (185 mt.) e quella residenziale di D. Libeskind (170 mt.). Sempre a Milano, tra gli
interventi residenziali in elevazione figurano le due torri alberate dello studio Boeri (108 e
78 mt) situate al margine dello storico quartiere Isola e la torre disegnata dallo studio
Archea in via Principe Eugenio (94 mt). Subito al di fuori della citt, nella campagna
urbanizzata di Rozzano, una torre di 200 mt. disegnata da 5+1AA far parte
dellespansione del complesso terziario di Milanofiori, mentre a Sesto San Giovanni le
case alte di R. Piano dovrebbero raggiungere i 90 mt. cos da portare Milano, nella
visione dellassessore allo sviluppo del territorio Carlo Masseroli, a 2.000.000 tondi di
abitanti rispetto agli attuali 1.300.000. Anche a Roma, dove lo sviluppo dei nuovi quartieri
residenziali rimasto legato, finora, alle tradizionali palazzine condominiali e, per la quota
pubblica, alle tipologie multipiano in linea, sorgeranno a breve una serie di edifici alti. Tra
le pi note, ed intorno alle quali si acceso il dibattito, le nuove torri del quadrante sud:
quelle per attivit alberghiere di R. Piano allEur, in sostituzione delle esistenti di Lugini,
per uffici di R. Rogers, per uffici e residenze di F. Purini e L. Thermes (fig.7), per
residenze e servizi di J. M. Schivo, mentre altre si ipotizzano nel progetto di
riqualificazione della vecchia zona fieristica sulla via C. Colombo ed in genere per le nuove
centralit previste dal nuovo PRG. In tali centralit, occorre dirlo, la ripartizione delle
funzioni stata effettuata nel modo seguente: 48% direzionale e servizi, 14% residenze 30,
13% funzioni universitarie, 11% funzioni commerciali e 15% per altre funzioni non
residenziali. Se poi, tra le centralit in corso ci si limita a considerare quelle promosse dai
privati, il mix funzionale risulta composto per il 29% dalle residenze, per il 37% dal
direzionale e per il restante 33% dal commerciale, dati certamente in contrasto con quanti
affermano che la densificazione in altezza serva a rispondere, nella salvaguardia del
suolo, alla crescente domanda abitativa31. E interessante rilevare, inoltre, come proprio
nelle centralit in cui si realizzeranno i primi edifici alti ci si affidi principalmente al sistema
di trasporto privato su gomma in attesa che, a breve, venga realizzata una linea tranviaria
che dovrebbe assicurare il collegamento tra la linea metro B con la centralit Eur
Castellaccio. Ma nel panorama italiano, non sono soltanto le grandi citt ad indirizzare il
proprio sviluppo verso ledificazione in altezza. A Jesolo, il primo passo verso questa
nuova direzione stato compiuto nel 2002, con lapprovazione della variante al PRG che
deriva i suoi principi dal masterplan di Kenzo Tange. Lo sviluppo verticale, sostenuto dal
piano dellarchitetto giapponese scomparso nel 2005, stato finora attuato attraverso
interventi di scambio pubblico-privato (a volta applicati come lormai superato PIRUEA)
che prevedono la riqualificazione di ampi spazi urbani. Tale strategia, favorita
dallamministrazione pubblica che vi vede unoccasione di marketing urbano e di rilancio
28

Tratto da L. Pastore, La Repubblica del 12.12.2003


Operazione immobiliare condotta, tra gli altri, dalla famiglia Ligresti, i fratelli Toti, Generali ed Allianz assicurazioni.
localizzate prevalentemente ai margini del GRA, nelle centralit Bufalotta, dove nel 2011 sar aperta la linea metropolitana B1, e
Alitalia-Magliana, in cui il trasporto pubblico sar garantito dal solo bus di collegamento con la stazione Muratella.
31
E interessante notare, di qui in poi, come le torri residenziali siano sempre sensibilmente pi basse, circa la met, rispetto a quelle
destinate ad attivit direzionali o di terziario.
29
30

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dellimmagine della citt, ha portato alla progettazione e realizzazione di diverse torri, il


cantiere pi avanzato delle quali risulta essere quello per la torre residenziale Aquileia,
alta 75 mt e progettata dagli architetti C. Ferrater e G. Carabajal. A firma di un team
diretto da V. Tronchin sar invece completato entro lanno il piano che prevede la
realizzazione della torre residenziale GH32 (50 mt. circa), mentre in piazza Drago in
esecuzione un intervento di 75 mt di altezza comprendente funzioni abitative e terziarie.
Alla luce di quanto emerso nella recente edizione di URBS33 occorre tuttavia osservare
come le politiche in atto al momento in campo europeo, miranti contemporaneamente allo
sviluppo urbano ed al contenimento del fenomeno di urban sprawl non tendano tanto alla
realizzazione di nuovi grattacieli, ai quali non si fatto neanche il minimo cenno, quanto al
recupero di aree dismesse e/o degradate, quindi ad una rifunzionalizzazione e ad una
riqualificazione delle stesse da realizzare mediante interventi di sostituzione urbana.
Eugenio Leanza34 ha fatto notare come sia insensato, sulla base dei dati ISTAT e
PROMETEIA, continuare a pensare a citt che continuino ad espandersi allinfinito.
Prendendo il caso italiano infatti possibile notare come, a partire dagli anni 70 ad oggi,
si sia verificato un vero e proprio crollo demografico35, a cui corrisposto un progressivo
aumento del numero dei decessi certamente non bilanciato neanche dal recente
fenomeno di immigrazione. Tenendo conto delle nuove nascite, dei decessi e del saldo
migratorio, si stima che in Italia laumento di popolazione nei prossimi cinquantanni sia
contenuto in un margine di circa 2.000.000 di nuovi residenti, un milione circa dei quali
sar localizzato nelle sole provincie di Milano (+561.893 ab.)36, Roma (+363.737 ab.) e
Torino (+ 10.448 ab.) 37. A fronte di quanto esposto, e sulla base dei contenuti della Carta
Urbana europea II, forse lecito chiedersi, dunque, a quale ipotetico fenomeno di
inurbamento si voglia dare risposta con la realizzazione dei nuovi grattacieli. Alberto
Statera38 ricordava, sulle pagine de La Repubblica, una antica astuzia venatoria praticata
dai cacciatori britannici: laringa rossa. Tale astuzia consisteva, durante una battuta di
caccia, nel gettare aringhe affumicate in luoghi strategici della riserva al fine di distrarre i
cani da caccia degli avversari. Dobbiamo quindi immaginare alcune argomentazioni a
difesa del grattacielo come a delle nuove aringhe rosse allitaliana? A riguardo, un noto
giornalista, Antonio Lubrano, avrebbe sicuramente detto: La domanda sorge spontanea!.

32

Curiosamente, con il termine GH (Growth hormone) si suole indicare l ormone della crescita, la somatotropina od ormone
somatotropo (STH). Una simpatica unallusione?
33
URBS 08, Rassegna internazionale sulle trasformazioni urbane, 3/4 Dicembre 2008, Roma
34
Eugenio Leanza, Responsabile progetto JESSICA-European Investment Bank (BEI)
35
Nel periodo in esame si stima una perdita su scala nazionale pari a 4.200.000 di persone/anno
36
Tale cifra contrasta fortemente con le aspettative dellassessore C. Masseroli che invece prevede un aumento pari a 700.000
nuovi residenti nella sola citt di Milano
37
ISTAT, Bilanci demografici annuali della popolazione residente per il periodo 2007/2050
38
Alberto Statera, La Repubblica, 26.11.2008

Arch. Massimiliano Coni

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Regno Unito

Ci sono grattacieli in Inghilterra, in


Austria, in Olanda, in Germania. Chi
parla, in questo caso, di scelte provinciali
sbaglia: provinciali sono queste critiche,
provinciale andare contro questa
tendenza.
39

D. Sudjic

Linizio del nuovo millennio ha segnato un rinnovato slancio nella progettazione di edifici
alti che ha visto un notevole sviluppo nelle politiche di espansione urbana delle citt inglesi
(fig.8,9,10),. Il ritorno della torre come immagine di rinnovamento e sviluppo urbano da
inscrivere nel contesto contemporaneo della citt europea ha portato le maggiori citt
inglesi ad intraprendere in questi anni, sullonda di uneconomia forte e di una bolla
immobiliare in espansione, una frenetica corsa verso il cielo. Malgrado lavversa posizione
dellerede al trono di Inghilterra, che gi nel 1984 aveva definito il progetto di ampliamento
della National Gallery in Trafalgar Square un mostruoso foruncolo sul volto di una
persona amata, e che a fine Gennaio 2008 si espresso contro i grattacieli, realizzati o in
programma, che a suo avviso oscurerebbero i tesori architettonici di Londra, lex sindaco
laburista Ken Livingstone ha perseguito, durante il suo mandato, una politica di sviluppo
urbano che ha incoraggiato un risanamento di Londra attraverso progetti di sviluppo
verticale, a significare il forte interesse che tale tipologia edilizia stimola nelle
amministrazioni pubbliche e nel settore privato. La punta di diamante tra gli interventi
suddetti la citt verticale o scheggia di vetro (fig.11), opera progettata da RPBW sul
sito delle demolende Southwark Towers a London Bridge. Alta 303 metri, 66 piani con
uffici e abitazioni per 8000 persone, possieder ogni comfort ultramoderno tranne il pi
agognato, quello ritenuto oggi pi indispensabile, il posteggio. Trovandosi sopra un
accumulo di stazioni, treni, metro e bus, i suoi fruitori avranno tutte le comodit di trasporto
pubblico e a quello saranno obbligati ad attenersi. Niente posti macchina, per nessuno,
quindi niente automobili, n per chi ci andr a lavorare n per chi ci abiter: all'attuale
supertraffico e superinquinamento, non se ne aggiunger altro e la nuova folla che
graviter sul centro di Londra dovr rassegnarsi ad appartenere alla casta dei massimi
paria, o dei pi postmoderni, quella dei pedoni40.
Nel borough di Southwark, invece, sono stati approvati i progetti per due torri ad uso misto
(23 e 42 piani) dello studio Wilkinson Eyre, e la Beetham Tower, disegnata da Ian
Simpson per un gruppo alberghiero con sede a Dubai (52 piani). E inoltre allo studio un
progetto di Lifschutz Davidson Sandisland per una torre di 42 piani su Doon Street, e si
dato il via ad un complesso di tre torri residenziali, firmate N. Foster nel borough di
Lambeth cos come su Leadenhall Street R. Rogers sta costruendo uno Skyscraper
vetrato a forma di cuneo ed alto 225 mt (48 piani).
Nellarea dei docks svettano le ecosostenibili Pan Peninsula Towers, due blocchi di
appartamenti di lusso (147 e 122 mt) a firma di SOM, mentre a Stratford una torre
curvilinea di 43 piani lapice di un vasto insediamento ad uso misto, opera dello studio
Stock Woolstencroft, che sorger nei pressi del sito delle olimpiadi del 2012. Nel sobborgo
39
40

D. Sudjic, Corriere della sera del 07.07.2004


N. Aspesi, La Repubblica del 24.07.2003

Arch. Massimiliano Coni

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di Ealing, infine, lo studio Foster and Partners ha progettato un edificio di 40 piani. Altre
citt inglesi seguono la capitale nelle sue politiche si sviluppo verticale, cosicch a Leeds
stato approvato il progetto per i Criterion Place, due torri di 47 e 29 piani per il centro della
citt, ed il progetto Lumiere, due torri ad uso misto (171 e 112 mt) che si candidano al
titolo di blocco residenziale pi alto dEuropa, evidenziando in tale visione ancora la
funzione iconica delledificio. Le torri Lumiere supereranno la Beetham Tower di
Manchester, pertanto, al fine di mantenere il primato suddetto, si gia proceduto a
progettare una nuova torre di 43 piani, la Albany Tower. Il consolidato modello low rise
sembra cedere dovunque il passo alla citt compatta, in risposta alle esigenze di
uneconomia dinamica e di una capitale in ascesa.
Maggio 2008. Lelezione del giovane conservatore Boris Johnson a nuovo sindaco di
Londra ha avuto notevoli ripercussioni nellambito della progettazione e della
pianificazione urbanistica della citt. Il problema dellemergenza abitativa viene ora
affrontato redigendo una nuova versione del London Plan in cui si punta pi al recupero ed
alla trasformazione in abitazioni degli immobili vuoti 41 che non ad una accentuata
verticalit. Un approccio pi tradizionale insomma, teso alla realizzazione di case formato
famiglia che siano, parole del nuovo sindaco, non solo funzionali ma anche belle, capaci
di esaltare le qualit della city anzich nasconderle. Ma pi del neo-sindaco ha potuto la
crisi economica tanto che dei 46 grandi progetti previsti a Londra ne sono ad oggi attivi
solamente 17. Stop quindi al grattacielo di 48 piani di Leadenhall Street progettato da
Richard Rogers secondo lo stile espressionista-strutturale che lo faceva somigliare a una
grattugia da formaggio e che infatti gli aveva meritato il nome di Cheesegrater, fermo
anche il Walkie-Talkie di Rafael Violy, 36 piani per 160 metri. Hanno rinunciato per
almeno un anno anche i costruttori di Arab Investments che volevano farsi notare con il
Pinnacle, una torre da 288 metri che avrebbe dominato il lato Sud della City 42. Nel
frattempo la Swiss RE cede il Gerkin (fig.12), la torre a forma di cetriolo griffato Foster, al
gruppo immobiliare tedesco IVG, pur mantenendone la propria sede allinterno ed
incassando circa 600 milioni di sterline.
Forse i costi di gestione erano troppo elevati? Forse si prevedeva limminente crisi
immobiliare? Di certo sappiamo che notevoli sono state le difficolt incontrate dalla
compagnia di ri-assicurazione ad attirare nuovi inquilini, tanto che ancora oggi, a distanza
di quasi cinque anni dalla apertura del grattacielo, il 10% degli oltre 46.000 metri quadrati
a disposizione rimane ancora da affittare, inutilizzato.
Anche in Irlanda le amministrazioni comunali avevano denunciato un rinnovato interesse
verso gli edifici alti tanto che a Dublino, nel Gennaio 2008, il consiglio municipale aveva
definito una nuova strategia per lo sviluppo della citt basata su una maggiore densit ed
una maggiore altezza degli edifici di cui, forse, la nuova torre degli U2 (fig.13) si poneva
come elemento pi rappresentativo. Ad oggi lopera ferma per mancanza di fondi,
solamente 200 milioni di euroTempi neri per Lord Foster, ed alla faccia del
provincialismo!

41
42

Si stima che gli immobili vuoti, nella capitale inglese, ammontino a circa 84.205.
Guido Santevecchi, Corriere della Sera, 23 Novembre 2008

Arch. Massimiliano Coni

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Bibliografia

Libri consultati:
2008, Diana Alessandrini, Riciclicitt, Palombi Editori, Roma
2006 Mike Davis, Il pianeta degli slum, Feltrinelli Editore, Milano
2006, Antonino Terranova, Scolpire i cieli, Officina Edizioni, Roma
2003, Erik Howeler, Grattacieli, Skyra Rizzoli Editori, Milano
1991, F.L.Wright, La citt vivente, Ed. Einaudi, Torino
1930. F.L.Wright, Modern architecture, Princeton

Documenti:
2008, Carta urbana europea II. Manifesto per una nuova urbanit,
Risoluzione 269, Nazioni Unite
2007, Carta di Lipsia sulle citt sostenibili
2006, Urban sprawl in Europe. The ignored Challenge, EEA Briefing 10/2006
2006, La sovracrescita urbana in Europa, EEA Briefing 04/2006
2006, Dossier citt e sviluppo urbano, Formez,
Programma di empowerment delle amministrazioni pubbliche del mezzogiorno.
2005, Accordo di Bristol
2001, Dichiarazione sulle citt e altri insediamenti umani in questo nuovo millennio,
Risoluzione S-25/2 Nazioni Unite
1994, Carta delle citt europee per uno sviluppo sostenibile detta Carta di Aalborg.

Articoli:
2008, Rossella Calabrese, Citt europee: Manifesto per una nuova urbanit,
www.edilportale.it
2008, Censis, Una citt pi sostenibile per scacciare paure reali o percepite,
www.censis.it
2008, Enrico Falqui, Urban sprawl e criteri di sostenibilit dello sviluppo urbano,
www.verdiananetwork.com
2008, Enrico Falqui, I costi dellurbanistica italiana,
www.verdiananetwork.com
2008, L. Imbasciati - C. Lucchi, Riqualificazione delle citt, il progetto Jessica for cities
www.intoscana.it
2008, Quale forma per Londra?, www.casaeclima.com
2008, Swiss Re vende il suo emblema londinese, www.swissinfo.ch
2008, G. Santevecchi, La recessione taglia i grattacieli, www.corriere .it
2008, G. M. Apuzzo, Grattacieli in crisi. Citt da ripensare,
www.metapolis.wordpress.com
2007, Rossella Calabrese, Mobilit urbana:Il libro verde della Commissione Europea,
www.edilportale.it
2006, Roberta Dragone, UE promuove strategia per migliorae lambiente urbano,
www.edilportale.it
2006, EEA, La sovracrescita urbana. La sfida ignorata dellEuropa,
Arch. Massimiliano Coni

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www.eea.europa.eu
2006, F. Della Puppa, Dalla Carta di Aalborg ad Urban. Costruire la qualit urbana,
Polis 126/2006

Giornali:
Il Magazine dellArchitettura, n. 17, Febbraio 2009
La Repubblica, 26.11.2008
Il Giornale dellArchitettura, n. 60, Marzo 2008
Il Magazine dellArchitettura, n. 7, Marzo 2008
La Repubblica, 16.09.2004
La Repubblica, 07.07.2004
La Repubblica, 05.07.2004
La Repubblica, 27.05.2004
La Repubblica, 26.05.2004
La Repubblica, 09.01.2004
La Repubblica, 05.01.2004
La Repubblica, 12.12.2003
Corriere della sera, 12.12.2003
La Repubblica, 06.09.2003
La Repubblica, 02.07.2003

Riviste:
The Plan n. 031, Dicembre 2008/Gennaio 2009
Detail 1/2, 2003

Conferenze:
URBS08, Rassegna internazionale sulle trasformazioni urbane, 3-4 Dicembre 2008, Roma

Arch. Massimiliano Coni

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