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Arturo (astronomia)
Arturo
Arturo
Classificazione gigante arancione
Classe spettrale K1,5 IIIpe
Tipo di variabile sospetta variabile
Periodo di variabilit ~14 anni
Distanza dal Sole 36,7 0,3 a.l.
(11,3 pc)
Costellazione Boote
Coordinate
(all'epoca J2000.0)
Ascensione retta
14
h
15
m
39,67207
s
Declinazione +191056,6730
Lat. galattica +69,1113
Long. galattica 15,0501
Dati fisici
Diametro medio 35,56 2,08 milioni di km
Raggio medio 25,5 1,5 R
. Si tratta della stella pi luminosa entro una distanza di 50 anni luce dal
Sole
[4]
.
Arturo (astronomia)
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Massa, stato evolutivo, et e destino finale
Mentre per le stelle di sequenza principale esiste una ben stabilita relazione fra la luminosit e la massa
[5]
, sicch
conosciuta la luminosit assoluta della stella la massa pu essere ottenuta con un buon margine di precisione, le cose
stanno alquanto diversamente per le giganti e supergiganti. La luminosit di stelle di questo tipo cambia di molto nel
tempo a seconda del loro stadio evolutivo, sicch, a meno che questo non sia conosciuto con precisione, non sar
possibile dedurre la massa dalla luminosit.
Posizione di Arturo e di altre stelle nel diagramma HR.
Esiste tuttavia un altro metodo per cercare di calcolare
la massa di queste classi di stelle: essa infatti
ricavabile conoscendo il raggio e l'accelerazione di
gravit sulla superficie. Il rapporto fra atomi ionizzati e
atomi neutri dello stesso elemento nell'atmosfera di
una stella sensibile all'accelerazione di gravit;
pertanto il rapporto fra ioni e atomi neutri pu essere
sfruttato per calcolare l'accelerazione di gravit e, di
conseguenza, la massa di una stella. Tuttavia in
ambienti a bassa accelerazione di gravit, quale
quello di una stella gigante, il valore dell'accelerazione
diventa molto sensibile a quello della temperatura
superficiale adottata. Quindi piccoli errori nella stima
della temperatura superficiale possono portare a valori
di accelerazione non corretti.
Tuttavia, anche in questo caso, l'accuratezza con la
quale Arturo stata studiata ha permesso di
raggiungere risultati con margini di errore
relativamente bassi e in discreto accordo fra loro. A una temperatura superficiale stimata di 4.330 K, il log g, o
logaritmo della gravit superficiale della stella, risultato essere 1,6 0,15 in uno studio condotto nel 1993. Si pu
confrontare questo valore con quello del Sole che 4,44: l'accelerazione sulla superficie di Arturo molto inferiore a
quella del Sole a causa delle sue dimensioni molto maggiori.
Sulla base di questo valore e del raggio stimato, si ricava che la massa di Arturo pari a 0,55 - 1,1 M
. Questo astro
ha dunque una massa paragonabile a quella del Sole e quindi ci permette di immaginare l'aspetto che avr il Sole
nelle ultime fasi della sua esistenza. Un'altra misura di log g, condotta sempre nel 1993, ha dato risultati comparabili:
1,5 0,15; se questo valore fosse quello corretto, allora la massa di Arturo ammonterebbe a 0,75 0,2 M
.
Una stella di 1,1 masse solari rimane all'interno della sequenza principale per circa 7,5 miliardi di anni
[6]
. Poich
Arturo ha gi abbandonato la sequenza principale, questa l'et minima di Arturo, se le misure della sua massa sono
corrette.
Arturo (astronomia)
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Struttura di una stella gigante come Arturo
Arturo, uscendo dalla sequenza principale, ha cessato di fondere
l'idrogeno all'interno del suo nucleo. Probabilmente sta gi fondendo
l'elio presente nel suo nucleo in carbonio tramite il processo tre alfa e
in ossigeno tramite il processo alfa; sta inoltre fondendo idrogeno in
elio negli strati immediatamente a ridosso del suo nucleo. Entro alcune
centinaia di milioni di anni Arturo perder molta della sua massa
tramite un intenso vento stellare che alla fine allontaner dal suo
nucleo gli strati superficiali di idrogeno e elio, mischiati a minori
quantit di carbonio e ossigeno. Allontanandosi dal nucleo questo
inviluppo di gas former una nebulosa planetaria, mentre il nucleo
stesso, non pi sufficientemente sostenuto dalle reazioni nucleari
collasser su s stesso per effetto della forza di gravit formando una
nana bianca delle dimensioni della Terra, avente inizialmente una temperatura molto elevata, ma che mano a mano
diminuir a causa degli scambi termici con lo spazio circostante. Il raffreddamento delle nane bianche tuttavia un
processo estremamente lento a causa della piccola superficie di questi astri, sicch Arturo diventer una nana nera
solo fra parecchie decine di miliardi di anni.
Altre caratteristiche
Metallicit
Probabilmente il miglior studio circa la metallicit e la composizione chimica dell'atmosfera di Arturo rimane ancora
Peterson 1993. Questo articolo ipotizza che l'abbondanza di ferro nell'atmosfera di questa stella rispetto a quella del
Sole sia . Tale notazione definita come il logaritmo della quantit di ferro (Fe) rispetto
all'idrogeno (H), diminuita del logaritmo della metallicit del Sole: cos, se la metallicit della stella presa in esame
pari a quella solare, il risultato sar pari a zero. Un valore logaritmico pari a -0,5 0,1 equivale a un'abbondanza di
ferro pari a 25 - 39% di quella solare. Le abbondanze di carbonio, cromo e nichel hanno un valore comparabile, cio
sono circa un terzo di quella solare. Tuttavia altri elementi sono relativamente pi abbondanti: ad esempio, le
abbondanze dell'ossigeno, del magnesio, dell'alluminio e del silicio si aggirano intorno all'80% di quella solare;
quelle dell'azoto, del sodio, del calcio e del titanio intorno al 63%; quella dello scandio intorno a met di quella del
Sole.
Una composizione chimica come questa tipica nelle stelle appartenenti all'alone galattico. In particolare sembra che
tutte le stelle molto povere di ferro presentino una maggiore abbondanza relativa di ossigeno, magnesio, silicio e
calcio. Si cercato di spiegare questa configurazione chimica mediante l'ipotesi che i metalli presenti nelle stelle di
popolazione II dell'alone sono derivati dalla nucleosintesi che avviene nelle supernovae di tipo II o Ib. La
configurazione chimica di una stella come il Sole deriverebbe invece dall'esplosione di supernovae di tipo Ia. Queste
ultime, derivando da sistemi binari, richiedono tempi molto pi lunghi per formarsi. Essendo Arturo alcuni miliardi
di anni pi vecchia del Sole, si formata da nebulose scarsamente arricchite da questo tipo di supernovae.
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Una stella gigante non coronale
Confronto fra la supergigante rossa Antares, il
Sole e Arturo. Il cerchio nero rappresenta la
grandezza dell'orbita di Marte.
Arturo presa come archetipo delle stelle giganti non coronali.
Misurazioni precise compiute tramite il satellite ROSAT hanno
permesso di escludere che da Arturo si diparta un flusso di raggi X
superiore a un decimillesimo di quello emesso dal Sole. Ci induce a
escludere la presenza di una corona con temperature superiori a
100.000 K (si confronti questo dato con quello della corona solare che
raggiunge una temperatura di 1-3 milioni K).
Poich sembra che tutte le stelle di massa medio-piccola di sequenza
principale (classi spettrali da F a M) siano dotate di corona, i problemi
che si aprono sono due:
1. Cosa determina la perdita della corona in stelle come Arturo nel
passaggio dalla sequenza principale allo stadio di gigante rossa?
2. 2. Perch certe giganti possiedono una corona e altre non la
possiedono?
Probabilmente per rispondere alla prima domanda necessario conoscere la risposta alla seconda. noto dalla fine
degli anni settanta che, per quanto riguarda le stelle di Popolazione I, esiste una ben precisa linea di divisione fra le
giganti coronali e quelle non coronali, posta intorno alla classe spettrale K3. Le subgiganti, giganti e giganti brillanti
di classe precedenti alla K3 hanno una corona, mentre quelle delle classi successive non la possiedono. La linea di
divisione per le stelle Popolazione II sembra essere spostata nelle ultime sottoclassi della classe G o nelle prime
sottoclassi della classe K, tanto che Arturo, pur essendo di classe K1,5 non possiede una corona.
Si possono dare due interpretazioni della linea di divisione fra le giganti coronali e non coronali: la prima che le
giganti gialle di classe F e G abbiano una massa superiore (2-3 M
). Avendo le prime, durante la loro permanenza nella sequenza principale, un'alta velocit di
rotazione, conservano un sufficiente momento angolare per innestare i processi che portano alla formazione della
corona; questo non avverrebbe per il secondo tipo di giganti che ruotano troppo lentamente durante la fase di
sequenza principale per conservare un simile momento angolare.
Secondo un'altra ipotesi, l'assenza di corone nelle giganti arancioni e rosse determinata dal loro maggiore raggio e
quindi dalla minore gravit superficiale. Questa inibirebbe la formazione dei loop magnetici che intrappolano e
eccitano il gas, facendo emettere loro raggi X. In stelle di questo tipo l'energia meccanica che negli altri casi
favorisce la comparsa di una corona sarebbe dissipata in venti stellari di maggiore intensit rispetto a quelli che
caratterizzano le giganti gialle di tipo F e G.
In ogni caso, la perdita della corona in una gigante come Arturo stata probabilmente determinata dall'aumento del
suo volume, che ha determinato un'importante diminuzione della velocit angolare e una molto minore gravit
superficiale.
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Variabilit
Fino alla fine degli anni ottanta si credeva che le giganti di classe K fossero stabili. Tuttavia osservazioni pi
accurate hanno dimostrato che in effetti esse presentano variabilit sul corto (ore o giorni) e/o lungo (mesi o anni)
periodo. Arturo non ha fatto eccezione: a lungo ritenuta stabile, la sua variabilit stata scoperta sulla base di alcune
osservazioni condotte alla met degli anni ottanta. Questo astro in effetti oscilla fra le magnitudini -0,13 e -0,03.
Arturo presenta variazioni sia sul breve sia sul lungo periodo. Quelle sul breve periodo sono probabilmente dovute a
onde di pressione simili a quelle che caratterizzano la sismologia del Sole. Pi onde si sovrappongono le une con le
altre, il che rende pi difficile la loro misurazione. In ogni caso i periodi di queste oscillazioni sono stati individuati
con un margine di errore relativamente basso: essi sembrano compresi fra 11 giorni e poco pi di tre ore. Il periodo
dominante sembra aggirarsi intorno ai 3 giorni: esso stato calcolato essere 2,7 giorni in uno studio del 1990, 2,8
giorni in uno studio del 2003, 3,3 giorni in uno studio del 2007.
Rappresentazione artistica di Arturo dalla distanza di 1,5 UA.
Invece trovare quale sia il periodo e la causa delle
variazioni pi lunghe si rivelato molto difficile,
sicch le ipotesi avanzate a loro riguardo sono
molteplici. Due studi della fine degli anni ottanta
riportano rispettivamente un periodo di 640 giorni o
pi e un periodo di 1.842 giorni. Le spiegazioni fornite
da questi due studi per queste variazioni vanno dalla
presenza di supergranuli sulla superficie di Arturo,
all'ipotesi che esistano zone meno calde alternate a
zone a temperatura pi elevata, all'esistenza di una
compagna in orbita intorno alla principale. Invece uno
studio del 2008 riporta un periodo di 14 anni e cerca di
spiegarlo mediante l'ipotesi di un ciclo magnetico
simile a quello solare. Nello stesso studio, oltre a questo periodo, ne sono stati trovati altri pi brevi di 257, 207 e
115 giorni. Poich questi periodi risultano essere approssimativamente un quarto del periodo di rotazione della stella
su s stessa, si ipotizzato che essi siano causati da quattro regioni magneticamente attive della superficie della
stella, simili alle macchie solari. La variazione della lunghezza del periodo viene spiegata con la migrazione delle
macchie a latitudini diverse durante il ciclo magnetico e con la rotazione differenziale della stella: migrando a
latitudini differenti, le macchie ruotano a velocit angolari differenti e quindi mutano il periodo di rotazione.
Presenza di molecole nell'atmosfera
Osservazioni compiute nella banda dell'infrarosso hanno permesso di rilevare la presenza di nubi di monossido di
carbonio nell'atmosfera di Arturo. Poich le molecole possono formarsi solo a temperature relativamente basse,
necessario pensare che le nubi di CO siano presenti nell'alta atmosfera della stella. La presenza di tali nubi sembra
essere comune nelle giganti delle ultime classi (K e M), nonch nelle supergiganti delle medesime classi. Le
temperature relativamente basse delle atmosfere di queste stelle e la bassa gravit superficiale ne favorirebbero la
formazione. L'origine delle nubi forse dovuta dall'attivit cromosferica di queste stelle: i movimenti di gas presenti
in questo strato fornirebbero materiale agli strati sovrastanti, dove esso, raffreddandosi, favorirebbe la formazione
delle nubi.
Arturo (astronomia)
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I dintorni di Arturo: le due stelle luminose di colore azzurro che si osservano a
destra di Arturo nella fotografia sono Mufrid e Tau Botis, mentre la stella
luminosa di colore arancione, sempre a destra di Arturo, Upsilon Botis.
La presenza di molecole nell'atmosfera di
Arturo confermata dalla rilevazione di vapori
di acqua. Anche questa caratteristica sembra
essere condivisa con le stelle giganti e
supergiganti delle ultime classi: molecole di
H
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O sono state per esempio rilevate nelle
atmosfere delle giganti di tipo M e in
supergiganti rosse come Antares e Betelgeuse.
Tuttavia, secondo un'altra ipotesi, il
rilevamento di acqua non sarebbe dovuto alla
presenza di nubi nell'alta atmosfera, ma di
singole molecole nell'alta fotosfera della stella.
Arturo B?
Hipparcos ha suggerito che Arturo sia una stella binaria, con una compagna 3,33 0,31 magnitudini pi debole della
primaria (cio circa venti volte pi debole), posta a una distanza di 255 39 mas dalla principale, che corrispondono
a circa 3 UA. Si ipotizzato che Arturo B potesse essere una stella subgigante o una stella di sequenza principale
arancione, di classe spettrale K, molto simile a quella di Arturo A, e che questo ne avesse impedito il rilevamento in
precedenza. Tuttavia, in uno studio del 1999, sulla base di una serie di osservazioni compiute mediante il telescopio
del Monte Wilson, veniva escluso che Arturo avesse una compagna che fosse pi luminosa di 1/60 della principale.
Uno studio del 2005 ha per rilanciato l'ipotesi che Arturo sia una stella binaria. Sulla base di osservazioni
interferometriche nella banda del vicino infrarosso, gli autori hanno ipotizzato l'esistenza di una compagna 25-50
volte pi debole della principale separata da essa di 212 mas. Poich Arturo ha una luminosit complessiva di circa
200 L
. In
particolare gli autori di questo studio ipotizzano che Arturo B possa essere una stella di classe spettrale G4IV.
Tuttavia uno studio condotto nel 2008 ha nuovamente smentito l'ipotesi dell'esistenza di una compagna di Arturo. Si
tratta di uno studio autorevole, che merita di essere preso seriamente in considerazione. Esso esclude la presenza di
un oggetto nelle vicinanze di Arturo che abbia una luminosit superiore a 1/1200 della principale. Poich Arturo ha
una luminosit di circa 200 L