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REPORTAGESreporter

Allarme mari Europei:acque infestate da


tonnellate di armi chimiche e residuati
bellici
21/02 12:34 CET
Giovanni e Michele de Candia sono due fratelli che per decenni hanno fatto i pescatori al largo della costa italiana
di Molfetta. Una vita dedicata al lavoro che, come ci spiegano, ha avuto tuttavia ripercussioni sulla loro salute.
Motivo: essere rimasti esposti a lungo a questi residuati bellici e chimici finiti nei mari dellEuropa.
Abbiamo avuto problemi di respirazione, racconta Giovanni, dopo 4 ore facevamo fatica a respirare, bruciore agli
occhi e problemi alle dita, specialmente alle punte delle dita, la parte che si usa per lavorare; ci vengono sul corpo
delle bolle rosse come funghetti che poi si seccano e se ne vanno.
Le agenzie governative per lambiente hanno eseguito test sui questi due pescatori e su altri loro colleghi. Si
aspettano ancora i risultati. Ma Michele sa perch malato. Colpa delliprite conosciuto come il potentissimo gas
mostarda.
Il ferro esterno di queste bombe che abbiamo qui intorno, dice Michele, con il passare degli anni si corrode e
fuoriesce il contenuto e cammina con lacqua, arriva vicono alla rete. Quando andiamo a tirarla su ci bruciamo le
mani e gli occhi. E quantaltro. Mio padre pescava con i rampini le casse piene buttate a mare dai tedeschi, dagli
inglesi, qui tutto pieno. Bombe e materiali chimici convenzionali e non convenzionali.
Una pesante eredit per lItalia quella dei residuati bellici degli attacchi del 1943 quando aerei tedeschi
bombardarono le navi alleate nel porto di Bari. Una delle navi americane colpite, aveva a bordo liprite o gas
mostarda che doveva servire nel caso la Germania avesse utilizzato armi chimiche contro lItalia. Ovviamente era
un segreto perch gli Stati Uniti, come la Germania e lItalia avevano siglato negli anni 20 un Protocollo a Ginevra
che vietava luso di armi chimiche in guerra. Il potentissimo gas letale fece parecchie vittime, specie tra coloro che
lavoravano al porto per ripararlo dalle devastazioni. Le munizioni sono state scaricate in mare, comprese le scorte
chimiche che Benito Mussolini aveva accumulato durante il suo regime fascista.
Secondo scienziati e ricercatori marini ci sarebbero circa 90 mila residuati bellici convenzionali sulla costa al largo
di Bari. La maggior parte sono munizioni, c per anche una piccola percentuale di residuati chimici che
comprendono appunto liprite, il gas di cui parlano i pescatori. Secondo questo biologo che lavora per unagenzia
governativa per la protezione dellambientale si corrono pi rischi a spostare questi materiali che a lasciarli in
mare.
Naturalmente lopzione di togliere questi ordigni dal fondo marino, dice Nicola Ungaro biologo presso lARPA,
la soluzione migliore perch si eviterebbe il problema in mare, ma il problema poi si riproporrebbe sulla terra
ferma, ovvero nei luoghi dove si dovrebbero smaltire questi ordigni. Nello stampo tempo la movimentazione
potrebbe causare il rilascio di queste sostanze, cosa forse peggiore rispetto al mantenimento in loco.
Per evitare il contatto con queste sostanze tossiche, ai pescatori stata chiesto di non pescare, e sono stati dati
loro consigli su cosa fare se dovessero venire in contatto con questi tipi di residuati. Consigli utili, ma per molti
non sufficienti. Le munizioni e le bombe devono essere rimossi.
Massimiliano Piscitelli, ingegnere ambientale, lancia un ulteriore allarme. Nel mare ci sarebbero anche le bombe a
grappolo alluranio impoverito sganciati, pare, dagli aerei Nato dopo il conflitto in Kosovo. Per lItalia la priorit
occuparsi delle bombe che si trovano pi vicine alla riva e ai centri abitati.
Loperazione di bonifica, fa notare Piscitelli, attraverso la rimozione degli ordigni localizzati in prossimit della
costa unoperazione costosissima che richiede tempo e molti uomini; anche rischiosa ma lunica cosa che si
pu fare per rimuovere gli ordigni che sono stati depositati a poche centinaia di metri dalle spiagge dove la gente
fa il bagno, o allinterno dei bacini portuali utilizzati dai pescatori per ormeggiare le barche.
LItalia non , tuttavia, lunico paese a subire le conseguenze dei residuati tossici e bellici. Dal Baltico al Mare del
Nord, milioni di munizioni chimiche inesplose infestano i fondali europei. Qui siamo a circa 500 metri dalla costa
del Belgio, ci sono circa 35 mila tonnellate di residuati chimici della prima guerra mondiale. La pesca e il nuoto
sono vietati. Anche se per gli scienziati marini questo materiale sepolto viene strettamente monitorato. E quindi
non dovrebbe dare grandi problemi.
Jan Mees, Direttore dellIstituto Marino delle Fiandre, fa notare che in Belgio state usate armi chimiche come il
gas mostarda durante la seconda guerra mondiale. E i residui sono per il Paese uneredit scomoda. Abbiamo
tonnellate e tonnellate di munizioni. Principalmente sono residuati bellici tedesci, sottolinea il Direttore
dellIstituto Marino delle Fiandrema, ma non solo. Moltissimo materiale chimico stato trovato in giro nei campi
delle Fiandre. Tutta larea piena. Ci si doveva sbarazzare in qualche modo di tutto questo. E cos il governo ha
preso una decisione molto rapida e semplice: cercare tutti quanti insieme nella sabbia dove sono state sotterrate
le bombe, in modo da spostarle in mare, senza dover organizzare dei trasporti troppo complicati. Per sei mesi
ogni giorno una nave piena di testate chimiche ha lavorato e scaricato materiale.
Jan Savelkoels lavora per una societ belga specializzata nella rimozione dei residuati bellici nei fondali marini. Qui
ci mostra come, con il tempo, il tappo di protezione del dispositivo di fusione, si corrode. Ecco perch durante i
primi anni 90 diverse bombe e munizioni hanno avuto delle perdite di materiali tossico. Tutto questo deve esere
monitorato costantemente. Anche se loperazione costa molti soldi. Dobbiamo coinvolgere le autorit politiche
che esattamente quello che cerca di fare la mia associazione, soprattutto nei paesi baltici. Stanno cercando di
spiegare da un punto di vista della sicurezza qual il problema di tali munizioni inesplose che si trovano sul fondo
del mare. Nel Mar Baltico ci sono circa 1,6 miliardi di tonnellate di munizioni. Mentre nel Mare del Nord si trovano
circa 1,3 miliardi di tonnellate.
Torniamo in Italia. Matteo DIngeo ha appena costituito un gruppo a Molfetta per sensibilizzare i cittadini sul tema
dellambiente. Qui ci mostra dove le armi chimiche rinchiuse in contenitore di cemento sono a circa 50 metri dalla
spiaggia. La sua piccola organizzazione chiede la rimozione immediata di questo materiale.
Il dibattito sulle discariche di munizioni e di rifiuti si riacceso dopo il caso delle scorte chimiche provenienti dalla
Siria e dirette in un porto italiano per la distruzione. Dopo il trasferimento su una nave statunitense, le armi
verranno smantellate in mezzo al mare. Unoperazione complessa che non piace agli ambientalisti.
Siamo preoccupati, racconta DIngeo, anche da quando abbiamo appreso che lo smaltimento delle armi chimiche
poteva approdare sulle coste italiane; qualcuno ci deve spiegare se la procedura prevista, quella dellidrolisi, sia
quella giusta; non ci hanno ancora detto dove veranno smaltiti i contenitori, su quale fondale, alcuni parlano del
Mediterraneo, altri dellOceano, ma in qualsiasi mare avvenga un problema. Nel frattempo Michele e Giovanni,
i due fratelli pescatori, sono ancora in attesa di risposte, e dei risultati dei test sulla loro salute.
Ci hanno detto che i pescatori di Molfetta si devono mettere la tuta con la maschera anti-gas, e io ho detto ma
noi stiamo lavorando in mare o in una fabbrica chimica?
Rifiuti, residuati bellici, armi chimiche: un problema per ambiente e salute sul quale i governi devono lavorare
ancora parecchio.
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