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Zona 508

il trimestrale DAgli Istituti di pena Bresciani

Marzo 2014

Zona 508 Trimestrale Dagli Istituti di pena BrescianiAutorizzazione del Tribunale di Brescia n.25/2007 del 21 giugno 2007

... del tutto illusorio pensare ad una risocializzazione attuata senza o contro lintervento diretto e concreto dei consociati, o almeno della grande maggioranza di essi e degli enti locali Dott. Giancarlo Zappa

La rieducazione

Sommario
Disegno a cura di Alice, Beatrice, Laura, Gaia, Alessandro dellistituto V.Gambara

Editoriale

Autorizzazione del Tribunale di Brescia n.25/2007 del 21 Giugno 2007. Direttore responsabile: Marco Toresini Editore: Act (Associazione Carcere e Territorio) Vicolo Borgondio, 29 Brescia Redazione amministrativa: c/o Act Vicolo Borgondio, 29Brescia Tipografia: Grafiche Cola Sr. Via Rosmini, 12/b 23900 Lecco Redazione:

Speciale: la rieducazione

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C posta per te

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Poesie

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Rubrica Letteraria:
Senza scampo. La mia vita rubata da faide e ndrangheta

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di Carmelo Gallico

Ricette

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Oroscopo

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Francesco, Marco, Vincenzo, Angelo, Flavio, Jawab,Stefano, Carlo, Beqir, Vito, Mario, Fabrizio, Eddy, Driton ,Redouane, Annamaria, Omar,Bianca, Mariapaola, Alessandro,Piova, Laura, Giuseppe, Cesare,Daniela, Lucia, Sofia, Alessio, Daniela, Laura, Camilla,Roberta, Alessandra, Francesca,Marta, Andrea, Virginia

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Non abbassare la guardia


Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, reduce da una visita al carcere di Poggioreale a Napoli, aveva indicato la situazione carceraria italiana come una emergenza nazionale. LEuropa, accogliendo uno dei tanti ricorsi partiti dalle celle di mezza Italia (molti anche da Brescia) aveva condannato il nostro Paese a prendere provvedimenti efficaci e duraturi per vincere le condizioni difficili, per non dire drammatiche, in cui versavano molti penitenziari della penisola. Per un periodo in Italia il tema carcerario sembrava diventato di primaria importanza per le sorti della nazione. Chi da anni lavora, nelle istituzioni e nel volontariato in un settore difficile e quasi dimenticato come quello penitenziario, quasi non credeva ai propri occhi pensando a tante, insperate, attenzioni. Tutto bene? Non proprio. LItalia ci ha abituato ai buoni propositi consumatisi in fuochi di paglia, alle mobilitazioni concretizzatesi in interventi spot, alle montagne che partoriscono topolini. Cos, quando il parlamento stato chiamato nei primi mesi del nuovo anno a discutere della situazione carceraria italiana lo ha fatto in aule deserte e distratte, in un clima balneare fuori tempo e fuori luogo. Dove era finita lindignazione nazionale per le condizioni delle patrie galere? Si sono chiesti molti commentatori sui quotidiani al cospetto di fotografie che ritraevano aule parlamentari deserte, presidiate da pochi rappresentanti del popolo. Con quale spirito la politica aveva fatto proprio laccorato appello del presidente Napolitano? Con il deserto delle idee e della volont per un tema che e resta marginale nel contesto della politica italiana (non riusc nemmeno il carisma di un papa come Karol Wojtyla a destare le coscienze su temi come amnistia e indulto), come se un carcere migliore non renda migliore anche la societ e un cammino di espiazione non buonista ma realmente efficace finisca per restituire alla collettivit cittadini migliori e non ex criminali senza speranza. Le foto di quelle aule deserte ci dicono quindi che non bisogna mai abbassare la guardia sul tema delle carceri, che non bisogna mai cullarsi nella convinzione di aver fatto breccia nella stanza dei bottoni, di aver raggiunto obiettivi con tanta facilit. La strada e resta in salita anche davanti a promesse e insperate aperture (son cambiati ministri, sono mutate le ipotesi di lavoro, ma, ad esempio, che fine ha fatto il dossier per dare una nuova location a Canton Mombello?). Fortunatamente la politica dei piccoli passi e dellintegrazione a Brescia non si mai fermata e anche in questi mesi il tema della qualit della vita nelle carceri cittadine fa registrare piccoli traguardi (come, ad esempio, il rinnovamento delle cucine di Verziano). Altri ne verranno in un territorio che si mostrato sempre attento allaccoglienza e allintegrazione. Attenzione vera e concreta che vale pi di mille dibattiti parlamentari in aule distratte e semi deserte. Marco Toresini
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ZONA 508 IN TUTTA BRESCIA


Il nostro giornalino rappresenta in modo concreto e tangibile alcuni degli obiettivi generali di ACT riguardanti la promozione della sensibilizzazione dellopinione pubblica circa la realt carceraria locale e la possibilit di essere un ponte che favorisca dialogo, confronto e scambio reciproco tra il mondo intero listituzione penitenziaria e quello esterno da essa. Per realizzare ci stiamo utilizzando il servizio offerto dalla rete bibliotecaria bresciana che ci permette di far giungere ZONA 508 in tutte le biblioteche cittadine e di provincia, e sappiamo che Brescia rientra nella top 10 delle citt italiane con maggior numero di province, per cui possiamo essere certi di essere conosciuti da un buon numero di persone! Laspetto maggiormente soddisfacente sta nel fatto che, dopo la prima spedizione di prova fatta nei mesi estivi dello scorso anno, abbiamo deciso di contattare singolarmente le biblioteche per avere un riscontro immediato del servizio; non solo abbiamo avuto conferma della sua efficienza ma ci sono state anche richieste ulteriori copie della rivista. Parlando di numeri, ci stiamo riferendo a circa 230 biblioteche che vogliono anche fino ad un numero di 10 copie per ogni uscita del nostro giornalino in quanto suscita interesse nei lettori. Inoltre, ZONA 508 entra anche nelle scuole grazie allo specifico progetto che vede coinvolti i nostri volontari nella sensibilizzazione dei giovani studenti alla legalit. Infine, ci sono numerose istituzioni locali e privati che ricevono ad ogni uscita delle copie che vengono prontamente spedite loro. Tirando le somme possiamo sicuramente interpretare queste informazioni come positive e come ulteriore motivazione per proseguire con il nostro progetto pensando anche a come riuscire a diffondere maggiormente ci che pubblichiamo. Virginia
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LA BELLEZZA NELLO SCRIVERE Scrivere, non per diventare scrittori, non per obbligo ma per il piacere di scrivere. Imprimere su quel foglio bianco parole, frasi, pensieri e sentimenti, come svuotare una parte di noi per riempirne un'altra. Intorno e dentro di noi si manifesta una sorta di Alchimia Misteriosa tra memoria, emozioni e ragione; volerla dirigere ignorando il lato misterioso vuol dire impoverirsi gi in partenza e trattenere tutta quella bellezza che la nostra mente trasmette al nostro cuore, per poi lasciarla andare libera di scorrere su quel foglio bianco. In realt non bisogna mai inseguire la bellezza quando si scrive, perch la bellezza offerta dalle parole ricercate e altisonanti una bellezza tutta esteriore, superficiale, come un abito luccicante sotto il quale non si cela niente. La bellezza che si deve perseguire nella scrittura tutta interiore, la bellezza della ricerca, della verit, della gioia e l'intensit del dolore. Scrivere una via per conoscersi, per conoscere, farsi conoscere e per donarsi attraverso la conoscenza, e molte volte per mostrare qualcosa che gli altri non vedono. Ecco, scrivere un po' come lasciarsi andare nella corrente di un fiume. Assieme a noi e all'acqua si muovono tante altre cose, alcune le prenderemo, altre le scarteremo. La cosa pi importante non irrigidirsi, non giudicare, non decidere prima... Ma essere rilassati e leggeri come un bambino che gioca. Auguro a tutti una Buona Scrittura! Angela IL GIORNALINO ! Inizio questo articolo ringraziando tutti i ragazzi e i volontari che partecipano al corso di giornalino i quali mi hanno accolta con calore quando qualche settimana fa ho iniziato. All'inizio, non sapendo come si svolgeva, me ne stavo un po' in disparte ascoltando le opinioni degli altri... Ora, ogni mercoled, quando scendo per presenziare, mi sento un'altra persona... bello perch ognuno di noi esprime liberamente le proprie opinioni e pensieri, e si racconta. In quei momenti dimentico il luogo in cui mi trovo e non penso alla sofferenza che provo durante il resto della settimana, perch anche se si tratta di poco pi di un'ora, un'ora diversa. Un'ora che mi fa sentire libera con accanto delle persone che non mi giudicano e mi valutano per quello che sono. Non sono una persona di tante parole, ma nel mio piccolo provo a farmi conoscere. Grazie a tutti. Alexandra
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Linvito alla lettura


con questa definizione che lAREA EDUCATIVA DI VERZIANO ha formato un gruppo di lettura di afecionados e frequentatori della biblioteca interna a cui partecipano venti persone tra detenuti e detenute. Lo scopo principale, nelle intenzioni della nostra educatrice DR.SSA SILVIA FRASSINE, che ci ha permesso solo per loccasione di darle del TU (non male), di allargare ancor pi questo interesse con scambi di opinioni e confronti sul libro scelto da leggere per lintero gruppo. Questo non vuole essere un ESPERIMENTO Gi nel sociale esterno esistono molti di questi gruppi di lettura che interscambiano opinioni e per noi ristretti ancor di pi una bellissima realt che ci rende partecipi ad un futuro sociale. Devo fare un GRANDE PLAUSO allespertissima CRISTIANA, conduttrice a RADIO ONDA DURTO di una rubrica sui libri, per la sua partecipazione da esterna: preparata, professionale, critica nel giusto, con la sua importante collaborazione, ci illumina, consiglia e coinvolge dallinizio con interesse; e detto da una definita BIBLIOTECA VIVENTE. sua anche la proposta del primo libro di lettura, che abbiamo votato a maggioranza: OH-BOY! Questo il libro (non unesclamazione) cui nelle librerie indicato come lettura dei ragazzi. Nonostante sia stato scritto quindici anni fa per noi tutti ed a detta degli ESPERTI in materia, tratta tematiche molto attuali quali ad esempio la RESPONSABILITA GENITORIALE. Penso sia, per i temi, adatto anche ad un pubblico ADULTO ed infatti, nella nostra discussione a confronto, che sempre garbata e rispettosa nel giudizio generale, questo quello che sostanzialmente emerso. E' anche da considerare che, grazie al contributo di tutti nell'esprimere le proprie impressioni, si riesce ad avere una ancor pi visione TOTALE dei contenuti e sembra quasi di aver letto il libro per la seconda volta. Ben vengano queste iniziative: occupando la mente con la lettura, oltre ad essere utile in materia di CULTURA, si ha sempre limpressione e la sensazione dellessere partecipi al TESTO. ESTRANIANDOCI non poco ed involontariamente AL LUOGO cui APPARTENIAMO. PIOVA54

PAROLE: MENTE E MEMORIA Oggi tutto diventato sciatto e con ci niente pi veramente particolare e prezioso. A volte mi pare anche che la lingua che parliamo sia stata infettata da qualche virus che le toglie la sua forza. Certe parole usate e riusate, specie a sproposito, hanno perso gran parte del loro significato. Parliamo sempre pi spesso per clich, ripetiamo modi banali di dire le cose, parliamo soprattutto distrattamente, tanto per fare conversazione. Amare ad esempio una bella espressione, una parola potente, ma non si pu ogni giorno amare e indubbiamente non si pu allo stesso modo amare una persona o una cosa. Chi vive nellamore rischia pi degli altri e spesso deve pagare un prezzo molto alto. Invece di aprire lanima, lamore delle volte la fa chiudere e molte volte lamore che non si riceve quello che si desidera maggiormente. Cos lamore: istintivo, inspiegabile, disinteressato. Innamorati non si sente ragioni, non si ha paura di nulla, si disposti a tutto. Innamorati ci si sente inebriati di libert, si ha limpressione di poter abbracciare il mondo intero e ci pare che lintero mondo ci abbracci. Tante cose e modi di fare, di dire, hanno perso la loro magia, con il tempo tanto o tutto pu perdere il suo significato, il suo valore. Uno degli strumenti pi sofisticati di cui disponiamo la Mente ma non la prendiamo in considerazione e, con un atteggiamento tipico dei nostri tempi moderni, facciamo fare tutto a quello che chimica, quel che invece potremmo, almeno in parte, far fare alla Mente. La chimica sempre di pi la soluzione su tutto. Si depressi, si stanchi, si magri si grassi? C sempre una pillola inventata e messa in vendita per risolvere il problema. Lacqua, ad esempio, la semplice acqua che beviamo ha la sua importanza, la suo forza, il suo strumento!...la memoria, che come la nostra rimane e rimarr incancellabile. E proprio dalla mente, dalla memoria che noi tiriamo fuori il peggio o il meglio di noi stessi, le parole, i gesti, i movimenti, i sogni: tutto parte da questo sofisticato strumento che a volte preferiamo spegnere o addirittura non accendere mai. Angela

Illusioni
Il pi semplice dei crimini: l'indifferenza. Pensiamo di non poterci fare nulla, ma non cos. Nessuno ha pi risposte che contano, perch nessuno pone pi le domande giuste. Questo diventato il mondo in cui viviamo, cos anche la buona parte delle persone che lo abitano. Per primi, quelli che noi chiamiamo le persone che contano, che nelle loro vesti di persone importanti, si portano dietro il loro branco di pecore, promettendogli il miracolo pi grande del mondo, di risolvere tutti i loro problemi. Con quelle loro false pretese di saper prima e poi risolvere e aggiustare tutto. La scienza arrivata a clonare la vita, ma non a dirci cos' la vita; la medicina riuscita a rimandare la morte, ma sappiamo davvero cosa permette ai nostri occhi di vedere e alla nostra mente di pensare? Eppure, grazie alla grande fiducia che abbiamo in queste persone che contano, diamo ormai tutto per scontato. Si crede di saper tutto ed invece non si sa, ci si accontenta quindi di non sapere, convinti che presto si sapr. Con questo gioco di parole non voglio sminuire certamente nessuno ma la popolazione aumenta, esaurendo le risorse della terra, sicuramente qualcuno se ne star di certo occupando, risolveranno anche questo problema? Ma si!! rimettiamoci alla modificazione genetica, che in poco tempo produrr raccolti miracolosi e magari anche nuovi tipi di strane malattie. Viviamo come se questo fosse l'unico modo possibile, un mondo che promette sempre una qualche felicit, fatta di pi progresso e sostanzialmente di pi istruzione. Ma che istruzione! Se alla fine dei conti tutto sembra ridursi ad un problema di organizzazione ed efficienza. Che illusione! Ma cos che ci siamo tarpati le ali della fantasia, che abbiamo messo il bavaglio al cuore, che abbiamo ridotto tutto il mondo al solo mondo dei sensi e con questo negandoci che esiste anche l'altra met della medaglia e della verit. Marta Pettirosso. Mi sono avvicinato ad un pettirosso ferito che cinguettava flebilmente, quello di un pettirosso morente il suono pi dolce che io conosca. Gli ho dato una carezza affettuosa, pregustandogli il prossimo volo verso il paradiso degli animali, che legittimo pensare dentro un giardino fiorito, pieno di sole. Vincenzo.

2013: UN ANNO PASSATO COS, TRA SPERANZE E DELUSIONI, COSE POSITIVE E COSE DA MIGLIORARE MOLTO
E cos siamo arrivati alla vigilia di Natale, e quindi anche alla fine di questo 2013, purtroppo trascorso quasi interamente tra queste mura ed arrivato anche il momento di tracciare un bilancio di questo periodo della mia vita. Prima di tutto devo ringraziare di cuore gli assistenti volontari, in particolare la signora Apollonia Ciocchi, la quale si sempre dimostrata disponibile e presente; un grazie va anche alle educatrici del SERT che mi hanno sostenuto moralmente e che mi hanno indirizzato verso il reinserimento nella societ. Di questo per devo aggiungere che purtroppo non c ancora il lieto fine. Devo poi, tornando a cose piacevoli, parlare della mia esperienza scolastica e della competenza e disponibilit degli insegnanti, i quali a volte trovano a lezione una o due persone solamente e comunque svolgono il loro lavoro al meglio, seguendo il programma prestabilito. Ed infine veniamo alla redazione del giornalino, del quale sono molto orgoglioso di far parte e con il quale ho avuto occasione di condividere esperienze e opinioni con altri detenuti che ne fanno parte. Ivan

IL MIO DESIDERATO PERMESSO


Eh s, arrivato anche per me il giorno Dopo molti anni, aspettato con ansia. Tre giorni prima di Natale alle 19.30 mi ha chiamato lagente dicendomi: Ruggeri in matricola Avevo il dubbio che fosse la risposta positiva o negativa del permesso. Lansia, i battiti del cuore, dalla sezione alla matricola mi erano saliti a mille. Entrato, lappuntato mi disse: Ruggeri, le hanno concesso dodici ore di permesso il 25 Per un attimo ho pensato di aver capito male, cos glielo richiesi dicendo: Ho capito bene? Dodici ore proprio il 25, giorno di Natale? Mi rispose: S Esultai non gridando come se avesse segnato il mio Milan, stringevo i pugni dicendo: Ma vieni, ma vieni, cavalo ma vieni, s, s, s! Non potevo ricevere un regalo pi bello il giorno di Natale. Credetemi, da quella sera fino al giorno 25 alle ore 8.00 non sono pi riuscito a dormire. Pensavo a mille cose: come sarebbe stato, ai cambiamenti che ci sono stati Dentro di me cera una gioia immensa, ma anche paura Ma tutto si svolto benissimo, sin dalluscita dal cancello alla mia entrata nella stessa sera. Mai ho vissuto un Natale cos intenso, godendomi ogni minuto che passavo assieme a tutta la mia famiglia. Chiunque arrivava aveva per me un abbraccio, aveva per me un regalo e frasi di piacere nel rivedermi a casa; scherzando qualcuno mi diceva: Che bello che sei, si sta bene l, non si invecchia . Qualcuno, diversamente, con gli occhi lucidi mi abbracciava senza dirmi niente. Fuori pioveva fortissimo, ma in casa sembrava che ci fosse il sole caldo di Ferragosto, con tutto il calore sulla famiglia unita e felice. Tutto quel giorno sul loro viso splendeva la serenit: eravamo cos felici che i problemi che dobbiamo affrontare tutti i giorni sembrava fossero svaniti. Non facile per me, n per chiunque raccontare, descrivere in modo particolare le emozioni vissute in quel giorno se non le si vivono personalmente ma vi assicuro che sono state belle e indimenticabili. Questo Natale rester il Natale pi bello che io ricorder!!! Mancava solo una persona, il pilastro: mio padre, ma come se lui fosse stato l con noi, perch per tutti noi lui sempre presente nei nostri pensieri e nei nostri cuori. Auguro a tutti di vivere questo grande evento come io ho vissuto il mio, riassaporando quel bene immenso quale la libert, che non ha prezzo. dal bergamasco Dok
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Parlare di rieducazione vuol dire affrontare un campo pieno di problematiche, dove prenderne coscienza il primo passo da fare, per poi capirle, affrontarle e risolverle. In tutto questo la rieducazione deve fare da protagonista. Vorrei affrontare questo tema parlando del problema alimentare che mi riguarda in prima persona, con tutti i suoi aspetti che sono lanoressia, la bulimia. Anche il semplice non piacersi non da meno e pu portare in momenti, giorni o periodi il nostro corpo, la nostra persona, a dei digiuni prolungati o ingozzamenti esagerati per poi essere costretti a vomitare. Vorrei con questo articolo, nel mio piccolo, mandare un segnale alle tante persone che soffrono di questi disturbi e per la prima volta essere sincera con me stessa e con gli altri nel metter un punto a questo problema. Ho questo problema da prima che entrassi in questo posto (carcere) e dopo la condanna il problema si accentuato; mangiavo e poi mi procuravo il vomito da sola oppure facevo dei lunghi digiuni o mangiavo in modo sregolato. Capire il problema da soli non facile. Accettarmi, la paura di ingrassare, la paura di non piacere agli altri, di non essere accettata e infine la rabbia pesante e il vuoto immenso che mi portavo dentro, tutto questo lo dimenticavo vomitando, per me era uno sfogo, era diventato come un rito. Per fortuna sono riuscita a fermarmi prima che entrassi nel tunnel dellanoressia dove lautodistruzione, di cui ho parlato prima, va a braccetto con la morte. La mia rieducazione sicuramente non completa, rieducarsi da soli non facile, devo ancora capire tante cose di me, del mio corpo e della mia persona. Quello che mi ha aiutato in questo momento a smettere e capire che stavo sbagliando stata la parola AMORE e portare allautodistruzione il mio corpo vuol dire non amarsi, non amare e far del male alle persone che ci amano. Grazie allamore, allamore che provo per OMAR e che lui prova per me, ho capito che se mi stavo facendo male, a lui ne stavo facendo il doppio. Questo per me un piccolo passo verso una rieducazione che sicuramente non finir qui. Vorrei concludere nel dire a me stessa e agli altri che seguire disturbi alimentari non ci porta alla felicit ma su una strada senza ritorno. Non una medicina per conquistare la felicit, il rispetto di s e accettazione sociale, vuol dire diventare ciechi. Oggi ho fatto un altro piccolo passo con il vostro aiuto non solo per me stessa ma anche per gli altri che si trovano nella stessa situazione. La RIEDUCAZIONE un primo passo per tutti. DANIELA
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Rieducazione o alienazione?
Probabilmente quando verr pubblicato questo articolo sar gi in una struttura di recupero e di quest'ultima non posso esprimere opinioni essendo la prima volta che ne andr a fare parte. Posso per raccontare come sono arrivato a voler raggiungere questo obiettivo. Premetto che questa la mia prima carcerazione. Arrivato, non sapevo come muovermi e come affrontare questo percorso obbligato. Ho chiesto quindi consigli a varie persone che stavano vivendo la mia stessa situazione e mi sono accorto che i buoni consigli di cui ho fatto tesoro sono stati ben pochi. Alcuni detenuti hanno cercato di trovare alternative a quello che definisco personalmente "alienazione della persona". La carcerazione una condizione dove l'individuo vive nell'ignoranza e suo malgrado, non appena sente parlare al telegiornale di indulto o amnistia, pensa che ci sia una bacchetta magica o una "fatina libera tutti" che rapidamente risolve tutto; in questo modo tali persone vivono questa esperienza in negativo. Torniamo alla mia esperienza. Casualmente nella cella in cui mi trovo ho conosciuto una persona che frequentava la scuola e gli ho quindi chiesto cosa far per parteciparvi. Ho seguito l'iter consigliatomi e dopo un'attesa ho avuto la possibilit di accedere alla classe seconda. La cosa che pi ho apprezzato stata la possibilit di stare fuori dalla cella per cinque mattine a settimana e poter fare qualcosa che mi impegnasse e che non portasse a pensare alla triste quotidianit. Ho iniziato a frequentare il corso di musica e, dopo non poche richieste attraverso le domandine, ho cominciato a far parte delle redazione di questo giornalino. Mi sono poi reso conto che in questa situazione di grave disagio ci sono molte cose che non funzionano. Vedi ad esempio il turn over lavorativo; non capisco bene il motivo per cui siano poche le persone ad accedervi. Lavorare in carcere oltre ad essere lo strumento per disporre di qualche euro anche la possibilit di poter riconquistare un briciolo di fiducia e autostima. Ci sono stati degli esperimenti di inserimento lavorativo all'esterno accompagnati da tanto clamore sui giornali ma che sono falliti. Per quanto riguarda questa faccenda giusto fare una considerazione a parte. Qualcuno dice che le educatrici non svolgono un lavoro efficace e che il tempo che dispongono per i colloqui con i detenuti poco. Secondo me, il discordo pi ampio, bisogna approfondire la questione. Il primo problema il sovraffollamento, ed inoltre non tutti fanno le "domandine" per i colloqui. Molti pensano (tornando al discorso della "fatina" e della bacchetta magica) che una volta fatto un colloquio con una di queste persone, vengano rapidamente aperte le porte del carcere ma non cos altrettanto vero che sarebbe gradita una maggiore presenza da parte loro, magari attraverso dei gruppi dove le persone detenute possano interagire ed esprimere le loro opinioni su come migliorare la vivibilit del carcere. Questo sarebbe un grande passo avanti, anche per valutare individualmente ogni detenuto. Mi rendo altres conto, date le varie nazionalit dei detenuti con culture profondamente diverse,quanto sia difficile coordinare ma con dei criteri di valutazione si potrebbe provare a creare una commissione formata da detenuti che siano in grado di proporre varie soluzioni o miglioramenti. Poter discutere favorirebbe questa convivenza forzata. Per finire, devo dire che se c' buona volont nella ricerca di riscatto si riesce ad ottenere qualche risultato. La cosa importante perseverare e cercare di far sentire la propria voce, avere credibilit; per fare questo bisogna continuare a sollecitare gli educatori ad occuparsi dei nostri problemi. Se si lascia perdere, viene inteso come la volont di non riabilitarsi. Quando si intraprende una strada bisogna percorrerla fino in fondo. L'autostima e la costanza sono le prime risorse per la ricerca della rieducazione. Ivan
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Se io fossi un educatore... In questi tre anni ristretto a Verziano ho partecipato a quasi tutte le attivit interne, importanti o meno, che inizialmente avevano solo uno scopo per me: quello di essere impegnato. Man mano che i mesi e gli anni passavano sentivo sempre le medesime e inseparabili parole: inserimento e riabilitazione. La persona che il perno principale dellEQUIPE al piano trattamentale e facente parte dellArea Educativa che si occupa di noi detenuti lEDUCATORE. Un giorno dovr decidere del nostro futuro in base a considerazioni tratte dal percorso rieducativo da trasmettere al Magistrato di Sorveglianza competente Pi di una volta mi son chiesto: A COSA DEVONO EDUCARE? La mia idea di educazione parte dal guidare o formare qualcuno, specialmente in giovane et, affinando o sviluppando le sue facolt intellettive e qualit morali con la base dei valori principali. Partecipando poi a un GRUPPO INCONTRI tra vari psicologi e noi detenuti, ho voluto profondamente esaminare questa definizione facendo una forte autoriflessione ma non ne usciva niente, se non gli errori conosciuti e commessi che mi avevano destabilizzato, anche se, in restrizione, la mia linearit comportamentale e caratteriale identica a quella che ho sempre avuto da libero. In questi incontri ho volutamente innescato nella mia persona IL PROVOCATORE, andando contro lo psicologo che esperto della conoscenza dellanimo umano, compresa la parte pi importante, lINCONSCIO. Avendo una cos forte e straordinaria capacit di ascolto,ritenevo che avrebbe potuto darmi risposte interessanti, pur investendolo con suggerimenti forti e negativi tratti dai punti cardine del mio passato; ma NIENTE!!! E da qui che mi son chiesto: se fossi io lEDUCATORE? La mia unica riflessione, se lo fossi, che imparerei ad ascoltare assiduamente (cosa che qui non avviene). In quel che farei, qualsiasi cosa fosse, metterei sempre impegno ed onest lasciando giudicare agli altri il risultato. Mi piacerebbe essere certo che anche chi deve occuparsi di noi, metta tutta la passione e lonest al centro del suo lavoro professionale cos che, magari con il tempo, si possa creare una vera conoscenza del soggetto, e perch no, anche quella reciproca, quasi da osare a dire PARITARIA!! Piova54 Verziano, Gennaio 2014
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Il mito
Penso che ognuno di noi abbia avuto un mito o un modello da imitare, specialmente durante ladolescenza. Anche io lho avuto cos come tutti i miei amici. Il nostro mito era una clan di trafficanti. Ricordo che cercavamo di imitarli nel vestire, s perch loro portavano la giacca e avevano automobili di lusso, avevano pizzerie, ristoranti e la gente aveva paura di loro. Era la fine degli anni 80, inizio 90 e per noi erano tutto. Immagino che il mito per qualche altro ragazzo fosse un calciatore, un cantante o chiss chi, ma il mio erano loro. Con il passare del tempo la mia strada era gi segnata e si sa che quelli che scelgono questa strada, chi prima chi dopo, fa la stessa fine la galera ed infatti eccomi qui. Fin qui non c problema perch la vita la mia e come si suol dire hai voluto la bicicletta e ora pedala. Io sto pedalando. Il problema sorge quando si hanno dei figli. Penso che la gioia pi grande per un padre sia sentirsi dire dal proprio figlio: Pap, sei il mio mito!, questo quello che successo a me. Come dice un mio amico, questi sono effetti collaterali, come posso spiegargli che i veri miti sono altri, sono le persone che si svegliano la mattina, si spaccano la schiena per 1.200 euro al mese e che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese. Come pu capire un ragazzo di 17 anni che deve ammirare il padre operaio il quale una persona onesta che non pu dargli tutto quello che vuole. Come pu capire che la vita bella e che non ne vale la pena. La felicit unaltra lo so, sembrano frasi fatte ma lho provato sulla mia pelle e se solo avessi dato retta a mio padre, lui s che un vero mito, uomo onesto e gran lavoratore. Quelli erano altri tempi, dove il lavoro non mancava, mentre oggi non c neppure quello e quindi come fare per insegnare la strada giusta ai giovani doggi? Gran problema lascio a voi il dilemma! S.C da Canton Mombello

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Carcere e convegno a pi sbarre


Gioved 17 ottobre nel carcere di Verziano si tenuto un incontro il cui tema era La criminologia ed i reati della vulnerabilit ai conflitti sociali, migrazioni, nuove povert e disagio mentale. una impresa riuscire a parlare in modo comprensibile di queFinch non cambia il modo sto argomento e di tutte queste tematiche senza evitare di ripedi pensare della collettivit tere cose gi dette; perch quel giorno ne abbiamo sentite tansar ben difficile che si te , molto interessanti e molto importanti per cui il rischio possa andare veramente e forte. Detto questo, cerco di dare lidea del percorso che secondo me porta ad escludere (non a ridimensionare ma ad escludeseriamente verso una re) il valore della retribuzione. Metto la parola tra le virgoletmodificazione sostanziale te perch secondo me, contrariamente a quel che pensiamo in dello stato delle cose. tanti, la retribuzione costituisce non un valore ma un disvalore. Migrazione, disagio mentale, difficolt sociale tutto ci riassunto in una sola parola: retribuzione. Dobbiamo considerare che ognuno di questi aspetti citati ha un diverso grado di difficolt ma pur sempre la pena quella che va retribuita. Una pena non deve significare necessariamente punizione e sofferenza. Credo invece che la strada per educare alla libert non implichi sofferenza, implichi fatica. Fatica di tutti gli operatori che lavorano nel pianeta carcere. Numerosi ed illustri sono stati gli interventi dei relatori presenti, ognuno con la sapienza e lesperienza di sapere o credere che lavorare in carcere o per il carcere costituisca un vantaggio di per s. Psicologi, criminologi e persone preposte a convivere col detenuto per buona parte della giornata non considerano che ci non mai un Il cambiamento vivere appieno la persona, luomo che in s ha delle difficolt sociali di qualsiasi genere. Ho sentito parole come contenere, osservare, rie- dipende non solo da noi che siamo qui saminare ma nel mondo carcere, perch il nostro non un pianeta ma un mondo, non ho sentito lunica parola che dovrebbe esistere: comu- oggi ma in generale da tutte le persone. nicare. Perch la comunicazione e lascolto possono servire a retribuire meglio la pena ma soprattutto salvare o evitare numerosi suicidi che con consuetudine avvengono nel mondo carcerario ogni anno. La mia opinione che la societ delle opportunit pari, la societ non discriminante, sia in antitesi, sia nettamente in antitesi rispetto ad una societ nella quale il retribuire il male con il male considerato un valore. La societ chiede rassicurazione, ben diversa dalla sicurezza. Si promettono pene pi severe, giustizia pi rapida, maggior ricorso al carcere perch le persone credono che questa sia la strada per avere maggior sicurezza. Finch non cambia il modo di pensare della collettivit sar ben difficile che si possa andare veramente e seriamente verso una modificazione sostanziale dello stato delle cose. Il cambiamento dipende non solo da noi che siamo qui oggi ma in generale da tutte le persone. La responsabilit ampia e di tutti, incluso il rendere evidente questa necessit anche a coloro che ancora non la avvertono. Omar 138

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Basta usarci come passatempo


Lo scorso 17 ottobre2013 sono stato invitato ad un convegno che trattava un tema assai complesso: la criminologia e il disagio mentale circoscritto nellambito penitenziario. Il grado di Dico invitato ma la realt che sono ospite nel carcere di Verziacivilizzazione no da circe tre anni. Numerosi sono stati gli interventi dei relatori e di una societ altrettanto numerose sono state le esposizioni, a mio parere poco si misura dalle costruttive e significative. Con un grosso forse in maiuscolo sono sue prigioni. stati forniti anche dei dati statistici. E il concreto che non esiste, Fdor Dostoevskij la voglia di fare che assente. Mi sono permesso di intervenire facendo leva su alcune considerazioni esposte da uno dei relatori il quale affermava che molto si fatto per il mondo penitenziario in questi anni. A certe affermazioni si pu soltanto dire che la realt tuttaltro. Evidenti sono i disagi relativi alla capienza disponibile dei letti nelle carceri italiane, i numeri dei presenti sono ben oltre la capienza consentita. Se vero che la societ pensa che questo un albergo a quattro stelle perch non c nessuno che scrive fuori delle carceri italiane TUTTO ESAURITO? Chi esaurito nei fatti luomo che costretto a vivere 24 ore in spazi circostanti e ben delimitati. Qualcuno afferma che aprire le celle per buona parte della giornata sia un deterrente al sovraffollamento, ma di fatto solo un palliativo per avere una gabbia pi grande. Tornato in sezione ho discusso e dialogato con i miei compagni. Tutti daccordo nellaffermare che tempo perso, parole vane, vale a dire unusanza allitaliana tanto dire e poco fare. Se vero che un paese civile si misura dalle condizioni delle proprie carceri vuol dire che siamo ben lontani da quella civilt. IL BERGAMASCO DOK.

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La comunit
Quando nella vita si presentano certe situazioni, molte volte ci spingiamo a voler soffocare il dolore e la cosa pi facile, pi semplice quella di scappare. Si cerca di nascondere la propria personalit e la cosa pi facile distruggerci con la droga. Nel passato, per sentirsi al passo con gli amici, si provava di tutto: per non sentirsi diversi si andava incontro a qualsiasi esperienza. Per non sentirsi esclusi dalla compagnia ci si lasciava coinvolgere nelle trasgressioni e si partecipava alle situazioni di violenza e di risse: insomma, pur di non essere se stessi, ogni pretesto era buono. Se provavi dolore, dovevi essere forte e non far vedere che soffrivi; se eri emozionato, nascondevi le lacrime con l'arroganza; se non ricevevi considerazione, piuttosto che manifestare il bisogno di essere voluto, amato, diventavi arrogante con te stesso e tutto dentro di te veniva soffocato. La droga tutto questo: ti porta a perdere considerazione nella tua persona, nella tua vita, nei tuoi valori pi importanti che ti appartengono. Ti porta a perdere l'amore dei tuoi famigliari, perdi l'affetto di qualsiasi persona voglia aiutarti. Poi arriva un momento e ti fermi, chiedendoti cosa sia successo ai tuoi valori, ai tuoi principi, ai tuoi obiettivi, per arrivare al punto di distruggerti con le tue stesse mani. Fai la scelta pi giusta che ci possa essere per te stesso: la comunit. Una struttura che fin dall'inizio ti fa sentire a casa, ti fa sentire parte di una famiglia come prima, ti aiuta a ridare valore alla tua vita. Con i piccoli gesti, con le rinunce, con la condivisione, con il dialogo, inizi un cammino fatto di tante salite ma pieno di obiettivi. Quegli obiettivi che avevi perso perch troppo impegnato a distruggerti, a rovinare la tua esperienza di persona adulta ma ora riscopri i valori che soffocavi. L'onest, il rispetto, la fiducia, la sensibilit, l' amore questo immenso mondo di emozioni ti fanno sentire vivo. In comunit, se ci credi, se credi in te stesso, se credi che puoi farcela, allora sai che puoi affrontare qualsiasi situazione, che hai la possibilit di esternare senza paura. L'amicizia, quella vera, il fulcro di tutto questo. Sono queste le cose che danno il via per ricostruire o, meglio, sistemare dentro di te quello che stavi perdendo. In comunit riprendi in mano la tua vita: dura per certi versi ma fantasticamente costruttiva. Una struttura protetta, fatta di tanto impegno, di attivit culturali, di attivit lavorative e principalmente di attivit fisiche che ti fanno conoscere te stesso. Vanno a scavare dentro di te e fanno emergere situazioni che avevi dimenticato, che pensavi di non avere. La comunit rende l'anima libera, crea dentro di te un nuovo mondo. E tu sei come un bambino, vuoi scoprire, piano piano senza bruciare le tappe la cosa pi bella che avevi: la libert. Impari a dare e a ricevere, impari ad ascoltare il cuore e non pi la pancia, lasci che l'emozione di essere vivo sia la prima a farti muovere, non pi l'istinto e ti senti rinascere. La comunit, per chi vuole, la scoperta di essere parte integrante di qualcosa, scoperta della propria persona dopo aver perso ogni valore. E' un cammino non finito dell'anima. Impari anche a fare gesti socialmente utili come il volontariato. Con il tempo nasce anche il bisogno di confrontarsi con gli altri, facendo parte di altre situazioni nelle quali poter portare la tua esperienza e aiutare altri a crescere, a farli pensare che possono farcela, a non mollare e che sicuramente la felicit non nascondersi dietro ad un buco o un colpo ma semplicemente esternando la propria personalit senza giudizi, senza paura di essere giudicato. La comunit ti aiuta anche a riconoscere che ci sono regole e limiti, quelle situazioni che dimentichi per non sentirti costretto a rispettare la tua persona. La scoperta pi bella che dentro di noi le regole ed i limiti fanno rispettare la propria capacit di accettare tutto questo. Apprezzi che le piccole cose ti diano modo di regolare, di gustare il significato di un'azione: un limite non una costrizione ma la capacit di accettare che una cosa va vissuta e non bruciata perch non si vuole essere costretti a farla. La regola la capacit di accettare e il limite la capacit di controllarsi. Beppe
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Effetti collaterali
Capita nella vita di fare delle scelte apparentemente vantaggiose da una parte ma dolorose dall'altra. Nel difficile rapporto genitori-figli spesso questi ultimi in et adolescenziale si disorientano, rischiando cos di intraprendere delle esperienze che possono segnare per sempre la loro vita. E' questo il nostro caso ed il partire dalle origini, descrivendo anche il periodo storico in cui si inserisce, descrive al meglio la situazione. Quarant'anni fa il lavoro non mancava e gli stipendi garantivano ancora una vita dignitosa; i nostri genitori provvedevano tranquillamente a tutte le esigenze familiari risparmiando persino qualche lira per il futuro. Impensabile oggi. La maggior parte dei ragazzi poteva scegliere tra due indirizzi dopo la terza media: continuare gli studi o iniziare un percorso lavorativo, questo perch imparare un mestiere era ancora garanzia di un guadagno mentre proseguire nello studio rappresentava l'opportunit per migliorare la propria condizione sociale. In realt, nella maggior parte dei casi, far finta di studiare prolungava il periodo del divertimento, dando spazio a nuove esperienze, specie quelle trasgressive. Erano i tempi delle rivolte studentesche, del sei politico, della pop generation ed iniziava a diffondersi l'uso di sostanze stupefacenti : l'hashish o canapa indiana considerata droga leggera da fumare andava per la maggiore. Poi cera llsd, sostanza liquida fortunatamente scomparsa dalla circolazione, dato che provocava allucinazioni devastanti e se assunta in quantit eccessiva poteva recare danni irreparabili a livello cerebrale. Quindi cocaina, amfetamine, oppio ed eroina completavano il quadro. In particolare quest'ultima provoc una vera ecatombe di nostri amici: assunta per via endovenosa diffuse l'infezione della malattia del secolo, l'Aids. Il ricordo di quelle vite spezzate sempre molto doloroso. Il benessere si stava trasformando rapidamente in un enorme fonte di guadagno per gli spacciatori: inoltre erano tempi d'oro anche per i rapinatori che entravano facilmente nelle banche, come una donna in un supermercato per fare la spesa. Fiorivano le bande criminali: quelle della Magliana e del Brenta, oggi descritte nelle fiction televisive, ne sono l'eclatante esempio. I gruppi rivoluzionari cominciavano a fare sul serio con omicidi, sequestri di persona, sanguinosi attentati anche dinamitardi. Vi erano le due fazioni politiche in contrapposizione: estrema destra ed estrema sinistra. Le forze dell'ordine erano impreparate ad arginare tutti questi eventi e quindi aumentavano in modo esponenziale le attivit illecite. Avevamo due esempi di vita come riferimento: quello dei nostri genitori, fedeli al lavoro e perfettamente in linea con le regole e quello criminale, di poca fatica, di incoscienza, molti soldi e divertimento contro ogni regola. Inutile dire che sarebbe stato il primo quello da seguire. All'et di 16 anni per si ha poco sale in zucca e all'epoca si finiva quasi sempre a rincorrere dei miti che erano al vertice della delinquenza. Il risultato delle nostre scelte ha prodotto spacciatori, rapinatori ed estremisti politici, destinati prima o poi a pagare le conseguenze. Quello che non avevamo calcolato era la sofferenza dei nostri cari ed il cattivo esempio ai nostri figli qualora avessimo deciso di formare una famiglia. Eravamo convinti che i forti guadagni avrebbero sanato qualsiasi cosa. Ed ecco che arrivano i giorni della resa dei conti, oltretutto in un periodo di crisi storico per il nostro Paese: assenza di lavoro e completa incertezza sul futuro caratterizzano il nostro presente. E poi noi, dapprima sulle cronache dei giornali e poi in carcere, con parecchi anni da scontare. I soldi se ne vanno in processi, avvocati e multe da pagare, ma il peggio sono i disagi creati alle nostre famiglie. Si paga da soli: questa la vera pena! I tuoi figli poi che continuano a vedere in te il loro idolo perch la tua immagine incute soggezione e finto rispetto tra i loro coetanei. Sono quelli che chiamiamo effetti collaterali. Ecco, questo articolo possa esser utile a riflettere su quello che sono i retroscena dell'effimera apparenza. E allora la domanda : ne valsa la pena? Stare chiusi in una cella, lontano dai tuoi cari senza poterli pi difendere n aiutare, far mancare la tua presenza ai tuoi figli per molto tempo: giusto questo? E ancora, essere macchiati a vita con l'impressione di non aver mai finito di pagare, anche dopo aver scontato fino all'ultimo secondo la tua pena: non un prezzo troppo alto? Eppure la realt questa! E alla fine ti aggrappi all'unico stimolo per reagire e resistere a tutto questo: lo stimolo siete proprio voi amati figli nostri. E anche per l'insegnamento dei sani principi, siamo sul pulpito sbagliato i pi fortunati di voi hanno ancora il riferimento giusto. E l'ultimo pensiero rivolto proprio a queste persone eccezionali: i vostri nonni! Dopo una vita di sacrifici all'insegna dell'amore, si svegliano ancora alle 5 del mattino, all'et di 77 anni, salgono sul treno e ci vengono a trovare in carcere. Alla fine sono loro, l'unica vera sponda, gli unici sui quali abbiamo sempre potuto contare, i veri miti sono loro! Noi l'abbiamo capito troppo tardi ma voi siete ancora in tempo. O forse non ancora troppo tardi nemmeno per noi! Dedicato alle nuove generazioni! Nik Carter e Stanislao Moulinsky 17

LAssociazione Carcere e Territorio, ispirandosi allidea che solo congiuntamente alla collettivit, in particolare ai giovani studenti, sia possibile diffondere una nuova cultura della pena detentiva e delle misure alternative, organizza un percorso di stage formativo, che vede coinvolti sia ragazzi che frequentano le scuole superiori, sia studenti universitari, grazie ad apposite convenzioni con gli istituti scolastici. Lo stage per gli studenti delle scuole superiori si struttura in incontri presso la sede di Carcere e Territorio della durata di 5 giorni, per 4 ore al giorno, per un totale di percorso formativo di 20 ore alla settimana. In questi incontri con i volontari agli studenti data la possibilit di conoscere da vicino unassociazione di volontariato penitenziario e capire in che modo operi allinterno degli istituti di Canton Mombello e Verziano. Ai ragazzi viene illustrato il mondo penitenziario e le sue regole, i progetti di Carcere e Territorio dalla viva voce dei vari referenti, la tutela per le vittime di reato e il tema della pena di morte. I volontari si preoccupano inoltre di accompagnare gli studenti a visitare, oltre alla aule del Tribunale, anche gli enti che, presenti nella citt di Brescia, offrono gratuitamente supporto alle persone che si trovano in situazioni di disagio o grave emarginazione. Gli studenti vengono altres sollecitati a produrre relazioni ed articoli sulle tematiche affrontate durante gli incontri nelle classi perch possa essere inserito negli speciali del giornalino Zona 508 dedicato al progetto. Viene loro data altres la possibilit di scrivere ai detenuti che fanno parte della redazione interna del giornalino, rendendo in tal modo possibile creare davvero un ponte tra carcere e territorio, stimolando gli studenti a maturare una propria visione della realt carceraria, il pi possibile intatta da ogni condizionamento e contemporaneamente promuovere indirettamente, sia tra i detenuti che tra gli studenti, una cultura della legalit e dell adesione alle norme su cui si fonda la nostra societ.

Ciao Eddy, sono Lorenza una ragazza di 17 anni che sta facendo una settimana di stage in ACT ho avuto modo di leggere l'ultimo numero di Zona508 e sono subito rimasta colpita al tuo articolo sulla musica...tutti i gruppi che io preferisco nel leggere, si sente la tua passione per la musica Ti auguro una vita piena di bella musica Lory Ciao Lorenza, sono stato molto felice che ti abbia colpito il mio articolo, ma soprattutto che ti sia arrivata tramite uno scritto la mia passione che a quanto sento ci accomuna. La bellezza della musica, soprattutto di quella che ha fatto la storia, proprio il fatto che non ha et, per cui colpisce dritta il cuore di intere generazioni diverse. Sai, sentire che una ragazza di 17 anni, adora i Clash per me ragione di grande orgoglio e uso questa parola perch negli anni la musica che adoro diventata talmente parte di me che sentire il tuo apprezzamento mi inorgoglisce come se fosse davvero mia. Vedi Lorenza, io sono cresciuto con un padre batterista di professione che per la musica e con la musica, ha girato il mondo e lo ha fatto a cavallo tra il '65 e l'80, per cui 15 anni di creativit dal punto di vista musicale che difficilmente si potranno ripetere. Sono per cui cresciuto a ritmo di musica ... e che musica: Rolling Stone, Pink Floyd, Jeffersone Airplane, Endrix, Doors, Ramones, Calsch ecc ... e questi sono nomi che quando ti entrano nella testa e con la loro musica colpiscono le tue viscere, faranno parte di te per sempre. La musica giusta non finisce mai. Sono felice che per te, uno strumento come internet sia servito e serva ad ascoltare i "nostri" miti. Grazie perle tue belle parole, sappi che hanno centrato dritto il bersaglio. Amo la vita che, come la musica, fatta di momenti eccitanti, pause, note basse e ripartenze, ora mi lascio alle spalle una "brutta canzone" e ricomincio ad ascoltare la "musica che conta". Auguro anche a te una vita piena di bella musica e di successi e anche tu, con la sensibilit che ti ritrovi, supererai tutti gli ostacoli. Eddy Ps: se vorrai farti risentire sar un piacere

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Ciao Vincenzo, sono una studentessa che ha avuto loccasione di partecipare ad uno stage presso lAssociazione Carcere e Territorio onlus.Sfogliando il giornale Zona508 sono stata molto colpita dalla tua poesia Questa nostalgia quello che hai scritto: mi ha dato limpressione di essere capita in qualche modo e credo sia una cosa di cui tutti abbiano bisogno...Forse abbiamo solo paura e siamo fragili, imperfetti, ma giusto cos: siamo umani, non siamo solo i nostri pregi, ma anche i nostri difetti. Se io fossi la donna a cui la tua lettera era indirizzata, sarei sicuramente contenta. Ele Cara Eleonora,inizio questa mia col ringraziarti doverosamente! Ti voglio dire che la mia lettera potr sembrarti sconclusionata, daltronde ho la quinta elementare ed il luogo in cui mi trovo per me motivo di tormento. In questultimo periodo, poi, sono soggetto ad alterni e capricciosi stati danimo: entusiasmo e malinconia. Sai, Eleonora, quando mi stata consegnata la tua lettera eravamo in riunione per la stesura del prossimo giornalino. Ebbene, sono diventato rosso come un pomodoro, pronto per la passata. Essendo avanti, molto avanti, det, questo non dovrebbe succedermi! Ma, cosa ci vuoi fare, sono una persona sensibile: nemmeno il carcere ha modificato il mio modo di essere e pensare. Non lha avuta vinta, almeno questo non stato imprigionato! Gi da giovinetto avevo cuore ed animo sensibili; con gli anni il mio cuore si modificato, ha preso la forma di due mani sempre pronte a dolci carezze profumate di gladiolo e gelsomino! Come ti ho detto sopra, questo per me un periodo duro, per questo non sono loquace, ma ti voglio aggiungere un paio di cose prima di salutarti. La prima che con mia moglie sono sempre stato sincero (s, insomma, tranne le solite cosine, ma, come dici tu, siamo umani!), la seconda che quello che leggi sul giornalino, per mancanza di spazio, solo una minima parte di quello che scrivo. Ti invio un paio di miei pensieri, spero siano di tuo gradimento. Sappi che in ci che scrivo riverso la pienezza del mio cuore. Ti saluto caramente e che il Signore ti doni tutti quei giorni che a me sono stati tolti. Un abbraccio, Vincenzo
Carissima Laura, ho letto la tua con molto piacere, per questo ho deciso di risponderti. Mi ha molto colpito tu abbia colto pienamente tutti i disagi che tutt'ora affliggono le carceri italiane, disagi che coinvolgono anche tutto il Paese. D'altronde cosa possiamo pretendere se il governo a cui ci siamo affidati non riesce a risolvere uno solo dei mille problemi che ci sono. Lasciamo perdere questi discorsi, perch a pensarci mi viene solo tanta rabbia. Non avrei mai pensato che una ragazza della tua et, solo 18 anni, fosse cos sensibile con noi, verso di noi e che si accorgesse della nostra esistenza. C' un motivo se sottolineo la tua et: ho sempre pensato che persone giovani, come te, che capiscano e diano voce alle nostre sofferenze, siano uno spiraglio di speranza per cambiare almeno una piccola parte del Paese. Il futuro siete voi e, credimi, se non sarete voi giovani a crearlo, resistendo alle ingiustizie che subite e combattendo uniti, non avrete mai la vostra indipendenza. Credo che il primo passo sia pretendere un lavoro, perch non ci saranno sempre i genitori. Siete voi che dovreste proporre soluzioni per far crescere il nostro Paese. Oggi la comunicazione non pi un problema; anche a parecchi chilometri di distanza si possono scambiare opinioni, proporre e migliorare la situazione del Paese. Spero che, anche partendo da una piccola cosa come la tua lettera, con la quale hai reso bene il dramma di varie situazioni, si possa rimediare. Concludo, ringraziandoti di cuore per la tua sensibilit. Ti auguro di cuore tu possa continuare ad interessarti e fare qualcosa per questi nostri problemi, che sono problemi anche del bel Paese. Con stima, il Bergamasco dok Ciao Francesca e Silvia, Sono contento che abbiate apprezzato il mio pensiero nellarticolo apparso suZ508. La riflessione che ho voluto trasmettere il frutto della mia esperienza che maturata durante il tempo che ho trascorso in carcere. Tempo che stato tanto ma che non rimpiango di aver vissuto perch sono state delle mie libere scelte. Scelte che ho cercato di vivere in modo adeguato alle esigenze che una detenzione ti obbliga ad affrontare. Ogni singola esperienza stata diversa, in quanto si conoscono persone diverse e da ogni esperienza ne trai le debite conclusioni su come devi viverla e posso dirti che, con tutta franchezza, dura. Per quanto riguarda il tema delle staminali, ne ho riflettuto avendo fatto esperienza come volontario facendo trasporto di dializzati e, vedendo la sofferenza di questultimi in prima persona, inizi a pensare che nella vita c sempre una speranza a cui potersi aggrappare. Questa esperienza mi ha fatto pensare che la vita pu essere migliore di quello che ora, che lesistenza pu migliorare e puoi scoprire in modo graduale che stai uscendo dal buio e stai vedendo una luce sempre pi vicina. Franco da Canton Mombello 19

Cari redattori di Zona508, siamo 5 ragazzi del quarto anno del Liceo Veronica Gambara. Ci stato proposto di fare uno stage presso vari enti nellambito sociale e noi abbiamo scelto lassociazione Carcere e Territorio perch ci interessa lambito sociale, criminologico e per conoscere bene la realt carceraria, in particolare quella bresciana. Nei cinque giorni in cui abbiamo frequentato Act ci siamo accorti di come questa realt non corrisponda alla nostra idea precedente, tratta dai media, giornali e alcuni film; per esempio pensavamo che ci fosse una sala comune per la mensa, i colloqui con i familiari attraverso un vetro ed una maggiore libert di gestione. Siamo rimasti stupiti e sorpresi dalla visione del documentario Giustamente, che ci ha mostrato quanto siano dure ed inadeguate le condizioni dei detenuti nelle carceri bresciane. Abbiamo voluto inviarvi questo disegno per spiegarvi meglio ci che pensiamo di voi e del vostro giornalino. un disegno che contiene la storia che noi vediamo dietro ad ogni vostro articolo di Zona508. Partiamo dalle radici e dallerrore che ha, purtroppo, preso sopravvento nella vostra vita, lha condizionata e trasformata. Qualunque sia stato il reato, la legge ha previsto per voi una pena e cos arriviamo al tronco. A quel punto potevate abbattervi, rinunciare a tutto ci che di buono potevate ancora dare, lasciare espandere quel brutto colore scuro dappertutto. Ma perch non sfruttare questo momento per ricominciare da capo, riscattarsi, magari con la scrittura! Cos iniziato tutto quello scolorare del ramo che prima era di duro legno nero. Non facile, ma quella bella chioma folta ci mostra i grandi risultati ottenuti con limpegno e la forza di volont. Questo disegno vuole essere un tributo per voi che vi state dando da fare per riscattarvi da quellerrore. Scrivete, scrivete pi che potete e siate orgogliosi del vostro percorso. Cordiali saluti, Alice, Beatrice, Laura, Gaia ed Alessandro

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Attentamente Ogni notte aspetto il mattino con la mia testa sul cuscino. Ogni cosa ascolto attentamente e la proietto nella mia mente. Immagino ogni scena che mille emozioni di scatena. Mi seduce ogni rumore che mi colpisce con fitte al cuore. malizioso il mio sospiro che di fonde con malinconico respiro. Questo cielo sempre pi scuro ma ho molta fede nel mio futuro. Puntualmente arriva l'alba e la mia anima si salva. Da ogni notte proibita dalla machiavellica mia vita. Scorre veloce la giornata e magicamente sei tornata come una sposa vogliosa in una notte assai virtuosa. Mario Perretta La strada Ho frettolosamente, deliberatamente, intrapreso la strada pi comoda scambiandola per quella migliore, andando incontro ad un malaugurato destino, a unesistenza vissuta nel modo sbagliato, uno sbaglio che durato tutta la vita! Devo cambiare strada, non so quanta strada riuscir ancora a percorrere, ma prima di riprendere il cammino devo essere sicuro che sia la strada giusta!

L'anima Cos' l'anima? E' forse un angolo della nostra mente dove i ricordi si scolpiscono indelebilmente e vengono proiettati nei momenti di tristezza a tormentarti nello spirito, dell'essere apparente di una normalit che non senti tua. Franco

Cuori Nomadi Incandescente la mia anima che riflette innumerevoli stelle lucenti come non mai imbrancate indicano misteri che cercano inventori di giocose spumeggianti armonie che scardinano cuori nomadi assottigliati dal diamante che sprigiona amori di una bellezza Maestosa
Zio Franco Sirchia e nipote Mario Perretta

Vincenzo

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TU MERITI DI ESSERE CELEBRATA Tu meriti di essere celebrata Tu sei unica e irripetibile In tutto il mondo non esiste unaltra come te La tua esperienza, i tuoi doni sono unici Nessuno pu prendere il tuo posto in ci che sei Dio ha creato te cos come sei, preziosa ai suoi occhi Tu hai unimmensa potenzialit di amare, di dedizione, di creativit, di crescita, di sacrificio se tu credi in te stessa Non ha importanza la tua et o la tua cultura o se i tuoi genitori ti hanno amato o no (pu darsi che abbiano voluto, ma non abbiano potuto) Lascia perdere Appartiene al passato Tu appartieni al presente Non ha importanza cosa sei stata, le cose che hai fatto, gli errori che hai combinato, le persone che hai ferito sei perdonata, tu sei accettata Tu sei buona Tu sei amata nonostante tutto e quindi ama te stessa e sei stata amata da tutti e anche da lass, sviluppa i segni che sono dentro di te Celebra te stessa Comincia ora, parti di nuovo Da a te stessa una nuova nascita oggi, tu sei tu e questo tutto quello che devi essere Tu sei temporanea, sei qui oggi e domani non ci sei pi, ma oggi, oggi pu essere un nuovo inizio, una nuova vita anche lass Tu hai il dovere di meritare questa nuova vita, ti viene donata gratuitamente Questo il miracolo chiamato Dio Non ho dovuto aspettare la fine per capire che persona fantastica sei stata, lho capito fin dal primo giorno e per me rimarrai sempre la mia grande, unica, forte, bella Monica Ti voglio tanto tanto bene. Per te Pallina Angelica

Comando d'amor
Inneggiar all'amor a ogni sorta di bene quello che io comando al mio cuor che sprizzava raggi di luce verso tormenti di pensieri e ricordi che scuotono travagliate giornate

in attesa di origliare uno squillo di trombe che annunciano la resa di tentazioni ormai nulle di questa mia vita ribelle che appartiene alle stelle Perretta Mario 19 gennaio 2014, ore 20.33

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Una citt da scoprire : TORINO


Molte volte mi stato detto che la mia citt d un'impressione di una citt fredda e inquinata. Bene, nulla di tutto questo. Partiamo da un punto di vista logistico: essendo una citt circondata dalle Alpi, con Bardonecchia, il Sestriere, San Sicario, i monti della Luna, con il monte Rosa, il monte Bianco e il Cervino ben visibile nelle giornate limpide, la temperatura invernale fresca, ma nulla che un buon maglione e un giubbotto non possano combattere. Torino nasce come un accampamento Romano, quindi con lunghi corsi in orizzontale che attraversano tutta la citt intersecati da tante vie in verticale. Per questo motivo perdersi a Torino praticamente impossibile. Vista dall'alto non esiste una sola via messa in diagonale! La citt una vera esplosione di arte barocca che grazie a Juvarra stata ulteriormente ingrandita con la nascita di edifici monumentali che danno alla citt un aspetto sempre pi adeguato al suo ruolo di capitale d'Italia. Le opere costruite da Juvarra a Torino e in tutto lo stato Sabaudo nell'arco di vent'anni, sono numerosissime. La celebre sala a Forbice di Palazzo Reale, la facciata di Palazzo Madama, la Basilica di Superga, la palazzina di caccia di Stupinigi. Dalla Basilica di Superga si pu vedere la citt in tutto il suo splendore, oltre ad essere un tempio sacro per noi tifosi del toro, un'ottima posizione panoramica, domina la citt fino alla grande Chiostra delle Alpi. Torino una citt particolare, in molti la definiscono magica e di anomalie ve ne sono diverse: da una delle piazze centrali, piazza S. Carlo, partono 12 raggi, ogni raggio un quartiere della citt, e a ognuno viene assegnato un segno zodiacale che risulta ben visibile sui cornicioni, sulle travi o sotto i portici. Dario Argento l'ha scelta pi volte come teatro dei propri film. Di stravaganze, la citt ne ha molte, dal Museo Egizio, il pi completo di tutta Europa, dove molti visitatori o per suggestione o non si sa per cos'altro, svengono; o il portone esterno sul quale nelle notti di luna piena si pu intravedere il viso di un demone; o le due chiese una in parte all'altra, la prima intitolata a S. Giovanni (patrono di Torino) che sempre al sole, l'altra intitolata a S. Giuda perennemente all'ombra. Uno dei primi monumenti che potete vedere entrando in Torino la statua della Gran Madre, dove, seduta su un trono, dicono indichi dove sia sepolto il Santo Gral. Ospitiamo anche la Sacra Sindone che riuscita a passare indenne tra due incendi. La Mole Antonelliana, nata come sinagoga, ora monumento e simbolo di Torino con un ampio e ben rifornito museo del cinema al suo interno. Visitare il castello del Valentino permetterebbe di fare un salto nel passato, ma si pu visitare anche su uno dei battelli che naviga il po' e gustarvici sopra una buona cena al lume di candela. Per passare una bella serata c' l'imbarazzo della scelta tra la zona del quadrilatero a Porta Palazzo con musica dal vivo e cabaret, e la zona un po' pi in del centro. Il meglio avviene ai Murazzi dove potete trovare una moltitudine di locali con a fianco il fiume Po'. Li si pu ballare fino a mattina. Classici piatti piemontesi sono i bolliti, la lingua in salsa verde, i tomini alla fonduta, i peperoni di carmagnola, i risotti al tartufo di Alba, e perch non provare la bagna cauda? Una pastella per mangiare verdure crude in pinzimonio, ma solo se gradite l'aglio, altrimenti ve lo sconsiglio. Vini, beh, vi un'ampia scelta: Barbera, Barolo, Armeis del Roero; come digestivo, vi consiglio il S. Simone prodotto da Momact Cappuccini a base di dodici diverse erbe (lo trovate solo a Torino). Per finire, beh, questo facile, o cioccolato o gianduia. Tutto questo e non solo la mia citt, Torino. Ma non posso non parlare della stupenda val di Susa dove abito da qualche tempo, che nonostante i ripetuti attacchi per volercela rovinare con una linea ferroviaria gi esistente e pressoch inutile non ce la faremo portar via tanto facilmente. Giulio

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Lettera di ringraziamento di Carlo rivolta agli artisti che hanno svolto un concerto lirico per le persone detenute a Canton Mombello.
difficile all'interno della realt triste di un carcere, trovare dei momenti che ti danno stimoli a reagire nel corretto modo. I pensieri rivolti sempre a quello che hai perso, a quello che hai lasciato, ai tuoi cari, alla tua famiglia. L'impotenza si non poter fare nulla ormai per rimediare ti uccidono dentro, lentamente. Poi un incontro con delle persone splendide, esterne a tutto ci, gente che non conosci e spende il suo prezioso tempo regalandoti un'ora di spettacolo meraviglioso, dove traspare tutta una vita di sacrificio in nome dell'arte. Un profondo amore nei confronti della musica e del bel canto che ti trasforma come se tu fossi all'interno di un sogno ad occhi aperti. Un fulmine a ciel sereno, lo stimolo giusto, le conseguenti riflessioni e il principio di reazione a quello che stai vivendo. Ho voluto ringraziare queste persone a nome di tutti con una lettera scritta con il cuore, visto che con il cuore ci hanno regalato la loro vita: era il minimo! "Cari Stefania, Cristiano, Pierpaolo, Paolo, vi scrivo questa lettera a titolo di ringraziamento per aver deliziato l'udito e l'animo ai detenuti del carcere di Canton Mombello. Era la prima volta che ascoltavo dei cantati lirici dal vivo: meraviglioso! Mi avete fatto capire che la lirica va ascoltata cos , solo in questo modo la si apprezza a pieno. Tre stupende voci, in una fusione di grazia, bellezza, eleganza e straordinaria bravura, accompagnate da un eccellente pianista. Si pu amare qualsiasi genere musicale, ma mi sono accorto grazie a questo incontro che la lirica racchiude molto di pi. Sto parlando della vera, unica, storia della musica scaturita dal genio di pochi e tramandata di generazione in generazione da musicisti eccezionali, in perfetta simbiosi con voci eccelse di uomini e donne dotati oltremodo di gestualit naturale e allo stesso tempo sublime. Come di vedeva che la musica la vostra vita! l'amore per la musica che ci avete trasmesso attraverso la vostra straripante passione per essa. Le vostre voci hanno riempito la sala del vostro cuore e di tutto il lavoro di una vita, ma la cosa pi bella che siete riuscita trasportarci al di fuori da qui e credetemi, per gente abituata a dividere dieci metri quadri in cinque per la maggior parte del giorno, non poco. Di pi non potevamo ricevere. Un ringraziamento speciale: Flaminio Valseriati. Uomo dotato di pazienza immensa (quale suo allievo e di altrettanta generosit, senza il quale non avremmo potuto incontrarvi). Grazie quindi, e ancora grazie, immensamente grazie e voi: Stafania Spaggiari (soprano), Cristiano Olivieri (tenore), Pierpaolo Gallina (basso), Paolo Fiamingo (piano). Un caro saluto e abbraccio". Carlo

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Carissimo Carlo, con immenso piacere ho letto la Sua lettera e mi scuso per il ritardo nel rispondere! stato per me un onore suonare per voi ed essere ricambiato da una partecipazione cos carica di vita. Spesso le composte sale da concerto non sanno cosa sia questo entusiasmo! Porter per sempre nel cuore le vostre grida e il vostro tifo. La musica un'esperienza spirituale che d compagnia e conforto, esprime ci che non pu essere detto ma su cui impossibile rimanere in silenzio, in grado di aprire i cuori e di tirar fuori da ciascuno di noi il nostro meglio: vi auguro di avere la possibilit di coltivarla sempre, e son felice che abbiate un bravo maestro che vi pu seguire in questo, approfittatene! Un abbraccio Paolo Fiamingo

Egregio Sig. Carlo, ho ricevuto con molto piacere la sua bella lettera in cui viene gratificata la nostra nobile arte. Le sue parole mi hanno davvero toccato il cuore, ci significa che siamo riusciti nel nostro intento e cio con la musica essere arrivati al vostro animo. A noi che operiamo in questo settore, a volte capita di fare concerti o opere in sale o teatri dove l'accoglienza del pubblico glaciale. Da voi abbiamo percepito una calorosa accoglienza e quello che pi mi ha colpito stato il rigoroso e rispettoso silenzio durante l'esecuzione, cosa fondamentale per la giusta concentrazione. Nei tanti anni di studio, ma anche nei prossimi perch si sempre alla ricerca del miglioramento e della perfezione, le lettere come la sua danno un ritorno immenso e una carica ad andare avanti per questa giusta causa. La musica ha una grande capacit: farci elevare dalla nostra quotidianit, per fantasticare e, perch no, sognare. Perch sognare una cosa che ci appartiene e che nessuno potr portarci via. E, se in quell'ora di musica siamo riusciti a farvi sognare a occhi aperti, per noi come arrivare a toccare il cielo con un dito. La musica cos come l'ha descritta lei , la coltivi anche per suo diletto, perch non l'abbandoner mai. Un caro saluto al Dott. Valseriati, persona simpatica e squisita, che ama il proprio lavoro e cha ha un profondo attaccamento a voi e al vostro percorso, cosa che avete dimostrato anche voi nei suoi confronti. Spero tanto che le vostre condizioni possano migliorare; se ne sente parlare spesso sui media e mi auguro che si avvicini il pi presto possibile il ritorno alla normalit e che grazie alla sua sensibilit possa riacquistare una vita sempre migliore. Quindi un saluto a tutti voi, ancora grazie per il bel pensiero e , mi raccomando, tenete duro! Pierpaolo Gallina

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LIBERANTE: tragedia per chi non ha nessuno e nulla...aiutiamoli!


Quando ci si trova in carcere inevitabile conoscere gente, sono poche le amicizie che nascono e giorno dopo giorno ci si confronta e si discute a 360 degli errori commessi e come sar il futuro di ognuno di noi una volta scontata la pena, il nostro debito con la giustizia. Chi ha famiglia in qualche modo verr aiutato, qualcun altro avr la fortuna di avere un amico che provveder ad aiutarlo a reinserirsi nella societ ospitandolo e dandogli un tetto sotto cui stare. Ne ho sentite migliaia di storie in carcere ma quelle che mi hanno fatto pi riflettere sono quelle negli occhi di coloro che non hanno nessuno e hanno la paura di pronunciare la parola speranza, quasi come se non ne avessero il diritto. Ci sono alcuni che mi hanno testimoniato di non voler uscire il giorno della loro liberazione; difficile da credere ma veramente cos. Ti dicono senza problema che fuori non hanno un letto dove dormire, non hanno soldi e non possono mangiare, hanno paura di chiedere un aiuto perch tanto il timore di sentirsi dire no e rincarare la dose di umiliazione. E anche vero che qui a Brescia c il VOL-CA che tende una mano a chi ha bisogno ma non per tutti c posto, e solo pochissimi riescono ad avere questa opportunit (colgo loccasione per dare una stretta di mano virtuale ad ANGELO CANORI e ai suoi angeli collaboratori che fanno quello che possono). Credo sia arrivato il momento, qui a Brescia, di valutare quello che in altre citt avviene da tempo, cio un protocollo dintesa tra Comune e Istituti di pena. Io personalmente sono testimone della realt della C.R. di Opera dove ho parlato occasionalmente con persone delegate dal comune che prendono contatto con le persone prossime al fine pena ed offrono loro un prima assistenza, fornendo un posto letto ed un punto di ristoro. Cos facendo le persone acquisiscono fiducia e speranza e hanno modo di guardarsi attorno e reinserirsi nella comunit. I detenuti che hanno usufruito di tale servizio, anche se di poca durata, una volta fuori non si sono sentiti abbandonati e hanno avuto un approccio pi positivo con la libert. Quindi vorrei lanciare un appello al nostro sindaco Emilio Del Bono affinch deleghi gli assessori competenti alla realizzazione di un punto dascolto per dare unopportunit a queste persone che vogliono sentirsi parte di quella cosa che si chiama vita, per realizzare un sogno di chi ha bisogno. MARIO

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2014 si torna al turbo


Dopo 25 anni la Formula uno ritorna al motore turbo e quindi si presenta una stagione con molte novit, sia dal punto di vista motoristico che dal punto di vista aerodinamico. Questanno vedremo vetture molto diverse tra loro e magari qualche pilota cambier il suo stile di guida per essere pi efficace e sfruttare al meglio la sua vettura, cos come fece Villeneuve nell81 al volante della Ferrari 126CK con la quale vinse a Montecarlo contro ogni pronostico. Infatti, si pensava che i motori turbo fossero efficaci solo nelle piste veloci con lunghi rettilinei, poich i motori sovralimentati soffrivano di un problema alla risposta della turbina che faceva arrivare la potenza inaspettatamente ed in maniera brutale,per cui bisognava avere la vettura dritta per poter spalancare il gas. Villeneuve quella volta us il sistema che si usa con i kart; mentre frenava con il piede sinistro, con il destro teneva parzializzato lacceleratore mantenendo in pressione il turbo, cosa che ora fanno tutti in quanto le F1 moderne non hanno il pedale della frizione e la leva del cambio. La frustata di potenza arrivava nel momento in cui il turbo entrava in coppia e la macchina diventava difficilissima da guidare con quasi 1000 cv e nessuna elettronica a gestirla. Lera dei motori turbo inizia a Silverstone nel 1977, quando Renault lo porta allesordio con la RS01 dotata di turbocompressore e di 1.500 centimetri cubici di cilindrata, contro i 3.000 cmq dei motori aspirati suoi contemporanei. Da questo momento in poi i motori aspirati andranno via via scomparendo a favore dei turbo, sino al 1983 dove resta solo lItaliana Osella con un 12 cilindri aspirato Alfa Romeo, abbandonato anchesso nella seconda parte della stagione. Lera dei motori turbo fin nel 1988, consegnando alla storia le doti di piloti come Nelson Piquet e Ayrton Senna, Prost e Lauda. La Ferrari in quegli anni non fu molto competitiva, tranne che nell82, anno in cui la 126C2 fu la miglior vettura del circuito ma la morte di Villeneuve ed il grave incidente occorso a Pironi impedirono la conquista del titolo. Il primo gran premio vinto da una vettura spinta da un motore turbo avvenne nel 1979 al GP di Francia, a Digione,per merito di J.PJabouille. Quel GP entra anche nella leggenda della F1 per lincredibile duello tra Villeneuve ed Arnoux. Le migliori espressioni a livello motoristico nellera turbo furono realizzate da Porsche, BMW, Honda che si aggiudicarono la maggior parte dei gran premi utilizzando telai McLaren, Williams, Brabham. Questanno troveremo motori di 1.600 cmq sei cilindri turbocompressi. Allinizio della stagione le vetture saranno molto pi lente rispetto a quelle dellanno scorso rispetto alle quali pagheranno sino a sei, sette secondi a giro, anche per le limitazioni aerodinamiche. Questo divario si assottiglier a mano a mano che la stagione andr avanti. Fondamentale sar laffidabilit, almeno per la prima parte della stagione, che noi ferraristi speriamo favorevole, anche se limportante che sia spettacolare. Lultima novit riguarda la numerazione delle vetture che non porteranno pi i numeri di gara dettati dal piazzamento ottenuto nella stagione precedente ma, come in moto GP,si potr scegliere la numerazione preferita. Alonso ha scelto il 14, che portava in gara ai tempi in cui correva con i kart, mentre Raikkonen porter il 7. Il 27 sar di Niko Hulkenberg, dopo Villeneuve, Senna e Mansell, nella speranza che lo riporti alla loro leggenda. Ivan
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VITA DIFFICILE Anzitutto mi fa piacere che Zona508 prenda in considerazione il fatto di poter pubblicare la storia di uno straniero come me. E' questo un segno di grande civilt. Quando avevo 17 anni, cio 16 anni fa, nel mio paese c'era la guerra. Descrivere la durezza di quel periodo molto doloroso e difficile, posso solo dirvi che siamo scappati in massa, dalle nostre abitazioni per evitare i bombardamenti e purtroppo non tutti ce l'hanno fatta. Rifugiati in montagna, in inverno, al freddo e in completa assenza di ripari, praticamente sotto le piante di una folta vegetazione, costretti a resistere in condizioni estremamente difficili. Facevo, ogni tre giorni, furtivamente ritorno in paese per rifornirmi di cibo da riportare alla mia famiglia composta, altre a me, da mia madre, mio padre e mia sorella. Rischiavo ogni volta di non fare pi ritorno ed i miei cari, terrorizzati al solo pensiero, restavano in apprensione tutto il tempo. Caricavo nello zaino formaggio, farina e polenta che recuperavo nella nostra cantina e poi latte che mungevo dalle nostre bestie ancora vive. Provvedevo anche al loro sostentamento, prima di partire, perch per noi la loro sopravvivenza era vitale. Con del cellophan avevamo allestito dei ripari di fortuna per la notte; la neve ci forniva l'acqua per bere, lavarci e cucinare. Accendevamo dei piccoli fuochi per non essere visti. Per due anni la montagna rimasta cos, popolata da gente nascosta, fino alla fine della guerra. Poi, finalmente, il sospirato ritorno ma il mio paese, come tanti altri, era distrutto. Solo i pi fortunati, come noi, avevano miracolosamente la cantina sottostante la casa e qualche bestia rimasta viva non si sa come. Di questa assurda esperienza avrei fatto volentieri a meno per mi ha insegnato a vivere di poco e a mangiare di tutto, tranne il maiale (causa la mia fede religiosa). Successivamente ho lavorato nella ricostruzione della casa dei pi abbienti, guadagnando 8 euro al giorno ed il frutto del mio lavoro doveva bastare a tutta la mia famiglia visto che io ne ero l'unico sostegno. Poi i soldi hanno iniziato a scarseggiare e quindi, all'et di 25 anni, sono partito per l'Italia. Ho fatto il mio ingresso nel vostro paese da clandestino, affrontando il viaggio in motoscafo, di notte. Costo dell'operazione: 1500 euro. Ho chiesto asilo politico a Roma, su suggerimento di mio zio gi da tempo in Italia. Sempre tramite lui ho trovato un lavoro che ho effettuato in nero essendo sprovvisto del permesso di soggiorno, guadagnavo bene, circa 1200 euro al mese. Non mi sembrava vero di riuscire finalmente a vivere dignitosamente tant' che nel 2009 feci ritorno in patria per sposarmi. Purtroppo per, una volta rientrato in Italia, commisi come tanti uno sbaglio e ora mi ritrovo in carcere a pagare il mio debito con la giustizia. Ho un figlio piccolo e non passa giorno che io non mi maledica per quell'errore che mi tiene lontano da lui e da sua madre. Tutt'ora mi domando che cosa mi abbia spinto a fare un gesto del genere fino ad allora ero incensurato e avevo sempre vissuto rispettando le regole. Forse pensavo che il facile e cospicuo guadagno mi avrebbe pi in fretta riavvicinato alla mia famiglia e pensare che avevo rifiutato l'offerta lavorativa di una importante agenzia milanese. Dopo aver fatto il provino dovevo solo firmare il contratto ma non me la sono sentita: era un mondo che non mi convinceva, quello della moda. E poi fare il fotomodello non era il caso per una persona riservata come me. Comunque questa storia vera, fatta di sofferenze ma anche di occasioni sprecate, non distante da quella di molte altre persone che ho conosciuto in carcere, diventate mie amiche fraterne. Con questo racconto vorrei lasciare due messaggi: - il primo di riflessione riguardo al tempo cio la cosa, a mio giudizio, pi preziosa che abbiamo e quindi cercare di usarlo al meglio fondamentale visto che non ce lo rid indietro pi nessuno - il secondo la conferma che attraverso rispetto, intelligenza e solidariet si possono abbattere le barriere che dividono i popoli e quindi trovare conforto in qualsiasi paese o ambiente nel quale ti trovi persino in carcere. Infine un augurio : spero di cuore che la mia e le altre storie abbiano, prima possibile, un lieto fine. B. Koss.
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RUBRICA letteraria
Senza scampo. La mia vita rubata da faide e ndrangheta di Carmelo Gallico
Nella narrazione di Carmelo Gallico la parte sbagliata del mondo prende il nome di Malamorti e pi che un luogo lemblematica rappresentazione di una Calabria di ndrangheta e faide dove chi non muore ammazzato muore in galera. Carmelo, in quella parte sbagliata di mondo, ci nato e cresciuto; gi da bambino impara cosa sia il carcere, andando a trovare il padre detenuto. La morte si presenta quando aveva 15 anni, quando gli uccidono il fratello ventenne. E poi quando, una notte, tentano di sterminare la sua famiglia ed egli rimane sepolto sotto le macerie della casa, distrutta. Costretto a lasciare il liceo, gli amici e la normalit esistenziale che tanti suoi coetanei posseggono, spesso senza rendersene conto, ne sentir la mancanza, cercandola a lungo, anche tuttora, forse tutta la vita. Convinto che solo lasciandosi alle spalle questo scenario, le cose avrebbero potuto cambiare, decide di partire per un paese lontano, oltre gli oceani, ma un grave incidente stradale glielo impedisce. Rimane quindi in Calabria, quella Calabria, dove le vicende famigliari lo trascinano in un vortice burrascoso che ruota attorno alla Giustizia e al suo corso; a 25 anni, inevitabilmente verrebbe da dire, entra in carcere. Seguono i lunghi anni dei processi. Condanne, assoluzioni, altre condanne divenute definitive e pene da scontare. Il successivo periodo della detenzione, durato sette anni, produce una palingenesi che, una volta in libert, lo conduce a Brescia, dove Carmelo comincia a pensare di poter trovare la normalit necessaria per generare la propria rinascita. Frequenta lUniversit, consegue la Laurea, scrive testi teatrali, nuovi amici e interessi riempiono le sue giornate e la Calabria, quella Calabria, appare lontana, racchiusa in un passato ormai sepolto. Ma le ombre del passato tornano prepotentemente, reclamando la propria supremazia; accuse e sospetti si riaffacciano indomiti e prima ancora che Carmelo ne percepisca la rinnovata presenza, ne determinano larresto, un nuovo arresto. Otto lunghi e duri mesi trascorrono prima che la Cassazione riconosca la mancanza di elementi di colpevolezza. Ma la sua tragica vicenda non termina. Accuse e sospetti lo accompagnano in un ulteriore percorso di giudizio e castigo, sospendendo la sua esistenza fra desideri impulsivi di determinarla ad ogni costo e sconfortate attese di una giustizia dallo sguardo finalmente limpido. E Carmelo vive tuttora questa realt, probabilmente percependola sempre meno come realt e sempre pi come una dimensione onirica ineluttabilmente eterodiretta. Quella di Carmelo non una storia dei giorni nostri; una storia antica, senza tempo che affonda la propria consistenza negli archetipi delle sue radici. E una storia che si sviluppa su piani contrapposti, dove etica, valori e regole sociali giocano ruoli totalmente diversificati, anche opposti. Una storia nella quale tutto ruota attorno a una idea di Giustizia codificata, irreprensibile e granitica ma al contempo ancora cos soggetta alle determinazioni che una valutazione discrezionale pu produrre. La ndrangheta appare come l elemento di sfondo della storia, un monolite che lascia percepire la propria mostruosa capacit di egemonizzare vite ed esistenze, senza che lo scorrere di generazioni abbia un qualche potere di modificare il corso di destini gi decisi. In questo quadro si dipana il percorso narrativo di Carmelo, il suo tentativo di affermare il proprio diritto ad essere artefice del proprio destino facendolo scaturire dallinsostenibile conflitto con la consapevolezza di appartenere a logiche e dinamiche predeterminate per nascita. Lamara considerazione espressa nelle pagine finali esprime il risultato dellimpari agone: La faida e la ndrangheta mi sono state nemiche. Avrei voluto viaggiare e conoscere il mondo. Con la loro sola presenza in quella terra di Malamorti mi hanno rubato la vita e i sogni pi belli. La giustizia mi stata nemica. Avrebbe dovuto difendermi e garantirmi. Con i suoi errori, invece, ha portato a termine lopera di devastazione innescata dai seguaci della lupara. Il bambino, il ragazzo, il giovane di questa storia rappresentano, nelle parole di Carmelo, tutti i bambini, i ragazzi, i giovani traditi prima dai loro padri, poi dalla loro cultura e infine dalle logiche di inflessibilit che la Giustizia spesso utilizza per confermare la condizione di equidistanza fra la bilancia e la spada tenute in mano, nei secoli. Forse, ed questa la suggestione che ci lascia Carmelo, per cambiare il corso della vita di qualcuno di questi ragazzi, sarebbe stato sufficiente che sulla bilancia facessero capolino quegli strumenti di cui essi avevano maggiormente bisogno e di cui non hanno potuto disporre, come invece avrebbe dovuto essere: scuole, movimenti culturali, strutture aggregative, occasioni di confronto e sviluppo e soprattutto di speranza per il futuro. 29 Carlo Alberto Romano -Presidente di Carcere e Territorio Onlus-

Canton Mombello - gente di carcere: uno sguardo in bianco e nero


Buongiorno Dottore. Buongiorno. Dottore volevo sapere della mia fotografia... No. Ve l'ho gi detto, qui in ambulatorio non si viene per chiedere delle fotografie, non abbiamo tempo... qui si parla della vostra salute, non potete assillarmi con le fotografie tutto il giorno e tutti i giorni, quasi mi pento di aver fatto questo corso... ora sono nelle vesti del medico non del fotografo.. Ma dott... Lasciami finire, patti chiari e amicizia lunga, non voglio che mi si chieda delle fotografie in ambulatorio, poi gli assistenti sincazzano e magari hanno anche ragione... vuoi che se la prendano con me cos poi addio al corso? Ma dottore in realt volevo sapere della fotografia del ginocchio, vaffa...a te e alle tue fotografie Amico se ci stai leggendo ti chiedo scusa... rimane comunque un episodio divertente! Sapete qual il segreto di una bella fotografia? Avvicinarsi al soggetto. Per me la fotografia fermarsi e osservare. Di questi tempi mi rendo conto che sia un lusso per pochi. Per me stato fotografare per la prima volta da vicino; certo ho fotografato la Palestina, la guerra del Congo, il Buskashi in Afghanistan, i Ghat di Varanasi, i piatti di Dakar, le piazze di Marrakesh, le colline del Burundi, i templi di Lalibela, i topi di Bikamer e Holy a Calcutta ma per carattere scattavo senza avvicinarmi, o mi avvicinavo con uno zoom. In ogni posto che ho visto ho fotografato bellezza e degrado. Spesso degrado e bellezza coincidono il vissuto. Un giorno, proposi: chiamiamolo Puttana Galera il libro fotografico del carcere. Certo non deve essere solo sbarre e braccia, deve rappresentare il carcere nella sua interezza e magari essere anche divertente, magari mettere la polizia dietro la sbarre e fotografare i detenuti con le chiavi in mano... Non venne giudicata una buona idea ed il mio progetto fu bocciato. Serve avvicinarsi al soggetto, certo, ma senza finire tra le sua braccia senza conoscerlo... cos la polizia penitenziaria la scamp e il progetto non ebbe seguito nell'immediato... A distanza di tre anni il progetto si realizz. Una buona fotografia viene scattata da vicino e cosa c' di pi vicino che scattare con voi? Lidea di Renato stata geniale: un corso di fotografia! Ecco come avvicinarsi al soggetto, ecco come vincere la distanza. La foto non statica, dinamica e rappresenta un tempo, molto pi lungo del tempo di esposizione pu durare quanto una partita di scacchi, il tempo lungo di un caff ristretto, il tempo di un tramonto... nella fotografia devi sentire poi l'aroma, il calore dei primi raggi, la tensione della sfida... scatti nelle celle, scatti nei corridoi e all'aria, scatti in palestra. In certi momenti sembrava di correre una maratona: Renato, io e gli alunni (io tra gli alunni) scattavamo ad una velocit da corridore per non perdere lattimo, quella partita a scacchi, quel raggio di luce che scalda le lenzuola umide del mattino, quel profumo di caff sul gas posticcio, quella passeggiata in tondo all'aria, quella spiaggia contro il muro del cortile Con questo corso non siamo entrati troppo nel tecnico, stato un corso base per prendere confidenza con l'apparecchio, osservare i particolari, osservare la luce, fare una buona inquadratura, disporre gli oggetti sullo sfondo, avvicinarsi. Abbiamo capito che fotografare non solo immortalare un momento, documentare, testimoniare. E testimoniare forse il lavoro pi importante nei nostri tempi. Per molti stato come giocare a calcio, un bravo calciatore non lo perch ha preso lezioni teoriche sulle regole del calcio, il fuoriclasse poi approfondir le conoscenze. Un Robert Capa lo abbiamo avuto in effetti tra gli alunni ma gli interessava di pi essere fotografato!! Il vostro lavoro stato prezioso, avete documentato un luogo cos lontano dalla citt pur essendo nel suo centro storico. Non vi rendete conto ma avete fatto testimonianza, avete fatto giornalismo e politica. Siete il Robert Capa e Man Ray il Franco Fontana e Nan Goldin del momento. Grazie Murad
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Dal libro Canton Mombello: gente di carcere a cura di Renato Corsini 31

PANINI ALLE PATATE


Ingredienti per 4 persone: 150g di farina con il lievito 1 cucchiaino di bicarbonato 1 patata di 200 g 50 g di burro litro di latte salumi freschi a piacere Preparazione: lessate la patata, sbucciatela e passatela in modo da avere 150 g di polpa: mescolate la farina con il bicarbonato ed il burro ammorbidito lavorando il tutto con la punta delle dita fino ad ottenere un composto a briciole. Unire la polpa di patate ed il sale e rendere l'impasto omogeneo. Stendetelo in una sfoglia di 1,5cm, ricavare da qui tanti panini e metteteli nella teglia rivestita da carta da forno. Spennellateli con il latte e cuocete in forno gi caldo a 180 per 20 minuti finch saranno dorati. Fate riposare alcuni minuti e poi tagliate i panini a met ed imbottiteli con i salumi o altro a piacere.

POLPETTINE FRITTE
Ingredienti per 4 persone: 300g di carne di maiale macinata 500g di spinaci freschi 80g di olive verdi snocciolate 50g di pan grattato 1 uovo 1 cucchiaino di grana grattugiato aglio, sale, noce moscata, farina, olio per friggere Preparazione:far saltare gli spinaci con un filo di olio e tritarli. Aggiungere la carne, le olive tritate, una spolverata di noce moscata, spicchio di aglio tritato, un uovo , 1 cucchiaio di pan grattato, il formaggio ed il sale. Mescolare ed amalgamare bene il tutto, poi dividerlo in polpettine. Passare le polpettine nella farina e poi nelle uova sbattute e nel pane grattato. Friggere le polpettine in olio caldo, sgocciolarle e lasciarle raffreddare.

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CIAMBELLA ALLE ACCIUGHE


Ingredienti per 4 persone: 500g di farina per pane 50g di filetti di acciughe sottolio 50g di pomodori secchi 4 uova 50g di burro 20g di lievito madre di frumento disidratato olio e sale Preparazione: fate sciogliere le acciughe, tranne due, in un pentolino con 2 cucchiai di olio, aggiungere il burro senza far cuocere. Disponete la farina a fontana e ponete nel centro il lievito, le uova un po' sbattute e, le acciughe con il burro ed i pomodorini sminuzzati ed impastate per 10 minuti. Lasciate lievitare il composto ottenuto per 2 ore. Formate un pane tondo e bucatelo al centro. Trasferite sulla teglia da forno e ponete nel buco uno stampo da budino oliato all'esterno e pieno di acqua. Coprite con l'alluminio e lasciate lievitare per un'altra ora. Fate sulla superficie 8 incisioni ed infilate in ognuna un pezzetto di acciuga. Informate a 200 per circa 40 minuti. Angela

Le chiacchieredi carnevale
Ingredienti: 500 gr di farina 60 gr di zucchero 60 gr di burro morbido 3 uova 4 gr di sale 1 scorza di limone Olio di arachidi per friggere Procedimento: Mescolare farina e zucchero. Sbattere le uova con il sale, unire le scorze di limone e farina. Lavorare bene la pasta. Avvolgere limpasto nella pellicola trasparente, farlo riposare per circa unora. Fare la sfoglia, infine tagliare la sfoglia in strisce e poi friggerla.

Buon appetito!

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Il 2014 per tutti!

A T
G

RIETE Il 2014 sar per voi un anno pieno di sorprese e ci saranno molte offerte di lavoro. Tra queste ce ne sar una che vi dar la possibilit di realizzare il vostro sogno che da molto tenete nel cassetto: ora il momento di tirarlo fuori e realizzarlo! In amore: sarete molto corteggiati, lasciate decidere al vostro cuore che sceglier per voi. ORO Non sar un anno molto fortunato, quindi avrete molto bisogno della vostra famiglia per avere consigli su decisioni importanti. Non vi spaventate se molte cose non vanno per il verso giusto: tutto poi si risolve, ci che serve in questi momenti la forza che avete dentro e dunque non mollate mai. In amore, incontrerete una persona che vi aiuter a crescere. EMELLI Per i nati sotto questo segno non ci saranno ostacoli che vi impediranno di fare ci che vorrete ma attenzione a non fare il passo pi lungo della gamba perch se inciamperete sar poi dura rialzarsi. La famiglia sar il vostro punto di riferimento sul quale ci si potr appoggiare anche economicamente per costruire un futuro. Amore: attenzione! La donna sbagliata sar quella che voi riterrete giusta. Occhio...

C
L

ANCRO In un anno di alti e bassi, che vi causeranno problemi dinsicurezza sulle decisioni da prendere, non affrettatevi e riflette te sempre prima agire. Momenti alti si contrapporranno a quelli bassi aiutandovi a non deprimervi. Anche in amore cambierete diversi partner rendendovi insicuri su quale sia la persona giusta. Occhio che le donne sono furbe EONE Siete certi di aver fatto la scelta giusta, quindi non accettate che qualcuno gareggi per voi. C molta competizione ed avvertite delle manovre insidiose alle vostre spalle ma siete pronti al contrattacco che sferrerete su vari piani. In amore pazientate e siate pronti a ricevere. Sappiate che ogni occasione che perdete potrebbe essere quella giusta che non si ripeter.

V
B

ERGINE Una questione dietro laltra giunger a compimento e vi sentirete molto soddisfatti. La famiglia vi riempir di consigli per continuare cos ma prenderete quelli che pensate siano giusti. In amore sar lanno in cui vi sar proposto di impegnarvi per tutta la vita: pensateci bene prima di accettare ILANCIA Il 2014 sar un anno molto burrascoso ma riuscirete sempre a tener sotto controllo i nervi. Per questo vostro autocontrollo sarete ripagati lungo il cammino della vita. In amore sarete molto corteggiati ed amati da molte persone. Avrete solo limbarazzo della scelta.

S S C
P

CORPIONE Il 2013 stato un anno per voi difficile, pieno di momenti no che siete comunque riusciti a superare. Anche il 2014 iniziato con questi momenti no, i quali smetteranno di presentarsi dopo luglio e vi si apriranno nuove porte: non abbiate paura di varcarle. In amore sarete titubanti sulla persona da amare ma succeder un qualcosa che vi toglier ogni dubbio e capirete se quella la persona della vostra vita AGITTARIO Il 2014 vi porter novit importanti nel campo lavorativo, nonostante la crisi, e cos potrete realizzare i vostri sogni nel cassetto. In amore, il consiglio di cambiare partner, poich da tempo non riuscite a trovare un accordo. Sar per voi la fine di una depressione. APRICORNO Il 2014 vi sar la svolta definitiva su di un progetto che da anni cercate di realizzare. Un occhio di riguardo alla salute. In amore, state passando un periodo favorevole col vostro partner ma vi do un consiglio:non esagerate. Il detto dice di non tirar troppo la corda, altrimenti si spezza.

CQUARIO Il 2014 iniziato con una forte ripresa economica ma a met anno rischiate molto il vostro investimento: riflettete sui pericoli. In amore, avete finalmente trovato la vostra met: trattatela con i guanti bianchi. ESCI Nel 2014 sarete mangiati dal pesce pi grosso in affari ma il loro successivo fallimento vi porter a recuperare tutto il vostro investimento e tutti i vostri affari saranno in piena crescita. In amore, la compagna/il compagno che avete accanto sar la ragione per non mollare, nonostante la crisi di questo momentaneo fallimento.

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VOL.CA
Via Pulusella 14 Orari Luned dalle 9 alle 12 dalle 17 alle 19; Martedi 9.00-17.00; Mercoledi, giovedi, venerdi 9.00-12.00

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