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A proposito di… INFLUENZA

Tra le varie malattie infettive di origine virale che interessano l’uomo,indubbiamente,


l’influenza occupa una posizione di primo piano. Questa patologia può essere causata
da 3 distinti tipi antigenici A, B, C con proprietà biochimiche e biofisiche simili, ma
differenti tra loro per la struttura del materiale nucleoproteico(NP) e delle proteine
della matrice. A loro volta, i tipi antigenici sono classificati in sottotipi a seconda della
diversa costituzione delle proteine di superficie: le emoagglutinine e le
neuroaminidasi.

Tali virus appartengono alla famiglia ORTHOMYXOVIRIDAE, genere ORTHOMIXOVIRUS


e sono responsabili delle epidemie più o meno gravi che annualmente colpiscono
l’uomo, compromettendo la sua salute e determinando notevoli danni econimici.

Tutti e tre i tipi di virus possono infettare l’uomo,in particolare i virus di tipo A sono
naturalmente diffusi oltre che tra gli esseri umani anche tra cavalli, maiali, mammiferi
marini e uccelli. I virus influenzali sono, quindi, in grado di superare la cosiddetta
restrizione d’ospite, cioè di trasmettersi tra specie diverse.

La malattia influenzale ha una precisa fisionomia con manifestazioni sistemiche


marcate comprendenti febbre, brividi, cefalea, dolori muscolari generalizzati, mal di
gola e ,spesso, in accentuato stato di prostrazione. L’infezione si contrae per via
inalatoria e rimane localizzata alla mucosa delle vie aeree superiori con rare
complicanze polmonari. Il danneggiamento dell’epitelio ciliato delle prime vie aeree
rende,però, abbastanza facile la sovrapposizione di complicanze batteriche che,in era
pre-antibiotica, sono state la causa principale dell’elevata mortalità in numerose
pandemie. L’influenza guarisce do solito spontaneamente e la guarigione si
accompagna ad una buona produzione anticorpale; tuttavia la sindrome influenzale è
responsabile di circa il 20% dei decessi dovuti a malattie respiratorie e comporta
importanti ripercussioni sociali. In particolarel’influenza è la più grave tra le virosi
respiratorie e ad essa sono associate, più o meno direttamente complicanze di
pertinenza pneumologica o internistica caratterizzate da elevata morbilità e mortalità.

Inoltre i virus influenzali che si isolano durante le varie manifestazioni epidemiche


differiscono sempre leggermente da quelli isolati nelle manifestazioni precedenti.
Occasionalmente le modificazioni nella struttura antigenica superficiale possono
essere abbastanza notevoli per cui il nuovo virus non è più nemmeno parzialmente
neutralizzato dagli anticorpi preesistenti nella specie umana cosicchè si verifica
un’epidemia che interessa tutti i paesi del globo(pandemia).

La più grave pandemia che si ricordi si manifestò nel 1889. In seguito si sono avute,
prima di quella attualmente in corso, altre tre grandi pandemie, causate da altrettanti
varianti virali. La prima, avvenuta nel 1918, determinò oltre 20 milioni di morti. Quel
flagello prese il nome di “spagnola” e aveva caratteristiche simili all’agente eziologico
di una grave epidemia influenzale suina( A/Swine/31)

Alla “spagnola” segiurono nel 1957 l’”asiatica” che interessò più di 40 milioni di
persone nel solo continente americano e nel 1968 una pandemia meno grave delle
precedenti provocata da un virus isolato per la prima volta ad Hong Kong. Infine nel
1977 si è diffusa la “russa” a seguito della ricomparsa inattesa del virus responsabile
della pandemia del 1918.

“La prima pandemia del 21° secolo”

L’O.M.S.ha annunciato ad Aprile l’individuazione in Messico di un nuovo ceppo di virus


influenzale di origine suina di tipo antigenico A.

Dopo pochi mesi da quel 1° annuncio, le analisi epidemiologiche hanno dimostrato una
rapida diffusione del virus all’intero pianeta, cosicchè l’11 Giugno l’O.M.S ha dovuto
definire tale diffusione una pandemia.

Il termine si riferisce solo ad un aumento della diffusione geografica,ma NON ad un


aumento della sua gravità. La denominazione più corretta scientificamente è S-OIV
A/H1N1 ( Swine- Origin Influenza Virus A/H1N1); si tratta,cioè, di un virus di tipo A
sottotipo H1N1, non correlato geneticamente e antigenicamente col virus influenzale
stagionale che interessa l’uomo, bensì geneticamente correlato a noti virus che
infettano i maiali.

Il virus A isolato dal maiale per la 1^volta nel 1931 è risultato molto simile al virus
della “spagnola” ed è rimasto abbastanza stabile per 60 anni dal punto di vista
antigenico( probabilmente per la breve vita dei suini per cui il loro sistema
immunitario non ha la possibilità di esercitare una pressione mutagenica all’interno
del genoma).

Nel 19998 si è scoperto che il virus suino H1N1 si era ricombinato con un virus umano
A(H3N2) e con un virus aviario americano e questo Triple Reassortant si è
rapidamente diffuso ai maiali di tutto il mondo.

L’attuale virus influenzale è anch’esso un virus chimerico in quanto possiede 2


geni( PB2 e PA) di un virus aviario, 3 geni (HA, NP, NS) derivati dal virus della classica
influenza suina e strettamente correlati a quelli del virus della “spagnola”, 2 geni ( NA,
M) provenienti dai maiali americani Triple reassortant e l’ultimo gene PB1 derivato dal
virus A (H3N2) trasmesso all’uomo dagli uccelli nel 1968. Questo virus è capace di
un’enorme variabilità genetica derivante da continue graduali mutazioni e
riassortimento di segmenti genetici. Al momento il virus dell’attuale pandemia sembra
non essere particolarmente pericoloso: sebbene si trasmetta con relativa facilità,sul
piano clinico ed epidemico i casi gravi sono stati pochi.

Situazione opposta al virus H5N1(Aviaria) che si è rivelato molto virulento,ma poco


contagioso. E’ possibile che la virulenza del virus possa cambiare in seguito ad
eventuale incremento di mutazioni o a trasformazioni legate ad un riassortimento tra
diversi sottotipi in ospiti intermedi come il maiale.

Vi è perciò incertezza circa il potenziale pandemico di questo nuovo virus.

DIAGNOSTICARE con certezza il tipo e il sottotipo del virus è un processo complesso


per la potenziale presenza di molteplici agenti infettivi capaci di infettare l’uomo e di
provocare una sintomatologia respiratoria sovrapponibile a quella della comune
influenza stagionale. La diagnosi di laboratorio comporta l’isolamento del virus da
coltura cellulare e saggio di immunofluorescenza(procedimento soddisfacente e
accurato che non consente tempi rapidi di analisi). Sono stati messi a punto saggi
molecolari sofisticati e più rapidi ( RT-PCR real time polymerase chain reaction e i
saggi NASBA nucleic acid sequence-based amplification) che permettono una miglior
gestione del paziente, in quanto possono limitare l’inutile impiego di antibiotici e
possono contribuire alla prevenzione della diffusione e consentire l’inizio di un
tempestivo e adeguato trattamento antivirale. Questo, naturalmente, in soggetti con
particolari patologie o complicanze.

PROFILASSI Per quanto riguarda la prevenzione della malattia influenzale e delle sue
complicanze,la vaccinazione è indubbiamente il miglior metodo.

Anche i farmaci antivirali possono avere garnde importanza. Tra i farmaci di cui si
dispone per la profilassi, son particolarmente utilizzati(anche in questo caso in
particolari pazienti già sofferenti per gravi patologie)due potenti inibitori della
Neuroaminidasi virale (Zanamivir e Oseltamivir). Entrambi agiscono inibendo l’attività
neuroaminidasica,impedendo sia il rilascio che la diffusione della progenie virale dalla
superficie delle cellule infettate.

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