Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
1. Introduzione
Abbiamo vissuto quasi vent'anni di progetti europei dell'ITSOS "Marie Curie". Sono stati, per noi, a volte
faticosi, spesso divertenti, sempre appassionanti. Ma che bilancio se ne può trarre, dal punto di vista
dell'istituzione scolastica? E soprattutto: quali indicazioni se ne possono trarre perché siano di qualche
vantaggio per altre scuole?
A favore di un bilancio positivo vi sono elementi di "prestigio": 21 progetti di collocamento degli studenti
all'estero, uno degli insegnanti e 18 progetti di ricerca su mobilità, eLearning, insegnamento delle lingue,
imprenditorialità giovanile, integrazione e riconoscimento delle qualifiche (10 a titolarità ITSOS e 8 come
partner), un numero rilevante di partecipazioni a convegni e seminari e di articoli di presentazione dei
risultati dei vari progetti, non ultimo il comparire nella testata di questa rivista insieme a prestigiose
università e centri di ricerca, sono tutti elementi di visibilità a livello locale e nazionale per l'Istituto.
Ma ancora più significativi sono i numeri che indicano l'impatto e la sostenibilità dei vari progetti intrapresi
sul versante studenti. Starting point ed elemento di continuità è il progetto di mobilità denominato WEST,
Working Experience through Schools Transnationally; ebbene, dal 1991 ad oggi sono 903 gli studenti che
hanno fatto un'esperienza lavorativa all'estero e 560 gli studenti - irlandesi, inglesi, tedeschi, francesi e
maltesi - accolti a Cernusco sul Naviglio per un'analoga esperienza.
Gran parte dei progetti di ricerca ha riguardato l'eLearning, sia in termini di metodologie didattiche, di
ambienti di apprendimento e di produzione di materiali didattici. Ebbene, oggi al 50% delle classi in
presenza corrisponde una classe "virtuale"; oltre il 50% di studenti ogni anno usufruisce - in alcuni casi in
modo marginale, in altri a livello intenso - modalità di formazione in rete: accesso a materiali didattici e a
ambienti di interazione con i docenti e con i propri pari.
Quali indicazioni si possono trarre da questa lunga e articolata esperienza? Proveremo a rispondere a questa
domanda nelle conclusioni, dopo aver segnalato gli aspetti più significativi delle diverse tappe del lavoro di
ricerca/azione dell'Istituto.
1
Mara Masseroni ha coordinato il progetto WEST dal 1991 al 2006, il progetto Sofianet e l'equipe ITSOS nei
progetti Working Professional English e Europathways & Europass.
2
Pierfranco Ravotto ha coordinato i progetti SOFIA, WEA, SOLE e SLOOP e l'equipe ITSOS nel progetto
BiTE. Dal 2007 non è più dipendente ITSOS ed è attualmente consulente AICA.
significa in qualche modo mettersi in discussione, rinunciare all'auto-referenzialità, accettare il rischio del
confronto.
Per gli insegnanti ha significato rinunciare alla sicurezza del proprio ambito disciplinare e - cosa ancor più
delicata - mettere in gioco le proprie competenze in contesti nuovi e diversificati. Si pensi:
• al dover lavorare/discutere in ambito transnazionale utilizzando una lingua diversa dalla propria; gli
stessi docenti di lingue straniere si sono trovati a testare la tenuta della propria competenza linguistica in
situazioni comunicative autentiche e imprevedibili;
• al dover discutere l'andamento di uno stage con il tutor aziendale sottoponendo ad un giudizio esterno il
percorso scolastico dei propri studenti;
• al confrontarsi con docenti universitari e ricercatori.
D' altra parte i programmi comunitari promuovono e finanziano attività di ricerca e di sperimentazione
innovativi e richiedono, dunque, un confronto con tematiche, contesti, ambiti non noti, una sfida ad assumere
la logica di un'organizzazione che apprende.
Si è innescato cioè un processo di apprendimento permanente che, indipendentemente dalla materia di
insegnamento, ha riguardato soprattutto competenze relative a
• lingue straniere,
• ICT,
• project management.
Determinanti sono state le connessioni che si sono sviluppate fra questi diversi filoni di ricerca/azione:
1. Il progetto europeo di mobilità denominato WEST che vede impegnato l'ITSOS ininterrottamente dal
1991, è nato dalla sinergia creatasi fra i "soggiorni-studio" caratteristici dell'indirizzo linguistico e
l'attività di alternanza scuola-lavoro; gli obiettivi del progetto alternanza - formativi, orientativi e
professionalizzanti - si sono arricchiti, nel progetto WEST, di quello linguistico.
2. Il progetto SOFIA ha avuto origine dalla connessione fra la rete di partenariato attivata per il progetto
WEST e l'interesse per la ricerca sulla didattica "aperta" e "flessibile".
3. Il progetto WEA, Working Experience Abroad, ha combinato l'esperienza sul campo realizzata da
WEST in termini di fasi progettuali/procedure/strumenti con la realizzazione e sviluppo di materiali in
formato digitale e la realizzazione di un sito per la promozione di esperienze di mobilità: quindi apertura
al web.
4. La produzione di materiali per l'insegnamento dell'inglese/dell'italiano idonei al contesto lavorativo,
Working in Ireland/Working in Italy, ha connesso le esperienze di organizzazione e gestione di stage in
Italia e all'estero con quelle dell'insegnamento della lingua straniera. Lo sviluppo poi di materiali
multimediali in una logica CMC cominciava ad aprire la strada alle diverse generazione di eLearning.
5. I progetti Sofi@net e SOLE, centrati sulla formazione in rete, rappresentano la sinergia creatasi tra il
modello ODL, open distance learning, elaborato nell'ambito di SOFIA e le esperienze della rete
didattica SiR in atto nella scuola.
6. Il progetto APE - trasferimento delle buone prassi di WEA in Sardegna- nasce dalle sinergie di almeno
tre progetti: WEST in termini di sviluppo e sperimentazione di materiali per la pianificazione/gestione e
controllo delle esperienze della mobilità, WEA per la messa a procedura di tali strumenti e Sofi@net.
per il modello di formazione in rete sviluppato.
7. Il progetto SLOOP, Sharing Learning Objects in an Open Perspective, centrato sulla produzione
collaborativa di risorse digitali, nasce dal mix di elaborazioni condotte in SOLE, nel progetto BiTE,
Bridging the gap between the traditional face-to-face learning and e-learning, e nel progetto SiR2 che
ha coinvolto un centinaio di docenti di varie scuole milanesi nello sviluppo di risorse didattiche digitali
e nel loro utilizzo con i propri studenti.
8. Oggi il progetto WEST combina la "tradizionale" esperienza di stage all'estero con una preparazione
linguistica condotta utilizzando la rete e materiali didattici prodotti in SOLE e in SLOOP.
Nel modello ITSOS, la formazione in rete è stata sempre centrata sull'interazione fra persone: la rete come
ambiente di comunicazione e di conversazione educativa. Ma è sempre stata prestata anche molta attenzione
alla produzione di materiali didattici - learning object - quali supporto dell'azione formativa. Insegnanti di
tutte le materie - informatica e matematica, scienze e inglese, italiano e sociologia - si sono dunque trovati:
• a produrre risorse digitali - anche in formato SCORM - usando editor HTML, Word e PowerPoint,
HotPotatoes, eXelearning, Faber, Reload, … ;
• ad aprire e gestire ambienti, conferenze/classi virtuali in FirstClass o corsi in Moodle.
E' stata, anche questa, una rilevante attività di auto-aggiornamento. Anzi: è stata forse quella più significativa
perché ha progressivamente coinvolto - chi più chi meno - la maggior parte del Collegio docenti, ben oltre il
numero dei docenti che si è trovato direttamente impegnato nei progetti.
Le ICT, da "strumenti" usati da pochi stanno diventando l'ambiente naturale in cui si interagisce - fra colleghi
e con gli studenti - ed in cui si costruiscono, si pubblicano e si scambiano materiali didattici.
6. Conclusioni
E dunque: quali indicazioni si possono trarre da questa esperienza? Oppure - adottando una terminologia web
2.0 - quali tag scegliere per caratterizzarla?
Forse questi: "apertura", "connessioni", "condivisione".
La scuola lamenta una sua perdita di ruolo, gli insegnanti hanno visto crollare il proprio "prestigio sociale",
la scuola è sentita, spesso, da alunni e genitori come "anacronistica". L'apertura è l'unica risposta vincente:
riconoscere che la scuola non è, non può essere, l'unico soggetto formativo, riconoscere come valido
l'apprendimento che avviene anche in altri contesti, promuovere l'integrazione con essi, accettare - anzi
ricercare - la contaminazione.
L'esperienza ha dimostrato la portata sinergica del connettere esperienze ed elaborazioni diverse. Ma come?
Forse facendo propria la "Tecnica per produrre idee" di Young: se è vero che un'idea "non è altro che una
nuova combinazione di vecchi elementi", allora è necessario sviluppare la capacità di attuare nuove
combinazioni, la quale, a sua volta, dipende da quella di individuare relazioni fra cose, fatti e situazioni
anche apparentemente slegate.
Connettere significa trasferire quanto elaborato in un contesto ad un altro, ma anche guardare al contesto
originale da un altro punto di vista. Sul piano personale significa, ancora una volta, superare un confine e
porsi in una logica di apprendimento. Dal punto di vista della knowledge organization significa generalizzare
e rielaborare la conoscenza acquisita.
Quella dello scambio, della condivisione, con termine inglese dello sharing, è stata una costante dei progetti
dell'ITSOS e si è venuta definendo teoricamente con il progetto SLOOP.
Molto prima che si affermasse la logica opensource e che venissero formulate le CreativeCommons,
scrivevamo ("Una scuola e i suoi partner. I progetti scuola-lavoro in una prospettiva europea", 1993) - "la
riproduzione è consentita alle scuole e agli enti di formazione purché venga citata la fonte". Del resto
sperimentare l'innovazione e metterla a disposizione delle altre scuole è la ragion d'essere di un istituto
"sperimentale".
Condividere significa mettere a disposizione di altri i propri "risultati" secondo una logica copyleft: sei libero
di utilizzare, modificare e distribuire, a patto che tu citi la fonte e mantenga gli stessi diritti d'uso sul prodotto
derivato. Ma significa anche essere coscienti che altri hanno già prodotto, probabilmente, quello che ci serve
e che dunque possiamo cercare ed usare risorse già disponibili, impiegando energie non per produrre da zero,
ma per migliorare quanto già esiste.
Lo scambio di metodologie e materiali didattiche è una pratica da sempre diffusa nelle scuole. I progetti a
finanziamento europeo ci hanno permesso di allargare i confini dello scambio e della collaborazione, per
scoprire che, con Internet, non ci sono più confini alle possibilità di condivisione. Come del resto di
connessioni. E di apertura.