in situazioni di emergenza: 12 casi di stenosi tracheali non neoplastiche Airway management in critical conditions requiring bronchoscopic treatment: 12 cases of non neoplastic tracheal stenosis Articolo originale / Original article Rassegna di Patologia dellApparato Respiratorio 2012; 27: 351-354 351 Osvaldo Della Gatta*
(foto) Carmine Guarino** (foto) Giuseppe Iepparelli** Giuseppe La Cerra*** Giovanni Ciof*** Davide Della Gatta*** A.O.R.N. dei Colli Napoli, * UOC Anestesia e Terapia Intensiva; **UOC Pneumologia Interventistica; ***
Dip. Pneumologia e Tisiologia, II Universit di Napoli Parole chiave Stenosi tracheali Gestione delle vie aeree Broncoscopia terapeutica Maschera laringea Bloccatore bronchiale Key words Tracheal stenosis Airway management Therapeutical bronchoscopy Laryngeal mask Bronchial blocker catheter Ricevuto il 21-3-2012 Accettato il 27-8-2012. * Osvaldo Della Gatta AO Monaldi via L. Bianchi 80131 Napoli osvaldo.dellagatta@ ospedalemonaldi.it O. Della Gatta C. Guarino Riassunto Gli autori riportano la propria esperienza sulla gestione della via aerea in dodici pazienti con insufcienza respiratoria acuta conseguente a stenosi tracheale non neoplastica. stato seguito un modello operativo che prevede limpiego della maschera laringea (I-gel, Intersurgical Ltd, Wokingham, UK) al ne di assicurare la ventilazione e quindi il posizionamento di un catetere bloccatore (Fuji Uniblocker, Vitaid, Williamsville, NY, USA) che, in presenza di una stenosi severa, consente di andare a valle della stessa per mantenere una corretta ventilazione in attesa dellintervento di ricanalizzazione. Questa procedura permette nel contempo di intro- durre, attraverso la maschera laringea, un broncoscopio essibile per la valutazione diagnostica che precede leffettuazione di una broncoscopia terapeutica. Dopo la rimozione della maschera laringea e del broncoscopio essibile, il catetere bloccatore pu essere mantenuto in situ assieme al broncoscopio rigido. La procedura utilizzata costituisce un modello operativo essibile ed efcace nel quale la stretta collaborazione tra broncoscopista e anestesista consente la gestione in sicurezza della via aerea prima dellintervento operativo. Summary The Authors report their experience on airway management in critical patients requiring therapeutical bron- choscopy. In twelve patients, with acute respiratory failure consequent to non neoplastic tracheal stenosis, our procedure included the use of a laryngeal mask (I-gel, Intersurgical Ltd, Wokingham, UK) in order to provide ventilation, followed by the insertion of a blocker catheter (Fuji Uniblocker, Vitaid, Williamsville, NY, USA), that allows to bypass tracheal stenoses and ventilate the patient before recanalization. A exible bronchoscope was then introduced through the laryngeal mask for a diagnostic evaluation preliminary to the therapeutical bronchoscopic procedure. After removal of the laryngeal mask and of the exible bronchoscope, the blocker catheter may be left on site during rigid bronchoscopy. Our experience showed that a close cooperation between the anaesthesiologist and the interventional pulmo- nologist is effective in airway management preliminary to recanalization. Introduzione I pazienti che vengono avviati a bronco- scopia terapeutica per una ostruzione tra- cheale presentano spesso un quadro clini- co acuto, talora aggravato dalle numerose comorbilit, per cui, se trattati in anestesia generale, vanno incontro a un signicativo incremento di rischio 1-3 . In questi casi ri- sulta pertanto indispensabile una stretta collaborazione tra lanestesista e lo pneu- mologo interventista. La scelta della condotta anestesiologi- ca dinanzi a quadri clinici complessi viene determinata dalle condizioni mediche ge- nerali del paziente, dalle esigenze del bron- coscopista e dal tipo di intervento bron- coscopico da effettuare. In questo lavoro I pazienti che vengono av- viati a broncoscopia terapeu- tica per una ostruzione tra- cheale presentano spesso un quadro clinico acuto. In questi casi risulta pertanto indispen- sabile una stretta collabo- razione tra lanestesista e lo pneumologo interventista. O. Della Gatta etal. Rassegna di Patologia dellApparato Respiratorio 352 V. 27 n. 06 Dicembre 2012 riportiamo una procedura adottata nella U.O. di Pneu- mologia Interventistica dellAORN dei Colli di Napoli 4 e applicata su 12 pazienti giunti alla nostra osservazione per insufcienza respiratoria acuta conseguente a ste- nosi tracheale non neoplastica. Metodi Il protocollo da noi impiegato nelle procedure broncoscopiche eseguite in anestesia generale per emergenze respiratorie 5 conseguenti a stenosi tra- cheale, prevede: 1) lutilizzo di una maschera larin- gea di ultima generazione (I-gel, Intersurgical Ltd, Wokingham, UK) (Figura 1); 2) lintroduzione di un catetere bloccatore (Fuji Uniblocker, Vitaid, William- sville, NY, USA) per la ventilazione assistita; 3) la broncoscopia essibile ispettiva; 4) la broncoscopia rigida terapeutica. Il protocollo da noi impiegato preve- de: lutilizzo di una maschera laringea; lintroduzione di un catetere bloccatore per la ventilazione assistita; la bronco- scopia essibile ispettiva; la bronco- scopia rigida terapeutica. La maschera I-gel 6 preferita ai classici dispo- sitivi sopraglottici in quanto il posizionamento risulta pi rapido e delicato; la sua maneggevolezza lega- ta alla struttura essibile e priva di cufa faringea, per cui utile specie in situazioni di emergenza, anche per la sua stabilit nella cavit orale, una volta posi- zionata. Il bloccatore Fuji (Figura2A), di =9 Fr, introdotto attraverso la maschera laringea riesce, per il suo cali- bro ridotto, ad andare al di l della ostruzione della via aerea (Figura 2B), e consente la ventilazione del pa- ziente mediante Jet ventilation manuale. La presenza del catetere non impedisce il passaggio, sempre attra- verso la maschera laringea, di un broncoscopio essi- bile per una endoscopia ispettiva a ni diagnostici e di programmazione terapeutica. Il successivo utilizzo di un broncoscopio rigido, a ni operativi, richiede la rimozione della maschera la- ringea, ma non necessariamente del catetere blocca- tore il cui impiego pu consentire il mantenimento di unadeguata ventilazione del paziente. Lanestesia generale 7 8 utilizzata prevede limpiego di midazolam 5mg e.v. e propofol all1% (40- 50mg), al ne di sfruttare leffetto sinergico potenziato di questi due farmaci. Luso di remifentanil, alla dose di 0,12- 0,25 g/kg/min, rilasciato da una pompa infusionale elettrica, garantisce un buon controllo dei riessi senza ricorrere alla miorisoluzione da curaro e offre una buo- na stabilit emodinamica durante le manovre del bron- coscopista consentendo nel contempo di mantenere una certa autonomia respiratoria. La ventilazione sta- ta assicurata mediante Jet ventilation manuale a bassa frequenza 9 , erogando impulsi di ossigeno al 100% con un iniettore Sanders-Venturi, in base ai valori registrati dal pulsossimetro. Risultati Questa procedura stata utilizzata in 12 pazienti (3 F, 9 M; et media 59,2 anni, peso medio 73,3 Kg) (Ta- bellaI), affetti da insufcienza respiratoria acuta, giunti alla nostra osservazione in regime di urgenza. Si trat- tava di 9 stenosi tracheali complesse post-intubazione al primo trattamento e di 3 restenosi (gi trattate in altro ambiente per stenosi post-intubazione). Le ste- nosi complesse erano localizzate tra il terzo superiore e il terzo medio della trachea tranne in un caso in cui lostruzione era situata al terzo inferiore, a valle di una cannula tracheostomica. La Tabella I riporta gli eventi patologici a seguito dei quali i pazienti erano stati sot- toposti a prolungata intubazione. Al momento della nostra osservazione il quadro cli- nico era caratterizzato in tutti i pazienti da dispnea, stri- Figura 1. Maschera laringea I-gel. Figura 2. A: catetere bloccatore Fuji; B: catetere in sede introdotto oltre la stenosi; C: catetere cufato. A B C Gestione della via aerea durante broncoscopia terapeutica in situazioni di emergenza Rassegna di Patologia dellApparato Respiratorio 353 V. 27 n. 06 Dicembre 2012 dore, pallore, cianosi, tachicardia, ortopnea obbligata. I valori di saturazione di O 2, in aria ambiente variavano tra il 78 e l84%. La Figura3 mostra due casi di restenosi dopo pre- gresso posizionamento di stent. Questo modello operativo ha per- messo, nei 12 casi descritti, di evi- denziare le stenosi, di avere un buon controllo della ventilazione di potere attuare, una volta osservata la patolo- gia ostruente, la terapia adeguata me- diante broncoscopia rigida. Questo modello operativo ha permesso, nei 12 casi descritti (TabellaII): di evidenziare le stenosi, le restenosi o la migrazio- ne protesica mediante broncoscopia essibile dia- gnostica con endoscopio introdotto attraverso la maschera laringea; di avere un buon controllo della ventilazione del pa- ziente con limpiego del bloccatore Fuji, posiziona- to a valle della stenosi. Il calibro sottile del catetere non esercita alcun impedimento alla gestione della via aerea da parte dei due specialisti, broncologo e anestesista, impegnati ambedue, con nalit diver- se, sullo stesso tratto anatomico del paziente; di potere attuare, una volta osservata la patologia ostruente, la terapia adeguata mediante bronco- scopia rigida, eventuale fotoresezione laser, posi- zionamento di uno stent o riposizionamento di una protesi migrata, in modo da ricanalizzare il tratto tracheale interessato. Deve essere inoltre sottolineato che il bloccatore Fuji, essendo fornito allestremo distale di una cufa rigonabile con 8 ml di aria, pu essere utilizzato anche a scopo emostatico (Figura2C). Conclusioni Le stenosi critiche della trachea costituiscono una patologia grave che pu determinare quadri clinici acu- ti nei quali pneumologo e anestesista si trovano coin- volti a operare congiuntamente spesso in condizioni di urgenza. La procedura operativa da noi descritta si dimostrata in grado di permettere la ventilazione del paziente consentendo in sicurezza di pianicare e at- tuare la procedura terapeutica. Il modello presentato pu rappresentare unalterna- tiva capace di garantire di operare in sicurezza, anche Tabella I. Patologie che hanno determinato lintubazione prolungata nei 12 pazienti osservati. Paziente Sesso Et (a) Peso (kg) Patologie che hanno determinato lintubazione prolungata 1. DMG F 53 66 Sostituzione valvolare aortica e mitralica in trapiantata renale 2. MV M 71 68 BPCO GOLD II 3. DCAT M 58 78 BPCO GOLD III 4. MF M 67 72 Sostituzione valvolare aortica in CAD [Coronary artery disease] 5. BN M 77 60 PTCA+ Cx stent 6. SA F 84 58 BPCO GOLD III 7. DMGN M 75 87 By-pass aorto-coronarico triplice in IMA 8. RA M 63 68 Neoplasia encefalo 9. PCV F 76 105 Cardiopatia ischemica in BPCO 10. IPL M 15 48 Trauma toracico con rott. del setto interventr. per incidente stradale 11. PC M 54 120 Trauma cranico per incidente stradale 12. VA M 18 50 Trauma cranico e frattura tibia e perone per incidente stradale Figura 3. A) broncoscopia essibile attraverso maschera laringea. Si osserva restenosi tracheale al di sopra di una protesi in precedenza posizionata B) stesso caso con stent riposizionato C) broncoscopia essibile attraverso maschera laringea. Si osserva stenosi a valle dello stent. A B C O. Della Gatta etal. Rassegna di Patologia dellApparato Respiratorio 354 V. 27 n. 06 Dicembre 2012 Gli Autori dichiarano di non avere alcun conitto di interesse con largomento trattato nellarticolo. dove non siano immediatamente disponibili strutture e strumentazioni per lattuazione immediata di interventi disostruttivi terapeutici. Il modello presentato pu rappre- sentare unalternativa capace di garan- tire di operare in sicurezza, anche dove non siano immediatamente disponibili strutture e strumentazioni per lattua- zione immediata di interventi disostrut- tivi terapeutici. In letteratura, sono riportate complicanze e danni correlati a procedure sulle vie aeree senza adeguato controllo della ventilazione 10 . La maneggevolezza della maschera laringea I- gel 11-13 e del bloccatore Fuji ha consentito nei nostri 12 pazienti un buon controllo della ventilazione, pur nella criticit del loro quadro clinico, e ha suggerito lutilizzo di questi dispositivi anche in altre condizio- ni. Infatti, questo protocollo operativo, messo a pun- to inizialmente, per fronteggiare situazioni di emer- genza correlate alla perviet delle vie aeree, grazie alla possibilit di visione endoscopica contempora- neamente al controllo della ventilazione, pu esse- re esteso anche ad altre situazioni complesse nella gestione della via aerea, come a pazienti con stent tracheobronchiale che debbano essere sottoposti ad intubazione per chirurgia elettiva 14 o assistiti in Terapia intensiva.
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