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2. Il corpo di Cristo 165 stessa esistenza. Lo Spirito non solo strappa Puomo alla sua dimensione di prima, alla sua esistenza egoistica; egli lo apre anche a una nuova csistenza nella quale e dalla quale viene illuminato ¢ iaterpellato in modo nuovo. Lo Spirito apre l’uomo a Dio, al prossimo ¢ a se stesso, non solo nella sua esistenza etica, nella fede, spersnza, amore, cono- scenza e preghiera; epli penetra Vesistenza umans fin nelle sue poten: alita natural, fin nell’intimo delle sue forze spirituali ¢ fisiche. Egli illumina e rischiara Ia sua esistenza fin dentro alla sua natura; e cid in modo tale che, attraverso queste ‘forze’, Suvéisetg, ed ‘energie’, évep- ‘ritwara, che sono anche sempre prestazioni di un servizio, da vita stabilitd alla xouvia, alla ‘comunione’ che & sorta grazie allo Spirito, alla comunione év Xpwt6, vale a dire, per Paolo, alla comunione della comunita che @ il corpo di Cristo, la chiesa. 2. Il corpo di Cristo L'automanifestazione di Dio in Gesit Cristo dentro alla storia e allo scopo di aprire questa storia a Dio ¢ agli uomini termina — ed eccoci cosi a un nuove punto di vista — nell’edificazione del corpo di Cristo, nella liberazione del mondo per costituirlo in corpo di Cristo; termina nella chiesa. E questo in un duplice senso, che perd ha alla base, so- stanzialmente, un unico proceso. Questo rapporto tra Spirito e chiesa viene toccato in un testo tardivo della ‘Jettera ecclesiale’, in Ef. 2,14- 18, dove — verosimilmente nel contesto di un inno tramandato — si dice: «Egli (Gesti Cristo) & Ia nostra pace, colui che ha fatto dei due tun popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezz0, ciot 'inimicizia; annullando per mezzo della sua carne la legge fatta di prescrizioni ¢ di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo per mezzo della croce, distuggendo in se stesso V'ini- micizia. Egli @ venuto percid ad annunciare pace a voi che eravate lon- tani, ¢ pace a coloro che erano vicini. Per mezzo di lui infatti possiamo presentarci, gli uni c gli altri, al Padre in un solo Spirito» Senza entrare nei dettagli, prendiamo dalla serie delle affermazion? fatte in questo brano solo la seguente: Gest: Cristo, ‘nostra pace’, ha riunito tra loro e riconciliato con Dio in un sola corpo, mediante la crace, giudei e pagani, vale a dire i due diversi gruppi umani storico-salvifici, 166 VE. Lo Spirito ¢ Vevangelo ¢ quindi tutti gli uomini. Tutti egli ha preso ¢ portato sul suo corpo crocifisso; tutti egli ha preso su di sé sulla croce; tutti egli ha ricon- ciliato con Dio, mediante questo corpo della croce che ha svigorito totalmente i peccati. Ora questo corpo crocifisso di Cristo viene mani- festaro ¢ dichiarato come la ne generale e portante della ricon- ciliazione mediante lo Spitito, vale a dire come corpo di Cristo nel senso di chiesa. Lo Spirito manifesta quella dimensione salvifica aperta a tutti sli uomini nel corpo della croce dichiarandola dimensione permanente del corpo di Cristo nel senso della chiesa. Infatti, dopo che Paolo in que- sto testo ha patlato del corpo di Cristo sulla croce, egli prosegue, come abbiamo visto: «Per mezzo di lui possiamo presentarci, gli uni e gli altri (giudei e pagani), al Padre in un solo Spititon, nello Spicito santo. Ma chi & questo Spirito e in quale modo ci apre l'accesso al Pade? Di cid si parla nei versetti che seguono 19 ss.: & lo Spirito che edifica in xaxouentiiptev tod 9600, in ‘dimora di Dio’, in tempio santo nel Si: ‘gnore, che altrove nella lettera agli Efesini viene detto ‘corpo di Cristo’ Lo Spirito — si potrebbe dire anche — fa si che quella dimensione aperta nel corpo di Cristo sulla eroce, a Dio ¢ a tutti gli uomini, si pro unghie continui ad affermarsi nella storia, attraverso la dimensione da lui ereata nel corpo della chiesa. Questo dato di fatto va inteso in senso del tuwto concreto. Anzitutto, & if corpo di Cristo sulla ccoce lo spazio storico che ha aperto tutta Ja storia umana in sé a Dio e al prossimo. Qui, in questo corpo concreto, a questo punto della storia del mondo, si di I'uomo nella dimensione aperta a Dio ¢ al prossimo; in [ui Vesistenza sitrova la propria apertura assoluta. E questo ‘spazio storico’, che in senso accentuate & i} nostro spazio di vita, si mantiene aperto e si edifica nello Spirito santo, vale a dire nella forza di autoapertura di questo Gesit Cristo, Lo Spirito ci concede, ci garantisce questa dimensione di Cristo sulla tetra per tuti i tempi. Per questo & a partire da questo tale dimensione concrete, aperta dentro alla storia, la chiesa, 2 detta anch'essa ‘corpo di Cristo” La chiesa & il corpo crocifisso di Cristo rivelato in virtit dello Spirito santo dentro alla storia. Essa & la dimensione salvifica posta con il corpo della croce di Cristo, cosi come essa, in virtii dello Spirito santo, si manifesta e si mantiene aperta sulla terra. A partire da cid, Ia chiesa ha un carattere tutto diverso da qualsiasi altra societ’; a partice da cid, essa riceve il suo essere proprio dall'alto € non & afferrabile nella sua essenza in base a nessuna analogia sociologica. Di qui essa ha la propria universalita, unita, santita. Percid essa vers sempre essenzialmente 2. 1 corpo di Cristo it prima di ogni societa e di ogni singolo credente in Cristo, tanto & certo che questo corpo di Cristo — come dimensione salvifica del corpo cro- cilisso di Cristo apertaci mediante lo Spitico santo — viene realizzato proprio grazie a questo Spirito nella comuniza conereta dei credenti, cche in Cristo diventano suoi membri. Forse ci si pud esprimere anche cost: Criszo, lo Spirito ¢ Ja chiesa sono realtd essenaialmente inscindibili. Per sua natura lo Spisito mani- festa Cristo nella chiesa, poiché Cristo manifesta se stesso e Ja propria dimensione di crocifisso a quanti gli apparengono nella chiesa me- diante lo Spitito, La chiesa ® proprieta di Cristo in virti dello Spirito, il quale apre il suo corpo erocifisso alla realta di corpo mistico. Percid Paolo, ampliando una formula di fede della comunita primitiva, pod dire: «Un solo corpo, un solo Spirito» (Ef. 4,4). L’unico corpo di Cri- sto, la chiesa, & quel corpo che l'unico Spirito, lo Spirito santo, fa sor- gere dal corpo sulla croce. Cost Vunico Spirito, lo Spirito santo, sofia Ii dove Vunico corpo di Cristo sulla croce, da lui manifestato, & pre- sente nel corpo di Cristo che & la chiesa E in quale modo la chiesa & questo corpo di Cristo nella forza dello Spirito? In quanto essa — si pud tispondere con I’Apostolo —, me- diante la xsomvia 105 arylov nveiuatos (2Cor, 13,13), mediante Ja ‘«comunione che lo Spirito santo» crea, diventa corpo con molte mem- bra, corpo di coloro che sono in Cristo e che vivono in lui orientati gli uni agli altsi ¢ sostenendosi a vicenda. La chiesa, che & il corpo dello Spirito, che & il:corpo di Cristo, realizza, attualizea e manifesta se stes- sa in quanto tale nei sui membri grazie alla stessa forza dello Spirito. E lo Spirito che fa i che noi siamo # Xpiee®, ‘in Cristo’ e che ‘Ci in noi’, Xpovds by ‘uly, E lui che fa esistere i membri della chiesa in base alla potenza stessa di Cristo, Egl fa dei credenti e della comu: nit dei credenti una potenza viva, determinata e afferrata dal Cristo sin nel pit profondo della sua esistenza, Cosi Paolo pud dire: «In realrd noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spicito per formare un solo corpo» (I Cor. 12,13). Grazie all’a- zione dell’unico Spirito nel battesimo, si costituiscono le singole mem- bra nell’unico corpo di Cristo, si forma il Cristo come l'unico corpo che 8 la chiesa, Nel soffio dello Spirito la chiesa, proprietA di Cristo, emerge in quanto tale. Percid Ja chiesa pud essere derta anche, conformemente alla sua realta, proprieta dello Spirito e non solo proprietd del Cristo. Dice a questo riguardo 1 Cor. 3,16.: il tempio di Dio edificato dallo Spirito ¢ da fui animato & Ja comunita di coloro che lo Spirito si ri- 168 VI. Lo Spirito © Vevangelo serva come propria dimora. In essi quella dimensione, che ne! corpo della ctoce di Cristo si manifest® come dimensione di unita ¢ di ricon- ciliazione, & edificata e compiuta in dimensione concreta ncila chiesa come corpo di Cristo, vale a dire in coloro che, afferrati dallo Spirito ¢ da lui dotati intensamente di nuove capacita, vivono nella sovranit’ di Cristo e fanno concreta ¢ visibile esperienza di comunione reciproca. Quando, dunque, Paolo chiama la chiesa ‘corpo di Cristo’, egli non intende solo usare un'immagine, Per lui Pespressione si riferisce a una reale identita con il corpo della croce in quanto dimensione salvifica La chiesa & detia corpo di Cristo poiché essa & lo spazio salvifico del corpo della croce, del corpo cracifisso di Cristo, colui che @ risorto dai morti, aperto in virtt: dello Spitito vento. Ma lo Spirito — che & la forza di Dio che in Gesit Cristo si manifesta © apre a se stesso il mondo e I’esistenza umana, che é la potenza di Gesti Cristo che di al mondo e agli uomini la possibilita di aprirsi e di restare aperti —, nella sua azione 2 soltanto, secondo |’Apostolo, un anticipo, ¢ in quanto tale anche una garanzia, dell’Foxax, della ‘fine’ Egli costituisce i] modo concreto in cui Gest Cristo -— che instaura provvisoriamente [a realtA ultima nella storia, e cid in modo efficace, nella sua croce e risurtezione — ci viene incontro; vale a dire il modo in cui Yésyaxov in Gest Cristo provvisoriamente ma realmente ci viene incontro. Le ultime cose si sono verificate in Gest Cristo, nella sua ccroce e nel suo risuscitamente dai morti; geuzic allo Spirito ci & dato ora di incontrarle nella provvisorieta della storia. Egli ci apre allespe rienza dell’éoyarev che ha fatto irruzione nelia storia, dell’amore ob: bediente di Cristo come giustizia di Dio; e cid grazie alla sua forza vivi- ficante ¢ illuminante. Facendoci esperimentare questa realt’ ultima, lo Spirito ce la gatantisce anche come la realti estrema, ce la fa esperimen- tare come cid che & sempre al di la di ogni possibile esperienza e che diventa nostra esperienza grazie allo Spitito. Cosi lo Spirito @ detto da Paolo in questo contesto dxapyh, ‘primizia’. "Axapy & un termine tecnico del linguaggio sacrificale; esso si riferisce ai primi frutti, ad es. al prime raccolto di granaglie che viene offerto a Dio. Il termine & usato anche in senso ampio per indicare il meglio, oflerta prima, cui seguono altre offerte. Quando Paolo, in Rom. 8,23, parla di noi cri stiani come di coloro che «hanno ricevuto lo Spirito come primizia (4xaoyi), intende dire, in modo pregnante: abbiamo ricevuto il primo dono, lo Spirito; © questo & solo un anticipo del tutto, che verri in futuro, 2. Ul corpo di Cristo 169 Attendiamo un altro dono; ¢ questo primo dono ne & segno. Cid risulta chiaro dal contesto di Rov. 8,23, dove si dice che ‘aspettiamo Vadozione di figl’ e che ora ‘siamo salvati nella speranza’, nella speran- za vera di una realta futura. Lo Spitito che possediamo, come primizia delle ultime cose, apre la nostra vita alla speranza in questa realta ultima. Un altro termine, che esptime ancor pid chiaramente il riferi- mento alffayarev dello Spirito, ¢ che Paolo usa alternativamente ad acapxh, 0 anche al posto dello stesso Spirito, & éppaBby, ‘caparra’, una somma pagata in anticipo come parte di una somma totale da pa- gare alla fine; essa rende valido il contratto stipulato. & un anticipo, in base al quale il compratore s‘impegna nei confronti del venditore a una prestazione ulteriore, e viceversa. F cost Paolo afferma in riferimento allo Spirito: «Dio ci ha conferito lunzione [...] ¢ ci ha dato la caparra — Panticipo — dello Spizito nei nostri cuori» (2 Cor, 1,22), nel senso di «la caparra che & lo Spirito». Si pensa qui al battesimo, che comu nica lo Spirito. Lo Spirito & un anticipo da parte di Dio, una prima prestazione, con Ia quale Dio s’8 impegnsto a ‘pagare’ tutto il resto Ma qual @ la prestazione totale alla quale s'impegna Dio dandoci come anticipo Jo Spirito? In 2 Cor. 5,5 @ detio chiaramente: si trata della un, della ‘vita’ stessa. Paolo dice in questo passo che noi «sospi- riamo [...] perché cid che @ mortale venga assorbito dalla vita. E Dio che ci a fatti per questo e ci ha dato come caparra lo Spirito». Lo Spirito che abbiamo ricevuto rimanda all’€oxazov della vita semplice- mente ¢ lo gatantisce a colui che meus nesinarel, che ‘cammina’ vive ‘nello Spirito’, $i pud pensare anche a EJ. 1,135., dove si dice: «Nella fede avete ricevato il suggello dello Spirito che era stato pro- messo, il quale & caparra della nostea eredita, in attesa della completa redenzione di coloro che si & acquistaton, Nello Spirito 2 pagato un anticipo dell’eredita ed & aperta cosi la speranza certa del bene che ci ‘vert consegnato nel giorno della redenzione (E}. 4,30). Lo Spisito gid di per se stesso in rapporto con la vita, se teniamo presente che cosa dice Paolo a questo riguardo, indipendentemente dai cue motivi appena considerati. Se egli ora 996 vane tb mveluares wh xai cigtvn. Cid che lo Spirito pensa, cid su cui riflette e a cui mira ® Ja vita e Ja pace (Rom. 8,6). Lo Spirito in quanto tale vuole [a vita, poiché e nella misura in cui ora ci apre ad essa & egli stesso la vita (Rom, 8,10). Percid «Dio dara la vita anche 170 VI. Lo Spirito ¢ Vevengelo ai vostti corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voiv (Ror? 8,11). «Chi semina nello Spitito, dallo Spirito raccogliera vita eterna» (Gal, 6,8). Ta nveipiar Guonored (2 Cor. 3,6), «lo Spirito da vita». Si potrebbero citare altzi testi di Paolo a questo proposito. Ma fer miamoci qui. La forza per le quale Dio si automanifesta in Gesti Cristo € la forza dell'automanifestazione di Gesi: Cristo stesso & Jo Spirito. Egli come dimensione nuova aperta a noi, come nuova determinazione della nostra esistenza, dischiude anche la nostra chiusura esistenziale a Dio ¢ al prossimo, se ci affidiamo a Jui rella fede, nella speranza e nell’amore, nei catismi che opera in noi, con j quali libera i nostri doni naturali elevandoli a doni per I'edificazione del tutto. Nell’azione di questo Spirito, nel corpo di Cristo ¢ nella comunione con Cristo, ci viene sempre data quella realta provvisoria che ci sari poi data defin tivamente, la vita e l’eredita. Lo Spirito & la forza che crea la vita, ed & la forza che illumina, git ora durante Ja vita terrena, nelle modalita con cui viviamo i nostri carismi; e quindi alla fine quando icrompera Ia vita semplicemente. Nello Spirito la vita escatologica e la prospettiva escatologica sono gia in azione. 3. Levangelo Sorge ora la questione sul modo in cui lo Spitito ci dona questa espe- rienza. Lungo quale strada Dio si apre a noi e Ges Cristo si concede, mediante lo Spirit, alla nostra esperienza? La risposta a questo interrogativo & la seguente: anzitutto nella pa- rola; la parola @ Ia forma e la strada dello Spirito. Non solo a parola, ma anche i segni, le azioni simboliche, se cosi si possono definire in termini generali il battesimo ¢ la sua amministrazione o 1a celebrazione della cena del Signore. Ma questi segni non solo sono inseriti nella parola, non solo sono penetra dalla parola; essi si raccolgono ¢ si esprimono in ultima analisi e in maniera determinante in una unica parola. Questa parola, che & operante nello Spirito, 2 cid che Paolo chiama primariamente ‘Pevangelo’, la parola apostolica nel servizio apo- stolico. Questa parola apostolica nel servizio spostolico produce quin- di alice parole, non solo come sua continuazione — come nel caso delle parole dei discepoli apastolici — ma anche come ulteriore svi- luppo nella chiesa, ad es. nella forma dell’omologie 0 della Si6axch,

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