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Indice
Voci
Organismo geneticamente modificato
14
28
Protocollo di Cartagena
33
Monsanto Company
35
MON 810
37
Piante transgeniche
38
Note
Fonti e autori delle voci
43
44
45
Definizione di Organismi
Geneticamente Modificati
Con il termine Organismo Geneticamente Modificato
(OGM) si intendono soltanto gli organismi in cui parte
del genoma sia stato modificato tramite le moderne
tecniche di ingegneria genetica. Non sono considerati
"organismi geneticamente modificati" tutti quegli
organismi il cui patrimonio genetico viene modificato
a seguito di processi spontanei (modificazioni e
trasferimenti di materiale genetico avvengono infatti in
natura in molteplici occasioni e tali processi sono
all'origine della diversit della vita sulla terra), o
indotti dall'uomo tramite altre tecniche che non sono
incluse nella definizione data dalla normativa di
riferimento (ad esempio con radiazioni ionizzanti o
mutageni chimici).
Gli OGM vengono spesso indicati come organismi transgenici: i due termini non sono sinonimi in quanto il termine
transgenesi si riferisce all'inserimento, nel genoma di un dato organismo, di geni provenienti da un organismo di
specie diversa. Sono invece definiti OGM anche quegli organismi che risultano da modificazioni che non prevedono
l'inserimento di alcun gene (es. sono OGM anche gli organismi dal cui genoma sono stati tolti dei geni), cos come
gli organismi in cui il materiale genetico inserito proviene da un organismo "donatore" della stessa specie. In questo
secondo caso alcuni studiosi parlano di organismi cisgenici[1], la tecnica in questione si chiama "miglioramento
genetico assistito da marcatori molecolari e la cisgenesi", per velocizzare il lento progresso del breeding ed pronta
ad introdurre piante cisgeniche nel mercato.[2]
Tecniche principali
Ai fini della definizione di OGM data dalla Direttiva 2001/18/CE, sono considerate tecniche che hanno come
risultato un organismo geneticamente modificato:
1. tecniche di ricombinazione del materiale genetico che comportano la formazione di nuove combinazioni
mediante l'utilizzo di un vettore di molecole di DNA, RNA o loro derivati, nonch il loro inserimento in un
organismo ospite nel quale non compaiono per natura, ma nel quale possono replicarsi in maniera continua;
2. tecniche che comportano l'introduzione diretta in un organismo di materiale ereditabile preparato al suo esterno,
tra cui la macroiniezione e il microincapsulamento;
3. fusione cellulare (inclusa la fusione di protoplasti) o tecniche di ibridazione per la costruzione di cellule vive, che
presentano nuove combinazioni di materiale genetico ereditabile, mediante la fusione di due o pi cellule,
utilizzando metodi non naturali.
Storia
Il primo OGM moderno fu ottenuto nel 1973 da Stanley Norman
Cohen (Stanford University School of Medicine) e Herbert Boyer
(University of California, San Francisco). I due ricercatori, grazie
all'uso combinato delle nuove tecniche di biologia molecolare che si
stavano sviluppando in diversi laboratori, come l'uso dell'enzima ligasi
(1967), degli enzimi di restrizione e della trasformazione batterica
(1970-72), riuscirono per primi a clonare un gene di rana all'interno del
batterio Escherichia coli, dimostrando che era possibile trasferire
materiale genetico da un organismo ad un altro tramite l'utilizzo di
vettori plasmidici in grado di autoreplicarsi, abbattendo di fatto le
barriere specie-specifiche[6][7].
ricerca sul cancro, che hanno portato con s importanti quesiti etici oltre ad aver aperto la strada a dispute per l'uso a
fini sperimentali o commerciali delle innovazioni scientifiche[13]. La possibilit di brevettare gli OGM ha acceso un
forte dibattito sulla propriet intellettuale delle risorse genetiche del pianeta e sulla liceit di una ricerca e di
un'industria che non si ponga anche dei limiti etici o che non sappia mettersi in ascolto delle domande presenti
nell'opinione pubblica creando consenso attorno alle proprie iniziative di ricerca e business. Non da ultimo esistono
perplessit sulla creazione di esseri umani geneticamente modificati.
La commercializzazione degli OGM sta conquistando anche altri tipologie di mercati: nel 2003 a Taiwan furono
venduti i primi animali OGM a scopo domestico[14]: si tratt di un centinaio di pesci d'acquario resi fluorescenti
tramite l'inserimento di geni di medusa. Nel dicembre 2003 la vendita di pesci fluorescenti stata permessa anche
negli Stati Uniti, dopo che la Food and Drug Administration dichiar la non rilevanza a scopi alimentari di questi
pesci[15], mentre tuttora vietata la loro introduzione in Europa.
Applicazioni
Gli OGM sono oggi utilizzati principalmente nell'ambito dell'alimentazione, dell'agricoltura, della medicina, della
ricerca, e dell'industria.
Agricoltura
Batteri
Alimentazione
Medicina
studio e miglioramento
di batteri per la
produzione di sostanze
di uso alimentare come
enzimi per il trattamento
di cibi
Industria
Miceti
produzione di enzimi
usati nell'industria
alimentare,
miglioramento dei
processi di
fermentazione (es.
produzione della birra)
Piante
Animali
miglioramento delle
pratiche agronomiche:
es. piante tolleranti allo
stress idrico o salino,
colture tolleranti a
specifici erbicidi
introduzione di caratteri
di resistenza specifica:
es. piante resistenti agli
insetti o ai virus
produzione di energia:
variet con pi elevato
potere calorico e minori
richieste di input chimici
utilizzabili anche su aree
marginali
miglioramenti nelle
qualit nutrizionali e
organolettiche: es. riso
ad elevato contenuto in
beta-carotene, pomodoro
a maturazione rallentata
produzione di farmaci/composti in
pianta (molecular farming):
produzione a basso costo di
sostanze farmaceutiche e chimiche,
riduzione degli scarti chimici
industriali (es. vaccino contro
l'epatite, produzione di amilasi).
miglioramento delle
caratteristiche richieste a
livello industriale delle
materie prime (es. pioppo con
un tasso di lignina inferiore
per facilitare il processo di
fabbricazione della pasta da
carta)
fitodepurazione (es. piante
capaci di estrarre metalli quali
oro, rame e uranio, piante in
grado di degradare il tritolo o
di segnalare la presenza di
radiazioni)
produzione di proteine
eterologhe difficilmente
ottenibili da procarioti per via
di modifiche postraduzionali
tipiche degli eucarioti
superiori (es. glicosilazioni,
formazione di ponti disolfuro)
sintesi di molecole
interessanti per l'industria (es.
proteina della ragnatela per la
produzione di fibre
ultraresistenti)
Produzione di OGM
Le tecniche per ottenere gli OGM sono relativamente recenti. Oggi
sono presenti sul mercato solo OGM, che presentano modifiche
circoscritte a caratteri di natura mendeliana, ovvero caratteri
facilmente controllabili tramite l'inserimento di uno o pochi geni
che servono a fornire direttamente una data caratteristica (es.
resistenza a una malattia). L'esponenziale aumento di informazioni
rese disponibili nell'ultimo decennio dalla genomica consente per
di mettere a punto organismi che presentino modifiche genetiche
molto complesse su caratteri quantitativi (es. resistenza agli stress,
produzione).
Gli OGM vengono ottenuti attraverso l'uso di tecniche di ingegneria
genetica che permettono di inserire, all'interno del genoma di un
organismo, frammenti di DNA provenienti anche da altri organismi.
Il DNA cos ottenuto definito DNA ricombinante. I frammenti di
DNA da inserire vengono estratti dal genoma di origine attraverso
l'uso di enzimi di restrizione, che funzionano come vere e proprie
forbici molecolari, e inseriti in un vettore ricevente grazie ad un
altro enzima: la DNA ligasi. I vettori possono essere sia piccole
molecole circolari di DNA, i plasmidi che possono accogliere
frammenti fino a circa 15.000 paia di basi, sia alcune strutture
derivate da virus, in grado di contenere quantit maggiori di
Animazione della struttura a doppia elica del DNA.
materiale genetico (fino a circa 70.000). Esistono inoltre vettori che
rappresentano dei veri e propri cromosomi artificiali ad esempio in lievito (noti come YAC, dall'inglese Yeast
Artificial Chromosomes) o in batteri (BAC, Bacterial Artificial Chromosomes) che permettono l'inserimento di oltre
300.000 paia di basi - cio oltre lo 0,01% del genoma di un mammifero.
Classi di OGM
Procarioti
Per inserire nuovi frammenti di DNA negli organismi si usano dei "vettori". I vettori sono generalmente piccole
molecole circolari di DNA, i plasmidi, o strutture derivate da virus in grado di immagazzinare materiale genetico.
Sono tre i processi attraverso cui possibile modificare il genoma batterico.
La trasformazione batterica un processo, osservabile in natura, attraverso il quale alcuni procarioti (detti
competenti) sono in grado di ricevere del DNA esterno in grado di produrre nuove caratteristiche di fenotipo.
Questo fenomeno fu scoperto nel 1928 da Frederick Griffith ma venne confermato solo nel 1944. La biologia
molecolare si servita dei batteri competenti per studiarne i meccanismi. Oggi sono state sviluppate alcune
tecniche, per quanto molto empiriche, in grado di rendere competenti anche batteri che non lo sono naturalmente.
stato dimostrato, infatti, che l'ingresso di DNA ampiamente facilitato dalla presenza di certi cationi, come
Ca2+, o dall'applicazione di una corrente elettrica (tecnica detta della elettroporazione). I vettori utilizzati nelle
trasformazioni sono essenzialmente plasmidi: in seguito all'ingresso, i plasmidi non si integrano nel genoma, ma
rimangono autonomi (in uno stato detto episomale).
Nella coniugazione batterica, il DNA trasferito da un batterio all'altro attraverso un pilum (concettualmente un
tubo che pu collegare per breve tempo i due batteri). Un plasmide pu essere cos trasferito da un organismo
all'altro. La coniugazione, molto frequente in natura, poco sfruttata come tecnica di modificazione genetica.
La trasduzione infine l'inserimento di materiale genetico nel batterio attraverso un virus batteriofago.
Per inserire il segmento di DNA che codifichi il gene voluto, necessario conoscere la funzione dei geni su cui si sta
operando. Nei batteri, relativamente semplice identificare la funzione di un gene specifico: i ricercatori a tale scopo
sono soliti realizzare dei ceppi batterici cosiddetti knock out. In questi ceppi viene eliminato il DNA relativo al gene
d'interesse: osservando le conseguenze sulla vita del batterio, possibile identificare la funzione del gene stesso.
L'uso di knock out molto diffuso, non solo per i procarioti. possibile realizzare knock out in numerosi organismi
modello. Il gene responsabile della fibrosi cistica, ad esempio, stato individuato in topi knock-out: una volta
individuato il presunto gene della fibrosi cistica (chiamato CFTR) nell'uomo, i ricercatori hanno individuato
l'omologo nel genoma del topo, ne hanno fatto un knock out verificando poi che senza tale gene il topo presentava
tutti i sintomi clinici della malattia.
Piante
Per approfondire, vedi Piante transgeniche.
Animali
Diverse tecniche sono utilizzate per la produzione di animali transgenici. Il primo esperimento di successo di
transgenesi animale fu ottenuto utilizzando un retrovirus[20]. Questa tecnica si ispira a un fenomeno che avviene in
natura: durante le infezioni virali, lRNA dei retrovirus entra nella cellula dellanimale infetto, viene modificato in
DNA e integrato nel genoma dellospite. Questa propriet fa del retrovirus un buon vettore per materiale genetico,
anche se questa tecnica presenta alcune limitazioni. Altri esperimenti hanno usato cellule staminali embrionali o
germinali, ma il trasferimento nucleare (la tecnica utilizzata per la produzione della pecora Dolly) associato alla
manipolazione in vitro di colture cellulari attualmente la tecnica pi in uso[21].
Gli scopi principali della transgenesi animale sono i seguenti:
Produzione di biomedicine. Sebbene la produzione di biomolecole da parte di batteri o lieviti sia pi economica,
queste tecniche presentano alcuni limiti dovuti alle differenze metaboliche delle cellule batteriche rispetto a quelle
animali. Per questo motivo si sviluppato un grande interesse per lo sfruttamento di tecniche di transgenesi per
far produrre agli animali grandi quantit di molecole utilizzabili in terapia e prevenzione, quali farmaci, anticorpi
o vaccini. La produzione di biomolecole pu avvenire attraverso diversi liquidi biologici, di cui quello di pi
facile sfruttamento sarebbe il latte, che viene prodotto in grandissime quantit. Tra le biomolecole prodotte da
animali transgenici gi ad uno stadio avanzato di sviluppo (alcune gi in fase di approvazione per la vendita negli
Stati Uniti) ci sono anticorpi policlonali e lattoferrina prodotti da bovini, fattore antitrombina III prodotto da capre
e calcitonina prodotta da coniglie. Alcuni effetti non desiderati sono tuttavia stati riscontrati a volte negli animali
impiegati a questi scopi, come per esempio inferiori produzioni di latte o inferiore durata della lattazione e
infertilit.
Modelli per la ricerca su malattie umane. Molte malattie hanno
unorigine genetica, o hanno nel genoma fattori predisponenti. Lo
studio di alcune malattie pu essere estremamente facilitato usando
modelli animali sperimentali che riproducano alcuni tratti del
genoma umano che sono alla base di alcune patologie. Luso di
animali da laboratorio (specialmente topi e ratti) geneticamente
modificati gi diffuso per lo studio di una serie di malattie,
principalmente il cancro[22].
Topi geneticamente modificati possono essere
Contro ogni attuale evidenza scientifica, da alcuni si paventano rischi ambientali e per la salute. Tutti questi diversi
presunti elementi di rischio sono al centro di accesi dibattiti creando spesso forti polarizzazioni all'interno
dell'opinione pubblica.
Tra i temi pi dibattuti vi sono la legittimit di brevettare sequenze genetiche e gli organismi geneticamente
modificati, pratica attualmente possibile in gran parte dei paesi sviluppati ed impegnati nella ricerca genetica, anche
se con diverse limitazioni[34], e le implicazioni etiche legate all'uso di animali ingegnerizzati per fini sperimentali.
I controlli
Per controllare la presenza di OGM all'interno di un prodotto vengono utilizzati 3 tipi differenti di
unione_europea.htm tecnica [35].
- Analisi delle proteine
- Analisi immunologica
- Analisi del DNA
10
In molti Paesi del mondo esiste un quadro di riferimento normativo che regola il settore OGM, per garantire la
biosicurezza, ossia un utilizzo in rispetto dei necessari livelli di sicurezza ambientale, della salute umana e di quella
animale. I principi legislativi di riferimento a livello internazionale in tema di biosicurezza sono contenuti all'interno
del Protocollo di Cartagena.
In Europa il contesto normativo sugli OGM, basato sul principio di precauzione, oggi costituito dai seguenti testi:
Direttiva 2001/18/CE[36], che, sostituendo la 90/220/CEE, riscrive le regole base per l'autorizzazione al rilascio
nell'ambiente di un nuovo OGM;
Regolamenti 1829[37] e 1830/2003/CE[38], che regolano l'autorizzazione e l'etichettatura/tracciabilit degli
alimenti e dei mangimi (food & feed) costituiti o derivati da OGM;
Raccomandazione 556/2003[39], che indica le linee guida sulla coesistenza tra colture OGM e convenzionali, cui
le norme nazionali e regionali dovrebbero allinearsi.
L'Italia ha recepito la direttiva 2001/18/CE attraverso il decreto legislativo 224/2003[40].Nel luglio 2013 stata
annunciata la firma di un decreto che proibisce uno dei pi diffusi O.G.M.: il mais Monsanto 810[41].
Note
[1] Schouten H.J., Krens F.A., Jacobsen E., Cisgenic plants are similar to traditionally bred plants: International regulations for genetically
modified organisms should be altered to exempt cisgenesis, EMBO reports 7, 8, 750753 (2006) (http:/ / www. nature. com/ embor/ journal/
v7/ n8/ full/ 7400769. html)
[2] Il miglioramento genetico di piante da frutto (http:/ / agronotizie. imagelinenetwork. com/ vivaismo-e-sementi/ 2009/ 02/ 24/
il-miglioramento-genetico-di-piante-da-frutto/ 7078)
[3] Direttiva 2001/18/CE - Allegato I A:TECNICHE (http:/ / eur-lex. europa. eu/ LexUriServ/ site/ it/ oj/ 2001/ l_106/
l_10620010417it00010038. pdf)
[4] Morandini Piero, Creso e i suoi fratelli. Tempi num.20 del 24 maggio 2000 (http:/ / www. tempi. it/ archivio_dett. aspx?idarchivio=445)
[5] Ultimamente si sta sempre pi affermando nel campo del miglioramento genetico l'impiego di marcatori molecolari che permettono di ridurre
notevolmente i tempi e di semplificare il lavoro dei miglioratori poich consentono di prevedere a priori le caratteristi fenotipiche di una
progenie a partire da una preventiva analisi del DNA.
[6] Cohen, S., Chang, A., Boyer, H. & Helling, R. (1973) Construction of Biologically Functional Bacterial Plasmids In Vitro. Proc. Natl. Acad.
Sci. USA 70, 3240-3244 (http:/ / www. pnas. org/ cgi/ reprint/ 70/ 11/ 3240)
[7] Tappe rilevanti per lo sviluppo della tecnologia del DNA ricombinante (http:/ / didattica. cribi. unipd. it/ ingegenet/ 00Lucidi4x. pdf)
[8] Berg, P., Baltimore, D., Brenner, S., Roblin, R.O. III, Singer, M.F., "Summary statement of the Asilomar Conference on recombinant DNA
molecules," Proc. Nat. Acad. Sci. USA 72, pp. 1981-1984 (1975), also Science 188, p. 991 (1975)
[9] "Guidelines for research involving recombinant DNA molecules," Federal Register 41, no. 131, pp. 27911-27943 (1976).
[10] NIH Guidelines for Research Involving Recombinant DNA Molecules (http:/ / www4. od. nih. gov/ oba/ rac/ guidelines/ guidelines. html)
[11] Genentech: Press Releases - News Release September 6, 1978 The insulin synthesis is the first laboratory production DNA technology
(http:/ / www. gene. com/ gene/ news/ press-releases/ display. do?method=detail& id=4160)
[12] {en}Wrubel RP, Krimsky S, Anderson MD. Regulatory Oversight of Genetically Engineered Microorganisms: Has Regulation Inhibited
Innovation? Environ Manage. 1997 Jul;21(4):571-86.
Winter CK and Gallegos LK (2006). Safety of Genetically Engineered Food. (http:/ / anrcatalog. ucdavis. edu/ pdf/ 8180. pdf) University
of California Agriculture and Natural Resources Communications, Publication 8180.
Dr. Christopher Preston, AgBioWorld 2011. Peer Reviewed Publications on the Safety of GM Foods. (http:/ / www. agbioworld. org/
biotech-info/ articles/ biotech-art/ peer-reviewed-pubs. html)
[32] Berg Paul, Asilomar and Recombinant DNA, Nobelprize.org (http:/ / nobelprize. org/ nobel_prizes/ chemistry/ articles/ berg/ index. html)
[33] Organismi Geneticamente Modificati. Enciclopedia Treccani (2010) (http:/ / www. treccani. it/ enciclopedia/
organismi-geneticamente-modificati_(XXI-Secolo)/ )
[34] Per la comunit europea si veda la direttiva 98/44/CE
[35] http:/ / www. cibo360. it/ alimentazione/ chimica/ ogm/ OGM
[36] Direttiva 2001/18/CE sull'emissione deliberata nell'ambiente di organismi geneticamente modificati e che abroga la direttiva 90/220/CEE
(http:/ / eur-lex. europa. eu/ LexUriServ/ site/ it/ oj/ 2001/ l_106/ l_10620010417it00010038. pdf)
[37] Regolamento (CE) n. 1829/2003 relativo agli alimenti e ai mangimi geneticamente modificati (http:/ / eur-lex. europa. eu/ LexUriServ/ site/
it/ oj/ 2003/ l_268/ l_26820031018it00010023. pdf)
[38] Regolamento (CE) n. 1830/2003 concernente la tracciabilit e l'etichettatura di organismi geneticamente modificati (http:/ / eur-lex. europa.
eu/ LexUriServ/ site/ it/ oj/ 2003/ l_268/ l_26820031018it00240028. pdf)
[39] Raccomandazione recante orientamenti per lo sviluppo di strategie nazionali e migliori pratiche per garantire la coesistenza tra colture
transgeniche, convenzionali e biologiche (http:/ / eur-lex. europa. eu/ LexUriServ/ LexUriServ. do?uri=CELEX:32003H0556:IT:HTML)
[40] Decreto legislativo 224/2003 - Attuazione della direttiva 2001/18/CE concernente l'emissione deliberata nell'ambiente di organismi
geneticamente modificati (http:/ / www. camera. it/ parlam/ leggi/ deleghe/ testi/ 03224dl. htm)
[41] Sole 24 Ore (http:/ / www. ilsole24ore. com/ art/ impresa-e-territori/ 2013-07-12/ girolamo-firmato-decreto-vieta-151516.
shtml?uuid=AbnDEgDI)
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Bibliografia
Per le scuole: Tica&Bio (http://www.ticaebio.org/home/default.htm)
AA.VV. (2004) OGM in Agricoltura: le risposte alle domande pi frequenti (http://www.siga.unina.it/
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Meldolesi A. (2001) Organismi Geneticamente Modificati. Einaudi
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Sorlini C et al (2004) Biodiversit e organismi geneticamente modificati. Ministero Ambiente - CNR.
Basso B et al (2002) Biotecnologie per la tutela dei prodotti tipici italiani. Editore 21mo Secolo.
Fonte, M. (2004) Organismi geneticamente modificati. Monopolio e diritti. Franco Angeli
Giordano M (2006) Siamo fritti. Truffe, inganni e altri veleni nel piatto. Mondadori.
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(EN) Deynze AV et al (2004) Crop Biotechnology: Feeds for Livestock (http://anrcatalog.ucdavis.edu/pdf/
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(EN) Winter CK, Gallicos LK (2006) Safety of Genetically Engineered Food (http://anrcatalog.ucdavis.edu/
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(EN) Alberghina L (2000) Protein Engineering For Industrial Biotechnology. CRC.
(EN) Straughan R (1996) Ethics, Morality and Animal Biotechnology (http://www.bbsrc.ac.uk/tools/
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(EN) AA.VV. (2001) Science and the Future of Mankind. Science for Man and Man for Science. PONTIFICIAE
ACADEMIAE SCIENTIARVM, SCRIPTA VARIA 99.
Bressanini D. (2010) Pane e bugie - La verit su ci che mangiamo. Editore chiarelettere
Voci correlate
BioBrick
Biotecnologia
Diamond contro Chakrabarty
DNA ricombinante
Ingegneria genetica
Piante transgeniche
Topi transgenici
Topi knock-out
Rivoluzione verde
Altri progetti
Articolo su Wikinotizie: Mais Ogm: proibita la coltivazione, aperte le importazioni 25 luglio 2013
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Collegamenti esterni
Enti
(EN) Sito della Commissione Europea sugli OGM (http://gmoinfo.jrc.it/)
(EN) Sito della Biosafety Clearing-House istituita dal Protocollo di Cartagena (http://bch.biodiv.org/)
Sito della Biosafety Clearing-House italiana (http://bch.minambiente.it)
Storia
Documentario ENEA del 1960 sull'utilizzo delle sostanze radioattive nella produzione agricola (frumento Creso)
(http://webtv.sede.enea.it/index.php?page=listafilmcat2&idfilm=127&idcat=30)
(EN) La produzione del primo OGM (http://home.hawaii.rr.com/johns/history.htm#BM1973)
(EN) La Conferenza di Asilomar (http://nobelprize.org/chemistry/articles/berg/)
Altri approfondimenti
Organismi Geneticamente Modificati: una nuova tecnologia che ha avuto troppo successo (http://www.
organismigeneticamentemodificati.it/)
Rapporti, articoli scientifici e giornalistici che riguardano gli OGM (Organismi Geneticamente Modificati) (http:/
/www.salmone.org)
Le risposte alle domande pi frequenti sugli OGM a cura della Societ Italiana di Genetica Agraria (http://www.
siga.unina.it/circolari/Fascicolo_OGM.pdf)
(EN) GMO Compass, sito di informazione indipendente sugli OGM, finanziato nell'ambito del Sesto Programma
Quadro della Commissione Europea (http://www.gmo-compass.org)
(EN) La posizione di Greenpeace, corredata da analisi sui rischi legati agli OGM (http://www.greenpeace.org/
international/campaigns/genetic-engineering)
Domande frequenti sugli OGM, a cura di Greenpeace Italia (http://www.greenpeace.it/ogm/
domandefrequenti.html)
Associazione Nazionale Biotecnologi (http://www.biotecnologi.org)
Federazione Italiana dei Biotecnologi (http://www.biotecnologi.it)
Fondazione Diritti Genetici - Biotecnologie tra scienza e societ, organismo di ricerca e comunicazione sulle
biotecnologie (http://www.fondazionedirittigenetici.org)
(EN) Alcune analisi di approfondimento sull'impatto economico degli OGM sui redditi agricoli, a cura di PG
Economics, societ inglese di consulenza economica in settore agrario e alimentare (http://www.pgeconomics.
co.uk/publications.htm)
BiocomMedia, sito indipendente di informazione tecnico-scientifica sugli OGM (http://www.biocommedia.it/)
Portale Biologia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Biologia
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Uno dei temi pi caldi su cui il dibattito si concentrato riguarda la possibilit che la manipolazione del pool
genetico degli organismi comporti conseguenze impreviste nella loro interazione con le altre specie viventi e quindi,
in ultima analisi, sull'ambiente.
Tra le varie fonti di preoccupazione vi il rischio che le piante geneticamente modificate si comportino come specie
invasive, specie cio che si affermano nell'ecosistema a danno di altre specie e variet; tale rischio comunque
considerato dai biologi dello IUCN come marginale rispetto all'impatto che l'agricoltura e l'urbanizzazione in se
stesse hanno sulla biodiversit[6]. inoltre possibile che le caratteristiche genetiche introdotte nelle variet
commerciali vengano poi trasferite, attraverso l'impollinazione incrociata, dalle piante geneticamente modificate a
specie affini nelle vicinanze. Questo fenomeno avviene normalmente in natura[7] dove ad esempio esiste un continuo
flusso genico tra il mais ed il teosinte, suo progenitore, o tra le diverse specie di brassicacee. Tale fenomeno,
tollerato tra specie coltivate e selvatiche, da alcuni viene invece considerato inaccettabile nel caso delle piante
transgeniche, in quanto ci porterebbe ad una perdita irreversibile del pool genetico "naturale" oltre a modificazioni
non prevedibili sulla biodiversit, modificando le popolazioni di insetti (api, farfalle, etc) e di piante selvatiche che
vivono nell'ambiente circostante (l'ambientalista Giorgio Celli ad esempio indica questo fenomeno come Chernobyl
Genetica)[8].
La validit di tale ipotesi, ovvero che l'introduzione di transgeni nell'ambiente porti di per s a un nuovo livello di
rischio, stata approfondita in diversi studi a partire da un articolo di Crawley et al, apparso su Nature nel febbraio
2001, che ha riscontrato che la fitness ambientale degli OGM in commercio paragonabile a quella delle altre specie
coltivate[9]. Un altro articolo di Morgante su Nature Genetics ha invece mostrato come, tra due variet commerciali
di mais, circa il 20% dei geni (4250 su 20600) sia presente solo in una delle due, pur continuando entrambe ad essere
interfertili tra loro[10] ed indicando dunque come esista una variabilit enorme da un punto di vista genetico gi
all'interno della stessa specie. Per quanto riguarda i possibili danni sulla biodiversit, la Royal Society ha condotto
uno studio imponente (FSE: Farm Scale Evaluation) che ha evidenziato come la scelta della specie da coltivare
incida molto di pi sulla biodiversit rispetto all'adozione di una variet transgenica o meno (per esempio, la densit
media di api per km sul mais di 1 mentre sulla colza di 37)[11].
Nonostante siano pi di 13.000 le pubblicazioni scientifiche che valutano i potenziali rischi degli OGM ad oggi
disponibili, di cui pi di 4.000 specificamente dedicate all'impatto ambientale[12], il tema ancora largamente
dibattuto, soprattutto a livello politico, in Europa[13].
15
16
Sono stati effettuati anche altri studi in Italia, in particolare uno condotto da Ministero dell'Ambiente/CNR ed un
secondo svolto grazie ai finanziamenti di COOP Italia. Tali ricerche hanno indicato distanze di separazione molto
ridotte (comprese tra i 5 e gli 80 m per giungere al di sotto dello 0,1%), ma trattandosi di sperimentazioni di piccole
dimensioni tali risultati sono considerati dagli stessi autori non conclusivi[21]. Tutti questi risultati sono stati riassunti
all'interno di un consensus document rilasciato dalle Societ Scientifiche Italiane nel 2006[22] che ha concluso che
"La coesistenza tra i diversi sistemi agricoli pertanto possibile rispettando i criteri indicatidalla Raccomandazione
europea: trasparenza, scientificit, proporzionalit e specificit, epromuovendo azioni di monitoraggio e gestione
delle pratiche di coesistenza adottate".
La Spagna, il paese europeo con le maggiori superfici coltivate con OGM (circa il 30% del Mais coltivato in Spagna
OGM[23]), aveva fissato inizialmente in 25 m, poi portati a 50, la distanza sufficiente a garantire la coesistenza, non
riportando, tra il 1998 e il 2010, nessun caso di contenzioso tra agricoltori come sottolineato anche dal Ministro
dell'Agricoltura spagnolo, Elena Espinosa, in una comunicazione al Parlamento Europeo: "non c' neanche un caso
documentato di problemi con la coltivazione del mais transgenico nell'agricoltura spagnola; insisto, non c' nessun
tipo di problema"[24].
Uno dei temi pi rilevanti legati all'introduzione degli OGM la loro sicurezza alimentare. A riguardo c' nella gente
l'ampia percezione che mangiare OGM comporti maggiori rischi rispetto ai cibi non geneticamente modificati;
questo nonostante ci sia un ampio consenso scientifico nel ritenere che mangiare OGM non comporti nessun rischio
maggiore rispetto ai cibi convenzionali[25][3][26][5] Non esiste alcuna notizia documentata che riporti un danno
causato all'uomo da cibo genticamente modificato.
Nel 2012, l'American Association for the Advancement of Science ha ribadito che gli OGM non comportano
maggiori rischi rispetto ai cibi modificati attraverso le normali tecniche di incrocio. La American Medical
Association, la National Academies of Sciences e la Royal Society of Medicine hanno poi sottolineato che non si
riscontra in letteratura scientifica o in altra fonte alcuna notizia di effetti avversi sulla popolazione umana che
possano essere collegati agli OGM.
Nell'Unione Europea
La valutazione e la gestione di questi
potenziali rischi sono stati al centro, non
solo di tutta la normativa di riferimento a
partire dal 1990[27], ma anche della ricerca
sugli OGM degli ultimi tre decenni.
L'Europa ha investito, tra il 1985 e il 2010,
circa 250 milioni di euro per valutare la
Comparazione tra piante incrociate in modo naturale e piante transgeniche e
cisgeniche
sicurezza degli OGM. Ha inoltre raccolto e
reso pubblici i dati disponibili in due
pubblicazioni. Nella prima, uscita nel 2001, l'allora commissario europeo alla ricerca Philippe Busquin, al termine
affermava: Queste ricerche dimostrano che le piante geneticamente modificate e i prodotti sviluppati e
commercializzati fino ad oggi, secondo le usuali procedure di valutazione del rischio, non hanno presentano alcun
rischio per la salute umana o per l'ambiente. [...] L'uso di una tecnologia pi precisa e le pi accurate valutazioni in
fase di regolamentazione rendono probabilmente queste piante e questi prodotti ancora pi sicuri di quelli
convenzionali[28].
Nel 2010, la Commissione Europea ha pubblicato una meta-analisi che riporta le conclusioni di oltre 130 progetti di
ricerca che coprono un periodo di 25 anni e che hanno coinvolto pi di 500 gruppi di ricercatori indipendenti; le
conclusioni sono che nessuna biotecnologia, e in particolare gli OGM, comporta un rischio maggiore delle normali
tecniche di incrocio usate.. In quell'anno quindi il commissario europeo Mire Geoghegan-Quinn confermava quanto
gi sottolineato dal suo predecessore, ovvero che "sulla base dei risultati dei progetti finanziati, ad oggi, non esiste
alcuna evidenza scientifica che associ gli OGM con maggiori rischi per l'ambiente e la sicurezza alimentare rispetto
alle piante e agli organismi convenzionali"[29]
Allergenicit
Uno dei potenziali rischi legato alla modificazione genetica delle piante ad uso alimentare che l'inserto genico porti
alla produzione di proteine non normalmente presenti nella pianta stessa e che potrebbero causare reazioni allergiche
in soggetti predisposti.
La possibilit stata riscontrata nel corso dello sviluppo di una variet di soia, geneticamente modificata tramite
l'inserimento di un gene della noce del Brasile per migliorare il tenore in aminoacidi solforati (metionina, cisteina).
Nel corso dei test di laboratorio ci si accorti che la proteina codificata dal gene inserito (Albumina 2S) era il
principale allergene alla noce. Alla luce di ci la ricerca su questa variet stata abbandonata[30].
Poich questo tipo di problema potrebbe presentarsi anche in altre variet, l'analisi di tale potenziale rischio per
legge obbligatorio sia nelle fasi di sviluppo dei nuovi OGM che nelle procedure autorizzative. Oggi infatti, grazie
alle conoscenze acquisite dall'allergologia, in parte possibile prevedere se una nuova proteina pu avere o meno un
potenziale allergenico. Inoltre previsto un piano di monitoraggio post-autorizzazione che consenta in ogni caso di
verificare la bont della valutazione e, qualora emergessero problematiche, di ritirare il prodotto per ulteriori
17
Tossicit
Oltre al rischio di allergenicit, la presenza di nuove proteine negli organismi geneticamente modificati crea un
potenziale rischio di effetti indesiderati nell'uomo e negli animali. Il rischio non solo derivato dalle proteine
codificate dall'inserto genico, ma anche da potenziali modifiche nel metabolismo della pianta che possono derivare
da interazioni con gli altri geni, portando alla produzione di sostanze non presenti nelle piante convenzionali.
Per questo motivo la valutazione della sicurezza degli OGM si basa su diversi aspetti: sia sulla valutazione delle
singole proteine codificate dall'inserto genico, sia su analisi chimiche che permettono di evidenziare la presenza di
sostanze in quantit differente rispetto ai corrispettivi convenzionali, sia, e soprattutto, su test effettuati su animali
alimentati con l'organismo in questione per ricercare la possibile comparsa di effetti indesiderati. Questo iter ha
molto in comune con le procedure seguite normalmente per la valutazione e autorizzazione di sostanze
farmaceutiche, o per lo studio della tossicit di contaminanti ambientali, fitofarmaci, ecc. Queste valutazioni
vengono effettuate in Europa dall'Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare, che sulla base dei dossier sviluppati
dalle aziende, esprime un parere positivo o negativo o richiede studi integrativi. Tale procedura, che prevede che
siano le stesse aziende a sviluppare i dossier e a pagare i costi delle ricerche connesse, per messa in discussione
dai movimenti anti-OGM che sostengono che i risultati presentati dalle aziende siano non credibili in quanto di parte.
Tale critica stata avanzata in particolare verso alcuni dati presentati a sostegno della sicurezza di un mais
geneticamente modificato prodotto da Monsanto, identificato col nome MON863, e autorizzato dalla Commissione
Europea nel gennaio del 2006 per la commercializzazione ai sensi della Direttiva 2001/18. All'interno del dossier
presentato da Monsanto nel 2002 era infatti presente uno studio di 90 giorni sui topi alimentati con MON863, in cui
emergevano alcune differenze rispetto agli animali di controllo nei parametri ematologici e nel peso dei reni, sebbene
non statisticamente significative. Tale studio, pubblicato in seguito anche su di una rivista internazionale[32], era
stato valutato positivamente sia dal comitato di esperti tedesco che per primo valut il dossier, sia successivamente
dall'EFSA. Entrambi i comitati di valutazione erano giunti alla conclusione che le differenze riscontrate fossero non
biologicamente significative. In disaccordo con queste conclusioni, il francese CRIIGEN (Comitato per
l'Informazione Indipendente e Ricerca sull'Ingegneria Genetica), gruppo di ricercatori critici verso gli OGM guidati
da Gilles Eric Seralini dell'Universit di Caen, ha richiesto di poter esaminare i dati originali dello studio. Dopo il
rifiuto da parte di Monsanto di fornirli, Greenpeace ricorsa a mezzi legali ottenendone l'accesso su ingiunzione del
giudice nel giugno del 2005. Sulla base dei dati consegnati da Monsanto i ricercatori del CRIIGEN hanno svolto una
nuova valutazione statistica, concludendo che, sebbene l'analisi di "Hammond et al" fosse formalmente corretta, alla
luce di quei dati non era possibile escludere una potenziale tossicit renale e che nuove ricerche erano necessarie per
valutare adeguatamente la sicurezza di questo mais transgenico[33]. L'EFSA, chiamata a rivedere i dati alla luce di
questa nuova analisi, ha effettuato una nuova valutazione, al termine della quale, riconfermando la sua opinione,
ovvero che i prodotti derivati da questa variet di mais transgenico sono da considerarsi sicuri nel contesto dell'uso
autorizzato, ha sottolineato che l'analisi del CRIIGEN presentava limiti metodologici sul fronte della statistica
adottata[34][35][36]. Il CRIIGEN ha riproposto nel 2009 un'analoga rianalisi per 3 diversi OGM (il gi commentato
MON863, il MON810 e l'NK603) sostenendo che questi presentassero profili di tossicit significativi[37]. Anche in
questo caso l'EFSA stata chiamata a rivedere le conclusioni e le metodologie adottate dallo studio concludendo che
"le affermazioni degli autori, di nuovi effetti collaterali indicanti tossicit per i reni ed il fegato,non sono supportati
dai dati presentati. Non vi nessuna nuova informazione che porti a rivedere le opinioni sulla sicurezza dei tre eventi
OGM.Il GMO Panel nota chediverse critiche alla statistica del precedente studio degli autori, sono ugualmente
18
19
Il dibattito socio-economico
Oltre ai temi legati all'alimentazione e all'ambiente, il dibattito si concentrato anche sui fattori di rischio e sulle
opportunit economiche e sociali. In particolar modo quest'analisi riguarda la relazione tra paesi sviluppati e in via di
sviluppo e il modo in cui l'utilizzo su larga scala della tecnologia alla base degli OGM influisca o potrebbe influire
sulle economie agricole deboli o in crisi (tra queste anche quella italiana).
Le resistenze all'applicazione degli OGM nell'agricoltura in paesi del terzo mondo sostanzialmente si basano sulle
seguenti motivazioni:
Le piante OGM sono spesso vincolate all'obbligo di riacquisto di anno in anno. Questo implica che i coltivatori,
che erano abituati a riseminare il raccolto, devono ricomprare la semente per garantirsi il beneficio dato dall'uso
dell'OGM.
Le sementi OGM hanno costi superiori, dovendo ammortizzare l'investimento in ricerca necessario per
svilupparli.
L'impatto dell'acquisto annuale di nuovi semi su soggetti microeconomici che faticano a raggiungere uno stato di
sopravvivenza pu innescare rapporti di debito prolungato con i rivenditori indebolendo ulteriormente i piccoli
produttori.
I soggetti economici in grado sfruttare le opportunit offerte dagli OGM sono spesso i grandi produttori o dei
possidenti terrieri.
L'uso di OGM potrebbe ridurre l'uso di variet e risorse liberamente fruibili sul territorio.
Le industrie che producono OGM spesso non vengono ritenute soggetti morali sufficientemente qualificati e
affidabili.
I paesi europei che si sono dichiarati OGM-free potrebbero rifiutare le derrate provenienti dai Paesi in via di
sviluppo che li utilizzano facendo venir meno una fonte importante del loro bilancio nazionale.
Diversi studi hanno analizzato la significativit
economica di tali preoccupazioni.
Secondo i dati economici raccolti dall'ISAAA
(Servizio Internazionale per l'Acquisizione
delle Applicazioni Agrobiotecnologiche) la
maggior parte degli utilizzatori degli OGM
sono i piccoli coltivatori dei Paesi in via di
sviluppo (9,3 su 10,3 milioni di agricoltori che
utilizzano gli OGM sono piccoli agricoltori e
Distribuzione globale delle coltivazioni OGM
in particolare sono stati riportati benefici in
Sudafrica, Argentina, Brasile, Cina, Filippine,
India). Secondo l'ISAAA questo sarebbe da imputare al fatto che i benefici legati all'uso degli OGM attualmente in
commercio sono indipendenti dalla dimensione aziendale (a differenza di quelli della Rivoluzione verde che
richiedevano ingenti investimenti in termini di meccanizzazione e uso di input chimici)[52].
Di tutt'altro parere invece il report sull'impatto degli OGM dopo 10 anni di coltivazione a livello globale[53]
divulgato dall'associazione ambientalista Friends of the Earth (FoE), da anni attiva contro l'uso degli OGM in
agricoltura. Secondo FoE il report ISAAA sovrastima l'area messa a coltura di almeno un 5% e dimostra come essa
sia concentrata solo in pochi stati. L'introduzione di coltivazioni transgeniche inoltre, sempre secondo FoE, ha
contribuito poco o per niente al miglioramento delle condizioni economiche degli agricoltori nella maggior parte dei
20
21
Paesi, e che in particolare in America Latina ha contribuito invece ad una ulteriore concentrazione della terra in
mano a pochi, a discapito dei piccoli agricoltori. Inoltre il rapporto nota come la prospettiva di alleviare la fame del
mondo grazie all'introduzione delle biotecnologie in campo agricolo sia stata disattesa, e che attualmente per lo pi
tali coltivazioni siano utilizzate per produzioni destinate all'uso animale. Per quanto concerne il fatto che uno dei
vantaggi sia la maggiore facilit di gestione delle colture, sempre secondo FoE, solo i grandi produttori ne avrebbero
beneficiato.
Un altro report che affronta il tema dell'impatto economico degli OGM stato rilasciato nel febbraio 2007 anche dal
Joint Research Center (il centro di ricerca della Commissione Europea), che ha analizzato l'impatto economico avuto
dall'introduzione delle tre pi importanti coltivazioni transgeniche a livello mondiale[54] (soia tollerante agli erbicidi,
mais resistente agli insetti e cotone resistente agli insetti). Secondo il JRC, il rapido incremento nell'utilizzo di OGM
a livello mondiale nella decade 1996-2005 (da 1.6 a 90 milioni di ettari) spiegabile non tanto da un maggior
rendimento (non sempre presente) ma soprattutto da una diminuzione dei costi di produzione e dalla facilitazione di
alcune operazioni colturali (legate principalmente al controllo di insetti e infestanti) con conseguente riduzione dei
costi operativi lasciando pi tempo per svolgere altre attivit, agricole e non, che possono andare a costituire ulteriori
fonti di reddito. Sempre secondo il JRC, dai dati raccolti e pubblicati in questi anni emerge come gli agricoltori (in
particolare quelli di piccole dimensioni) abbiano beneficiato dei vantaggi economici derivati dall'introduzione degli
OGM (anche in Spagna, unico Stato europeo in cui sono presenti dati significativi sulle coltivazioni transgeniche),
seguiti dai produttori delle sementi, e infine dai consumatori, che avrebbero beneficiato di una riduzione del prezzo
dei prodotti. Il rapporto nota inoltre che, a seguito dell'introduzione di cotone e mais Bt (resistenti agli insetti),
significativamente diminuito l'uso di insetticidi, mentre per quanto riguarda la soia resistente agli erbicidi non si
osservata una riduzione in termini assoluti di erbicidi, ma unicamente una diminuzione nel consumo di carburante e
un aumento delle aree coltivate a causa della semplificazione colturale.
L'ambientalista Vandana Shiva asserisce che l'ingresso in India delle sementi biologicamente modificate, pi care e,
in quanto ibride, utilizzabili con profitto per un solo raccolto, si sta traducendo in una rovina per i piccoli
agricoltori[55]; i dati disponibili sembrano per dimostrare il contrario[56].
Molto dibattuto inoltre se gli OGM oggi in commercio portino ad un aumento delle rese. Sebbene essi non siano
stati sviluppati con l'obiettivo diretto di aumentare le rese, la produttivit e economicit degli ogm sono due
argomenti utilizzati per giustificare la loro coltivazione su vasta scala. Su questo tema esistono diversi studi, uno
dell'Universit del Nebraska Wikipedia:Uso delle fontie uno condotto nel triennio 2005-2008 dall'Universit del
KansasWikipedia:Uso delle fonti che indicano che gli OGM non abbiano rese superiori rispetto alle variet
convenzionali.[57]. Altri studi, raccolti da PG Economics, indicano invece un aumento di resa collegato all'uso degli
OGM oggi in commercio, sia per le variet Bt (resistenti agli insetti) che per le variet RR (tolleranti ad un
erbicida)[58]. Al riguardo stato condotto uno studio anche in Italia, all'interno di un progetto del Ministero
dell'Agricoltura del valore complessivo di 6,2 M. Questo progetto ha previsto anche una prova di campo sul mais
Bt che ha registrato rese superiori nel mais OGM comprese tra il 30 ed il 40%[59].
OGM e bioetica
Per approfondire, vedi Bioetica.
Oltre al dibattito tecnico-scientifico, le biotecnologie applicate al settore agroalimentare hanno suscitato una serie di
considerazioni di ordine etico nell'opinione pubblica.
Emerge infatti chiaramente da numerosi sondaggi che la maggior parte dell'opinione pubblica percepisce gli OGM
come "innaturali"[60] poich gli organismi transgenici superano la barriera di specie mischiando per esempio geni di
piante con quelli di animali o batteri[61] con risultati che non potrebbero mai esistere in natura. Inoltre la
modificazione del genoma, al di l delle sue finalit, viene spesso associata all'idea di una scienza che si sostituisce a
Dio, o all'idea dell'intervento umano contrapposto alle "leggi della Natura"[62][63]. Non a caso uno tra gli appellativi
22
23
Note
[1] American Association for the Advancement of Science (AAAS), Board of Directors (2012). Legally Mandating GM Food Labels Could
Mislead and Falsely Alarm Consumers (http:/ / www. aaas. org/ news/ releases/ 2012/ 1025gm_statement. shtml)
[2] American Medical Association (2012). Report 2 of the Council on Science and Public Health: Labeling of Bioengineered Foods (http:/ /
www. ama-assn. org/ resources/ doc/ csaph/ a12-csaph2-bioengineeredfoods. pdf)
[3] World Health Organization. Food safety: 20 questions on genetically modified foods. (http:/ / www. who. int/ foodsafety/ publications/
biotech/ 20questions/ en/ ) Accessed December 22, 2012.
[4] United States Institute of Medicine and National Research Council (2004). Safety of Genetically Engineered Foods: Approaches to Assessing
Unintended Health Effects. National Academies Press. Free full-text (http:/ / www. nap. edu/ catalog. php?record_id=10977#toc). National
Academies Press. See pp11ff on need for better standards and tools to evaluate GM food.
[5] Other sources:
Winter CK and Gallegos LK (2006). Safety of Genetically Engineered Food. (http:/ / anrcatalog. ucdavis. edu/ pdf/ 8180. pdf) University
of California Agriculture and Natural Resources Communications, Publication 8180.
Dr. Christopher Preston, AgBioWorld 2011. Peer Reviewed Publications on the Safety of GM Foods. (http:/ / www. agbioworld. org/
biotech-info/ articles/ biotech-art/ peer-reviewed-pubs. html)
[6] Le principali minacce per la biodiversit. Gli OGM si trovano al punto 8.3, dopo urbanizzazione, agricoltura, turismo e specie aliene (http:/ /
www. conservationmeasures. org/ CMP/ IUCN/ browse. cfm?TaxID=DirectThreats)
[7] L'equilibrio tra le popolazioni vegetali e animali che insistono in un dato areale sempre dinamico e dipende da una molteplicit di fattori
(cibo - risorse - predatori - condizioni climatiche - introduzione di nuove specie) che influenzano la fitness relativa tra le diverse specie
[8] Il sito di Giorgio Celli (http:/ / www. giorgiocelli. it/ index_IE. htm)
[9] Crawley, M. J., Brown, S. L., Hails, R. S., Kohn, D. D. & Rees, M. (2001) Transgenic crops in natural habitats. Nature, February 8, 2001, vol.
409, nr. 6821, pp. 682683.
[10] Morgante M, Brunner S, Pea G, Fengler K, Zuccolo A, Rafalski A. (2005) Gene duplication and exon shuffling by helitron-like transposons
generate intraspecies diversity in maize. Nature Genetics. 37(9):997-1002.
[11] UK Department for Environment Food and Rural Affairs. 2006. Results of the Farm Scale Evaluations (FSEs) of herbicide tolerant GM
crops (http:/ / www. defra. gov. uk/ environment/ gm/ fse/ )
[12] Database sugli studi legati alla valutazione della biosicurezza degli OGM (http:/ / www. icgeb. trieste. it/ ~bsafesrv/ bsfdata2. htm)
[13] Le Regioni OGM-free europee.
[14] Si veda ad esempio la tecnologia Clearfield (http:/ / www. ext. colostate. edu/ pubs/ crops/ 03116. html)
24
25
26
Bibliografia
Comitato Scientifico ANPA (Agenzia Nazionale per la Protezione dellAmbiente), Scienza e ambiente Conoscenze scientifiche e priorit ambientali, (Rischi Ambientali da Piante GM pp 929) luglio 2002, ISBN
88-448-0064-0 documenti 1/2002 (http://www.apat.gov.it/site/_contentfiles/00037500/
37577_documenti_2002_01.pdf)
Voci correlate
Organismi geneticamente modificati
Piante transgeniche
Altri progetti
Wikisource contiene il testo completo di Antonio Saltini LItalia mira al primo posto tra gli importatori di
mais e soia o.g.m. made in Usa?
Collegamenti esterni
Campagne e informazione pro OGM
Salmone, il blog pro ogm che raccoglie rapporti, articoli scientifici e giornalistici sugli ogm (http://www.
salmone.org/)
Futuragra, Associazione Culturale di Agricoltori (http://www.futuragra.it/)
Il blog del movimento Biotecnologie: Basta Bugie! (http://biotecnologiebastabugie.blogspot.com/)
(EN) International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications (ISAAA) (http://www.isaaa.org/)
(EN) The European Association for Bioindustries (http://www.europabio.be)
Greenpeace (http://www.greenpeace.org/italy/campagne/ogm)
Legambiente (http://www.legambienteonline.it/news2001/dossierogm.htm)
Verdi Ambiente e Societ (http://www.vasonline.it/home/archivio/biotech)
Campagna per un Comune Antitransgenico (http://www.rfb.it/)
Italia Europa Liberi da OGM (http://www.liberidaogm.org/liberi/)
Portale sulla Genetica sul sito di Tactical Media Crew (http://www.tmcrew.org/eco/genetica/index.htm)
(EN) Friends of the Earth Europe (http://www.foeeurope.org/GMOs/Index.htm)
Portale Biologia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Biologia
27
28
29
un organismo, diverso da un essere umano, il cui materiale genetico stato modificato in modo diverso da quanto
[3]
Inoltre negli allegati alla Direttiva venivano indicate una serie di norme e valutazioni richieste per ottenere il via
libera alla sperimentazione tra cui:
Descrizione del/i tratto/i e delle caratteristiche introdotte o modificate.
Eventuali modifiche della capacit della pianta geneticamente modificata (PGM) di trasferire materiale genetico
ad altri organismi.
Informazioni su eventuali effetti tossici, allergenici o altri effetti nocivi per la salute umana riconducibili alla
modificazione genetica.
Informazioni sulla sicurezza della PGM per la salute animale, con particolare riguardo ad eventuali effetti tossici,
allergenici o altri effetti nocivi riconducibili alla modificazione genetica se si intende impiegare la PGM negli
alimenti per animali.
Meccanismi di interazione tra le PGM e gli organismi bersaglio (se del caso).
Potenziali cambiamenti nelle interazioni della PGM con organismi non bersaglio risultanti dalla modificazione
genetica.
Potenziali interazioni con l'ambiente abiotico.
30
31
Sempre nel 2003 l'Italia ha recepito la Direttiva 2001/18/CE sull'emissione nell'ambiente di OGM. In aggiunta alle
norme e le valutazioni richieste per ottenere il via libera alla sperimentazione, gi previste negli allegati alla Direttiva
europea e prima elencate, il testo adottato dal governo italiano prevede anche la valutazione preventiva di:
abbandono o sostituzione di colture divenute, in seguito allimpatto dellOGM, non pi adatte o economicamente
non pi convenienti, con particolare riguardo alle variet locali;
danni allimmagine dei prodotti locali e/o della zona di emissione e costi da sostenere per difenderla;
cambiamento dei percorsi commerciali per i prodotti provenienti dalla zona di emissione dovuti a impossibilit di
accesso alla vendita OGM FREE (grande distribuzione, alimenti per lattanti e bambini) o ad altre tipologie
commerciali;
modificazioni del paesaggio con impatto negativo sullattivit agrituristica;
abbandono e/o marginalizzazione della zona di emissione in seguito alla compromissione di forme di agricoltura
praticate nella zona divenute meno redditive in seguito allimpatto dellOGM.
2004: la coesistenza
Nel 2003 l'allora Ministro dell'Agricoltura Alemanno cerc di affrontare anche il tema della coesistenza tra
coltivazioni convenzionali, biologiche e OGM. Un primo progetto di decreto-legge che avrebbe dovuto introdurre
standard restrittivi superiori a quelli Ue fu bloccato a seguito di pressioni statunitensi preoccupate dell'effetto che
avrebbe avuto sulle esportazioni americane di sementi.[6] Il 29 novembre 2004 venne infine approvato il
decreto-legge n.279/2004 (divenuto poi Legge n.5/2005): l'impianto prevedeva la parit tra i diversi tipi di
agricoltura, demandando alle regioni e alle province autonome l'approvazione di un "piano di coesistenza", al fine
prevenire la commistione fra colture transgeniche e non. Tuttavia, dopo una indagine avviata da un ricorso da parte
della Regione Marche, il decreto stato dichiarato parzialmente incostituzionale[7] in quanto il tema della
coesistenza delle colture di competenza delle Regioni. In futuro pertanto le norme di coesistenza potranno variare
significativamente da regione a regione: infatti, nonostante nessuna regione possa vietare la coltivazione di OGM
poich contravverrebbe alla normativa Europea, l'imposizione di norme di coesistenza pi o meno rigide potrebbe
rendere difficile l'instaurarsi di colture transgeniche sul territorio. Al momento 13 regioni hanno comunque
predisposto delle norme che di fatto impediscono la coltivazione di OGM sul loro territorio.
Va notato comunque che, anche se attualmente non ci sono colture OGM in Italia (se non a livello sperimentale), non
significa che sia un Paese OGM free. Infatti la gran parte dei mangimi utilizzati negli allevamenti italiani (esclusi
gli allevamenti biologici) prodotta a partire da soia e mais geneticamente modificati importati da Stati Uniti,
Canada e America Latina. L'Italia infatti produce solo l'8% della soia di cui necessita.
Norme internazionali
Al fine di garantirsi dai possibili rischi all'ambiente e alla salute umana derivanti dagli OGM, la Comunit
Internazionale ha creato, in ottemperanza all'Articolo 19 della Convenzione sulla Diversit Biologica, il Protocollo di
Cartagena sulla biosicurezza.
Per approfondire, vedi Protocollo di Cartagena.
32
Note
[1] Regolamento (CE) n. 258/97 del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 gennaio 1997 sui nuovi prodotti e i nuovi ingredienti alimentari
(http:/ / eur-lex. europa. eu/ LexUriServ/ LexUriServ. do?uri=CELEX:31997R0258:IT:HTML)
[2] ftp:/ / ftp. jrc. es/ pub/ EURdoc/ eur20680en. pdf
[3] Direttiva 2001/18/CE sull'emissione deliberata nell'ambiente di organismi geneticamente modificati e che abroga la direttiva 90/220/CEE
(http:/ / eur-lex. europa. eu/ LexUriServ/ site/ it/ oj/ 2001/ l_106/ l_10620010417it00010038. pdf)
[4] Regolamento (CE) n. 1829/2003 relativo agli alimenti e ai mangimi geneticamente modificati (http:/ / eur-lex. europa. eu/ LexUriServ/ site/
it/ oj/ 2003/ l_268/ l_26820031018it00010023. pdf)
[5] Regolamento (CE) n. 1830/2003 concernente la tracciabilit e l'etichettatura di organismi geneticamente modificati (http:/ / eur-lex. europa.
eu/ LexUriServ/ site/ it/ oj/ 2003/ l_268/ l_26820031018it00240028. pdf)
[6] "Alemanno voleva proibire gli Ogm, siamo intervenuti su Letta e B." (http:/ / racconta. espresso. repubblica. it/
espresso-wikileaks-database-italia/ dettaglio. php?id=2) Cablogramma confidenziale dell'ambasciata USA. L'Espresso
[7] Sentenza della Corte Costituzionale n. 116 del 2006 (http:/ / controlli. arsia. toscana. it/ UserFiles/ File/ controlli di qualit/
Sentenza_Corte_costituzionale_116-06. pdf)
Voci correlate
Organismi geneticamente modificati
Piante transgeniche
Collegamenti esterni
(EN) Registro Comunitario degli alimenti e mangimi geneticamente modificati (http://ec.europa.eu/food/dyna/
gm_register/index_en.cfm)
(EN) Elenco degli OGM autorizzati nell'ambito della direttiva 90/220/CEE (http://ec.europa.eu/environment/
biotechnology/authorised_prod_1.htm)
(EN) Elenco degli OGM autorizzati nell'ambito della direttiva 2001/18/CE (http://ec.europa.eu/environment/
biotechnology/authorised_prod_2.htm)
Portale Agricoltura
Portale Cucina
Portale Biologia
Portale Unione europea
Protocollo di Cartagena
Protocollo di Cartagena
Il Protocollo di Cartagena sulla Biosicurezza un protocollo della Convenzione sulla Diversit Biologica (CBD),
che ha come obiettivo la protezione della biodiversit dai rischi derivanti dal trasferimento, dalla manipolazione e
dall'uso degli organismi geneticamente modificati ottenuti dalle moderne tecniche di biotecnologia.
Generalit e storia
Il testo del Protocollo di Cartagena, detto anche Biosafety Protocol, fu inizialmente discusso in una sessione
straordinaria della CBD a Cartagena, in Colombia. La sua versione finale fu invece approvata in una riunione a
Montreal all'alba del 29 gennaio 2000 dopo una notte di negoziazioni da parte di tecnici e ministri di molti paesi.
L'accordo finale stato raggiunto in gran parte grazie alla determinazione del delegato danese e del ministro
dell'ambiente colombiano.
Il Protocollo si rif direttamente all'Articolo 19 della Convenzione sulla Diversit Biologica o CBD e al Principio di
precauzione cos come definito all'Articolo 15 della Dichiarazione di Rio sull'ambiente e lo sviluppo. Nel testo si
riconosce la necessit di indagare a fondo i potenziali rischi associati agli organismi geneticamente modificati,
ottenuti tramite le moderne biotecnologie, al fine di garantire un elevato livello di protezione con particolare
riferimento alla diversit biologica, ed assegna alle Parti della Convenzione il compito di assumere le necessarie
misure legali, amministrative e politiche al fine di prevenire eventuali rischi. Le Parti si impegnano inoltre a
sviluppare protocolli e procedure per il trasporto, la gestione, e l'uso in sicurezza di qualsiasi organismo
geneticamente modificato che possa avere effetti negativi sulla conservazione e sulluso sostenibile della
biodiversit.
Il Protocollo entra in vigore l'11 settembre del 2003.
Obiettivo
L'obiettivo del Protocollo di Cartagena quello di contribuire ad assicurare un adeguato livello di protezione nel
campo del trasporto, della manipolazione e dell'uso in sicurezza degli organismi geneticamente modificati derivanti
dalle moderne biotecnologie i quali possano avere un effetto negativo sulla conservazione e sull'uso sostenibile della
diversit biologica, tenendo in considerazione anche i rischi alla salute umana e focalizzandosi specificamente sui
movimenti transfrontalieri.
Il Protocollo quindi si pone come strumento giuridico internazionale che contribuisce a regolamentare il trasporto
internazionale di OGM. Il Protocollo non pone alcuna limitazione alla sperimentazione, alla produzione o alla
coltivazione di organismi geneticamente modificati, ma obbliga i Paesi che volessero esportarne ad ottemperare ad
alcune procedure.
Il Paese esportatore, attraverso una Notifica scritta, deve informare il paese importatore dell'intenzione di trasferire
uno o pi specifici OGM. Il Paese importatore, a seconda della legislazione nazionale, pu effettuare delle analisi
scientifiche e valutare il grado di rischio che comporterebbe l'importazione di ciascun OGM (Risk Assessment). Sulla
base di fondate prove scientifiche, il Paese importatore pu rifiutare l'importazione dell'OGM considerato a rischio.
Il Paese importatore pu, sulla base di scelte politiche o economiche interne al paese, prevedere di accettare un certo
livello di rischio, possibilmente mettendo in atto alcune misure di mitigazione o di controllo (Gestione del rischio).
33
Protocollo di Cartagena
Il Trasferimento di Tecnologia
Fra i compiti che la comunit internazionale si prefigge per l'applicazione del Protocollo di Cartagena, c' il
cosiddetto trasferimento di tecnologia. Infatti per una corretta gestione degli OGM e per assicurare il rispetto delle
Decisioni del Protocollo, ogni Paese deve essere in grado di assicurare alcune azioni sia amministrative che
logistiche e di controllo, le quali richiedono spesso conoscenze (tecnologie "soft") ed attrezzature specifiche
(tecnologie "hard").
Logistica:
I Paesi produttori devono garantire un sistema di tracciabilit, ossia devono garantire una catena di
produzione, trasporto e distribuzione dei prodotti agroalimentari che assicuri l'assoluta certezza del materiale
prodotto, trasportato e distribuito. infatti capitato pi volte di rendersi conto troppo tardi che interi carichi di
granaglie non-GM fossero mescolate con quelle GM.
Le autorit doganali dei Paesi esportatori ed importatori devono essere attrezzate per la gestione in sicurezza
delle merci GM. Pu capitare infatti che le merci debbano essere trattate in maniera particolare per evitare
possibili contaminazioni su terreni esterni a quelli autorizzati per la coltivazione o sperimentazione GM
specifica.
L'Autorit Nazionale Competente dovr creare e gestire un sito informativo su internet, chiamato
Clearing-House sulla Biosicurezza in cui una serie di informazioni dovranno essere a disposizione dei cittadini
e delle industrie che volessero esportare prodotti GM verso quel Paese.
La Consultazione Pubblica
Il nodo italiano per la BCH pubblica le "notifiche", ossia le richieste delle industrie che vogliono esportare prodotti
OGM verso l'Italia o verso Stati Membri dell'Unione Europea.
Queste notifiche sono a disposizione di tutti i cittadini i quali possono, entro 30 giorni dalla pubblicazione, mandare i
propri commenti all'Autorit Nazionale Competente in materia di OGM, presso il Ministero dell'Ambiente.
L'Autortit Nazionale Competente coordina i lavori della Commissione Interministeriale di Valutazione (CIV) che,
prendendo anche visione dei commenti ricevuti dai cittadini attraverso il processo di Consultazione Pubblica,
pubblica una decisione riguardo alla concessione o meno di un'autorizzazione.
Collegamenti esterni
Sito della BCH italiana, presso il Ministero dell'Ambiente e Tutela del Territorio [1]
Portale Biologia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Biologia
Note
[1] http:/ / bch. minambiente. it/
34
Monsanto Company
35
Monsanto Company
Monsanto Company
Stato
Stati Uniti
Tipo
Public company
[1]
Borse valori
NYSE: MON
Fondazione
Fondata da
Sede principale
Persone chiave
Prodotti
Risultato operativo
Utile netto
Dipendenti
Sito web
20.600 (2011)
www.monsanto.com
[2]
La Monsanto Company un'azienda multinazionale di biotecnologie agrarie, con circa 18000 dipendenti e un
fatturato di 8,5 miliardi di dollari (2007).
Produttore di mezzi tecnici per l'agricoltura, nota nel settore della produzione di sementi transgeniche e, da marzo
2005, dopo l'acquisizione della Seminis Inc, anche il maggior produttore mondiale di sementi convenzionali.
Storia
L'azienda venne fondata a St. Louis, Missouri nel 1901 dal veterano dell'industria farmaceutica John Francis
Queeny, allora appena trentenne, facendo esclusivamente uso dei propri risparmi. Prende il nome da Olga Monsanto,
moglie di Queeny, di origine spagnola.
Il primo prodotto della nuova industria fu la produzione di saccarina che forniva alla Coca Cola, producendo in
seguito sempre per la stessa sia vanillina che caffeina, diventandone uno dei principali fornitori. Nel 1919 la
Monsanto si insedi anche in Europa associandosi con la Graesser's Chemical Works e fondando gli stabilimenti nel
villaggio di Cefn Mawr nel Galles, dove si inizi la produzione di vanillina, acido salicilico, aspirina e solo pi tardi
gomma.
Negli anni venti si espanse ulteriormente diventando leader nella produzione di acido solforico e fibre sintetiche, da
allora, l'azienda rimasta tra le 10 industrie chimiche pi importanti degli Stati Uniti.
Monsanto Company
Critiche
In parallelo all'enorme successo commerciale, la notoriet dell'azienda anche dovuta alle costanti critiche sollevate
ad essa da associazioni contrarie all'uso delle biotecnologie (ad esempio Greenpeace) e alle numerose cause legali
che Monsanto ha intrapreso per proteggere la propria propriet intellettuale e tutelare i propri brevetti.
In questo contesto sono da considerare anche le diverse cause intentate contro l'azienda: per esempio una causa
risalente al 2004 contro i produttori dell'Agente Arancio (di cui uno Monsanto), defoliante, tossico per l'uomo,
usato durante la Guerra del Vietnam dall'esercito statunitense, il quale provoc e provoca ancora oggi gravi danni
alle popolazioni locali, creando modificazioni strutturali e malformazioni, non favorevoli alla vita, al corpo umano.
In tempi pi recenti, stata criticata anche la produzione e la vendita di un ormone sintetico (Posilac) per
l'allevamento, secondo i detrattori non adeguatamente testato e da loro ritenuto colpevole di danni sia al bestiame sia
all'uomo.
Note
[1] https:/ / beta. nyse. com/ quote/ XNYS:MON
[2] http:/ / www. monsanto. com
Voci correlate
Policlorobifenili
Organismo geneticamente modificato
Collegamenti esterni
Sito web ufficiale Monsanto (http://www.monsanto.com/)
Altri progetti
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MON 810
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MON 810
Il mais MON 810 un mais geneticamente modificato utilizzato in
tutto il mondo. Si tratta di una linea di Zea mays della compagnia
Monsanto[1] geneticamente modificata (OGM) con la capacit di
combattere la perdita di raccolto causata dagli insetti. Il tutto dovuto
ad un gene inserito nel DNA del mais MON 810, che permette alla
pianta di produrre una proteina che danneggia gli insetti che cercano di
nutrirsene. Il gene inserito tratto dal Bacillus thuringiensis che
produce la Delta-endotossina, sostanza velenosa per gli insetti
dell'ordine dei Lepidotteri, tra cui la Piralide del mais europea.
Coltivazione di mais MON 810
Uso autorizzato
L'uso stato approvato nell'Unione europea dal 1998.[6] Da allora sei paesi hanno iniziato a coltivarlo[7] e sei paesi
(Austria, Ungheria, Grecia, Francia, Lussemburgo e Germania) ne hanno vietato la coltivazione (anche se le
importazioni non furono proibite) in una disposizione temporanea di emergenza nota come la clausola di
salvaguardia,[8] a causa delle preoccupazioni legate ai possibili danni ambientali.
L'OGM MON 810, comunque, stato approvato per l'uso in Argentina, in Australia, inBrasile, in Canada, in Cina, in
Colombia, nell'Unione Europea, in Giappone, in Corea, in Messico, nelle Filippine, nel Sud Africa, in Svizzera, nella
Corea del Sud, in Taiwan, negli Stati Uniti e in Uruguay.[9] In Italia ne stata dichiarata illegale la coltivazione il 12
luglio 2013, in seguito ad un decreto firmato dai ministri delle Politiche agricole (Nunzia De Girolamo),
dell'Ambiente (Andrea Orlando) e della Salute (Beatrice Lorenzin)[10].
Note
[1] Van Rie J. et al. 1989. Specificit del Bacillius thuringensis delta-endotossina. Eur J Biochem 186: 239-247.
[2] ISAAA. 2009. Situazione globale sul commercio delle colture biotech/OGM.http:/ / www. isaaa. org/ resources/ publications/ briefs/ 39/
executivesummmary/ default. html
[3] Stati Uniti. Environmental Protection Agency (EPA). Ufficio Programmi di pesticidi. Biopesticidi. N.P., settembre 2010. Web. 11 dic. 2012.
N.p., Sept. 2010. Web. 11 Dec. 2012.http:/ / www. epa. gov/ oppbppd1/ biopesticides/ pips/ cry1f-cry1ab-brad. pdf
[4] Tilley ST, Saibil HR. 2006. Il meccanismo di formazione di pori da tossine batteriche. Curr Opin Struct Bio 16:230-236.
[5] Then, C. 2010. La valutazione del rischio di tossine derivate da Bacillus thuringiensis - sinergismo, efficacia e selettivit. Environ Sci Pollut
Res 17:791-797.
[6] Staff 10 February 1998) Opinion of the Scientific Committee on Plants Regarding the Genetically Modified, Insect Resistant Maize Lines
Notified by the Monsanto Company (http:/ / ec. europa. eu/ food/ fs/ sc/ scp/ out02_en. html) Notification C/F/95/12/02, the Scientific
Committee on Plants, European Commission
[7] Staff (July 2012) relazione annuale di monitoraggio sulla coltivazione del MON 810, MON 810 2011 (http:/ / ec. europa. eu/ food/ plant/
gmo/ reports_studies/ docs/ report_2012_mon_810_en. pdf)
[8] Staff Regolamento del personale in materia di OGM nell'UE - Divieti sulla coltivazione degli OGM (http:/ / ec. europa. eu/ food/ food/
biotechnology/ gmo_ban_cultivation_en. htm)
[9] Staff (29 January 2009) Database Descrizione del prodotto MON-81-6 (MON810) Centro per la valutazione del rischio ambientale, GM
Crop Database (http:/ / www. cera-gmc. org/ ?action=gm_crop_database& mode=ShowProd& data=mon810)
MON 810
[10] Italia (12 Luglio 2013) Ogm in Italia, disco rosso del governo: vietata la coltivazione del mais Mon810 (http:/ / www. repubblica. it/
ambiente/ 2013/ 07/ 12/ news/ ogm_italia-62866703/ ) (tratto da La Repubblica)
Piante transgeniche
Le piante transgeniche sono piante il cui DNA stato modificato con tecniche di ingegneria genetica allo scopo di
approntare miglioramenti o modifiche di una o pi caratteristiche. Le piante transgeniche, spesso indicate con il
termine pi generale di OGM (Organismi Geneticamente Modificati), rappresentano una delle pi rilevanti
innovazioni apparse nell'ultimo decennio nel settore dei mezzi tecnici agricoli. Tecnicamente sono definiti organismi
transgenici quegli organismi in cui i geni inseriti provengono da specie diverse (ad esempio geni di origine animale
inseriti in piante, vedi transgenesi) mentre si indicano come organismi cisgenici quelli in cui si modificano/integrano
geni appartenenti alla pianta stessa o a specie correlate.
Nella accezione comune si tende a utilizzare indifferentemente il termine pianta transgenica o OGM per indicare le
piante modificate geneticamente trascurando le distinzioni tecniche.
38
Piante transgeniche
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Un campo di colza
La lista largamente incompleta e in continua evoluzione, esiste comunque un database che contiene un elenco
aggiornato degli eventi autorizzati (Agbios).
Se si osserva la diffusione commerciale di piante transgeniche[7], che oggi investe a livello mondiale circa 160
milioni di ettari, pari a circa 10 volte la superficie agricola italiana, si nota comunque come il 99% di esse sia
rappresentato da sole 4 variet: soia, mais, cotone e colza modificate per ottenere la tolleranza agli erbicidi
(principalmente al glyphosate o al glufosinato, cosiddetti erbicidi ad ampio spettro) o la resistenza ad alcuni insetti
(ad esempio la piralide o la diabrotica per il mais).
Piante transgeniche
40
C' ampio consenso in ambito scientifico nel ritenere che i cibi OGM non presentino rischi maggiori di quanti ne
presenti il normale cibo.[9][10][11][12][13]
Non esistono infatti studi o report che documentino un qualche danno alla popolazione derivato da cibi OGM.
Ciononostante a livello europeo esistono delle linee guida volte a indicare quali potenziali rischi vanno valutati
prima di diffondere nell'ambiente un OGM[14] e prevede un valutazione preventiva dei seguenti aspetti:
Rischi ambientali:
Cambiamenti nell'interazione tra pianta e ambiente biotico:
Persistenza e invasivit
Vantaggi o svantaggi selettivi
Trasferimento di geni
Interazioni con organismi target (esempio induzione di resistenza negli insetti infestanti cui le piante sono
resistenti)
Interazioni con organismi non-target (esempio effetti su api e altri insetti non infestanti, con conseguenze sulla
biodiversit)
Interazioni con l'ecosistema del suolo con conseguenti effetti biogeochimici
Cambiamenti nell'interazione tra pianta e ambiente abiotico:
Alterazioni nelle emissioni di gas serra
Alterazioni nella sensibilit ad effetti climatici
Alterazioni nella sensibilit a fattori abiotici del suolo (salinit, minerali...)
Rischi per la salute umana o animale:
Piante transgeniche
Effetti tossicologici
Effetti tossici delle proteine sintetizzate dai geni inseriti
Effetti tossici di costituenti diversi dalle proteine
Allergenicit
Cambiamenti nel valore nutritivo
Trasferimento di antibioticoresistenza
molto dubbio se la portata innovativa delle Piante GM vada oltre ai rischi ambientali e a quelli per la salute umana
e di altre specie. La diffusione delle piante geneticamente modificate ha infatti un enorme impatto economico,
sociale e ambientale. Basti pensare al fortissimo tasso di adozione subito a livello mondiale dalle principali
commodities agricole, che ha cambiato drasticamente le pratiche agricole ad esse associate, nonch all'impatto
ambientale e sociale. Tutti questi diversi fattori dovrebbero essere al centro di un dibattito a livello nazionale e
internazionale.
Note
[1] Palaisa et al. (http:/ / www. pnas. org/ cgi/ content/ full/ 101/ 26/ 9885) Long-range patterns of diversity and linkage disequilibrium
surrounding the maize Y1 gene are indicative of an asymmetric selective sweep, PNAS, 2004, vol. 101 (26), pag. 9885-9890 (2004)
[2] M. Morgante et al. (http:/ / www. nature. com/ ng/ journal/ v37/ n9/ abs/ ng1615.
html;jsessionid=B443ED2B9B810A43EDB7669F4A7AB1A2) Gene duplication and exon shuffling by helitron-like transposons generate
intraspecies diversity in maize, Nature Genetics, 2005, vol. 37, pag. 997 - 1002
[3] De Virgilio M et al, The human immunodeficiency virus antigen Nef forms protein bodies in leaves of transgenic tobacco when fused to
zeolin, Journal of experimental botany, 59(10), p. 2815-29, 2008.
[4] Biza J. et al, Production of human papillomavirus type 16 E7 oncoprotein fused with -glucuronidase in transgenic tomato and potato
plants, Biologia Plantarum, 51 (2), p. 268-276, 2007.
[5] Richter LJ et al, Production of hepatitis B surface antigen in transgenic plants for oral immunization. National biotechnology, 18, p. 1167-71,
2000.
[6] FlavrSavr (http:/ / www. accessexcellence. org/ RC/ AB/ BA/ Flavr_Savr_Arrives. html), il primo OGM commercializzato
[7] * ISAAA (http:/ / www. isaaa. org/ ) International Service for the Acquisition of Agri-biotechnology Applications
[8] I dati Isaaa relativi al 2006 sono reperibili in Italiano su Spazio Rurale 3 2007 p. 24
[9] American Association for the Advancement of Science (AAAS), Board of Directors (2012). Legally Mandating GM Food Labels Could
Mislead and Falsely Alarm Consumers (http:/ / www. aaas. org/ news/ releases/ 2012/ 1025gm_statement. shtml)
[10] American Medical Association (2012). Report 2 of the Council on Science and Public Health: Labeling of Bioengineered Foods (http:/ /
www. ama-assn. org/ resources/ doc/ csaph/ a12-csaph2-bioengineeredfoods. pdf)
[11] World Health Organization. Food safety: 20 questions on genetically modified foods. (http:/ / www. who. int/ foodsafety/ publications/
biotech/ 20questions/ en/ ) Accessed December 22, 2012.
[12] United States Institute of Medicine and National Research Council (2004). Safety of Genetically Engineered Foods: Approaches to
Assessing Unintended Health Effects. National Academies Press. Free full-text (http:/ / www. nap. edu/ catalog. php?record_id=10977#toc).
National Academies Press. See pp11ff on need for better standards and tools to evaluate GM food.
[13] Other sources:
Winter CK and Gallegos LK (2006). Safety of Genetically Engineered Food. (http:/ / anrcatalog. ucdavis. edu/ pdf/ 8180. pdf) University
of California Agriculture and Natural Resources Communications, Publication 8180.
Dr. Christopher Preston, AgBioWorld 2011. Peer Reviewed Publications on the Safety of GM Foods. (http:/ / www. agbioworld. org/
biotech-info/ articles/ biotech-art/ peer-reviewed-pubs. html)
[14] Guidance document for the risk assessment of genetically modified plants and derived food and feed by the Scientific Panel on Genetically
Modified Organisms (GMO) (http:/ / www. efsa. europa. eu/ EFSA/ efsa_locale-1178620753812_1178620775747. htm)
41
Piante transgeniche
Bibliografia
De Virgilio M et al, The human immunodeficiency virus antigen Nef forms protein bodies in leaves of transgenic
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pubmedcentral.nih.gov/picrender.fcgi?artid=2486477&blobtype=pdf)
Biza J. et al, Production of human papillomavirus type 16 E7 oncoprotein fused with -glucuronidase in
transgenic tomato and potato plants, Biologia Plantarum, 51 (2), p.268-276, 2007. (http://www.ueb.cas.cz/
bp/contents_bp51-2.htm)
Richter LJ et al, Production of hepatitis B surface antigen in transgenic plants for oral immunization, National
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Twyman RM et al, Molecular farming in plants: host system and expression technology, Trends in biotechnology,
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itool=EntrezSystem2.PEntrez.Pubmed.Pubmed_ResultsPanel.Pubmed_DefaultReportPanel.
Pubmed_RVDocSum)
Watson Gilman Witkowski Zoller, DNA ricombinante, 1 ed. Zanichelli
Paolo Costantino, inserto redazionale allegato a Scienza e dossier, 1 marzo 1986
Alessandro Bruni, Farmacognosia generale ed applicata, Piccin
Arms & Camps, Biologia, Piccin
Maria Fonte, Organismi geneticamente modificati. Monopolio e diritti, Franco Angeli 2004
APAT (Agenzia per la protezione dellambiente e per i servizi tecnici), Piante Geneticamente Modificate e
ambiente, settembre 2004, ISBN 88-448-0127-2 Rapporti 44/2004 (http://www.apat.gov.it/site/_contentfiles/
00137700/137797_PianteGeneticamenteModificate.pdf)
Voci correlate
Miglioramento genetico
Biotecnologie
Organismi geneticamente modificati
Propagazione clonale
DNA ricombinante (botanica)
Rivoluzione verde
Altri progetti
Collegamenti esterni
Database Agbios (http://www.agbios.com/main.php) che raccoglie tutti gli eventi autorizzati
Portale Biologia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Biologia
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