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Ciao, grazie per l'invito di scrivere qualcosa sulla Svezia!

Comunque a me scrivere non viene bene come a te... ho un po' il timore di dare un'impressione
sbagliata... Io quando scrivo per me dopo un paio di giorni rileggo e mi pento (a te ti capita?).
Quindi sei stato avvertito.

Allora... da dove cominciare? Sono qui da 7 anni e 4 mesi, e se ci sono stata così a lungo vuol dire
che in fondo non ci sto malissimo. Fra l'altro ho tanti amici, alcuni molto cari e questo di certo
aiuta. Sotto molti punti di vista, la vita è facile: ho un buon lavoro (ricercatrice in un'azienda
farmaceutica), ho un sacco di giorni di vacanze (35 all'anno più le feste comandate!),posso
permettermi di fare qualche bel viaggio ogni tanto; göteborg non è molto grande ma neanche
piccolissima, è una città abbastanza vivace e non è molto cara, per cui posso vivere in città e ad
esempio andare fuori a cena tutte le volte che voglio... Vabbè magari se hai una famiglia di questi
tempi uno ci sta più attento. Poi tutto funziona molto bene, ad es. gli uffici pubblici ormai sempre
più spesso offrono servizi online, un click e ti arriva il certificato a casa e cose così; i mezzi
pubblici sono perfetti, quindi io ad es.non ho la macchina, al massimo uso la bici. E poi qui è
abbastanza sicuro, la sera posso tornare a casa da sola a piedi anche molto tardi e non ho paura
(ma perché abito abbastanza in centro). Gli svedesi sono proprio delle brave persone, veramente.
Ci tengono molto all'ambiente e alla natura, sono gentili, la maggior parte di loro parla un inglese
decente e quando mi sforzo di parlare svedese mi dicono "ma come parli bene" anche se mentono
spudoratamente. Insomma, è un paese molto civile, di che mi lamento??

Ecco, in generale, trovo che qui ci sia un piattume che ormai mi ha stufata.
Tutti tendono a uniformarsi agli altri, è difficile che abbiano una personalità un po' di spicco, o
anche un po' di senso dell'umorismo. Non si parla mai di politica, o di cultura, sembrano
interessati solo alla natura e allo sport. L'altra volta una mia amica, parlando di una mostra che
avevo visto, mi ha chiesto "ma perché ci sei andata"? e io "in che senso?" e lei ha approfondito
dicendo che secondo lei uno va ad una mostra solo se ci è costretto. Lei quando va in una città
nuova l'unica cosa che visita è l'orto botanico, per il resto i monumenti, le chiese antiche ... non
gliene frega niente. Magari lei è un po' estrema, ma molti sono così. Certo parlare di politica
significa che si potrebbe discutere e litigare, e loro non amano i conflitti di nessun tipo. Da una
parte è bello che cerchino sempre il consenso e non siano aggressivi e conflittuali, ma dall'altra è
una palla.

Secondo me mediamente non sono affatto interessati alla politica. Il che mi sembra quasi
comprensibile visto che pagano delle tasse molto alte e hanno in cambio un welfare quasi unico in
Europa: sussidi alle famiglie, sanità gratis (ma non funziona granché bene), scuole e università
gratis, prestito studentesco che permette ad un diciottenne di vivere per conto suo (per la gioia di
mamma e papà, mica come in Italia), sussidi di disoccupazione e di malattia che sono tra i più
generosi in Europa, e via dicendo. Se hai una famiglia giovane questo è il paese ideale (pensaci!):
maternità di 1 anno e lo stipendio all'80%, il congedo parentale obbligatorio per il padre di almeno
6 mesi, l'asilo nido costa 100€ al mese, la possibilità di lavorare part-time per tutto il tempo che
vuoi, la possibilità di prenderti 5-6 settimane di vacanze tutte in una volta quando le scuole sono
chiuse. Sembra il paese della cuccagna no? Cioè gli svedesi hanno tutto quello di cui hanno
bisogno, non devono protestare o indignarsi per quasi niente. I politici qui si dimettono persino se
li scoprono a non aver messo in regola una cameriera. Cioè non c'è proprio niente di cui indignarsi
e incavolarsi.

Però è una noia: tutti fanno le stesse cose secondo schemi ben precisi, ad es. convivenza, figli,
corso di nuoto per il neonato, matrimonio (di solito secondo quest'ordine), acquisto della villetta
monofamiliare fuori città, viaggio in thailandia, eventuale separazione dopo un po' di anni. Se non
rientri un po' nella categoria dello svedese tipico ti considerano strano. Mi è capitato più di una
volta che quando ho conosciuto qualcuno questi mi abbiano quasi "intervistato" per capire a quale
categoria appartenessi:"dove abiti? quanto è grande il tuo appartamento? l'hai comprato o sei in
affitto? che lavoro fai? quanto guadagni (giuro! lo chiedono!)? sei fidanzata?".Naturalmente ci
sono le eccezioni, e anzi i pochi cari amici svedesi che ho sono diversi, anche perché naturalmente
uno cerca di circondarsi di persone più simili a sé.

Conoscere delle persone nuove è difficilissimo. In effetti ci sono molti stranieri qui, e quelli si
conoscono facilmente, ci sono un sacco di associazioni o club per incontrare altri fellow disadattati
non svedesi come me. Ma gli svedesi niente da fare. L'uomo svedese se non è ubriaco non ti
rivolge la parola, conversare di qualcosa di interessante al di fuori della triade "natura-sport-figli"
è un'impresa, non si riesce quasi mai (se non dopo mesi e mesi di tentativi a vuoto) a parlare di
cose personali, "flirtare" figuriamoci, non sanno cosa significhi. Ok questa è la prospettiva di
un'italiana single che si avvicina ai 40 anni. Ma ti assicuro che anche le non italiane, e persino le
svedesi spesso la pensano come me. In effetti qui l'internet dating ha un successo enorme, e
apparentemente funziona (io non mi sono ancora rassegnata all'idea!). La cavalleria che mi era
totalmente indifferente quando ero in Italia, qui quasi mi manca, perché le donne svedesi sono
femministe e si offendono se gli tieni la porta aperta. Quindi questi non ti offrono manco un caffé
per paura di offenderti e di prendersi una partaccia.

In effetti venire qui per me è stato un po' uno shock culturale. Prima di venire qui ero stata 2 anni
a Zurigo (e poi sono tornata a Napoli per un po' di mesi prima di ripartire per la Svezia), e lì è
vero facevo la studente, c'era un ambiente molto internazionale, era la prima volta che vivevo
fuori casa per conto mio... insomma, mi sembrava tutto bello e interessante. Gli svizzeri lo so,
sono insopportabili, razzisti e possibilmente più noiosi degli svedesi. Ma dal punto di vista della
"cultura", dello stile di vita, non mi sembrava di stare così lontana dall'Italia. In fondo la Svizzera
è al centro dell'Europa. Gli stili di vita non sono poi così diversi tra i paesi del centro-sud europa..
non credi? Certo c'è un po' di differenza tra Napoli e Milano, ma ad es. molto meno tra Roma e
Napoli ... non credi? Sicuramente non c'è troppa differenza tra Zurigo e Milano. Ma mo' che volevo
dire? Ah, quando sono arrivata qui, sono piombata in un altro mondo. Anche le cose banali come il
modo di vestirsi. H&M è lo stile di riferimento. A meno che non sei un adolescente che passa di
default nella fase punk/dark, tutti si vestono uguale. Sarà che ci sono solo 9 milioni abitanti in
tutta la Svezia?

La maggior parte dei negozi appartengono a delle catene, ci sono pochissimi negozi non in
franchise. Il franchise è il modello commerciale unico qui: palestre in franchise, negozi di
elettronica, di sport, di elettrodomestici... tutti appartengono alle catene. Quindi se ti compri un
maglione un po' funky stai sicuro che il tuo collega dell'ufficio affianco ce l'ha uguale. È come se in
Italia ci vestissimo tutti da Benetton. E poi tutti a tutte le età seguono la moda religiosamente. Se
si portano i calzettoni bianchi che escono dagli stivali, anche se sono un pugno nell'occhio stai
sicuro che li vedrai a tutti, dalla figlia alla nonna.
Ok, queste sono sciocchezze, lo ammetto, è solo un'indicazione della mia stanchezza...

La cosa più assurda però è il modo che hanno di bere fino a svenire tutti i fine settimana...
cammini per strada e vedi i ventenni e le ventenni che fanno la pipì per strada senza neanche
andarsene dietro all'albero, che a stento si reggono in piedi. Quando vado in un bar con i miei
amici, di sera tardi devo stare a difendermi dagli approcci degli ubriachi. Ti guardano strana se
non bevi quanto bevono loro. Se non bevi non ti diverti, a tutte le età. Tutto questo ovviamente è
permesso solo il venerdì e il sabato. Alcuni pensano che io abbia un problema con l'alcol perché a
volte bevo del vino a cena durante la settimana.

Poi gli svedesi sono troppo bene organizzati, pianificano tutto sempre... io non sono abituata. Se
vuoi prendere un caffè con un'amica svedese devi decidere la data con 3 mesi d'anticipo. Le
vacanze in Thailandia le prenotano con un anno di anticipo, e a settembre già prenotano la
settimana bianca, mentre a Natale prenotano le vacanze estive. Un po' uno stress. Puoi dedurre
cosa mi manca di Napoli... Mi manca la spontaneità, il casino... giuro, quando vado a Napoli e
vedo tutto il casino che c'è ho il sorriso stampato in faccia. Mi manca il baretto che fa il cineforum
e l'aperitivo dove ci vai con la tua amica e finisci a parlare con almeno 5 persone diverse e magari
finisci pure con lo scambiarti il numero di telefono. Mi manca il cameriere che fa il galletto, o il tipo
in motorino che ti fischia dietro. Mi manca l'imperfezione che regna a Napoli, perché anche qui c'è
l'imperfezione, ma è ben nascosta. Gli immigrati del medioriente o della ex-jugoslavia ci sono
anche qui, ma sono tutti nei ghetti di periferia, non hanno lavoro e fanno una vita abbastanza
schifosa, ma se vivi in centro non li vedi e non te ne accorgi. Il centro è tutto perfettino, a parte i
clochard perennemente ubriachi, vedi solo un McDonald ad ogni angolo di strada, un sacco di
negozi, e tutto è pulito e lindo. Ma a 20 minuti di tram ecco che ti ritrovi praticamente in Iran, e
sei l'unica donna senza velo.

A Napoli i vucumprà sono dappertutto, dietro la stazione adesso c'è un quartiere arabo, le ragazze
dell'est pure si incontrano alla stazione centrale, e poi le vedi in metropolitana o nella funicolare
che vanno dalle vecchiette che assistono. Non voglio dire che è meglio, ma almeno è reale. La
realtà della città, bella o brutta, è lì davanti a te, no? Poi mi piacciono i ritmi lenti di Napoli, la
gente che se la prende comoda, il pullman che non ha orari, alla fine fai amicizia con un sacco di
gente quando aspetti il 175. Vabbè poi parlo con mio fratello, che abita a Napoli in centro, e che
lotta con la maleducazione e spesso l'inciviltà e mi dice che vuole emigrare pure lui e non ce la fa
più. Quindi sicuramente ho una visione un po' romantica di Napoli.

Non so se ti ricordi Göteborg, è una città svedese tipica, se vai a Malmö o in qualche altra città più
piccola ti sembrano tutte uguali... non c'è molta storia, gli svedesi standardizzano tutto, quindi le
case in centro sono sempre simili... difficilmente c'è un quartiere tipico, persino i nomi delle vie e
dei quartieri sono gli stessi dappertutto. (Stoccolma è un'eccezione, perché è meravigliosa).
Così puoi capire che torno a Napoli e la trovo stupenda, i vicoletti, le piazze, i ragazzini che
giocano a calcio dappertutto, piazza San Domenico, la pizza ad ogni angolo di strada (il sole e il
mandolino...). Persino San Giorgio a Cremano (dove sono cresciuta) ha degli angoli storici e quasi
belli.
Eppure non so se ci tornerei. Ora come ora non ho voglia di tornare in Italia. Sono pochissimi i
posti dove potrei vivere in Italia, e uno sicuramente è Napoli, a condizione di avere un lavoro
interessante e gratificante come quello che faccio ora, il che è quasi impossibile.

In realtà io sono una napoletana atipica, perché i miei genitori sono siciliani emigrati prima a
Torino (dove io e i miei fratelli siamo nati) e poi a Napoli... (ok, a San Giorgio a Cremano per la
precisione). Molti dei miei parenti vivono in varie parti d'Italia (da Roma in su), e un mio cugino
anche lui chimico pure vive all'estero (a Strasburgo)... quindi non sento forte il senso delle
"radici"... mi piace l'idea di vivere in posti nuovi e conoscere persone nuove. Da stranieri si ha un
accesso privilegiato alle persone interessanti... Io ho il terrore di tornare in Italia e non riuscire a
farmi delle amicizie normali. Cioè forse per il fatto di essere all'estero mi devo sforzare di più e
accontentarmi di più, e così facendo conosco tante persone e alcuni di questi diventano poi dei
cari amici e delle persone importanti che in qualche modo faranno sempre parte della mia vita. E
poi essendo straniera le persone si incuriosiscono più facilmente... sembro "speciale", e magari
finiscono con l'intervistarmi, ma almeno ho avuto i miei 5 minuti di gloria. In Italia ripiomberei
nell'anonimato...

Forse è una paura irrazionale... Tornare a Napoli sarebbe difficile perché bisogna accettare il fatto
che devo rifarmi una vita quasi da zero, molti miei amici se ne sono andati, con molti altri non
sono più in contatto, altri è bellissimo vederli quando torno ma non necessariamente mi
basterebbero, cioè io ho sempre voglia di conoscere persone nuove e fare cose nuove altrimenti
mi annoio, come ora. Ecco in generale ho paura a tornare. Quando sono tornata da Zurigo, sono
stata 9 mesi, 6 dei quali ho vissuto in centro a Napoli... bello sperimentare la città in quel modo,
sempre in giro a piedi o in funicolare. Però tutto il resto è stato un mezzo incubo. Certo dovevo
riprendermi dai disastri dovuti ai 2 anni a Zurigo (separazione dal fidanzato storico dopo 8 anni),
sicuramente tornare nell'ambiente universitario italiano dove sembra che ti fanno sempre
l'elemosina non era facile, ma non ci sono riuscita a farmi delle nuove amicizie, e forse siccome
avevo deciso di andare via di nuovo non mi ci sono impegnata più di tanto... Alla fine sono
scappata molto volentieri.

Adesso penso che avrei dovuto essere più paziente. Andare via da soli (e in Svezia poi!) è uno
sconvolgimento della propria vita non indifferente. È bello e interessante e stimolante, però un po'
si paga in qualche modo, in termini di affetti e sentirsi radicati in un posto. Io qui ho casa mia, ma
me ne voglio andare. Mi dispiace lasciare tutte le belle persone che ho incontrato ma ho proprio
voglia di qualcosa di nuovo, anche dover ricominciare da sola in un'altra città fa paura ma è
stimolante... Adesso vado per un po' di mesi in Inghilterra, però in teoria dovrei ritornare. Chissà
qualche mese di pausa magari mi fa bene. Forse sentirò la mancanza della tranquillità svedese.
(Se vuoi fra qualche mese ti racconto dell'Inghilterra!)

Ecco un fiume di parole. Rileggendo sembra che ce l'ho a morte con la Svezia. In realtà sono solo
un po' stanca. Conosco altri italiani che stanno qui da tanti anni, e spesso fanno le stesse mie
critiche ma apprezzano gli aspetti positivi e alla fine accettano quelli negativi. In fondo è vero, il
paese perfetto non esiste. Se penso a certe cose dell'Italia nell'era di Berlusconi rabbrividisco.

Ma veramente vuoi mettere tutto questo nel blog? Secondo me dovrai tagliare un bel po' (ti
autorizzo.).

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