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II

2014/I 2015

Intervento Presidente Antonio Lombardi

Centro Studi Ance Salerno


Centro Studi Ance Salerno 1
30/12/2014

Edilizia ancora in sofferenza,


ma le imprese non si arrendono
di Antonio Lombardi*
Lanalisi del Centro Studi della nostra Associazione tratteggia nel II semestre 2014 e per
lavvio del 2015 un quadro complessivamente negativo: ledilizia resta la filiera produttiva pi
gravemente colpita dalla recessione di questi ultimi anni. E un dato di fatto, che si
consolidato sotto gli occhi della filiera politica ed istituzionale senza che fossero attivati
interventi con concrete ricadute in termini di ripresa degli investimenti pubblici. A ci occorre
aggiungere la forte penalizzazione che il circuito del credito ha imposto alle nostre aziende.
Tutte le analisi confermano che il comparto pi gravato dal credit crunch stato quello edilizio.
Il 2014 si chiude, quindi, con un forte calo di produzione e di fatturato, che ha avuto, come era
logico, riflessi molto gravi sul piano occupazionale. Per il primo semestre del 2015 emerge
unattenuazione delle dinamiche negative, senza che, per, si possa parlare di ripresa
strutturale. Perch? Perch non si ravvisano elementi sistemici in grado di riavviare con
continuit un settore che sconta prima di tutto il drastico taglio della spesa; la compressione dei
redditi delle famiglie; il clima di incertezza rispetto al futuro economico nel breve e medio
periodo; linefficienza della macchina amministrativa e la complessit dei meccanismi di spesa
dei fondi europei.
In questa marea di difficolt le imprese edili, per, - anche quelle di piccole dimensioni
lanciano un segnale forte, sia sul versante della capacit di apertura di cantieri privati, che dal
punto di vista della dinamicit organizzativa e gestionale. Non pu non essere sottolineata la
propensione a cogliere occasioni di lavoro anche fuori dal territorio provinciale e regionale.
Ormai larena della competizione per sopravvivere non solo ha superato i confini locali, ma ha
assunto il perimetro dei Paesi extra UE. Ben 23 aziende su 100 del panel da noi intervistato
hanno scelto di andare in Europa o fuori dallEuropa, mettendo mano a processi di
aggregazione basati sulle differenti specializzazioni. Insomma, la nostra parte la stiamo
facendo appieno, assumendoci i rischi insiti nellazione imprenditoriale. Manca
drammaticamente allappello la parte pubblica, che addirittura stenta a comprendere la difficile
quotidianit delle nostre imprese.
Il ruolo di Ance Salerno nellultimo anno si consolidato nellambito di un profilo sempre
pi orientato allassistenza dei propri associati rispetto alle nuove problematiche organizzative.
Ci siamo impegnati a fondo nel sostenere percorsi di facilitazione per laccesso al credito ed
abbiamo seguito con attenzione le iniziative tese a creare forme aggregative per competere in
Italia ed allestero, con risultati incoraggianti soprattutto nellarea del Nord Africa.
Oltre a svolgere senza alcun rilievo polemico una costante attivit di denuncia dei
ritardi e delle inadempienze istituzionali ed amministrative, siamo rimasti coerenti con la pi
autentica missione che oggi si addice ad unAssociazione di categoria: contribuire
allattivazione di dinamiche di crescita del territorio (non solo delle imprese iscritte). E in
questo modo che si pu essere parte di un disegno pi ampio, che si basa sul principio della
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coesione sociale: il patto fiduciario tra imprese e lavoratori finalizzato alla produzione di valore
aggiunto. Occupazione e redditi dimpresa sono le due costanti da tenere ben presenti nella
nostra quotidianit.
Il quadro previsionale per il 2015, in ogni caso, costituisce motivo di preoccupazione in
quanto non si intravedono allorizzonte significative inversioni di tendenza rispetto
allaccelerazione delle aperture di nuovi cantieri. Il nodo da sciogliere sempre lo stesso:
allannuncio di nuovi investimenti, di nuove gare, di nuove occasioni di sviluppo segue un
intervallo di tempo esiziale per le imprese edili. Sono moltissime le aziende che naufragano e
non poche volte falliscono pur vantando corposi crediti con le P.A. o pur avendo nel
portafoglio commesse di estremo rilievo. E rispetto a questa palude
burocratico/amministrativa che continueremo a combattere la nostra battaglia, con senso di
responsabilit e spirito di servizio. Ed in attesa della ripartenza di un mercato pi favorevole in
Campania ed in Italia, abbiamo gi dimostrato di non temere la competizione allestero, anche
al di l dei confini europei.
*Presidente Ance Salerno

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II 2014/I 2015

Nota analitica

Centro Studi Ance Salerno


30/12/2014

Il consuntivo del II semestre 2014


Lesame delle risposte fornite dagli imprenditori edili della provincia di Salerno
relativamente agli ultimi sei mesi del 2014 secondo quanto emerge dallAnalisi Qualitativa
su base semestrale delle dinamiche del settore edile in provincia di Salerno permette di
constatare le enormi difficolt nelle quali si sono dibattute le imprese edili. Il 45% degli
intervistati ha dichiarato di avere subito un calo di produzione (mentre per il 29% si
registrato un aumento). Per il 42% delle imprese il fatturato stato in calo e solo per il 26%
in aumento. Ancora, il 42% del campione ha dovuto fare fronte ad una contrazione degli
ordini e dei contratti (per il 23% si avuto, invece, un aumento). Dal punto di vista
occupazionale, per il 34% delle aziende c stata una diminuzione e per il 54% una
situazione di stazionariet; solo il 12% del campione ha segnalato livelli occupazionali in
aumento.
Se si considerano gli indici congiunturali calcolati dal Centro Studi Ance Salerno a
partire da queste risposte, le precedenti risultanze sono confermate: gli indicatori di
produzione, fatturato, ordinativi ed occupazione sono tutti negativi (e compresi fra -16 e 22), mentre quelli connessi ai costi hanno valori positivi (in un intervallo tra +18 e +40).
Dunque, lattivit produttiva per la seconda parte del 2014 ha subito un ulteriore calo mentre
i costi sono invece aumentati.

Le previsioni per il I semestre 2015


Il quadro previsionale per il 2015 che emerge dallIndagine Ance segnala
unattenuazione degli indicatori in campo negativo, e conferma indici con il segno pi per le
imprese che rientrano nel range di fatturato oltre i 20 milioni di euro.
Pi specificamente, per lintero campione prosegue la confortante tendenza allaumento
degli indici di fiducia per produzione, fatturato, ordini e occupazione sebbene essi
permangano ancora in territorio negativo mentre le voci di costo sono viste ancora in
aumento, seppure molto pi contenuto. Segnali incoraggianti provengono soprattutto delle
piccole imprese, che in termini numerici costituiscono la gran parte del campione e che nella
scorsa rilevazione avevano manifestato un rilevante pessimismo verso il futuro. Un
arretramento contraddistingue, invece, le imprese medie, i cui indici relativi al giro di affari
si riportano al di sotto dello zero, e quindi indicano valori in diminuzione. Risulta evidente
sottolineano gli analisti del Centro Studi Ance Salerno che si trovano in una situazione di
grave difficolt piccoli e medi, mentre per le grandi aziende (con fatturato oltre 20 milioni di
euro, ma esse rappresentano solo il 5% del campione intervistato) si configura un primo

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semestre 2015 meno negativo, anche se al di sotto delle previsioni che erano state effettuate
per il II semestre 2014.
Le piccole imprese (fatturato inferiore a 5 milioni di euro)
In questo ambito di riferimento la ricerca evidenzia una notevole attenuazione degli
indici negativi inerenti la produzione ed il fatturato (rispettivamente da -42,65 a -16,18; e da
-42,65 a -7,35). Il riscontro di questa nuova tendenza arriva dal miglioramento dellindice
relativo agli ordini e contratti, che passa da -29,41 a 5,88 e dunque mostra una generalizzata
(sebbene contenuta) fiducia nel loro aumento per questo gruppo di imprese. Passi in avanti
anche nel campo che fa riferimento alloccupazione: da -39,71 a -5,88.

Le medie imprese (fatturato compreso tra 5 e 20 milioni di euro)


Maggiori difficolt si palesano, invece, allorizzonte delle imprese con un fatturato
compreso tra 5 e 20 milioni di euro, che come detto tornano a guardare allimmediato
futuro con pessimismo. La produzione rimarca un indice che cade da 33,33 a -22,22; il
fatturato da 33,33 a -18,52; gli ordini e i contratti da 33,33 a -22,22; loccupazione da 22,22
a -29,63. Correlativamente, le loro attese sulle voci di costo tornano ad essere per un diffuso
aumento, in controtendenza rispetto alla rilevazione dello scorso semestre.

Le grandi imprese (fatturato oltre i 20 milioni di euro)


In questo caso i dati salienti tratteggiano una situazione in contrazione, ma comunque in
campo ampiamente positivo. Gli indici previsionali subiscono una diminuzione: con
riferimento a produzione, fatturato e ordini il loro indice scende da 60 a 40, mentre quello
delloccupazione rimane stabile a 40. Vanno, inoltre, evidenziate le attese per laumento dei
costi, per i quali tutti gli indicatori passano da 0 a 20.

Lanalisi delle risposte


Esaminando e sistematizzando le risposte degli imprenditori edili ai quesiti sulle
aspettative per i prossimi sei mesi, emerge unindicazione di diminuzione della produzione,
nel I semestre 2015, pari al 38%. Questa percentuale, sommata al 39% di risposte che
confermano la stazionariet produttiva, fotografa il persistere del grave disagio delle aziende

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edili in provincia di Salerno. Solo il 23% del campione fa riferimento ad un aumento della
produzione. Ed, infatti, il fatturato viene segnalato in diminuzione dal 31% delle aziende (per
il 46% sar stazionario), mentre il 23% lo dichiara in aumento. Dal punto di vista degli
ordini e dei contratti il calo segnalato nellordine del 28%, al quale occorre aggiungere una
percentuale di intervistati pari al 44% che lo indica come stazionario. Per il restante 28% in
aumento. Pi negativa la situazione occupazionale: per il 30% del campione sar in
diminuzione; per il 50% stazionario; per il 20% in aumento.

Un quadro di sintesi
Il contesto appena descritto risulta coerente con una situazione complessivamente
allarmante nella filiera delle costruzioni in provincia di Salerno e in Campania in quanto
descrive per tutti i segmenti di fatturato campi negativi (tranne che per il 5% del campione),
come pure la persistenza di un calo di produzione e di fatturato i cui indici non sono mai
entrati in campo positivo fin dallinizio delle rilevazioni effettuate dal Centro Studi Ance
Salerno (a partire dal I semestre 2013).
Tra le cause principali di questa congiuntura vanno sicuramente annoverati il drastico
abbattimento del tasso percentuale degli investimenti pubblici in Campania e il perpetuarsi di
una difficile relazione del mondo delledilizia con il circuito bancario, come segnalato
anche dai recenti dati della Banca dItalia.

I problemi delle imprese


La principale criticit viene individuata nella lentezza della macchina amministrativa
(per il 69% del campione), che sopravanza nettamente la riduzione/carenza di investimenti
pubblici (20%). Laltro grande problema che stringe lagibilit gestionale delle imprese
la difficolt di accesso al credito: il 62% del campione totalmente daccordo su questa
indicazione ed il 22% abbastanza daccordo. Scendendo nel dettaglio di queste risposte si
evince che accedere al credito rappresenta un problema trasversale a tutte le fasce di
fatturato: dal 61,8% delle aziende con meno di 5 milioni di euro di giro daffari all80% di
quelle con oltre 20 milioni di euro di fatturato. Dato, questo, che rimarca come la gestione
delle relazioni con il circuito bancario spesso risulta complessa anche per aziende ben
strutturate a livello patrimoniale. Gli altri problemi segnalati sono: la scarsa responsabilit
e/o incompetenza dei quadri dirigenziali delle P.A. ( totalmente daccordo il 37% del
campione); la mancanza di un disegno generale di sviluppo economico provinciale/regionale
(35%); i costi elevati delle materie prime (15%); le avverse condizioni meteorologiche (3%).

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I riflessi della crisi sulla prassi gestionale delle imprese


La lunga durata della crisi ha generato una serie di mutamenti nella strategia gestionale
delle imprese. Il 22,5% del campione analizzato ha risposto al ciclo negativo con
lattivazione di cantieri o con la partecipazione a gare al di fuori del territorio provinciale o
regionale. Il 21,3% ha attivato processi di aggregazione con altre imprese ed il 20,1% ha
proceduto al ridimensionamento della forza occupazionale. Ma il dato pi significativo che
emerge la scelta del 23,4% delle aziende intervistate di attivare cantieri in Paesi extra UE
(15,2%) o in Paesi UE (8,2%). E forse la novit pi evidente che emerge specificano gli
analisti del Centro Studi di Ance Salerno dalla presente rilevazione, in quanto prende
forma un nuovo approccio export-oriented che trova il suo punto di forza nelle
specializzazioni professionali e nella dotazione di macchinari. Va segnalato continuano gli
analisti del Centro Studi di Ance Salerno che questa nuova profilazione trova pieno
accoglimento in tutte e tre le fasce di fatturato, soprattutto per quanto riguarda la decisione di
esser presenti in Paesi extra Ue.
Negli interventi di riorganizzazione interna le aziende, soprattutto quelle piccole e
medie, hanno fatto ricorso (9%) alla scelta di un nuovo istituto di credito, mentre 4 su 100
hanno attivato la procedura fallimentare.

Credito e imprese
La qualit delle relazioni tra imprese e circuito bancario viene giudicata sufficiente dal
41% del campione ed insufficiente dal 40%. Si tratta di due elementi di valutazione che
appartengono a tutte le classi di fatturato, a conferma della complessit di questo tipo di
rapporto che pu essere ritenuto difficile anche se rispetta prassi e percorsi formalmente
corretti. A dimostrazione della scarsa operativit (in termini di liquidit erogata), si
manifestano i dati relativi alla concessione di nuovi finanziamenti. Il 38% delle imprese non
li ha richiesti (in sintonia con il calo della domanda di credito in atto), il 46% del campione li
ha richiesti ma non li ha ottenuti e solo al 16% sono stati concessi. Stessa dinamica per i
piani di ristrutturazione del debito. In questo caso solo il 55% delle aziende ha proceduto a
tale richiesta ed il 10% ha ottenuto una risposta positiva a fronte del 26% che non ha
ottenuto riscontro.

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Il rischio usura
Rimane sempre alta la percentuale di imprese che ritiene la contrazione del credito uno
degli elementi in grado di alimentare il rischio usura in provincia di Salerno: essa pari al
44% (totalmente daccordo), valore che, sommato al 26% di abbastanza daccordo,
determina un 70% di imprenditori che si dichiarano potenzialmente esposti al rischio usura.
Lanalisi del trend relativo a tale rischio segnala una preoccupante risalita rispetto al I
semestre 2014, quando la percentuale degli intervistati che era daccordo sulla presenza di
tale latente problematica ammontava al 66%. Siamo, quindi, di fronte ad un incremento di 4
punti percentuali. Va anche aggiunto, per, che nel II semestre del 2013 tale indicatore si
attestava al 73% e nel I semestre dello stesso anno all85,7%.
Nel considerare che tali percentuali sono comunque molto consistenti, va evidenziata la
crescita registratasi negli ultimi sei mesi del 2014. Dal punto di vista della composizione di
tale percentuale in base alle fasce di fatturato, lultima rilevazione evidenzia come gravitino
intorno all80% sia le imprese tra 5 e 20 milioni che quelle oltre i 20 milioni di fatturato.

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