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inorganiche, usando la luce del sole, mentre i secondi mancando di questa capacit e
devono ottenere le risorse dallambiente. Si pensa che i primi organismi a comparire
sulla Terra fossero eterotrofi, con una piccola componente autotrofa. Protocellule
autotrofe capaci di convertire sostanze inorganiche in nutrienti avrebbero avuto un
formidabile vantaggio rispetto agli eterotrofi in aree dove i nutrienti scarseggiavano.
Levoluzione degli autotrofi ha reso necessaria lacquisizione di attivit enzimatiche
atte a catalizzare la reazione di trasformazione di sostanze inorganiche in organiche.
Gli organismi autotrofi si svilupparono grazie alla fotosintesi, ovvero la produzione di
composti organici da luce solare, anidride carbonica e acqua. Con lo sviluppo degli
organismi in grado di compiere la fotosintesi, ossia dei cianobatteri, lossigeno inizi
ad accumularsi prima nellacqua e poi nellatmosfera, che cambi da riducente ad
ossidante. Compariva, cos, un nuovo tipo di metabolismo, quello aerobico, in grado di
produrre una quantit di ATP circa 20 volte maggiore rispetto a quella prodotta dal
metabolismo anaerobico.
Circa 1,8 miliardi di anni fa fecero la loro comparsa sulla Terra gli eucarioti, la cui
complessit organizzativa molto pi grande rispetto a quella dei procarioti. La teoria
pi accreditata sulla loro formazione quella endosimbiotica che vede gli eucarioti
nati dalla simbiosi tra due cellule, una inglobata nellaltra. Mitocondri e cloroplasti, ad
esempio, si ipotizza derivassero proprio da batteri inglobati, in quando:
1. DNA di mitocondri e cloroplasti simile a quello batterico e diverso da quello
della cellula;
2. Mitocondri si dividono per scissione binaria;
3. Membrana interna dei mitocondri molto simile per composizione a quella dei
batteri;
4. I ribosomi dei mitocondri sono come quelli dei batteri;
5. I mitocondri degli eucarioti pi antichi assomigliano ai batteri primigeni.
Le cellule come singole entit, poi, sarebbero andate ad unirsi: la tendenza alla
pluricellularit particolarmente presente nei protisti flagellati come il volvox, che
costituisce colonie che si pensa sia lanello di congiunzione tra esseri unicellulari e
pluricellulari. Gli animali pi semplici, le spugne, sono organizzazioni di particolari
strutture, i coanociti, che ricordano i coanoflagellati, protisti che tendono a formare
colonie. Bench nella spugna le cellule non siano organizzate a formare un tessuto
vero e proprio, questi primi ammassi di cellule avrebbero goduto dei vantaggi della
pluricellularit, ovvero:
Stabilit strutturale;
Divisione compiti tra le diverse cellule.
420 milioni di anni fa i primi organismi approdarono sulla terraferma: si trattava di
organismi simili ai moderni millepiedi, dotati di una struttura esterna in grado di
proteggerli e si sostenergli.
La grande crescita del numero di organismi, ad un certo punto, ebbe un crollo: vi fu un
estinzione di massa. Periodicamente, facile osservare lestinzione simultanea di un
gran numero di organismi. La pi drammatica fra di queste avvenne circa 225 milioni
di anni fa, quando circa la met delle famiglie di invertebrati marini di acque poco
profonde a oltre il 90% delle specie marine si estinsero nellarco di pochi milioni di
anni: questa estinzione ricordata come lestinzione del Permiano. Lestinzione del
Cretaceo, 65 mln di anni fa, determin la scomparsa dei dinosauri, di invertebrati
marini e di piccoli rettili. Tra le numerose cause di queste estinzioni vi possono essere:
Le modificazioni dei continenti (ad esempio la formazione della Pangea), che
cambiano il corso delle correnti marine e quello delle masse daria
dellatmosfera;
Inversione campo magnetico terrestre;
Vulcanismo esteso;
Fluttuazioni climatiche (alternanza di periodi glaciali ed interglaciali con
conseguente forte squilibrio negli ecosistemi).
Si stima che ai giorni nostri vi siano circa 1,5 mln di specie diverse e che questo sia
solo il 10% di quelle esistenti sul nostro pianeta. La diversit, nonostante ben 5
estinzioni di massa, aumentata, determinando la diminuzione di specie ma
favorendo laumento di classi e phyla. Oggi, infatti, abbiamo circa 40 phyla, mente nel
cambiano ne avevamo solo 11.
Di questi tempi, secondo lo studioso Eldredge, si sta assistendo alla cosiddetta VI
estinzione di massa: ogni anno, infatti, spariscono circa lo 0,5% delle specie. Le cause
principali sono la distribuzione dei territori, lintroduzione di specie aliene, il
sovrasfruttamento e il riscaldamento globale.