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La musica larte dei suoni i quali vengono graficamente indicati mediante le NOTE che sono
sette: DO RE MI FA SOL LA SI, nel sistema anglosassone sono A B C D E F G, dove A
corrisponde al nostro LA e G al SOL.1 Esse si pongono sul RIGO chiamato pentagramma.
Il Pentagramma
Il pentagramma e' composto da cinque righe orizzontali parallele. Su di esse, e negli spazi che le
separano, vengono scritte le note. Sul margine sinistro del pentagramma sono indicate la chiave, il
tempo e la tonalit. E' suddiviso in battute, o misure, spazi compresi tra due linee verticali.
Per le note esterne al pentagramma si usano dei Tagli Addizionali, che funzionano da righi.
Le chiavi
Le Chiavi sono segni che indicano come leggere le note sul pentagramma. La pi usata e' la chiave
di Sol o di Violino, che fissa la posizione del Sol sulla seconda riga. Da li' si pu determinare la
posizione delle altre note.
Nota Storica:La notazione italiana (do, re, mi, ecc.) nasce intorno all'anno mille con Guido d'Arezzo, che, come aiuto
mnemonico per le varie altezze della scala, suggerisce ai suoi cantori di usare la prima strofa dell'inno a San Giovanni
di Paolo Diacono, utilizzando la prima strofa di ciascun verso: UT queant laxis - REsonare fibris - MIra gestorum FAmuli tuorum - SOLve polluti - LAbii reatum - sancte johannes il Si sara' aggiunto piu' tardi, verso la fine del '400
dallo spagnolo Bartolomeo Ramos de Pareja. nel'600, infine, l'Ut (che in Francia e' ancora oggi usato), diventera' per
noi Do, ad opera di Giovan Battista Doni.
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Figure e pause
Per esprimere un qualsiasi pensiero musicale non basta produrre dei suoni di diversa altezza, ma
occorre stabilire la durata o valore, perci le note (i suoni) hanno diverse figurazioni cos come le
pause (i silenzi). Ogni FIGURA DI NOTA ha la sua corrispondente FIGURA DI PAUSA come
appare evidente dai seguenti prospetti:
Per aumentare il valore delle figure la grafia musicale dispone di due mezzi: il Punto e la Legatura.
La legatura
una linea curva che unisce due o pi note di suono eguale e ne fa un unico valore.
Il punto
Posto dopo una nota ne aumenta la durata della met del relativo valore.
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Tempi e misure
Il tempo indica il numero di movimenti (o accenti) contenuti all'interno di ogni battuta.
E', quindi, l'indicatore metrico-ritmico di un brano musicale. Viene espresso da una frazione posta
all'inizio del pentagramma, frazione che indica il contenuto, in termini di valore delle note, di ogni
battuta. Numeratore (numero di movimenti), denominatore (il valore di ciascun movimento).
Tutti i tempi si dividono in semplici e composti. I tempi che hanno suddivisione binaria sono detti
semplici. Quando agli accenti dei tempi semplici si aggiunge un punto di valore, la suddivisione da
binaria diventa ternaria (composti). Nel tempo semplice il numeratore indicato dalle cifre 2-3-45-7, nei tempi composti da 6-9-12-15-21. Tempi semplici e tempi composti hanno gli stessi accenti
metrici, la differenza sta nella suddivisione. Poi esistono i tempi misti che sono quelli risultanti
dallunione di due misure, una pari e una dispari. Es: 5/4 (3/4+2/4) 5/8 7/8 7/8
Tempi semplici pi usati
4/4 Quattro Quarti - (Indicato anche con , tempo comune) E' formato da quattro movimenti: uno in
battere (accento forte), uno in levare (accento debole), uno in battere e uno in levare, oppure due in
battere e due in levare
2/4 Due Quarti - E' formato da due movimenti: uno in battere e l'altro in levare.
3/4 Tre Quarti - E' formato da tre movimenti: uno in battere e due in levare.
3/8 Tre Ottavi - E' formato da tre movimenti.
Tempi composti pi usati
6/8 Sei Ottavi - E' formato da due movimenti, di tre ottavi ciascuno.
9/8 Nove Ottavi - E' formato da tre movimenti, di tre ottavi ciascuno.
12/8 Dodici Ottavi - E' formato da quattro movimenti, di tre ottavi ciascuno.
Note sovrabbondanti
Sono gruppi di note contrastanti con la normale suddivisione della misura. Le pi frequenti sono:
Terzina gruppo di 3 note da eseguirsi nel tempo di 2 di esse.
Sestina gruppo di 6 note da eseguirsi nel tempo di 4 di esse.
Esistono anche altri gruppi di note sovrabbondanti come di 5, 7, e 9. E gruppi di note in
diminuzione. Es: 2 note in 3
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Grado scala
La scala una successione di note che pu procedere in senso ascendente (in su) e discendente (in
gi). Le note che formano la scala vengono chiamate Gradi Congiunti (passaggio di note vicine) e
Gradi Disgiunti (salti di note).
Per classificare un intervallo basta enumerare, contando dal grave allacuto, i gradi congiunti
compresi fra le due note:
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Alterazioni
Ogni nota pu essere alterata (innalzata o abbassata) mediante i cosiddetti Accidenti che sono:
Diesis
Bemolle
Doppio Diesis
Doppio Bemolle
Bequadro
Doppio Bequadro
Le alterazioni sono permanenti se collocate dopo la chiave ed hanno effetto permanente per lintera
durata del pezzo; sono momentanee se collocate davanti alla nota ed in tal caso hanno effetto per
una sola misura.
Le alterazioni poste in chiave seguono un ordine fisso immutabile in quanto servono a determinare
le diverse tonalit di cui ci occuperemo pi avanti. I Diesis si succedono per quinte ascendenti:
fa, do, sol, re, la, mi, si. I Bemolli procedono per quarte ascendenti: si, mi, la, re, sol, do, fa.
Scale-tonalit
Si intende per scala una successione di note che, partendo da una, arriva alla stessa nota su una
diversa ottava. In senso lato, ogni suddivisione dell'ottava una scala. Esistono numerosissimi tipi
di scale diverse, sia per il numero di suoni che le compongono sia per l'ampiezza degli intervalli che
separano i suoni. Gran parte della musica occidentale, sia antica che moderna, si basa sulla scala
diatonica, cio una scala composta da sette note che dividono l'ottava in cinque toni e due semitoni
e sulla scala cromatica, che invece suddivide l'ottava in dodici intervalli di uguale ampiezza.
Scala cromatica
Suonando tutte le note in successione di semitoni otteniamo la scala cromatica:
Scala cromatica ascendente (progressione dei diesis):
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Scala maggiore
La scala maggiore una successione ascendente di sette note ordinate in questo modo: un tono, un
tono, un semitono, un tono, un tono, un tono, un semitono. Di seguito alcuni esempi di scale
maggiori.
Scala di Do Maggiore
Scala di Re Maggiore
Scala di Fa Maggiore
Per costruire una scala maggiore quindi necessario applicare questa successione di intervalli alla
nota scelta come tonica (cio come prima nota della scala).
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Alcuni esempi: la scala minore naturale di La costruita sul sesto grado della scala maggiore di Do;
la scala minore naturale di Re sul sesto grado della scala maggiore di Fa.
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melodica e ha funzione ascendente, cio viene usata salendo dalla nota grave alla nota acuta
dell'ottava, mentre in senso discendente ritorna al modo naturale.
Esempio: la scala minore melodica di La si ottiene alterando il Fa a Fa (VI grado) e il Sol a Sol
(VII grado).
Tonalit
La tonalit pu essere definita, in senso lato, come il rapporto gerarchico esistente tra le note di una
scala. In questo modo individuiamo una Tonica, prima nota della scala, che il fulcro attorno al
quale ruotano tutti gli altri suoni. Per questo viene detta anche Nota Fondamentale. Quindi, un
brano nella tonalit di Do avr il Do come tonica, e sar basato sulla scala di Do. L'indicazione
della tonica deve essere affiancata dall'indicazione del Modo, che pu essere maggiore o minore.
I Gradi della Scala
La tonalit indica una scala di riferimento, maggiore o minore, le cui note assumono determinati
nomi in base alla propria posizione. La prima nota della scala, come detto, si chiama Tonica o Nota
Fondamentale, la seconda Sopratonica, la terza Mediante o Modale, la quarta Sottodominante, la
quinta Dominante, la sesta Sopradominante, la settima Sensibile.
Spostandoci alla scala di Re maggiore dobbiamo costruire la stessa sequenza partendo da Re, nota
fondamentale di questa scala. Per fare ci dobbiamo aggiungere un diesis a due note della scala: Fa
e Do.
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Ogni tonalit maggiore ha una relativa minore, e viceversa. La relativa minore di una tonalit
maggiore trova la sua tonica nella Sesta della scala maggiore (Esempi: la relativa minore di Do
Maggiore La Minore, tonalit quest'ultima che avr le stesse alterazioni in chiave di Do Maggiore,
cio nessuna; la relativa minore di Sol Maggiore Mi minore). Seguendo il percorso inverso, per
risalire da una tonalit minore alla relativa maggiore dovremo partire dalla Terza Minore della
prima (Esempi: la relativa maggiore di Fa minore La Maggiore; la relativa maggiore di Si
Minore Re Maggiore)
Metodo pratico per determinare la tonalit
La tonalit pu essere determinata dall'esame delle alterazioni in chiave, cio individuando il
numero di diesis o di bemolli indicati sul pentagramma subito dopo la chiave.
Tonalit con Diesis: i diesis vengono aggiunti in chiave per salti di Quinta giusta. Essi seguono
questo ordine:
Fa Do Sol Re La Mi Si
Per risalire alla tonalit si consideri che l'ultima alterazione rappresenta la Settima della Tonica.
Esempio: se abbiamo tre diesis in chiave - Fa, Do e Sol - ci troviamo nella tonalit di La Maggiore,
in quanto il Sol la settima di La; se ne abbiamo cinque - Fa, Do, Sol, Re, La - ci troviamo nella
tonalit di Si Maggiore.
Se vogliamo determinare quante alterazioni ha in chiave una determinata tonalit si proceder in
modo inverso: dalla tonica scendiamo di un semitono ottenendo la settima, che anche l'ultimo
diesis in chiave. (Esempio: se la tonalit Sol Maggiore avremo una sola alterazione, Fa Se Mi
Maggiore ne avremo quattro (Fa, Do, Sol, Re).
Tonalit con Bemolli: i bemolli vengono aggiunti in chiave per salti di Quarta giusta. Essi seguono
questo ordine:
Si Mi La Re Sol Do Fa
L'ordine esattamente contrario a quello dei diesis. Per risalire alla tonalit si consideri che la
tonica l'alterazione che precede l'ultima in chiave nella successione dei bemolli.
Esempio: se abbiamo due bemolli in chiave - Si e Mi - arretriamo di un bemolle nella successione,
arrivando a Si: la tonalit quindi Si Maggiore; se ne abbiamo quattro - Si, Mi, La e Re - il
penultimo bemolle della serie La: la tonalit La Maggiore. Per risalire dalla tonalit al numero
di alterazioni dovremo avanzare di un'alterazione partendo dalla tonica. (Esempio:La tonalit di
Re Maggiore avr cinque bemolli: Si, Mi, La, Re e Sol).
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La
Minore
Am
Sol
Maggiore
Mi
Minore
Em
Re
Maggiore
Si
Minore
Bm
La
Maggiore
Fa
Minore
F m
Mi
Maggiore
Do
Minore
C m
Si
Maggiore
Sol
Minore
G m
Fa
Maggiore
Re
Minore
D m
Do
Maggiore
La
Minore
A m
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Con i bemolli
Fa Maggiore
Re Minore
Si Maggiore
Sol Minore
Mi Maggiore
Do Minore
La Maggiore
Fa Minore
Re Maggiore
Si Minore
Sol Maggiore
Mi Minore
Do Maggiore
La Minore
Lintervallo
Come detto in precedenza, lintervallo la distanza che passa tra una nota ed unaltra.
Misura di un intervallo
La grandezza di un intervallo data dal numero di suoni consecutivi contenuti nel segmento di
scala diatonica che separa le due note (incluse le due note stesse). Tale grandezza si indica con
l'aggettivo numerale (femminile) corrispondente.
Esempio: Per determinare l'intervallo esistente tra Do e il La immediatamente superiore bisogna
fare riferimento alla scala diatonica di Do e contare le note che formano il segmento di scala DoLa. Esse saranno: Do, Re, Mi, Fa, Sol, La - cio sei note, per cui tale intervallo si chiamer di
sesta.
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Esistono diverse qualit di intervalli, a seconda delle note che li compongono. Gli intervalli di
unisono, di quarta, di quinta e di ottava sono chiamati giusti, in quanto appartengono sia alla
scala maggiore che alla scala minore (infatti una scala maggiore e una minore con la stessa tonica
hanno in comune il primo, il quarto, il quinto e, ovviamente, l'ottavo grado)
Gli intervalli di terza, sesta e settima, al contrario di quelli appena visti, variano a seconda della
scala e possono perci essere maggiori o minori. (L'intervallo di seconda fa eccezione per la
questione dei rivolti
Esempio: L'intervallo Mi-Sol un intervallo di terza; appartenendo alla scala di Mi maggiore
un intervallo di terza maggiore. L'intervallo Mi-Sol un intervallo di terza minore.
N.B.: Gli intervalli maggiori sono pi "grandi" di un semitono rispetto a quelli minori.
I rivolti
Tutti gli intervalli possono essere rivoltati, cio pu essere cambiato l'ordine delle note che lo
formano, spostando all'ottava superiore la nota grave, cos che la nota acuta diventa il basso del
rivolto. Nell'esempio che segue l'intervallo Do-Sol viene trasformato nel suo rivolto Sol-Do
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Da notare che un intervallo di quinta stato trasformato in un intervallo di quarta. Questa una
regola generale: la somma dell'intervallo e del suo rivolto d sempre nove. Infatti: l'unisono diventa
ottava (1+8=9); la seconda diventa settima (2+7=9); la terza diventa sesta (3+6=9) e cos via. Da
ricordare, inoltre, che il rivolto di un intervallo giusto d un intervallo giusto; il rivolto di un
intervallo maggiore d un intervallo minore, e viceversa; il rivolto di un intervallo diminuito d un
intervallo eccedente, e viceversa.
Riassunto degli intervalli:
La triade
lemissione simultanea di tre suoni (accordo di 3 note). Si costruisce sovrapponendo le note per
terze successive. Questo accordo, costituito dagli intervalli di 3 maggiore e 5 giusta, viene distinto
in:
Sono accordi consonanti: laccordo perfetto maggiore e perfetto minore. Gli accordi dissonanti sono
quelli di 5 aumentata (5 ) e di 5 diminuita (5 )
Possiamo, quindi notare che: nel I rivolto (costituito dal III grado), vi un accordo di 3 e 6,
mentre nel II rivolto (V grado) vi un accordo di 4 e 6.
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Accordi e sigle
Come gi detto, laccordo la combinazione simultanea di pi suoni (minimo tre, triade). La prima
nota detta tonica ed quella che da il nome allaccordo. Esistono anche accordi pi complessi
della triade e sono formati da 4, 5, 6 ecc. note (detti accordi di settima). Le principali famiglie di
accordi sono: maggiori, minori, di settima. Ecco le loro sigle:
Accordi maggiori:
C
C6
C6/9
C7+ (Cmaj7)
C7+/5+
C7+/5C7+/9
C7+/6/9
Cadd9 (con laggiunta della sola 9, senza la settima minore)
Accordi minori:
Cm
Cm6
Cm6/9
Cm7
Cm7/5+
Cm7/5Cm7+
Cm9
Cm9/5+
Cm9/5Cm11
Cm11/5+
Cm11/5Accordi di settima:
C7
C7/5+
C7/5C7/6
C11
C11/5+
C11/5-
C9
C9C9+
C9/5+
C9/5C9-/5+
C9-/5C9+/5+
C9+/5-
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C13
C13/9+
C13/9C13/9-/5+
C13/9-/5-
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Arpeggi
Se si suonano pi note contemporaneamente abbiamo laccordo, ma se le note dellaccordo
vengono suonate in successione e non simultaneamente abbiamo lArpeggio.
Esempio:
Armonizzazioni di 3 sovrapposte:
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Riassumendo avremo:
Cadenza plagale
Collegando la sottodominante alla tonica, cio il IV al I, otteniamo la cadenza plagale. Pur
risolvendo, come nel caso precedente, sulla tonica, non abbiamo un senso di conclusione e staticit
analogo, anche se non per questo meno usata. Tra l'altro, questo tipo di cadenza spesso utilizzata
nelle composizioni classiche, in modo particolare quelle di carattere liturgico, e per questo motivo
da alcuni anche definita cadenza dell'amen. Generalmente usata all'interno del brano.
Cadenza composta
Unendo assieme la cadenza perfetta e la cadenza sospesa, possiamo ottenere la cadenza composta.
Infatti questo tipo di cadenza utilizza tre accordi, i quali hanno uno scopo ben preciso. Vediamo di
analizzarne i vari aspetti. Il II precede e prepara il V, il quale forma la cadenza con il I.
Lesempio si riferisce alla scala diatonica maggiore in tonalit di C.
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Abbellimenti
Labbellimento, quella tecnica che in armonia ci permette di variare (abbellire) un accordo
rimanendo nella stessa famiglia (maj, min, 7) dellaccordo.
Gli Accordi Maggiori vengono abbelliti con laggiunta della 7maj, 6, add9, maj9
Gli Accordi Minori vengono abbelliti con laggiunta della 7min, 6, 9, 11
Gli Accordi di Settima vengono abbelliti con laggiunta della 9, 9 , 9 , 11, 13
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Sostituzioni
Come dice il nome, le sostituzioni armoniche, ci permettono di sostituire un accordo con uno
nuovo, che pu essere di famiglia e di caratteristiche del tutto diverse.
Gli Accordi Maggiori possono essere sostituiti da:
Tutti gli accordi possono essere sostituiti da un altro accordo costruito sulla loro 5 (diminuita),
anche di famiglia diversa.
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I modi
I modi sono delle scale derivanti da una scala base. Pertanto prendendo in considerazione la scala
maggiore di C, possiamo estrarre altre 6 scale dette modi, e ad ogni modo, apparterr un accordo, su
cui possibile suonarci con il relativo modo.
Esempio:
C
I
D
II
E
III
F
IV
G
V
A
VI
B
VII
C
VIII
Fino qua nessun problema. Ora dobbiamo fare in modo che ogni singola nota della scala venga messa al
primo posto di una successione di note che saranno sempre quelle della scala di partenza, C maggiore. In
pratica, per fare un esempio, si pu iniziare la successione di note dal II (nota D) facendo seguire le altre
note in serie (E, F, G eccetera).
Come vedete, la serie di note stata spostata in avanti di un grado: invece di partire dalla nota C si partiti dalla nota
D. A questo punto sviluppiamo il sistema su tutte le note della scala di C maggiore.
Ora possiamo comprendere pi facilmente cosa si intende con il termine modo, ed infatti nella
precedente tabella possiamo notare sette specie diverse di scale, le quali nascono da ogni grado
della scala madre, sviluppando anche, ovviamente, sette nuove sequenze intervallari. Da qui
possiamo anche evidenziare la differenza sostanziale che esiste tra il sistema tonale e il sistema
modale. Nel sistema tonale, la tonica il centro tonale nel suo modo maggiore o in quello minore.
Nel sistema modale, ogni grado della scala, facendo capo alla propria sequenza di note, ne diviene
tonica. Per esempio, la nota D, che nella scala maggiore di C un secondo grado, diventa primo
grado, e quindi tonica, nel proprio modo (di D dorico). Oppure il G, quinto grado nella scala di C
maggiore, diviene primo grado nel modo di G misolidio. Con questo sistema abbiamo in pratica
creato una serie di toniche secondarie. Sono toniche perch, come appena visto, ognuna di esse il
primo grado della propria scala modale. Sono toniche secondarie perch, anche se sono a capo di un
loro modo e sono quindi indipendenti, fanno comunque riferimento alla tonica principale (nel nostro
caso C, perch la tonalit di C era il nostro esempio). Nella tabella seguente vengono sviluppati i
modi derivati dalla scala diatonica di C maggiore.
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grado
scala
accordo
intervalli
modo
sigla
I- III-V-VII
Ionico (maj)
Cmaj7
II
I- III-V- VII
Dorico
Dm7
III
I- III-V- VII
Frigio
Em7
IV
I-III-V-VII
Lidio
Fmaj7
I-III-V- VII
Misolidio
G7
VI
I- III-V- VII
Eolio (min)
Am7
VII
I- III- V- VII
Locrio
Bm7 5
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I nomi che vengono abbinati ai modi hanno un loro preciso significato. Infatti, se ad esempio
osservate il modo che nasce sul secondo grado della scala minore armonica, ne risulta come nome
dorico 2 5 . Questa scala infatti paragonabile al modo dorico nella tonalit maggiore che porta
la stessa tonica, al quale viene abbassato di 1 semitono il secondo grado (2 , appunto) e il quinto
grado (5 ). Nella tabella sottostante possiamo vedere modi e sigle nell'armonizzazione della scala
minore armonica. La tonalit che viene sviluppata quella di C, vista quindi come C minore
armonico.
grado
intervalli
modo
sigla
I- III-V-VII
Ipoionico 6
Cmmaj7
II
I- III- V- VII
Dorico 2 5
Dm7 5
III
I-III- V-VII
Ionico
aumentato
E maj7 5
IV
I- III-V- VII
Lidio minore
Fm7
I-III-V- VII
Misolidio 6 9
G7/9
VI
I-III-V-VII
Eolio armonico
A maj7
Superlocrio
diminuito
VII
scala
accordo
I- III- V-
VII
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grado
scala
accordo
intervalli
modo
sigla
I- III-V-VII
Ipoionico
Cmmaj7
II
I- III-V-VII
Dorico 2b
Dm7/9
III
I-III- V-VII
Lidio aumentato
Ebmaj7#5
IV
I-III-V- VII
Lidio 7b
F7
I-III-V- VII
Misolidio 6b
G7
VI
I- III- V- VII
Locrio #2
Am7b5
VII
I- III- V- VII
Superlocrio
Bm7b5
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PRATICA ED ESERCIZI
DI
TEORIA MUSICALE
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1 Il sistema anglosassone
I nomi sillabici delle note vengono tradotti utilizzando delle singole lettere in maiuscolo, secondo lo
schema che potete vedere qui sotto.
italiano
DO
RE
MI
FA
SOL
LA
SI
inglese
DO
RE
MI
FA
SOL
LA
SI
DO 7
DO m
FA m7
SOL
SI 13
RE add9
SOL
LA maj7
SI min11
MI 7
SOL dim
LA 7 9
SI 5 9
FA 5
LA min
LA
DO 6/9
C7
Cm
F m7
B 13
D add9
Gb
A maj7
B min11
E7
G dim
A7 9
B 59
F5
A min
C 6/9
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2) Le note
Individua le note sui righi.
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3) Le durate
Segna la durata di ciascuna nota.
4) Il punto di valore
Scomponi i valori delle note col punto.
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5) Tempi e misure
Completa le seguenti battute.
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6) Tono e semitono
Individua i toni e i semitoni.
Do___Do
Mi___Fa
DO___Re
Mi___Fa
Re___Mi
Sol___La
Sol__Sol
Sol ___La
Fa ___Sol Mi ___Mi
Fa ___Fa
Re___Re
Si___Si
Si ___Do
Si___Do
La __Sol
Re___Re
La ___Si
Si __La
Sol __La
Sol ___Mi
Sol __Sol
Si___La
Si___La
La __Fa
Sol___ La
Do___ Re
Re __Mi
Re __Re
7) Gli intervalli I
Individua gli intervalli senza classificarli, e scrivi il suo rivolto.
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8) La scala maggiore
Esercitati a costruire le scale nelle varie tonalit, seguendo la sequenza:
T
Do
T
Re
ST
Mi
T
Fa
T
Sol
T
La
ST
Si
Alterazioni
Do
Sol
Re
La
Mi
Si
Fa
Do
Do
Sol
Re
La
Mi
Si
Fa
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ST
Si
La
Mi
Si
Fa
Do
Sol
Re
La
Re
Sol
Do
Fa
Si
Mi
La
T
Do
T
Re
ST
Mi
T/ST
Fa
ST
Sol
La
T
La
Mi
Si
Fa
Do
Sol
Re
La
Re
Sol
Do
Fa
Si
Mi
La
ST
Si
T
Do
T
Re
T
Mi
T
Fa
ST
Sol
La
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11) La tonalit
Individua le tonalit con i diesis
Maggiori
Minori
Minori
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13) Le triadi
Individua e classifica le triadi, e leggi il suo rivolto.
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CM
Bm
EM
Am
Cm
D5+
BM
A5-
Em
GM
D 5+
B 5-
AM
DM
D5-
F M
B5+
C m
F 5+
Am
C 5-
E 5+
E5-
A 5-
C M
Em
E 5-
G 5+
Dm
F m
A5-
D 5+
A5+
DM
F 5-
Gm
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G6
C 6/9
E maj7/5
F maj7/5
D6maj9
Aadd9
D m7
Cm6
G m(maj7)
Em7(5 )
Bm9
Gm7(5 )
Dm11
A m11(5 )
Fm11(5 )
D7
A7(5 )
E7(5 )
B9
A 7(9 )
E 7(9 )
B9(5 )
F9(5 )
E7(5 9 )
B 7(5 9 )
F7(5 9 )
C 7(5 9 )
B11
F11(5 )
C11(5 9 )
G 13
F 13(9 )
C 13(9 )
G13(5 9 )
D13(5 9 )
B7sus4
G maj7
D maj9
A6
Dm11
Cm6
A 7
E 11
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39
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40
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Tonalit maj
C
G
D
A
E
B
F
C
C
G
D
A
E
B
F
II
Tonalit min
Cm
Gm
Dm
Am
Em
Bm
F m
C m
Cm
Gm
Dm
Am
Em
Bm
Fm
II
Tonalit maj
C
G
D
A
E
B
F
C
C
G
D
A
E
B
F
VI
II
Tonalit min
Cm
Gm
Dm
Am
Em
Bm
F m
C m
Cm
Gm
Dm
Am
Em
Bm
Fm
41
VI
II
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Progressione
I abbellimento
II abbellimento
Cmaj7 Am Dm G7
Bm7 E7 Amaj7
E m7 A m7 D maj9
Dm6 G7/5 Cmaj9
Amaj6 F m11 Bm7 E13
Am % Gmaj %
Fmaj Fdim C7 %
Gm C7 F C7
18) Le sostituzioni
Sostituisci gli accordi nelle seguenti progressioni.
Progressione
I sostituzione
II sostituzione
Cmaj7 Am Dm G7
Bm7 E7 Amaj7
E m7 A m7 D maj9
Dm6 G7/5 Cmaj9
Amaj6 F m11 Bm7 E13
Cmaj Fmaj G7 Cmaj
Cmaj A7 Dm G7
Cmaj Am Fmaj G7
Gmaj G7 Cmaj Cm
Gmaj D7 Gmaj D7
Gmaj G dim Am
A maj Adim B m7
Fmaj F dim Gm7
Gmaj7 Em7 Am7 D7
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INDICE
Le note e sistema anglosassone
Il pentagramma
Le chiavi
Figure e pause
Equivalenza dei valori
Le legature
Il punto
Tempi e misure
Note sovrabbondanti
Grado scala
Toni e semitoni
Alterazioni
Scale e tonalit
Scala cromatica
Scala maggiore
Scala minore naturale
Scala minore armonica
Scala minore melodica
Tonalit
I gradi della scala
Metodo pratico per determinare la tonalit
Passaggio da una tonalit maggiore ad una minore
Tavola delle tonalit
Intervallo
Misura di un intervallo
Intervallo diminuito ed eccedente
I rivolti
Riassunto degli intervalli
La triade
Rivolto della triade
Accordi e sigle
Costruzione armonica degli accordi
Arpeggi
Armonizzazione della scala maggiore
Le cadenze (progressioni)
Abbellimenti
Sostituzioni
I modi
Armonizzazione scala minore naturale
Armonizzazione scala minore armonica
Armonizzazione scala minore melodica
1
1
1
2
2
2
2
3
3
4
4
5
5
5
6
6
7
7
8
8
9
10
10
11
11
12
12
13
13
13
14
15,16
17
17
18
19
20
21
22
22
23
ESERCIZI
25
Sistema anglosassone
Le note
Le durate
Il punto di valore
Tempi e misure
Tono e semitono
Gli intervalli I
Scala maggiore
Scala minore armonica
Scala minore melodica
La tonalit
Gli intervalli II
Le triadi
Accordi e sigle
Armonizzazione scala maggiore
Le cadenze (progressioni)
Gli abbellimenti
Le sostituzioni
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