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e professioni di aiuto
Dispensa n 1
In questo numero Il mercato delle professioni di aiuto
Primi passi per lavvio e il potenziamento della professione
pag. 2
pag. 3
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pag. 5
pag. 7
pag. 13
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/01/05/istat-disoccupazione-giovanile-cosi-alta-2004/181726/
Lo start up del professionista necessita di un supporto che funga da orientamento, che finalizzi il
lavoro sia alla valutazione delle competenze insite nella persona, competenze che contribuiscono a
tracciare la strada nella scelta dello specifico canale lavorativo, sia allo sviluppo o al potenziamento
delle competenze di base che permettono la realizzazione del piano strategico promozionale. La
definizione degli obiettivi a breve, medio e lungo termine possibile solo quando il progetto
sufficientemente chiaro e la persona ha la possibilit di visualizzare se, dove sta andando, una
meta appetibile o meno e se il sogno realizzabile nello specifico contesto scelto dal professionista.
La valutazione della fattibilit del percorso imprenditoriale viene impostata ricostruendo
conoscenze, abilit e risorse della persona, analizzando le potenzialit insite e le aree di
miglioramento, non ultima la pianificazione della tempistica e della logistica, modalit e strategie di
realizzazione del progetto. Altrettanto importante la fase di follow up che il supervisore pianifica
al fine di migliorare e sistemare le aree critiche che il professionista incontra concretamente nel
percorso lavorativo. La supervisione, dunque, si rivela uno strumento indispensabile alla
costruzione di una strategia di marketing su misura del singolo lavoratore, incentivante e
rassicurante allo stesso tempo perch in grado di seguire progressivamente e realisticamente il
progetto professionale.
<<I nostri genitori ci hanno lasciato un mucchio di pietre ed il coraggio di sollevarle >>
(dal film Ricomincia da oggi di Bertrand Tavernier)
Le novit introdotte dal Governo Monti
Il Decreto sulle liberalizzazioni proposto dal Governo Monti in via di approvazione, introduce
alcuni elementi che riguardano le professioni libere. La liberalizzazione un processo legislativo
finalizzato alla riduzione di restrizioni stabilite dai governi precedenti e che vedono nellespansione
delle libert di azione, la possibilit di creare maggiori opportunit lavorative per un maggior
numero di persone. Il principio alla base di tali processi quello del liberalismo economico, della
libera scelta o della maggiore autonomia nei movimenti lavorativi.
COSA CAMBIA PER LE LIBERE PROFESSIONI
Al fine di assicurare agli utenti uneffettiva facolt di scelta e di comparazione delle prestazioni
offerte sul mercato nellambito delle attivit libero-professionali ed intellettuali:
- abolito luso di tariffe fisse o minime. Restano invece valide le eventuali tariffe massime
prefissate in via generale a tutela degli utenti;
- prevista per le parti la possibilit di concordare compensi connessi al raggiungimento degli
obiettivi perseguiti;
- consentito svolgere pubblicit informativa circa i titoli e le specializzazioni professionali, le
caratteristiche del servizio offerto, nonch il prezzo e i costi complessivi delle prestazioni secondo
criteri di trasparenza e veridicit del messaggio, fatto salvo il caso delle professioni rese nellambito
del Servizio sanitario nazionale o in rapporto convenzionale con lo stesso;
- possibile fornire allutenza servizi professionali di tipo interdisciplinare da parte di societ di
persone o associazioni tra professionisti2.
http://www.studiocataldi.it/liberalizzazioni.asp#
<<L'educazione non deve essere pi una preparazione alla vita, ma la dimensione della vita: nel
matrimonio, nel lavoro, nella gestione dei figli [] necessario diventare eterni scolari>>.
I professionisti della relazione di aiuto sono portatori della capacit di dare consapevolmente vita ad
una relazione, padroneggiando intenzionalmente e razionalmente le abilit tipiche della relazione
stessa dove lattore principale del processo di aiuto individuato sempre pi chiaramente in colui
che questo aiuto ricerca e chiede. Anche la stessa concezione di aiuto viene rivoluzionata: laiuto
non consiste tanto nel proporre soluzioni e nelleseguire complicati aggiustamenti terapeutici,
quanto piuttosto nel togliere ostacoli (emozionali e cognitivi) a oggettivi impedimenti esterni,
rendendo cos possibile il dispiegarsi di energie e potenzialit che la persona possiede.
La principale finalit della relazione di aiuto quella di restituire autonomia, un maggiore senso di
dignit e autostima alla persona; si assiste ad uno spostamento denfasi dalle abilit tecnicoprocedurali alle cosiddette qualit umane (genuinit, coerenza, disponibilit, sensibilit, creativit)
delloperatore di aiuto. La relazione di aiuto consiste nellincontro fra due persone autentiche. Si
riconosce in questo modo il primato delle qualit personali (del saper essere), nel senso che prima, a
fondamento, devono esserci tali qualit e solo su di esse possono innestarsi proficuamente le abilit
tecniche pi specifiche. Ovviamente queste due componenti non sono in antinomia, ma sono
complementari: la tecnica consente di padroneggiare razionalmente gli atteggiamenti (di ascolto, di
empatia, di comprensione, di rispetto) che altro non sono, quando sono armonicamente integrati nel
modo dessere della persona, delle autentiche qualit umane. E chiaro che le stesse qualit
personali, indispensabili alla relazione di aiuto, non sono date a priori e una volta per tutte ma
devono essere sottoposte a continuo affinamento per effetto di successivi apprendimenti
esperienziali.
La situazione attuale delle professioni daiuto
Per affrontare il tema della situazione occupazionale odierna circa le professioni di aiuto,
selezioniamo uno specifico settore, quello del mercato degli psicologi e psicoterapeuti, che ci
sembra rappresentativo e che fornisce informazioni su un ampio spettro di settori in cui le
professioni di aiuto si sviluppano. Una disamina approfondita e autorevole ci viene fornita dalla
ricerca condotta dal CNOP (Consiglio Nazionale Ordine Psicologi), relativa alla situazione
nazionale, e da quella dellOrdine Psicologi del Lazio 4 che offre una panoramica dettagliata della
situazione della domanda/offerta nel mercato, esponendo i dati statistici della Regione Lazio.
Pensare o ripensare il posizionamento della professione per un professionista utile per
comprendere meglio i settori entro cui poter sviluppare maggiormente le attivit, cos come
necessario considerare i problemi connessi alle politiche professionali, alle possibilit di accesso al
mercato del lavoro, allo stato delle regolamentazioni delle singole professioni (basti pensare al
counselling e al complesso iter burocratico al quale si sottopone da anni per veder nascere una
normativa specifica in grado di legittimare la professione, molto diffusa e sempre pi richiesta
anche in Italia) e, infine, agli sviluppi di ogni settore professionale. Tutto questo per dare una
cornice pi chiara ai temi connessi alla formazione dellepistemologia e del marketing.
Nonostante la domanda di assistenza psicologica, di aiuto alle difficolt emotive dellindividuo,
della famiglia e della comunit sia in costante aumento, non si riscontra ancora una crescita
significativa del mercato occupazionale. Per i neolaureati diventa sempre pi difficile trovare
un'occupazione e la precariet caratterizza i liberi professionisti. Si tratta di una professione che
vive affannosamente la ricerca di settori in cui trovare sviluppo per esprimere le potenzialit
inerenti la crescita del benessere della collettivit, oltre che dellindividuo. Inoltre, i dati del 2008
4
Ponzio G. (A cura di) (2008) La psicologia ed il mercato del avoro. Una professione destinata al
5
6
Bosio A. C., Lozza E., (2009), Lo stato e le prospettive de!e professioni psicologiche in Italia.
Rapporto su!e condizioni professionali degli psicologi iscritti a!ordine, Pubblicazione del CNOP
Ponzio G. (a cura di) (2008), La psicologia e il mercato del lavoro: una professione destinata al
precariato? Le ricerche de!'Osservatorio mercato del lavoro, Franco Angeli, Milano.
Lobiettivo condiviso quello di affinare strategie di marketing e di job design coerenti con il
sistema nel quale ogni singola attivit di aiuto inserita. [Core identity e core compenticies].
Una suddivisione sulla base del settore entro il quale lo psicologo inserito che mostra quanto
ancora la libera professione prevalga.
Lavorare in proprio e associarsi: vantaggi/svantaggi, adempimenti legali e fiscali
Fino agli anni 80 lo sviluppo delle professioni inerenti la relazione di aiuto hanno avuto un forte
sviluppo in Italia, sia in ambito pubblico che privato. Erano ancora anni in cui la cultura del posto
fisso, del contratto dipendente a tempo indeterminato era una realt concretamente perseguibile;
psicologi, assistenti sociali, educatori e infermieri potevano ambire alla tranquillit garantita dal
lavoro pubblico. Nel decennio successivo la tendenza delle professioni di aiuto inizia a cambiare e
la diffusione delle forme associative di tipo privato cominciano a rispondere alla carenza, sempre
pi massiccia, del garantismo delle politiche sul lavoro che vedono aumentare i tassi di
disoccupazione. La risposta pi naturale a tali difficolt stata dunque il passaggio a forme di
lavoro di tipo privato, sia attraverso lunione di forze tra professionisti, non pi capaci di far
crescere individualmente il profitto, sia attraverso la creazione di quelle che successivamente
verranno definite imprese sociali rientranti nellarea del non profit o terzo settore.
Con la definizione di terzo settore si intendono tutte quelle organizzazioni che nel sistema
economico si collocano tra lo Stato e il mercato, ma non sono riconducibili n alluno n allaltro:
sono cio soggetti di natura privata, ma finalizzati alla produzione di beni e servizi a destinazione
pubblica o collettiva7.
Questo settore ha visto una diffusione su scala internazionale; nel 1990 lUniversit John Hopkins
di Baltimora ha sviluppato un progetto di ricerca chiamato John Hopkins Comparative Nonprofit
Sector Project che ha descritto il settore non profit come <<un vasto insieme di organizzazioni che
condividono cinque fondamentali caratteristiche:
1. sono formalmente costituite
2. sono private, cio separate a livello organizzativo dallo Stato
3. non distribuiscono profitti
4. si autogovernano
5. si basano in modo significativo sul lavoro volontario
[] perseguire il bene collettivo o bene comune tramite la produzione e lerogazione di beni e
servizi. Tali enti si avvalgono del lavoro dei volontari e cercano di ottenere le loro entrate non solo
dal risultato dellattivit produttiva o di mercato, ma anche da sovvenzioni, donazioni, lasciti e
contributi vari>>.8
Questultimo punto non rientra strettamente nellambito dellauto-imprenditorialit ma importante
tenerne conto, dato che la progettualit nel panorama dei servizi sociali, socio-sanitari e socioeducativi rientranti nel non profit, che rappresenta uno degli ambiti in cui il professionista pu
sviluppare le proprie competenze lavorative, trae origine proprio dalla cultura del volontariato.
La trasformazione naturale di questo settore ha permesso, negli ultimi decenni, lingresso dei
professionisti della relazione di aiuto negli ambiti in cui operavano esclusivamente soggetti protesi
verso il prossimo e spinti da una forte energia solidaristica, spesso legati a organizzazioni religiose.
La necessit di questa trasformazione si venuta a creare in seguito allo sviluppo della complessit
7
Retecamere S.cons.r.l. (2009), Lutile senza gli utili. Guida alla creazione dellimpresa sociale,
Camera di Commercio di Roma.
8
Galli A., Nidasio S. (2009), Fare notizia con il non profit. Strumenti e strategie per la
comunicazione nel sociale, Franco Angeli, Milano
Lo studio associato
<<Lo studio associato unimpresa del sapere, unattivit economica dove il sapere diventa un
fattore centrale e critico, dove il professionista gestisce informazioni ad alto contenuto specialistico
e che si prende cura del suo cliente ponendosi come intermediario fra un sapere teorico, astratto,
concettualizzato e un sapere finalizzato alle esigenze specifiche e contingenti del cliente>> 9.
Lincontro tra questi due saperi molto delicato e complesso perch il professionista possiede nelle
sue mani un potere notevole, quello della conoscenza condivisa, legittimata dalle istituzioni, siano
esse giuridiche o universitarie o scientifiche. Questo vale soprattutto nellambito delle relazioni di
aiuto dove il sapere e la conoscenza sono sottoposti a una valutazione poco definita e i confini tra
ci che vero o falso, tra ci che eticamente corretto o scorretto, tra ci che efficiente o
inefficiente in un trattamento, sono molto labili. Questo uno dei motivi per cui necessario dare
un assetto organizzativo chiaro e trasparente, oltre che strutturalmente efficiente, al fine di garantire
un elevato standard qualitativo.
Investire in uno studio associato presuppone un livello organizzativo molto complesso, vanno
contemplati i costi relazionali, quelli economici e quelli temporali.
Bisogna porre una scrupolosa attenzione a quello che si muove intorno alla compagine associativa,
sia per quanto riguarda il mercato di riferimento, sia per quel che concerne gli aspetti giuridici,
fiscali, promozionali (il marketing).
<<Il valore di uno studio professionale costituito da:
consapevolezza della struttura, di unidea di solidit trasmessa allesterno
percezione esterna di una compagine organizzata
spersonalizzazione dellattivit: non ci sono conflitti di interesse tra il bisogno del cliente
e quello del singolo perch il cliente risponde a una compagine democratica
trasmissibilit, passaggio generazionale, cessioni e acquisizioni
chiari criteri di valutazione
La gestione dello studio deve avere una visione sistemica, ne va dellefficacia e dellefficienza
dellattivit professionale fin dal momento della sua costituzione. Per cominciare opportuno
predisporre un elenco di processi che rilevano dati sulla qualit della prestazione professionale e
gestire i processi correlati fra loro come fossero un sistema>>.10
Limpresa sociale
L'impresa sociale un'organizzazione privata che non ha scopo di lucro; la sua finalit di interesse
generale ed esercita principalmente unattivit economica di produzione o di scambio di beni o di
servizi. E di recente costituzione e viene disciplinata dalla legge n. 118 del 13/6/2005.
Apparentemente le imprese sociali potrebbero essere associate ad altre forme giuridiche nellambito
del sociale, ma bene evidenziarne le differenze per offrire un quadro utile al professionista che
intende trovare una strada intermedia tra tutte le realt menzionate:
1. sono diverse dalle imprese in quanto non possono avere scopo di lucro;
2. sono diverse dagli enti non commerciali dato che le attivit svolte hanno carattere
commerciale, anche se finalizzate all'utilit sociale.
Limpresa sociale unisce due settori che fino ad ora sono stati separati e distinti: quello della
produzione prettamente imprenditoriale e quello della produzione di beni e servizi di utilit sociale.
La scommessa interessante sta nel fatto che si vuole rendere produttivo ci che per sua natura e
cultura non lo . Si tratta di perseguire lo scopo per cui nata lorganizzazione non lucrativa
mantenendo contemporaneamente lazienda in equilibrio economico e finanziario. Sono a tutti gli
effetti imprese che agiscono per finalit diverse da quelle del profitto.
utile segnalare che a marzo del 2006 il Governo ha approvato un Decreto attuativo della legge
delega11 sull'impresa sociale, dove si evince che il carattere sociale dell'impresa stabilito tenendo
conto che:
10
Ibidem.
11
<<
Retecamere S.cons.r.l. (2009), Lutile senza gli utili. Guida alla creazione dellimpresa sociale,
Camera di Commercio di Roma.
definizione di attivit non commerciale. La costituzione viene formalizzata tramite atto pubblico e
dispongono per legge di un atto costitutivo e di uno statuto che reca al suo interno la descrizione
dellidentit della compagine associativa, le finalit, la filosofia, la regolamentazione degli aspetti
amministrativi e la gestione dei soci. Queste forme associative non escludono totalmente lattivit
di tipo commerciale, possono praticarla a patto che sia marginale rispetto a tutte le altre che hanno
come finalit comune quella di favorire i propri soci. Nellambito delle relazioni di aiuto, le forme
giuridiche pi frequenti nel non profit sono quelle di promozione sociale.
Le Onlus (Organizzazioni Non Lucrative di Utilit Sociale). Ancor pi diffuse in questo
particolare ambito non commerciale sono le Onlus, lhabitat naturale degli operatori della relazione
di aiuto che intendono rivolgere la professione verso attivit che abbiano come primo obiettivo il
benessere dellindividuo, della famiglia e della comunit, anche a discapito del profitto personale.
E evidente come questa tipologia associativa sia differente negli obiettivi dallo studio associato che
abbiamo descritto nel paragrafo precedente, e richiede che i soci dispongano di una vision molto
solida e affine.
I settori di riferimento delle Onlus sono necessariamente quelli dellassistenza sociale e sociosanitaria, assistenza sanitaria, beneficenza, istruzione, formazione, sport dilettantistico, tutela e
promozione dei beni storici e artistici, promozione culturale e artistica, tutela dei diritti civili,
ricerca scientifica.
<<Le Onlus possono svolgere anche attivit commerciale direttamente connessa all'attivit
istituzionale purch i proventi non superino il 66% del costo dell'intera Onlus. Sia l'attivit
istituzionale, sia l'attivit commerciale direttamente connessa non sono soggette a tassazione>>.13
Le Onlus beneficiano di vantaggi fiscali grazie alla finalit sociale che le distingue.
Le societ cooperative sociali. La caratteristica delle societ cooperative quella di avere uno
scopo prevalentemente mutualistico tra i soci; contrariamente alle altre aziende, forniscono beni o
servizi o lavoro direttamente ai propri soci. Nel settore delle relazioni di aiuto, la forma giuridica
prevalente quella della cooperativa sociale, che possiede il titolo di Onlus di diritto e che per sua
natura svolge attivit di solidariet sociale avendo come scopo principale il benessere dei soggetti
svantaggiati, rivolgendo prevalentemente ad essi le proprie attivit. Le societ cooperative hanno
vantaggi fiscali, anche se non cos rilevanti come negli anni passati.
Sono regolate dalla L. 381/91 e operano nel settore dei servizi socio-sanitari ed educativi
(denominate cooperative di tipo A) o qualsiasi attivit se finalizzate allinserimento lavorativo di
persone svantaggiate (denominate cooperative di tipo B).
La scelta della forma giuridica molto importante, anche perch il cambio di una forma giuridica
che non soddisfa pu avere costi elevati per la compagine associativa, oltre che comportare
problemi di natura fiscale.
Un elemento che pu aiutare nella scelta della forma giuridica la conoscenza dei settori ammessi
con i relativi riferimenti normativi necessari per le attivit che usufruiscono di agevolazioni o di
finanziamenti pubblici per la realizzazione delle attivit statutarie14:
assistenza sociale15;
13
Retecamere S.cons.r.l. (2009), Lutile senza gli utili. Guida alla creazione dellimpresa sociale,
Camera di Commercio di Roma.
Ne elenchiamo alcune e invitiamo il lettore a rivolgersi a consulenti del settore dato che i riferimenti citati
in questo testo sono suscettibili di modifiche dettate dai costanti cambiamenti legislativi.
14
15
L. 328/2000 - Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali.
assistenza sanitaria16 ;
assistenza socio-sanitaria17;
turismo sociale19;
Le societ
La societ unimpresa collettiva che risponde allart. 2247 C.C. in cui ogni socio ha lobbligo di
conferire di beni e servizi attraverso diverse forme di investimento (denaro, crediti, beni come
locali o attrezzature o altro, prestazioni di lavoro). Il livello di investimento del singolo socio viene
formalizzato attraverso latto costitutivo e/o lo statuto allinterno dei quali si rintracciano le regole
generali per il funzionamento della societ e degli organi sociali; a volte si rende necessario
integrare questi strumenti con un regolamento interno (v. avanti) dove verranno specificati modalit
e tempistica per la realizzazione degli obiettivi in itinere. Tra le forme societarie pi corrispondenti
al campo delle relazioni di aiuto troviamo le societ cooperative, in particolar modo le cooperative
sociali; molto meno diffuse sono le societ di persone o di capitali.
Prima di concludere questa prima dispensa sul marketing nelle relazioni di aiuto, sar utile
soffermarsi su qualche interrogativo che agevoler linizio del percorso auto-promozionale del
professionista. Alcuni termini saranno per alcuni nuovi; nessuna preoccupazione, la seconda
dispensa servir a chiarire meglio le idee. Nel frattempo cominciamo lesplorazione...[*]
16
Decreto del Presidente del Consiglio, 29/11/01 - Definizione dei livelli essenziali di assistenza.
17
Decreto del Presidente del Consiglio, 14/02/01 - Atto di indirizzo e coordinamento in materia di
prestazioni socio-sanitarie.
18
L. n. 53 del 28/03/2003.
19
20
Elenco e riferimenti tratti da Retecamere S.cons.r.l. (2009), Lutile senza gli utili. Guida alla
Esercitazione 1
Valuta le tue caratteristiche riconducibili allo stile di personalit imprenditoriale e a quello
della personalit sociale, indicando con quale frequenza svolgi ognuna delle funzioni
elencate nel lavoro di gruppo, usando gli indici della seguente scala:
1) Mai - 2) Raramente - 3) Talvolta - 4) Spesso - 5) Sempre
PERSONALIT
IMPRENDITORIALE
PERSONALIT SOCIALE
Criticare
Dominare
Ricercare lattenzione
Ricercare stakeholder
Fare la vittima
acquisire e gestire beni mobili e immobili ed eseguire operazioni mobiliari, immobiliari e finanziarie;
aprire conti correnti bancari, contrarre mutui e compiere ogni operazione finanziaria per procurarsi i
mezzi per lo svolgimento della propria attivit;
Sono escluse le attivit di impresa ed ogni altra attivit vietata agli associati per legge, quali credito e
assicurazione.
Art. 3
Possono essere associate le persone che sono iscritte allOrdine degli psicologi o dei medici o degli assistenti
sociali o ad Ordini e Collegi di altre professioni scientifiche e che hanno ottenuto il gradimento di tutti gli associati.
Gli associati svolgono la loro attivit professionale esclusivamente nellambito dellassociazione, salvo quanto
previsto nellart. 8. Lassociato assolve personalmente, nellambito della associazione, la prestazione professionale.
Durante lo svolgimento dellincarico pu farsi rappresentare e coadiuvare da collaboratori, ausiliari o dipendenti
dellassociazione, comunque sempre sotto la propria responsabilit e direzione e nei casi in cui ci sia compatibile
con la natura dellincarico. Gli onorari sono fatturati direttamente allassociazione e sono acquisiti dalla stessa.
Tutti i costi relativi ad attivit nellambito associativo sono a carico dellassociazione e vengono rimborsati ai
soci che li hanno sostenuti. Gli associati sono tenuti al segreto, alla riservatezza sulle attivit professionali e al
rispetto delle norme di deontologia; essi devono adoperarsi perch tali doveri siano rispettati anche da collaboratori,
ausiliari e dipendenti dellassociazione.
Allatto dellingresso nellassociazione, lassociato deve conferire alla stessa tutti gli incarichi e mandati
professionali dei quali titolare. Deve inoltre dare notizia a tutti i propri committenti dellavvenuto ingresso
nellassociazione.
Art. 4
Lo statuto pu essere integrato da un regolamento che disciplini aspetti non trattati dallo stesso. Il
regolamento approvato dallassemblea ai sensi dellart. 13.
Art. 5
Gli associati non possono svolgere attivit professionale al di fuori dellassociazione, con le seguenti
eccezioni:
attivit didattica e pubblicazioni;
attivit che saranno determinate di volta in volta con il consenso unanime degli associati.
Le attivit cos escluse sono riferibili al singolo associato che ne individualmente responsabile; i relativi
compensi sono fatturati e gestiti individualmente.
Art. 6
I beni e i servizi destinati allattivit professionale acquisiti dallassociazione sono a disposizione degli
associati per lattivit comune. Lassociato non pu servirsi, senza il consenso degli altri associati, dei beni e servizi
dellassociazione per fini estranei a quelli dellassociazione.
Art.15
Bilancio o rendiconto
1. Ogni anno devono essere redatti, a cura del comitato, i bilanci preventivo e consuntivo (rendiconti) da
sottoporre all'approvazione dell'assemblea che decider a maggioranza di voti.
2. Dal bilancio (rendiconto) consuntivo devono risultare i beni, i contributi e i lasciti ricevuti.
3. Il bilancio (rendiconto) deve coincidere con l'anno solare.
(4) Il decreto legislativo sulle Onlus (460/97) stabilisce l'obbligo di redigere il bilancio o rendiconto annuale. Si
ricorda che fra bilancio e rendiconto corre la seguente differenza: il bilancio pu essere definito come il documento
contabile attraverso il quale vengono rappresentati i risultati economico-patrimoniali. Esso documento unitario
composto formalmente da due parti: stato patrimoniale e conto profitti e perdite o conto economico. Esso fotografa
la realt di una azienda che produce profitti o che si prefigge un utile. possibile considerare il bilancio come una
scrittura complessa nella quale confluiscono tutte le scritture elementari. Il rendiconto, invece, un tipo di
scritturazione semplice, di norma adottato da organismi che non si prefiggono un utile, ma focalizzano i loro interessi
su altri valori. Esso , in sostanza, una serie ordinata di valori in dare e in avere. La chiusura di esso non potr mai
portare un utile, ma un mero riporto positivo in avere da riportare nel rendiconto dell'anno successivo e da utilizzare
esclusivamente ai fini etico-sociali e, quindi, in forza delle leggi fiscali agevolative, non tassabile.
Art.16
Modifiche allo statuto
1. Le proposte di modifica allo statuto possono essere presentate all'assemblea da uno degli organi o da almeno
cinque soci. Le relative deliberazioni sono approvate dall'assemblea con il voto favorevole della maggioranza
assoluta dei soci.
Art.17
Norma di rinvio
1. Per quanto non previsto dal presente statuto, si fa riferimento alle vigenti disposizioni legislative in materia.
1.
2.
3.
Presidente viene nominato il signor
Letto, approvato e sottoscritto da ciascun aderente sopra indicato, nell'ordine:
1.firma)
2. )