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Storia OGM & Monsanto

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Indice
Voci
Organismo geneticamente modificato

Dibattito sugli OGM

14

Normativa sugli OGM

28

Protocollo di Cartagena

33

Monsanto Company

35

MON 810

37

Piante transgeniche

38

Note
Fonti e autori delle voci

43

Fonti, licenze e autori delle immagini

44

Licenze della voce


Licenza

45

Organismo geneticamente modificato

Organismo geneticamente modificato


Un organismo geneticamente modificato (OGM)
un organismo vivente che possiede un patrimonio
genetico modificato tramite tecniche di ingegneria
genetica, che consentono l'aggiunta, l'eliminazione o la
modifica di elementi genici.

Definizione di Organismi
Geneticamente Modificati
Con il termine Organismo Geneticamente Modificato
(OGM) si intendono soltanto gli organismi in cui parte
del genoma sia stato modificato tramite le moderne
tecniche di ingegneria genetica. Non sono considerati
"organismi geneticamente modificati" tutti quegli
organismi il cui patrimonio genetico viene modificato
a seguito di processi spontanei (modificazioni e
trasferimenti di materiale genetico avvengono infatti in
natura in molteplici occasioni e tali processi sono
all'origine della diversit della vita sulla terra), o
indotti dall'uomo tramite altre tecniche che non sono
incluse nella definizione data dalla normativa di
riferimento (ad esempio con radiazioni ionizzanti o
mutageni chimici).

GloFish, pesci d'acquario resi fluorescenti tramite transgenesi. Sono i


primi animali geneticamente modificati.

Gli OGM vengono spesso indicati come organismi transgenici: i due termini non sono sinonimi in quanto il termine
transgenesi si riferisce all'inserimento, nel genoma di un dato organismo, di geni provenienti da un organismo di
specie diversa. Sono invece definiti OGM anche quegli organismi che risultano da modificazioni che non prevedono
l'inserimento di alcun gene (es. sono OGM anche gli organismi dal cui genoma sono stati tolti dei geni), cos come
gli organismi in cui il materiale genetico inserito proviene da un organismo "donatore" della stessa specie. In questo
secondo caso alcuni studiosi parlano di organismi cisgenici[1], la tecnica in questione si chiama "miglioramento
genetico assistito da marcatori molecolari e la cisgenesi", per velocizzare il lento progresso del breeding ed pronta
ad introdurre piante cisgeniche nel mercato.[2]

Tecniche principali
Ai fini della definizione di OGM data dalla Direttiva 2001/18/CE, sono considerate tecniche che hanno come
risultato un organismo geneticamente modificato:
1. tecniche di ricombinazione del materiale genetico che comportano la formazione di nuove combinazioni
mediante l'utilizzo di un vettore di molecole di DNA, RNA o loro derivati, nonch il loro inserimento in un
organismo ospite nel quale non compaiono per natura, ma nel quale possono replicarsi in maniera continua;
2. tecniche che comportano l'introduzione diretta in un organismo di materiale ereditabile preparato al suo esterno,
tra cui la macroiniezione e il microincapsulamento;
3. fusione cellulare (inclusa la fusione di protoplasti) o tecniche di ibridazione per la costruzione di cellule vive, che
presentano nuove combinazioni di materiale genetico ereditabile, mediante la fusione di due o pi cellule,
utilizzando metodi non naturali.

Organismo geneticamente modificato


Sono esclusi dalla definizione gli organismi ottenuti per mutagenesi o fusione cellulare di cellule vegetali di
organismi che possono scambiare materiale genetico anche con metodi di riproduzione tradizionali, a condizione che
non comportino l'impiego di molecole di acido nucleico ricombinante.[3]

Tecniche di miglioramento genetico


La modificazione del genoma degli esseri viventi da parte dell'uomo una pratica antichissima. Essa pu risalire a
circa 14.000 anni fa con l'addomesticamento del cane. Le modificazioni genetiche indotte in tal modo sono state per
in larga parte inconsapevoli ed solo a partire dalla prima met del Novecento che l'uomo ha preso coscienza
dell'effetto a livello genetico indotto dai propri programmi di selezione.
I metodi utilizzati tradizionalmente per modificare il patrimonio genetico degli esseri viventi sono essenzialmente
due: la mutagenesi e l'incrocio.
La mutagenesi un fenomeno che strutturalmente presente, anche se a bassa frequenza, in tutti gli esseri viventi ed
basato sulle imprecisioni o gli errori di replicazione del genoma durante i processi di divisione cellulare. Le
mutazioni vengono poi sottoposte a selezione o dall'ambiente o dall'uomo e se vantaggiose vengono mantenute nella
popolazione. Nei programmi di miglioramento genetico, la frequenza con cui avvengono queste mutazioni viene
generalmente amplificata utilizzando radiazioni o agenti chimici mutageni. Le mutazioni, che possono interessare
una singola base del DNA o anche intere porzioni di cromosomi (inserzioni, traslocazioni, duplicazioni e delezioni),
hanno portato nel tempo ad evidenti modifiche fenotipiche negli esseri viventi (si pensi alla diversit tra le varie
razze canine). L'uomo, nei secoli, ha sfruttato la variabilit prodotta dalle mutazioni (quale ad esempio l'incapacit di
perdere i semi da parte della spiga del frumento) per selezionare e costruire molte cultivar e razze animali oggi
fondamentali per la sua sopravvivenza. Un esempio storico di mutazioni indotte dall'uomo ai fini del miglioramento
genetico rappresentato dalla variet di frumento "Creso", ottenuto per irradiazione dall'ENEA. Esso stato negli
anni ottanta una delle variet di punta per la produzione di pasta (circa 1 spaghetto su 4) ed oggi uno dei genitori
delle attuali variet commerciali[4]. Un altro esempio dato dalla differenza tra mais giallo e mais bianco che
riconducibile alla mutazione di un singolo gene.
L'incrocio invece una tecnica che permette di unire le caratteristiche presenti in due individui diversi, anche non
appartenenti alla medesima specie, grazie al rimescolamento dei loro genomi sfruttando la riproduzione sessuale. In
tal modo sono stati prodotti il mulo o il bardotto, ma anche gli ibridi oggi utilizzati per le produzioni animali e
vegetali. Il vantaggio di tale tecnica la possibilit, una volta identificata fenotipicamente una caratteristica di
interesse in una razza o in una variet (ad esempio la resistenza ad una malattia), di trasferirla in un'altra attraverso
incroci mirati.
La differenza sostanziale tra queste due tecniche di miglioramento genetico e l'ingegneria genetica (alla base dello
sviluppo degli OGM) sta nella modalit con cui l'uomo induce le modificazioni genetiche. Nel caso della mutazione
o dell'incrocio viene infatti effettuata una selezione fenotipica, in base a caratteristiche visibili, all'interno di
popolazioni molto grandi (alcune decine di migliaia nelle piante e alcune centinaia negli animali)[5].
Nell'ingegneria genetica invece possibile "progettare" deterministicamente la modifica genetica da effettuare.
Inoltre, una volta ottenuto un certo numero di organismi geneticamente modificati, essendo questi geneticamente
distinguibili dagli altri, possono venire selezionati genotipicamente, ovvero in base alle loro caratteristiche genetiche,
e non pi unicamente fenotipicamente come accade invece per le tecniche tradizionali, per le quali non possibile
conoscere a priori le modificazioni genetiche indotte.

Organismo geneticamente modificato

Storia
Il primo OGM moderno fu ottenuto nel 1973 da Stanley Norman
Cohen (Stanford University School of Medicine) e Herbert Boyer
(University of California, San Francisco). I due ricercatori, grazie
all'uso combinato delle nuove tecniche di biologia molecolare che si
stavano sviluppando in diversi laboratori, come l'uso dell'enzima ligasi
(1967), degli enzimi di restrizione e della trasformazione batterica
(1970-72), riuscirono per primi a clonare un gene di rana all'interno del
batterio Escherichia coli, dimostrando che era possibile trasferire
materiale genetico da un organismo ad un altro tramite l'utilizzo di
vettori plasmidici in grado di autoreplicarsi, abbattendo di fatto le
barriere specie-specifiche[6][7].

Immagine al microscopio elettronico a scansione


di E.coli, il primo batterio modificato tramite
tecniche di ingegneria genetica.

Questi risultati ebbero un tale impatto da indurre la comunit


scientifica ad autoimporre nel 1974 una moratoria internazionale
sull'uso della tecnica del DNA ricombinante per valutare la nuova tecnologia ed i suoi possibili rischi. L'anno
successivo fu la conferenza di Asilomar, tenutasi a Pacific Grove (California)[8] a concludere che gli esperimenti sul
DNA ricombinante potessero procedere a patto che rispettassero severe linee guida, poi redatte dai National
Institutes of Health (NIH) ed accettate dalla comunit scientifica. Queste linee guida, pubblicate per la prima volta
nel 1976[9] e successivamente aggiornate, sono tuttora seguite dai laboratori che effettuano esperimenti di
trasformazione genica[10].
Dal 1976 ad oggi gli OGM sono passati dallo stato di mera possibilit tecnologica ad una realt. Si sono dovuti
attendere infatti solo due anni da Asilomar per avere il primo prodotto ad uso commerciale derivato da un OGM. La
Genentech, fondata da Herbert Boyer, riuscita infatti a produrre attraverso E. coli importanti proteine umane
ricombinanti: la somatostatina (1977) e l'insulina (1978), il farmaco biotecnologico pi noto, che stato
commercializzato a partire dal 1981[11]. La commercializzazione dell'insulina ha segnato un cambiamento epocale
per l'industria del farmaco, aprendo il settore biotecnologico (precedentemente confinato nei laboratori di ricerca)
all'industrializzazione, e rivoluzionando il processo di drug discovery e lo sviluppo di nuove terapie non invasive.
Poco dopo lo sviluppo dell'insulina ricombinante, nel 1983 si ebbe negli Stati Uniti la prima battaglia sul rilascio
nell'ambiente di organismi geneticamente modificati. Al centro del dibattito la sperimentazione dei cosiddetti batteri
ice-minus, una variante di Pseudomonas syringae incapace di produrre la proteina di superficie che facilita la
formazione dei cristalli di ghiaccio. I ricercatori della Advanced Genetic Sciencies e della University of California,
Berkeley svilupparono questa variante allo scopo di introdurla nel terreno per proteggere le piante dal gelo. La
richiesta di effettuare esperimenti in campo aperto con questo OGM scaten una forte contestazione da parte degli
ambientalisti. Solo dopo una battaglia legale durata tre anni, nel 1986 i batteri ice-minus furono i primi OGM ad
uscire dai laboratori ed essere introdotti nell'ambiente. Pochi anni dopo si scopr che questa variante esisteva anche
in natura e l'azienda detentrice del brevetto, visto il contesto non favorevole agli OGM, decise di proseguire gli
esperimenti solo sulla variante naturale. Gli ice-minus ricombinanti non vennero mai commercializzati[12].
Dopo pi di 30 anni dalla Conferenza di Asilomar, all'alba del XXI secolo si conoscono molte delle potenzialit e dei
limiti di questa tecnologia e, in molti casi, si dispone dei protocolli di gestione necessari a consentirne una
applicazione in sicurezza. In particolare il Protocollo di Cartagena, ratificato nel 2000, si pone come strumento
internazionale per la protezione della biodiversit dai possibili rischi derivanti dalla diffusione dei prodotti delle
nuove tecnologie.
Ad oggi la tecnica del DNA ricombinante stata utilizzata non solo per la produzione di nuovi farmaci, ma anche di
enzimi per ridurre l'impatto ambientale dell'industria, piante e animali con caratteristiche migliorative in termini di
resistenza alla malattie o di performance produttive e ambientali, ma anche organismi quali l'oncotopo, usato nella

Organismo geneticamente modificato

ricerca sul cancro, che hanno portato con s importanti quesiti etici oltre ad aver aperto la strada a dispute per l'uso a
fini sperimentali o commerciali delle innovazioni scientifiche[13]. La possibilit di brevettare gli OGM ha acceso un
forte dibattito sulla propriet intellettuale delle risorse genetiche del pianeta e sulla liceit di una ricerca e di
un'industria che non si ponga anche dei limiti etici o che non sappia mettersi in ascolto delle domande presenti
nell'opinione pubblica creando consenso attorno alle proprie iniziative di ricerca e business. Non da ultimo esistono
perplessit sulla creazione di esseri umani geneticamente modificati.
La commercializzazione degli OGM sta conquistando anche altri tipologie di mercati: nel 2003 a Taiwan furono
venduti i primi animali OGM a scopo domestico[14]: si tratt di un centinaio di pesci d'acquario resi fluorescenti
tramite l'inserimento di geni di medusa. Nel dicembre 2003 la vendita di pesci fluorescenti stata permessa anche
negli Stati Uniti, dopo che la Food and Drug Administration dichiar la non rilevanza a scopi alimentari di questi
pesci[15], mentre tuttora vietata la loro introduzione in Europa.

Applicazioni
Gli OGM sono oggi utilizzati principalmente nell'ambito dell'alimentazione, dell'agricoltura, della medicina, della
ricerca, e dell'industria.
Agricoltura
Batteri

Alimentazione

batteri che introdotti nel


suolo ne migliorano le
caratteristiche (es. batteri
azoto-fissatori) o
proteggono le piante dal
gelo (batteri ice-minus)
insetticidi naturali (es.
Bacillus thuringiensis)

Medicina

studio e miglioramento
di batteri per la
produzione di sostanze
di uso alimentare come
enzimi per il trattamento
di cibi

produzione di sostanze medicinali


come l'insulina
produzione di farmaci (es.
antibiotici, vaccini)

Industria

Miceti

produzione di enzimi
usati nell'industria
alimentare,
miglioramento dei
processi di
fermentazione (es.
produzione della birra)

produzione di farmaci (es.


antibiotici, vaccini)

biorimedi (es. batteri che


degradano idrocarburi)
produzione di bioplastiche ed
altre sostanze organiche di
interesse industriale
produzione di fonti
energetiche rinnovabili (es.
etanolo, idrogeno)
test sulla potenziale tossicit
di sostanze per uso umano (es.
Test di Ames)
produzione di svariate
sostanze di interesse
industriale (es. l'acido lattico o
l'acetone)
test sulla potenziale tossicit
di sostanze per uso umano (es.
Test di Ames)
produzione di fonti
energetiche rinnovabili (es.
etanolo, idrogeno)

Organismo geneticamente modificato

Piante

Animali

miglioramento delle

pratiche agronomiche:
es. piante tolleranti allo
stress idrico o salino,
colture tolleranti a
specifici erbicidi
introduzione di caratteri
di resistenza specifica:
es. piante resistenti agli
insetti o ai virus
produzione di energia:
variet con pi elevato
potere calorico e minori
richieste di input chimici
utilizzabili anche su aree
marginali

miglioramenti nelle

qualit nutrizionali e
organolettiche: es. riso
ad elevato contenuto in
beta-carotene, pomodoro
a maturazione rallentata

produzioni animali con


migliori caratteristiche
nutrizionali o

organolettiche: es. latte


con pi alto contenuto in
caseina, latte senza
lattosio

produzione di farmaci/composti in
pianta (molecular farming):
produzione a basso costo di
sostanze farmaceutiche e chimiche,
riduzione degli scarti chimici
industriali (es. vaccino contro
l'epatite, produzione di amilasi).

produzione di farmaci (es.


interferone)
modelli per la ricerca su malattie
umane (es. l'oncotopo)
metodi diagnostici o terapie come
ad esempio la produzione di
anticorpi monoclonali (es. a fini
oncologici, malattie autoimmuni o
[16]
infiammatorie)
animali donatori di organi per
xenotrapianti

miglioramento delle
caratteristiche richieste a
livello industriale delle
materie prime (es. pioppo con
un tasso di lignina inferiore
per facilitare il processo di
fabbricazione della pasta da
carta)
fitodepurazione (es. piante
capaci di estrarre metalli quali
oro, rame e uranio, piante in
grado di degradare il tritolo o
di segnalare la presenza di
radiazioni)

produzione di proteine
eterologhe difficilmente
ottenibili da procarioti per via
di modifiche postraduzionali
tipiche degli eucarioti
superiori (es. glicosilazioni,
formazione di ponti disolfuro)
sintesi di molecole
interessanti per l'industria (es.
proteina della ragnatela per la
produzione di fibre
ultraresistenti)

Organismo geneticamente modificato

Produzione di OGM
Le tecniche per ottenere gli OGM sono relativamente recenti. Oggi
sono presenti sul mercato solo OGM, che presentano modifiche
circoscritte a caratteri di natura mendeliana, ovvero caratteri
facilmente controllabili tramite l'inserimento di uno o pochi geni
che servono a fornire direttamente una data caratteristica (es.
resistenza a una malattia). L'esponenziale aumento di informazioni
rese disponibili nell'ultimo decennio dalla genomica consente per
di mettere a punto organismi che presentino modifiche genetiche
molto complesse su caratteri quantitativi (es. resistenza agli stress,
produzione).
Gli OGM vengono ottenuti attraverso l'uso di tecniche di ingegneria
genetica che permettono di inserire, all'interno del genoma di un
organismo, frammenti di DNA provenienti anche da altri organismi.
Il DNA cos ottenuto definito DNA ricombinante. I frammenti di
DNA da inserire vengono estratti dal genoma di origine attraverso
l'uso di enzimi di restrizione, che funzionano come vere e proprie
forbici molecolari, e inseriti in un vettore ricevente grazie ad un
altro enzima: la DNA ligasi. I vettori possono essere sia piccole
molecole circolari di DNA, i plasmidi che possono accogliere
frammenti fino a circa 15.000 paia di basi, sia alcune strutture
derivate da virus, in grado di contenere quantit maggiori di
Animazione della struttura a doppia elica del DNA.
materiale genetico (fino a circa 70.000). Esistono inoltre vettori che
rappresentano dei veri e propri cromosomi artificiali ad esempio in lievito (noti come YAC, dall'inglese Yeast
Artificial Chromosomes) o in batteri (BAC, Bacterial Artificial Chromosomes) che permettono l'inserimento di oltre
300.000 paia di basi - cio oltre lo 0,01% del genoma di un mammifero.

Classi di OGM
Procarioti
Per inserire nuovi frammenti di DNA negli organismi si usano dei "vettori". I vettori sono generalmente piccole
molecole circolari di DNA, i plasmidi, o strutture derivate da virus in grado di immagazzinare materiale genetico.
Sono tre i processi attraverso cui possibile modificare il genoma batterico.
La trasformazione batterica un processo, osservabile in natura, attraverso il quale alcuni procarioti (detti
competenti) sono in grado di ricevere del DNA esterno in grado di produrre nuove caratteristiche di fenotipo.
Questo fenomeno fu scoperto nel 1928 da Frederick Griffith ma venne confermato solo nel 1944. La biologia
molecolare si servita dei batteri competenti per studiarne i meccanismi. Oggi sono state sviluppate alcune
tecniche, per quanto molto empiriche, in grado di rendere competenti anche batteri che non lo sono naturalmente.
stato dimostrato, infatti, che l'ingresso di DNA ampiamente facilitato dalla presenza di certi cationi, come
Ca2+, o dall'applicazione di una corrente elettrica (tecnica detta della elettroporazione). I vettori utilizzati nelle
trasformazioni sono essenzialmente plasmidi: in seguito all'ingresso, i plasmidi non si integrano nel genoma, ma
rimangono autonomi (in uno stato detto episomale).
Nella coniugazione batterica, il DNA trasferito da un batterio all'altro attraverso un pilum (concettualmente un
tubo che pu collegare per breve tempo i due batteri). Un plasmide pu essere cos trasferito da un organismo
all'altro. La coniugazione, molto frequente in natura, poco sfruttata come tecnica di modificazione genetica.

Organismo geneticamente modificato

La trasduzione infine l'inserimento di materiale genetico nel batterio attraverso un virus batteriofago.
Per inserire il segmento di DNA che codifichi il gene voluto, necessario conoscere la funzione dei geni su cui si sta
operando. Nei batteri, relativamente semplice identificare la funzione di un gene specifico: i ricercatori a tale scopo
sono soliti realizzare dei ceppi batterici cosiddetti knock out. In questi ceppi viene eliminato il DNA relativo al gene
d'interesse: osservando le conseguenze sulla vita del batterio, possibile identificare la funzione del gene stesso.
L'uso di knock out molto diffuso, non solo per i procarioti. possibile realizzare knock out in numerosi organismi
modello. Il gene responsabile della fibrosi cistica, ad esempio, stato individuato in topi knock-out: una volta
individuato il presunto gene della fibrosi cistica (chiamato CFTR) nell'uomo, i ricercatori hanno individuato
l'omologo nel genoma del topo, ne hanno fatto un knock out verificando poi che senza tale gene il topo presentava
tutti i sintomi clinici della malattia.

Piante
Per approfondire, vedi Piante transgeniche.

La principale tecnica di modificazione genetica per le piante legata


alla capacit naturale del batterio Agrobacterium tumefaciens di
infettare piante e causare una crescita paragonabile a quella tumorale
presente negli animali, tale patologia nota come "galla del colletto".
A. tumefaciens in grado di infettare la pianta trasferendo un plasmide
che in grado di integrarsi nel genoma dell'ospite. Il plasmide contiene
diversi geni che, una volta "letti" dalla pianta, generano la galla e
producono nutrienti per il batterio consentendone la crescita. Diversi
La scorticatura su una radice generata da
scienziati, a partire dalla seconda met degli anni sessanta, hanno
Agrobacterium tumefaciens.
contribuito a comprendere il meccanismo e le condizioni attraverso cui
tale plasmide viene trasferito ed integrato nel genoma della pianta: tra questi Jeff Schell, Marc Van Montagu,
Georges Morel, Mary-Dell Chilton e Jacques Temp. Grazie a tali scoperte, a partire dal 1983 stato possibile
trasformare le conoscenze biologiche acquisite, in tecniche biotecnologiche e quindi sviluppare versioni del plasmide
"disarmate", ovvero senza i geni che davano origine alla malattia, in cui erano invece presenti geni di interesse,
permettendo cos di produrre le prime piante transgeniche, oggi molto utilizzate per fini di ricerca o agro-alimentari.
Un altro processo largamente utilizzato per produrre piante OGM il metodo biolistico (anche detto gene gun o
particle gun), che permette di "sparare" microproiettili ricoperti di DNA all'interno delle cellule vegetali. Tale
metodo stato utilizzato, ad esempio, per la produzione del pi comune cereale OGM, il Mon810.
Le tecniche biolistiche sono spesso utilizzate per piante monocotiledoni, mentre A.tumefaciens ed altri agrobatteri
sono utilizzati per modificare dicotiledoni, anche se recentemente sono stati messi a punto ceppi di questo batterio in
grado di trasformare anche le monocotiledoni.
Queste tecniche sono in generale complementari e non sostitutive di quelle, pi empiriche, gi sviluppate all'interno
del millenario processo di "umanizzazione" delle piante di interesse agro-alimentare che oggi si trovano sulle nostre
tavole: il loro patrimonio genetico ha infatti subito nel corso del tempo modifiche genetiche rilevanti con tecniche
convenzionali (oppure, si potrebbe dire, biotecnologie classiche), che hanno dato origine alla stessa agricoltura:
selezione artificiale o, pi recentemente, l'induzione di mutazioni per mezzo di raggi X o raggi gamma.
Sicuramente i campi in cui le piante transgeniche vengono usate maggiormente a fini sperimentali quello dei
vaccini (sono state prodotte piante con antigeni di tantissimi agenti eziologici di malattie quali ad esempio AIDS[17],
papilloma virus[18], epatiti[19], carie dentale, vaiolo), biorisanamento di siti contaminati, genomica funzionale (per
scoprire cio le funzioni di geni e proteine poco conosciute).

Organismo geneticamente modificato

Animali
Diverse tecniche sono utilizzate per la produzione di animali transgenici. Il primo esperimento di successo di
transgenesi animale fu ottenuto utilizzando un retrovirus[20]. Questa tecnica si ispira a un fenomeno che avviene in
natura: durante le infezioni virali, lRNA dei retrovirus entra nella cellula dellanimale infetto, viene modificato in
DNA e integrato nel genoma dellospite. Questa propriet fa del retrovirus un buon vettore per materiale genetico,
anche se questa tecnica presenta alcune limitazioni. Altri esperimenti hanno usato cellule staminali embrionali o
germinali, ma il trasferimento nucleare (la tecnica utilizzata per la produzione della pecora Dolly) associato alla
manipolazione in vitro di colture cellulari attualmente la tecnica pi in uso[21].
Gli scopi principali della transgenesi animale sono i seguenti:
Produzione di biomedicine. Sebbene la produzione di biomolecole da parte di batteri o lieviti sia pi economica,
queste tecniche presentano alcuni limiti dovuti alle differenze metaboliche delle cellule batteriche rispetto a quelle
animali. Per questo motivo si sviluppato un grande interesse per lo sfruttamento di tecniche di transgenesi per
far produrre agli animali grandi quantit di molecole utilizzabili in terapia e prevenzione, quali farmaci, anticorpi
o vaccini. La produzione di biomolecole pu avvenire attraverso diversi liquidi biologici, di cui quello di pi
facile sfruttamento sarebbe il latte, che viene prodotto in grandissime quantit. Tra le biomolecole prodotte da
animali transgenici gi ad uno stadio avanzato di sviluppo (alcune gi in fase di approvazione per la vendita negli
Stati Uniti) ci sono anticorpi policlonali e lattoferrina prodotti da bovini, fattore antitrombina III prodotto da capre
e calcitonina prodotta da coniglie. Alcuni effetti non desiderati sono tuttavia stati riscontrati a volte negli animali
impiegati a questi scopi, come per esempio inferiori produzioni di latte o inferiore durata della lattazione e
infertilit.
Modelli per la ricerca su malattie umane. Molte malattie hanno
unorigine genetica, o hanno nel genoma fattori predisponenti. Lo
studio di alcune malattie pu essere estremamente facilitato usando
modelli animali sperimentali che riproducano alcuni tratti del
genoma umano che sono alla base di alcune patologie. Luso di
animali da laboratorio (specialmente topi e ratti) geneticamente
modificati gi diffuso per lo studio di una serie di malattie,
principalmente il cancro[22].
Topi geneticamente modificati possono essere

Xenotrapianti. Uno dei settori di ricerca delle biotecnologie


usati per la ricerca sul cancro.
riguarda lo studio di animali che possano essere donatori di organi
per xenotrapianti. Gli xenotrapianti sono trapianti di organi da una specie non umana alluomo, e potrebbero
essere una nuova frontiera, considerando che la disponibilit di organi per gli allotrapianti (da uomo a uomo)
sempre inferiore alle richieste. Il suino considerato la specie pi adatta a questo scopo, perch presenta delle
somiglianze dal punto di vista anatomico. Il maggiore ostacolo tuttavia quello immunologico, cio che
lorganismo ricevente rigetti il trapianto producendo anticorpi contro lorgano trapiantato. In questo senso gli
approcci transgenici puntano a inibire le reazioni ancticorpali responsabili del rigetto[23]. Altri studi hanno invece
puntato sul trapianto di cellule o tessuti transgenici, che potrebbero offrire interessanti possibilit per la cura di
diverse malattie, ad esempio la malattia di Parkinson[24].
Miglioramento delle produzioni animali. Tra le ricerche sulla transgenesi animale, alcune hanno il fine di
aumentare la redditivit dellallevamento puntando sulla modificazione genetica volta a migliorare la qualit di
alcune produzioni (ad esempio latte, lana), ad aumentare la produzione di carne, la prolificit o la resistenza alle
malattie. Un esperimento del 2003 ha dimostrato che possibile modificare geneticamente le vacche in modo che
producano un latte a pi alto contenuto in caseina, una proteina importante nel processo di produzione del
formaggio[25]. Altri ricercatori hanno studiato, nel topo, la possibilit di produrre un latte a ridotto contenuto in
lattosio, che potrebbe essere assunto anche da soggetti intolleranti[26].

Organismo geneticamente modificato

Presunti rischi e controversie


C' ampio consenso in ambito scientifico nel ritenere che i cibi OGM non presentino rischi maggiori di quanti ne
presenti il normale cibo.[27][28][29][30][31]
Non esistono infatti studi o report che documentino un qualche danno alla popolazione derivato da cibi OGM.
Ciononostante, parte dell'opinione pubblica ritiene che gli OGM in ambito agroalimentare possano avere potenziali
rischi per l'ambiente o per la salute umana e animale.
Fin dai primi esperimenti utilizzando le tecniche di ingegneria genetica negli anni '70, alcuni hanno considerato che,
accanto ai potenziali benefici che la nuova tecnica poteva offrire, avrebbero potuto comparire nuovi rischi
difficilmente prevedibili allo stato delle conoscenze di allora. Gi quando l'uso della tecnica era confinato
all'ambiente del laboratorio, si temeva ad esempio che batteri normalmente innocui potessero trasformarsi in
patogeni pericolosi per l'uomo a causa dell'introduzione in essi di geni della resistenza agli antibiotici, o che li
rendessero in grado di produrre tossine, o che li trasformassero in agenti cancerogeni[32]. Quando poi sono state
sviluppate piante geneticamente modificate per uso alimentare, si sono ipotizzati alcuni rischi specifici legati al loro
potenziale impatto ambientale e sulla salute. L'analisi dello stato attuale delle conoscenze su tali rischi stata anche
oggetto di una monografia realizzata dall'Enciclopedia Treccani che rileva, tra le altre cose, come se nel settore
farmaceutico e industriale gli OGM sono ampiamente accettati, molto meno accettate sono le applicazioni
agroalimentari, soprattutto perch i benefici per i consumatori risultano poco evidenti e il relativo dibattito
guidato da motivazioni di carattere commerciale e politico, pi che scientifico. pur vero che rimangono irrisolte
alcune questioni di natura scientifica, ma il problema dellaccettazione degli OGM sicuramente e solo nelle mani
della politica, che non ha ancora saputo o voluto affrontare il tema in modo organico e legalmente sostenibile".[33]

Il dibattito sugli OGM


Per approfondire, vedi Dibattito sugli OGM.

Contro ogni attuale evidenza scientifica, da alcuni si paventano rischi ambientali e per la salute. Tutti questi diversi
presunti elementi di rischio sono al centro di accesi dibattiti creando spesso forti polarizzazioni all'interno
dell'opinione pubblica.
Tra i temi pi dibattuti vi sono la legittimit di brevettare sequenze genetiche e gli organismi geneticamente
modificati, pratica attualmente possibile in gran parte dei paesi sviluppati ed impegnati nella ricerca genetica, anche
se con diverse limitazioni[34], e le implicazioni etiche legate all'uso di animali ingegnerizzati per fini sperimentali.

I controlli
Per controllare la presenza di OGM all'interno di un prodotto vengono utilizzati 3 tipi differenti di
unione_europea.htm tecnica [35].
- Analisi delle proteine
- Analisi immunologica
- Analisi del DNA

Organismo geneticamente modificato

10

La distribuzione nel mondo


Nel mondo intero vi sono oltre 114 milioni di ettari di coltivazioni di piante geneticamente modificate, oltre la met
delle quali si trovano negli Stati Uniti (51%) mentre ben l'87% di esse nel continente americano. Il 99% delle
coltivazioni, concentrata in pochi paesi: Stati Uniti, Canada, Sud America (Argentina, Brasile e Paraguay), India,
Cina, e Sud Africa. In alcune nazioni europee come Francia, Spagna, Portogallo, Polonia, Germania, Slovacchia,
Repubblica Ceca e Romania permesso coltivare piante transgeniche, mentre in altre (Austria e Grecia) vietato.
Ancora diversa la situazione in Italia, Regno Unito, Danimarca, Svezia, Finlandia, Ungheria e Slovenia, dove la
legge proibisce la coltivazione di piante OGM ma non la loro importazione.

Normativa sugli OGM


Per approfondire, vedi Normativa sugli OGM.

In molti Paesi del mondo esiste un quadro di riferimento normativo che regola il settore OGM, per garantire la
biosicurezza, ossia un utilizzo in rispetto dei necessari livelli di sicurezza ambientale, della salute umana e di quella
animale. I principi legislativi di riferimento a livello internazionale in tema di biosicurezza sono contenuti all'interno
del Protocollo di Cartagena.
In Europa il contesto normativo sugli OGM, basato sul principio di precauzione, oggi costituito dai seguenti testi:
Direttiva 2001/18/CE[36], che, sostituendo la 90/220/CEE, riscrive le regole base per l'autorizzazione al rilascio
nell'ambiente di un nuovo OGM;
Regolamenti 1829[37] e 1830/2003/CE[38], che regolano l'autorizzazione e l'etichettatura/tracciabilit degli
alimenti e dei mangimi (food & feed) costituiti o derivati da OGM;
Raccomandazione 556/2003[39], che indica le linee guida sulla coesistenza tra colture OGM e convenzionali, cui
le norme nazionali e regionali dovrebbero allinearsi.
L'Italia ha recepito la direttiva 2001/18/CE attraverso il decreto legislativo 224/2003[40].Nel luglio 2013 stata
annunciata la firma di un decreto che proibisce uno dei pi diffusi O.G.M.: il mais Monsanto 810[41].

Note
[1] Schouten H.J., Krens F.A., Jacobsen E., Cisgenic plants are similar to traditionally bred plants: International regulations for genetically
modified organisms should be altered to exempt cisgenesis, EMBO reports 7, 8, 750753 (2006) (http:/ / www. nature. com/ embor/ journal/
v7/ n8/ full/ 7400769. html)
[2] Il miglioramento genetico di piante da frutto (http:/ / agronotizie. imagelinenetwork. com/ vivaismo-e-sementi/ 2009/ 02/ 24/
il-miglioramento-genetico-di-piante-da-frutto/ 7078)
[3] Direttiva 2001/18/CE - Allegato I A:TECNICHE (http:/ / eur-lex. europa. eu/ LexUriServ/ site/ it/ oj/ 2001/ l_106/
l_10620010417it00010038. pdf)
[4] Morandini Piero, Creso e i suoi fratelli. Tempi num.20 del 24 maggio 2000 (http:/ / www. tempi. it/ archivio_dett. aspx?idarchivio=445)
[5] Ultimamente si sta sempre pi affermando nel campo del miglioramento genetico l'impiego di marcatori molecolari che permettono di ridurre
notevolmente i tempi e di semplificare il lavoro dei miglioratori poich consentono di prevedere a priori le caratteristi fenotipiche di una
progenie a partire da una preventiva analisi del DNA.
[6] Cohen, S., Chang, A., Boyer, H. & Helling, R. (1973) Construction of Biologically Functional Bacterial Plasmids In Vitro. Proc. Natl. Acad.
Sci. USA 70, 3240-3244 (http:/ / www. pnas. org/ cgi/ reprint/ 70/ 11/ 3240)
[7] Tappe rilevanti per lo sviluppo della tecnologia del DNA ricombinante (http:/ / didattica. cribi. unipd. it/ ingegenet/ 00Lucidi4x. pdf)
[8] Berg, P., Baltimore, D., Brenner, S., Roblin, R.O. III, Singer, M.F., "Summary statement of the Asilomar Conference on recombinant DNA
molecules," Proc. Nat. Acad. Sci. USA 72, pp. 1981-1984 (1975), also Science 188, p. 991 (1975)
[9] "Guidelines for research involving recombinant DNA molecules," Federal Register 41, no. 131, pp. 27911-27943 (1976).
[10] NIH Guidelines for Research Involving Recombinant DNA Molecules (http:/ / www4. od. nih. gov/ oba/ rac/ guidelines/ guidelines. html)
[11] Genentech: Press Releases - News Release September 6, 1978 The insulin synthesis is the first laboratory production DNA technology
(http:/ / www. gene. com/ gene/ news/ press-releases/ display. do?method=detail& id=4160)
[12] {en}Wrubel RP, Krimsky S, Anderson MD. Regulatory Oversight of Genetically Engineered Microorganisms: Has Regulation Inhibited
Innovation? Environ Manage. 1997 Jul;21(4):571-86.

Organismo geneticamente modificato


[13] L'oncotopo stato il primo animale GM brevettato (http:/ / web. mit. edu/ fmurray/ www/ papers/ THE ONCOMOUSE THAT
ROARED_FINAL. pdf)
[14] GM Ornamental fish now ready for sale (http:/ / www. shortnews. com/ start. cfm?id=31312)
[15] FDA Statement Regarding Glofish (http:/ / www. fda. gov/ bbs/ topics/ NEWS/ 2003/ NEW00994. html)
[16] Landes Bioscience Journals: mAbs (http:/ / www. landesbioscience. com/ journals/ mabs/ article/ 7736/ )
[17] De Virgilio M et al, "The human immunodeficiency virus antigen Nef forms protein bodies in leaves of transgenic tobacco when fused to
zeolin", Journal of experimental botany, 59(10), p. 2815-29, 2008.
[18] Biza J. et al, "Production of human papillomavirus type 16 E7 oncoprotein fused with -glucuronidase in transgenic tomato and potato
plants", Biologia Plantarum, 51 (2), p. 268-276, 2007.
[19] Richter LJ et al, "Production of hepatitis B surface antigen in transgenic plants for oral immunization". National biotechnology, 18, p.
1167-71, 2000.
[20] Jaenisch R, Fan H, Croker B. Infection of preimplantation mouse embryos and of newborn mice with leukemia virus: tissue distribution of
viral DNA and RNA and leukemogenesis in the adult animal. Proc Natl Acad Sci U S A. 1975 Oct;72(10):4008-12.
[21] Melo EO, Canavessi AM, Franco MM, Rumpf R. Animal transgenesis: state of the art and applications. J Appl Genet. 2007;48(1):47-61.
[22] Marx J. Medicine. Building better mouse models for studying cancer. Science. 2003 Mar 28;299(5615):1972-5.
[23] Diamond LE, Quinn CM, Martin MJ, Lawson J, Platt JL, Logan JS. A human CD46 transgenic pig model system for the study of discordant
xenotransplantation. Transplantation. 2001 Jan 15;71(1):132-42.
[24] Zawada WM, Cibelli JB, Choi PK, Clarkson ED, Golueke PJ, Witta SE, Bell KP, Kane J, Ponce de Leon FA, Jerry DJ, Robl JM, Freed CR,
Stice SL. Somatic cell cloned transgenic bovine neurons for transplantation in parkinsonian rats. Nat Med. 1998 May;4(5):569-74.
[25] Brophy B, Smolenski G, Wheeler T, Wells D, L'Huillier P, Laible G. Cloned transgenic cattle produce milk with higher levels of beta-casein
and kappa-casein. Nat Biotechnol. 2003 Feb;21(2):157-62.
[26] Stinnakre MG, Vilotte JL, Soulier S, Mercier JC. Creation and phenotypic analysis of alpha-lactalbumin-deficient mice. Proc Natl Acad Sci
U S A. 1994 Jul 5;91(14):6544-8.
[27] American Association for the Advancement of Science (AAAS), Board of Directors (2012). Legally Mandating GM Food Labels Could
Mislead and Falsely Alarm Consumers (http:/ / www. aaas. org/ news/ releases/ 2012/ 1025gm_statement. shtml)
[28] American Medical Association (2012). Report 2 of the Council on Science and Public Health: Labeling of Bioengineered Foods (http:/ /
www. ama-assn. org/ resources/ doc/ csaph/ a12-csaph2-bioengineeredfoods. pdf)
[29] World Health Organization. Food safety: 20 questions on genetically modified foods. (http:/ / www. who. int/ foodsafety/ publications/
biotech/ 20questions/ en/ ) Accessed December 22, 2012.
[30] United States Institute of Medicine and National Research Council (2004). Safety of Genetically Engineered Foods: Approaches to
Assessing Unintended Health Effects. National Academies Press. Free full-text (http:/ / www. nap. edu/ catalog. php?record_id=10977#toc).
National Academies Press. See pp11ff on need for better standards and tools to evaluate GM food.
[31] Other sources:

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of California Agriculture and Natural Resources Communications, Publication 8180.
Dr. Christopher Preston, AgBioWorld 2011. Peer Reviewed Publications on the Safety of GM Foods. (http:/ / www. agbioworld. org/
biotech-info/ articles/ biotech-art/ peer-reviewed-pubs. html)
[32] Berg Paul, Asilomar and Recombinant DNA, Nobelprize.org (http:/ / nobelprize. org/ nobel_prizes/ chemistry/ articles/ berg/ index. html)
[33] Organismi Geneticamente Modificati. Enciclopedia Treccani (2010) (http:/ / www. treccani. it/ enciclopedia/
organismi-geneticamente-modificati_(XXI-Secolo)/ )
[34] Per la comunit europea si veda la direttiva 98/44/CE
[35] http:/ / www. cibo360. it/ alimentazione/ chimica/ ogm/ OGM
[36] Direttiva 2001/18/CE sull'emissione deliberata nell'ambiente di organismi geneticamente modificati e che abroga la direttiva 90/220/CEE
(http:/ / eur-lex. europa. eu/ LexUriServ/ site/ it/ oj/ 2001/ l_106/ l_10620010417it00010038. pdf)
[37] Regolamento (CE) n. 1829/2003 relativo agli alimenti e ai mangimi geneticamente modificati (http:/ / eur-lex. europa. eu/ LexUriServ/ site/
it/ oj/ 2003/ l_268/ l_26820031018it00010023. pdf)
[38] Regolamento (CE) n. 1830/2003 concernente la tracciabilit e l'etichettatura di organismi geneticamente modificati (http:/ / eur-lex. europa.
eu/ LexUriServ/ site/ it/ oj/ 2003/ l_268/ l_26820031018it00240028. pdf)
[39] Raccomandazione recante orientamenti per lo sviluppo di strategie nazionali e migliori pratiche per garantire la coesistenza tra colture
transgeniche, convenzionali e biologiche (http:/ / eur-lex. europa. eu/ LexUriServ/ LexUriServ. do?uri=CELEX:32003H0556:IT:HTML)
[40] Decreto legislativo 224/2003 - Attuazione della direttiva 2001/18/CE concernente l'emissione deliberata nell'ambiente di organismi
geneticamente modificati (http:/ / www. camera. it/ parlam/ leggi/ deleghe/ testi/ 03224dl. htm)
[41] Sole 24 Ore (http:/ / www. ilsole24ore. com/ art/ impresa-e-territori/ 2013-07-12/ girolamo-firmato-decreto-vieta-151516.
shtml?uuid=AbnDEgDI)

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Organismo geneticamente modificato

Bibliografia
Per le scuole: Tica&Bio (http://www.ticaebio.org/home/default.htm)
AA.VV. (2004) OGM in Agricoltura: le risposte alle domande pi frequenti (http://www.siga.unina.it/
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Meldolesi A. (2001) Organismi Geneticamente Modificati. Einaudi
Daclon C.M. (2000) Biotecnologie e agricoltura. In Agricoltura, Rivista del Ministero Politiche Agricole e
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Sorlini C et al (2004) Biodiversit e organismi geneticamente modificati. Ministero Ambiente - CNR.
Basso B et al (2002) Biotecnologie per la tutela dei prodotti tipici italiani. Editore 21mo Secolo.
Fonte, M. (2004) Organismi geneticamente modificati. Monopolio e diritti. Franco Angeli
Giordano M (2006) Siamo fritti. Truffe, inganni e altri veleni nel piatto. Mondadori.
(EN) McHughen A (2000) Pandora's Picnic Basket: The Potential and Hazards of Genetically Modified Foods.
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(EN) Winter CK, Gallicos LK (2006) Safety of Genetically Engineered Food (http://anrcatalog.ucdavis.edu/
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(EN) Alberghina L (2000) Protein Engineering For Industrial Biotechnology. CRC.
(EN) Straughan R (1996) Ethics, Morality and Animal Biotechnology (http://www.bbsrc.ac.uk/tools/
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(EN) AA.VV. (2001) Science and the Future of Mankind. Science for Man and Man for Science. PONTIFICIAE
ACADEMIAE SCIENTIARVM, SCRIPTA VARIA 99.
Bressanini D. (2010) Pane e bugie - La verit su ci che mangiamo. Editore chiarelettere

Voci correlate

BioBrick
Biotecnologia
Diamond contro Chakrabarty
DNA ricombinante
Ingegneria genetica
Piante transgeniche
Topi transgenici
Topi knock-out
Rivoluzione verde

Altri progetti

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Articolo su Wikinotizie: Mais Ogm: proibita la coltivazione, aperte le importazioni 25 luglio 2013

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Organismo geneticamente modificato

Collegamenti esterni
Enti
(EN) Sito della Commissione Europea sugli OGM (http://gmoinfo.jrc.it/)
(EN) Sito della Biosafety Clearing-House istituita dal Protocollo di Cartagena (http://bch.biodiv.org/)
Sito della Biosafety Clearing-House italiana (http://bch.minambiente.it)

Storia
Documentario ENEA del 1960 sull'utilizzo delle sostanze radioattive nella produzione agricola (frumento Creso)
(http://webtv.sede.enea.it/index.php?page=listafilmcat2&idfilm=127&idcat=30)
(EN) La produzione del primo OGM (http://home.hawaii.rr.com/johns/history.htm#BM1973)
(EN) La Conferenza di Asilomar (http://nobelprize.org/chemistry/articles/berg/)

Ricerche sugli OGM


Camera dei Deputati, XII Commissione Affari sociali. Indagine conoscitiva sulla sicurezza alimentare riguardante
gli organismi geneticamente modificati (http://testo.camera.it/_dati/leg13/lavori/stencomm/12/indag/
sicurezza_alimentare/2000/0613/s010.htm)
(EN) Sintesi dei risultati dello studio UE sulla sicurezza degli OGM (1985-2000) (http://ec.europa.eu/research/
quality-of-life/gmo/)
(EN) Report FAO su OGM e paesi poveri (http://www.fao.org/documents/show_cdr.asp?url_file=/DOCREP/
006/Y5160E/Y5160E00.HTM)

Altri approfondimenti
Organismi Geneticamente Modificati: una nuova tecnologia che ha avuto troppo successo (http://www.
organismigeneticamentemodificati.it/)
Rapporti, articoli scientifici e giornalistici che riguardano gli OGM (Organismi Geneticamente Modificati) (http:/
/www.salmone.org)
Le risposte alle domande pi frequenti sugli OGM a cura della Societ Italiana di Genetica Agraria (http://www.
siga.unina.it/circolari/Fascicolo_OGM.pdf)
(EN) GMO Compass, sito di informazione indipendente sugli OGM, finanziato nell'ambito del Sesto Programma
Quadro della Commissione Europea (http://www.gmo-compass.org)
(EN) La posizione di Greenpeace, corredata da analisi sui rischi legati agli OGM (http://www.greenpeace.org/
international/campaigns/genetic-engineering)
Domande frequenti sugli OGM, a cura di Greenpeace Italia (http://www.greenpeace.it/ogm/
domandefrequenti.html)
Associazione Nazionale Biotecnologi (http://www.biotecnologi.org)
Federazione Italiana dei Biotecnologi (http://www.biotecnologi.it)
Fondazione Diritti Genetici - Biotecnologie tra scienza e societ, organismo di ricerca e comunicazione sulle
biotecnologie (http://www.fondazionedirittigenetici.org)
(EN) Alcune analisi di approfondimento sull'impatto economico degli OGM sui redditi agricoli, a cura di PG
Economics, societ inglese di consulenza economica in settore agrario e alimentare (http://www.pgeconomics.
co.uk/publications.htm)
BiocomMedia, sito indipendente di informazione tecnico-scientifica sugli OGM (http://www.biocommedia.it/)
Portale Biologia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Biologia

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Dibattito sugli OGM

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Dibattito sugli OGM


Riguardo alle biotecnologie, e, in particolare, all'introduzione di
organismi geneticamente modificati nel settore agroalimentare
(biotecnologie agroalimentari), si acceso un forte dibattito a livello
nazionale e internazionale relativamente alle tematiche della protezione
dell'ambiente e della salute, cos come implicazioni economiche e
sociali e questo nonostante ci sia ampio consenso in ambito scientifico
nel ritenere che i cibi OGM non presentino rischi maggiori di quanti ne
presenti il normale cibo.[1][2][3][4][5]
Proteste anti-OGM, Washington, D.C.

OGM e tutela ambientale


Per approfondire, vedi Biodiversit e Tutela della biodiversit.

Uno dei temi pi caldi su cui il dibattito si concentrato riguarda la possibilit che la manipolazione del pool
genetico degli organismi comporti conseguenze impreviste nella loro interazione con le altre specie viventi e quindi,
in ultima analisi, sull'ambiente.
Tra le varie fonti di preoccupazione vi il rischio che le piante geneticamente modificate si comportino come specie
invasive, specie cio che si affermano nell'ecosistema a danno di altre specie e variet; tale rischio comunque
considerato dai biologi dello IUCN come marginale rispetto all'impatto che l'agricoltura e l'urbanizzazione in se
stesse hanno sulla biodiversit[6]. inoltre possibile che le caratteristiche genetiche introdotte nelle variet
commerciali vengano poi trasferite, attraverso l'impollinazione incrociata, dalle piante geneticamente modificate a
specie affini nelle vicinanze. Questo fenomeno avviene normalmente in natura[7] dove ad esempio esiste un continuo
flusso genico tra il mais ed il teosinte, suo progenitore, o tra le diverse specie di brassicacee. Tale fenomeno,
tollerato tra specie coltivate e selvatiche, da alcuni viene invece considerato inaccettabile nel caso delle piante
transgeniche, in quanto ci porterebbe ad una perdita irreversibile del pool genetico "naturale" oltre a modificazioni
non prevedibili sulla biodiversit, modificando le popolazioni di insetti (api, farfalle, etc) e di piante selvatiche che
vivono nell'ambiente circostante (l'ambientalista Giorgio Celli ad esempio indica questo fenomeno come Chernobyl
Genetica)[8].
La validit di tale ipotesi, ovvero che l'introduzione di transgeni nell'ambiente porti di per s a un nuovo livello di
rischio, stata approfondita in diversi studi a partire da un articolo di Crawley et al, apparso su Nature nel febbraio
2001, che ha riscontrato che la fitness ambientale degli OGM in commercio paragonabile a quella delle altre specie
coltivate[9]. Un altro articolo di Morgante su Nature Genetics ha invece mostrato come, tra due variet commerciali
di mais, circa il 20% dei geni (4250 su 20600) sia presente solo in una delle due, pur continuando entrambe ad essere
interfertili tra loro[10] ed indicando dunque come esista una variabilit enorme da un punto di vista genetico gi
all'interno della stessa specie. Per quanto riguarda i possibili danni sulla biodiversit, la Royal Society ha condotto
uno studio imponente (FSE: Farm Scale Evaluation) che ha evidenziato come la scelta della specie da coltivare
incida molto di pi sulla biodiversit rispetto all'adozione di una variet transgenica o meno (per esempio, la densit
media di api per km sul mais di 1 mentre sulla colza di 37)[11].
Nonostante siano pi di 13.000 le pubblicazioni scientifiche che valutano i potenziali rischi degli OGM ad oggi
disponibili, di cui pi di 4.000 specificamente dedicate all'impatto ambientale[12], il tema ancora largamente
dibattuto, soprattutto a livello politico, in Europa[13].

Dibattito sugli OGM


Oggi esiste un quadro normativo che identifica delle norme precise per garantire il controllo e la gestione dei
possibili rischi legati alla diffusione delle piante transgeniche, primo tra tutti il Protocollo di Cartagena, nato per
assicurare la protezione contro i possibili effetti negativi sulla biodiversit, oltre che le leggi nazionali e comunitarie.
Un altro elemento di preoccupazione legato all'introduzione degli OGM legato alla complementarit tra
innovazione biologica e innovazione chimica che andrebbe a rafforzare un modello di agricoltura intensiva con un
elevato uso di prodotti chimici, mentre alcuni paesi, specialmente europei, stanno cercando di cambiare a favore di
un modello tecnico agricolo pi ecocompatibile. Questo risulta in particolare possibile nel caso di piante tolleranti a
specifici erbicidi (per altro ottenibili anche con tecniche convenzionali[14]) che, pur necessitando di un minor numero
di trattamenti e utilizzando composti chimici meno tossici e a basso impatto ambientale, legata all'utilizzo di
specifici erbicidi.
Nel caso delle colture resistenti agli insetti o con altri caratteri (ad es. papaia resistente a virosi) viene invece ridotto
significativamente l'uso di composti chimici. Nel caso delle variet resistenti agli insetti, ad esempio, la resistenza
mediata dall'inserimento di un gene di Bacillus thuringiensis (un batterio usato anche come insetticida biologico dal
1920), che esprime una proteina tossica per alcuni tipi di insetti, ma non per l'uomo. Un aspetto in discussione in
relazione a queste variet la possibilit che gli insetti nocivi divengano resistenti alla tossina prodotta dalla pianta
innescando una dinamica evolutiva che porti alla selezione e sviluppo di insetti insensibili, rendendo in tal modo la
tecnologia inefficace, come gi riportato per diversi erbicidi[15] ed insetticidi. Per prevenire questo fenomeno
obbligatorio, per chi coltiva queste tipologie di OGM, seminare anche una certa percentuale con variet
convenzionali e seguire specifiche pratiche agronomiche, in modo tale da ridurre la pressione selettiva sulla
popolazione di infestanti o di insetti.

Coesistenza tra coltivazioni OGM e non-OGM


Il problema della coesistenza tra coltivazioni OGM e non-OGM un nuovo ulteriore campo di battaglia tra i
promotori e gli oppositori delle agrobiotecnologie, che si presentato a seguito dell'introduzione delle prime
coltivazioni OGM nelle campagne europee.
Il problema della coesistenza gi stato affrontato dalla biotecnologia, con la messa a punto di tecniche per creare
piante GM maschio sterili[16] che non producono polline (carattere gi ampiamente utilizzato anche nel
miglioramento genetico convenzionale) oppure attraverso inserzione del transgene nel DNA del cloroplasto (il
polline non contiene cloroplasti): queste tecniche impediscono la diffusione del transgene verso altre colture
sessualmente compatibili o specie selvatiche affini. Ad oggi non esistono comunque OGM in commercio che
presentano tali caratteristiche.
Il rischio paventato la diffusione accidentale[17] di semi o polline di OGM verso coltivazioni convenzionali o
biologiche adiacenti che, nel caso presentassero quantit significative di OGM nel raccolto, non potrebbero pi
certificarsi come prodotti non-OGM, generando delle perdite economiche oltre a possibili contenziosi legali per
danni tra i produttori. Secondo la normativa europea infatti, un prodotto, anche biologico, pu essere considerato
non-OGM solo se presenta un contenuto di materiale geneticamente modificato al di sotto dello 0.9% (e.g. poco
meno di 1 seme su 100).
Per gestire questa problematica in modo armonico tra i vari paesi la Commissione Europea ha rilasciato prima la
Raccomandazione 556 del luglio 2003 e poi la 200/01 del luglio 2010, dove vengono definite le linee guida per
tracciare, su base nazionale e regionale, i criteri base per garantire la coesistenza[18][19].
In uno studio svolto in Italia e focalizzato sulla coltivazione del mais in Pianura Padana[20] si indica come circa 20m
di aree buffer siano sufficienti a mantenere il contenuto di mais OGM nel mais convenzionale al di sotto dello 0,9%,
per soglie pi basse invece le distanze richieste aumentano (0,5% - 30m; 0,1% >100m). Sfasature nell'epoca di
fioritura tra OGM e non OGM o barriere fisiche possono contribuire al ridimensionamento di tali distanze, in
condizioni climatiche stagionali regolari. Tali dati risultano in linea con quanto osservato anche da analoghi studi
svolti in altri paesi.

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Dibattito sugli OGM

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Sono stati effettuati anche altri studi in Italia, in particolare uno condotto da Ministero dell'Ambiente/CNR ed un
secondo svolto grazie ai finanziamenti di COOP Italia. Tali ricerche hanno indicato distanze di separazione molto
ridotte (comprese tra i 5 e gli 80 m per giungere al di sotto dello 0,1%), ma trattandosi di sperimentazioni di piccole
dimensioni tali risultati sono considerati dagli stessi autori non conclusivi[21]. Tutti questi risultati sono stati riassunti
all'interno di un consensus document rilasciato dalle Societ Scientifiche Italiane nel 2006[22] che ha concluso che
"La coesistenza tra i diversi sistemi agricoli pertanto possibile rispettando i criteri indicatidalla Raccomandazione
europea: trasparenza, scientificit, proporzionalit e specificit, epromuovendo azioni di monitoraggio e gestione
delle pratiche di coesistenza adottate".
La Spagna, il paese europeo con le maggiori superfici coltivate con OGM (circa il 30% del Mais coltivato in Spagna
OGM[23]), aveva fissato inizialmente in 25 m, poi portati a 50, la distanza sufficiente a garantire la coesistenza, non
riportando, tra il 1998 e il 2010, nessun caso di contenzioso tra agricoltori come sottolineato anche dal Ministro
dell'Agricoltura spagnolo, Elena Espinosa, in una comunicazione al Parlamento Europeo: "non c' neanche un caso
documentato di problemi con la coltivazione del mais transgenico nell'agricoltura spagnola; insisto, non c' nessun
tipo di problema"[24].

OGM e sicurezza alimentare


Per approfondire, vedi Sicurezza alimentare.

Uno dei temi pi rilevanti legati all'introduzione degli OGM la loro sicurezza alimentare. A riguardo c' nella gente
l'ampia percezione che mangiare OGM comporti maggiori rischi rispetto ai cibi non geneticamente modificati;
questo nonostante ci sia un ampio consenso scientifico nel ritenere che mangiare OGM non comporti nessun rischio
maggiore rispetto ai cibi convenzionali[25][3][26][5] Non esiste alcuna notizia documentata che riporti un danno
causato all'uomo da cibo genticamente modificato.
Nel 2012, l'American Association for the Advancement of Science ha ribadito che gli OGM non comportano
maggiori rischi rispetto ai cibi modificati attraverso le normali tecniche di incrocio. La American Medical
Association, la National Academies of Sciences e la Royal Society of Medicine hanno poi sottolineato che non si
riscontra in letteratura scientifica o in altra fonte alcuna notizia di effetti avversi sulla popolazione umana che
possano essere collegati agli OGM.

Dibattito sugli OGM

Ciononostante i gruppi che contestano l'uso


di OGM come Greenpeace, World Wildlife
Fund, Organic Consumers Association e
Center for Food Safety ritengono che i rischi
che gli OGM comporterebbero per ambiente
e salute non siano stati adeguatamente
investigati.

Nell'Unione Europea
La valutazione e la gestione di questi
potenziali rischi sono stati al centro, non
solo di tutta la normativa di riferimento a
partire dal 1990[27], ma anche della ricerca
sugli OGM degli ultimi tre decenni.
L'Europa ha investito, tra il 1985 e il 2010,
circa 250 milioni di euro per valutare la
Comparazione tra piante incrociate in modo naturale e piante transgeniche e
cisgeniche
sicurezza degli OGM. Ha inoltre raccolto e
reso pubblici i dati disponibili in due
pubblicazioni. Nella prima, uscita nel 2001, l'allora commissario europeo alla ricerca Philippe Busquin, al termine
affermava: Queste ricerche dimostrano che le piante geneticamente modificate e i prodotti sviluppati e
commercializzati fino ad oggi, secondo le usuali procedure di valutazione del rischio, non hanno presentano alcun
rischio per la salute umana o per l'ambiente. [...] L'uso di una tecnologia pi precisa e le pi accurate valutazioni in
fase di regolamentazione rendono probabilmente queste piante e questi prodotti ancora pi sicuri di quelli
convenzionali[28].
Nel 2010, la Commissione Europea ha pubblicato una meta-analisi che riporta le conclusioni di oltre 130 progetti di
ricerca che coprono un periodo di 25 anni e che hanno coinvolto pi di 500 gruppi di ricercatori indipendenti; le
conclusioni sono che nessuna biotecnologia, e in particolare gli OGM, comporta un rischio maggiore delle normali
tecniche di incrocio usate.. In quell'anno quindi il commissario europeo Mire Geoghegan-Quinn confermava quanto
gi sottolineato dal suo predecessore, ovvero che "sulla base dei risultati dei progetti finanziati, ad oggi, non esiste
alcuna evidenza scientifica che associ gli OGM con maggiori rischi per l'ambiente e la sicurezza alimentare rispetto
alle piante e agli organismi convenzionali"[29]

Allergenicit
Uno dei potenziali rischi legato alla modificazione genetica delle piante ad uso alimentare che l'inserto genico porti
alla produzione di proteine non normalmente presenti nella pianta stessa e che potrebbero causare reazioni allergiche
in soggetti predisposti.
La possibilit stata riscontrata nel corso dello sviluppo di una variet di soia, geneticamente modificata tramite
l'inserimento di un gene della noce del Brasile per migliorare il tenore in aminoacidi solforati (metionina, cisteina).
Nel corso dei test di laboratorio ci si accorti che la proteina codificata dal gene inserito (Albumina 2S) era il
principale allergene alla noce. Alla luce di ci la ricerca su questa variet stata abbandonata[30].
Poich questo tipo di problema potrebbe presentarsi anche in altre variet, l'analisi di tale potenziale rischio per
legge obbligatorio sia nelle fasi di sviluppo dei nuovi OGM che nelle procedure autorizzative. Oggi infatti, grazie
alle conoscenze acquisite dall'allergologia, in parte possibile prevedere se una nuova proteina pu avere o meno un
potenziale allergenico. Inoltre previsto un piano di monitoraggio post-autorizzazione che consenta in ogni caso di
verificare la bont della valutazione e, qualora emergessero problematiche, di ritirare il prodotto per ulteriori

17

Dibattito sugli OGM


verifiche.
Va comunque ricordato che non tutti gli OGM contengono nuove proteine, a volte si differenziano per la mancanza
di una proteina presente invece nel corrispettivo convenzionale ( il caso del pomodoro a maturazione rallentata, in
cui un enzima coinvolto nella maturazione nel pomodoro tradizionale viene eliminato tramite la modificazione
genetica[31]).

Tossicit
Oltre al rischio di allergenicit, la presenza di nuove proteine negli organismi geneticamente modificati crea un
potenziale rischio di effetti indesiderati nell'uomo e negli animali. Il rischio non solo derivato dalle proteine
codificate dall'inserto genico, ma anche da potenziali modifiche nel metabolismo della pianta che possono derivare
da interazioni con gli altri geni, portando alla produzione di sostanze non presenti nelle piante convenzionali.
Per questo motivo la valutazione della sicurezza degli OGM si basa su diversi aspetti: sia sulla valutazione delle
singole proteine codificate dall'inserto genico, sia su analisi chimiche che permettono di evidenziare la presenza di
sostanze in quantit differente rispetto ai corrispettivi convenzionali, sia, e soprattutto, su test effettuati su animali
alimentati con l'organismo in questione per ricercare la possibile comparsa di effetti indesiderati. Questo iter ha
molto in comune con le procedure seguite normalmente per la valutazione e autorizzazione di sostanze
farmaceutiche, o per lo studio della tossicit di contaminanti ambientali, fitofarmaci, ecc. Queste valutazioni
vengono effettuate in Europa dall'Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare, che sulla base dei dossier sviluppati
dalle aziende, esprime un parere positivo o negativo o richiede studi integrativi. Tale procedura, che prevede che
siano le stesse aziende a sviluppare i dossier e a pagare i costi delle ricerche connesse, per messa in discussione
dai movimenti anti-OGM che sostengono che i risultati presentati dalle aziende siano non credibili in quanto di parte.
Tale critica stata avanzata in particolare verso alcuni dati presentati a sostegno della sicurezza di un mais
geneticamente modificato prodotto da Monsanto, identificato col nome MON863, e autorizzato dalla Commissione
Europea nel gennaio del 2006 per la commercializzazione ai sensi della Direttiva 2001/18. All'interno del dossier
presentato da Monsanto nel 2002 era infatti presente uno studio di 90 giorni sui topi alimentati con MON863, in cui
emergevano alcune differenze rispetto agli animali di controllo nei parametri ematologici e nel peso dei reni, sebbene
non statisticamente significative. Tale studio, pubblicato in seguito anche su di una rivista internazionale[32], era
stato valutato positivamente sia dal comitato di esperti tedesco che per primo valut il dossier, sia successivamente
dall'EFSA. Entrambi i comitati di valutazione erano giunti alla conclusione che le differenze riscontrate fossero non
biologicamente significative. In disaccordo con queste conclusioni, il francese CRIIGEN (Comitato per
l'Informazione Indipendente e Ricerca sull'Ingegneria Genetica), gruppo di ricercatori critici verso gli OGM guidati
da Gilles Eric Seralini dell'Universit di Caen, ha richiesto di poter esaminare i dati originali dello studio. Dopo il
rifiuto da parte di Monsanto di fornirli, Greenpeace ricorsa a mezzi legali ottenendone l'accesso su ingiunzione del
giudice nel giugno del 2005. Sulla base dei dati consegnati da Monsanto i ricercatori del CRIIGEN hanno svolto una
nuova valutazione statistica, concludendo che, sebbene l'analisi di "Hammond et al" fosse formalmente corretta, alla
luce di quei dati non era possibile escludere una potenziale tossicit renale e che nuove ricerche erano necessarie per
valutare adeguatamente la sicurezza di questo mais transgenico[33]. L'EFSA, chiamata a rivedere i dati alla luce di
questa nuova analisi, ha effettuato una nuova valutazione, al termine della quale, riconfermando la sua opinione,
ovvero che i prodotti derivati da questa variet di mais transgenico sono da considerarsi sicuri nel contesto dell'uso
autorizzato, ha sottolineato che l'analisi del CRIIGEN presentava limiti metodologici sul fronte della statistica
adottata[34][35][36]. Il CRIIGEN ha riproposto nel 2009 un'analoga rianalisi per 3 diversi OGM (il gi commentato
MON863, il MON810 e l'NK603) sostenendo che questi presentassero profili di tossicit significativi[37]. Anche in
questo caso l'EFSA stata chiamata a rivedere le conclusioni e le metodologie adottate dallo studio concludendo che
"le affermazioni degli autori, di nuovi effetti collaterali indicanti tossicit per i reni ed il fegato,non sono supportati
dai dati presentati. Non vi nessuna nuova informazione che porti a rivedere le opinioni sulla sicurezza dei tre eventi
OGM.Il GMO Panel nota chediverse critiche alla statistica del precedente studio degli autori, sono ugualmente

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Dibattito sugli OGM


applicabili anche a questo nuovo articolo"[38].
Anche sulla soia geneticamente modificata nota come "Roundup ready" sono stati effettuati studi, come ad esempio
quello condotto da un'equipe italiana guidata Manuela Malatesta e pubblicato nel 2002 ha rilevato una modifica nella
funzionalit e nella struttura delle cellule di fegato, pancreas e testicoli in topi alimentati con la soia stessa[39]. I
risultati di questo studio sono stati contestati in quanto mancanti di adeguati controlli interni e in contrasto con tutta
la letteratura sul tema, da membri della Accademic Review, una associazione di ricercatori e accademici che
sottopone ad analisi di tipo revisione paritaria articoli sulla alimentazione .[40]
Un nuovo studio, pubblicato il 20 settembre 2012 nella rivista Food and Chemical Toxiclogy[41], che ha visto
coinvolti sia Seralini che Malatesta, ha ipotizzato per la prima volta una carcinogenicit del mais OGM, che, secondo
i suoi autori, provocherebbe tumori in percentuali significativamente superiori rispetto al mais convenzionale. Nello
studio stato utilizzato il mais Nk 603 (che nella Ue non pu essere coltivato, ma legalmente importato e del quale
si era gi occupato nella sua pubblicazione del 2009 Seralini) e l'erbicida Roundup. Scopo dello studio era di valutare
gli effetti a lungo termine (2 anni) di una nutrizione a base di OGM, contro i 90 giorni previsti dall'attuale normativa.
L'articolo ha sollevato un'ampia controversia, non solo scientifica, che ha portato alla pubblicazione sulla stessa
rivista di ben 13 articoli di commento che hanno sottolineato molteplici criticit nell'impianto sperimentale dello
studio[42]. Una meta-analisi che giungeva a conclusioni diametralmente opposte era inoltre da poco uscita sulla
medesima rivista[43]. Anche in questo caso stato chiesto all'EFSA di effettuare un'analisi che, dopo aver raccolto
anche i pareri pubblicati dalle varie istituzioni scientifiche internazionali, ha rilevato che il disegno sperimentale
dello studio non permetteva di trarre conclusioni sulla sicurezza dell'OGM analizzato e anche in questo caso rilevava
l'inadeguatezza dell'analisi statistica, concludendo: "gravi vizi di progettazione e metodologia nello studio Seraliniet
al. comportano che esso non soddisfi standard scientifici accettabili"[44]. A questo si aggiunta la non volont da
parte del gruppo di ricerca di consegnare i propri dati per un'analisi indipendente[45] e la scoperta che le risorse
necessarie a condurre lo studio provenissero da due catene distributive (Auchan e Carrefour) da anni impegnate in
campagne contro gli OGM[46]. Questo ha portato diversi ricercatori e istituzioni scientifiche, quali l'Associazione
Nazionale Biotecnologi Italiani e la Federazione Europea delle Biotecnologie, a chiedere una sua ritrattazione[47].
L'Europa ha inoltre predisposto un apposito bando per realizzare una sperimentazione a lungo termine
scientificamente corretta[48]. Nonostante lo studio sia considerato oggi non credibile da parte della comunit
scientifica, il Parlamento italiano l'ha usato per impegnare il governo ad invocare la clausola di salvaguardia e
bloccare la coltivazione di un altro OGM sul territorio nazionale[49].
Il 28 novembre 2013 la rivista Food and Chemical Toxicology ha comunicato la ritrattazione del succitato articolo di
Seralini et al. del 2012, i cui risultati sono stati giudicati inconcludenti in seguito alla revisione paritaria
post-pubblicazione.

Resistenza agli antibiotici


Un ulteriore rischio legato alla diffusione nell'ambiente e al consumo di organismi geneticamente modificati che,
essendo in alcuni di essi inserito un gene che conferisce la resistenza agli antibiotici, c' un rischio di trasferimento
della resistenza a batteri, anche patogeni. La rapida diffusione osservata in anni recenti di numerose forme di
antibiotico-resistenza tra i batteri una problematica di sanit pubblica che ha sollevato un ampio dibattito e per la
quale numerose misure di prevenzione sono state messe in atto a livello internazionale.
Rispetto a questo problema in relazione agli OGM, l'EFSA in un'opinione pubblicata nel 2004 ha ammesso
l'esistenza di questo rischio, evidenziando diversi livelli di rischio legati ai singoli geni di resistenza, in base ai quali
ha espresso delle linee guida per limitarne l'uso[50]. In particolare i due geni pi utilizzati riguardano la resistenza
alla kanamicina e la resistenza alla ampicillina gi oggi scarsamente utilizzati in terapia per eccessiva tossicit o per
scarsa efficacia[51]. In ogni caso gi oggi il principale prodotto OGM in commercio (il MON 810) non presenta il
gene per l'antibiotico-resistenza e la normativa comunitaria prevede che essi siano abbandonati anche per fini di
ricerca entro il 2008.

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Dibattito sugli OGM


comunque importante sottolineare come gli antibiotici utilizzati nella ricerca sugli OGM non siano utilizzati in
campo medico/sanitario n veterinario e quindi non sono in grado di indurre nei microrganismi resistenze pericolose
nella cura degli esseri umani.

Il dibattito socio-economico
Oltre ai temi legati all'alimentazione e all'ambiente, il dibattito si concentrato anche sui fattori di rischio e sulle
opportunit economiche e sociali. In particolar modo quest'analisi riguarda la relazione tra paesi sviluppati e in via di
sviluppo e il modo in cui l'utilizzo su larga scala della tecnologia alla base degli OGM influisca o potrebbe influire
sulle economie agricole deboli o in crisi (tra queste anche quella italiana).
Le resistenze all'applicazione degli OGM nell'agricoltura in paesi del terzo mondo sostanzialmente si basano sulle
seguenti motivazioni:
Le piante OGM sono spesso vincolate all'obbligo di riacquisto di anno in anno. Questo implica che i coltivatori,
che erano abituati a riseminare il raccolto, devono ricomprare la semente per garantirsi il beneficio dato dall'uso
dell'OGM.
Le sementi OGM hanno costi superiori, dovendo ammortizzare l'investimento in ricerca necessario per
svilupparli.
L'impatto dell'acquisto annuale di nuovi semi su soggetti microeconomici che faticano a raggiungere uno stato di
sopravvivenza pu innescare rapporti di debito prolungato con i rivenditori indebolendo ulteriormente i piccoli
produttori.
I soggetti economici in grado sfruttare le opportunit offerte dagli OGM sono spesso i grandi produttori o dei
possidenti terrieri.
L'uso di OGM potrebbe ridurre l'uso di variet e risorse liberamente fruibili sul territorio.
Le industrie che producono OGM spesso non vengono ritenute soggetti morali sufficientemente qualificati e
affidabili.
I paesi europei che si sono dichiarati OGM-free potrebbero rifiutare le derrate provenienti dai Paesi in via di
sviluppo che li utilizzano facendo venir meno una fonte importante del loro bilancio nazionale.
Diversi studi hanno analizzato la significativit
economica di tali preoccupazioni.
Secondo i dati economici raccolti dall'ISAAA
(Servizio Internazionale per l'Acquisizione
delle Applicazioni Agrobiotecnologiche) la
maggior parte degli utilizzatori degli OGM
sono i piccoli coltivatori dei Paesi in via di
sviluppo (9,3 su 10,3 milioni di agricoltori che
utilizzano gli OGM sono piccoli agricoltori e
Distribuzione globale delle coltivazioni OGM
in particolare sono stati riportati benefici in
Sudafrica, Argentina, Brasile, Cina, Filippine,
India). Secondo l'ISAAA questo sarebbe da imputare al fatto che i benefici legati all'uso degli OGM attualmente in
commercio sono indipendenti dalla dimensione aziendale (a differenza di quelli della Rivoluzione verde che
richiedevano ingenti investimenti in termini di meccanizzazione e uso di input chimici)[52].
Di tutt'altro parere invece il report sull'impatto degli OGM dopo 10 anni di coltivazione a livello globale[53]
divulgato dall'associazione ambientalista Friends of the Earth (FoE), da anni attiva contro l'uso degli OGM in
agricoltura. Secondo FoE il report ISAAA sovrastima l'area messa a coltura di almeno un 5% e dimostra come essa
sia concentrata solo in pochi stati. L'introduzione di coltivazioni transgeniche inoltre, sempre secondo FoE, ha
contribuito poco o per niente al miglioramento delle condizioni economiche degli agricoltori nella maggior parte dei

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Dibattito sugli OGM

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Paesi, e che in particolare in America Latina ha contribuito invece ad una ulteriore concentrazione della terra in
mano a pochi, a discapito dei piccoli agricoltori. Inoltre il rapporto nota come la prospettiva di alleviare la fame del
mondo grazie all'introduzione delle biotecnologie in campo agricolo sia stata disattesa, e che attualmente per lo pi
tali coltivazioni siano utilizzate per produzioni destinate all'uso animale. Per quanto concerne il fatto che uno dei
vantaggi sia la maggiore facilit di gestione delle colture, sempre secondo FoE, solo i grandi produttori ne avrebbero
beneficiato.
Un altro report che affronta il tema dell'impatto economico degli OGM stato rilasciato nel febbraio 2007 anche dal
Joint Research Center (il centro di ricerca della Commissione Europea), che ha analizzato l'impatto economico avuto
dall'introduzione delle tre pi importanti coltivazioni transgeniche a livello mondiale[54] (soia tollerante agli erbicidi,
mais resistente agli insetti e cotone resistente agli insetti). Secondo il JRC, il rapido incremento nell'utilizzo di OGM
a livello mondiale nella decade 1996-2005 (da 1.6 a 90 milioni di ettari) spiegabile non tanto da un maggior
rendimento (non sempre presente) ma soprattutto da una diminuzione dei costi di produzione e dalla facilitazione di
alcune operazioni colturali (legate principalmente al controllo di insetti e infestanti) con conseguente riduzione dei
costi operativi lasciando pi tempo per svolgere altre attivit, agricole e non, che possono andare a costituire ulteriori
fonti di reddito. Sempre secondo il JRC, dai dati raccolti e pubblicati in questi anni emerge come gli agricoltori (in
particolare quelli di piccole dimensioni) abbiano beneficiato dei vantaggi economici derivati dall'introduzione degli
OGM (anche in Spagna, unico Stato europeo in cui sono presenti dati significativi sulle coltivazioni transgeniche),
seguiti dai produttori delle sementi, e infine dai consumatori, che avrebbero beneficiato di una riduzione del prezzo
dei prodotti. Il rapporto nota inoltre che, a seguito dell'introduzione di cotone e mais Bt (resistenti agli insetti),
significativamente diminuito l'uso di insetticidi, mentre per quanto riguarda la soia resistente agli erbicidi non si
osservata una riduzione in termini assoluti di erbicidi, ma unicamente una diminuzione nel consumo di carburante e
un aumento delle aree coltivate a causa della semplificazione colturale.
L'ambientalista Vandana Shiva asserisce che l'ingresso in India delle sementi biologicamente modificate, pi care e,
in quanto ibride, utilizzabili con profitto per un solo raccolto, si sta traducendo in una rovina per i piccoli
agricoltori[55]; i dati disponibili sembrano per dimostrare il contrario[56].
Molto dibattuto inoltre se gli OGM oggi in commercio portino ad un aumento delle rese. Sebbene essi non siano
stati sviluppati con l'obiettivo diretto di aumentare le rese, la produttivit e economicit degli ogm sono due
argomenti utilizzati per giustificare la loro coltivazione su vasta scala. Su questo tema esistono diversi studi, uno
dell'Universit del Nebraska Wikipedia:Uso delle fontie uno condotto nel triennio 2005-2008 dall'Universit del
KansasWikipedia:Uso delle fonti che indicano che gli OGM non abbiano rese superiori rispetto alle variet
convenzionali.[57]. Altri studi, raccolti da PG Economics, indicano invece un aumento di resa collegato all'uso degli
OGM oggi in commercio, sia per le variet Bt (resistenti agli insetti) che per le variet RR (tolleranti ad un
erbicida)[58]. Al riguardo stato condotto uno studio anche in Italia, all'interno di un progetto del Ministero
dell'Agricoltura del valore complessivo di 6,2 M. Questo progetto ha previsto anche una prova di campo sul mais
Bt che ha registrato rese superiori nel mais OGM comprese tra il 30 ed il 40%[59].

OGM e bioetica
Per approfondire, vedi Bioetica.

Oltre al dibattito tecnico-scientifico, le biotecnologie applicate al settore agroalimentare hanno suscitato una serie di
considerazioni di ordine etico nell'opinione pubblica.
Emerge infatti chiaramente da numerosi sondaggi che la maggior parte dell'opinione pubblica percepisce gli OGM
come "innaturali"[60] poich gli organismi transgenici superano la barriera di specie mischiando per esempio geni di
piante con quelli di animali o batteri[61] con risultati che non potrebbero mai esistere in natura. Inoltre la
modificazione del genoma, al di l delle sue finalit, viene spesso associata all'idea di una scienza che si sostituisce a
Dio, o all'idea dell'intervento umano contrapposto alle "leggi della Natura"[62][63]. Non a caso uno tra gli appellativi

Dibattito sugli OGM


pi comunemente usati dai media per riferirsi agli OGM "cibo di Frankenstein".
Tale percezione viene anche favorita dalla frequente menzione a titolo esemplificativo di OGM che mischierebbero
geni di piante con quelli animali, ma che in taluni casi non sono mai esistiti. Un esempio quello della cosiddetta
"fragola pesce", una variet di fragola in cui sarebbe stato introdotto il gene di un pesce artico in modo che resista al
freddo. Questo OGM in realt non mai stato sviluppato, n tantomeno commercializzato, eppure ha avuto grande
successo mediatico tanto da essere diventato un'icona per il movimento anti-OGM.[64]

Posizioni pro e contro OGM


Oggi, in Italia esistono gruppi che mostrano un'attitudine favorevole all'introduzione agli OGM anche nella
agricoltura italiana. Tra questi si sono distinte numerose associazioni di ricercatori che hanno, a pi riprese, tentato
di chiarire le problematiche tecnico-scientifiche e sociali su questi delicati temi su cui spesso esiste molta
disinformazione[65][66]. Pi estesamente, in tema di coesistenza tra coltivazioni GM e convenzionali, 19 Societ
Scientifiche Italiane e 2 Accademie Nazionali hanno rilasciato nel 2006 un documento congiunto in cui sottolineano
che, sulla base della letteratura scientifica disponibile, le piante transgeniche non differiscono dalle variet
convenzionali nel loro comportamento in campo, ed i criteri esistenti per la coesistenza delle diverse variet
convenzionali possono costituire il modello per stabilire analoghi criteri per le variet transgeniche. Le pratiche
agricole gi oggi disponibili consentirebbero quindi di rispettare la soglia dello 0,9% di presenza accidentale di
OGM in prodotti non-OGM, imposta dal Regolamento CE 1830/2003, senza un significativo impatto in termini di
costi di gestione per gli agricoltori italiani[67]. Sul rapporto tra OGM e sicurezza alimentare un documento del 2004,
anch'esso firmato da 14 Societ Scientifiche italiane e l'Accademia dei Lincei, sottolinea come si debba "concentrare
l'analisi non sulla tecnologia con cui vengono prodotte le piante GM, ma sui caratteri genetici inseriti, seguendo un
approccio caso per caso". Si dovrebbe quindi, secondo questi ricercatori, abbandonare l'approccio critico verso gli
OGM intesi nel loro insieme "a favore di un consenso razionale perch informato sul processo e sui prodotti
derivanti"[68]. Si vorrebbe quindi portare la normativa verso una maggiore attenzione al prodotto ottenuto invece che
al processo utilizzato, di modo da non discriminare le variet ottenute con la tecnica del DNA ricombinante piuttosto
che con tecniche di incrocio tradizionale.
Una posizione favorevole, oltre che un impegno informativo sono stati assunti dall'associazione Galileo 2001 e dalla
rivista Le Scienze sotto la direzione di Enrico Bellone.
Hanno assunto una posizione possibilista anche alcune associazioni agricole come Confagricoltura e Futuragra[69]
che sottolineano come l'Italia sia assolutamente deficitaria per l'approvvigionamento di soia (l'Italia produce solo
l'8% del suo fabbisogno) e che oggi la quasi totalit dei mangimi sul mercato italiano reca la dicitura "contiene
OGM". Si domandano quindi perch, se si possono usare, non si possano anche coltivare. A ci i sostenitori
aggiungono che taluni OGM aiuterebbero a contenere i quantitativi di alcune classi di micotossine, quali ad esempio
le fumonisine[70], per le quali l'Italia risulta ben al di sopra delle soglie in discussione a Bruxelles (4.000 ppb contro
le 30.000 della media italiana). Tali composti sono oggi sotto osservazione per il loro potenziale teratogeno. Questi
agricoltori reclamano dunque il loro diritto a compiere autonomamente le proprie scelte economiche e vorrebbero,
non esistendo dati che correlino gli OGM a pericoli per la salute e per l'ambiente, poter decidere se coltivarli o meno
sui loro terreni, valutando di volta in volta cosa coltivare o meno.

22

Dibattito sugli OGM

Dall'altro lato, la coltivazione in campo di OGM in alcuni stati europei


ha sollevato proteste da parte di gruppi ambientalisti e di associazioni
agricole. Uno degli oppositori pi famosi senza dubbio Jos Bov,
che stato anche condannato per aver distrutto in Francia i campi
sperimentali (riso GM) di alcuni ricercatori del CIRAD, e gli impianti
sperimentali che ne assicuravano la segregazione.
Tali gruppi ritengono che i numerosi studi prodotti su questi temi, i
risultati delle valutazioni di impatto ambientale condotte nell'ambito
delle procedure autorizzative e le norme internazionali volte al
Jos Bov in una protesta anti-OGM al Salone
controllo e alla gestione dei possibili rischi legati alla diffusione
dell'agricoltura a Parigi nel 2006
globale delle piante transgeniche (primo tra tutti il Protocollo di
Cartagena, nato proprio per assicurare la protezione contro i possibili
effetti negativi sulla biodiversit) siano insufficienti a garantire la sicurezza ambientale e ritengono che le
conseguenze a lungo termine del loro utilizzo non siano prevedibili.
In Italia, sebbene con accenti e finalit diverse, si oppongono all'introduzione degli OGM vari gruppi di diversa
estrazione: associazioni ambientaliste quali Greenpeace, WWF, Verdi, Ambiente e Societ e Legambiente, partiti
politici quali la Federazione dei Verdi, due delle tre principali associazioni degli agricoltori, Coldiretti e CIA, e
movimenti quali i no global.
In particolare Coldiretti ha promosso, insieme a numerose altre associazioni nazionali e locali, presso i comuni e le
province l'approvazione di una delibera che dichiari il territorio come "libero da OGM". Tale atto, pur essendo di
scarso valore applicativo sia da un punto di vista legale[71] che da un punto di vista pratico (la delibera vieterebbe
non solo l'uso di OGM da parte di agricoltori e allevatori, ma anche il solo transito di materiale OGM sul territorio e,
in taluni casi, anche la vendita nei supermercati, nonostante non siano previsti strumenti di controllo) ha comunque
un forte valore politico avendo raccolto le adesioni da pi di 2300 comuni italiani.[72]. Il 2 marzo 2009, con voto a
maggioranza qualificata (contrari solamente Inghilterra, Olanda, Svezia e Finlandia) il Consiglio dei ministri
dell'Ambiente dell'UE ha respinto la richiesta della Commissione Europea di sopprimere la moratoria sulla
coltivazione del mais OGM mon 810 della Monsanto in Austria e in Ungheria.
L' opposizione all'uso degli OGM spesso basata su elementi di natura ambientalistica, economica ed etica.
Gli ambientalisti ritengono che la modificazione genetica diretta "snaturizzi" l'organismo modificato, con
conseguenze imprevedibili per l'ambiente e la salute. Ritengono inoltre che il flusso genico verso le specie agrarie o
selvatiche di transgeni sia un processo irreversibile che andr a contaminare in modo irreparabile la biodiversit
presente sul pianeta.Wikipedia:Uso delle fonti
La Federazione Italiana Agricoltura Biologica ritiene che sia impossibile la coesistenza tra colture biologiche ed
OGM per il forte ed irreparabile rischio di contaminazione tra le diverse colture ed i costi molto elevati da sostenere
per una separazione efficace[73]. Alcune associazioni agricole contrarie all'uso di OGM stanno invece da anni
lottando contro la concorrenza dei prodotti agricoli importati a basso costo attraverso azioni di marketing del
prodotto agro-alimentare Made in Italy, sottolineandone la genuinit, la tipicit e la "tradizionalit", valori che,
secondo loro, sono in antitesi all'uso di prodotti OGM che invece favorirebbero una omogenizzazione sul mercato
delle produzioni agricole.
Il movimento No global ritiene che gli OGM siano l'ultima frontiera della colonizzazione delle risorse del pianeta sia
tramite l'uso di prodotti OGM brevettati, sia tramite l'uso di contratti che vincolano gli agricoltori a ricomprare di
anno in anno la semente che solitamente viene venduta da una o poche societ monopoliste.Wikipedia:Uso delle
fonti
Un cable pubblicato da wikileaks e rilasciato dall'ambasciata vaticana mostra come gli Stati Uniti abbiano fatto
pressione sulla Santa Sede per convincere le frange di cattolici che si oppongono a questa tecnologia ad appoggiarla.

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Dibattito sugli OGM


L'ambasciatore ipotizza che, pi che ideologica o morale, tale opposizione sia dovuta a ragioni puramente
economiche relative ai dubbi sull'uso degli OGM in regime di monopolio (specie nei paesi in via di sviluppo),
dicendo anche che gli unici che potrebbero perderci sarebbero i produttori di fitofarmaci[74].

Il mais e la soia ogm


Il dibattito sugli ogm si focalizza, principalmente sulle due pi diffuse produzioni: il mais e la soia, anche perch
ampiamente utilizzati come mangimi per bestiame da carne.
In Italia nel luglio 2013 stata annunciata la firma di un decreto che proibisce uno dei pi diffusi OGM, il mais
Monsanto 810[75][76][77]Per contro stato osservato che il mais OGM ha il vantaggio di evitare le infestazioni da
fumonisine, tossine che si producono sul mais colpite da un lepidottero (Piralide).[78] La produzione italiana di mais,
soprattutto a causa di una stagione particolarmente asciutta nella Pianura Padana, stata fortemente infestata, al
punto che stata decisa la distruzione tramite incenerimento o produzione di biogas di 350.000 tonnellate.[79][80] I
sostenitori degli Ogm indicano proprio in questa enorme quantit di prodotto che, ingerito direttamente dall'uomo od
usato come mangime di animali da carne o da latte, decisamente cancerogeno.
Altra fonte di polemica in Italia il fatto che per l'alimentazione del bestiame si decisamente importatori di mais e
di soia OGM, anche per le produzioni caratteristiche come prosciutti o formaggi, che vengono commercializzati
senza specificare l'utilizzo di mangimi derivati da piante transgeniche. Il maggiore produttore mondiale, la
Monsanto, ha annunciato che rinuncia a presentare nuove domande di autorizzazione per la coltivazione degli OGM,
puntando tutto sull'importazione dei prodotti che libera iljournal [81]
Per la soia OGM, vige il divieto di coltivazione, ma non d'importazione e il prodotto disponibile sul mercato
mondiale quasi esclusivamente quello OGM.

Note
[1] American Association for the Advancement of Science (AAAS), Board of Directors (2012). Legally Mandating GM Food Labels Could
Mislead and Falsely Alarm Consumers (http:/ / www. aaas. org/ news/ releases/ 2012/ 1025gm_statement. shtml)
[2] American Medical Association (2012). Report 2 of the Council on Science and Public Health: Labeling of Bioengineered Foods (http:/ /
www. ama-assn. org/ resources/ doc/ csaph/ a12-csaph2-bioengineeredfoods. pdf)
[3] World Health Organization. Food safety: 20 questions on genetically modified foods. (http:/ / www. who. int/ foodsafety/ publications/
biotech/ 20questions/ en/ ) Accessed December 22, 2012.
[4] United States Institute of Medicine and National Research Council (2004). Safety of Genetically Engineered Foods: Approaches to Assessing
Unintended Health Effects. National Academies Press. Free full-text (http:/ / www. nap. edu/ catalog. php?record_id=10977#toc). National
Academies Press. See pp11ff on need for better standards and tools to evaluate GM food.
[5] Other sources:

Winter CK and Gallegos LK (2006). Safety of Genetically Engineered Food. (http:/ / anrcatalog. ucdavis. edu/ pdf/ 8180. pdf) University
of California Agriculture and Natural Resources Communications, Publication 8180.
Dr. Christopher Preston, AgBioWorld 2011. Peer Reviewed Publications on the Safety of GM Foods. (http:/ / www. agbioworld. org/
biotech-info/ articles/ biotech-art/ peer-reviewed-pubs. html)
[6] Le principali minacce per la biodiversit. Gli OGM si trovano al punto 8.3, dopo urbanizzazione, agricoltura, turismo e specie aliene (http:/ /
www. conservationmeasures. org/ CMP/ IUCN/ browse. cfm?TaxID=DirectThreats)
[7] L'equilibrio tra le popolazioni vegetali e animali che insistono in un dato areale sempre dinamico e dipende da una molteplicit di fattori
(cibo - risorse - predatori - condizioni climatiche - introduzione di nuove specie) che influenzano la fitness relativa tra le diverse specie
[8] Il sito di Giorgio Celli (http:/ / www. giorgiocelli. it/ index_IE. htm)
[9] Crawley, M. J., Brown, S. L., Hails, R. S., Kohn, D. D. & Rees, M. (2001) Transgenic crops in natural habitats. Nature, February 8, 2001, vol.
409, nr. 6821, pp. 682683.
[10] Morgante M, Brunner S, Pea G, Fengler K, Zuccolo A, Rafalski A. (2005) Gene duplication and exon shuffling by helitron-like transposons
generate intraspecies diversity in maize. Nature Genetics. 37(9):997-1002.
[11] UK Department for Environment Food and Rural Affairs. 2006. Results of the Farm Scale Evaluations (FSEs) of herbicide tolerant GM
crops (http:/ / www. defra. gov. uk/ environment/ gm/ fse/ )
[12] Database sugli studi legati alla valutazione della biosicurezza degli OGM (http:/ / www. icgeb. trieste. it/ ~bsafesrv/ bsfdata2. htm)
[13] Le Regioni OGM-free europee.
[14] Si veda ad esempio la tecnologia Clearfield (http:/ / www. ext. colostate. edu/ pubs/ crops/ 03116. html)

24

Dibattito sugli OGM


[15] International Survey of Herbicide Resistant Weeds (http:/ / www. weedscience. org/ in. asp)
[16] Sistemi di prevenzione de flusso genico. Fonte: Progetto UE Co-Extra
[17] I movimenti che si oppongo agli OGM si riferiscono a tale fenomeno come "contaminazione" ritenendo che le piante GM siano in s e per
s un rischio anche se autorizzate, e quindi considerate "sicure per l'uomo e per l'ambiente", ai sensi della Direttiva 2001/18/CE.
[18] Raccomandazione della Commissione, del 23 luglio 2003, recante orientamenti per lo sviluppo di strategie nazionali e migliori pratiche per
garantire la coesistenza tra colture transgeniche, convenzionali e biologiche (http:/ / eur-lex. europa. eu/ LexUriServ/ LexUriServ.
do?uri=CELEX:32003H0556:IT:HTML)
[19] Raccomandazione 200/01 del luglio 2010
[20] Dellaporta 2008. Maize pollen mediated gene flow in the Po valley (Italy): Sourcerecipient distance and effect of flowering time. Eur J
Agronomy 28 (3) 255-265
[21] Sorlini C. et al., 2004. Biodiversit e organismi geneticamente modificati. Ministero Ambiente. CNR. - COOP Italia. 2004. OGM: la ricerca
sul campo
[22] Consensus Document delle Societ Scientifiche italiane dedicato alla coesistenza tra OGM e altri tipi di agricoltura. 2006.
[23] Bigino per i neoministri (http:/ / bressanini-lescienze. blogautore. espresso. repubblica. it/ 2014/ 04/ 25/
mais-ogm-un-bigino-per-i-neoministri/ ) di Dario Bressanini
[24] Me gustara aclarar que no se ha producido ni un slo caso documentado por problemas de cultivos demaz transgnicoen el campo
espaol; insisto, no hay ningn tipo de problema - Comunicazione del Ministro dell'Agricoltura spagnolo al Parlamento Europeo, 2010.
[25] David H. Freedman. The Truth about Genetically Modified Food (http:/ / www. scientificamerican. com/ article.
cfm?id=the-truth-about-genetically-modified-food) Scientific American, August 26, 2013. "despite overwhelming evidence that GM crops are
safe to eat, the debate over their use continues to rage, and in some parts of the world, it is growing ever louder."
[26] FAO, 2004. State of Food and Agriculture 20032004. Agricultural Biotechnology: Meeting the Needs of the Poor (http:/ / www. fao. org/
docrep/ 006/ Y5160E/ y5160e10. htm#P3_1651The). Food and Agriculture Organization of the United Nations, Rome. "Currently available
transgenic crops and foods derived from them have been judged safe to eat and the methods used to test their safety have been deemed
appropriate. These conclusions represent the consensus of the scientific evidence surveyed by the ICSU (2003) and they are consistent with
the views of the World Health Organization (WHO, 2002). These foods have been assessed for increased risks to human health by several
national regulatory authorities (inter alia, Argentina, Brazil, Canada, China, the United Kingdom and the United States) using their national
food safety procedures (ICSU). To date no verifiable untoward toxic or nutritionally deleterious effects resulting from the consumption of
foods derived from genetically modified crops have been discovered anywhere in the world (GM Science Review Panel). Many millions of
people have consumed foods derived from GM plants - mainly maize, soybean and oilseed rape - without any observed adverse effects
(ICSU)."
[27] La prima normativa europea sugli OGM, la Direttiva 90/220, risale al 1990 e tra i suoi considerando recita: "considerando che la tutela della
salute umana e dell'ambiente richiede la debita attenzione per il controllo di rischi derivanti dall'emissione deliberata di organismi
geneticamente modificati (OGM) nell'ambiente"
[28] European Union (2000) Review of results of 15 years study on GMOs. http:/ / ec. europa. eu/ research/ quality-of-life/ gmo/
[29] Commission publishes compendium of results of EU-funded research on genetically modified crops
[30] http:/ / www. netallergy. it/ area_scientifica/ contributi/ OGM_nuove_allergie. asp OGM e nuove allergie
[31] http:/ / www. ask-force. org/ web/ Regulation/ Kramer-FlavrSavr-Story-1994. pdf
[32] Hammond B., Lemen J., Dudek R., Ward D., Jiang C., Nemeth M., Burns J. (2006) Results of a 90-day safety assurance study with rats fed
grain from corn rootworm-protected corn. Food Chem Toxicol. 44(2):147-60.
[33] Sralini G., Cellier D., de Vendomois J.S. (2007). New Analysis of a Rat Feeding Study with a Genetically Modified Maize Reveals Signs
of Hepatorenal Toxicity, Arch Environ Contam Toxicol. 52(4):596-602.
[34] L'EFSA riconferma la sua valutazione del rischio (http:/ / www. efsa. europa. eu/ en/ press_room/ press_release/ pr_efsa_maize_Mon863.
html)
[35] Opinion of the Scientific Panel on Genetically Modified Organisms on a request from the Commission related to the Notification (Reference
C/DE/02/9) for the placing on the market of insect-protected genetically modified maize MON 863 and MON 863 x MON 810, for import and
processing, under Part C of Directive 2001/18/EC from Monsanto, The EFSA Journal (2004) 49, 1-25 (http:/ / www. efsa. europa. eu/ it/
science/ gmo/ gmo_opinions/ 381. html)
[36] "In conclusion, the assumptions underlying the statistical tests performed by Sralini et al. (2007) didnot hold, and so their tests tended to
detect more significant results than analyses based on more robusttechniques". EFSA review of statistical analyses conducted for the
assessment of the MON 863 90-day rat feeding study (2007)
[37] JS de Vendmois et al (2009) A Comparison of the Effects of Three GM Corn Varieties on Mammalian Health.
[38] MINUTES OF THE 55TH PLENARY MEETING OF THESCIENTIFIC PANEL ON GENETICALLY MODIFIED ORGANISMSHELD
ON 27-28 JANUARY 2010 IN PARMA,ITALY
[39] Malatesta M, Caporaloni C, Rossi L, Battistelli S, Rocchi MB, Tonucci F, Gazzanelli G. Ultrastructural analysis of pancreatic acinar cells
from mice fed on genetically modified soybean. J Anat. 2002 Nov;201(5):409-15. PMID: 12448776 [PubMed - indexed for MEDLINE]
[40] Genetic Roulette Claim: Mice fed Roundup Ready soy had liver-cell problems. | Academics Review (http:/ / academicsreview. org/
reviewed-content/ genetic-roulette/ section-1/ 1-10-roundup-ready-soy-is-safe-1)
[41] Long term toxicity of a Roundup herbicide and a Roundup-tolerant genetically modified maize, Gilles-Eric Seralini, University of Caen e
CRIIGEN, Food and Chemical Toxiclogy, 20 settembre 2012 (http:/ / www. sciencedirect. com/ science/ article/ pii/ S0278691512005637/ )

25

Dibattito sugli OGM


[42] Si veda ad esempio: D Sanders et al (2013) Letter to the editor (http:/ / www. sciencedirect. com/ science/ article/ pii/ S0278691512007946)
[43] C Snell. (2012) Assessment of the health impact of GM plant diets in long-termand multigenerational animal feeding trials: A literature
review
[44] EFSA (2012) Final review of the Sralini et al. (2012) publication on a 2-year rodentfeeding study with glyphosate formulations and GM
maize NK603 aspublished online on 19 September 2012 in Food and Chemical Toxicology
[45] Show us the data: EFSA urges Sralini
[46] Auchan et Carrefour ont aid financer l'tude sur les OGM.
[47] La richiesta di ritrattazione dell'articolo da parte di ANBI e EFB
[48] Un KBBE per Seralini. Prometeus Magazine. 5 luglio 2013
[49] iononstoconlascienza. Prometeus Magazine, 11 luglio 2013 (http:/ / www. prometeusmagazine. org/ wordpress/ 2013/ 07/ 11/
iononstoconlascienza/ )
[50] Opinione dell'EFSA sull'uso di geni di antibioticoresistenza come marcatori negli organismi geneticamente modificati (http:/ / www. efsa.
europa. eu/ en/ science/ gmo/ gmo_opinions/ 384. html)
[51] Safety of Genetically Engineered Crops (2001) VIB (http:/ / www. vib. be/ NR/ rdonlyres/ FDA6861D-5E31-40EB-A500-5108D538AD6F/
0/ TASOreport_finaalpdf. pdf)
[52] ISAAA. Global Status of Commercialized Biotech/GM Crops: 2006 (http:/ / www. isaaa. org/ resources/ publications/ briefs/ 35/
executivesummary/ default. html)
[53] Friends of the Earth International, 2007. Who Benefits from gm crops? An analysis of the global performance of GM crops (1996-2006)
(http:/ / www. foei. org/ en/ publications/ pdfs/ gmcrops2007full. pdf)
[54] JRC report Economic Impact of Dominant GM Crops Worldwide: A Review (http:/ / www. jrc. es/ home/ pages/ detail. cfm?prs=1458)
[55] Intervista a Vandana Shiva , da La Stampa (http:/ / www. lastampa. it/ _web/ cmstp/ tmplrubriche/ Libri/ grubrica. asp?ID_blog=54&
ID_articolo=393& ID_sezione=80& sezione=Il libro)
[56] "Cotone Bt e agricoltori suicidi in India", rapporto dell'International Food Policy Research Institute (http:/ / www. ifpri. org/ pubs/ dp/
IFPRIDP00808. pdf)
[57] Panorama, 22 gennaio 2009, pag.104
[58] PG Economics - Focus on Yield (http:/ / www. pgeconomics. co. uk/ pdf/ GM_crop_yield_arial. pdf)
[59] I dati ottenuti dal progetto italiano (http:/ / biotecnologiebastabugie. blogspot. com/ 2007/ 11/ questi-dati-non-dovevamo-vederli-quali.
html). Questo progetto fu molto criticato perch cerc di sminuire e in alcuni casi di nascondere i risultati favorevoli agli OGM. In particolare
dei 6,2 M investiti solo 75.000 servirono per le prove di campo (http:/ / www. salmone. org/ 2008/ 07/ 11/ sagri-e-inran/ ), la maggior
parte fu invece usata per compiere altre attivit di natura pi socio-economica-politica (http:/ / www. inran. it/ progetti/
consuntivo_2006_PR34. pdf). Parte di essi andarono anche alla Fondazione per i Diritti Genetici (o suoi membri) che fu poi protagonista di
una altrettanto criticata campagna contro gli OGM che dur diversi mesi (http:/ / legxv. camera. it/ resoconti/ resoconto_allegato.
asp?idSeduta=259& resoconto=bt17& param=bt17)
[60] I risultati dell'ultimo Eurobarometro sulle biotecnologie (http:/ / www. ec. europa. eu/ research/ press/ 2006/ pdf/
pr1906_eb_64_3_final_report-may2006_en. pdf)
[61] Su questo tema ha recentemente (11/05/2007) preso posizione Assobiotec, l'associazione italiana delle aziende biotec, sottolineando che le
imprese si impegnano a non sviluppare OGM vegetali a fini alimentari che contengano geni umani e animali.
[62] Del Punta M. 2004. Opinione pubblica e biotecnologie: il caso degli OGM. Tesi di Laurea. (http:/ / www. cicap. org/ emilia/ pdf/
opinione_ogm. pdf)
[63] Marris C. 2001. Public Views on GMOs: deconstructing the myths, EMBO 2 (7), 545. (http:/ / www. mpl. ird. fr/ dgpc/
ressources_documentaires/ marris. pdf)
[64] Bressanini D., 2007. L'OGM che non mai esistito. Le Scienze Blog. (http:/ / bressanini-lescienze. blogautore. espresso. repubblica. it/
2007/ 09/ 13/ logm-che-non-e-mai-esistito/ )
[65] il blog pro ogm di Roberto Defez, ricercatore del CNR (http:/ / www. salmone. org/ )
[66] il blog di Biotecnologie: Basta Bugie! (http:/ / biotecnologiebastabugie. blogspot. com/ )
[67] http:/ / www. aissa. it/ Consensus2006. pdf
[68] http:/ / www. citologia. org/ Consensus_ITA. pdf
[69] http:/ / www. futuragra. it Sito di Futuragra.it
[70] Drew L. Kershen I benefici del mais Bt da Food Drug law journal, tradotto da Cammarano e Di Lorenzo -Supplemento 10 a Spazio Rurale
[71] l'illegalit delle regioni OGM-free stata riconfermata dalla Corte di Giustizia delle Comunit Europee nel settembre 2007 in sede d'appello
contro il bando degli OGM in Austria (http:/ / eur-lex. europa. eu/ LexUriServ/ LexUriServ. do?uri=CELEX:62005J0439:EN:NOT)
[72] News Coldiretti (http:/ / www. coldiretti. it/ docindex/ cncd/ informazioni/ 649_07. htm)
[73] OGM: Federbio,impossibile coesistenza tra OGM e colture bioogiche (http:/ / www. agi. it/ food/ notizie/ 200807021553-eco-rt11094-art.
html)
[74] Cable Viewer (http:/ / wikileaks. org/ cable/ 2005/ 08/ 05VATICAN514. html)
[75] Sole 24 Ore (http:/ / www. ilsole24ore. com/ art/ impresa-e-territori/ 2013-07-12/ girolamo-firmato-decreto-vieta-151516.
shtml?uuid=AbnDEgDI)
[76] Comunicato stampa Ministero Agricoltura (http:/ / www. politicheagricole. it/ flex/ cm/ pages/ ServeBLOB. php/ L/ IT/ IDPagina/ 6560)

26

Dibattito sugli OGM


[77] Agronotizie (http:/ / agronotizie. imagelinenetwork. com/ agricoltura-economia-politica/ 2013/ 07/ 15/
ogm-quotla-ricerca-scientifica-non-ha-mai-fatto-male-a-nessunoquot/ 34008)
[78] Antonio Saltini L'Italia mira al primo posto tra gli importatori di mais e soia o.g.m. made in Usa?
[79] Agricoltura 24 (http:/ / www. agricoltura24. com/ aflatossine-il-mais-andra-al-biogas/ 0,1254,54_ART_6636,00. html)
[80] Agronotizie (http:/ / agronotizie. imagelinenetwork. com/ bio-energie-rinnovabili/ 2013/ 07/ 01/
mais-con-micotossine-e-biogas-via-libera-dal-ministero-della-salute/ 33830)
[81] http:/ / blogeko. iljournal. it/ coltivare-il-business-dei-mangimi-zootecnici-ogm-la-nuova-politica-di-monsanto-in-europa/ 74803

Bibliografia
Comitato Scientifico ANPA (Agenzia Nazionale per la Protezione dellAmbiente), Scienza e ambiente Conoscenze scientifiche e priorit ambientali, (Rischi Ambientali da Piante GM pp 929) luglio 2002, ISBN
88-448-0064-0 documenti 1/2002 (http://www.apat.gov.it/site/_contentfiles/00037500/
37577_documenti_2002_01.pdf)

Voci correlate
Organismi geneticamente modificati
Piante transgeniche

Altri progetti

Wikisource contiene il testo completo di Antonio Saltini LItalia mira al primo posto tra gli importatori di
mais e soia o.g.m. made in Usa?

Collegamenti esterni
Campagne e informazione pro OGM
Salmone, il blog pro ogm che raccoglie rapporti, articoli scientifici e giornalistici sugli ogm (http://www.
salmone.org/)
Futuragra, Associazione Culturale di Agricoltori (http://www.futuragra.it/)
Il blog del movimento Biotecnologie: Basta Bugie! (http://biotecnologiebastabugie.blogspot.com/)
(EN) International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications (ISAAA) (http://www.isaaa.org/)
(EN) The European Association for Bioindustries (http://www.europabio.be)

Campagne e informazione contro gli OGM

Greenpeace (http://www.greenpeace.org/italy/campagne/ogm)
Legambiente (http://www.legambienteonline.it/news2001/dossierogm.htm)
Verdi Ambiente e Societ (http://www.vasonline.it/home/archivio/biotech)
Campagna per un Comune Antitransgenico (http://www.rfb.it/)
Italia Europa Liberi da OGM (http://www.liberidaogm.org/liberi/)
Portale sulla Genetica sul sito di Tactical Media Crew (http://www.tmcrew.org/eco/genetica/index.htm)
(EN) Friends of the Earth Europe (http://www.foeeurope.org/GMOs/Index.htm)
Portale Biologia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Biologia

27

Normativa sugli OGM

Normativa sugli OGM


La normativa sugli organismi geneticamente modificati (OGM) stata oggetto in Europa di un ampio dibattito
che ha coinvolto le istituzioni comunitarie e gli Stati Membri.

La situazione in Europa prima del 1998


La prima direttiva europea atta a uniformare l'approccio degli Stati Membri riguardo agli organismi geneticamente
modificati risale al 1990 (Direttiva 90/220/CEE). Secondo le procedure riportate in questa direttiva sono stati
autorizzati al rilascio deliberato nellambiente, per scopi sperimentali e non, 17 organismi diversi, tra cui 14 piante
(ad esempio diverse variet di mais, colza e soia) e due vaccini (quello per la rabbia e quello per la malattia di
Aujeszky, ad uso veterinario).
Inoltre, in accordo con il Regolamento CE 258/1997 sui nuovi prodotti e nuovi ingredienti alimentari[1], una serie di
prodotti derivati da OGM ma non contenenti OGM - ovvero sostanze prodotte a partire da piante geneticamente
modificate, ma non contenenti i semi portatori della modifica genetica introdotta - sono entrati nel mercato europeo:
oli di soia e di colza, amido di mais ecc. Questi prodotti sono stati sottoposti a una procedura di autorizzazione
semplificata, basata sul principio di sostanziale equivalenza. Questi prodotti sono stati perci autorizzati seguendo
una procedura con meno passaggi poich era possibile dimostrare che non cera nessuna differenza dal punto di vista
nutrizionale, organolettico e tossicologico rispetto ai corrispettivi prodotti ottenuti a partire da colture convenzionali.

1998-2004: la moratoria di fatto


Tra il 1990 e il 1997 la mobilitazione degli attivisti anti-OGM ha fatto s che il dibattito sugli OGM entrasse nelle
agende politiche degli Stati Membri e dellUnione Europea. La crescente impopolarit degli alimenti OGM,
nonostante le rassicurazioni dal mondo scientifico, ha fatto naufragare la politica di apertura cautelativa verso gli
OGM iniziata con la direttiva 90/220/CEE. Nel 1997 diversi Stati membri hanno iniziato a rifiutare lautorizzazione
alluso di OGM nei propri territori appellandosi alla cosiddetta clausola di salvaguardia, e nel 1998 diversi Stati,
guidati dalla Francia, hanno votato per un blocco delle autorizzazioni di OGM a livello europeo fino a che non fosse
garantito il diritto di scelta dei cittadini attraverso appropriate norme di etichettatura ed una revisione della normativa
alla luce del principio di precauzione. Come conseguenza, tra il 1998 e il 2004 nessun nuovo OGM stato
autorizzato nellUnione Europea, venendo a creare una moratoria di fatto. Gli Stati Uniti, in quanto maggiori
produttori di piante OGM, e le multinazionali agrobiotecnologiche, si sono opposti fortemente a questa moratoria
denunciando il mancato rispetto degli accordi sul commercio internazionale, regolati dallOrganizzazione Mondiale
del Commercio, basati sul principio che solo pericoli per la salute, scientificamente provati, possono costituire una
barriera all'importazione. Unazione formale presso lOMC stata presentata da Stati Uniti, Canada e Argentina nel
maggio 2003, proprio sulla base del fatto che la moratoria europea non era sostenuta da nessuna evidenza scientifica
di rischio per la salute umana, animale o dellambiente.
Tale situazione di stallo ha comportato, tra l'altro, una drastica riduzione delle attivit di ricerca biotecnologica svolte
dai centri di ricerca europei, le cui prove sperimentali sono drasticamente diminuite da alcune centinaia l'anno a
poche decine, come sottolineato in un report[2] del Joint Research Center europeo.
Per superare tale fase l'Europa ha intrapreso una faticosa strada per la riscrittura del panorama normativo di
riferimento. Il nuovo contesto normativo, basato sul principio di precauzione, oggi composto dalla Direttiva
2001/18/CE che, sostituendo la 90/220/CEE, riscrive le regole base per l'approvazione di un nuovo OGM; due
Regolamenti (1829 e 1830/2003/CE) che regolano l'autorizzazione e l'etichettatura/tracciabilit degli alimenti e dei
mangimi (food & feed) costituiti o derivati da OGM; la Raccomandazione 556/2003 che indica le linee guida sulla
coesistenza tra colture OGM e convenzionali, cui le norme nazionali e regionali dovrebbero allinearsi.
La Direttiva 2001/18/CE sul rilascio degli OGM nell'ambiente, definisce cos un OGM:

28

Normativa sugli OGM

29

un organismo, diverso da un essere umano, il cui materiale genetico stato modificato in modo diverso da quanto
[3]

avviene in natura con l'accoppiamento e/o la ricombinazione genetica naturale .

Inoltre negli allegati alla Direttiva venivano indicate una serie di norme e valutazioni richieste per ottenere il via
libera alla sperimentazione tra cui:
Descrizione del/i tratto/i e delle caratteristiche introdotte o modificate.
Eventuali modifiche della capacit della pianta geneticamente modificata (PGM) di trasferire materiale genetico
ad altri organismi.
Informazioni su eventuali effetti tossici, allergenici o altri effetti nocivi per la salute umana riconducibili alla
modificazione genetica.
Informazioni sulla sicurezza della PGM per la salute animale, con particolare riguardo ad eventuali effetti tossici,
allergenici o altri effetti nocivi riconducibili alla modificazione genetica se si intende impiegare la PGM negli
alimenti per animali.
Meccanismi di interazione tra le PGM e gli organismi bersaglio (se del caso).
Potenziali cambiamenti nelle interazioni della PGM con organismi non bersaglio risultanti dalla modificazione
genetica.
Potenziali interazioni con l'ambiente abiotico.

Autorizzazione e etichettatura degli alimenti e dei mangimi derivati da OGM


I due regolamenti approvati nel 2003 dall'Unione Europea riguardano gli alimenti ed i mangimi OGM. Il primo, il
Regolamento 1829/2003[4], definisce la procedura comunitaria per l'autorizzazione di piante geneticamente
modificate destinate all'uso in alimentazione umana o animale. Le aziende che hanno sviluppato un certo organismo
devono presentare domanda di autorizzazione alla Commissione Europea e produrre un dossier che riporti tutte le
informazioni scientifiche disponibili che permettano di valutarne la sicurezza per la salute umana, animale e
dell'ambiente. La valutazione viene effettuata dall'Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), che
fornisce il suo parere scientifico alla Commissione. compito della Commissione di proporre, sulla base
dell'opinione dell'EFSA, se garantire o rifiutare l'autorizzazione. Tuttavia non sono solo considerazioni scientifiche,
ma anche politiche, ad entrare in gioco nel processo di autorizzazione. Infatti la proposta di autorizzazione viene
votata da uno specifico comitato nel quale tutti gli Stati Membri sono rappresentati da propri esperti in materia
(tramite una procedura definita comitologia, tramite la quale la Commissione esercita le competenze esecutive
assegnatele dagli organi legislativi). Se non si raggiunge un consenso nel comitato, la decisione viene rimandata al
Consiglio dei ministri, dove deve essere sostenuta dalla maggioranza qualificata. In caso in cui non si raggiunga la
maggioranza in Consiglio, l'onere della decisione ritorna alla Commissione. Dal momento dell'entrata in vigore del
regolamento, cinque variet di mais e due di colza OGM sono state autorizzate per la produzione di alimenti e/o
mangimi. In tutti questi casi la maggioranza non stata raggiunta n nel comitato di esperti n nel Consiglio, e
quindi l'autorizzazione stata data dalla Commissione, sulla base del parere positivo espresso dall'EFSA.
Il secondo regolamento, 1830/2003[5], completa il primo dettando le norme per l'etichettatura e la tracciabilit degli
OGM e introduce l'obbligo di etichettare come prodotto da OGM anche gli alimenti nei quali non possibile
reperire materiale genetico, come gli oli. Viene ammesso dal regolamento un limite dello 0.9% per la presenza
accidentale di OGM (purch autorizzati) in alimenti non OGM.
Completa il quadro normativo la Direttiva 2001/18/EC sul rilascio deliberato di organismi geneticamente modificati
nell'ambiente, che ha sostituito la precedente Direttiva del 1990. Punto cardine delle norme europee la grande
attenzione rivolta alla valutazione di tutti i rischi potenziali, basata sul principio di precauzione, e il fatto che tutte le
autorizzazioni sono garantite per un limitato periodo di tempo durante il quale deve essere effettuato un accurato
monitoraggio degli effetti ambientali e sanitari. In questo modo, anche qualora dovessero presentarsi effetti negativi
inaspettati al momento della prima valutazione scientifica, vi si pu porre riparo tramite una revoca
dell'autorizzazione o il mancato rinnovo. Ad oggi nessun OGM autorizzato ha sollevato problematiche sanitarie o

Normativa sugli OGM


ambientali, e le autorizzazioni sono state revocate unicamente nei casi di prodotti la cui vendita da parte del
produttore era cessata e di conseguenza non sussisteva un interesse commerciale nel chiedere un rinnovo.

La situazione normativa in Italia


LItalia, in quanto Stato membro dellUnione Europea, ha lobbligo di recepire le Direttive comunitarie e di
ottemperare i Regolamenti. Di conseguenza non possibile limitare limportazione di prodotti OGM autorizzati a
livello europeo n vietarne la coltivazione se non per motivazioni scientificamente supportate. La penetrazione delle
colture geneticamente modificate in Italia stata comunque fortemente contrastata dai ministri per le politiche
agricole e forestali Pecoraro Scanio (nel 2000-2001, Governo Amato II) e Alemanno (dal 2001 al 2006, Governo
Berlusconi I e II).

2000: il "decreto Amato"


Il primo tentativo di bloccare l'ingresso di prodotti OGM in Italia risale al 2000 con un decreto del Governo Amato
che bloccava l'uso di prodotti alimentari derivati da 4 mais OGM, autorizzati a livello europeo in accordo col
Regolamento 258/97 basato sul principio di "sostanziale equivalenza". Nonostante un parere dell'Istituto Superiore di
Sanit non avesse evidenziato alcun rischio per la salute umana derivante dal consumo di tali prodotti, il decreto
invocava la clausola di salvaguardia, prevista dal Regolamento 258/97, motivato dalla mancanza di una seria analisi
dell'impatto ambientale (sebbene si trattasse di prodotti alimentari e non di materiale vivente, quindi non ponessero il
rischio di riproduzione incontrollata nell'ambiente) e sul fatto che fu rilevata la presenza di tracce della proteina
transgenica (tra le 0,04 e le 30 parti per milione). Nel 2004 una sentenza del TAR del Lazio ha annullato tale decreto
in quanto non era stata prodotta alcuna prova di pericolosit collegata a tale presenza e pertanto non esisteva alcun
motivo per considerare pericolosi tali prodotti.

2001: la ricerca scientifica


Al decreto "Amato" segu nel 2001, da parte di Pecoraro Scanio, un provvedimento di stop a tutte le sperimentazioni
in campo agrobiotecnologico, sebbene precedentemente approvate a norma di legge. Tale atto port alla protesta
degli scienziati italiani (nella maggior parte appartenenti ad universit e centri di ricerca pubblici), che sottoscrissero
un testo pubblicato il 5 novembre 2000 sul Domenicale del Sole 24 ore di cui redattore e primo firmatario era
Roberto Defez, ricercatore del CNR di Napoli. Tale testo raccolse oltre 1500 sottoscrizioni ed in prima linea i premi
Nobel Renato Dulbecco e Rita Levi-Montalcini, ma anche Edoardo Boncinelli, Silvio Garattini, Tullio Regge,
Angelo Spena e altri, contro l'atteggiamento di totale chiusura nei riguardi della ricerca scientifica sugli OGM. Nel
2002 il neoministro Gianni Alemanno, nonostante le rassicurazioni formulate durante la campagna elettorale, con un
altro provvedimento chiese la sospensione delle sperimentazioni in corso presso gli istituti che dipendevano dal
Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.

2003: la presenza accidentale e il recepimento della 2001/18/CE


Un altro tema molto delicato quello della presenza accidentale di OGM nelle sementi convenzionali. Per diversi
anni l'Italia ha adottato una politica di tolleranza zero, nonostante in Europa fosse accettata una soglia di tolleranza
dello 0,5% (1 seme su 200). Sulla base di questa politica nel 2003 la Regione Piemonte ha ordinato la distruzione di
381 ettari di mais in cui era stata rilevata una contaminazione di OGM compresa tra lo 0,1 e lo 0,02% (ovvero tra 1
seme su 1000 ed 1 seme su 5000, l'analisi veniva comunque effettuata su 3000 semi). Tale decisione non fu seguita
dalle altre Regioni e dal Ministero, ma gli agricoltori interessati dalla distruzione non hanno in seguito ricevuto alcun
indennizzo.
L'Italia nel 2003 si dotata di una soglia tecnica dello 0,04999% (1 seme su 2000), che pur essendo molto pi bassa
di quella europea costituisce un parziale allentamento della pressione sul comparto sementiero che procura la
semente in Italia.

30

Normativa sugli OGM

31

Sempre nel 2003 l'Italia ha recepito la Direttiva 2001/18/CE sull'emissione nell'ambiente di OGM. In aggiunta alle
norme e le valutazioni richieste per ottenere il via libera alla sperimentazione, gi previste negli allegati alla Direttiva
europea e prima elencate, il testo adottato dal governo italiano prevede anche la valutazione preventiva di:
abbandono o sostituzione di colture divenute, in seguito allimpatto dellOGM, non pi adatte o economicamente
non pi convenienti, con particolare riguardo alle variet locali;
danni allimmagine dei prodotti locali e/o della zona di emissione e costi da sostenere per difenderla;
cambiamento dei percorsi commerciali per i prodotti provenienti dalla zona di emissione dovuti a impossibilit di
accesso alla vendita OGM FREE (grande distribuzione, alimenti per lattanti e bambini) o ad altre tipologie
commerciali;
modificazioni del paesaggio con impatto negativo sullattivit agrituristica;
abbandono e/o marginalizzazione della zona di emissione in seguito alla compromissione di forme di agricoltura
praticate nella zona divenute meno redditive in seguito allimpatto dellOGM.

2004: la coesistenza
Nel 2003 l'allora Ministro dell'Agricoltura Alemanno cerc di affrontare anche il tema della coesistenza tra
coltivazioni convenzionali, biologiche e OGM. Un primo progetto di decreto-legge che avrebbe dovuto introdurre
standard restrittivi superiori a quelli Ue fu bloccato a seguito di pressioni statunitensi preoccupate dell'effetto che
avrebbe avuto sulle esportazioni americane di sementi.[6] Il 29 novembre 2004 venne infine approvato il
decreto-legge n.279/2004 (divenuto poi Legge n.5/2005): l'impianto prevedeva la parit tra i diversi tipi di
agricoltura, demandando alle regioni e alle province autonome l'approvazione di un "piano di coesistenza", al fine
prevenire la commistione fra colture transgeniche e non. Tuttavia, dopo una indagine avviata da un ricorso da parte
della Regione Marche, il decreto stato dichiarato parzialmente incostituzionale[7] in quanto il tema della
coesistenza delle colture di competenza delle Regioni. In futuro pertanto le norme di coesistenza potranno variare
significativamente da regione a regione: infatti, nonostante nessuna regione possa vietare la coltivazione di OGM
poich contravverrebbe alla normativa Europea, l'imposizione di norme di coesistenza pi o meno rigide potrebbe
rendere difficile l'instaurarsi di colture transgeniche sul territorio. Al momento 13 regioni hanno comunque
predisposto delle norme che di fatto impediscono la coltivazione di OGM sul loro territorio.
Va notato comunque che, anche se attualmente non ci sono colture OGM in Italia (se non a livello sperimentale), non
significa che sia un Paese OGM free. Infatti la gran parte dei mangimi utilizzati negli allevamenti italiani (esclusi
gli allevamenti biologici) prodotta a partire da soia e mais geneticamente modificati importati da Stati Uniti,
Canada e America Latina. L'Italia infatti produce solo l'8% della soia di cui necessita.

Norme internazionali
Al fine di garantirsi dai possibili rischi all'ambiente e alla salute umana derivanti dagli OGM, la Comunit
Internazionale ha creato, in ottemperanza all'Articolo 19 della Convenzione sulla Diversit Biologica, il Protocollo di
Cartagena sulla biosicurezza.
Per approfondire, vedi Protocollo di Cartagena.

Normativa sugli OGM

32

Note
[1] Regolamento (CE) n. 258/97 del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 gennaio 1997 sui nuovi prodotti e i nuovi ingredienti alimentari
(http:/ / eur-lex. europa. eu/ LexUriServ/ LexUriServ. do?uri=CELEX:31997R0258:IT:HTML)
[2] ftp:/ / ftp. jrc. es/ pub/ EURdoc/ eur20680en. pdf
[3] Direttiva 2001/18/CE sull'emissione deliberata nell'ambiente di organismi geneticamente modificati e che abroga la direttiva 90/220/CEE
(http:/ / eur-lex. europa. eu/ LexUriServ/ site/ it/ oj/ 2001/ l_106/ l_10620010417it00010038. pdf)
[4] Regolamento (CE) n. 1829/2003 relativo agli alimenti e ai mangimi geneticamente modificati (http:/ / eur-lex. europa. eu/ LexUriServ/ site/
it/ oj/ 2003/ l_268/ l_26820031018it00010023. pdf)
[5] Regolamento (CE) n. 1830/2003 concernente la tracciabilit e l'etichettatura di organismi geneticamente modificati (http:/ / eur-lex. europa.
eu/ LexUriServ/ site/ it/ oj/ 2003/ l_268/ l_26820031018it00240028. pdf)
[6] "Alemanno voleva proibire gli Ogm, siamo intervenuti su Letta e B." (http:/ / racconta. espresso. repubblica. it/
espresso-wikileaks-database-italia/ dettaglio. php?id=2) Cablogramma confidenziale dell'ambasciata USA. L'Espresso
[7] Sentenza della Corte Costituzionale n. 116 del 2006 (http:/ / controlli. arsia. toscana. it/ UserFiles/ File/ controlli di qualit/
Sentenza_Corte_costituzionale_116-06. pdf)

Voci correlate
Organismi geneticamente modificati
Piante transgeniche

Collegamenti esterni
(EN) Registro Comunitario degli alimenti e mangimi geneticamente modificati (http://ec.europa.eu/food/dyna/
gm_register/index_en.cfm)
(EN) Elenco degli OGM autorizzati nell'ambito della direttiva 90/220/CEE (http://ec.europa.eu/environment/
biotechnology/authorised_prod_1.htm)
(EN) Elenco degli OGM autorizzati nell'ambito della direttiva 2001/18/CE (http://ec.europa.eu/environment/
biotechnology/authorised_prod_2.htm)
Portale Agricoltura
Portale Cucina

Portale Biologia
Portale Unione europea

Protocollo di Cartagena

Protocollo di Cartagena
Il Protocollo di Cartagena sulla Biosicurezza un protocollo della Convenzione sulla Diversit Biologica (CBD),
che ha come obiettivo la protezione della biodiversit dai rischi derivanti dal trasferimento, dalla manipolazione e
dall'uso degli organismi geneticamente modificati ottenuti dalle moderne tecniche di biotecnologia.

Generalit e storia
Il testo del Protocollo di Cartagena, detto anche Biosafety Protocol, fu inizialmente discusso in una sessione
straordinaria della CBD a Cartagena, in Colombia. La sua versione finale fu invece approvata in una riunione a
Montreal all'alba del 29 gennaio 2000 dopo una notte di negoziazioni da parte di tecnici e ministri di molti paesi.
L'accordo finale stato raggiunto in gran parte grazie alla determinazione del delegato danese e del ministro
dell'ambiente colombiano.
Il Protocollo si rif direttamente all'Articolo 19 della Convenzione sulla Diversit Biologica o CBD e al Principio di
precauzione cos come definito all'Articolo 15 della Dichiarazione di Rio sull'ambiente e lo sviluppo. Nel testo si
riconosce la necessit di indagare a fondo i potenziali rischi associati agli organismi geneticamente modificati,
ottenuti tramite le moderne biotecnologie, al fine di garantire un elevato livello di protezione con particolare
riferimento alla diversit biologica, ed assegna alle Parti della Convenzione il compito di assumere le necessarie
misure legali, amministrative e politiche al fine di prevenire eventuali rischi. Le Parti si impegnano inoltre a
sviluppare protocolli e procedure per il trasporto, la gestione, e l'uso in sicurezza di qualsiasi organismo
geneticamente modificato che possa avere effetti negativi sulla conservazione e sulluso sostenibile della
biodiversit.
Il Protocollo entra in vigore l'11 settembre del 2003.

Obiettivo
L'obiettivo del Protocollo di Cartagena quello di contribuire ad assicurare un adeguato livello di protezione nel
campo del trasporto, della manipolazione e dell'uso in sicurezza degli organismi geneticamente modificati derivanti
dalle moderne biotecnologie i quali possano avere un effetto negativo sulla conservazione e sull'uso sostenibile della
diversit biologica, tenendo in considerazione anche i rischi alla salute umana e focalizzandosi specificamente sui
movimenti transfrontalieri.
Il Protocollo quindi si pone come strumento giuridico internazionale che contribuisce a regolamentare il trasporto
internazionale di OGM. Il Protocollo non pone alcuna limitazione alla sperimentazione, alla produzione o alla
coltivazione di organismi geneticamente modificati, ma obbliga i Paesi che volessero esportarne ad ottemperare ad
alcune procedure.
Il Paese esportatore, attraverso una Notifica scritta, deve informare il paese importatore dell'intenzione di trasferire
uno o pi specifici OGM. Il Paese importatore, a seconda della legislazione nazionale, pu effettuare delle analisi
scientifiche e valutare il grado di rischio che comporterebbe l'importazione di ciascun OGM (Risk Assessment). Sulla
base di fondate prove scientifiche, il Paese importatore pu rifiutare l'importazione dell'OGM considerato a rischio.
Il Paese importatore pu, sulla base di scelte politiche o economiche interne al paese, prevedere di accettare un certo
livello di rischio, possibilmente mettendo in atto alcune misure di mitigazione o di controllo (Gestione del rischio).

33

Protocollo di Cartagena

Il Trasferimento di Tecnologia
Fra i compiti che la comunit internazionale si prefigge per l'applicazione del Protocollo di Cartagena, c' il
cosiddetto trasferimento di tecnologia. Infatti per una corretta gestione degli OGM e per assicurare il rispetto delle
Decisioni del Protocollo, ogni Paese deve essere in grado di assicurare alcune azioni sia amministrative che
logistiche e di controllo, le quali richiedono spesso conoscenze (tecnologie "soft") ed attrezzature specifiche
(tecnologie "hard").
Logistica:
I Paesi produttori devono garantire un sistema di tracciabilit, ossia devono garantire una catena di
produzione, trasporto e distribuzione dei prodotti agroalimentari che assicuri l'assoluta certezza del materiale
prodotto, trasportato e distribuito. infatti capitato pi volte di rendersi conto troppo tardi che interi carichi di
granaglie non-GM fossero mescolate con quelle GM.
Le autorit doganali dei Paesi esportatori ed importatori devono essere attrezzate per la gestione in sicurezza
delle merci GM. Pu capitare infatti che le merci debbano essere trattate in maniera particolare per evitare
possibili contaminazioni su terreni esterni a quelli autorizzati per la coltivazione o sperimentazione GM
specifica.
L'Autorit Nazionale Competente dovr creare e gestire un sito informativo su internet, chiamato
Clearing-House sulla Biosicurezza in cui una serie di informazioni dovranno essere a disposizione dei cittadini
e delle industrie che volessero esportare prodotti GM verso quel Paese.

La Biosafety Clearing-House BCH


Similarmente alla CBD, il Protocollo di Cartagena pone una particolare enfasi allo scambio di informazioni e
richiede di creare un meccanismo specifico di Clearing-House, detto appunto Biosafety Clearing-House o BCH.
Questo meccanismo di scambio di informazioni prevede che ogni Parte del Protocollo pubblichi sul sito BCH la
legislazione nazionale che regolamenta il trasporto di OGM, le eventuali autorizzazioni date o negate, la lista degli
OGM autorizzati nel paese etc.

La Consultazione Pubblica
Il nodo italiano per la BCH pubblica le "notifiche", ossia le richieste delle industrie che vogliono esportare prodotti
OGM verso l'Italia o verso Stati Membri dell'Unione Europea.
Queste notifiche sono a disposizione di tutti i cittadini i quali possono, entro 30 giorni dalla pubblicazione, mandare i
propri commenti all'Autorit Nazionale Competente in materia di OGM, presso il Ministero dell'Ambiente.
L'Autortit Nazionale Competente coordina i lavori della Commissione Interministeriale di Valutazione (CIV) che,
prendendo anche visione dei commenti ricevuti dai cittadini attraverso il processo di Consultazione Pubblica,
pubblica una decisione riguardo alla concessione o meno di un'autorizzazione.

Collegamenti esterni
Sito della BCH italiana, presso il Ministero dell'Ambiente e Tutela del Territorio [1]
Portale Biologia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Biologia

Note
[1] http:/ / bch. minambiente. it/

34

Monsanto Company

35

Monsanto Company
Monsanto Company

Stato

Stati Uniti

Tipo

Public company
[1]

Borse valori

NYSE: MON

Fondazione

1901 a St. Louis, Missouri

Fondata da

John Francis Queeny

Sede principale

St. Louis, Missouri

Persone chiave

Hugh Grant (chairman, presidente &


CEO)
Terrell K. Crews (CFO)
Robb Fraley (CTO)

Prodotti

Fitofarmaci, sementi, rBST

Risultato operativo

$2,502 miliardi USD (2011)

Utile netto

$1,659 miliardi USD (2011)

Dipendenti
Sito web

20.600 (2011)
www.monsanto.com

[2]

La Monsanto Company un'azienda multinazionale di biotecnologie agrarie, con circa 18000 dipendenti e un
fatturato di 8,5 miliardi di dollari (2007).
Produttore di mezzi tecnici per l'agricoltura, nota nel settore della produzione di sementi transgeniche e, da marzo
2005, dopo l'acquisizione della Seminis Inc, anche il maggior produttore mondiale di sementi convenzionali.

Storia
L'azienda venne fondata a St. Louis, Missouri nel 1901 dal veterano dell'industria farmaceutica John Francis
Queeny, allora appena trentenne, facendo esclusivamente uso dei propri risparmi. Prende il nome da Olga Monsanto,
moglie di Queeny, di origine spagnola.
Il primo prodotto della nuova industria fu la produzione di saccarina che forniva alla Coca Cola, producendo in
seguito sempre per la stessa sia vanillina che caffeina, diventandone uno dei principali fornitori. Nel 1919 la
Monsanto si insedi anche in Europa associandosi con la Graesser's Chemical Works e fondando gli stabilimenti nel
villaggio di Cefn Mawr nel Galles, dove si inizi la produzione di vanillina, acido salicilico, aspirina e solo pi tardi
gomma.
Negli anni venti si espanse ulteriormente diventando leader nella produzione di acido solforico e fibre sintetiche, da
allora, l'azienda rimasta tra le 10 industrie chimiche pi importanti degli Stati Uniti.

Monsanto Company

Critiche
In parallelo all'enorme successo commerciale, la notoriet dell'azienda anche dovuta alle costanti critiche sollevate
ad essa da associazioni contrarie all'uso delle biotecnologie (ad esempio Greenpeace) e alle numerose cause legali
che Monsanto ha intrapreso per proteggere la propria propriet intellettuale e tutelare i propri brevetti.
In questo contesto sono da considerare anche le diverse cause intentate contro l'azienda: per esempio una causa
risalente al 2004 contro i produttori dell'Agente Arancio (di cui uno Monsanto), defoliante, tossico per l'uomo,
usato durante la Guerra del Vietnam dall'esercito statunitense, il quale provoc e provoca ancora oggi gravi danni
alle popolazioni locali, creando modificazioni strutturali e malformazioni, non favorevoli alla vita, al corpo umano.
In tempi pi recenti, stata criticata anche la produzione e la vendita di un ormone sintetico (Posilac) per
l'allevamento, secondo i detrattori non adeguatamente testato e da loro ritenuto colpevole di danni sia al bestiame sia
all'uomo.

Note
[1] https:/ / beta. nyse. com/ quote/ XNYS:MON
[2] http:/ / www. monsanto. com

Voci correlate
Policlorobifenili
Organismo geneticamente modificato

Collegamenti esterni
Sito web ufficiale Monsanto (http://www.monsanto.com/)

Altri progetti

Commons (http://commons.wikimedia.org/wiki/Pagina_principale?uselang=it) contiene immagini o altri


file su Monsanto (http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Monsanto_Company?uselang=it)
Portale Aziende: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di aziende

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MON 810

37

MON 810
Il mais MON 810 un mais geneticamente modificato utilizzato in
tutto il mondo. Si tratta di una linea di Zea mays della compagnia
Monsanto[1] geneticamente modificata (OGM) con la capacit di
combattere la perdita di raccolto causata dagli insetti. Il tutto dovuto
ad un gene inserito nel DNA del mais MON 810, che permette alla
pianta di produrre una proteina che danneggia gli insetti che cercano di
nutrirsene. Il gene inserito tratto dal Bacillus thuringiensis che
produce la Delta-endotossina, sostanza velenosa per gli insetti
dell'ordine dei Lepidotteri, tra cui la Piralide del mais europea.
Coltivazione di mais MON 810

Per queste ragioni le piante geneticamente modificate con la


delta-endotossina vengono coltivate su larga scala in tutto il mondo.[2] La trasformazione della linea di mais della
Monsanto MON 810 dovuta all'utilizzo su un'altra linea di mais di un plasmide, il PV-ZMCT01.[3] In seguito alla
trasformazione, il gene diviene in grado di codificare la delta-endotossina, tossina molto potente in grado di
provocare lesioni nella membrana cellulare dei parassiti, portandoli alla morte.[4] Si tratta di una tossina in grado di
legarsi a determinati siti localizzati sul corpo degli insetti; una tossina che per specifica, potendo attaccare
esclusivamente gli insetti dell'ordine dei Lepidotteri.[5]

Uso autorizzato
L'uso stato approvato nell'Unione europea dal 1998.[6] Da allora sei paesi hanno iniziato a coltivarlo[7] e sei paesi
(Austria, Ungheria, Grecia, Francia, Lussemburgo e Germania) ne hanno vietato la coltivazione (anche se le
importazioni non furono proibite) in una disposizione temporanea di emergenza nota come la clausola di
salvaguardia,[8] a causa delle preoccupazioni legate ai possibili danni ambientali.
L'OGM MON 810, comunque, stato approvato per l'uso in Argentina, in Australia, inBrasile, in Canada, in Cina, in
Colombia, nell'Unione Europea, in Giappone, in Corea, in Messico, nelle Filippine, nel Sud Africa, in Svizzera, nella
Corea del Sud, in Taiwan, negli Stati Uniti e in Uruguay.[9] In Italia ne stata dichiarata illegale la coltivazione il 12
luglio 2013, in seguito ad un decreto firmato dai ministri delle Politiche agricole (Nunzia De Girolamo),
dell'Ambiente (Andrea Orlando) e della Salute (Beatrice Lorenzin)[10].

Note
[1] Van Rie J. et al. 1989. Specificit del Bacillius thuringensis delta-endotossina. Eur J Biochem 186: 239-247.
[2] ISAAA. 2009. Situazione globale sul commercio delle colture biotech/OGM.http:/ / www. isaaa. org/ resources/ publications/ briefs/ 39/
executivesummmary/ default. html
[3] Stati Uniti. Environmental Protection Agency (EPA). Ufficio Programmi di pesticidi. Biopesticidi. N.P., settembre 2010. Web. 11 dic. 2012.
N.p., Sept. 2010. Web. 11 Dec. 2012.http:/ / www. epa. gov/ oppbppd1/ biopesticides/ pips/ cry1f-cry1ab-brad. pdf
[4] Tilley ST, Saibil HR. 2006. Il meccanismo di formazione di pori da tossine batteriche. Curr Opin Struct Bio 16:230-236.
[5] Then, C. 2010. La valutazione del rischio di tossine derivate da Bacillus thuringiensis - sinergismo, efficacia e selettivit. Environ Sci Pollut
Res 17:791-797.
[6] Staff 10 February 1998) Opinion of the Scientific Committee on Plants Regarding the Genetically Modified, Insect Resistant Maize Lines
Notified by the Monsanto Company (http:/ / ec. europa. eu/ food/ fs/ sc/ scp/ out02_en. html) Notification C/F/95/12/02, the Scientific
Committee on Plants, European Commission
[7] Staff (July 2012) relazione annuale di monitoraggio sulla coltivazione del MON 810, MON 810 2011 (http:/ / ec. europa. eu/ food/ plant/
gmo/ reports_studies/ docs/ report_2012_mon_810_en. pdf)
[8] Staff Regolamento del personale in materia di OGM nell'UE - Divieti sulla coltivazione degli OGM (http:/ / ec. europa. eu/ food/ food/
biotechnology/ gmo_ban_cultivation_en. htm)
[9] Staff (29 January 2009) Database Descrizione del prodotto MON-81-6 (MON810) Centro per la valutazione del rischio ambientale, GM
Crop Database (http:/ / www. cera-gmc. org/ ?action=gm_crop_database& mode=ShowProd& data=mon810)

MON 810
[10] Italia (12 Luglio 2013) Ogm in Italia, disco rosso del governo: vietata la coltivazione del mais Mon810 (http:/ / www. repubblica. it/
ambiente/ 2013/ 07/ 12/ news/ ogm_italia-62866703/ ) (tratto da La Repubblica)

Piante transgeniche
Le piante transgeniche sono piante il cui DNA stato modificato con tecniche di ingegneria genetica allo scopo di
approntare miglioramenti o modifiche di una o pi caratteristiche. Le piante transgeniche, spesso indicate con il
termine pi generale di OGM (Organismi Geneticamente Modificati), rappresentano una delle pi rilevanti
innovazioni apparse nell'ultimo decennio nel settore dei mezzi tecnici agricoli. Tecnicamente sono definiti organismi
transgenici quegli organismi in cui i geni inseriti provengono da specie diverse (ad esempio geni di origine animale
inseriti in piante, vedi transgenesi) mentre si indicano come organismi cisgenici quelli in cui si modificano/integrano
geni appartenenti alla pianta stessa o a specie correlate.
Nella accezione comune si tende a utilizzare indifferentemente il termine pianta transgenica o OGM per indicare le
piante modificate geneticamente trascurando le distinzioni tecniche.

Il miglioramento genetico tradizionale


La selezione e il miglioramento delle variet sono praticati da centinaia di anni, prima dai contadini nei campi
coltivati e, successivamente, a partire dal XX secolo, nei laboratori e nei campi sperimentali dei genetisti. I metodi
convenzionali di miglioramento genetico hanno il limite di non poter prescindere dall'incrocio sessuale seguito da
ripetuti reincroci tra progenie e progenitori. Questo metodo, accanto ai caratteri di interesse, trasferisce anche
caratteri non voluti. Per esempio, l'inserimento del carattere "seme giallo" in mais ha portato con s oltre al gene di
interesse altri 20 geni che sono oggi presenti in tutte le variet a seme giallo[1]; cosa siano e cosa facciano questi geni
ancora oggetto di ricerca. Questo d un'idea della approssimazione ancora presente in questo settore.
I metodi oggi impiegati per superare la barriera sessuale comprendono sia le colture in vitro (dove per il
miglioramento si usano, ad esempio, la fusione di protoplasti, la variazione somaclonale, l'embriogenesi somatica o
altre tecniche) oppure la mutagenesi (che prevede l'irradiazione di vaste popolazioni vegetali con raggi X, raggi
gamma, neutroni lenti e veloci o altri tipi di radiazione, per poi selezionare quegli individui pochi che presentano
caratteristiche migliorative).
Questi metodi per lasciano ampi spazi al caso e i criteri di selezione sono limitativi e non comprendono la
conoscenza di cosa sia realmente mutato a livello genetico negli organismi selezionati. Si ad esempio scoperto
recentemente[2] come tra 2 variet di mais commerciali circa il 20% dei geni non sia condiviso, indicando come
differenze fenotipiche all'apparenza piccole possano tradursi in profonde differenze genotipiche.

La creazione di piante transgeniche


Il paradigma biotecnologico rovescia l'approccio al miglioramento genetico: se fino ad oggi si modificava in modo
casuale e solo in un secondo momento avveniva la ricerca e selezione dei caratteri desiderati, oggi i biotecnologi si
propongono di comprendere prima della modificazione i meccanismi di base dei caratteri che si intendono
modificare e quindi di modificare o inserire solo quei geni che li controllano.
Per inserire frammenti di DNA nelle piante possono essere utilizzate diverse tecniche, tra cui metodi biologici,
impiegando l'agrobatterio (Agrobacterium tumefaciens), un microorganismo innocuo per l'uomo e molto diffuso in
natura che possiede la capacit di trasferire alcuni suoi geni alle piante, oppure metodi fisici, utilizzando la
biobalistica, ovvero "sparando" microproiettili ricoperti di DNA dentro le cellule vegetali.
Dal momento che le cellule vegetali contengono al loro interno dei plastidi dotati di un proprio corredo genetico
(peraltro di tipo procariota), possibile modificare questo. Le piante cos ingegnerizzate sono dette Transblastoniche.

38

Piante transgeniche

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Confronto tra metodologie tradizionali e nuove


Le nuove tecniche di miglioramento basate sulla trasformazione genetica presentano due sostanziali differenze
rispetto al miglioramento genetico tramite incrocio:
1. Specificit: la tecnologia estremamente specifica, ovvero vengono inseriti solo i geni di interesse, mentre la
riproduzione sessuale trasferisce (e "rimescola"), oltre al gene di interesse, migliaia di altri geni, della maggior
parte dei quali non si conosce la sequenza e la funzione.
2. Posizione del transgene nel genoma: In generale non possibile prevedere a priori per le piante in quale
posizione del genoma dell'ospite si inserir il transgene (frammento di DNA inserito). per possibile
identificare con precisione la sua posizione dopo averlo trasferito.
Sintetizzando dunque i due approcci, possiamo dire che gli incroci convenzionali chiamano in causa l'organismo
intero, le tecniche di propagazione clonale si rivolgono alle cellule e l'ingegneria genetica si limita a modificare
singole parti di DNA del genoma.

Scopo delle piante transgeniche


I campi nei quali le piante transgeniche vengono usate maggiormente a fini sperimentali sono quelli dei vaccini
(sono state prodotte piante con antigeni di tantissimi agenti eziologici di malattie quali ad esempio AIDS[3],
papilloma virus[4], epatiti[5], carie dentale, vaiolo), del biorisanamento di siti contaminati e della genomica
funzionale (per scoprire cio le funzioni di geni e proteine poco conosciute).
La prima pianta transgenica posta in vendita fu ufficialmente il FlavrSavr[6] (in USA nel 1994), un pomodoro
modificato per rallentare il processo di decomposizione.
Sono molti i geni oggi identificati che presentano potenziali applicazioni sia nel settore propriamente agricolo che in
quello pi ampio del molecular farming (la produzione di sostanze industriali o farmecutiche dalle piante).
Tra le applicazioni gi in commercio o comunque prossime alla commercializzazione si trovano piante con caratteri
di:
1. tolleranza a stress atmosferici:
temperature estreme;
salinit:
siccit e inondazioni;
2. resistenza a virus, funghi e batteri;
3. aumento della qualit e quantit del raccolto;
4. tolleranza ad erbicidi;
5. resistenza agli insetti;
6. produzione di sostanze come farmaci, vaccini, tessuti e materiali.

Un campo di colza

La lista largamente incompleta e in continua evoluzione, esiste comunque un database che contiene un elenco
aggiornato degli eventi autorizzati (Agbios).
Se si osserva la diffusione commerciale di piante transgeniche[7], che oggi investe a livello mondiale circa 160
milioni di ettari, pari a circa 10 volte la superficie agricola italiana, si nota comunque come il 99% di esse sia
rappresentato da sole 4 variet: soia, mais, cotone e colza modificate per ottenere la tolleranza agli erbicidi
(principalmente al glyphosate o al glufosinato, cosiddetti erbicidi ad ampio spettro) o la resistenza ad alcuni insetti
(ad esempio la piralide o la diabrotica per il mais).

Piante transgeniche

40

Diffusione delle piante transgeniche


Secondo i dati diffusi dall'ISAAA (International Service for the Acquisition of Agri-biotechnology Applications) nel
2005 le piante transgeniche occupavano pi di 81 milioni di ettari (pari a circa 190 milioni di campi da calcio),
concentrati prevalentemente negli Stati Uniti, Argentina, Canada, Brasile e Cina. In tutte le nazioni d'Europa
vengono coltivate piante transgeniche a fini sperimentali in condizioni controllate, vi sono anche piccole coltivazioni
in campo aperto in Germania, Francia, Spagna, Repubblica Ceca, Romania, Bulgaria ed altre nazioni dell'Europa
orientale. Sempre secondo la stessa fonte[8] nel 2006 la superficie totale dei biotech crops di 102 milioni di ettari
con un incremento del 135 rispetto all'anno precedente. Il numero dei paesi interessati salito a 22 di cui 11 paesi
industrializzati ed 11 in via di sviluppo. Detti 22 paesi rappresentano il 55% della popolazione mondiale e il 52%
della terra arabile del mondo.
La graduatoria mondiale vedeva:

Stati Uniti: 54,6 milioni di ettari


Argentina: 18 milioni di ettari
Brasile: 11,5 milioni di ettari
Canada: 6,1 milioni di ettari
India: 3,8 milioni di ettari
Cina: 3.5 milioni di ettari
Distribuzione globale delle coltivazioni OGM (2005)

Presunti rischi e relativo dibattito


Per approfondire, vedi Normativa sugli OGM e Dibattito sugli OGM.

C' ampio consenso in ambito scientifico nel ritenere che i cibi OGM non presentino rischi maggiori di quanti ne
presenti il normale cibo.[9][10][11][12][13]
Non esistono infatti studi o report che documentino un qualche danno alla popolazione derivato da cibi OGM.
Ciononostante a livello europeo esistono delle linee guida volte a indicare quali potenziali rischi vanno valutati
prima di diffondere nell'ambiente un OGM[14] e prevede un valutazione preventiva dei seguenti aspetti:
Rischi ambientali:
Cambiamenti nell'interazione tra pianta e ambiente biotico:
Persistenza e invasivit
Vantaggi o svantaggi selettivi
Trasferimento di geni
Interazioni con organismi target (esempio induzione di resistenza negli insetti infestanti cui le piante sono
resistenti)
Interazioni con organismi non-target (esempio effetti su api e altri insetti non infestanti, con conseguenze sulla
biodiversit)
Interazioni con l'ecosistema del suolo con conseguenti effetti biogeochimici
Cambiamenti nell'interazione tra pianta e ambiente abiotico:
Alterazioni nelle emissioni di gas serra
Alterazioni nella sensibilit ad effetti climatici
Alterazioni nella sensibilit a fattori abiotici del suolo (salinit, minerali...)
Rischi per la salute umana o animale:

Piante transgeniche
Effetti tossicologici
Effetti tossici delle proteine sintetizzate dai geni inseriti
Effetti tossici di costituenti diversi dalle proteine
Allergenicit
Cambiamenti nel valore nutritivo
Trasferimento di antibioticoresistenza
molto dubbio se la portata innovativa delle Piante GM vada oltre ai rischi ambientali e a quelli per la salute umana
e di altre specie. La diffusione delle piante geneticamente modificate ha infatti un enorme impatto economico,
sociale e ambientale. Basti pensare al fortissimo tasso di adozione subito a livello mondiale dalle principali
commodities agricole, che ha cambiato drasticamente le pratiche agricole ad esse associate, nonch all'impatto
ambientale e sociale. Tutti questi diversi fattori dovrebbero essere al centro di un dibattito a livello nazionale e
internazionale.

Note
[1] Palaisa et al. (http:/ / www. pnas. org/ cgi/ content/ full/ 101/ 26/ 9885) Long-range patterns of diversity and linkage disequilibrium
surrounding the maize Y1 gene are indicative of an asymmetric selective sweep, PNAS, 2004, vol. 101 (26), pag. 9885-9890 (2004)
[2] M. Morgante et al. (http:/ / www. nature. com/ ng/ journal/ v37/ n9/ abs/ ng1615.
html;jsessionid=B443ED2B9B810A43EDB7669F4A7AB1A2) Gene duplication and exon shuffling by helitron-like transposons generate
intraspecies diversity in maize, Nature Genetics, 2005, vol. 37, pag. 997 - 1002
[3] De Virgilio M et al, The human immunodeficiency virus antigen Nef forms protein bodies in leaves of transgenic tobacco when fused to
zeolin, Journal of experimental botany, 59(10), p. 2815-29, 2008.
[4] Biza J. et al, Production of human papillomavirus type 16 E7 oncoprotein fused with -glucuronidase in transgenic tomato and potato
plants, Biologia Plantarum, 51 (2), p. 268-276, 2007.
[5] Richter LJ et al, Production of hepatitis B surface antigen in transgenic plants for oral immunization. National biotechnology, 18, p. 1167-71,
2000.
[6] FlavrSavr (http:/ / www. accessexcellence. org/ RC/ AB/ BA/ Flavr_Savr_Arrives. html), il primo OGM commercializzato
[7] * ISAAA (http:/ / www. isaaa. org/ ) International Service for the Acquisition of Agri-biotechnology Applications
[8] I dati Isaaa relativi al 2006 sono reperibili in Italiano su Spazio Rurale 3 2007 p. 24
[9] American Association for the Advancement of Science (AAAS), Board of Directors (2012). Legally Mandating GM Food Labels Could
Mislead and Falsely Alarm Consumers (http:/ / www. aaas. org/ news/ releases/ 2012/ 1025gm_statement. shtml)
[10] American Medical Association (2012). Report 2 of the Council on Science and Public Health: Labeling of Bioengineered Foods (http:/ /
www. ama-assn. org/ resources/ doc/ csaph/ a12-csaph2-bioengineeredfoods. pdf)
[11] World Health Organization. Food safety: 20 questions on genetically modified foods. (http:/ / www. who. int/ foodsafety/ publications/
biotech/ 20questions/ en/ ) Accessed December 22, 2012.
[12] United States Institute of Medicine and National Research Council (2004). Safety of Genetically Engineered Foods: Approaches to
Assessing Unintended Health Effects. National Academies Press. Free full-text (http:/ / www. nap. edu/ catalog. php?record_id=10977#toc).
National Academies Press. See pp11ff on need for better standards and tools to evaluate GM food.
[13] Other sources:

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of California Agriculture and Natural Resources Communications, Publication 8180.
Dr. Christopher Preston, AgBioWorld 2011. Peer Reviewed Publications on the Safety of GM Foods. (http:/ / www. agbioworld. org/
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[14] Guidance document for the risk assessment of genetically modified plants and derived food and feed by the Scientific Panel on Genetically
Modified Organisms (GMO) (http:/ / www. efsa. europa. eu/ EFSA/ efsa_locale-1178620753812_1178620775747. htm)

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Piante transgeniche

Bibliografia
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Voci correlate

Miglioramento genetico
Biotecnologie
Organismi geneticamente modificati
Propagazione clonale
DNA ricombinante (botanica)
Rivoluzione verde

Altri progetti

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