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Arturo (astronomia)

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Arturo (astronomia)
Arturo
Arturo
Classificazione gigante arancione
Classe spettrale K1,5 IIIpe
Tipo di variabile sospetta variabile
Periodo di variabilit ~14 anni
Distanza dal Sole 36,7 0,3 a.l.
(11,3 pc)
Costellazione Boote
Coordinate
(all'epoca J2000.0)
Ascensione retta
14
h
15
m
39,67207
s
Declinazione +191056,6730
Lat. galattica +69,1113
Long. galattica 15,0501
Dati fisici
Diametro medio 35,56 2,08 milioni di km
Raggio medio 25,5 1,5 R

Massa 0,55 1,1 M

Acceleraz. di gravit in superficie log g = 1,6 0,15


Periodo di rotazione 2,0 0,2 anni
Velocit di rotazione 1,76 0,25 km/s
Temperatura
superficiale
4.300 30 K (media)
Luminosit 196 21 L

Indice di colore (B-V) 1,24


Metallicit [Fe/H] = 25% 39% del Sole
Et stimata
>7,510
9
anni
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Dati osservativi
Magnitudine app. -0,04
Magnitudine ass. -0,38
Parallasse 88,23 0,54 mas
Moto proprio AR:1093,39mas/anno
Dec:2000,06mas/anno
Velocit radiale 5,19 km/s
Nomenclature alternative
Alramech, Abramech, Botis, 16 Botis, HD 124897, HIP 69673, SAO 100944, HR 5340, BD +192777, CNS 541
Arturo ( Boo / Bootis / Alfa Bootis, in latino Arcturus) la stella pi luminosa della costellazione del Boote, la
quarta stella pi brillante del cielo notturno osservabile dopo Sirio, Canopo e Centauri, in virt della sua
magnitudine di 0,04, la terza se si considerano singolarmente le due componenti principali del sistema di
Centauri. , dopo Sirio, la stella pi brillante fra quelle visibili dalle latitudini settentrionali, nonch la stella pi
luminosa dell'emisfero celeste boreale.
una gigante rossa, di tipo spettrale K1 III e ha una luminosit 113 volte superiore a quella del Sole, ma, una volta
che si sia presa in considerazione la notevole quantit radiazione emessa nell'infrarosso da questo astro, Arturo
risulta essere circa 200 volte pi luminosa del Sole, il che ne fa l'astro pi luminoso entro la distanza di 50 anni luce
dal Sole.
Osservazione
Carta della costellazione di Boote.
Arturo facilmente individuabile a causa della sua grande luminosit e
del suo caratteristico colore arancione, molto vivo; si rintraccia
prolungando la curvatura indicata dal timone del Grande Carro verso
sud. Prolungando ulteriormente la stessa linea, oltre Arturo, si pu
individuare Spica. Arturo corrisponde inoltre al punto pi meridionale
di un grande asterismo a forma di lettera "Y", le cui componenti sono,
oltre a questa stella, Bootis, Coronae Borealis e Bootis.
Arturo una stella dell'emisfero boreale; tuttavia la sua posizione 19 a
nord dell'equatore celeste fa s che questo astro sia osservabile da tutte
le regioni abitate della Terra: nell'emisfero australe, essa infatti
invisibile solo nelle regioni pi a sud del 71 parallelo, cio solo nelle
regioni antartiche. D'altra parte, questa posizione la rende circumpolare
solo nelle regioni pi a nord di 71 N, cio ben oltre il circolo polare
artico.
Questa stella pu essere osservata con facilit nei mesi da febbraio a
settembre, dall'emisfero nord, e per un periodo poco pi breve da
quello meridionale.
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Ambiente galattico e distanza
Secondo le osservazioni del satellite Hipparcos, Arturo si trova a una distanza di 36,7 anni luce (corrispondenti a
11,3 parsec), cio una stella piuttosto vicina; che Arturo fosse molto vicina era in realt gi noto, grazie alle misure
di parallasse effettuate dalla Terra e grazie al fatto che possiede anche un notevole moto proprio, in direzione della
Vergine: Arturo si muove sulla sfera celeste ogni anno di 2,28 secondi, cio sembra percorrere circa 1 ogni 2.000
anni; fra le stelle di prima magnitudine solo Alfa Centauri presenta un moto proprio pi elevato. Questo elevato moto
proprio fu per la prima volta notato da Sir Edmond Halley nel 1718.
Trovandosi relativamente vicino al Sole, Arturo ne condivide lo stesso ambiente galattico. Le sue coordinate
galattiche sono 69,11 e 15,14. Una longitudine galattica di circa 15 significa che la linea ideale che congiunge il
Sole e Arturo, se proiettata sul piano galattico, forma con la linea ideale che congiunge il Sole con il centro galattico
un angolo di 15. Ci significa che Arturo leggermente pi vicina al centro galattico di quanto non sia il Sole. Una
latitudine galattica di quasi 70 significa tuttavia che la distanza che separa il Sole da Arturo per la maggior parte
dovuta al fatto che le due stelle non sono allineate sullo stesso piano e che Arturo si trova parecchio a nord rispetto al
piano galattico.
Mappa delle principali stelle entro un raggio di 50 anni luce dal
Sole. Si apprezza la posizione di Arturo rispetto al Sole, al piano
galattico e al centro galattico.
La stella pi vicina ad Arturo, a 3,3 anni luce, Mufrid
[]
,
una stella di classe G0 IV, che appare anche visualmente
nel cielo vicino (circa 5) ad Arturo. La seconda stella in
ordine di vicinanza ad Arturo HD 131511, una stella di
sequenza principale arancione di magnitudine 6,01, che
dista 5,8 anni luce da Arturo. Mufrid sarebbe anche di gran
lunga la stella pi luminosa vista da eventuali pianeti in
orbita attorno ad Arturo: a quella distanza brillerebbe di
magnitudine -2,60
[1]
. Il Sole sarebbe appena percepibile a
occhio nudo visto che sarebbe di quinta magnitudine, e si
troverebbe non lontano in cielo da Sirio. Quest'ultima, a 40
anni luce da Arturo sarebbe una normale stella di seconda
magnitudine, con la stessa luminosit di HD 131511, la
seconda stella pi vicina ad Arturo, e poco pi luminosa di
una stella analoga al Sole come Beta Comae Berenices, che
si trova ad appena 12 anni luce da Arturo
Il gruppo di Arturo
Agli inizi degli anni settanta, l'astronomo Olin J. Eggen scopr che Arturo condivideva il suo moto proprio con altre
53 stelle. Tali stelle inoltre presentano metallicit simili: il valore medio di [Fe/H] di questi astri si aggira infatti
intorno a -0,6 (cio circa il 25% dell'abbondanza di ferro nell'atmosfera del Sole). Ci fa presumere che queste stelle
facciano parte di una associazione stellare, la cui et stimata essere all'incirca 10 miliardi di anni e che stata
battezzata Corrente stellare di Arturo.
I vettori del movimento di Arturo rispetto al sistema di riposo locale sono (U, V, W) = (-25, -116, -3) km/s: ci
significa che, rispetto al movimento medio del materiale della Via Lattea nei dintorni del Sole, Arturo presenta un
movimento di allontanamento dal centro galattico di 25km/s, un movimento inverso rispetto alla rotazione galattica
di 116km/s e un movimento verso il polo sud galattico di tre km/s. Il gruppo di Arturo presenta un movimento
medio sul piano UV di -102km/s. Uno studio delle stelle che presentano un movimento simile ha permesso di
individuare altre componenti che sono probabilmente appartenenti alla corrente di Arturo: in un articolo del 2008
sono elencate 134 stelle come possibili appartenenti alla corrente.
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Si pensa che il gruppo di Arturo faccia parte del disco galattico spesso, una regione intermedia fra il disco galattico e
l'alone galattico, caratterizzata da stelle vecchie che possono giacere migliaia di anni luce sopra o sotto il piano
galattico, al contrario di quanto avviene per le stelle del disco galattico, come il Sole, che giacciono al massimo a un
migliaio di anni luce dal disco. Le stelle del disco galattico spesso tendono ad avere elevati moti propri (fino a
120km/s), con passaggi rapidi su orbite molto inclinate e eccentriche intorno al centro galattico. Essendo nate molti
miliardi di anni fa, quando la galassia era meno ricca di metalli, tendono a esserne povere (fino al 12%
dell'abbondanza solare). Si pensa che costituiscano circa il 4% delle stelle che si trovano nelle vicinanze del Sole.
Le stelle dell'alone galattico sono ancora pi vecchie di quelle del disco spesso (si sono formate 10-13 miliardi di
anni fa), tendono ad avere orbite ancora pi inclinate ed eccentriche con moti propri fino a 600km/s. Inoltre
presentano metallicit inferiori al 10%-15% di quella solare.
L'origine della corrente di Arturo non ancora ben chiara. Le ipotesi possibili sono tre:
Il gruppo si formato circa 10 miliardi di anni fa da un'unica nube di gas. Questa ipotesi ha due difetti: in primo
luogo in un tempo cos lungo l'associazione dovrebbe essersi dispersa; in secondo luogo, sebbene la metallicit
delle stelle del gruppo sia pi o meno la stessa, la loro composizione chimica non uniforme.
Il gruppo era parte di una galassia satellite che si poi fusa con la Via Lattea. Tuttavia contro questa ipotesi gioca
il fatto che nelle piccole galassie satellite della Via Lattea le stelle non solo sono pi povere di ferro delle stelle
del disco galattico, ma sono pi povere anche di elementi con Z 22
[2]
. Ma Arturo comparativamente ricca di
elementi di questo tipo. Comunque rimane sul campo l'ipotesi che la corrente di Arturo fosse originariamente
parte di una galassia di dimensioni maggiori, paragonabile alla Grande Nube di Magellano, che si poi fusa con
la nostra galassia.
Il gruppo si formato per la risonanza creata dalla rotazione della barra della Via Lattea, che confinerebbe gruppi
di stelle in certe aree. Questa ipotesi appare promettente, ma al momento difficilmente verificabile vista
l'incertezza esistente sulle dimensioni e sulla velocit di rotazione della barra e sulle modalit in cui essa pu
avere degli effetti sulle stelle che orbitano in regioni diverse della galassia.
Caratteristiche principali
Classificazione e temperatura superficiale
Confronto fra le dimensioni di Arturo e quelle di
altre stelle e pianeti.
Arturo classificata come K1,5 IIIpe. La classe spettrale K raduna le
stelle di colore arancione, di temperatura superficiale pi bassa di
quella del Sole. In effetti, sulla base di misurazioni accurate riportate in
uno studio del 1993, la temperatura superficiale di Arturo stimata
essere pari a 4.300 30 K; si pu raffrontare questo dato con la
temperatura della superficie del Sole, che circa 5.800 K. Arturo ha
quindi una temperatura superficiale inferiore a quella solare di circa
1.500 K. tale temperatura a donare ad Arturo il suo caratteristico
colore arancione. Altre misurazioni della temperatura di Arturo danno
risultati leggermente differenti che variano nell'intervallo compreso fra
4.060 K e 4.460 K. Tuttavia i valori pi accreditati variano di poche
decine di gradi e si attestano intorno ai 4.300 K. Ad esempio, uno studio molto citato risalente al 1999 riporta il
valore 4.290 30 K, mentre un altro di tre anni prima riporta 4.303 47 K.
La classe MMK III raccoglie invece le stelle giganti, cio stelle di massa media o piccola aventi un avanzato stato
evolutivo.
Infine le lettere p ed e stanno rispettivamente per peculiare ed emissione, indicanti cio che lo spettro
elettromagnetico della luce emessa dalla stella inusuale e pieno di linee di emissione. In realt queste caratteristiche
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sono comuni a tutte le giganti rosse, ma in Arturo esse sono particolarmente marcate.
Raggio e periodo di rotazione
Confronto tra le dimensioni del Sole e di Arturo.
Come tutte le stelle giganti, Arturo ha dimensioni notevoli. Tali
dimensioni e il fatto che questa stella sia a noi relativamente vicina
permettono misure interferometriche dirette del suo diametro. In questo
campo Arturo stata fatta oggetto di studi particolarmente accurati che
hanno raggiunto risultati in buon accordo fra loro e con margini di
errore bassi. Uno studio del 1986 riporta come diametro angolare di
questo astro 20,36 0,20 mas, mentre studi successivi riportano valori
leggermente maggiori: uno studio del 1999 ha dato come risultato 21,0
0,2 mas; un altro studio successivo del 2003 riporta invece il valore
di 21,373 0,247 mas; tuttavia lo studio condotto con tecniche pi
raffinate risale al 2008; esso unisce all'uso di strumenti particolarmente
precisi elaborate tecniche matematiche per il trattamento dei dati: il
risultato ottenuto, dopo la correzione dovuta all'oscuramento al bordo,
un diametro angolare di 21,05 0,21 mas; alla distanza calcolata da Hipparcos, ci significa che Arturo ha un
raggio corrispondente a 25,5 1,5 R

(circa 17,78 1,04 milioni di km). Se fosse posta al centro del sistema solare
Arturo occuperebbe circa un quarto dell'orbita di Mercurio.
La velocit di rotazione delle stelle giganti e supergiganti notoriamente molto difficile da calcolare. Infatti le stelle
di questo tipo uniscono a una velocit di rotazione ridotta macroturbolenze della loro superficie accentuate; pertanto
molto difficile distinguere i movimenti del gas dovuti effettivamente alla rotazione stellare da quelli imputabili alle
macroturbolenze superficiali. In ogni caso, l'accuratezza degli studi di cui Arturo stata fatta oggetto ha permesso di
determinare, sebbene con un alto margine di errore, la sua velocit di rotazione all'equatore, che risultata essere 1,5
0,3km/s sin i, ove i l'inclinazione dell'asse di rotazione rispetto al piano di osservazione. Se tuttavia il valore di
i non viene determinato, questo dato non sufficiente a stimare con precisione la velocit e il periodo di rotazione di
Arturo. Si tuttavia riusciti ad arrivare a questo risultato per un'altra strada: Arturo, come il Sole, presenta sulla sua
superficie regioni magneticamente attive; stato possibile individuare una di queste regioni, comparsa nel 1991, e
seguirla; ci ha portato a stimare il periodo di rotazione di Arturo in 2,0 0,2 anni. Sulla base di questo dato e del
raggio di questo astro possibile stimare anche la velocit di rotazione all'equatore, che risulta essere 1,76
0,25km/s. Periodi di rotazione cos lunghi non sono affatto inusuali in una stella gigante in quanto, per la legge di
conservazione del momento angolare, aumentando il raggio della stella, la velocit di rotazione diminuisce e quindi
essa perde velocit angolare nell'abbandonare la sequenza principale. Conoscendo la velocit di rotazione
all'equatore possibile anche calcolare l'inclinazione (i) di Arturo rispetto al piano della nostra visuale: essa risulta
essere 58 25. Questo dato tuttavia, avendo un alto margine di errore, non fornisce molte informazioni, anche se
possibile concludere che i non n uguale a 0 (cio Arturo non rivolge verso di noi un polo), n uguale a 90 (cio
l'asse di rotazione di Arturo non perpendicolare alla nostra visuale).
Luminosit
La luminosit intrinseca di Arturo nelle lunghezze d'onda del visibile ricavabile dalla sua magnitudine apparente e
dalla distanza: questa stella risulta essere 113 volte pi luminosa del Sole
[3]
. Tuttavia la temperatura superficiale
relativamente bassa di Arturo fa s che, per la legge di Wien, essa emetta molta radiazione nell'infrarosso, ove si
trova il picco di massima radiazione emessa dalla stella. Se si prende in considerazione questo fattore, allora la
luminosit di Arturo sale a 196 21 L

. Si tratta della stella pi luminosa entro una distanza di 50 anni luce dal
Sole
[4]
.
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Massa, stato evolutivo, et e destino finale
Mentre per le stelle di sequenza principale esiste una ben stabilita relazione fra la luminosit e la massa
[5]
, sicch
conosciuta la luminosit assoluta della stella la massa pu essere ottenuta con un buon margine di precisione, le cose
stanno alquanto diversamente per le giganti e supergiganti. La luminosit di stelle di questo tipo cambia di molto nel
tempo a seconda del loro stadio evolutivo, sicch, a meno che questo non sia conosciuto con precisione, non sar
possibile dedurre la massa dalla luminosit.
Posizione di Arturo e di altre stelle nel diagramma HR.
Esiste tuttavia un altro metodo per cercare di calcolare
la massa di queste classi di stelle: essa infatti
ricavabile conoscendo il raggio e l'accelerazione di
gravit sulla superficie. Il rapporto fra atomi ionizzati e
atomi neutri dello stesso elemento nell'atmosfera di
una stella sensibile all'accelerazione di gravit;
pertanto il rapporto fra ioni e atomi neutri pu essere
sfruttato per calcolare l'accelerazione di gravit e, di
conseguenza, la massa di una stella. Tuttavia in
ambienti a bassa accelerazione di gravit, quale
quello di una stella gigante, il valore dell'accelerazione
diventa molto sensibile a quello della temperatura
superficiale adottata. Quindi piccoli errori nella stima
della temperatura superficiale possono portare a valori
di accelerazione non corretti.
Tuttavia, anche in questo caso, l'accuratezza con la
quale Arturo stata studiata ha permesso di
raggiungere risultati con margini di errore
relativamente bassi e in discreto accordo fra loro. A una temperatura superficiale stimata di 4.330 K, il log g, o
logaritmo della gravit superficiale della stella, risultato essere 1,6 0,15 in uno studio condotto nel 1993. Si pu
confrontare questo valore con quello del Sole che 4,44: l'accelerazione sulla superficie di Arturo molto inferiore a
quella del Sole a causa delle sue dimensioni molto maggiori.
Sulla base di questo valore e del raggio stimato, si ricava che la massa di Arturo pari a 0,55 - 1,1 M

. Questo astro
ha dunque una massa paragonabile a quella del Sole e quindi ci permette di immaginare l'aspetto che avr il Sole
nelle ultime fasi della sua esistenza. Un'altra misura di log g, condotta sempre nel 1993, ha dato risultati comparabili:
1,5 0,15; se questo valore fosse quello corretto, allora la massa di Arturo ammonterebbe a 0,75 0,2 M

.
Una stella di 1,1 masse solari rimane all'interno della sequenza principale per circa 7,5 miliardi di anni
[6]
. Poich
Arturo ha gi abbandonato la sequenza principale, questa l'et minima di Arturo, se le misure della sua massa sono
corrette.
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Struttura di una stella gigante come Arturo
Arturo, uscendo dalla sequenza principale, ha cessato di fondere
l'idrogeno all'interno del suo nucleo. Probabilmente sta gi fondendo
l'elio presente nel suo nucleo in carbonio tramite il processo tre alfa e
in ossigeno tramite il processo alfa; sta inoltre fondendo idrogeno in
elio negli strati immediatamente a ridosso del suo nucleo. Entro alcune
centinaia di milioni di anni Arturo perder molta della sua massa
tramite un intenso vento stellare che alla fine allontaner dal suo
nucleo gli strati superficiali di idrogeno e elio, mischiati a minori
quantit di carbonio e ossigeno. Allontanandosi dal nucleo questo
inviluppo di gas former una nebulosa planetaria, mentre il nucleo
stesso, non pi sufficientemente sostenuto dalle reazioni nucleari
collasser su s stesso per effetto della forza di gravit formando una
nana bianca delle dimensioni della Terra, avente inizialmente una temperatura molto elevata, ma che mano a mano
diminuir a causa degli scambi termici con lo spazio circostante. Il raffreddamento delle nane bianche tuttavia un
processo estremamente lento a causa della piccola superficie di questi astri, sicch Arturo diventer una nana nera
solo fra parecchie decine di miliardi di anni.
Altre caratteristiche
Metallicit
Probabilmente il miglior studio circa la metallicit e la composizione chimica dell'atmosfera di Arturo rimane ancora
Peterson 1993. Questo articolo ipotizza che l'abbondanza di ferro nell'atmosfera di questa stella rispetto a quella del
Sole sia . Tale notazione definita come il logaritmo della quantit di ferro (Fe) rispetto
all'idrogeno (H), diminuita del logaritmo della metallicit del Sole: cos, se la metallicit della stella presa in esame
pari a quella solare, il risultato sar pari a zero. Un valore logaritmico pari a -0,5 0,1 equivale a un'abbondanza di
ferro pari a 25 - 39% di quella solare. Le abbondanze di carbonio, cromo e nichel hanno un valore comparabile, cio
sono circa un terzo di quella solare. Tuttavia altri elementi sono relativamente pi abbondanti: ad esempio, le
abbondanze dell'ossigeno, del magnesio, dell'alluminio e del silicio si aggirano intorno all'80% di quella solare;
quelle dell'azoto, del sodio, del calcio e del titanio intorno al 63%; quella dello scandio intorno a met di quella del
Sole.
Una composizione chimica come questa tipica nelle stelle appartenenti all'alone galattico. In particolare sembra che
tutte le stelle molto povere di ferro presentino una maggiore abbondanza relativa di ossigeno, magnesio, silicio e
calcio. Si cercato di spiegare questa configurazione chimica mediante l'ipotesi che i metalli presenti nelle stelle di
popolazione II dell'alone sono derivati dalla nucleosintesi che avviene nelle supernovae di tipo II o Ib. La
configurazione chimica di una stella come il Sole deriverebbe invece dall'esplosione di supernovae di tipo Ia. Queste
ultime, derivando da sistemi binari, richiedono tempi molto pi lunghi per formarsi. Essendo Arturo alcuni miliardi
di anni pi vecchia del Sole, si formata da nebulose scarsamente arricchite da questo tipo di supernovae.
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Una stella gigante non coronale
Confronto fra la supergigante rossa Antares, il
Sole e Arturo. Il cerchio nero rappresenta la
grandezza dell'orbita di Marte.
Arturo presa come archetipo delle stelle giganti non coronali.
Misurazioni precise compiute tramite il satellite ROSAT hanno
permesso di escludere che da Arturo si diparta un flusso di raggi X
superiore a un decimillesimo di quello emesso dal Sole. Ci induce a
escludere la presenza di una corona con temperature superiori a
100.000 K (si confronti questo dato con quello della corona solare che
raggiunge una temperatura di 1-3 milioni K).
Poich sembra che tutte le stelle di massa medio-piccola di sequenza
principale (classi spettrali da F a M) siano dotate di corona, i problemi
che si aprono sono due:
1. Cosa determina la perdita della corona in stelle come Arturo nel
passaggio dalla sequenza principale allo stadio di gigante rossa?
2. 2. Perch certe giganti possiedono una corona e altre non la
possiedono?
Probabilmente per rispondere alla prima domanda necessario conoscere la risposta alla seconda. noto dalla fine
degli anni settanta che, per quanto riguarda le stelle di Popolazione I, esiste una ben precisa linea di divisione fra le
giganti coronali e quelle non coronali, posta intorno alla classe spettrale K3. Le subgiganti, giganti e giganti brillanti
di classe precedenti alla K3 hanno una corona, mentre quelle delle classi successive non la possiedono. La linea di
divisione per le stelle Popolazione II sembra essere spostata nelle ultime sottoclassi della classe G o nelle prime
sottoclassi della classe K, tanto che Arturo, pur essendo di classe K1,5 non possiede una corona.
Si possono dare due interpretazioni della linea di divisione fra le giganti coronali e non coronali: la prima che le
giganti gialle di classe F e G abbiano una massa superiore (2-3 M

) a quella delle classi K e M (che sarebbe uguale o


inferiore a 1 M

). Avendo le prime, durante la loro permanenza nella sequenza principale, un'alta velocit di
rotazione, conservano un sufficiente momento angolare per innestare i processi che portano alla formazione della
corona; questo non avverrebbe per il secondo tipo di giganti che ruotano troppo lentamente durante la fase di
sequenza principale per conservare un simile momento angolare.
Secondo un'altra ipotesi, l'assenza di corone nelle giganti arancioni e rosse determinata dal loro maggiore raggio e
quindi dalla minore gravit superficiale. Questa inibirebbe la formazione dei loop magnetici che intrappolano e
eccitano il gas, facendo emettere loro raggi X. In stelle di questo tipo l'energia meccanica che negli altri casi
favorisce la comparsa di una corona sarebbe dissipata in venti stellari di maggiore intensit rispetto a quelli che
caratterizzano le giganti gialle di tipo F e G.
In ogni caso, la perdita della corona in una gigante come Arturo stata probabilmente determinata dall'aumento del
suo volume, che ha determinato un'importante diminuzione della velocit angolare e una molto minore gravit
superficiale.
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Variabilit
Fino alla fine degli anni ottanta si credeva che le giganti di classe K fossero stabili. Tuttavia osservazioni pi
accurate hanno dimostrato che in effetti esse presentano variabilit sul corto (ore o giorni) e/o lungo (mesi o anni)
periodo. Arturo non ha fatto eccezione: a lungo ritenuta stabile, la sua variabilit stata scoperta sulla base di alcune
osservazioni condotte alla met degli anni ottanta. Questo astro in effetti oscilla fra le magnitudini -0,13 e -0,03.
Arturo presenta variazioni sia sul breve sia sul lungo periodo. Quelle sul breve periodo sono probabilmente dovute a
onde di pressione simili a quelle che caratterizzano la sismologia del Sole. Pi onde si sovrappongono le une con le
altre, il che rende pi difficile la loro misurazione. In ogni caso i periodi di queste oscillazioni sono stati individuati
con un margine di errore relativamente basso: essi sembrano compresi fra 11 giorni e poco pi di tre ore. Il periodo
dominante sembra aggirarsi intorno ai 3 giorni: esso stato calcolato essere 2,7 giorni in uno studio del 1990, 2,8
giorni in uno studio del 2003, 3,3 giorni in uno studio del 2007.
Rappresentazione artistica di Arturo dalla distanza di 1,5 UA.
Invece trovare quale sia il periodo e la causa delle
variazioni pi lunghe si rivelato molto difficile,
sicch le ipotesi avanzate a loro riguardo sono
molteplici. Due studi della fine degli anni ottanta
riportano rispettivamente un periodo di 640 giorni o
pi e un periodo di 1.842 giorni. Le spiegazioni fornite
da questi due studi per queste variazioni vanno dalla
presenza di supergranuli sulla superficie di Arturo,
all'ipotesi che esistano zone meno calde alternate a
zone a temperatura pi elevata, all'esistenza di una
compagna in orbita intorno alla principale. Invece uno
studio del 2008 riporta un periodo di 14 anni e cerca di
spiegarlo mediante l'ipotesi di un ciclo magnetico
simile a quello solare. Nello stesso studio, oltre a questo periodo, ne sono stati trovati altri pi brevi di 257, 207 e
115 giorni. Poich questi periodi risultano essere approssimativamente un quarto del periodo di rotazione della stella
su s stessa, si ipotizzato che essi siano causati da quattro regioni magneticamente attive della superficie della
stella, simili alle macchie solari. La variazione della lunghezza del periodo viene spiegata con la migrazione delle
macchie a latitudini diverse durante il ciclo magnetico e con la rotazione differenziale della stella: migrando a
latitudini differenti, le macchie ruotano a velocit angolari differenti e quindi mutano il periodo di rotazione.
Presenza di molecole nell'atmosfera
Osservazioni compiute nella banda dell'infrarosso hanno permesso di rilevare la presenza di nubi di monossido di
carbonio nell'atmosfera di Arturo. Poich le molecole possono formarsi solo a temperature relativamente basse,
necessario pensare che le nubi di CO siano presenti nell'alta atmosfera della stella. La presenza di tali nubi sembra
essere comune nelle giganti delle ultime classi (K e M), nonch nelle supergiganti delle medesime classi. Le
temperature relativamente basse delle atmosfere di queste stelle e la bassa gravit superficiale ne favorirebbero la
formazione. L'origine delle nubi forse dovuta dall'attivit cromosferica di queste stelle: i movimenti di gas presenti
in questo strato fornirebbero materiale agli strati sovrastanti, dove esso, raffreddandosi, favorirebbe la formazione
delle nubi.
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I dintorni di Arturo: le due stelle luminose di colore azzurro che si osservano a
destra di Arturo nella fotografia sono Mufrid e Tau Botis, mentre la stella
luminosa di colore arancione, sempre a destra di Arturo, Upsilon Botis.
La presenza di molecole nell'atmosfera di
Arturo confermata dalla rilevazione di vapori
di acqua. Anche questa caratteristica sembra
essere condivisa con le stelle giganti e
supergiganti delle ultime classi: molecole di
H
2
O sono state per esempio rilevate nelle
atmosfere delle giganti di tipo M e in
supergiganti rosse come Antares e Betelgeuse.
Tuttavia, secondo un'altra ipotesi, il
rilevamento di acqua non sarebbe dovuto alla
presenza di nubi nell'alta atmosfera, ma di
singole molecole nell'alta fotosfera della stella.
Arturo B?
Hipparcos ha suggerito che Arturo sia una stella binaria, con una compagna 3,33 0,31 magnitudini pi debole della
primaria (cio circa venti volte pi debole), posta a una distanza di 255 39 mas dalla principale, che corrispondono
a circa 3 UA. Si ipotizzato che Arturo B potesse essere una stella subgigante o una stella di sequenza principale
arancione, di classe spettrale K, molto simile a quella di Arturo A, e che questo ne avesse impedito il rilevamento in
precedenza. Tuttavia, in uno studio del 1999, sulla base di una serie di osservazioni compiute mediante il telescopio
del Monte Wilson, veniva escluso che Arturo avesse una compagna che fosse pi luminosa di 1/60 della principale.
Uno studio del 2005 ha per rilanciato l'ipotesi che Arturo sia una stella binaria. Sulla base di osservazioni
interferometriche nella banda del vicino infrarosso, gli autori hanno ipotizzato l'esistenza di una compagna 25-50
volte pi debole della principale separata da essa di 212 mas. Poich Arturo ha una luminosit complessiva di circa
200 L

, Arturo B avrebbe una luminosit di 4-8 L

. Questa luminosit compatibile solo con l'ipotesi che Arturo B


sia una stella subgigante con una massa di poco inferiore a quella di Arturo A e quindi a uno stadio evolutivo di poco
precedente la principale. Ipotizzare una stella pi massiccia non spiegherebbe la differenza di luminosit fra le due in
quanto entrambe dovrebbero avere raggiunto lo stadio di giganti. Ipotizzare una stella meno massiccia, per esempio
una stella di classe K appartenente alla sequenza principale, non spiegherebbe una luminosit di 4-8 L

. In
particolare gli autori di questo studio ipotizzano che Arturo B possa essere una stella di classe spettrale G4IV.
Tuttavia uno studio condotto nel 2008 ha nuovamente smentito l'ipotesi dell'esistenza di una compagna di Arturo. Si
tratta di uno studio autorevole, che merita di essere preso seriamente in considerazione. Esso esclude la presenza di
un oggetto nelle vicinanze di Arturo che abbia una luminosit superiore a 1/1200 della principale. Poich Arturo ha
una luminosit di circa 200 L

, se una compagna esiste, la sua luminosit minore di 0,16 L

. Gli autori dello


studio non escludono comunque che intorno ad Arturo orbiti un pianeta avente una massa alcune volte quella di
Giove.
L'ipotesi che intorno ad Arturo orbiti un pianeta di tipo gioviano era del resto stava avanzata precedentemente quale
possibile spiegazione di alcune oscillazioni della velocit radiale rilevabili nello spettro di Arturo: in uno studio del
1989, per esempio, accanto ad altre ipotesi come l'esistenza di supergranuli sulla superficie della stella, veniva
avanzata l'ipotesi dell'esistenza di un pianeta avente 1,5-7 masse gioviane che producesse le oscillazioni. La
possibilit dell'esistenza di un compagno simile, con una massa calcolata maggiore di 4,4 M
J
, stata rilanciata in uno
studio del 2007.
Arturo (astronomia)
11
Luminosit apparente comparata nel tempo
Arturo si trover nel punto di maggior vicinanza alla Terra fra circa 4000 anni. La sua luminosit apparente quindi
destinata ad aumentare, anche se di poco, per ancora quattro millenni, quando questa stella si trover circa 0,1 anni
luce pi vicino a noi di quanto non si trovi adesso. Successivamente, la luminosit apparente di Arturo comincer a
declinare in quanto la stella comincer ad allontanarsi da noi. Entro poche migliaia di anni sar superata in
luminosit da Vega, che sta invece avvicinandosi alla Terra e sta quindi incrementando la propria luminosit. Fra
poco pi di 50.000 anni sar superata anche da Altair, un'altra stella luminosa che si sta avvicinando a noi, e fra circa
70.000 anni anche da Procione che a quel tempo star allontanandosi dalla Terra, ma non al ritmo in cui lo far
Arturo. Fra mezzo milione di anni Arturo non sar pi visibile a occhio nudo. Tuttavia, secondo altre fonti, il
decremento di luminosit di questo astro sar meno rapido, tanto che a quel tempo Arturo sar una stella di
magnitudine 4.
La luminosit di alcune delle stelle pi luminose nell'arco di 200.000 anni.
Anni Sirio Canopo
Centauri
Arturo Vega Procione Altair
100000 0,66 0,82 2,27 0,88 0,33 0,88 1,69
75.000 0,86 0,80 1,84 0,58 0,24 0,73 1,49
50.000 1,06 0,77 1,30 0,30 0,17 0,58 1,27
25.000 1,22 0,75 0,63 0,08 0,08 0,46 1,03
0 1,43 0,72 0,21 0,02 0,00 0,37 0,78
25.000 1,58 0,69 0,90 0,02 0,08 0,33 0,49
50.000 1,66 0,67 0,56 0,19 0,16 0,32 0,22
75.000 1,66 0,65 0,30 0,45 0,25 0,37 0,06
100.000 1,61 0,62 1,05 0,74 0,32 0,46 0,31
Etimologia e significato culturale
I nomi di Arturo e il loro significato
Il nome della stella deriva dal Greco (Arkturos) il cui significato il guardiano dell'Orsa
[7]
, derivando
da (rktos), "orso"
[8]
+ (uros), "guardiano"
[9]
. un riferimento al suo essere la stella pi luminosa
del Botes (il bovaro), e vicina alle due orse (Ursa Major e Ursa Minor).
In arabo una delle due stelle chiamata al-simk, che significa l'"elevata", l'altra essendo Spica. Arturo in arabo
as-simk ar-rmi "l'elevata del lanciere". Questo nome stato variamente latinizzato in passato, dando
vita alle varianti ormai obsolete Aramec e Azimech. Il nome Alramih usato nel Trattato sull'astrolabio di Geoffrey
Chaucer del 1391. Un altro nome arabo Haras al-sam ( ), "Guardiano dei Cieli".
[10][11][12]
Nell'astronomia cinese, Arturo chiamata 'Dah Jyaoo ( , Grande Corno, Pinyin: Djio), essendo la stella pi
luminosa della costellazione cinese del Corno (Jyaoo Shiuh) ( , Pinyin: Jio Xi). Con le successive mutazioni
storiche venne a far parte della costellazione cinese Kangh Shiuh ( , Pinyin: Kng Xi).
L'antica astronomia giapponese ha adottato il nome cinese Dah Jyaoo ( , Tai Roku), ma attualmente pi
comune il nome occidentale di Arturo ( ).
Nell'astronomia Hindu corrisponde alla tredicesima Nakshatra (suddivisione del cielo), chiamata Svt, che significa
o il grande camminatore, in riferimento forse alla sua lontananza dallo zodiaco, o la perla, la gemma, il grano di
corallo, in riferimento probabilmente alla sua luminosit.
Arturo (astronomia)
12
Nella cultura
Essendo una delle stelle pi luminose del cielo notturno, Arturo ha attirato l'attenzione su di s fin dai tempi pi
remoti. Questa stella gi citata dal poeta greco Esiodo e per lungo tempo si creduto che il libro di Giobbe facesse
riferimento a essa al versetto 38,32 ("Fai tu spuntare a suo tempo la stella del mattino o puoi guidare l'Orsa insieme
con i suoi figli?"), sebbene ora si creda invece che il versetto faccia riferimento alla costellazione dell'Orsa
Maggiore. Presso i greci e i romani si credeva che il sorgere e il tramontare di Arturo fosse associato a eventi
infausti: in questo senso ne parla l'astronomo e poeta greco Arato di Soli, mentre Plinio il Vecchio la chiama terribile
e Virgilio nelle Georgiche fa allusione ai suoi influssi negativi sull'agricoltura.
Jacopo Amigoni (1675 - 1752), Zeus, sotto le sembianze di Artemide,
seduce Callisto (ca. 1740-1750).
Nella mitologia greca, Arturo una stella creata da
Zeus per proteggere le vicine costellazioni di Arcade e
Callisto (Orsa Minore e Orsa Maggiore). Callisto era la
figlia di Licaone, re dell'Arcadia. Essa, ancora
giovinetta, si vot alla dea Artemide: doveva rimanere
vergine per servire e accompagnare la dea a caccia di
animali nella foresta. Zeus tuttavia si innamor di
Callisto e la sedusse; dalla loro unione nacque Arcade.
Zeus sapeva che se sua moglie Era fosse venuta a
conoscenza del tradimento si sarebbe vendicata su
Callisto; quindi per proteggerla la trasform in un'orsa
(in un'altra versione del mito Era stessa a trasformare
Callisto in orsa; in un'altra ancora Artemide, una
volta scoperto che Callisto era venuta meno al suo
voto). Callisto, trasformata in orsa, vag nella foresta
alla ricerca del figlio, che trov alcuni anni dopo, quando Arcade era ormai un uomo adulto. Ella cerc di
abbracciare il figlio sollevandosi sulle gambe posteriori, ma Arcade non la riconobbe e pens che l'orsa stesse per
aggredirlo. Proprio quando Arcade stava per uccidere sua madre, Zeus, commosso per ci che stava per accadere,
trasform Callisto e Arcade in due costellazioni (Orsa Maggiore e Orsa Minore). Venuta a conoscenza dell'accaduto,
Era, furiosa, chiese a Oceano di non permettere che potessero mai bagnarsi nelle sue acque. In questo modo viene
spiegata la declinazione molto settentrionale delle due costellazioni che le rende circumpolari in molte regioni
dell'emisfero boreale. Per proteggere le due costellazioni dalla gelosia di Era, Zeus mise Arturo a guardia di Callisto
e Arcade. Da qui deriva il nome di Arturo, che significa guardiano dell'Orsa.
I navigatori polinesiani preistorici chiamavano Arturo Hklea, "Stella della Gioia". Nelle isole Hawaii, Arturo
allo zenith; utilizzando Hklea e altre stelle, i polinesiani partivano da Tahiti e dalle isole Marchesi con le loro
canoe a doppio scafo. Essi viaggiavano a est e a nord attraversando l'equatore e raggiungevano la latitudine in cui
Arturo appariva allo zenith nel cielo notturno estivo. In tal modo stabilivano di essere arrivati alla latitudine corretta.
Quindi viravano verso ovest, sfruttando gli alisei. Se Hklea era mantenuta direttamente sopra loro teste, essi
approdavano sulle spiagge sudorientali dell'Isola di Hawaii. Per ritornare a Tahiti, i navigatori polinesiani usavano
Sirio, perch in questa isola appare allo zenith. Dal 1976 navigatori della Polynesian Voyaging Society Hklea
hanno attraversato l'oceano Pacifico parecchie volte utilizzando le antiche tecniche di navigazione di questi popoli.
La trib dei Koori del sud-est dell'Australia chiamava Arturo Marpean-kurrk. Quando raggiungeva il nord in
primavera Arturo annunciava la comparsa delle larve di una specie di formiche di cui essi si cibavano, mentre la sua
scomparsa all'inizio dell'estate determinata dalla posizione vicina al Sole annunciava la scomparsa delle larve. Arturo
era anche nota come la madre di Djuit (Antares) e di un'altra stella in Boote, chiamata Weet-kurrk.
Arturo (astronomia)
13
Il poster dell'esposizione
di Chicago del 1933
Presso i nativi americani nel nord America si riteneva che l'arco formato dalle stelle del
Grande Carro fosse un orso inseguito da primavera fino all'autunno da una fila di
cacciatori. Tali cacciatori sono identificabili con le stelle che formano la stanga del carro e
con quelle che costituiscono la parte ovest della costellazione del Boote. Esse in particolare
sono: Pettirosso (Alioth), Passero (Mizar), Corvo (Alkaid), Piccione (Seginus nel Boote),
Ghiandaia (Izar), Civetta (Arturo) e Civetta acadica (Mufrid). Sfinito dal lungo
inseguimento, in autunno l'orso viene ferito dalle frecce dei cacciatori, barcolla nei pressi
dell'orizzonte nord, dove il suo sangue schizza macchiando di rosso il petto di Pettirosso
(Alioth) e cola imporporando la foresta (il fogliame rosso autunnale). Ma ogni anno l'orso
scappa (i cacciatori identificati con le stelle del Boote tramontano), va in letargo, le sue
ferite si rimarginano durante l'inverno e si risveglia di nuovo in primavera per essere
nuovamente inseguito.
La luce di Arturo fu utilizzata nella primavera 1933 per aprire la "Century of Progress Exposition", un'esposizione
universale tenuta a Chicago per celebrare il centenario della citt. La luce della stella fu concentrata da un telescopio
su una cella fotoelettrica, la cui corrente elettrica serv per attivare un interruttore che accese i riflettori della
esposizione. Fu scelta Arturo perch un'importante esposizione precedente si era tenuta a Chicago nel 1893, 40 anni
prima, e gli astronomi nel 1933 ritenevano che la luce impiegasse 40 anni per giungere da Arturo fino a noi (in realt
oggi sappiamo che Arturo si trova pi vicino a noi, a poco meno di 37 anni luce).
Note
[1] Come verificato dal software di simulazione spaziale Celestia.
[2] [2] Ci dovuto probabilmente al fatto che nelle galassie di piccole dimensioni il processo di formazione stellare pi lento: cfr.
[3] Arcturus by Jim Kaler (http:/ / stars. astro.illinois.edu/ sow/ arcturus. html)
[4] Atlas of universe (http:/ / www. atlasoftheuniverse.com/ 50lys. html)
[5] Mass-Luminosity Relationship (http:/ / hyperphysics. phy-astr. gsu. edu/ hbase/ Astro/ herrus. html#c3)
[6] Si pu giungere a questo risultato nel modo seguente: la permanenza di una stella all'interno della sequenza principale proporzionale al
combustibile nucleare che ha a disposizione (cio alla sua massa) e inversamente proporzionale al ritmo con cui questo combustibile viene
consumato (cio alla sua luminosit). Poich una stella della massa del Sole permane all'interno della sequenza principale circa 10
10
anni, il
numero di anni di permanenza di una stella all'interno della sequenza sar uguale a UNIQ-math-0-89d140807286f1ce-QINU ove
UNIQ-math-1-89d140807286f1ce-QINU e UNIQ-math-2-89d140807286f1ce-QINU sono il rispettivamente il rapporto fra la massa e la
luminosit della stella con quella del Sole. Ora la luminosit di una stella determinata dal seguente rapporto:
UNIQ-math-3-89d140807286f1ce-QINU , ove UNIQ-math-4-89d140807286f1ce-QINU per stelle di massa
UNIQ-math-5-89d140807286f1ce-QINU . Ne segue che una stella di UNIQ-math-6-89d140807286f1ce-QINU masse solari, ove
UNIQ-math-7-89d140807286f1ce-QINU , permarr nella sequenza principale UNIQ-math-8-89d140807286f1ce-QINU anni, cio
UNIQ-math-9-89d140807286f1ce-QINU anni. Poich Arturo ha al massimo una massa pari a 1,1 volte quella del Sole, la sua permanenza
minima nella sequenza principale pari a UNIQ-math-10-89d140807286f1ce-QINU anni, cio all'incirca
UNIQ-math-11-89d140807286f1ce-QINU anni. Cfr.
[7] (http:/ / www. perseus.tufts.edu/ hopper/ text?doc=Perseus:text:1999. 04. 0057:entry=*)arktou=ros), Henry George Liddell,
Robert Scott, A Greek-English Lexicon, on Perseus
[8] (http:/ / www. perseus. tufts.edu/ hopper/ text?doc=Perseus:text:1999. 04. 0057:entry=a)/ rktos), Henry George Liddell, Robert Scott,
A Greek-English Lexicon, on Perseus
[9] (http:/ / www. perseus.tufts. edu/ hopper/ text?doc=Perseus:text:1999. 04. 0057:entry=ou)=ros2), Henry George Liddell, Robert Scott,
A Greek-English Lexicon, on Perseus
[10] Lista delle 25 stelle pi luminose. La traduzione proposta qui per, del tutto impropriamente "Guardiano del Paradiso" (http:/ / www. jas.
org.jo/ arabic/ alma. html), Web site della Societ Astronomica della Giordania.
[11] Allen Richard Hinckley Allen, I nomi delle stelle e i loro significati (1936), pp. 98-103.
[12] Hans Wehr (J.M. Cowan ed.), A Dictionary of Modern Written Arabica (Wiesbaden, Otto Harrassowitz, 1994).
Arturo (astronomia)
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Arturo (astronomia)
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