Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
2,
1
Il
frastuono
che
si
udiva
dalla
finestra
della
sua
camera
da
letto
era
cos
assordante,
che
tutti
i
tentativi
che
faceva
per
potere
finalmente
addormentarsi
risultavano
inutili,
prov
persino
con
infilarsi
dei
tappi
nelle
orecchie,
un
vecchio
rimasuglio
dell'attrezzatura
di
lavoro
di
suo
padre,
tipo
quelli
che
usano
chi
lavora
per
strada
con
i
martelli
pneumatici,
ma
nulla,
il
chiasso
che
proveniva
dalla
via
sottostante
e
le
urla
di
giovani
sbronzi,
sembravano
penetrare
tra
i
muri
sino
dentro
le
orecchie
di
Mario,
perforandole
come
un
coltello
nel
burro.
Tutta
colpa
di
quel
dannato
pub,
biascic
luomo
stizzito
a
mezza
voce,
maledetto
locale
e
maledetti
teppisti,
imprec
tra
s,
ma
perch
non
se
ne
vanno
a
casa
loro
a
fare
tutto
questo
casino,
inve
poi
sferrando
un
pugno
sul
cuscino
e
3,
2,
1,
si
mise
poi
a
contare
e
quindi
url
a
squarciagola
alle
quattro
mura
della
sua
camera:
maledetti
figli
di
puttana,
che
il
diavolo
vi
porti
all'inferno
tutti
quanti.
Il
pub
O'Conrad
era
una
birreria
che
distava
all'incirca
una
decina
di
metri
dalla
casa
di
Mario,
posta
su
una
strada
a
senso
unico,
sfociava
su
una
piazza
che
nelle
notti
di
fine
settimana,
si
trasformava
in
una
pista
di
rally
per
piloti
ubriachi
e
in
karaoke
sotto
le
stelle.
Mario
era
anche
un
tipo
che
nellordine
detestava;
la
birra,
la
musica
e
i
week-end
rumorosi,
non
sopportava
il
karaoke
e
le
corse
di
automobili
ed
essendo
pure
un
tipo
alquanto
nervoso,
nevrastenico
e
facile
all'ira,
non
aveva
neanche
uno
straccio
damico
con
cui
trascorrere
i
suoi
fine
settimana,
cos
costretto
in
casa,
si
rodeva
lesistenza
imprecando
contro
coloro
che
avevano
lunico
torto
di
divertirsi.
Tutto
ci
grazie
al
suo
caratteraccio,
perch
la
sua
compagna
prima
e
quei
rari
amici
poi,
si
erano
tutti
allontanarsi
da
lui
e
poi
con
quel
suo
mondo
di
contare
alla
rovescia
che
stava
sullo
stomaco
a
tutti,
chiss
che
cosa
voleva
dimostrare,
cos
un
giorno
qualcuno
glielo
chiese.
La
risposta
non
fu
per
niente
esauriente,
venne
fuori
una
cosa
del
tipo;
sai,
quando
arrivo
allo
zero,
vuole
dire
che
la
mia
pazienza
davvero
giunta
al
termine
e
allora
passo
all'azione
spieg,
ma
nessun
tipo
di
azione
sfoci
mai
dopo
quel
fatidico
conteggio,
al
contrario,
era
proprio
per
questo
che
tutti,
anche
chi
aveva
avuto
la
disgrazia
di
conoscerlo
appena,
lo
prendevano
in
giro,
scimmiottando
quel
suo
modo
buffo
di
contare
e
lui
ovviamente
si
alterava
ancora
di
pi,
ma
il
bello
stava
proprio
l,
farlo
incazzare.
Una
cosa
del
genere
avvenne
anche
con
Lisa
la
sua
ex
compagna.
Ecco
cosa
successe:
una
cosa
che
non
proprio
sopporto,
che
tu
mi
riprenda
sempre
anche
davanti
agli
altri,
url
un
giorno
la
ragazza
come
una
furia.
se
ti
riprendo,
solo
per
il
tuo
bene,
lo
sai
quanto
ci
tengo
che
tu
non
mi
faccia
fare
brutte
figure
rispose
Mario
cercando
invece
di
stare
calmo.
ah
s?
E
che
brutte
figure
ti
farei
fare
io,
dimmelo,
tuon
allora
la
donna
gi
agitata
di
suo,
il
suo
stato
si
alter
maggiormente,
quando
sent
la
risposta:se
proprio
lo
vuoi
sapere,
che
sei
di
una
ignoranza
senza
limiti,
ecco
cosa
sei
e
non
sai
mai
quando
tacere,
ma
si
pu
dico
io,
si
pu
che
nel
bel
mezzo
di
un
discorso,
tu
te
ne
venga
fuori
con,
sapete
anche
io
sono
una
cinofila,
ma
che
cazzo,
si
dice
cinefila
ignorante,
concluse
quasi
senza
prender
fiato
Mario.
Un
amaro
risolino
isterico
scheggi
allora
le
labbra
della
ragazza,
che
prontamente
rispose:ridi,
ridi
deficiente
che
non
sei
altro,
ma
continua
pure
cos,
tanto
oggi
hai
passato
davvero
il
limite,
eccome
se
lo
hai
passato
e
sai
cosa
faccio
adesso?
Neanche
concesse
a
Mario
il
tempo
di
una
risposta,
che
subito
aggiunse
sbraitando
con
tutto
il
fiato
aveva
nei
polmoni:-
me
ne
vado
(scandendo
bene
ogni
sillaba),
e
allora
vattene
se
ne
sei
capace,
accidenti
a
te,
tanto
so
che
non
ne
hai
il
coraggio,
gli
url
luomo
di
rimando.
Ci
vollero
invece
meno
di
una
decina
di
minuti
alla
ragazza
per
prendere
le
sue
poche
cose,
infilarle
in
fretta
in
un
trolley
e
avviarsi
verso
l'uscita,
quando
ecco
che
invece
un
Mario
alquanto
adirato,
si
piazz
davanti
l'uscio
deciso
a
non
farla
andare
via:togliti
di
mezzo
e
fammi
passare,
coglione,
gli
intim
Lisa,
e
no,
tu
non
vai
proprio
da
nessuna
parte,
anzi
adesso
te
ne
torni
in
camera
e
da
brava
disfi
la
valigia,
gli
ordin
invece
con
fare
imperioso
l'uomo,
perch
senn
che
mi
fai,
lo
sfid
Lisa,
3,
2,
1
-
conteggi
allora
Mario,
ma
allo
scadere
del
countdown,
tutto
rimase
esattamente
com'era:
allora?
Sbuff
spazientita
la
ragazza;
...3...2...1...
-
ripet
con
pi
calma
ancora
volta
luomo,
ma
vai
a
fare
in
culo,
va'
,
gli
url
sul
grugno
Lisa
spostandolo
in
malo
modo
tanto
da
potere
passare
e
sbattendo
con
gran
fragore
la
porta,
e
in
quel
modo
ne
and
per
sempre.
Strano
tipo
Mario
davvero
anche
quando
si
arrabbiava
con
i
suoi
colleghi,
faceva
solo
un
gran
casino,
molto
imprecare,
tanti
pugni
sui
tavoli,
a
volte
giungeva
persino
a
prendersi
a
schiaffi
fino
a
sfociare
in
quel
famigerato
3,
2,
1,
cui
non
credeva
pi
nessuno
e
forse
nemmeno
pi
lui.
Anche
con
il
suo
capo
faceva
lo
stesso,
che
per
un
po
riusciva
a
sopportarlo,
ma
alla
fine
anche
lui
sbottava,
cos
tra
i
due
volavano
spesso
parole
grosse
e
a
volte
anche
qualche
suppellettile,
ma
alla
fine
era
solo
Mario
che
scendeva
sempre
a
pi
miti
consigli.
Quel
3,
2,
1,
ben
presto
lo
port
anche
a
perdere
il
suo
posto
di
lavoro,
soprattutto
anche
per
via
di
quella
sua
innata
presunzione,
che
lo
portava
a
pensare
che
nessuno
potesse
mai
fare
a
meno
di
lui.
Mario
era
un
buon
impiegato
non
c'
che
dire;
sempre
puntuale
al
lavoro,
ligio
ai
suoi
doveri,
puntiglioso
all'inverosimile
e
dannatamente
abitudinario.
Per
una
migliore
comprensione
dei
fatti,
sar
meglio
per
chiamare
le
sue
consuetudini
con
loro
vero
nome
e
cio
manie,
che
senza
dubbio
un
aggettivo
pi
consono;
come
quella
di
arrivare
al
lavoro
sempre
prima
delle
otto
la
mattina
e
precisamente
alle
sette
e
quarantacinque,
sapendo
benissimo
che
gli
uffici
non
aprivano
mai
prima
di
quelora,
cos
Mario
se
ne
restava
ad
aspettare
fuori,
troppo
taccagno
per
fare
colazione
al
bar,
si
piazzava
nell'atrio
del
portone
ad
aspettare,
e
che
fuori
piovesse,
nevicasse,
facesse
freddo
o
un
caldo
infernale,
lui
era
sempre
l,
stoico,
e
mai
un
giorno
di
assenza,
mai
una
malattia
e
quando
la
solerte
segretaria
che
apriva
gli
uffici,
aveva
la
disgrazia
di
arrivare
in
ritardo,
apriti
o
cielo!
Sembrava
lavesse
lasciato
all'addiaccio
tutta
la
notte.
Angela
la
segretaria,
si
era
(volente
o
nolente),
assuefatta
alle
sue
sfuriate
quasi
quotidiane
tanto
che
quel
3,
2,
1
di
Mario
le
entrava
da
un
orecchio
e
le
usciva
dall'altro,
senza
fare
troppi
danni.
Un
brutto
giorno
per
in
cui
Mario
si
alz
col
piede
sbagliato,
avvenne
aim,
lirreparabile.
Svegliatosi
tardi
a
causa
della
sua
fidata
sveglia
che
per
qualche
malvagio
sortilegio
non
aveva
suonato
all'ora
stabilita,
Mario
per
recuperare
tempo
prezioso,
non
face
come
di
consueto
colazione,
tanto
vero
che
sia
il
bricco
col
latte
lasciato
come
di
prassi
la
sera
prima
sul
fornello,
sia
le
fette
biscottate
pronte
per
essere
imburrate
e
spalmate
di
marmellata,
rimasero
tristemente
sul
tavolo
a
contemplare
le
smanie
di
un
uomo
gi
alterato
di
prima
mattina.
Per
non
parlare
che
mentre
usc
di
corsa
da
casa
sua
per
precipitarsi
a
prendere
l'autobus,
accidentalmente
si
scontr
con
un
energumeno
e
che
per
poco
non
gli
fece
perdere
l'equilibro,
Mario
neanche
tent
di
scusarsi,
anzi
un'imprecazione
gli
usc
a
mezza
bocca
purtroppo
per
lui
abbastanza
forte
perch
il
bestione
la
percepisse,
Mario
non
ebbe
neppure
il
tempo
di
mettere
piede
sul
primo
gradino
del
bus,
che
si
sent
afferrare
per
il
bavero
della
giacca
e
strattonare
in
malo
modo.
Risultato,
il
bus
part
e
il
poveretto
rimase
nelle
grinfie
ben
poco
rassicuranti
del
bruto
in
questione.
Ne
nacque
un
alterco,
dove
solo
il
povero
Mario
ovviamente
ebbe
la
peggio,
ma
il
peggio
del
peggio
giunse
quando
incominci
il
suo
noto
conto
alla
rovescia,
3,
2,1,
il
meschinetto
non
arriv
neanche
a
finire
la
frase,
che
un
manrovescio
ben
dato
lo
fece
stramazzare
per
terra
ansimante,
quindi
ben
conscio
di
quello
che
gli
sarebbe
capitato
se
solo
si
fosse
rialzato,
pens
bene
di
rimanere
a
terra,
almeno
fino
a
quando
l'energumeno
soddisfatto
del
suo
operato
non
si
fosse
allontanato
a
sufficenza.
L'omaccione
infatti,
dopo
un
po
si
allontan,
Mario
da
terra
lo
seguiva
con
la
coda
dell'occhio
aspettando
ancora
un
poco
prima
di
decidersi
di
alzarsi
in
piedi.
L'energumeno
per
arrivato
a
met
strada
ebbe
un
ripensamento,
si
ferm
e
tornando
indietro
imprecando
come
un
ossesso,
pens
che
la
lezione
al
povero
Mario
non
fosse
bastata,
quindi
volle
continuare
ci
che
a
parer
suo
non
aveva
ancora
finito.
Ci
volle
l'intervento
dello
Spirito
Santo
e
di
alcuni
carabinieri
che
passavano
di
l
per
caso
a
fermare
quello
che
sarebbe
diventato
da
l
a
poco
un
massacro.
A
quel
punto
per
una
persona
dotata
di
un
minimo
di
buon
senso,
la
cosa
pi
logica
da
fare
sarebbe
stata
quella
di
tornarsene
a
casa
e
chiudersi
per
il
resto
della
giornata
e
quindi,
telefonare
in
ufficio
con
una
scusa,
ecco
cosa
farebbe
una
persona
di
buon
senso,
appunto.
Sono
in
ritardo
imprec
tra
s
Mario:
-
sono
maledettamente
in
ritardo
-
cominciando
a
pure
bestemmiare.
Imprecando
e
bestemmiando
ad
alta
voce
a
ritmo
sostenuto,
arriv
quasi
senza
accorgersene
davanti
al
famigerato
portone,
Angela
era
gi
l
che
trafficava
per
aprire
il
portone
e
indaffarata
comera,
si
accorse
del
sopraggiungere
di
Mario,
solo
perch
lo
sent
imprecare.
A
luomo
sembr
invece
di
non
accorgersi
della
presenza
di
Angela,
intenta
comera
ad
armeggiare
col
portone,
infatti
la
scart
e
continuando
nella
sua
omelia
sal
a
tre
a
tre
gli
scalini
della
piccola
rampa
ed
entr
nell'ufficio,
come
un
cowboy
irrompe
in
un
saloon.
Ufficio
contabile
Rossi
&
C.
riportava
la
targhetta
di
metallo
fissata
alla
bene
e
meglio
sulla
porta
in
finto
legno
sempre
aperta,
anche
perch
il
campanello
non
suonava,
aveva
smesso
di
funzionare
da
anni,
da
quando
il
vecchio
segretario
se
and
in
pensione.
Arnoldo,
infatti
era
il
segretario-factotum
dell'ufficio,
colui
che
riparava
tutti
i
danni;
dallo
scarico
del
bagno
intasato,
fino
a
cambiare
una
lampadina,
era
anche
colui
che
andava
a
comprare
le
sigarette
al
capo
e
quello
che
si
ricordava
i
compleanni
di
tutti
i
dipendenti
ed
ovviamente
era
colui
che
riparava
il
campanello.
Dopo
anni
di
onorata
carriera,
Arnoldo
dovette
cedere
le
armi
per
raggiunti
limiti
di
et,
lasciando
cos
il
suo
posto
al
genero
del
capo,
un
giovanotto
male
in
arnese,
cui
non
avresti
dato
un
euro
e
cui
interessavano
solo
le
auto
e
il
calcio.
Per
farla
breve
costui
e
Mario
ebbero
(tanto
per
cambiare)
un
diverbio,
perch
questultimo,
con
quel
suo
continuo
borbottare
tra
s,
non
si
sa
mai
con
chi
stava
parlando.
Cos
i
due
per
un
nulla,
vennero
quasi
alle
mani
e
tocc
alla
povera
Angela,
dopo
avere
vinto
il
suo
tira
e
molla
col
portone,
farsi
arbitro
di
quella
disputa.
La
diatriba
si
fece
nello
stesso
tempo
sempre
pi
concitata,
Mario
col
suo
inutile
conto
alla
rovescia,
attir
spettatori;
le
segretarie
giunsero
per
prime,
poi
anche
certi
inquilini
che
richiamati
da
quel
vociare
fuori
dal
comune,
uscirono
dai
loro
appartamenti
per
godersi
lo
spettacolo,
fino
a
che
anche
il
capo
arcistufo
di
Mario
e
dei
suoi
comportamenti,
usc
allo
sbottando:
-
adesso
mi
hai
proprio
rotto
i
coglioni,
hai
superato
ogni
limite
umano,
veramente
ora
basta.
Bernardo
Rossi
era
il
titolare,
lo
avresti
detto
un
personaggio
calmo
e
gentile,
un
capoufficio
come
molti
sognerebbero
di
avere,
sempre
disponibile
e
tollerante;
ma,
come
recita
un
vecchio
adagio,
anche
i
santi
a
volte
perdono
la
pazienza
e
pare
proprio
che
anche
per
lui
fosse
giunto
quel
fatidico
momento.
Dal
canto
suo,
Mario
parve
invece
non
rendersi
conto
di
quello
che
sarebbe
successo
di
l
a
poco,
cos
tra
un'imprecazione
e
un
insulto,
sbott
ancora
nel
suo
ennesimo
e
celeberrimo
3,
2,
1
ma
allo
scadere
della
conta,
fu
il
capo
che
gli
url
con
quanto
fiato
avesse
nei
polmoni
e
scandendo
bene
tutte
le
sillabe:
-
sei
l-i-c-e-n-z-i-a-t-o,
quindi
volendo
essere
pi
chiaro,
lo
ripet
in
modo
pi
adatto:
-
licenziato
hai
capito,
grandissimo
idiota,
sei
licenziato,
3,
2,
1,
licenziato.
Brutta
cosa
essere
licenziato
il
Venerd,
cos
quando
Mario
giunse
finalmente
a
casa
ebbe
la
bella
idea
di
ubriacarsi,
ma
non
avendo
mai
toccato
una
goccia
di
alcool
in
tutta
la
sua
vita,
scart
quellipotesi,
pens
quindi
dingurgitare
delle
medicine
per
dormire
e
non
svegliarsi
pi,
ma
in
tutta
la
sua
vita
non
si
era
mai
ammalato
neanche
una
volta
e
quindi
niente
farmaci.
Si
guard
e
riguard
parecchio
allo
specchio
del
bagno,
per
concludere
di
avere
solo
fatto
solo
una
cosa
di
buono
in
tutta
la
sua
vita,
fallito.
Disteso
sul
letto
fissando
il
soffitto
immacolato,
cerc
di
capire
se
di
l
del
cielo,
ci
potesse
essere
unaltra
vita,
magari
migliore,
un
qualcosa
che
valesse
la
pena
darsi
da
fare,
cerc
persino
di
capire
le
ragioni
del
suo
eterno
fallimento,
del
perch
tutti
lo
evitavano,
della
sua
calvizie
incipiente
e
di
perch
fosse
stato
messo
al
mondo.
Improvvisamente
si
ricord
che
suo
padre
buonanima
gli
avesse
lasciato
in
eredit
un
fucile
da
caccia,
per
un
lungo
attimo
pens
davvero
di
usarlo
contro
se
stesso
se
avesse
saputo
dove
fosse,
quindi
fece
mente
locale
cercando
a
memoria
in
tutta
casa,
fino
a
che
vinto
dal
sonno,
tent
di
addormentarsi.
Tentativo
inutile,
perch
i
cani
del
vicino
cominciarono
tutto
un
tratto
ad
abbaiare
furiosamente
come
presi
da
un
raptus;
inutile
fu
nascondere
la
testa
sotto
il
cuscino,
quindi
con
uno
scatto
d'ira
salt
come
una
molla
seduto
sul
letto
e
cominci
a
urlare,
3,
2,
1,
poi
si
prese
il
volto
tra
le
mani
scoppi
in
un
pianto
a
dirotto.
Si
asciug
le
lacrime
col
bordo
del
lenzuolo,
quindi
si
alz
e
come
un
automa
si
diresse
in
dispensa,
gli
ci
vollero
solo
pochi
minuti
per
mettere
a
soqquadro
tutto
lo
sgabuzzino,
fino
a
che
ansimante
non
trov
in
un
vecchio
fodero
di
pelle
logoro
il
fucile
e
in
una
scatola
di
cartone
tutta
consunta,
le
cartucce.
Mario
non
si
chiese
neanche
se
la
doppietta
avesse
funzionato
o
no,
o
se
fosse
stato
capace
di
farla
sparare,
ebbe
solo
il
tempo
di
darle
un'occhiata
e
senza
neanche
ripulirla
dalla
polvere,
la
caric,
poi
richiudendo
le
canne
con
dentro
le
cartucce,
se
la
pose
rivolta
verso
il
viso:
-
3,
2,
1,
pochi
attimi
concitati
e
quella
fretta
di
suicidarsi,
anneg
invece
in
un
mare
di
lacrime:
-
neanche
sono
capace
ad
uccidermi,
singhiozz:
solo
una
cosa
sono
stato
capace
di
fare
in
tutta
la
mia
vita,
fallire.
II
Trascorse
cos
tutto
il
tempo
a
fissare
il
vuoto,
le
immagini
dei
suoi
fallimenti
si
susseguirono
come
in
un
film
che
si
ripeteva
senza
fine,
fino
a
che
esausto
non
decise
di
tentare
di
dormire
e
senza
neanche
guardare
l'orologio,
entr
in
bagno,
si
sciacqu
la
faccia,
si
lav
i
denti
senza
incrociare
pi
il
suo
sguardo
riflesso
nella
specchiera,
poi
si
ficc
sotto
le
coperte,
addormentandosi
quasi
subito.
III
Un
gran
vociare
lo
fece
sobbalzare
poco
dopo
sul
letto,
come
se
qualcuno
gli
avesse
urlato
da
due
passi
nelle
orecchie,
d'istinto
guard
la
sveglia
poggiata
sul
comodino,
le
quattro
di
mattina,
ma
per
i
giovani
che
uscivano
belli
ubriachi
dal
pub
O'Conrad,
sembrava
invece
mezzogiorno.
IV
Adesso
veramente
basta,
sussurr
stizzito
alzandosi
dal
letto,
in
mutande
e
incurante
di
tutto,
tir
su
la
persiana
della
finestra,
poi
spalancando
le
imposte,
cominci
a
inveire
contro
i
ragazzi
seduti
sul
ciglio
della
strada
e
che
avevano
cominciato
a
cantare
a
squarcia
gola.
Nessuno
di
loro
parve
davi
retta,
anzi
pi
Mario
gridava,
pi
quel
gruppetto
di
ragazzi
cantava
forte,
sino
a
che
uno
della
combriccola
accortosi
deluomo
in
mutande
al
balcone,
gli
url:
-
perch
invece
di
rompere
i
coglioni,
non
mandi
gi
quella
puttana
di
tua
sorella?
Una
fragorosa
risata,
per
un
attimo
interruppe
il
coretto,
dopo
di
che
anche
le
ragazze
della
cricca,
che
prima
si
erano
tenute
in
disparte,
cominciarono
a
sfottere
il
povero
Mario,
scimmiottandolo
e
sbeffeggiandolo
in
tutti
i
modi
e
pi
lui
si
arrabbiava,
pi
gli
altri
inveivano,
fino
a
che
il
pi
grosso
della
compagnia,
si
stacc
dal
gruppo
e
avvicinandosi
alla
finestra
di
Mario,
lo
sfid
a
scendere:
-
vieni
gi
se
sei
un
uomo,
vieni
gi
che
ti
faccio
un
culo
tanto,
dal
canto
suo
il
povero
Mario
non
pot
fare
altro
che
minacciare:
-
se
non
la
smettete
chiamo
la
polizia,
3,
2,
1,
avete
capito?
Qualcuno
dalla
strada,
scaglio
un
sasso
che
sbattendo
sul
vetro
della
finestra,
ne
mand
in
frantumi
i
vetri,
che
ferirono
Mario
alle
mani.
L'uomo
alla
vista
del
sangue
quasi
svenne,
mentre
da
sotto
una
valanga
dinsulti
e
di
risate,
lo
sommergevano
definitivamente.
Mario
allora
con
un
impeto
di
orgoglio
si
ritrasse
dallo
spavento,
ma
nel
tentativo
di
rialzarsi,
barcoll
e
scivol
cadendo
sopra
i
vetri
sparsi
per
la
stanza,
ferendosi
il
viso,
il
sangue
che
cominci
a
defluire
copiosamente
gli
offusc
per
un
attimo
la
vista
e
gli
annebbi
il
cervello,
poi
con
uno
sforzo
riusc
ad
alzarsi,
corse
quindi
in
dispensa,
impugn
il
fucile
che
aveva
lasciato
carico
e
si
avvicin
alla
finestra
con
la
doppietta
spianata.
Un
coro
di
fischi
per
lo
accolse
impietosamente
luomo,
col
sangue
che
gli
colava
sugli
occhi
e
il
bruciore
delle
ferite
aperte,
ebbe
la
forza
di
puntare
il
fucile
verso
quello
che
sembrava
il
pi
grosso,
poi
cominci:
-
3,
2,
1.
V.
Un
boato
scosse
la
tranquillit
della
notte,
poi
di
colpo
tutto
tacque:
-
stato
solo
un
sogno
ripet
Mario
rigirandosi
nel
lettos,
solo
un
brutto
sogno,
3,
2,
1,
adesso
per
dormi
Mario,
dormi.
Un
racconto
di
Roberto
Vassallo
1/05/2015