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Il marketing ne!

e professioni di aiuto

Il marketing nelle professioni di aiuto

Dispensa n 1
In questo numero Il mercato delle professioni di aiuto
Primi passi per lavvio e il potenziamento della professione

pag. 2

Le novit introdotte dal Governo Monti

pag. 3

Cosa sono le relazioni di aiuto

pag. 4

La situazione attuale delle professioni daiuto

pag. 5

Lavorare in proprio e associarsi: vantaggi/svantaggi, adempimenti legali e fiscali,


forme associative nelle professioni di aiuto

pag. 7

Modelli di statuto e atto costitutivo

pag. 13

a cura del Prof. Edoardo Giusti e de!a Dott.ssa Daniela Di Renzo


aspic@mclink.it - h.p://www.scuolaspecializzazionepsicoterapia.it/zone/index.php

Cell. 3280307460, Tel. 0664821603

Il marketing ne!e professioni di aiuto

Il marketing ne!e professioni di aiuto


a cura del Prof. Edoardo Giusti e de!a Dott.ssa Daniela Di Renzo
aspic@mclink.it - h.p://www.scuolaspecializzazionepsicoterapia.it/zone/index.php

Cell. 3280307460, Tel. 0664821603

Primi passi per lavvio e il potenziamento della professione


Nella premessa di questo lavoro, lattenzione stata focalizzata sulla necessit di strutturare
strategie solide per fronteggiare la crisi che coinvolge un numero elevato di professioni e
professionisti.
Il 1 febbraio u.s. stato diffuso dallISTAT un dato preoccupante sulla disoccupazione giovanile: il
30,1 % dei giovani di et compresa tra 15 e i 24 anni non avr e non ha una collocazione lavorativa
certa, mai un dato cos elevato. Il tasso di disoccupazione giovanile a novembre 2011 al 30,1%, in
aumento di 0,9 punti percentuali rispetto a ottobre dello stesso anno e di 1,8 punti su base annua;
a novembre gli occupati sono 22 milioni e 906 mila, in diminuzione dello 0,1% (-28 mila unita)
rispetto a ottobre. E il tasso pi alto da gennaio 2004 (inizio serie storiche mensili). Il calo riguarda
la sola componente femminile, dato ancor pi preoccupante. Nel confronto con lo stesso mese
dellanno precedente loccupazione diminuisce dello 0,3% (-67 mila unit. Il tasso di occupazione
si attesta al 56,9%, in diminuzione di 0,1 punti percentuali nel confronto congiunturale e di 0,2
punti in termini tendenziali.1
Se solo la met di questi avesse la possibilit economica e/o la spinta creativa di strutturare un
progetto imprenditoriale, il nostro Paese avrebbe una cera migliore. Non ci soffermeremo in questa
sede sulla riflessione degli effetti invalidanti dellassenza di incentivi da parte del mondo politico in
questo senso, ma dobbligo una considerazione: inutile o superfluo offrire contributi economici
a fondo perduto per incentivare i giovani alla creazione di impresa se alla base manca
uneducazione finalizzata a credere nelle potenzialit della persona.
Ma... se credi in te stesso ti senti sufficientemente forte da chiedere alla politica risposte concrete
per auto-realizzarti e diventare una fastidiosa zanzara capace di spostare lattenzione dalla filosofia
dellIO, su cui si centra il nostro sistema politico-sociale, allidea del NOI che i giovani ancora
riescono a comprendere nei loro sogni.
Siamo tutti piuttosto consapevoli dellenorme divario tra politica e realt sociale ma sappiamo che
arrabbiarci ancora con mamma e pap perch non ci tutelano di fronte alle difficolt lavorative che
incontriamo, porta alla paralisi e di conseguenza al fallimento del sogno.
Per questo, la scelta di rivolgersi a professionisti pi esperti o supervisori in grado di seguire la
persona nello start up e nella definizione di un business plan coerente e realistico, capaci di
incoraggiare la creativit e la lungimiranza di chi sceglie di intraprendere la libera professione,
risulta essere una buona prassi per la realizzazione di un buon progetto professionale.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/01/05/istat-disoccupazione-giovanile-cosi-alta-2004/181726/

Il marketing ne!e professioni di aiuto

Lo start up del professionista necessita di un supporto che funga da orientamento, che finalizzi il
lavoro sia alla valutazione delle competenze insite nella persona, competenze che contribuiscono a
tracciare la strada nella scelta dello specifico canale lavorativo, sia allo sviluppo o al potenziamento
delle competenze di base che permettono la realizzazione del piano strategico promozionale. La
definizione degli obiettivi a breve, medio e lungo termine possibile solo quando il progetto
sufficientemente chiaro e la persona ha la possibilit di visualizzare se, dove sta andando, una
meta appetibile o meno e se il sogno realizzabile nello specifico contesto scelto dal professionista.
La valutazione della fattibilit del percorso imprenditoriale viene impostata ricostruendo
conoscenze, abilit e risorse della persona, analizzando le potenzialit insite e le aree di
miglioramento, non ultima la pianificazione della tempistica e della logistica, modalit e strategie di
realizzazione del progetto. Altrettanto importante la fase di follow up che il supervisore pianifica
al fine di migliorare e sistemare le aree critiche che il professionista incontra concretamente nel
percorso lavorativo. La supervisione, dunque, si rivela uno strumento indispensabile alla
costruzione di una strategia di marketing su misura del singolo lavoratore, incentivante e
rassicurante allo stesso tempo perch in grado di seguire progressivamente e realisticamente il
progetto professionale.
<<I nostri genitori ci hanno lasciato un mucchio di pietre ed il coraggio di sollevarle >>
(dal film Ricomincia da oggi di Bertrand Tavernier)
Le novit introdotte dal Governo Monti
Il Decreto sulle liberalizzazioni proposto dal Governo Monti in via di approvazione, introduce
alcuni elementi che riguardano le professioni libere. La liberalizzazione un processo legislativo
finalizzato alla riduzione di restrizioni stabilite dai governi precedenti e che vedono nellespansione
delle libert di azione, la possibilit di creare maggiori opportunit lavorative per un maggior
numero di persone. Il principio alla base di tali processi quello del liberalismo economico, della
libera scelta o della maggiore autonomia nei movimenti lavorativi.
COSA CAMBIA PER LE LIBERE PROFESSIONI
Al fine di assicurare agli utenti uneffettiva facolt di scelta e di comparazione delle prestazioni
offerte sul mercato nellambito delle attivit libero-professionali ed intellettuali:
- abolito luso di tariffe fisse o minime. Restano invece valide le eventuali tariffe massime
prefissate in via generale a tutela degli utenti;
- prevista per le parti la possibilit di concordare compensi connessi al raggiungimento degli
obiettivi perseguiti;
- consentito svolgere pubblicit informativa circa i titoli e le specializzazioni professionali, le
caratteristiche del servizio offerto, nonch il prezzo e i costi complessivi delle prestazioni secondo
criteri di trasparenza e veridicit del messaggio, fatto salvo il caso delle professioni rese nellambito
del Servizio sanitario nazionale o in rapporto convenzionale con lo stesso;
- possibile fornire allutenza servizi professionali di tipo interdisciplinare da parte di societ di
persone o associazioni tra professionisti2.

http://www.studiocataldi.it/liberalizzazioni.asp#

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Cosa sono le relazioni di aiuto


Per entrare nel merito delle professioni inerenti le relazioni di aiuto e al fine di impostare un piano
di marketing specifico e coerente con i valori che tali professioni incorporano nelle loro filosofie,
necessario approfondire ci che le caratterizzano, nonch rimembrare il pensiero che sottende tali
filosofie.
Una relazione di aiuto si crea quando due persone stabiliscono un contatto in cui uno dei due si
trova in condizioni di difficolt, vive una specifica sofferenza dettata da condizioni individuali,
familiari o sociali, e laltro un esperto in grado di gestire in modo adattivo le stesse situazioni che
nel primo generano disagio.
Questa interazione accompagnata da implicazioni intense per entrambi; C. Rogers chiarisce che
nella relazione di aiuto vi un vero e proprio spostamento di enfasi, dal ruolo delloperatore-esperto
al ruolo del cliente-persona portatore del problema. Il soggetto principale del processo di aiuto,
sempre secondo Rogers, colui che, ricercando il supporto di un esperto, si rende attivo della
propria crescita e cambiamento o uscita dalla condizione di difficolt che vive; in questottica
lesperto colui che si rende capace di togliere ostacoli emozionali e cognitivi agevolando la
persona richiedente nella scoperta di energie e potenzialit interiori necessarie per la soluzione
attiva del problema. Diceva Rogers <<...se una persona si trova in difficolt, il miglior modo di
venirle in aiuto non quello di dirle cosa fare, quanto piuttosto quello di aiutarla a comprendere la
sua situazione e a gestire il problema assumendo da sola e pienamente le responsabilit delle scelte
eventuali>>.3 Lo scopo principale, dunque, quello di abilitare la persona ad affrontare una
difficolt. E evidente che questottica riguarda una filosofia contemporanea e largamente condivisa,
che fa riferimento a uno specifico ambito della relazione di aiuto, quello professionale, dove il
professionista esercita tale ruolo con uno scopo puramente lavorativo, pur mantenendo una
fortissima motivazione allaiuto che nulla ha a che vedere con le attivit volontaristiche.
Specificando questo aspetto vogliamo introdurre il tema principale di questo testo: la promozione e
i processi di marketing finalizzati alla crescita professionale individuale o associativa, nel settore
privato puro o del privato sociale.
Il concetto di solidariet o di vocazione in questo tipo di professione resta comunque valido, la
riflessione poggia su unottica sociale e antropologica che vede la societ e la cultura andare in una
direzione dove le comunit spariscono, muore il senso stesso della comunit e gli individui
sviluppano un profondo senso di solitudine o abbandono; si prepara una societ in cui la legge
ferrea di ogni rapporto quella della concorrenza, della competizione e la spinta fiduciaria che
apparteneva alle comunit allargate viene a cadere, le risorse delle politiche di aiuto sono molto
scarse e assolutamente insufficienti per lelevata numerosit di richieste.
A colmare tali carenze si apre lo scenario dei professionisti della relazione di aiuto che forniscono
servizi allindividuo, alla coppia, alla famiglia e ai piccoli e grandi gruppi o comunit, in numerosi
ambiti e diffusi su tutti i territori, dentro le istituzioni, nelle aziende, a testimoniare che il contributo
dei professionisti continua ad essere un settore ancora fortemente richiesto e destinato ad ampliarsi:
una societ centrata sul prodotto, con tutto ci che comporta dal punto di vista psicologico,
destinata a trasformarsi in societ centrata sui servizi; in questo mercato si stabilizzano
psicoterapeuti, medici, psichiatri, neuropsichiatri, psicologi, counsellor, assistenti sociali,
pedagogisti, educatori, logopedisti, mediatori familiari, insegnanti di sostegno, mediatori culturali,
coach, operatori socio-sanitari e altro ancora.
Nel 1970 lUNESCO ha evidenziato come lessere umano necessiti di accompagnamento per
affrontare la moltitudine di sollecitazioni che lo circondano, internamente ed esternamente:

Rogers C. (1997), Terapia centrata sul cliente, La Nuova Italia, Firenze

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<<L'educazione non deve essere pi una preparazione alla vita, ma la dimensione della vita: nel
matrimonio, nel lavoro, nella gestione dei figli [] necessario diventare eterni scolari>>.
I professionisti della relazione di aiuto sono portatori della capacit di dare consapevolmente vita ad
una relazione, padroneggiando intenzionalmente e razionalmente le abilit tipiche della relazione
stessa dove lattore principale del processo di aiuto individuato sempre pi chiaramente in colui
che questo aiuto ricerca e chiede. Anche la stessa concezione di aiuto viene rivoluzionata: laiuto
non consiste tanto nel proporre soluzioni e nelleseguire complicati aggiustamenti terapeutici,
quanto piuttosto nel togliere ostacoli (emozionali e cognitivi) a oggettivi impedimenti esterni,
rendendo cos possibile il dispiegarsi di energie e potenzialit che la persona possiede.
La principale finalit della relazione di aiuto quella di restituire autonomia, un maggiore senso di
dignit e autostima alla persona; si assiste ad uno spostamento denfasi dalle abilit tecnicoprocedurali alle cosiddette qualit umane (genuinit, coerenza, disponibilit, sensibilit, creativit)
delloperatore di aiuto. La relazione di aiuto consiste nellincontro fra due persone autentiche. Si
riconosce in questo modo il primato delle qualit personali (del saper essere), nel senso che prima, a
fondamento, devono esserci tali qualit e solo su di esse possono innestarsi proficuamente le abilit
tecniche pi specifiche. Ovviamente queste due componenti non sono in antinomia, ma sono
complementari: la tecnica consente di padroneggiare razionalmente gli atteggiamenti (di ascolto, di
empatia, di comprensione, di rispetto) che altro non sono, quando sono armonicamente integrati nel
modo dessere della persona, delle autentiche qualit umane. E chiaro che le stesse qualit
personali, indispensabili alla relazione di aiuto, non sono date a priori e una volta per tutte ma
devono essere sottoposte a continuo affinamento per effetto di successivi apprendimenti
esperienziali.
La situazione attuale delle professioni daiuto
Per affrontare il tema della situazione occupazionale odierna circa le professioni di aiuto,
selezioniamo uno specifico settore, quello del mercato degli psicologi e psicoterapeuti, che ci
sembra rappresentativo e che fornisce informazioni su un ampio spettro di settori in cui le
professioni di aiuto si sviluppano. Una disamina approfondita e autorevole ci viene fornita dalla
ricerca condotta dal CNOP (Consiglio Nazionale Ordine Psicologi), relativa alla situazione
nazionale, e da quella dellOrdine Psicologi del Lazio 4 che offre una panoramica dettagliata della
situazione della domanda/offerta nel mercato, esponendo i dati statistici della Regione Lazio.
Pensare o ripensare il posizionamento della professione per un professionista utile per
comprendere meglio i settori entro cui poter sviluppare maggiormente le attivit, cos come
necessario considerare i problemi connessi alle politiche professionali, alle possibilit di accesso al
mercato del lavoro, allo stato delle regolamentazioni delle singole professioni (basti pensare al
counselling e al complesso iter burocratico al quale si sottopone da anni per veder nascere una
normativa specifica in grado di legittimare la professione, molto diffusa e sempre pi richiesta
anche in Italia) e, infine, agli sviluppi di ogni settore professionale. Tutto questo per dare una
cornice pi chiara ai temi connessi alla formazione dellepistemologia e del marketing.
Nonostante la domanda di assistenza psicologica, di aiuto alle difficolt emotive dellindividuo,
della famiglia e della comunit sia in costante aumento, non si riscontra ancora una crescita
significativa del mercato occupazionale. Per i neolaureati diventa sempre pi difficile trovare
un'occupazione e la precariet caratterizza i liberi professionisti. Si tratta di una professione che
vive affannosamente la ricerca di settori in cui trovare sviluppo per esprimere le potenzialit
inerenti la crescita del benessere della collettivit, oltre che dellindividuo. Inoltre, i dati del 2008
4

Ponzio G. (A cura di) (2008) La psicologia ed il mercato del avoro. Una professione destinata al

precariato? Le ricerche dell'Osservatorio mercato del lavoro, Franco Angeli, Milano.

Il marketing ne!e professioni di aiuto

evidenziano un'eccessiva precarizzazione delle prestazioni che comporta redditi ampiamente


insufficienti rispetto al livello di professionalit espresso.
<<Tra il 2001 e il 2005 il numero di psicologi iscritti all'Albo professionale cresciuto del 35,3 per
cento, registrando il maggiore trend di crescita tra tutte le professioni presenti nel Paese.
Nonostante le aperture mostrate verso questa professione da parte di molti settori e contesti
lavorativi, gli ambiti dove si concentrano il maggior numero di psicologi restano sempre gli stessi.
Sulla base dell'ultima rilevazione condotta da Almalaurea (dati 2006), gli psicologi trovano lavoro
quasi esclusivamente nei servizi (96,7%) e marginalmente nell'industria (il residuo 3,3%). Gli
ambiti maggiormente rappresentati sono: "altri servizi sociali personali" (29%), "sanit" (24%) e
"istruzione" (17%)>>. 5
I profili maggiormente definiti in cui la professione trova collocazione occupazionale sono quattro:
psicoterapeuti privati (28%), liberi professionisti con un reddito medio di 15.700 euro all'anno con
una media di 24 ore lavorative settimanali; psicologi clinici del settore pubblico (40%) con un
reddito di circa 20.100 euro all'anno; occupati nel contesto scolastico ed educazionale (13%),
prevalentemente donne; psicologi nelle organizzazioni (19%) che prestano la loro attivit all'interno
di aziende e servizi sociali, sono il gruppo pi giovane e hanno un reddito medio di 16.600 euro
annui.
Mediamente il reddito annuale netto di uno psicologo di circa 17.500 euro (1.500 euro al mese
circa). I professionisti pi anziani e gli uomini guadagnano di pi rispetto ai giovani e alle donne,
come del resto in tutti gli altri settori. Il Lazio ha superato i 15.000 iscritti allOrdine degli Psicologi
e solo nella citt di Roma ne risultano 13.000, in media uno psicologo ogni 371 abitanti, e uno
psicoterapeuta ogni 625 abitanti, anche se solo la met degli psicologi del Lazio iscritta
all'ENPAP, la cassa previdenziale della professione, e questo sta a indicare che la stessa met lavora
come psicologo, mentre la restante met si occupa di altro. Il 35% circa degli iscritti ha un et
compresa tra i 25 ed i 34 anni, il 33% circa tra i 35 ed i 44 anni; una popolazione giovane in
prevalenza, anchessa entrata purtroppo in quel 29% di giovani disoccupati censiti dallISTAT nel
dicembre 2010.
Gli ordini professionali, cos come le associazioni di categoria, i coordinamenti nati da iniziative
private e sindacali, sono chiamati sempre pi spesso a confrontarsi con impegni volti a favorire
questa occupazione attraverso lobbing, progettazione e sviluppo, marketing, comunicazione, che
prescindono dalla necessaria tutela giuridica della professione per dare spazio alle attivit di
promozione delle professioni. Questo vale per tutte le professioni di aiuto che intendono superare il
divario tra livello alto di bisogno di tutela e sostegno espresso dalla societ e livello basso di
domanda diretta.
Il CNOP propone di fronteggiare tali livelli occupazionali per gli psicologi, attraverso strategie e
attivit di sostegno alla professione, <<...un appropriato marketing delle professioni psicologiche
(parliamo qui di marketing come riferimento teorico-pratico per la ideazione, realizzazione,
verifica di un progetto professionale, al fine di intrecciare al meglio le prospettive della domanda e
dellofferta e di creare valore per entrambe; non come mera azione promozionale e persuasoria
atta a far crescere comunque unadomanda purchessia di psicologia nel sociale;...>>6.

5
6

Finizio M. Da Il Sole24Ore del 14/04/2008, Tratto da Gianluca Ponzio, opera citata

Bosio A. C., Lozza E., (2009), Lo stato e le prospettive de!e professioni psicologiche in Italia.
Rapporto su!e condizioni professionali degli psicologi iscritti a!ordine, Pubblicazione del CNOP
Ponzio G. (a cura di) (2008), La psicologia e il mercato del lavoro: una professione destinata al
precariato? Le ricerche de!'Osservatorio mercato del lavoro, Franco Angeli, Milano.

Il marketing ne!e professioni di aiuto

Lobiettivo condiviso quello di affinare strategie di marketing e di job design coerenti con il
sistema nel quale ogni singola attivit di aiuto inserita. [Core identity e core compenticies].
Una suddivisione sulla base del settore entro il quale lo psicologo inserito che mostra quanto
ancora la libera professione prevalga.
Lavorare in proprio e associarsi: vantaggi/svantaggi, adempimenti legali e fiscali
Fino agli anni 80 lo sviluppo delle professioni inerenti la relazione di aiuto hanno avuto un forte
sviluppo in Italia, sia in ambito pubblico che privato. Erano ancora anni in cui la cultura del posto
fisso, del contratto dipendente a tempo indeterminato era una realt concretamente perseguibile;
psicologi, assistenti sociali, educatori e infermieri potevano ambire alla tranquillit garantita dal
lavoro pubblico. Nel decennio successivo la tendenza delle professioni di aiuto inizia a cambiare e
la diffusione delle forme associative di tipo privato cominciano a rispondere alla carenza, sempre
pi massiccia, del garantismo delle politiche sul lavoro che vedono aumentare i tassi di
disoccupazione. La risposta pi naturale a tali difficolt stata dunque il passaggio a forme di
lavoro di tipo privato, sia attraverso lunione di forze tra professionisti, non pi capaci di far
crescere individualmente il profitto, sia attraverso la creazione di quelle che successivamente
verranno definite imprese sociali rientranti nellarea del non profit o terzo settore.
Con la definizione di terzo settore si intendono tutte quelle organizzazioni che nel sistema
economico si collocano tra lo Stato e il mercato, ma non sono riconducibili n alluno n allaltro:
sono cio soggetti di natura privata, ma finalizzati alla produzione di beni e servizi a destinazione
pubblica o collettiva7.
Questo settore ha visto una diffusione su scala internazionale; nel 1990 lUniversit John Hopkins
di Baltimora ha sviluppato un progetto di ricerca chiamato John Hopkins Comparative Nonprofit
Sector Project che ha descritto il settore non profit come <<un vasto insieme di organizzazioni che
condividono cinque fondamentali caratteristiche:
1. sono formalmente costituite
2. sono private, cio separate a livello organizzativo dallo Stato
3. non distribuiscono profitti
4. si autogovernano
5. si basano in modo significativo sul lavoro volontario
[] perseguire il bene collettivo o bene comune tramite la produzione e lerogazione di beni e
servizi. Tali enti si avvalgono del lavoro dei volontari e cercano di ottenere le loro entrate non solo
dal risultato dellattivit produttiva o di mercato, ma anche da sovvenzioni, donazioni, lasciti e
contributi vari>>.8
Questultimo punto non rientra strettamente nellambito dellauto-imprenditorialit ma importante
tenerne conto, dato che la progettualit nel panorama dei servizi sociali, socio-sanitari e socioeducativi rientranti nel non profit, che rappresenta uno degli ambiti in cui il professionista pu
sviluppare le proprie competenze lavorative, trae origine proprio dalla cultura del volontariato.
La trasformazione naturale di questo settore ha permesso, negli ultimi decenni, lingresso dei
professionisti della relazione di aiuto negli ambiti in cui operavano esclusivamente soggetti protesi
verso il prossimo e spinti da una forte energia solidaristica, spesso legati a organizzazioni religiose.
La necessit di questa trasformazione si venuta a creare in seguito allo sviluppo della complessit
7

Retecamere S.cons.r.l. (2009), Lutile senza gli utili. Guida alla creazione dellimpresa sociale,
Camera di Commercio di Roma.
8

Galli A., Nidasio S. (2009), Fare notizia con il non profit. Strumenti e strategie per la
comunicazione nel sociale, Franco Angeli, Milano

Il marketing ne!e professioni di aiuto

dellarea di disagio affrontata, che ha portato allesigenza di inserimento di figure formate e


specializzate in determinati settori, creando in tal modo i presupposti per un cambiamento culturale
profondo dettato dallintroduzione di un approccio laico al disagio. La laicit degli interventi,
unitamente a una tendenza degli enti pubblici a delegare al settore del non profit la gestione dei
servizi sociali (scelta obbligata rispondente alle politiche di privatizzazione introdotte nel nostro
Paese, in concomitanza con questa storica crisi economica) ha portato a una diffusione capillare dei
professionisti della relazione di aiuto in ogni ambito del disagio e ha creato i presupposti per quella
che oggi definiamo auto-imprenditorialit sociale.
Bisogna per fare attenzione perch se da una parte tali posizioni rappresentano uno sbocco
lavorativo, dallaltra rasentano la soglia dello sfruttamento economico: lappalto concesso a
organizzazioni non profit in taluni casi ancora legato alla cultura del prezzo al ribasso, della
concessione del servizio da parte del committente pubblico (Comune, Provincia, Regione, Governo
nazionale); necessitano ancora soggetti capaci di abbattere i costi del servizio per garantire
allutenza risposte quantitative piuttosto che basate sul principio della qualit del servizio e della
relazione con lutente finale o con la committenza stessa. Questa logica genera un effetto cascata
nel gestore del servizio, ossia una cecit del bisogno delloperatore che provoca demotivazione e,
conseguentemente, un peggioramento della qualit del servizio.
Lo stesso accade in presenza di inserimenti di personale contrattualizzato dallente privato
allinterno degli enti pubblici ( il caso degli assistenti sociali inseriti presso i servizi sociali
comunali tramite lappalto a cooperative sociali). Vi una totale assenza di garantismo del
lavoratore a discapito della qualit delle prestazioni.
A favore di queste nuove modalit contrattuali vi laumento della numerosit di personale che si
autopropone senza dover accedere al meccanismo, ormai malato, dei concorsi pubblici.
Negli ultimi decenni anche il ruolo del libero professionista cambiato e la compagine associativa
che spesso lo contraddistingue nella definizione del percorso imprenditoriale ne ha modificato
laspetto identitario; la sua specificit vedeva, infatti, una stretta connessione tra lidentit del
professionista e quella dello studio stesso; il valore dellintuitus personale era tale che il ritiro del
professionista coincideva anche con la chiusura dello studio; oggi non pi cos, grazie a un
modello organizzativo pi flessibile e creativo che permette a ogni singolo professionista di
esprimere creativamente la propria competenza seguendo il flusso del repentino cambiamento e
ridefinizione del bisogno del mercato di riferimento. Questo nuovo modello, oltre che prevedere
linserimento di giovani professionisti in compagini gi esistenti, permette di agevolare il passaggio
generazionale e la cessione dello studio per eccessi di oneri non pi sostenibili dai fondatori;
questultima condizione spesso presente e porta alla rinuncia di percorsi costruiti spesso con molta
energia, determinazione e passione, per questo importante poter trasferire i propri saperi ad altri
professionisti piuttosto che guardare morire unidea.
Vediamo quali caratteristiche contraddistinguono le forme associative che abbiamo individuato
come facilitanti lespressione delle competenze sviluppate nellambito delle relazioni di aiuto.

Lo studio associato
<<Lo studio associato unimpresa del sapere, unattivit economica dove il sapere diventa un
fattore centrale e critico, dove il professionista gestisce informazioni ad alto contenuto specialistico
e che si prende cura del suo cliente ponendosi come intermediario fra un sapere teorico, astratto,
concettualizzato e un sapere finalizzato alle esigenze specifiche e contingenti del cliente>> 9.

Il Sole 24 Ore (2009), Professionista 24. N. 1 - Organizzare lo studio professionale, Milano

Il marketing ne!e professioni di aiuto

Lincontro tra questi due saperi molto delicato e complesso perch il professionista possiede nelle
sue mani un potere notevole, quello della conoscenza condivisa, legittimata dalle istituzioni, siano
esse giuridiche o universitarie o scientifiche. Questo vale soprattutto nellambito delle relazioni di
aiuto dove il sapere e la conoscenza sono sottoposti a una valutazione poco definita e i confini tra
ci che vero o falso, tra ci che eticamente corretto o scorretto, tra ci che efficiente o
inefficiente in un trattamento, sono molto labili. Questo uno dei motivi per cui necessario dare
un assetto organizzativo chiaro e trasparente, oltre che strutturalmente efficiente, al fine di garantire
un elevato standard qualitativo.
Investire in uno studio associato presuppone un livello organizzativo molto complesso, vanno
contemplati i costi relazionali, quelli economici e quelli temporali.
Bisogna porre una scrupolosa attenzione a quello che si muove intorno alla compagine associativa,
sia per quanto riguarda il mercato di riferimento, sia per quel che concerne gli aspetti giuridici,
fiscali, promozionali (il marketing).
<<Il valore di uno studio professionale costituito da:
consapevolezza della struttura, di unidea di solidit trasmessa allesterno
percezione esterna di una compagine organizzata
spersonalizzazione dellattivit: non ci sono conflitti di interesse tra il bisogno del cliente
e quello del singolo perch il cliente risponde a una compagine democratica
trasmissibilit, passaggio generazionale, cessioni e acquisizioni
chiari criteri di valutazione
La gestione dello studio deve avere una visione sistemica, ne va dellefficacia e dellefficienza
dellattivit professionale fin dal momento della sua costituzione. Per cominciare opportuno
predisporre un elenco di processi che rilevano dati sulla qualit della prestazione professionale e
gestire i processi correlati fra loro come fossero un sistema>>.10
Limpresa sociale
L'impresa sociale un'organizzazione privata che non ha scopo di lucro; la sua finalit di interesse
generale ed esercita principalmente unattivit economica di produzione o di scambio di beni o di
servizi. E di recente costituzione e viene disciplinata dalla legge n. 118 del 13/6/2005.
Apparentemente le imprese sociali potrebbero essere associate ad altre forme giuridiche nellambito
del sociale, ma bene evidenziarne le differenze per offrire un quadro utile al professionista che
intende trovare una strada intermedia tra tutte le realt menzionate:
1. sono diverse dalle imprese in quanto non possono avere scopo di lucro;
2. sono diverse dagli enti non commerciali dato che le attivit svolte hanno carattere
commerciale, anche se finalizzate all'utilit sociale.
Limpresa sociale unisce due settori che fino ad ora sono stati separati e distinti: quello della
produzione prettamente imprenditoriale e quello della produzione di beni e servizi di utilit sociale.
La scommessa interessante sta nel fatto che si vuole rendere produttivo ci che per sua natura e
cultura non lo . Si tratta di perseguire lo scopo per cui nata lorganizzazione non lucrativa
mantenendo contemporaneamente lazienda in equilibrio economico e finanziario. Sono a tutti gli
effetti imprese che agiscono per finalit diverse da quelle del profitto.
utile segnalare che a marzo del 2006 il Governo ha approvato un Decreto attuativo della legge
delega11 sull'impresa sociale, dove si evince che il carattere sociale dell'impresa stabilito tenendo
conto che:
10

Ibidem.

11

Decreto Legislativo n. 155/2006

Il marketing ne!e professioni di aiuto

<<

opera nelle materie di particolare rilievo sociale;


non distribuisce, anche in modo indiretto, utili e avanzi di gestione nonch fondi, riserve o
capitale ad amministratori e a persone fisiche o giuridiche partecipanti, collaboratori o
dipendenti, al fine di garantire in ogni caso il carattere non speculativo della partecipazione
all'attivit dell'impresa;
ha l'obbligo di reinvestire gli utili o gli avanzi di gestione nello svolgimento dell'attivit

istituzionale o a incremento del patrimonio;


esclude la possibilit che soggetti pubblici o imprese private con finalit lucrative possano

detenere il controllo, anche attraverso la facolt di nomina maggioritaria degli organi di


amministrazione.
Inoltre, si sono previste disposizioni coerenti con il concetto di valore sociale in ordine a: elettivit
delle cariche sociali, responsabilit degli amministratori nei confronti dei soci e dei terzi,
ammissione ed esclusione dei soci, obbligo di redazione e di pubblicit del bilancio economico e
sociale, forme di controllo contabile e di monitoraggio dell'osservanza delle finalit sociali da parte
dell'impresa ad altra impresa sociale, ovvero a organizzazioni non lucrative di utilit sociale,
associazioni, comitati, fondazioni ed enti ecclesiastici, obbligo di iscrizione nel registro delle
imprese, le procedure concorsuali applicabili in caso di insolvenza, la rappresentanza in giudizio da
parte degli amministratori, la responsabilit limitata al patrimonio dell'impresa per le obbligazioni
da questa assunte, gli organi di controllo, le forme di partecipazione nell'impresa anche per i diversi
prestatori d'opera e per i destinatari delle attivit, ecc.>>12.
In sintesi il Decreto precisa che:
la democraticit della gestione, dunque la partecipazione degli stakeholder o portatori
dinteresse, interni (soci, collaboratori, volontari) ed esterni allimpresa (utenti finali,
committenti, finanziatori o donatori) nella gestione dellimpresa;
la partecipazione degli utenti finali alla valutazione dei risultati (per permettere ai fruitori
delle attivit imprenditoriali di rendersi attori protagonisti nel progetto di crescita
inerente i servizi di cui beneficiano);
la rendicontazione sociale, effettuata attraverso un documento definito bilancio sociale,
che specifica laspetto prettamente contabile e al contempo reso visionabile a tutti i
portatori di interesse per la verifica dei risultati.
Per il suo carattere di impresa, inoltre, ha accesso al registro delle imprese redatto dalla Camera di
Commercio, a garanzia di trasparenza e controllo da parte delle istituzioni.

Le associazioni e le cooperative sociali


Unassociazione considerata tale quando due o pi persone uniscono le forze per uno scopo
comune non lucrativo (non prevede distribuzione degli utili) e non mutualistico (non prevede il
beneficio per i soci inerente i beni e i servizi prodotti dallassociazione stessa). Le associazioni
possono avere uno scopo culturale, ricreativo, sociale, educativo, religioso, sportivo, ecc. ed essere
di due tipi, riconosciute ( sempre il patrimonio dellente che risponde alle obbligazioni contratte
dallassociazione e i creditori personali degli associati non possono rifarsi sul patrimonio dellente)
o non riconosciute (il patrimonio personale degli associati non separato da quello dellente,
rispondono dunque i soggetti che hanno agito in nome e per conto dellassociazione stessa).
Le aziende non profit. Le aziende non profit sono enti non commerciali e possono essere
costituite in forma di associazione, comitato, fondazione; recano, nel loro oggetto sociale, la
12

Retecamere S.cons.r.l. (2009), Lutile senza gli utili. Guida alla creazione dellimpresa sociale,
Camera di Commercio di Roma.

Il marketing ne!e professioni di aiuto

definizione di attivit non commerciale. La costituzione viene formalizzata tramite atto pubblico e
dispongono per legge di un atto costitutivo e di uno statuto che reca al suo interno la descrizione
dellidentit della compagine associativa, le finalit, la filosofia, la regolamentazione degli aspetti
amministrativi e la gestione dei soci. Queste forme associative non escludono totalmente lattivit
di tipo commerciale, possono praticarla a patto che sia marginale rispetto a tutte le altre che hanno
come finalit comune quella di favorire i propri soci. Nellambito delle relazioni di aiuto, le forme
giuridiche pi frequenti nel non profit sono quelle di promozione sociale.
Le Onlus (Organizzazioni Non Lucrative di Utilit Sociale). Ancor pi diffuse in questo
particolare ambito non commerciale sono le Onlus, lhabitat naturale degli operatori della relazione
di aiuto che intendono rivolgere la professione verso attivit che abbiano come primo obiettivo il
benessere dellindividuo, della famiglia e della comunit, anche a discapito del profitto personale.
E evidente come questa tipologia associativa sia differente negli obiettivi dallo studio associato che
abbiamo descritto nel paragrafo precedente, e richiede che i soci dispongano di una vision molto
solida e affine.
I settori di riferimento delle Onlus sono necessariamente quelli dellassistenza sociale e sociosanitaria, assistenza sanitaria, beneficenza, istruzione, formazione, sport dilettantistico, tutela e
promozione dei beni storici e artistici, promozione culturale e artistica, tutela dei diritti civili,
ricerca scientifica.
<<Le Onlus possono svolgere anche attivit commerciale direttamente connessa all'attivit
istituzionale purch i proventi non superino il 66% del costo dell'intera Onlus. Sia l'attivit
istituzionale, sia l'attivit commerciale direttamente connessa non sono soggette a tassazione>>.13
Le Onlus beneficiano di vantaggi fiscali grazie alla finalit sociale che le distingue.
Le societ cooperative sociali. La caratteristica delle societ cooperative quella di avere uno
scopo prevalentemente mutualistico tra i soci; contrariamente alle altre aziende, forniscono beni o
servizi o lavoro direttamente ai propri soci. Nel settore delle relazioni di aiuto, la forma giuridica
prevalente quella della cooperativa sociale, che possiede il titolo di Onlus di diritto e che per sua
natura svolge attivit di solidariet sociale avendo come scopo principale il benessere dei soggetti
svantaggiati, rivolgendo prevalentemente ad essi le proprie attivit. Le societ cooperative hanno
vantaggi fiscali, anche se non cos rilevanti come negli anni passati.
Sono regolate dalla L. 381/91 e operano nel settore dei servizi socio-sanitari ed educativi
(denominate cooperative di tipo A) o qualsiasi attivit se finalizzate allinserimento lavorativo di
persone svantaggiate (denominate cooperative di tipo B).
La scelta della forma giuridica molto importante, anche perch il cambio di una forma giuridica
che non soddisfa pu avere costi elevati per la compagine associativa, oltre che comportare
problemi di natura fiscale.
Un elemento che pu aiutare nella scelta della forma giuridica la conoscenza dei settori ammessi
con i relativi riferimenti normativi necessari per le attivit che usufruiscono di agevolazioni o di
finanziamenti pubblici per la realizzazione delle attivit statutarie14:

assistenza sociale15;
13

Retecamere S.cons.r.l. (2009), Lutile senza gli utili. Guida alla creazione dellimpresa sociale,
Camera di Commercio di Roma.
Ne elenchiamo alcune e invitiamo il lettore a rivolgersi a consulenti del settore dato che i riferimenti citati
in questo testo sono suscettibili di modifiche dettate dai costanti cambiamenti legislativi.
14

15

L. 328/2000 - Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali.

Il marketing ne!e professioni di aiuto

assistenza sanitaria16 ;

assistenza socio-sanitaria17;

educazione, istruzione formazione18;

turismo sociale19;

formazione universitaria e post-universitaria;

ricerca ed erogazione di servizi culturali;

formazione extra-scolastica, finalizzata alla dispersione scolastica ed al successo


scolastico e formativo.20
E evidente che il tentativo di indicare i settori per fare impresa sociale non ci permette di entrare
nella complessit delle possibilit di sbocco professionale, al tempo stesso ci indica la strada per
tracciare una mappa in grado di offrire letture diverse della pluralit che unorganizzazione produce
nello svolgimento delle sue attivit. Le professioni inerenti la relazione di aiuto potranno ampliare il
loro campo dazione in modo esponenziale ma dovranno sempre tenere presente due concetti che
caratterizzano antropologicamente il loro fare: impresa e cooperazione. Limpresa nelle professioni
di aiuto non corrisponde al buonismo disinteressato; limpresa in quanto tale deve sempre avere
come obiettivo la chiusura di un bilancio in attivo. Limpresa sociale la prima esperienza in cui un
soggetto economico ad hoc si assume la responsabilit di rispondere a bisogni sociali con
lobiettivo di coniugarvi una sana gestione economica senza scopo di lucro.

Le societ
La societ unimpresa collettiva che risponde allart. 2247 C.C. in cui ogni socio ha lobbligo di
conferire di beni e servizi attraverso diverse forme di investimento (denaro, crediti, beni come
locali o attrezzature o altro, prestazioni di lavoro). Il livello di investimento del singolo socio viene
formalizzato attraverso latto costitutivo e/o lo statuto allinterno dei quali si rintracciano le regole
generali per il funzionamento della societ e degli organi sociali; a volte si rende necessario
integrare questi strumenti con un regolamento interno (v. avanti) dove verranno specificati modalit
e tempistica per la realizzazione degli obiettivi in itinere. Tra le forme societarie pi corrispondenti
al campo delle relazioni di aiuto troviamo le societ cooperative, in particolar modo le cooperative
sociali; molto meno diffuse sono le societ di persone o di capitali.
Prima di concludere questa prima dispensa sul marketing nelle relazioni di aiuto, sar utile
soffermarsi su qualche interrogativo che agevoler linizio del percorso auto-promozionale del
professionista. Alcuni termini saranno per alcuni nuovi; nessuna preoccupazione, la seconda
dispensa servir a chiarire meglio le idee. Nel frattempo cominciamo lesplorazione...[*]

16

Decreto del Presidente del Consiglio, 29/11/01 - Definizione dei livelli essenziali di assistenza.

17

Decreto del Presidente del Consiglio, 14/02/01 - Atto di indirizzo e coordinamento in materia di
prestazioni socio-sanitarie.
18

L. n. 53 del 28/03/2003.

19

L. n. 135 del 29/03/2001.

20

Elenco e riferimenti tratti da Retecamere S.cons.r.l. (2009), Lutile senza gli utili. Guida alla

creazione dellimpresa sociale, Camera di Commercio di Roma.

Il marketing ne!e professioni di aiuto

Esercitazione 1
Valuta le tue caratteristiche riconducibili allo stile di personalit imprenditoriale e a quello
della personalit sociale, indicando con quale frequenza svolgi ognuna delle funzioni
elencate nel lavoro di gruppo, usando gli indici della seguente scala:
1) Mai - 2) Raramente - 3) Talvolta - 4) Spesso - 5) Sempre
PERSONALIT
IMPRENDITORIALE

PERSONALIT SOCIALE

Definire gli obiettivi e verificarne il


processo di realizzazione

Mediare tra i colleghi

Capacit di problem solving

Integrare le diverse competenze

Tenersi aggiornati sul mercato di


riferimento e sullo sviluppo di strategie di
marketing
Mantenere coerenza nella vision e mission

Accogliere le diverse caratteristiche dei


colleghi

Prestare attenzione ai processi decisionali

Partecipare, osservare, collaborare

Pianificare il calendario delle attivit

Verificare lo stato danimo dei colleghi

Strutturare il piano di marketing

Criticare

Fare analisi di costi e benefici delle attivit

Dominare

Rischiare e resistere allo stress

Ricercare lattenzione

Ricercare stakeholder

Fare la vittima

Comprendere le dicolt causate dai


colleghi

[*] Per chiarimenti e approfondimenti d.direnzo@centrolinfa.it


Modelli di statuto e atto costitutivo
In questo paragrafo intendiamo fornire strumenti pratici utili nella fase di costituzione di
unimpresa, modelli di statuto e atto costitutivo delle forme giuridiche menzionate, in particolare lo
studio associato, lassociazione di promozione sociale, la Onlus, la cooperativa sociale, limpresa
sociale, quelle che riteniamo siano le forme giuridiche pi attinenti il settore delle professioni di
aiuto. La decisione finale tra le diverse forme associative dovr comunque essere presa dietro
consulenza di un commercialista di fiducia che conosca lambito di riferimento in cui si opera, sia
perch ogni professionista rappresenta una realt indipendente, soggetta inoltre ai conflitti di
interesse che andrebbero a inficiare il processo di costituzione dellimpresa, sia perch gli
adempimenti e le normative in merito alle agevolazioni fiscali sono in continua evoluzione e
richiedono un aggiornamento costante che questo testo, per sua natura, non pu fornire. Altrettanto
importante la consulenza di un legale per la stesura dello statuto oltre che per la scelta della natura
giuridica.

Il marketing ne!e professioni di aiuto


STATUTO DI ASSOCIAZIONE TRA PROFESSIONISTI
Il/la dott./dott.ssa X, psicologo, il/la dott./dott.ssa. Y, psichiatra, il/la dott./dott.ssa Z, assistente sociale, iscritti
ai rispettivi Ordini ed esercitanti individualmente la libera professione, con il presente atto si associano per esercitare
in comune la professione, costituendo lassociazione professionale Studio associato X, Y e Z, con sede in
Le norme sullordinamento, sul patrimonio e sullamministrazione, i diritti e gli obblighi degli associati sono
stabiliti negli articoli seguenti.
Il fondo iniziale dello Studio associato di Euro che viene versato nei seguenti importi:
- Dott. X: Euro
- Dott. Y: Euro
- Dott. Z: Euro
Art. 1
costituita una associazione tra professionisti denominata Studio associato X, Y e Z.
Lassociazione ha sede in Lindirizzo pu essere variato con delibera unanime degli associati.
Art. 2
Oggetto dellassociazione lo svolgimento in forma associata della professione e delle attivit di lavoro
autonomo ad essa connesse. Lassociazione pu svolgere attivit utili al raggiungimento dello scopo sociale quali:

acquisire e gestire beni mobili e immobili ed eseguire operazioni mobiliari, immobiliari e finanziarie;

aprire conti correnti bancari, contrarre mutui e compiere ogni operazione finanziaria per procurarsi i
mezzi per lo svolgimento della propria attivit;
Sono escluse le attivit di impresa ed ogni altra attivit vietata agli associati per legge, quali credito e
assicurazione.
Art. 3

Possono essere associate le persone che sono iscritte allOrdine degli psicologi o dei medici o degli assistenti
sociali o ad Ordini e Collegi di altre professioni scientifiche e che hanno ottenuto il gradimento di tutti gli associati.
Gli associati svolgono la loro attivit professionale esclusivamente nellambito dellassociazione, salvo quanto
previsto nellart. 8. Lassociato assolve personalmente, nellambito della associazione, la prestazione professionale.
Durante lo svolgimento dellincarico pu farsi rappresentare e coadiuvare da collaboratori, ausiliari o dipendenti
dellassociazione, comunque sempre sotto la propria responsabilit e direzione e nei casi in cui ci sia compatibile
con la natura dellincarico. Gli onorari sono fatturati direttamente allassociazione e sono acquisiti dalla stessa.
Tutti i costi relativi ad attivit nellambito associativo sono a carico dellassociazione e vengono rimborsati ai
soci che li hanno sostenuti. Gli associati sono tenuti al segreto, alla riservatezza sulle attivit professionali e al
rispetto delle norme di deontologia; essi devono adoperarsi perch tali doveri siano rispettati anche da collaboratori,
ausiliari e dipendenti dellassociazione.
Allatto dellingresso nellassociazione, lassociato deve conferire alla stessa tutti gli incarichi e mandati
professionali dei quali titolare. Deve inoltre dare notizia a tutti i propri committenti dellavvenuto ingresso
nellassociazione.
Art. 4
Lo statuto pu essere integrato da un regolamento che disciplini aspetti non trattati dallo stesso. Il
regolamento approvato dallassemblea ai sensi dellart. 13.
Art. 5
Gli associati non possono svolgere attivit professionale al di fuori dellassociazione, con le seguenti
eccezioni:
attivit didattica e pubblicazioni;
attivit che saranno determinate di volta in volta con il consenso unanime degli associati.
Le attivit cos escluse sono riferibili al singolo associato che ne individualmente responsabile; i relativi
compensi sono fatturati e gestiti individualmente.
Art. 6
I beni e i servizi destinati allattivit professionale acquisiti dallassociazione sono a disposizione degli
associati per lattivit comune. Lassociato non pu servirsi, senza il consenso degli altri associati, dei beni e servizi
dellassociazione per fini estranei a quelli dellassociazione.

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Art. 7
Il rapporto professionale intercorre direttamente tra il committente e il singolo socio, che di persona
professionalmente responsabile della propria attivit. Tuttavia agli effetti patrimoniali lattivit fa capo
allassociazione che se ne assume la responsabilit diretta, mentre la responsabilit personale e solidale degli
associati, ai sensi dellart. 2267 del Codice civile, si verifica solo in via sussidiaria.
In caso di controversia con il committente, le conseguenze economiche, comprese le spese di difesa e il
risarcimento dei danni per illeciti civili e penali, sono a carico dellassociazione, che potr esercitare il diritto di
rivalsa sul socio. Lassociazione stipula a proprie spese il contratto di assicurazione per la copertura dei rischi
professionali per lattivit svolta dai soci nellambito dellassociazione.
Gli associati devono rendere nota la loro appartenenza allassociazione nello svolgimento di incarichi; nei
rapporti professionali svolti a titolo individuale, ai sensi dellart. 8, devono comunicare al committente la
estraneit del rapporto rispetto allassociazione. Ogni associato deve segnalare tempestivamente agli altri soci e
ai terzi interessati le situazioni di incompatibilit o di conflitto di interessi che eventualmente dovessero
verificarsi per lassunzione o lespletamento di un incarico.
Art. 8
Le prestazioni eseguite dallassociazione devono essere fatturate al committente in relazione allattivit
svolta dallassociato o dagli associati che hanno eseguito la prestazione, sulla base delle tariffe a loro applicabili.
Art. 9
Lamministrazione e la rappresentanza dellassociazione spettano disgiuntamente a ciascuno degli associati,
salvo diversa decisone dellassemblea.
In caso di opposizione da parte di un associato ad operazioni degli amministratori, decide lassemblea con il
voto favorevole di almeno i due terzi, ai sensi dellart. 2257, secondo comma, del Codice civile.
Art. 10
Compiti dellassemblea sono: approvazione del rendiconto, nomina e sostituzione di amministratori,
ammissione di nuovi associati, esclusione e recesso di associati, approvazione del regolamento, modifiche dello
statuto e del regolamento.
Lassemblea delibera con il voto favorevole degli associati che rappresentino i due terzi sia per numero che
per quote di partecipazione agli utili, tranne che per le materie in cui prevista lunanimit ai sensi del presente
statuto.
Art. 11
Gli utili risultanti dal rendiconto annuale, predisposto a cura degli amministratori, i costi e le eventuali
perdite vengono attribuiti annualmente tra gli associati nelle seguenti proporzioni:
dott./dott.ssa X ... dott./dott.ssa Y dott./dott.ssa Z
Le quote potranno variare di anno in anno anche a consuntivo, in base allattivit effettivamente svolta
nellanno, con apposito atto di modifica sotto forma di scrittura privata autenticata che, approvata allunanimit,
deve essere formata entro il termine per la dichiarazione dei redditi. In sede di approvazione del rendiconto
vengono determinati gli utili da distribuire e quelli da riportare a nuovo, tenuto conto della situazione finanziaria
e dei programmi dellassociazione. Nel corso dellesercizio possono essere distribuiti acconti di utili, sulla base
degli incassi e della situazione finanziaria.
Art. 12
Il patrimonio netto costituito dagli apporti degli associati e dagli utili maturati e non ancora distribuiti.
Gli associati provvedono ai fabbisogni dellassociazione mediante apporti di denaro e mezzi, proporzionalmente
alle loro quote di partecipazione stabilite nelle seguenti misure:
dott./dott.ssa X ... dott./dott.ssa Y dott./dott.ssa Z
Gli apporti degli associati sono effettuati a titolo di capitale e sono infruttiferi di interessi, salvo diversa
delibera.
In caso di scioglimento del rapporto sociale limitatamente ad un associato, ovvero di scioglimento
dellassociazione, la liquidazione delle quote spettanti ai singoli associati tiene conto delle diverse quote di
partecipazione al patrimonio netto. Le quote di partecipazione allassociazione hanno carattere personale e non
sono trasferibili in tutto o in parte.
Art. 13
Imposte, tasse e contributi sono a carico dellassociazione se riferiti allattivit professionale associata.
Imposte e contributi personali degli associati restano a loro carico. Le ritenute vengono imputate ai singoli
associati in proporzione alle rispettive quote di partecipazione agli utili.

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Art. 14
Il presente accordo stipulato a tempo indeterminato. I patti sociali possono essere variati e
lassociazione pu essere sciolta con il consenso di tutti gli associati.
Ogni variazione della compagine sociale deve essere resa nota ai terzi contraenti.
Art. 15
La qualit di associato si perde:
per scioglimento dellassociazione;
per inadempienza agli obblighi statutari;
per inosservanza delletica professionale;
per cancellazione dallAlbo professionale;
per dimissioni, da comunicarsi almeno sei mesi prima con lettera raccomandata e con decorrenza
dalla data di ricevimento;
per morte, escluso ogni diritto di subentro da parte degli eredi;
per sanzione disciplinare di sospensione o cancellazione, comminata dallOrdine o Collegio e
divenuta definitiva;
per impossibilit di svolgere prestazioni a causa di malattia o altra incolpevole causa, protrattasi
ininterrottamente per oltre un anno.
Le prestazioni in corso da parte dellassociato al momento del recesso o della esclusione restano
affidate allassociazione, salva la facolt per il cliente di revocare il mandato e salva la facolt di
rinunziare allincarico da parte degli altri associati.
Art. 16
Lassociato che perde la qualit di socio ha diritto alla liquidazione delle sue spettanze sulla base
della sua quota di partecipazione al patrimonio. Una situazione patrimoniale ed economica
dellassociazione verr redatta e sottoscritta immediatamente, con effetto alla data di scioglimento del
rapporto; in caso di mancanza di accordo sui valori, questi saranno determinati mediante arbitrato ai sensi
dellart. 20. I beni e i diritti di cui titolare lassociazione sono da valutare in base al valore corrente.
Nessun altro diritto, per clientela, avviamento o altro, spetter al socio uscente. La liquidazione
della quota dellassociato a carico dellassociazione che provveder al pagamento del proprio debito nei
confronti dellassociato o dei suoi eredi entro sei mesi dalla data di scioglimento. Per le responsabilit
dellassociato uscente, si applica lart. 2290 del Codice civile.
Art. 17
Le controversie tra le parti, che insorgano nellapplicazione del presente statuto, saranno decise da
un arbitro, amichevole compositore, scelto di comune accordo.
In caso di disaccordo, larbitro sar nominato, su richiesta della parte pi diligente, dal Presidente
del Tribunale di Questi decider inappellabilmente, regolando lo svolgimento del giudizio a norma
degli articoli 816 e seguenti del Codice di procedura civile.
Art. 18
Il presente atto costitutivo viene notificato a mezzo raccomandata agli Ordini professionali di
appartenenza degli associati.
Art. 19
Per quanto non espressamente previsto dal presente statuto valgono le vigenti norme di legge in
materia e le disposizioni dei rispettivi ordinamenti professionali.

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STATUTO TIPO
ORGANIZZAZIONE NON LUCRATIVA DI UTILIT SOCIALE (ONLUS)
Art.1
Costituzione
1. costituita con sede in , via l'associazione denominata < - Onlus > organizzazione non lucrativa
di utilit sociale, di seguito detta associazione.
2. L'associazione:
persegue esclusivamente finalit di solidariet sociale;
svolge soltanto le attivit indicate nel successivo articolo e quelle ad esse direttamente connesse;
non distribuisce, anche in modo indiretto, utili e avanzi di gestione nonch fondi, riserve o capitale
durante la sua esistenza, a meno che la destinazione o la distribuzione non siano imposte per legge
o siano effettuate a favore di altre organizzazioni non lucrative di utilit sociale che, per legge,
statuto o regolamento, fanno parte della medesima ed unitaria struttura;
impiega gli utili o gli avanzi di gestione per la realizzazione delle attivit istituzionali e di quelle
ad esse direttamente connesse;
in caso di scioglimento per qualunque causa, devolver il patrimonio dell'organizzazione, sentito
l'organismo di controllo, ad altre Onlus o a fin di pubblica utilit, salvo diversa destinazione
imposta dalla legge.
3. Quanto indicato nel precedente comma, seguir i limiti e le condizioni previste dal decreto legislativo 4
dicembre 1997, n. 460.
4. L'associazione ha durata illimitata.
Art.2
Attivit (1)
L'associazione svolge le seguenti attivit
(1) Si ricorda che le attivit che possono svolgere le Onlus devono appartenere almeno ad uno o pi dei seguenti
settori: assistenza sociale e socio-sanitaria, beneficenza, istruzione, formazione, sport dilettantistico, tutela,
promozione e valorizzazione del patrimonio artistico e storico, comprese le biblioteche ed altri beni con
particolare riferimento agli archivi di Stato; tutela e valorizzazione della natura e dell'ambiente, con esclusione
dell'attivit, esercitata abitualmente, di raccolta e riciclaggio dei rifiuti urbani, speciali e pericolosi; promozione
della cultura e dell'arte; tutela dei diritti civili.
La ricerca scientifica di particolare interesse sociale pu essere svolta dalle Onlus che hanno la forma giuridica
di fondazione direttamente ovvero da esse affidata ad universit, enti di ricerca ed altre fondazioni che la
svolgono direttamente. L'ambito e le modalit saranno definite con apposito regolamento governativo.
Art.3
Soci
1. Sono Soci quelli che sottoscrivono il presente statuto e quelli che ne fanno richiesta e la cui domanda di
adesione accolta dal comitato.
2. I soci possono svolgere anche attivit non retribuita.
3. Nella domanda di adesione l'aspirante socio dichiara di accettare senza riserve lo statuto dell'associazione.
L'iscrizione decorre dalla data di delibera del comitato.
4. Tutti i soci cessano di appartenere all'associazione per:
dimissioni volontarie;
non aver effettuato il versamento della quota associativa per almeno due anni;
morte;
indegnit deliberata dal comitato. In quest'ultimo caso ammesso ricorso al collegio arbitrale il
quale decide in via definitiva.
Art.4
Diritti e obblighi dei soci
1. Tutti i soci hanno diritto a partecipare alle assemblee, a votare direttamente o per delega, a svolgere il
lavoro preventivamente concordato e a recedere dallappartenenza all'associazione.
2. I soci sono tenuti a rispettare le norme del presente statuto, a pagare le quote sociali e i contributi
nell'ammontare fissato dall'assemblea e a prestare il lavoro preventivamente concordato.
Art.5
Organi
Sono organi dell'associazione:
l'assemblea;
il comitato;
il presidente;
il collegio dei revisori dei conti. (2)
(2) Qualora i proventi superino per due anni consecutivi l'ammontare di due miliardi di lire, modificato
annualmente secondo alcune modalit, il bilancio deve recare una relazione di controllo sottoscritta da uno o pi
revisori iscritti nel registro dei revisori contabili.

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Art.6
Assemblea
1. L'assemblea costituita da tutti i soci.
2. Essa si riunisce, in via ordinaria, una volta all'anno e, in via straordinaria, ogni qualvolta il presidente lo ritenga
necessario.
3. Le riunioni sono convocate dal presidente, con predisposizione dell'ordine del giorno indicante gli argomenti da
trattare, almeno 15 giorni prima della data fissata, con comunicazione scritta (lettera espressa o raccomandata,
telegramma, fax).
4. La convocazione pu avvenire anche su richiesta di almeno un terzo dei soci; in tal caso il presidente deve
provvedere, con le modalit di cui al comma 3, alla convocazione entro 15 giorni dal ricevimento della richiesta e
l'assemblea deve essere tenuta entro trenta giorni dalla convocazione.
5. In prima convocazione l'assemblea regolarmente costituita con la presenza della met pi uno dei soci, presenti in
proprio o per delega da conferirsi ad altro socio. In seconda convocazione regolarmente costituita qualunque sia il
numero dei soci presenti, in proprio o per delega.
6. Ciascun socio non pu essere portatore di pi di tre deleghe.
7. Le deliberazioni dell'assemblea sono adottate a maggioranza semplice dei presenti, fatto salvo quanto previsto dal
successivo articolo 16.
8. L'assemblea ha i seguenti compiti:
eleggere i membri del comitato;
eleggere i componenti del collegio dei revisori dei conti;
approvare il programma di attivit proposto dal comitato;
approvare il bilancio preventivo;
approvare il bilancio consuntivo;
approvare o respingere le richieste di modifica dello statuto di cui al successivo articolo 16;
stabilire l'ammontare delle quote associative e dei contributi a carico dei soci.
Art.7
Comitato
1. Il comitato eletto dall'assemblea ed composto da .... membri. Esso pu cooptare altri .... membri, in qualit di
esperti. Questi ultimi possono esprimersi con solo voto consultivo.
2. Il comitato si riunisce almeno una volta ogni .... mesi.
3. Le riunioni sono convocate dal presidente, con predisposizione dell'ordine del giorno indicante gli argomenti da
trattare, almeno 10 giorni prima della data fissata, con comunicazione scritta (lettera espresso o raccomandata,
telegramma, fax).
4. La convocazione pu avvenire anche su richiesta di almeno un terzo dei componenti; in tal caso il presidente deve
provvedere, con le modalit di cui al comma 3, alla convocazione entro 12 giorni dalla richiesta e la riunione deve
avvenire entro venti giorni dalla convocazione.
5. In prima convocazione il comitato regolarmente costituito con la presenza della met pi uno dei componenti. In
seconda convocazione regolarmente costituito con la presenza di almeno un terzo dei suoi componenti.
6. Il comitato ha i seguenti compiti:
eleggere il presidente;
assumere il personale;
nominare il segretario;
fissare le norme per il funzionamento dell'associazione;
sottoporre all'approvazione dell'assemblea i bilanci preventivo e consuntivo annuali;
determinare il programma di lavoro in base alle linee di indirizzo contenute nel programma generale
approvato dall'assemblea, promuovendone e coordinandone l'attivit e autorizzandone la spesa;
accogliere o rigettare le domande degli aspiranti soci;
ratificare, nella prima seduta utile, i provvedimenti di propria competenza adottati dal presidente per
motivi di necessit e di urgenza;
nominare il componente del collegio arbitrale di spettanza dell'associazione.
Art.8
Presidente
1. Il presidente, che anche presidente dell'assemblea e del comitato, eletto da quest'ultimo nel suo seno a
maggioranza dei propri componenti.
2. Esso cessa dalla carica secondo le norme del successivo articolo 12 e qualora non ottemperi a quanto disposto nei
precedenti articoli 6, comma 4 e 7, comma 4.
3. Il presidente rappresenta legalmente l'associazione nei confronti di terzi e in giudizio. Convoca e presiede le
riunioni dell'assemblea e del comitato.
4. In caso di necessit e di urgenza, assume i provvedimenti di competenza del comitato, sottoponendoli a ratifica
nella prima riunione utile.
5. In caso di assenza, di impedimento o di cessazione, le relative funzioni sono svolte dal componente del comitato
pi anziano di et.

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4. In caso di necessit e di urgenza, assume i provvedimenti di competenza del comitato, sottoponendoli a


ratifica nella prima riunione utile.
5. In caso di assenza, di impedimento o di cessazione, le relative funzioni sono svolte dal componente del
comitato pi anziano di et.
Art.9
Segretario
1. Il segretario coadiuva il presidente e ha i seguenti compiti:
provvede alla tenuta ed all'aggiornamento del registro dei soci;
provvede al disbrigo della corrispondenza;
responsabile della redazione e della conservazione dei verbali delle riunioni degli organi
collegiali;
predispone lo schema del progetto di bilancio preventivo, che sottopone al comitato entro il
mese di ottobre, e del bilancio consuntivo, che sottopone al comitato entro il mese di marzo;
provvede alla tenuta dei registri e della contabilit dell'associazione nonch alla
conservazione della documentazione relativa;
provvede alla riscossione delle entrate e al pagamento delle spese in conformit alle decisioni del
comitato;
a capo del personale.
Art.10
Collegio dei revisori dei conti
1. Il collegio dei revisori dei conti costituito da tre componenti effettivi e da due supplenti eletti
dall'assemblea. Esso elegge nel suo seno il presidente.
2. Il collegio esercita i poteri e le funzioni previsti dagli articoli 2403 e seguenti del codice civile.
3. Esso agisce di propria iniziativa, su richiesta di uno degli organi oppure su segnalazione anche di un solo
socio fatta per iscritto e firmata.
4. Il collegio riferisce annualmente all'assemblea con relazione scritta, firmata e distribuita a tutti i soci.
Art.11
Collegio arbitrale
1. Qualsiasi controversia dovesse sorgere per l'interpretazione e l'esecuzione del presente statuto tra gli
organi, tra gli organi e i soci oppure tra i soci, deve essere devoluta alla determinazione inappellabile di un
collegio arbitrale formato da tre arbitri amichevoli compositori, i quali giudicheranno "ex bono ed aequo"
senza formalit di procedura, salvo contraddittorio, entro 60 giorni dalla nomina.
2. La loro determinazione avr effetto di accordo direttamente raggiunto tra le parti.
3. Gli arbitri sono nominati uno da ciascuna delle parti ed il terzo dai primi due o, in difetto di accordo, dal
presidente della Corte d'appello di (3) il quale nominer anche l'arbitro per la parte che non vi abbia
provveduto.
(3) Il presidente della Corte d'appello quello competente per territorio.
Art.12
Durata delle cariche
1. Tutte le cariche sociali hanno la durata di tre anni e possono essere riconfermate.
2. Le sostituzioni e le cooptazioni effettuate nel corso del triennio decadono allo scadere del triennio
medesimo.
Art.13
Risorse economiche
1. L'associazione trae le risorse economiche per il funzionamento e lo svolgimento della propria attivit da:
quote associative e contributi dei soci;
contributi dei privati;
contributi dello Stato, di enti e di istituzioni pubbliche;
contributi di organismi internazionali;
donazioni e lasciti testamentari;
introiti derivanti da convenzioni;
rendite di beni mobili o immobili pervenuti all'associazione a qualunque titolo.
2. I fondi sono depositati presso l'istituto di credito stabilito dal comitato.
3. Ogni operazione finanziaria disposta con firme congiunte del presidente e del segretario.
Art.14
Quota sociale
1. La quota associativa a carico dei soci fissata dall'assemblea. Essa annuale; non frazionabile n
ripetibile in caso di recesso o di perdita della qualit di socio.
2. I soci non in regola con il pagamento delle quote sociali non possono partecipare alle riunioni
dell'assemblea n prendere parte alle attivit dell'associazione. Essi non sono elettori e non possono essere
eletti alle cariche sociali.

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Art.15
Bilancio o rendiconto
1. Ogni anno devono essere redatti, a cura del comitato, i bilanci preventivo e consuntivo (rendiconti) da
sottoporre all'approvazione dell'assemblea che decider a maggioranza di voti.
2. Dal bilancio (rendiconto) consuntivo devono risultare i beni, i contributi e i lasciti ricevuti.
3. Il bilancio (rendiconto) deve coincidere con l'anno solare.
(4) Il decreto legislativo sulle Onlus (460/97) stabilisce l'obbligo di redigere il bilancio o rendiconto annuale. Si
ricorda che fra bilancio e rendiconto corre la seguente differenza: il bilancio pu essere definito come il documento
contabile attraverso il quale vengono rappresentati i risultati economico-patrimoniali. Esso documento unitario
composto formalmente da due parti: stato patrimoniale e conto profitti e perdite o conto economico. Esso fotografa
la realt di una azienda che produce profitti o che si prefigge un utile. possibile considerare il bilancio come una
scrittura complessa nella quale confluiscono tutte le scritture elementari. Il rendiconto, invece, un tipo di
scritturazione semplice, di norma adottato da organismi che non si prefiggono un utile, ma focalizzano i loro interessi
su altri valori. Esso , in sostanza, una serie ordinata di valori in dare e in avere. La chiusura di esso non potr mai
portare un utile, ma un mero riporto positivo in avere da riportare nel rendiconto dell'anno successivo e da utilizzare
esclusivamente ai fini etico-sociali e, quindi, in forza delle leggi fiscali agevolative, non tassabile.
Art.16
Modifiche allo statuto
1. Le proposte di modifica allo statuto possono essere presentate all'assemblea da uno degli organi o da almeno
cinque soci. Le relative deliberazioni sono approvate dall'assemblea con il voto favorevole della maggioranza
assoluta dei soci.
Art.17
Norma di rinvio
1. Per quanto non previsto dal presente statuto, si fa riferimento alle vigenti disposizioni legislative in materia.

Box 3. Modello di atto costitutivo per le ONLUS

ATTO COSTITUTIVO TIPO


PER UNA ORGANIZZAZIONE NON LUCRATIVA DI UTILIT SOCIALE
(ONLUS) AVENTE LA FORMA GIURIDICA DI ASSOCIAZIONE
Carta semplice uso bollo
Add (giorno in lettere) del mese di (in lettere) dell'anno (in lettere) si sono riuniti i signori:
1.Cognome, nome, luogo e data di nascita, residenza, attivit svolta e codice fiscale.
2.
3.
Scopo della riunione la costituzione di una associazione denominata - organizzazione non lucrativa di
utilit sociale (Onlus) (ripetere la denominazione indicata nello statuto) il cui scopo e la cui disciplina sono indicati
nello statuto allegato che costituisce parte integrante del presente atto.
Fino alla data in cui sar tenuta la prima assemblea, che dovr svolgersi entro il i membri del comitato sono:

1.
2.
3.
Presidente viene nominato il signor
Letto, approvato e sottoscritto da ciascun aderente sopra indicato, nell'ordine:
1.firma)
2. )

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